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Libro Rosso Della Mobilità Nuova
Libro Rosso Della Mobilità Nuova
SOMMARIO
MANIFESTO ................................................................................ 3
DOCUMENTO DI SINTESI
A CURA DEL COMITATO SCIENTIFICO ................................... 6
Gruppo di lavoro 1
COMUNICAZIONE, CULTURA, EDUCAZIONE ......................... 9
Gruppo di lavoro 2
GOVERNANCE ......................................................................... 13
Gruppo di lavoro 3
ORGANIZZAZIONE MOBILIT URBANA ................................ 18
Gruppo di lavoro 4
NORMATIVA ............................................................................. 20
Gruppo di lavoro 5
RETI CICLABILI ........................................................................ 23
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MANIFESTO
Lesigenza di mettere in campo politiche per una mobilit nuova, a partire dai contesti
urbani, diventata inderogabile. Lo dicono, prima di tutto, alcuni dati che riguardano il
nostro paese.
LItalia il paese europeo con la pi alta densit di automobili: 36 milioni di auto, il 17%
dellintero parco circolante in Europa, a fronte di una popolazione pari al 7% di quella
dellintero continente. Ci significa che per ogni 100 abitanti in media in Italia ci sono 65
automobili. La differenza tra Italia ed Europa si nota anche nelle grandi citt: ad
Amsterdam e Parigi il rapporto di 25 auto su 100 abitanti, mentre a Roma 70 e a
Torino 62 su 100.
Il traffico veicolare assorbe l1% del PIL in inefficienza e il 2% se ne va per i costi
dellincidentalit. Gli scontri stradali mietono, ogni giorno, vittime e feriti.
Il rapporto tra trasporto pubblico e trasporto privato a Roma 28 a 72, a Londra 50,1
contro 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4, a Berlino 66 contro 34, a Barcellona 67 contro 32.
In Italia Irisbus, lunica fabbrica di autobus, stata recentemente chiusa, in totale
controtendenza con il resto dEuropa.
Le spese legate al possesso di unautomobile sono circa un terzo del reddito medio
famigliare, dato in crescita in presenza di un abbassamento costante e progressivo del
potere dacquisto.
Parallelamente si registra un costante aumento dei cittadini che si spostano in bicicletta e
che chiedono maggior sicurezza; questa istanza diventata tangibile il 28 aprile a Roma e
il 3 giugno 2012 a Torino dove su iniziativa del movimento spontaneo, popolare e
orizzontale #salvaiciclisti decine di migliaia di persone si sono concentrate per proporre
con forza un concetto semplice: lItalia cambi strada, a favore della bici.
E chiaro che il paese pronto e maturo per un cambiamento epocale: il momento di
lavorare per una mobilit nuova.
La bicicletta una delle chiavi di volta di una mobilit urbana diversa, innovativa e smart
ed in relazione e alleata con le altre modalit di spostamento non motorizzate.
La bicicletta non solo un mezzo di trasporto sostenibile. E un modo veloce per spostarsi
quotidianamente nella propria citt e arrivare direttamente in luoghi dove altri mezzi non ti
portano; d autonomia negli spostamenti e consente al contempo di socializzare la citt,
vivendola e vedendola in modo diverso. Non solo pu sostituire lauto ma pu aggiungere
qualcosa ai nostri percorsi quotidiani: uno sguardo diverso, movimento e benessere,
risparmio di tempo e di denaro.
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Le biciclette sono agili, pratiche e flessibili e si adattano alla vita delle citt: ora tocca alle
citt riconoscerle e garantire loro sicurezza e dignit di mezzo di trasporto quotidiano
dando spazio ad una nuova cultura della sicurezza e della ciclabilit urbana. Perch una
citt adatta alle biciclette una citt che migliora la propria qualit urbana complessiva,
non solo per i ciclisti ma per tutti coloro che la vivono e si spostano ogni giorno allinterno
del sistema di mobilit complessivo.
Per questo il 5 e 6 Ottobre il Comune di Reggio Emilia ha ospitato gli Stati Generali
della Bicicletta e della Mobilit Nuova promossi da Anci, #salvaiciclisti, Fiab e
Legambiente e con ladesione della Presidenza della Repubblica.
