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Divinazione femminile e predestinazione al potere nella Roma Imperiale Santiago Montero Universidad Complutense/Madrid Fin dall'inizio dell'Impero i metodi divinatori tradizionali per riconoscere i segni divini che identificavano, a volte tra un gran numero di aspiranti, il nuovo imperatore, si dimostrarono insufficienti. Al volo degli uccelli, all'inter- pretazione dei prodigi (prodigia imperii) 0 all'ispezione delle viscere delle vittime, si aggiunse la divinazione femminile ; le nuove predizioni delle donne alimentarono le aspirazioni politiche di una famiglia o di un individuo, che si presentava davanti ai piti come eletto dagli dei!. Quello che i magistrati e i militari romani cercavano attraverso le loro consulte divinatorie, soprattutto nelle province, non era altro che consolidare e legittimare i propri desideri di raggiungere il potere. Gid erano lontani i tempi in cui la figura di Tanaquilla, perita. ..caelestium prodigiorum mulier (Liv. I, 34) veniva vilipendiata per le sue pratiche divinatorie al servizio della famiglia2. La regina etrusca era celebre per aver manifestato in varie occasioni le proprie facolté come interprete di segni. La prima volta fu quando dopo che un’ aquila prese il berretto della testa di Tarquinio prima che questi diventasse re e, glie lo rimettesse, annunci6 la futura gloria di suo marito: Excelsa et alta sperare complexa uirum iubet (I, 34,9). La seconda occasione si verifics quando interpreté favorevolmente i segni che si presentarono a Servio Tullio in tempi nei quali ancora nessuno lo 1. Il tema é stato parcialmente trattato nella mia monograffa Diosas y adivinas. Mujer y adivinacién en la Roma Antigua, Madrid, 1994, sulla quale : J. Champeaux, Latomus 53, 3, 1997, 664-667. Ringrazio al jone del testo italiano professore Daniele Capanelli per la sua re 2, Sulla figura di Tanaquilla : A. Momigliano, “Tre figure mitiche : Tanaquilla, Gaia Cecilia e Acca Larenzia’, in IV Contributo Storia Studi Classici, Roma, 1969, 455-485 ; P.M. Martin, Tanaquil, la faiseuse de rois", Latomus 44, 1985 p : 5-15. Pid recentemente D. Briquel, "Les figures féminines dans la tradition sur les trois demiers rois de Rome", Gerion 16, 1998, 113-141. Vid. anche “Les signes de souveraineté échus aux rois de la Rome étrusque. Traditions et -italique (11), Caesarodunuan 54, 1986, 16-46. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE, 283-298 284 Santiago Montero conosceva : Scire licet hunc lumen quondam rebus nostris dubiis futurum prae- sidiumque regiae adflictae ; proinde materiam ingentis publice priuatimque decoris omni indulgentia nostra nutriamus (Liv. 1, 39, 3). La storiografia insiste nel sottolineare la sua ambizione personale, la sua costante intromissione nei fatti politici e l'allontanamento dai doveri domestici, essendo, in tutto questo, contrapposta alla virtuosa Lucrezia. La sua perizia divinatoria, la sua capacita di interpretare i segni — un ambito tradizionalmente riservato agli aruspici e agli 4uguri- la rese particolarmente odiosa durante il periodo repubblicano. Nel corso dell'Impero, peré, molte madri che avrebbero voluto vedere i propri figli imperatori di Roma, devotiero ispirarsi in lei come a un modello da seguire. Gli aspiranti al trono, contrariamente a quanto accadeva in passato, abbandonarono i loro scrupoli e cominciarono a consultare indovine straniere. La Pizia di Delfi cess di essere l'unica veggente consultata in forma pit o meno ufficiale ¢ il circolo di queste professioniste si allarg considerevolmente. Quando la successione al trono si interrompeva, l'usanza di consultare costoro si intensificava. Cos, quando Galba, nella primavera dell’anno 68 d.C. decise di unirsi con Vindice contro Nerone, esistevano, secondo Suetonio, non solo ottimi auspici ed augurii (et confirmabatur cum secundissimis auspiciis et ominibus) ma anche il vaticinio di una ragazza di nobile lignaggio (uirgin honestae uaticinatione)!. Suetonio contrappone apertamente la divinazione artifi ciale, in mano ad auguri ed aruspici, alla naturale, propria delle donne sotto Vispirazione divina. Poco tempo dopo Galba stabilf il suo centro operativo a Clunia (nella Tarraconensis), dove lo sorprese la notizia della sconfitta di Vindice. Galba aveva bisogno di un appoggio divino nella sua lotta contro Nerone e per le sue aspirazioni imperialistiche. Quando il suo esercito lo aveva gia proclamato imperator si fece sapere che il sacerdote di Clunia, avvertito da un sogno, aveva esumato dal sacrario un altro oracolo molto simile formulato duecento anni prima da una ragazza dotata del dono della profezia : tanto magis quod eadem illa carmina sacerdos louis Cluniae ex penetrali somnio monitus, eruerat ducentos annos similiter a fatidica puella pronuntiata (Galb. 9.) 3. Sulla Pizia e Roma nell’ epoca imperiale : J. Fontenrose, The Delphic Oracle : Its Responses and Operations with a Catalogue of Responses, Berkeley, 1978. 4. Suet., Galba 8, 2: et confirmabatur cum secundissimis auspictis et ominibus tum virginis honestae vatic- natione. La notizia é raccolta anche da Cassio Dione LXIV, 1, 1. Su questo imperatore : J. Sancery, Galba ou Varmée face au pouvoir, Paris, 1983. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al poter 285 Il biografo latino raccoglie l'oracolo versificato : oriturum quandoque ex Hispania principem dominumque rerum. Galba presté grande attenzione alla profezia, quindi nel dicembre del 68 d.C. — durante i disperati ultimi momenti del suo principato ~ si riferf alla citta ispanica nelle sue monete5. Galba, quindi, per rafforzare le propie aspirazioni non esita ~ in due occasioni ~ ad appoggiarsi in ciascuno degli oracoli emessi da una virgo e da una puella di origine provinciale in stato di trance. I santuario della Dea Caelestis, nelle vicinanze di Cartagine, fu oggetto di richieste oracolari da parte di alcuni imperatori dei secoli II e III. La Historia Augusta ci narra che, ai tempi dell'imperatore Antonino, la sacerdotessa della Dea Caelestis, che su l'ispirazione di questa divinita é solita vaticinare cose vere (quae dene repleta solet vera canere), fu consultata da un proconsole che "come d'abitudine", l'interrogava circa lo stato ¢ il suo potere futuro : cum sciscitante proconsule de statu, ut solebat, publico et de suo imperio futura praediceret. Quando parl6 degli imperatori, ordind che si contassero con voce chiara le volte che lei avrebbe nominato Antonino e, tra lo stupore dei presenti, ripeté otto volte il nome di Antonino Augusto (Hist. Aug., Vita Macr. 3, 1.)6. A differenza di quanto accadeva in passato?, durante il II secolo d.C. le fonti classiche fanno riferimento solo a una sacerdotessa-profetessa al servizio del santuario. Questa vates si esprimeva in latino e non in punico davanti al proconsole e a la sua comitiva ; lo si deduce dal testo della Historia Augusta 8. Man mano che i politici occupavano magistrature superior, probabilmente, si intensificavano le loro consultazioni in centri oracolari di maggior prestigio. Durante I'Impero i principali aspiranti al potere si fecero uso dei servizi oracolari delle donne straniere. Poco prima que Vespasiano assumesse il potere, 5. In cinque variet’ diverse di sesterzi: CHV, Sutherland, The Roman Imperial Roman Coinage, 1.2, London, 1984 254, n° 473 con la legenda HISPANIA CLVNIA SVL(picia) nel reverso. 6.5.R. Syme e T.D. Barnes hanno considerato il passo un‘invenzione dell’ Historia Augusta G. Zecchini, "Il santuario della dea Caelestis e THistoria Augusta’, en Sarttuari e politica nel mondo antico, Milano, 1983, 153 ss. lo crede autentico ; cf. anche : G.H. Halsberghe, "Le culte de Dea Caelestis’, en ANRW II, 17.4, 2003-2223. 7.G.Ch, Picard, "Pertinax et les prophites de Caelestis’, RHR 160/1, 1959, p : 41-62 ; tutto indica che Roma decise di riservare il monopolio delle predizioni e profezie ad una sola sacerdotessa, scelta dalla nobilta locale, 8, Esiste in questo senso una iscrizione nella quale Picard legge : Pro sallute /Imp.Pii Aug. [hoc m? / unlus] iussu [De /ae Cla)elestes... ria Sinplica? ex / v(oto) dedit) [Picard op. cit. (n. 7), p. 44 = R. Cagnat, ‘A. Merlin, L. Chatelain, Inser. Latines d'Afrique, 1052]. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 286 Santiago Montero come sappiamo grazie a Suetonio, Vitellio obbediva al vaticini di una indovina della tribt dei Cati che aveva portato con sé dalla Germania. Lo storico ci racconta come questa donna avesse pronosticato a Vitellio un regno duraturo e stabile se questi fosse sopravvissuto alla morte dei suoi genitori : vaticinante Chatta muliere, cui uelut oraculo adquiescebat, ita demum firmiter ac diutissime impe- raturum, si superstes parenti extitisset (Suet., Vitel. 14, 5)9. Erano i tempi in cui Veleda, prima di essere incarcerata da Vespasiano, praticava come ispiratrice religiosa e consigliera politica del capo batavo Giulio Civile}, Strettamente legate alle profetesse germaniche sembrano essere altre veggenti citate soprattutto a partire della meta del III sec. d.C., ossia le druide (dryades)!, Essendo imperatore, Aureliano rivolse una personale richiesta (Aureliano consulenti responsa sunt) alle druide della Gallia (Gallicanas consuluisse Druiadas) per sapere se i suoi discendenti avrebbero continuato ad ostentare la dignit imperiale. Peré esse gli risposero (illas responsisse) che nessun uomo sarebbe arrivato ad essere tanto illustre nella nazione come uno dei discendenti di Claudio (Vit. Aurel., 44, 3). Lo stesso biografo fa constatare come, almeno a suo parere, la profezia si riferisse alla dinastia di Costanzo Cloro, discendente di Claudio II: eiusdem vir sanguinis, cuius puto posteros ad eam gloriam quae a Druiadibus pronuntiata sit pervenire)" (Vit. Aurel. 44, 5). E d'obbligo ricordare, in appoggio al biografo, che il primo dei Claudii (41-54 d.C.) adotté severe misure contro le druide. Nella Historia Augusta (Vita di Diocleziano) si menzionano ancora queste druide. Questi (284-305 d.C.) narré che quando si ferm6 in una locanda della regione dei tungri (nella Gallia), all'epoca in cui ancora militava nei gradi pitt bassi dell'esercito, una druida gli annuncié che sarebbe diventato imperatore una volta ucciso Apro : Gloriare, Aper, “Aeneae magni dextra cadis” (Hist. Aug., Vit. Car. Numer. Carin. 14). Il biografo aggiunge che Diocleziano, nonostante apparentasse ilarita nei confronti dell'oracolo, si preoccupé sempre, nelle battute di caccia, di uccidere personalmente i cinghiali (aper in latino). Questa profezia della druida fu consi- derata un omen imperii, cioé, un presagio del potere imperiale ; questo spiega perché lo stesso Diocleziano ricordasse e narrasse l'episodio dell'indovina. 9. Su Veleda: G, Walser, s.v. Veleda, in RE VIII coll. 617; M. Guarducci, "Nuove osservazioni sullepigrafe ardeatina di Veleda", RPAA 25/26, 1950, 1951, 75-87. 10. Tac,, Hist. IV, 61; V, 22. 11. CF. G. Zecchini, I druidi e l'oppasizione dei cetti a Roma, Milano, 1984, POLIVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al potere. 