Sei sulla pagina 1di 51

RELAZIONI INTERNAZIONALI

PARTE SECONDA: TEORIE E PRASSI


CAPITOLO 2: EQUILIBRIO DI POTENZA
1. LA TEORIA DELLEQUILIBRIO DI POTENZA
1.1 Definizione di Equii!"io di Po#enz$
Lequilibrio di potenza (balance of power) uno dei concetti pi vulnerabili delle
Relazioni Internazionali. Lidea di equilibrio nasce dallIliade, ma si vede in Demostene:
per la prima volta la coscienza di ci c!e sono le relazioni internazionali della "recia
classica. #ome tutti i
concetti venerabili, anc!e lequilibrio di potenza risc!ia di diventare vulnerabile in
quanto usato in troppe circostanze e risc!ia di perdere la sua speci$icit%. &i'!t
(()**) dimostra c!e tale espressione !a assunto nella politica internazionale ben 9
significati:
1. unu'uale di%#"i!uzione di &o#enz$+
,. il principio secondo cui la potenza dovrebbe essere u'ualmente distribuita+
-. la distribuzione di potenza esistente ossia qualsiasi sua $orma+
.. il principio secondo cui le potenze si ra$$orzano in modo e'uale a spese di quelle
deboli+
/. il principio secondo cui la nostra parte dovrebbe avere un mar'ine ulteriore di $orza
su$$iciente prevenire il pericolo di una distribuzione u'uale della potenza+
*. quando preceduta dal verbo 0mantenere1: un ruolo speciale nel conservare
unu'uale distribuzione di potenza+
2. quando preceduta dal verbo 0mantenere1: un vanta''io speciale nellattuale
distribuzione di potenza+
3. preponderanza+
). una tendenza della politica internazionale a produrre unu'uale distribuzione di
potenza.
La mi'liore de$inizione di equii!"io di &o#enz$ !a invece un si'ni$icato preciso e si
ri$erisce ad una situazione in cui nessun attore da solo o tramite alleanza pu dominare
tutti gli altri . 4er ci sono necessarie tre condizioni:

non necessario c!e tutti 'li attori abbiano le e'uali risorse, ma la distribuzione di
potenza deve essere distribuita in moda tale c!e lattore pi $orte non sia in 'rado
di distru''ere tutti 'li altri attori insieme+

