Divinazione femminile e predestinazione al potere
nella Roma Imperiale
Santiago Montero
Universidad Complutense/Madrid
Fin dall'inizio dell'Impero i metodi divinatori tradizionali per riconoscere
i segni divini che identificavano, a volte tra un gran numero di aspiranti, il
nuovo imperatore, si dimostrarono insufficienti. Al volo degli uccelli, all'inter-
pretazione dei prodigi (prodigia imperii) 0 all'ispezione delle viscere delle
vittime, si aggiunse la divinazione femminile ; le nuove predizioni delle donne
alimentarono le aspirazioni politiche di una famiglia o di un individuo, che si
presentava davanti ai piti come eletto dagli dei!.
Quello che i magistrati e i militari romani cercavano attraverso le loro
consulte divinatorie, soprattutto nelle province, non era altro che consolidare e
legittimare i propri desideri di raggiungere il potere. Gid erano lontani i tempi
in cui la figura di Tanaquilla, perita. ..caelestium prodigiorum mulier (Liv. I, 34)
veniva vilipendiata per le sue pratiche divinatorie al servizio della famiglia2. La
regina etrusca era celebre per aver manifestato in varie occasioni le proprie
facolté come interprete di segni. La prima volta fu quando dopo che un’ aquila
prese il berretto della testa di Tarquinio prima che questi diventasse re e, glie lo
rimettesse, annunci6 la futura gloria di suo marito: Excelsa et alta sperare
complexa uirum iubet (I, 34,9).
La seconda occasione si verifics quando interpreté favorevolmente i
segni che si presentarono a Servio Tullio in tempi nei quali ancora nessuno lo
1. Il tema é stato parcialmente trattato nella mia monograffa Diosas y adivinas. Mujer y adivinacién en
la Roma Antigua, Madrid, 1994, sulla quale : J. Champeaux, Latomus 53, 3, 1997, 664-667. Ringrazio al
jone del testo italiano
professore Daniele Capanelli per la sua re
2, Sulla figura di Tanaquilla : A. Momigliano, “Tre figure mitiche : Tanaquilla, Gaia Cecilia e Acca
Larenzia’, in IV Contributo Storia Studi Classici, Roma, 1969, 455-485 ; P.M. Martin, Tanaquil, la
faiseuse de rois", Latomus 44, 1985 p : 5-15. Pid recentemente D. Briquel, "Les figures féminines
dans la tradition sur les trois demiers rois de Rome", Gerion 16, 1998, 113-141. Vid. anche
“Les signes de souveraineté échus aux rois de la Rome étrusque. Traditions et
-italique (11), Caesarodunuan 54, 1986, 16-46.
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conosceva : Scire licet hunc lumen quondam rebus nostris dubiis futurum prae-
sidiumque regiae adflictae ; proinde materiam ingentis publice priuatimque decoris
omni indulgentia nostra nutriamus (Liv. 1, 39, 3).
La storiografia insiste nel sottolineare la sua ambizione personale, la sua
costante intromissione nei fatti politici e l'allontanamento dai doveri domestici,
essendo, in tutto questo, contrapposta alla virtuosa Lucrezia. La sua perizia
divinatoria, la sua capacita di interpretare i segni — un ambito tradizionalmente
riservato agli aruspici e agli 4uguri- la rese particolarmente odiosa durante il
periodo repubblicano. Nel corso dell'Impero, peré, molte madri che avrebbero
voluto vedere i propri figli imperatori di Roma, devotiero ispirarsi in lei come a
un modello da seguire.
Gli aspiranti al trono, contrariamente a quanto accadeva in passato,
abbandonarono i loro scrupoli e cominciarono a consultare indovine straniere.
La Pizia di Delfi cess di essere l'unica veggente consultata in forma pit o
meno ufficiale ¢ il circolo di queste professioniste si allarg considerevolmente.
Quando la successione al trono si interrompeva, l'usanza di consultare
costoro si intensificava. Cos, quando Galba, nella primavera dell’anno 68 d.C.
decise di unirsi con Vindice contro Nerone, esistevano, secondo Suetonio, non
solo ottimi auspici ed augurii (et confirmabatur cum secundissimis auspiciis et
ominibus) ma anche il vaticinio di una ragazza di nobile lignaggio (uirgin
honestae uaticinatione)!. Suetonio contrappone apertamente la divinazione artifi
ciale, in mano ad auguri ed aruspici, alla naturale, propria delle donne sotto
Vispirazione divina.