Cinque i gruppi di lavoro su altrettante aree di riflessione:
1.
Cultura ed educazione alla mobilit sostenibile (formazione, informazione e
comunicazione con lobiettivo di far crescere lopinione pubblica sul tema)
2.
Governance (politiche nazionali, investimenti, incentivi/disincentivi)
3.
Organizzazione della mobilit urbana (moderazione del traffico, Zone 30, Ztl, Ztm)
4.
Normativa (modifiche al Codice della strada e altre normative correlate),
5.
Reti ciclabili (circuiti nazionali e locali).
Dal confronto sui diversi temi sono emerse le idee e le proposte per cambiare la mobilit
del nostro paese in contrapposizione con limmobilit che, ormai da anni, caratterizza
questo ambito della vita pubblica sottovalutandone il ruolo fondamentale di indicatore di
civilt e qualit di una societ. Lobiettivo realizzare, nelle nostre citt, le condizioni per
una mobilit in bicicletta sicura e competitiva con lautomobile.
Questo significa pensare a citt diverse, fatte per muoversi a piedi, in bicicletta e con il
trasporto pubblico, oggi in Italia lasciato cadere e invece tessera fondamentale del
mosaico civile che deve essere ricostruito.
Il lavoro degli Stati Generali ha prodotto il presente documento, un Libro di Impegni per
le Amministrazioni di ogni livello, che sintetizza le proposte principali in materia di mobilit
nuova. Tra queste vi sono appunto la riduzione al limite dei 30 chilometri orari della
velocit urbana, il rafforzamento degli investimenti sul trasporto pubblico e sulle
infrastrutture minori e gli spazi a servizio di ciclisti e pedoni, il dimezzamento della
mortalit causata da incidenti in ambito urbano, la creazione di una rete di slow cities
impegnate a promuovere una nuova filosofia di mobilit nelle citt e a continuare il
confronto e lo scambio di idee e best practice, lintroduzione di corsi di mobilit ciclistica
nelle scuole, il ridisegno delle citt mettendo al centro della pianificazione pedoni e ciclisti.
La sottoscrizione del Libro verr considerata un impegno per le Amministrazioni attuali e
future di tradurre in azioni concrete lesigenza di una mobilit nuova, oggi dilagante nella
societ e che non deve essere sottovalutata.
Lobiettivo quello di rafforzare la lobby a sostegno degli interessi della mobilit collettiva
alternativa alla lobby della mobilit individuale motorizzata.
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I lavori sono stati curati dal Comitato scientifico composto da Maria Berrini, architetto,
presidente di Ambiente Italia e dellAgenzia Mobilit Ambiente e Territorio (Amat) del
Comune di Milano, ricercatrice in materia di pianificazione ambientale e territoriale, in
Comitato scientifico in rappresentanza di Legambiente; Matteo Dond, architetto, esperto
in pianificazione della mobilit ciclistica, moderazione del traffico e riqualificazione degli
spazi pubblici, nel Comitato in rappresentanza di #salvaiciclisti; Edoardo Galatola,
ingegnere, ricercatore ed esperto in sicurezza stradale e ambientale, responsabile
Sicurezza di Fiab, in rappresentanza di Fiab e Maria Rosa Vittadini, docente di Tecniche
di analisi urbane e territoriali presso la facolt di Architettura, Dipartimento di
Pianificazione del territorio, Universit Iuav di Venezia, in rappresentanza di Anci.
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DOCUMENTO DI SINTESI
A CURA DEL COMITATO SCIENTIFICO
Il Comitato scientifico ha elaborato un proprio Documento di sintesi conclusivo, che si
riporta qui in modo schematico.
Per Territori e Paesaggi di qualit, curati e presidiati, attrezzati per la mobilit dolce.
Per Citt di persone, libere dalle auto, pi sicure, sane, belle, vissute.
Per una Mobilit sostenibile, pi efficiente, intelligente e funzionale.
Per i Pedoni e i Ciclisti, da mettere al centro della mobilit urbana.