287 In secondo luogo, le biografie evidenziano il chiaro interesse degli imperatori, almeno nei casi di Aureliano e Diocleziano, verso le dryades galliche. Uno le interroga personalmente su una questione tanto delicata come la sua successione ; I'altro sembra prendere molto sul serio la previsione della druida sulla sua ascesa al potere. Niente 0 poco si dice sul procedimento divinatorio di queste indovine anche se si deduce dalle fonti il metodo cledonomantico gid citato, cosi come, in altri occasioni, rispondevano in forma collettiva. Ovviamente non possiamo prendere alla lettera quello che queste bio- grafie imperiali ci raccontano rispetto agli incontri tra imperatori e dryades. possibile, addirittura, che gli annunci siano stati, in realta, profezie post eventum. Per6, in qualsiasi caso, rifletterebbero, dal mio punto di vista, l'interesse sempre politico - di alcuni imperatori per le doti divinatorie di queste sacerdotesse straniere con lo scopo di consolidare il loro carisma o la loro discendenza. Tanto la storiografia quanto la letteratura dell'Impero lasciano intendere che durante il periodo imperiale non venne meno I'idea che la divinazione “artificiale”, "per segni", era di pertinenza esclusiva dell'uomo (ed in particolare degli aruspici ed Auguri), l'unico in grado di darne una corretta interpretazione Le fonti latine si compiacciono di evidenziare ripetutamente l'incapacita delle donne di riconoscere i segni che predestinano al potere i propri figli. Livia, in questo senso, rappresenta un'eccezione, apparendo ~ secondo quanto ho segnalato altrovel2— molto simile a Tanaquilla. Gié sposata con Augusto, si rec6 a visitare la sua villa di Veio quando un’ aquila le volé vicino facendole cadere sul suo grembo una gallina bianca che sosteneva con il becco un ramoscello di alloro (Suet. Galb.,1). Il significato favorevole del prodigio dovette essere intuito dalla stessa Livia. Lo si deduce dal fatto che si ordiné di accudire quell'uccello e di piantare il ramoscello : cumque nutriri alitem, pangi ramulum placuisset (id.). Cassio Dione afferma che Livia credeva di conoscere il senso favorevole del segno (XLVIII, 52, 3: kai édokei gir ow smikrén td semeion einai). Plinio, per6, sapendo che la donna romana era tradizionalmente incapace di interpretare il prodigio, e che cio inoltre sarebbe stato indegno di una Augusta, afferma che furono gli aruspici coloro che ordinarono di accudire I'uc- cello, di piantare il ramoscello e di custodirlo religiosamente : conservari alitem et sobolem iussere haruspices ramumque eum seri ac rite custodiri (NH XV, 136). 12. CES. Montero, "Livia y la adivinacién inductiva’, Polis 6, 1994, 255-267. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 288 Santiago Montero Un altro esempio ce lo offre Suetonio : Flavio Sabino (sposato con Vespasia e padre, pertanto, del futuro imperatore Vespasiano) descrisse a sua madre Tertula il prodigio che si verificava ogni volta che sua moglie partoriva : una antica quercia consacrata a Marte emetteva istantaneamente dal suo tronco un ramo che faceva conoscere il destino che spettava a ciascuno dei figli Suetonio dice che un aruspice, interpretando il prodigium, aveva predetto alla donna che suo figlio sarebbe divenuto imperatore : Quare patrem Sabinum ferunt, haruspicio insuper confirmatum...nepotem ei Caesarem genitum'3. La reazione di Tertula, quando conobbe I'interpretazione aruspicinale, non fu niente di pitt di quella che ci si poteva aspettare da una qualsiasi matrona romana, aliena al mondo della interpretatio prodigiorum : nec illam quicquam aliud quam cachinasse, mirantem quod adhuc se mentis compote deliraret iam filius suus” (Suet., Vesp. 5, 2) La conoscenza del futuro, inclusa la predestinazione all'impero, a partire della interpretazione del prodigio, era considerata una vera techne che risiedeva nella Disciplina etrusca degli aruspici e alla quale, pertanto, la donna continuava ad essere lontana della possibilité di poter accedere. Questa stessa incapacita spiega come la donna fosse utilizzata per le nuove tecniche divinatorie induttive onde annunciare la predestinazione impe- riale di un individuo. Una di queste fu l'astrologia Per una famiglia i cui membri aspiravano al potere, il ruolo della donna nell'astrologia era determinante. In primo luogo quanto al momento del parto. Gli astrologi facevano continui sforzi per conoscere I'istante preciso della concezione © della nascita (si veda, per esempio, la testimonianza di Sesto Empiricol4) cosi da elaborare con esattezza l'oroscopo del neonato. Nigidio Figulo, il piti prestigioso astrologo e mago di fine Repubblica, annuncié che era appena nato il padrone del mondo quando lo si inform6 "dell’ora esatta del parto” (ut horam quogue partus acceperit)'8, Questo bambino non era altro che il futuro Augusto, figlio di Atia. Nel caso dell'aristocrazfa romana, il parto della donna veniva frequente- mente provocato o ritardato per farlo coincidere con una carta astrale favorevole. 13. Suet,, Vesp.5, 2: cf. H. Graf, Kaiser Vespasian. Untersuchungen zur Suetons Vita, Stuttgart, 1937. 14, Il medico e filosofo Sesto Empirico (verso 180-190 d.C.) narra il metodo con il quale popular- mente gli astrologi osservavano in Roma il momento della nascita (Adv. math, 59 ; id. 27-28). Su Sesto Empirico, cf. Sextus Empiricus, RE I A, coll. 2057-2062, 15. Suet. Aug. 94,5. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile ¢ predestinazione al potere... 