Poco tempo dopo Galba stabilf il suo centro operativo a Clunia (nella
Tarraconensis), dove lo sorprese la notizia della sconfitta di Vindice. Galba
aveva bisogno di un appoggio divino nella sua lotta contro Nerone e per le sue
aspirazioni imperialistiche. Quando il suo esercito lo aveva gia proclamato
imperator si fece sapere che il sacerdote di Clunia, avvertito da un sogno, aveva
esumato dal sacrario un altro oracolo molto simile formulato duecento anni
prima da una ragazza dotata del dono della profezia : tanto magis quod eadem illa
carmina sacerdos louis Cluniae ex penetrali somnio monitus, eruerat ducentos annos
similiter a fatidica puella pronuntiata (Galb. 9.)
3. Sulla Pizia e Roma nell’ epoca imperiale : J. Fontenrose, The Delphic Oracle : Its Responses and
Operations with a Catalogue of Responses, Berkeley, 1978.
4. Suet., Galba 8, 2: et confirmabatur cum secundissimis auspictis et ominibus tum virginis honestae vatic-
natione. La notizia é raccolta anche da Cassio Dione LXIV, 1, 1. Su questo imperatore : J. Sancery,
Galba ou Varmée face au pouvoir, Paris, 1983.
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Il biografo latino raccoglie l'oracolo versificato : oriturum quandoque ex
Hispania principem dominumque rerum. Galba presté grande attenzione alla
profezia, quindi nel dicembre del 68 d.C. — durante i disperati ultimi momenti
del suo principato ~ si riferf alla citta ispanica nelle sue monete5. Galba, quindi,
per rafforzare le propie aspirazioni non esita ~ in due occasioni ~ ad appoggiarsi
in ciascuno degli oracoli emessi da una virgo e da una puella di origine
provinciale in stato di trance.
I santuario della Dea Caelestis, nelle vicinanze di Cartagine, fu oggetto di
richieste oracolari da parte di alcuni imperatori dei secoli II e III. La Historia
Augusta ci narra che, ai tempi dell'imperatore Antonino, la sacerdotessa della
Dea Caelestis, che su l'ispirazione di questa divinita é solita vaticinare cose vere
(quae dene repleta solet vera canere), fu consultata da un proconsole che "come
d'abitudine", l'interrogava circa lo stato ¢ il suo potere futuro : cum sciscitante
proconsule de statu, ut solebat, publico et de suo imperio futura praediceret. Quando
parl6 degli imperatori, ordind che si contassero con voce chiara le volte che lei
avrebbe nominato Antonino e, tra lo stupore dei presenti, ripeté otto volte il
nome di Antonino Augusto (Hist. Aug., Vita Macr. 3, 1.)6.
A differenza di quanto accadeva in passato?, durante il II secolo d.C. le
fonti classiche fanno riferimento solo a una sacerdotessa-profetessa al servizio
del santuario. Questa vates si esprimeva in latino e non in punico davanti al
proconsole e a la sua comitiva ; lo si deduce dal testo della Historia Augusta 8.
Man mano che i politici occupavano magistrature superior, probabilmente, si
intensificavano le loro consultazioni in centri oracolari di maggior prestigio.
Durante I'Impero i principali aspiranti al potere si fecero uso dei servizi
oracolari delle donne straniere. Poco prima que Vespasiano assumesse il potere,
5. In cinque variet’ diverse di sesterzi: CHV, Sutherland, The Roman Imperial Roman Coinage, 1.2,
London, 1984 254, n° 473 con la legenda HISPANIA CLVNIA SVL(picia) nel reverso.
6.5.R. Syme e T.D. Barnes hanno considerato il passo un‘invenzione dell’ Historia Augusta
G. Zecchini, "Il santuario della dea Caelestis e THistoria Augusta’, en Sarttuari e politica nel mondo
antico, Milano, 1983, 153 ss. lo crede autentico ; cf. anche : G.H. Halsberghe, "Le culte de Dea
Caelestis’, en ANRW II, 17.4, 2003-2223.
7.G.Ch, Picard, "Pertinax et les prophites de Caelestis’, RHR 160/1, 1959, p : 41-62 ; tutto indica che
Roma decise di riservare il monopolio delle predizioni e profezie ad una sola sacerdotessa, scelta
dalla nobilta locale,
8, Esiste in questo senso una iscrizione nella quale Picard legge : Pro sallute /Imp.Pii Aug. [hoc m? /
unlus] iussu [De /ae Cla)elestes... ria Sinplica? ex / v(oto) dedit) [Picard op. cit. (n. 7), p. 44 = R. Cagnat,
‘A. Merlin, L. Chatelain, Inser. Latines d'Afrique, 1052].
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