Di innovazione sociale: visioni, progetti, decisioni, che siano condivise e che
attingano dalle comunit.
IN CHE DIREZIONE
COME. LE STRATEGIE.
Ridisegno degli spazi e delle strade e nuovi Quartieri Car free, ai fini della
moderazione del traffico e della convivenza tra diversi modi di muoversi.
Progettazione e attivazione di servizi integrati e innovativi per una citt
amichevole che incoraggi il passaggio dallauto in propriet a sistemi integrati di
mobilit, Ad es.: parcheggi bici-TPL, stalli, parcheggio spazi condominiali, ciclofficine
e luoghi (Bike Squares) di aggregazione, ciclabilit diffusa (corsie, preferenziazioni,
reti ciclabili come valorizzazione del paesaggio), bikesharing, servizi bici cargo per le
merci, intermodalit, infomobilit (orientate alle bici).
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Ruolo delle comunit (privati, associazioni e cittadini) per dare loro informazione e
voce, per valorizzare il loro ruolo di innovazione di servizi e di prodotti.
Individuazione di investimenti da attivare e o da ridistribuire per il finanziamento
della mobilit ciclistica.
Incentivi e disincentivi
Premi a comuni/quartieri virtuosi, incentivi per i lavoratori (premi, agevolazioni,
convenzioni, abbonamenti e defiscalizzazioni per i datori di lavoro che li
utilizzano). Incentivi mirati ai giovani (premi, riconoscimento sociale,
abbonamenti, convenzioni, modalit aggregazione).
Riconoscimento dellinfortunio in itinere anche per lo spostamento in bici casalavoro.
Disincentivi alluso dellauto (tariffazione sosta, accessi aree congestionate).
STRUMENTI
Revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche che vanno
rivisti, snelliti, armonizzati e corretti per quanto concerne la mobilit ciclistica e
pedonale. Coinvolgimento delle associazioni utenza debole nella sua ridefinizione.
Progettazione urbanistica (integrazione degli obiettivi ciclabilit nei Piani urbanistici
e nei regolamenti edilizi, utilizzo mirato degli oneri di urbanizzazione, ricalibrazione
degli standard di parcheggio).
Elaborazione/Revisione dei Piani locali della Mobilit, alla luce degli obiettivi di
riequilibrio e di sicurezza qui indicati e redazione dei piani per la sicurezza urbana.
Sviluppo di un Piano Nazionale della Mobilit Ciclistica.
Istituzione della rete ciclabile nazionale anche in funzione del cicloturismo e delle
attivit economiche collegate e definizione della segnaletica di direzione per i
percorsi ciclabili urbani ed extraurbani.
Comunicazione
Educazione. Nelle scuole, universit e nei luoghi di aggregazione, con progetti
inclusivi (Scuole Car free, Ciclopedibus,).
Formazione. Nelle Pubbliche amministrazioni, per decisori e tecnici.
Comunicazione. Mirata e differenziata.
Agire sui linguaggi e sui simboli
Produrre emozioni, non dogmi
Usare messaggi positivi e inclusivi
Attivare strumenti dedicati (Portali web, Giornata nazionale Bici, Adesione
a settimana EU mobilit, Bike Pride, Network tra buone pratiche e servizi,
Campagne Bike to work to school to shopping.).
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CHI
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Gruppo di lavoro 1
Promozione,
PREMESSA
Due brevi premesse.
La prima: L'argomento oggetto del nostro gruppo di lavoro era vasto ed eterogeneo. La
giornata di ieri, per questo, non vuole essere la conclusione di un percorso di lavoro
coordinato tra movimenti, associazioni e politica, ma linizio.
La seconda premessa che secondo noi la comunicazione, l'educazione e la formazione
sono potenti acceleratori di cambiamento.
Comunicare al pubblico, educare le nuove generazioni e pretendere eccellenza nella
formazione dei decisori, sia tecnici che politici che accademici, l'unico modo per creare
una vera e duratura cultura della Mobilit Nuova.
L'unico modo per allargare la base e dettare l'agenda politica.