289 Un caso singolare e quello di Agrippina. Sappiamo che durante l'agonia dell'imperatore Claudio (morto nell'anno 54 d.C.), Agrippina consultava rego- larmente gli astrologi, quindi, secondo Tacito, questa aspettava che arrivasse il momento indicato dagli astrologi stessi (...in spe ageret tempusque prosperum ex monitis Chaldeaeorum adventaret.) (Tac. Ann., XII, 68, 3). La morte dell'imperatore fu resa nota ufficialmente varie ore dopo che questa era avvenuta ; secondo Vopinione di J.P.Martin, Agrippina cercava di farla coincidere con la situazione planetaria piti favorevole, affinché, cosi facendo, il nuovo regno ~ vale a dire quello di suo figlio Nerone — potesse essere fecondo e felice!6. Questo accade il terzo giorno anteriore alle idi di ottobre (13 ottobre del 54 d.C.) verso mezzo- giorno. Sembra evidente che l'imperatrice ag{ in questo modo direttamente consigliata da qualcuno tra i piti eminenti astrologi della corte. Tacito insiste con frequenza sul fatto che Agrippina ricorreva all'astrolo- gia per aiutare l'ascesa di suo figlio al trono fino al punto di non escludere la propria morte se questa implicasse la presa del potere di Roma da parte di Nerone. Lo storico dice che nel 59 d.C., Agrippina, nonostante sapesse che sarebbe stata assassinata, non voleva dare importanza alla predizione perché quando consulté alcuni astrologi per conoscere il futuro di Nerone, questi le annunciarono che egli avrebbe dovuto regnare e uccidere sua madre : Nam consulenti super Nerone responderunt Chaldaei fore ut imperaret matremque occideret. La risposta di Agripina é celebre : occidat, dum imperet!?, L'interesse della donna di conoscere anticipatamente quale sarebbe stato il futuro dei figli si evidenzia non soltanto durante la vita di questi ultimi, ma, soprattutto, durante la gravidanza. In questo senso si pud affermare che al tempo dell'Impero le vecchie divinitd oracolari femminili — come Carmenta, la Parche o Fortuna - vennero sostituite dalle predizioni degli astrologi. In alcune oceasioni le fonti si compiacciono di ricordare quel che suece- deva quando la madre, spinta dall' ambizione e dal desiderio di potere per i 16. |.P. Martin, "Néron et le pouvoir des astres’, Pallas 30, 1983, p. 64. Su Augusto ¢ la astrologia : K. Kraft, "Zum Capricorn auf den Miinzen des Augustus”, [NG 17, 1967, 17-27; J.H. Abry, “Auguste: la Balance et le Capricorne’, REL 66, 1988, 103-121 ; G. Brugnoli, "Augusto e il Capricomo’, in L’Astronomia a Roma nelle augustea, Galatina, 1989, 17-32. 17. Tac,, Ann. XIV, 9, 5-6. Cf, Cass. Dion. LXI, 2. Sulla sua morte : R.T. Scott, "The Death of Nero's Mother (Tacitus, Annals XVI, 1-13)", Latomus 33, 1974, 105-115 ; M. Seita, “Seneca e il matricidio di Nerone: analisi d'una drammatica notte”: RSC 27, 1979, 447-453. Sulla collaborazione di Balbillo e Agrippina: J.P. Martin, op.cit, (n. 16) p. 65 ; J. Gagé, Basileia. Les Césars, les rois d’ Orient et les “mages”, Paris, 1968, p. 109. Cf. anche : F. Cumont, "Astrologues romains et byzantins. |: Balbillus", MEFR 37, 1918-1919, 34-54. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 290 Santiago Montero figli, disattende le previsioni sfavorevoli degli astrologi. In una delle Elegie di Properzio, l'astrologo Horus assicura di aver avvertito una avara madre, nonos- tante i progetti che questa aveva loro riservato, circa il futuro dei suoi figli Dixi ego, cum geminas prodiceret Arria natos (illa dabat natis arma uetante deo): non posse ad patrios sua pila referre Penatis nempe meant firmant nunc duo busta fidem. quippe Lupercus, equi dum saucia protegit ora, eu sibi prolapso non bene cauit equo ; Gatlus at, in castris dum credita signa teutur, concidit ante aquilee rostra cruenta suae atales pueri, duo funera matris auarae! (Prop., Eleg. 1V, 1, 89-99). Al contrario, la fede che la buona madre era solita prestare a un oroscopo sfavorevole, spiega come questa, molte volte, cercasse di dissuadere i figli da grandi imprese. Nella Vita dell'imperatore Vitellio, Suetonio narra che quando gli astrologi svelarono ai genitori di Vitellio il suo avvenire, questi si terroriz~ zarono fino al punto che suo padre profuse sempre il massimo sforzo affinché, almeno mentre egli era in vita, non gli si affidasse nessuna provincia ; sua madre, non appena seppe che lo avevano proclamato imperatore, cominci6 a piangere come se fosse gia morto : ...ut pater magno opere semper contenderit, ne qua ei prouincia uiuo se committeretur, mater et missum ad legiones appellatum imperatorem pro afflicto statim lamentata sit. (Suet., Vitel. 3, 2). I altre occasioni non é la madre a giustificare le buone aspettative poli- tiche di un individuo, ma la sposa. I] caso di Giulia Domna é significativo : un oroscopo la designé, quando era ancora una bambina, futura moglie di un sovrano's ; tale pronostico, avverandosi, le permise essere scelta come sposa, nel 185 d.C., da Settimio Severo (allora comandante della IV legione scita ed esperto di temi astrologici) e, anni dopo, divenire imperatrice!9, Non si pué scartare 18. La Historia Augusta insiste su questa notizia: SS 3, 9; Geta 3,1; AS 5, 4 citando sempre come fonte a Mario Massimo. Cf. F. Ghedini, Giulia Donina tra Oriente e Occidente. Le fonti archeologiche, Roma, 1984, 151 ; B. Comucci Biscardi, Donne di rango e donne di popolo nell'eth dei Severi, Firenze, 1987, 15. Nell'oroscopo di Adriano, conservato nel Catalogus Codicum Astrologorum Graecorum (vol. VL, p : 680-701) si offreno spiegazioni astrologiche circa il matrimonio dell imperatore con Sabina e Ja mancanza di figli 19. La maggioranza degli storici ammette la storicité della notizia. Per A. Birley, Septinrius Severus, London, 1971, 123, Settimio Severo ebbe notizia dell'oroscopo di Giulia durante la sua permanenza in Siria, dov' era legato della IV Scythica. Birley op. cit., p. 127, crede che il nome di Domna fu dato a causa della sua genitura. Cf. la discussione in R. Syme, "Astrology in the Historia Augusta’, in POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al potere. 