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BONAVENTURA DA BAGNOREGIO (1217-1274)

Come se uno cade in un precipizio e vi rimane se un altro non lo aiuta a sollevarsi, cos lanima
nostra non avrebbe potuto risollevarsi dalle cose sensibili fino alla contemplazione di se stessa
e delleterna verit riflessa in essa, se la verit stessa, assumendo la forma umana in Cristo,
non si fosse fatta scala di riparazione per la caduta della prima scala di Adamo. Perci nessuno,
per quanto possa essere illuminato dai doni di natura e della scienza acquisita, pu rientrare in
se stesso per godervi Dio, se non per la mediazione di Cristo, che ha detto: "Io sono la porta;
chi passer attraverso di me si salver, entrer e trover pascoli eterni".

Bonaventura considerato uno dei pensatori maggiori della tradizione francescana,


che anche grazie a lui si avvi a diventare una vera e propria scuola di pensiero, sia
dal punto di vista teologico sia da quello filosofico. Difese e ripropose la tradizione
patristica, in particolare il pensiero e l'impostazione di sant'Agostino. Egli combatt
apertamente l'aristotelismo, anche se ne acquis alcuni concetti, fondamentali per il
suo pensiero. Inoltre valorizz alcune tesi della filosofia arabo-ebraica, in particolare
quelle di Avicenna e di Avicebron, ispirate al neoplatonismo. Nelle sue opere ricorre
continuamente l'idea del primato della sapienza, come alternativa ad una razionalit
filosofica isolata dalle altre facolt dell'uomo. Egli sostiene, infatti, che la scienza
filosofica una via verso altre scienze. Chi si ferma resta immerso nelle tenebre.
Secondo Bonaventura il Cristo la via a tutte le scienze, sia per la filosofia che per la
teologia. Il progetto di Bonaventura una riduzione delle arti liberali (reductio
artium), intesa come la loro unificazione sotto la luce della verit rivelata, la sola che
possa orientarle verso l'obiettivo perfetto a cui tende imperfettamente ogni
conoscenza: il vero in s che Dio. Le arti costituiscono cos un cammino iniziatico per
gradi di perfezione verso l'unione mistica. La parzialit delle arti per B. non altro che
il rifrangersi della luce con la quale Dio illumina il mondo: prima del peccato originale
Adamo sapeva leggere indirettamente Dio nel Liber Naturae (nel creato), ma la caduta
stata anche perdita di questa capacit. Per aiutare l'uomo nel recupero della
contemplazione della somma verit, Dio ha inviato all'uomo il Liber Scripturae,
conoscenza supplementare che unifica ed orienta la conoscenza umana, che altrimenti
smarrirebbe se stessa nell'autoreferenzialit. Attraverso l'illuminazione della
rivelazione, l'intelletto capace di comprendere il riflesso divino delle verit terrene,
quali pallidi riflessi delle verit eterne che Dio perfettamente pensa mediante il Verbo.
Ci rappresenta l'accesso al terzo libro, Liber Vitae, leggibile solo per sintesi
collaborativa tra fede e ragione.
Nella sua opera pi famosa, l'Itinerarium mentis in Deum ("L'itinerario della mente
verso Dio"), Bonaventura spiega che il criterio di valore e la misura della verit si
acquisiscono dalla fede e non dalla ragione (come sostenevano gli averroisti). Da ci fa
conseguire che la filosofia serve a dare aiuto alla ricerca umana di Dio, e pu farlo,
come diceva sant'Agostino, solo riportando l'uomo alla propria dimensione interiore
(cio l'anima), e, attraverso questa, ricondurlo infine a Dio. Secondo Bonaventura,
dunque, il viaggio spirituale verso Dio frutto di una illuminazione divina, che
proviene dalla ragione suprema di Dio stesso. Per giungere a Dio, l'uomo deve
passare attraverso tre gradi, che, tuttavia, devono essere preceduti dall'intensa ed
umile preghiera, poich non possiamo elevarci da noi se non attraverso una virt
superiore. Qualunque siano le disposizioni interiori, queste non hanno alcun potere
senza l'aiuto della Grazia divina. Cos pregando, siamo illuminati nel conoscere i gradi
dell'ascesa a Dio. La "scala" dei tre gradi dell'ascesa a Dio simili alla "scala" dei
quattro gradi dell'amore di Bernardo di Chiaravalle; tali gradi sono:
1) Il grado esteriore: (...) necessario che prima consideriamo gli oggetti corporei,
temporali e fuori di noi, nei quali l'orma di Dio, e questo significa incamminarsi per la
via di Dio.
2) Il grado interiore: necessario poi rientrare in noi stessi, perch la nostra mente
immagine di Dio, immortale, spirituale e dentro di noi, il che ci conduce nella verit di
Dio.

3) Il grado eterno: Infine, occorre elevarci a ci che eterno, spiritualissimo e sopra


di noi, aprendoci al primo principio, e questo dona gioia nella conoscenza di Dio e
omaggio
alla
Sua
maest.

Dunque, per Bonaventura l'unica conoscenza possibile quella contemplativa, cio la


via dell'illuminazione, che porta a cogliere le essenze eterne, e ad alcuni permette
persino di accostarsi a Dio misticamente. L'illuminazione guida anche l'azione umana,
in quanto solo essa determina la disposizione pratica al bene. Il mondo, per
Bonaventura, come un libro da cui traspare la Trinit che l'ha creato. La Trinit si
rivela in tre modi: come "vestigium" (o impronta) di Dio, che si manifesta in ogni
essere, animato o inanimato; come "immagine" di Dio, che si trova solo nelle creature
dotate d'intelletto, in cui risplendono memoria, intelligenza e volont; come
"similitudine" di Dio, che qualit propria delle creature giuste e sante, toccate dalla
Grazia e animate da fede, speranza e carit; quest'ultima ci che ci rende "figli di
Dio". La Creazione dunque ordinata secondo una scala gerarchica trinitaria, e la
natura non ha sua consistenza, ma si rivela come segno visibile del principio divino
che l'ha creata; solo in questo, quindi, trova il suo significato.

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