Per questo, il nostro team di lavoro si diviso per aree tematiche in tre sottogruppi:
EDUCAZIONE
La mobilit nuova gi oggi argomento imprescindibile per le future generazioni.
E per questo che lintervento nelle scuole, di ogni ordine e grado, al centro delle nostre
richieste, poich la bicicletta per le giovani generazioni:
un mezzo di trasporto, accessibile, salutare, economico, democratico;
il primo e unico mezzo di trasporto usato dai ragazzi autonomamente;
permette di conoscere e riscoprire lambiente;
veicolo di svago e socializzazione tra pari;
sviluppa senso di autonomia e responsabilit della persona;
avvicina la scuola ad esperienze concrete, operative, attive e coinvolgenti;
rafforza i ponti tra il sapere scolastico e lesperienza reale.
E poich:
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la destinazione del 20% degli introiti da contravvenzioni e da altre fonti di gettito (ad
esempio, il bollo auto) per la realizzazione delle proposte che seguono;
listituzione del Mobility Manager (legge 366/98) nelle scuole di ogni ordine e grado
per coordinare e favorire la mobilit di tutti gli utenti attraverso un
a.
coinvolgimento partecipativo degli studenti nella pianificazione urbana
b.
la possibilit di accedere a crediti formativi per chi arriva in bici;
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una modifica dell'art.230 del CdS, che preveda il ripristino delle altre associazioni
riconosciute dal ministero dei trasporti e dell'ambiente, oltre allACI, come soggetti
deputati all'educazione alla sicurezza stradale nelle scuole;
FORMAZIONE
Passando al secondo gruppo, quello sulla formazione, ci auspichiamo il conseguimento di
tre obiettivi attraverso tre diverse indicazioni operative:
COMUNICAZIONE
In Italia lo sviluppo della mobilit ciclistica si mantiene residuale a causa dellassenza di
una comunicazione efficace, che presenta problematiche su tre diversi livelli:
-
attivisti
media
politica
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Restituire la percezione di una citt fatta per le persone e non per le auto;
Aumentare il numero di fruitori di mobilit sostenibile;
Modificare la percezione della mobilit ciclistica;
Modificare il glossario dominante dei Media e, a cascata, dellopinione pubblica;
Formare gli amministratori;
Partecipare attivamente alla diffusione del messaggio, diventando tutti degli human
media.
Portale web che funzioni da raccordo per le realt locali e promuova la diffusione
delle best practice e la condivisione del materiale;
Eventi nazionali, da replicarsi in ogni citt, come il Bike Pride;
Sviluppo di una rete di Bike Square;
Impegno a realizzare campagne di comunicazione innovative da parte delle
amministrazioni nazionali e locali (Pubblicit Progresso)
Campagna formativa ai media;
Ripristino della Giornata nazionale della bicicletta;
Una partecipazione convinta alla Settimana Europea della Mobilit;
Realizzazione di una campagna nazionale di Bike to work.
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Gruppo di lavoro 2
GOVERNANCE
Modifiche Politiche nazionali, allocazione risorse, investimenti, incentivi,
disincentivi, ufficio nazionale
PREMESSA
Al fine di far crescere al 20% la percentuale modale di spostamenti in bici nei prossimi 10
anni (arrivando al 30% dove gi si sia oltre il 15%), si ritiene di intervenire prioritariamente
su tre livelli di governance.
LIVELLO NAZIONALE
Istituzione della Direzione Generale per la Mobilit Ciclistica a seguito di legge di
finanziamento nazionale in grado di attingere a finanziamenti europei, che si occupi di
mobilit ciclistica a livello nazionale, in pieno coordinamento con tutti i Ministeri che a
diverso titolo si occupano del settore, al fine di ottimizzare e razionalizzare le energie.
Tale struttura, pu essere collocata allinterno del MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti).