291 Videa che, com' era sucesso secoli prima quando Lollia Paolina e Agrippina si servirono dell'astrologia per attirarsi le attenzioni dell'imperatore Claudio, lentourage familiare di Giulia Domna fosse ricorso a questa scienza mosso dall'interesse e dall'ambizione politica. Peré sembra evidente che fu lo stesso Settimio, conoscendo le favorevoli aspettative astrologiche di Giulia Domna, ad attirare le attenzioni della donna su di sé. Comunque sempre con maggior frequenza militari e politici a caccia di un prestigioso cursus honorum, consapevoli dell'inclinazione femminile verso la divinazione naturale alla quale Roma si apri fin dagli inizi dell'Impero, fecero circolare le predizioni di matrone e donne comuni che li predestinavano al potere. La propaganda politica, quindi, si decise a servirsi del costume che faceva della donna una autorita in materia divinatoria mediante la divinazione naturale, e in particolare, gli omina e i sogni. La costante preoccupazione dell'uomo romano per il soprannaturale gli faceva credere di riconoscere particolari segni della volonta divina anche nell’emisione di parole o frasi pronunciate fortuitamente o non intenzional- mente da altre persone, ma che erano interpretate, da chi le ascoltava, come un buon o un cattivo presagio. Questo tipo di divinazione, conosciuto in greco come kledomanteia, risiedeva, quindi nell'omen (kledén in greco), parola che i latini consideravano derivata da os, oris, "bocca", come anche oraculim9, L'inter- vento divino si considerava piti evidente quando il soggetto parlante aveva minor capacita di essere ascoltato ed era piti estraneo ai problemi di chi invece ascoltava omen ; forse per questo i romani attribuirono ai bambini, e, sopra- ttutto alle donne, maggior credito che agli uomini come emissori di onina. Ciononostante, conviene considerare un'altro motivo, vale a dire la pertinenza dei presagi alla divinazione naturale o intuitiva. Bouché-Leclercq segnalé magistralmente molti anni fa che tra una sors o parola scritta, estratta casualmente dall'urna da una mano che la Providentia guida e un omen o “parola viva", dettata dalla Providentia, non esistevano differenze sostanziali2! Historia Augusta Papers, Oxford, 1983, 87 s. e, prima, J. Gagé, "L’horoscope de Doura et le culte d'Alexandre sous les Séveres", BFacLeit Strass 33 (1954) 151-158, 20. Sull’ omen : R. Bloch, “Liberté et déterminisme dans la divination étrusque", Studi L. Banti, Roma, 1965, 63-68 ; J. Bayet, "La croyance romaine aux présages determinantes : aspects littéraires ct chronologiques”, en Croyances et rites dans la Rome antique, Paris, 1973, 73-88, 21, Bouché Leclereq, Histoire de la divination dans I’Antiquité, Paris, 1879-1882, vol. IV, p : 159-160. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 292 Santiago Montero e, in questo ambito, la superiorita della donna era manifesta. Tuttavia é doveroso ricordare che gli omina avevano, nella pratica, un valore inferiore rispetto ai presagi determinati dalla vista (auspicia) la cui interpretazione era a carico degli auguri e che, oltratutto non potevano essere annullati. Quello che a noi interessa mettere in risalto é che queste speciali facolté delle donne per la divinazione intuitiva furono utilizzate durante l'impero a fini di propaganda, fatto sottolineato continuamente dalla storiografia antica. Si tratta di un utilizzo politico degli omina imperii (vale a dire i presagi favorevoli al potere imperiale) molto simile a quello che si produsse con i sogni femminili. Liélite politica romana che aspirava al trono a agli alti incarichi della amministrazione ricorse in modo eccessivo all'emissione degli omina ; questi circolarono nell'impero sia per consolidare le aspirazioni politiche di questo 0 quello, sia per essere parte di biografie magnificate. In ogni caso, fin dal principio dell'Impero si produsse una strumentalizzazione politica tanto degli omina, quanto dei sogni femminili. Ma consideriamo, in proposito, alcuni casi pitt noti. Quando Curzio Rufo, facente parte al tempo dell'imperatore Tiberio del seguito di un questore, si trovava nella citté di Hadrumetum (Africa), secondo quanto ricorda Tacito (Ann. XI, 21, 1), gli apparve la figura di una donna di aspetto non umano (species muliebris ultra modumt Inonanum) mentre senti una voce che gli diceva : Tu es, Rufe, qui in hane prouinciam pro consule uenies. Tacito segnala che con tale presagio (tali omine) "si accrebbero le sue speranze" e, dopo aver rivestito le cariche di pretore e di console, ottene il governo della provincia Africa, compiendosi, cosi, le previsioni dell'annuncio. Questo genere di predizioni, piti o meno, spontanee, dovettero favorire in molti casi un cursus honorum piti veloce. La Historia Augusta (Vita AP 3, 3) raccoglie la notizia di una sacerdos femina originaria di Trale, che salut6 Antonino Pio come imperator quando questi era ancora proconsole. Tale aneddoto figura tra gli omina imperii di Antonino. La Vita di Clodio Albino (imperatore del 195-196 d.C.) racconta di come, appena nato, la sua nutrice, coprendolo con una larga benda di color porpora, gli diede "scherzosamente" (ioco) il nome di Porphyrius, vocabolo relazionato con porpora (entrambi dal greco pdrphyre) e, conseguentemente con il potere : accesit omen, quod, cum pueri eius familiae russulis fasciolis inligarentur, quod forte lotae atque udae essent russulae fascicolae, quas mater praegnans paraverat, purpurea matris inligatus est fascea ; unde illi ioco nutricis etiam Porphyrii nomen inditum est POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al potere. 