Di seguito i Servizi che possono comporre la D.G. Mobilit Ciclistica:
Piani e Programmi
a) Predispone e aggiorna il Piano Generale della Mobilit Ciclistica a valenza
quinquennale, nel quale vengano definiti gli obiettivi di sviluppo delluso della
bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e del tempo libero (turismo);
b) predispone e aggiorna Linee guida e standard tecnici per la progettazione di
interventi di moderazione del traffico, ciclabilit, intermodalit bicicletta e mezzi di
trasporto collettivi e per il rilievo e il monitoraggio degli indici di spostamenti;
c) predispone e aggiorna la Rete Ciclabile Italiana sulla base del progetto di
percorribilit ciclistica Bicitalia, in attuazione alla delibera CIPE del 1 febbraio 2001
e si occupa della sua realizzazione;
d) individua la segnaletica stradale per le ciclovie e ne cura le proposte di
aggiornamento e revisione;
e) assicura il coordinamento con gli altri Ministeri per gli aspetti connessi alla mobilit
ciclistica.
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Studi e ricerche
a) Predispone la rilevazione e il monitoraggio, attraverso lapporto delle Regioni e delle
macroprovince o nuove istituzioni, dellestensione delle reti urbane ed extraurbane di
itinerari e piste ciclabili attraverso il censimento della ciclabilit;
b) predispone lo studio analitico degli incidenti che coinvolgono i ciclisti per individuare
gli interventi necessari ad accrescere la sicurezza stradale;
a) individua forme di incentivazione e defiscalizzazione per sviluppare luso della
bicicletta;
b) predispone le necessarie modifiche del Codice della Strada per tenere conto delle
specifiche esigenze della mobilit ciclistica e per dare effettiva attuazione al principio
programmatico contenuto nellart. 1 del CdS stesso. Le norme e i provvedimenti
attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi di
una razionale gestione della mobilit, della protezione dellambiente e del risparmio
energetico;
c) predispone i necessari atti per riconoscere e garantire adeguate tutele giuridiche del
lavoratore che subisca infortunio in itinere in bicicletta
Comunicazione e promozione
Svolge tutte le funzioni attribuite dalla legge 150 del 2000 sulla Comunicazione pubblica e
riconducibili allart. 1 comma 4. Vale a dire:
a) informazione ai mezzi di comunicazione di massa, attraverso stampa, audiovisivi e
strumenti telematici;
b) comunicazione esterna rivolta ai cittadini, alle collettivit e ad altri enti attraverso ogni
modalit tecnica ed organizzativa;
c) comunicazione interna.
Rientra nelle attivit di comunicazione:
1.
leducazione alla mobilit, in attuazione del comma 1, art. 230 del DL 30 aprile 1992,
n. 285, modificato dalla legge 29 luglio 2010, n. 120 (G.U. n. 175 del 29 luglio 2010
suppl. ord.) per la formazione dei giovani in materia di comportamento stradale e
della sicurezza del traffico e della circolazione, con particolare riferimento alla
promozione e allincentivazione delluso della bicicletta come mezzo di trasporto.
Collabora con il MIUR nella predisposizione di appositi programmi;
2.
lorganizzazione di eventi nazionali per la promozione della bicicletta, anche
allinterno di iniziative per lambiente e la sicurezza stradale, tra cui la Settimana
Europea della Mobilit Sostenibile; la Giornata nazionale della Bicicletta.
Attivit internazionali
Cura i rapporti con organismi e istituzioni estere impegnati nello sviluppo di politiche a
favore del trasporto ciclistico. Cura il reperimento di finanziamenti comunitari; partecipa a
programmi e progetti europei per la realizzazione (o partecipazione alla realizzazione) di
reti ciclabili transnazionali (EuroVelo) e di qualsiasi altra iniziativa riguardante la mobilit
ciclistica.
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LIVELLO REGIONALE
Le Regioni si devono dotare di strumenti legislativi per lo sviluppo della mobilit ciclistica e
delle reti ciclabili (leggi gi approvate da Lombardia con L.R. n. 7/2009, Toscana con L.R.
n. 27/12 e Calabria con L.R. 16/03 e in via di approvazione in Abruzzo e Puglia).
A livello di pianificazione delle reti, non si pu concepire una pianificazione della mobilit
ciclistica del tutto sganciata dalla pianificazione territoriale ed urbanistica. Pertanto, le leggi
regionali di governo del territorio devono prevedere che allinterno degli strumenti di
pianificazione del territorio e della mobilit siano necessariamente inseriti i piani di rete
ciclabile alle varie scale, quali piani di settore, come previsti dalla legge n. 366/98 e dal
DM 557/99.
La normativa regionale deve destinare parte (chi fissa la percentuale?) degli oneri di
urbanizzazione alla mobilit ciclistica
Istituire lUfficio regionale Mobilit ciclistica
LIVELLO COMUNALE
Obiettivo: elevare gli indici di spostamenti in bicicletta (modal share) al 20% entro 10 anni.
Istituire lUfficio comunale Mobilit ciclistica. Si occupa dellattuazione del piano di rete
ciclabile comunale con interventi a supporto dellofferta (infrastrutture ciclabili e
moderazione del traffico) e della domanda (cicloposteggi, campagne promozionali, servizi,
formazione dei tecnici esterni incaricai della progettazione della rete allinterno dei piani
attuativi). I Comuni destinano nei piani di riparto dei proventi derivanti da multe, sosta e
oneri di urbanizzazione, le somme a favore della mobilit ciclistica.
Allinterno delle norme di attuazione degli strumenti urbanistici i Comuni prevedono gli
standard di dotazione per gli stalli per le bici ad uso pubblico e ad uso pertinenziale.
I Comuni incentivano la necessaria partecipazione delle associazioni dei ciclisti nella
redazione e realizzazione degli interventi in materia.
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CONCLUSIONI
-
Per poter incrementare luso quotidiano della bicicletta la chiave di volta dare
sicurezza a chi la usa attraverso lo strumento della pianificazione urbanistica e la loro
integrazione (eliminazione dei conflitti).
Coinvolgere enti, istituzioni, uffici, grande distribuzione e commercio al dettaglio,
scuole e singoli a considerare la mobilit ciclistica unopportunit da sviluppare.
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Applicare la politica del just-in-time alla domanda di nuova mobilit emergente per
non perdere una grande opportunit e per poter impattare su alcune scelte di
economia nazionale.
Educare alluso consapevole della bicicletta.
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Gruppo di lavoro 3
PREMESSA
Il gruppo di lavoro sulla mobilit urbana ha condiviso la necessit di una pianificazione che
tenda verso citt a basso tasso di motorizzazione pi silenziose, pi salutari, pi efficienti,
meno alienanti, con spazi pubblici pi vissuti e pi sicuri, con pi senso del quartiere e del
vicinato. Si tratta, in altre parole, di ridare dignit allo spazio pubblico e di migliorare
lappeal della citt per chi la vive o la visita, restituendo ai quartieri linsieme delle loro
funzioni residenziali, commerciali, terziarie e ricreative e facendo in modo che queste
siano raggiungibili a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, con il duplice risultato di ridurre la
domanda di mobilit motorizzata.
PROPOSTE
Le proposte che il gruppo di lavoro indirizza agli enti locali, al Parlamento e al Governo
sono le seguenti:
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Dimezzare gli incidenti con morti e feriti gravi che coinvolgono pedoni e ciclisti e
tendere a unincidentalit stradale pari a zero in area urbana.
Introduzione del pay per use per la mobilt privata a motore, modulando le
tariffazioni alla tipologia di veicolo utilizzato e al livello di congestione dellarea
interessata.
Riorientare le risorse economiche pubbliche dando assoluta priorit alle infrastrutture
su scala urbana che a quelle sulle lunghe distanza.
Destinare interamente la quota di proventi derivanti dalle contravvenzioni alla
sicurezza stradale e alla mobilit sostenibile con criteri di trasparenza sugli introiti e
gli usi delle contravvenzioni.
Frenare il consumo di suolo e considerare la mobilit parte integrante di una
riprogettazione territoriale, cambiare i meccanismi concessori che favoriscono lo
sprawling ed eliminare gli standard minimi stabiliti dalle norme urbanistiche per la
dotazione di parcheggi legati alle nuove urbanizzazioni.