293 (HA, CIA 5, 9). Il biografo dice che questo ed altri furono segni della sua futura sovranita (haec atque alia signa imperii futuri fuere2). Il giorno in cui nacque Diadumeno (Cesare nel 217 d.C.), data che coincideva con il natalizio dell'imperatore Antonino, una donna che gli viveva vicino (mulier quaedam propinqua) esclamé : "Che si chiami Antonino” (Antoninus vocetitr). Suo padre, Macrino, non os6 dargli il nome proprio di un imperatore, peré quello fu considerato come un omen imperii: die qua natus est, quod Antonini esset natalis, mulier quaedam propinqua dicitur exclamasse "Antoninus vocetur”, sed Macrinus... (HA, AD 5). Nonostante la scarsa credibilité di questa notizia, quello che sembra certo é che Macrino, 0 il circolo a lui vicino, non esité a fare uso di questa presunta testimonianza con il fine di imparentarsi, con una dinastia legittima dopo aver usurpato il potere. La madre dell'imperatore Aureliano (275 d.C.), sacerdotessa del Sol Invictus nella Dacia o nella Mesia, esclamé quando discuteva con il suo marito : "guardate il padre di un imperatore" (en imperatoris patrem). Il biografo della Historia Augusta dice de lei, che quel fatto dimostr6 le sue facolta divinatorie : habuisse quin etiam non nihilum divinationis (HA, Vit.Aur. 4,3). La biografia di Aureliano raccoglie altri omina imperii relazionati con sua madre, come il vitello dalle dimensioni sorprendenti che nasce nella casa, le rose di color porpora che germogliano nel giardino 0 il mantello di porpora che lei confeziona per il figlio (Vita Aur. 4-5)3. Il biografo dice di lei che quella circostanza dimostré le sue facolté divinatorie e non lascié dubbi sul fatto che ella possedesse una certa capacita di vaticinare il futuro (ex quo constat illam mulierem scisse fatalia).. La forza divina (divinitus effusum adprobatum est dice di Giulia Domna la Historia Augusta) che si manifestava in forma spontanea nella donna fu convenientemente strumentalizzata dalla storiografia antica non solo per consolidare le aspirazioni politiche dei futuri imperatori e legittimare gli usurpatori, ma anche per giustificare le loro azioni di governo, la damnatio memoriae di un imperatore® o per annunciare la sua morte. Un certo numero di testimonianze storiografiche permettono di affermare che, molto spesso, le visioni oniriche femminili, specialmente quelle riferite alla 22. Omina nella Historia Augus Auguste", REL 51, 1974, 190-207. 23, Sul culto di Sol Invictus e il suo sacerdozio : G.H. Halsberge, The cult of Sol Invictus, Leiden, 1972 ; 1d, "Le culte de Deus Sol Invictus & Rome au III™ sitele ap. J-C.", en ANRW Il, 17.4, 2181-2201 24. Vid. anche il omen imperii su Caracalla, riferito a Giulia Domna : HA, Vit. Get. 3, 3. ef. Y. de Kisch, "Sur quelques omina imperii dans I'Histoire POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 294 Santiago Montero nascita 0 all'infanzia dei futuri imperatori, furono - come gli omina — utilizzate per fini politici. Fin dall' ultimo perfodo repubblicano, eminenti politici decisero di servirsi dei sogni come se si trattasse di un tipo in pitt di presagio che annun- ciava il loro futuro accesso alla magistratura suprema. Due fattori sostenevano questa consuetudine : la credenza nella capacité dei sogni di annunciare il futuro (Tert., De anim. 46, 7-8 : summarum praedicatrix potestatum) e i numerosi exempla di epoca ellenistica. A questo proposito, per esempio, Cicerone (De divinatione I, 20, seguendo Filisto), narra che la madre di Dionisio, il tiranno di Siracusa, sogn6, quando ancora portava il figlio in grembo, che avrebbe parto- rito un satiro ; incapace, come accadeva alla matrona romana, di trovare un significato al sogno, gli interpreti le dissero che il bambino che stava per nascere sarebbe stato per molto tempo I'uomo pitt insigne e fortunato di tutta la Grecia. Quando il sogno femminile non aveva un significato chiaro, poteva essere convenientemente decifrato con i manuali di critica onirica. Il pit celebre di questi fu quello scritto da Artemidoro nel II secolo d.C. dove si segnala che se una donna sogna di partorire un'aquila "habbra figliuolo, il quale se sia povero saré soldato e signore de l'esercito, come l'aquila a gli uccelli perché l'aquila ancora va innanzi a tutto l'esercito.... essendo ricco signoreggierd egli a molti e forse sara Re" (Onir. II, 20). Sappiamo che Settimio Severo segnalé nella sua autobiografia, assieme ai presagi favorevoli, quel sogni che gli annunciavano I' ascesa al potere. Molti di questi sogni erano di donne della sua famiglia?5. Nelle famiglie patrizie romane era la nutrice (nutrix) colei che, persino con maggior frequenza della madre, aveva sogni premonitori della futura grandezza del bambino che accudiva ; forse per questo il famoso ginecologo greco Sorano de Efeso raccomanda ai propri lettori di sciegliere nutrici alle quali i sogni e le parole fatidiche non creassero particolari turbamenti?6, Non possiamo dimenticare, in questo senso, come gli antichi attribuissero all'allattamento virtti essenziali non solo per lo sviluppo dell'organismo, ma, anche, per la capacita di orientare il futuro dell'allattato. Cicerone, secondo quanto scrive Plutarco (Vit. Cic. 2), confessé che la sua nutrice ebbe una visione nella quale le si annuncié che stava allevando un gran 25. Cassio Dione LXXII 23, 1-2 ; H. Bloch, "A dream of Septimius Severus", CW 37, 1943-1944, 31 s. 26. Sor., De morb.mulier. 2. Cf. O. Temkin, Soranu’s Gynecology, Baltomore, 1956. Sulla figura della nutriv: K.R. Bradley, "Wet-nursing at Rome: a Study in Social Relations", en The Family in Ancient Rome. New Perspectives, New York, 1986, 201-229 ; J. Del Hoyo, "La primera alimentaci6n del hombre", en Alimenta, Estudios en Homenaje al Dr. Ponsich, Madrid, 1991, 195-204. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al potere 295 bene per tutti i romani. Evidentemente molti di questi annunci o non venivano creduti, 0 venivano elaborati a posteriori. Nel primo caso Plutarco aggiunge : "Questo, che comunemente é considerato un delirio o una fantasticheria, ben presto, ci dimostré Cicerone, che era stata una vera profezia'?’. Da parte sua Cassio Dione (Epit. 77, 8, 1) narra che la nutrix di Popilius Pedo Apronianus, pretore d’Asia alla fine del II secolo d.C., aveva visto in sogno che egli sarebbe diventato imperatore. E possibile che questo tipo di predizioni siano state diffuse intenzionalmente, incluso nell’ambiente politico e militare, da chi aspirava al potere supremo. Lo stesso Dione ci dice che Apronianus fu accu- sato dal Senato di aver organizzato pratiche magiche per provocare la visione della nutrice. In questo caso, quello che soprattutto preoccupava non era tanto la celebrazione di riti magico-divinatori, quanto il timore che questa predizione fosse creduta e destabilizzasse politicamente il potere dell’ allora imperatore Settimio Severo. Infatti sappiamo che Apronianus fu condannato a seguito dell'accusa di lesa maesta?. Uno dei casi pitt conosciuti di manipolazione politica del sogno femmi- nile é quello di Atia, madre di Ottavio. In Suetonio (Aug. 94, 4-5) e Cassio Dione (XLV, 1, 2-3) figurano due versioni di uno stesso racconto preso dagli Theologeuma di Asclepiade di Mende nel quale si presentava Ottavio, allo stesso tempo, come figlio di Apollo, come replica di Alessandro e faraone egizio. Si tratta, probabilmente, di un testo elaborato tra gli anni 30 e 27 a.C. per giustifi- care ideologicamente la conquista romana e che fu utilizzato in Italia, verso il 28 a.C,, per farne propaganda politica”. Secondo Suetonio (Aug. 94, 4), mentre Atia dormiva nel tempio di Apollo un serpente si infilé nel letto fecondandola senza che questa se ne avvedesse. La fecondazione di Atia da parte del serpente obbedisce a tradizioni orientali, e, particolarmente, a una imitatio di Alessandro Magno. Per questo, un imperatore, conosciuto per la sua ammirazione verso l'eroe macedone, come 27. Cf. Tert,, de anim. 46,9: Ciceronis denique dignitatem perouli etiam nunc gerula iam sua inspexerat 28. L. Desanti, Sileal omnibus perpetuo divinandi curiositas. Indovini e sanzioni nel diritto romano, Milano, 1990 p. 80. Lesa maesta : F.H. Cramer, "The Caesars and the Stars", Seminar 9, 1951, 27. 29. Seguo le conclusioni di P. Grandet, "Les songes d’Atia et d’Octavius, Note sur les rapports d’Auguste et de Egypte", RHR 203, 1986, 365-379. 30. Su Augusto eI’ imilatio Alexandr’: D. Kienast, "Alexander und Augustus : Gymnasium 76, 1969, 431-456 ; O. Weippert, Alexander-Imitatio tnd rémische Politik in republikanischer Zeit, Augsburg, 1972, 214-259. Su Augusto e gli dei egiziani : P. Lambrechts, Augustus en de Egyptische Goodsdient, Bruxelles, 1956. In generale : P. Zanker, The Power of Images in the Age of Augustus, Ann Arbor 1990 POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 296 Santiago Montero Alessandro Severo, riprenda questa stessa leggenda alcuni secoli piti tardi ; la Historia Augusta segnala che la madre di Alessandro "la vigilia del parto sogné che stava dando alla luce un piccolo serpente di color porpora" (HA, Vit. AS 13)31, Ma torniamo alla narrazione di Suetonio. Questi, seguendo sempre Asclepiade di Mende, dice che la madre di Ottavio, prima di partorire (prius quam: pareret) sogné che le sue viscere venivano trasportate in cielo e che queste si spargevano per tutto il firmamento e per tutta la terra : sommtiavit intestina sua {ferriad sidera explicarique per ommem terrarum et coeli ambitum (Aug. 94, 4) P. Grandet dimostré alcuni anni fa che questo sogno corrisponde perfet- tamente con la rappresentazione egizia del cielo, cioé con la dea Nut, i cui piedi e mani si appoggiavano sul suolo ¢ il cui corpo costellato di stelle si distendeva su tutta l'estensione della terra e del cielo, propio come le viscere di Atia2. Viene messo chiaramente in evidenza che in un primo tempo questa versione era diretta a un popolo non romano ~ quello egiziano appunto%s. Roma faceva circolare la leggenda per attirare alla propria causa la popolazione indigena®. La strumentalizzazione dei sogni della donna (e specialmente il sogno della madre incinta) prosegue con identici fini politici durante tutto I'Impero. Verso I'anno 138 d.C., negli ultimi mesi di vita di Adriano, secondo quanto ci dice il biografo della Historia Augusta, si present6 una donna (quaedam mulier) che diceva aver ricevuto durante un sogno un avviso (quae diceret somnio se monitam) affinché convincesse Adriano a non suicidarsi, in quanto si sarebbe ristabilito dalla malattia (Vita Adr., 25). In effetti, !'imperatore, vittima di una grave indisposizione, aveva tentato inutilmente in varie occasioni di togliersi la vita. La biografia aggiunge che siccome la donna non aveva portato a com- pimento l'incarico divino, era diventata cieca (XXV, 1 : quod cum non fecisset, esse caecatam)35. 31. Sulla imitatio di Alessandro da parte di Commodo, cf. : C. Bertrand-Dagenbach, Alexandre Sévere ef U Histoire Auguste, Bruxelles, 1990. 32. P. Grandet, op. cit. (n. 29) p. 371. Su questo tema, cf. RS. Lorsch, "Augustus'Conception and the Heroic Tradition’, Latomus 56, 4, 1997, 790-799, 33. Cf. G, Masperd, Les contes populaires de l'Egypte ancienne, Paris, 1954, 154. 