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Gruppo di lavoro 4
NORMATIVA
Modifiche Codice della Strada e altre norme correlate
PREMESSA
La bicicletta un mezzo di trasporto che gioca il suo ruolo nel sistema della mobilit delle
persone con pari dignit e con straordinari vantaggi ambientali ed economici; la bicicletta
deve pertanto poter circolare con piena sicurezza ed efficienza su tutte le strade sulle quali
a norma di codice ammessa; ne va promossa la diffusione anche perch pi bici
garantiscono maggiore sicurezza.
Occorre procedere ad una revisione organica del Codice e delle norme tecniche che
vanno rivisti, snelliti, armonizzati e corretti per quanto concerne la mobilit ciclistica e
pedonale. Nella revisione devono essere coinvolti direttamente i rappresentanti dellutenza
debole in quanto utenti della strada da privilegiare.
Il Codice deve ispirarsi esplicitamente ai principi di mobilit sostenibile. Va ribadito sempre
il principio di rispetto delle regole al fine di salvaguardare salute e sicurezza di tutti gli
utenti della strada. In caso di incidente lutenza debole va tutelata attribuendo lonere della
prova al soggetto meno vulnerabile.
Di seguito sono riportate le proposte per una revisione della normativa emerse dai lavori
degli Stati Generali della Bicicletta:
Limite a 30 Km/h
Il limite di velocit in ambito urbano va posto a 30 Km/h, con eccezione della viabilit
principale come individuata dagli strumenti di pianificazione di settore.
2.
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3.
Obbligatoriet duso
Luso delle piste ciclabili facoltativo; pu essere reso obbligatorio ove sussistano
gravi motivi di sicurezza (es. pluricorsie), e deve poter contare su piste e corsie
realizzate a standard pieno e il cui uso non porti a penalizzazioni. Deve essere
previsto un adeguato codice segnaletico circa lobbligatoriet delle piste.
4.
5.
Infortunio in itinere:
Lo spostamento in bici casa-lavoro deve essere riconosciuto dallINAIL alla pari del
trasporto pubblico.
7.
8.
9.
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Gruppo di lavoro 5
RETI CICLABILI
Rete ciclabile nazionale e reti locali
PREMESSA
Durante la discussione sul tema assegnato al gruppo, dopo la presentazione del
facilitatore Claudio Pedroni di FIAB, si sono affrontati i seguenti punti.
PIANIFICAZIONE CICLABILE
Pianificazione ciclabile come parte della pianificazione generale del territorio. Necessit di
una forte pianificazione nazionale/europea sulle reti ciclabili che consenta di ricondurre a
uno schema omogeneo le reti locali sviluppate da diverse regioni e province e comuni
spesso in modo autonomo e disorganico fra loro. Deve inoltre essere necessariamente
approfondita la questione della gerarchia delle reti, poich probabile che le reti urbane e
periurbane potrebbero rispondere prevalentemente ai requisiti trasportistici delle citt. E di
queste settimane la proposta delle superciclabili in Germania e Danimarca.
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CONCLUSIONI
Tutto quanto precedentemente considerato porta a riprendere gli atti ormai di una decina
di anni fa in merito alla rete nazionale:
Delibera CIPE del Febbraio 2001, n. 1 su: Piano generale dei trasporti e della logistica
che IMPEGNA il Ministero dei Trasporti:
1) a sviluppare e a sottoporre a questo Comitato un apposito studio sulla fattibilit di
una rete di percorribilit ciclistica nazionale, finalizzata principalmente
allincentivazione di forme di turismo sostenibile, con particolare riguardo alle zone ad
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2)
Lavoro eseguito da MinAmbiente con convenzione ad AICC che ha prodotto il primo studio
di fattibilit a cura di FIAB nel settembre 2002.
Si ritiene indispensabile che i ministeri competenti Minambiente e ministero Infrastrutture
(e Turismo) riprendano il lavoro per implementare la rete ciclabile nazionale istituendo un
tavolo/ufficio/cabina di regia a partecipazione paritetica tra forze economiche del turismo,
organi dello stato e rappresentanti degli enti locali e delle associazioni ambientali.
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