34. Fr. Dunand, Religiort populaire en Egypte romaine, Leiden, 1985, 124s. 35, Sulla salute di Adriano : M. Le Glay, "Hadrien et 'Asklépieion de Pergame”: BCH (1976) 348-372. Sul suicidio a Roma : Y. Grisé, Le suicide dans la Rome antique, Paris, 1982. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE Divinazione femminile e predestinazione al potere 297 La notizia peré contiene altre particolari : la donna ricevette una seconda volta l'ordine di dare lo stesso avviso all'imperatore e di baciargli le ginocchia (XXV, 2: iussant tamen iterum Hadriano eadem dicere atque genua eius osculare) con la promessa di recuperare la vista se cosf avesse fatto. Quando lo fece, in ac- cordo con la richiesta del sogno (quod cum insomnium implisset), recupers la vista dopo essersi lavata gli occhi con 'acqua di un santuario (Vita Adr. XXV, 2-3). Il doppio sogno di questa romana é destinato a mettere in evid soprattutto, la sacralité dellimperatore, le cui doti miracolose ~ curare la cecita con il contatto — lo avvicinano alla sfera del soprannaturale. La notizia chiarisce anche come gli dei, preoccupati per Adriano, utilizzino quale via di comunica- zione piti fedele per far conoscere la loro volonté, il sogno femminile, a, Non c’é dubbio che si tratti di una manipolazione politica studiata per presentare limperatore Adriano come un uomo divino (theios anér). La biografia imperiale indica che lo scrittore Mario Massimo aveva considerato l'accaduto come una sinnulatio, peré la studiosa Cracco Ruggini crede, opportunamente, che la notizia deve inserirsi in una tradizione esaltata dalla "pubblicistica” degli Antonini%, In effetti, la tradizione ostile ad Adriano sarebbe sorta quando, poco prima di morire, i suoi collaboratori cominciarono ad agize per strappare al Senato - per molto tempo a lui avverso ~ il decreto di apoteosi. Sarebbero stati, secondo Cracco Ruggini, i sacerdoti egiziani (ed in particolare quello personale del Serapeion di Alessandria), gli interessati ad adulare il sovrano moribondo, infondendo fiducia nel suo carisma come divinité miracolosa ¢ salutifera ; furono loro, quindi, a ricorrere al doppio sogno della matrona romana. Secondo la mia opinione quest’ ipotesi non solo é pienamente giustificata, ma incontra anche un’ eccellente conferma — per la loro analogia - nel sogno di Atia, anche questo riproposto, come abbiamo visto, in ambiente sacerdotali egiziani”. Non sempre, peré il sogno fu oggetto di strumentalizzazioni dirette a consolidare le aspirazioni politiche di un imperatore 0 a rafforzare il suo carisma. La Vita Commodi, che per il suo carattere prosenatoriale presenta un 36. L. Cracco Ruggini, "Limperatore, il Serapeo e i filosofi’, in Religione e politica net mondo antico, Milano (CISA 7), 1981, 203-204. 37. Cracco Ruggini op. cit. (n. 36) p. 202-203 identifica il tempio con quello di Esculapio, nell! isola Tiberina, ma redo che il Serapeion romano fosse pit consono all’ ambiente sacerdotale dell! episodio. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE 298 Santiago Montero ritratto sostanzialmente negativo di questo imperatore®®, inizia ricordando i segni che annunciavano, quando ancora non era nato, la sua futura ferocitas ; tra questi, nuovamente il sogno della madre. Quando Faustina era incinta vide nei sogni che partoriva serpenti e, uno di questi, era particolarmente feroce : Faustina cum esset Commodo cum fratre praegnans, visa est in somnis serpentes parere sed ex his unum ferociorem (Vita Comm. I, 3) Il sogno di Faustina é utilizzato, quindi, dalla storiografia senatoriale per “corroborare la condizione perversa incisa indelebilmente ab origine nell'anima del nasciturus Commodo"® : questo carattere é segnalato agli uomini dagli dei che si servono, ancora una volta, della speciale inclinazione muliebre per la divinazione naturale. Questa stessa biografia si compiace anche di ricordare Verrore degli astrologi, senza dubbio presenti al momento del parto, che annunciarono, stando al corso degli astri, per Antonino la stessa sorte di Commodo (Vita Comm. I, 4), il quale, come sappiamo, morf all'eta di quattro anni‘, Fino agli anni precedenti il saccheggio di Roma da parte dei barbari si misero, quindi, in evidenza le speciali propensioni femminili alla divinazione intuitiva e, soprattutto ai sogni premonitori. Peraltro, la lotta contro queste forme di divinazione naturale condotta dal Senato, in collaborazione con il sacerdozio maschile, raggiunse alcuni obiettivi, soprattutto durante la Repubblica, come la scomparsa delle divinit profetiche femminili o le costanti denunce di impudicitia e immoralita delle virgines e delle matrone. Tuttavia gid durante I'Impero, militari e politici si servirono a loro personale profitto delle manifestazioni di estasi profetico, delle emissioni di omina, di visione oniriche e, in generale, delle qualita divinatorie della donna come prove tangibili della loro predestinazione al potere. 38. La fonte principale della biografia fu, probabilmente, Mario Massimo, contemporaneo di Cassio Dione. Cf. U. Espinosa Ruiz, "El reinado de Commodo : subjetividad y objetividad en la antigua historiografia", Gerién 2 (1984) 113-149. 39, U. Espinosa Ruiz, op. cit. (n. 38), p. 125. 40. La presenza degli astrologi nel circolo di Faustina @ stata gid messa in risalto. Si mette in evidenza la rivalita fra astrologi e coniectores o interpretes somniorum riflessa nell’opera di Artemidoro (Oneir.1V, 59) dove distingue fra asterosképoi, cio® "osservatori di stelle" ¢ gli astrologi dediti a elaborare oroscopi. POUVOIR, DIVINATION, PREDESTINATION DANS LE MONDE ANTIQUE

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