una distribuzione di$$usa della potenza non su$$iciente a mantenere lequilibrio+

il comportamento de'li attori: 'li attori devono allearsi con il debole contro il pi
$orte (balancing), e non viceversa (bandonwing).
I possibili e$$etti di una politica di equilibrio sono molteplici:
(. il sistema internazionale rimane plurale in quanto non riescono ad uscire $uori e'emonie
cosi $orti+
,. 'li attori principali tendono a sopravvivere anc!e quando sono piccoli e meno potenti, in
quanto $anno meno $atica a trovare delle alleanze per una di$esa comune.
-. i teorici dellequilibrio a$$ermano c!e ci saranno meno 'uerre o se ci saranno non
saranno 'randi 'uerre.
5e'uendo il ra'ionamento di 6obbio la teoria dellequilibrio non una teoria della pace
eterna o della $ine 'uerre e una teoria della continuazione dello stato di tre'ua: non
passa''io reso inevitabile non pi dalla $ine della 'uerra,ma della sua perenne possibilit%.
1.2 Equii!"io di Po#enz$ e Re$i%'o.
Lequilibrio di potenza stato sempre in$luenzato della tradizione realista. 4er &"i'o come
tutte le teorie realiste anc!e lequilibrio di potenza caratterizzato da una visione ciclica
della storia. #i 4u essere pro'resso in altri settori economico, tecnolo'ico e settoriale ma
nel campo della politica internazionale ci sono le''i immutabili.
Se(ondo lequilibrio di potenza si basa su tre cardini del realismo :
1) lo stato come attore principale della scena internazionale,
2) la condizione anarchica del sistema internazionale,
3) enfasi sulle questioni di sicurezza.
Il comportamento dovuto alla loro posizione nella 'erarc!ia di potenza, secondo la
balance o$ po7er. Te"zo l8equilibrio ,in linea con la tradizione realista, si basa su $attori
o''ettivi e non una dimensione universalistica .
9el "e$i%'o ci possono essere due &un#i di )i%#$ de*equii!"io:
1) 5econdo realismo classico, l8equilibrio c!e emerge volontariamente, come $rutto
delle esplicite scelte de'li stati
2) 5econdo il realismo strutturale (neorealismo), equilibrio c!e si veri$ica
spontaneamente, ossia un e$$etto non intenzionale derivante dalla volont% de'li
5tati.
Il primo punto di vista tipico de'li autori :issin'er (()/2), ;or'entau (().3), :ennan
(()/(), voleva mettere in 'uardia i 'overnanti di non i'norare una minaccia crescente
c!e avrebbe potuto cambiare il sistema internazionale. Il secondo punto di vista tipico del
pensiero di :aplan, si riassume in sei re'ole a loro volta riassumibili in tre principi:
a) 'li stati dovrebbero cercare di aumentare le loro capacit%, paci$icamente se possibile,
con la $orza se necessario.
b) 'li stati dovrebbero opporsi a qualsiasi tentativo da parte di uno stato o di una
coalizione di stati c!e cerc!i di soverc!iare il sistema internazionale.
c) 'li stati dovrebbero $ermarsi prima di eliminare 'li stati scon$itti, al $ine di essere
reinte'rati nel sistema internazionale.
5econdo questo ultimo punto la mossa delle 5uper potenze europee di $ar reinte'rare la
<rancia nel #oncerto =uropeo $u un ottima mossa, mentre l8eccessiva durezza dimostrata
nei con$ronti della "ermania a >ersailles (escludendola dalla 5ociet% delle 9azioni) non $u
vista di buon occ!io.
5econdo la %(uo$ in+e%e c!e !a come $ra i suoi $autori pi importanti ;. &i'!t e ?. 6ull
si colloca in una posizione interezza $ra realismo e liberalismo. @ssia essa non considera
l8anarc!ia internazionale come un8anomia. #i sono re'ole internazionali c!e da sole
'arantiscono il mantenimento dell8ordine. L8equilibrio di potenza non sarebbe solo
l8espressione della politica interna di uno 5tato, ma bensA anc!e una norma 'enerallizzata
di condotta c!e tutti dovrebbero se'uire.
2. ,UNZIONA-ENTO DELL*EQUILIBRIO
2.1L*equii!"io di &o#enz$ (o'e #eo"i$ %i%#e'i($
La versione della teoria dell8equilibrio pi in$luente quella sistemica, secondo la quale
l8equilibrio si mani$esta spontaneamente. :ennet &altz $ondatore del Neo"e$i%'o o
"e$i%'o %#"u##u"$e, !a sostenuto c!e il sistema internazionale composto da delle unit%
e dalla struttura nella quale queste operano. @'ni struttura composta da tre elementi:
) !rincipio ordinatore,
2) "ifferenziazione funzionale tra le unit#,
3) "istribuzione delle capacit# delle unit%.
=ssendo in anarc!ia non vi
di$$erenziazione strutturale e 'li 5tati
devono pensare da soli alla propria
sicurezza (self$help), l8unica variabile
rimane quella della distribuzione di potenza.
Il principio del 0%ef./e&1 induce 'li stati a
sc!ierarsi con il pi debole contro il pi $orte
(0!$$n(in+1) piuttosto c!e viceversa
(0!$nd2$+onin+1). 4rimo perc! prima o
poi si troverebbero a c!e $are con uno stato
c!e pu minacciare la loro sicurezza,
secondo perc!B anc!e se nel breve periodo si otten'ono vanta''i ma''iori, 'li astati
alleandosi con lo stato pi debole massimizza la sua in$luenza, dato c!e !a biso'no di pi
alleanze, ed anc!e pi predisposto a $are concessioni.
&altz e i neorealisti etic!ettano come 0"iduzioni%#e1 le precedenti teorie, nel senso c!e
riducono ad un unica unit% (la volont% di mantenere l8equilibrio) un esito complessivo,
mentre riten'ono il punto di vista %i%#e'i(o in quanto dipendente dall8anarc!ia delle
interazioni, a prescindere delle dalle loro intenzioni.
La polita internazionale avrebbe quindi caratteristic!e omeostatic!e, ossia una potenziale
$onte di instabilit% 'enera spontaneamente $orze contrarie. Canto pi $orte lo s!ocD
eso'eno tanto pi $orte sar% la reazione.
Espettative opposte a quelle della teoria dell8equilibrio sono prodotte dalla #eo"i$ de
do'ino c!e invece si basa sul %bandwangoing& e prevede c!e anc!e un piccolo
spostamento della potenza,scateni ulteriori cambiamenti dello stesso se'no c!e si
riverberano sull8intero sistema. ;entre nella teoria dell8equilibrio prevale una tendenza alla
stabilit%, nella teoria del domino l8instabilit% $requente e piccoli cambiamenti sono
in'i'antiti. La teoria del domino ne prova l8intervento ostinato in >ietnam ne'li anni *F8 ,
non stante un basso valore strate'ico, 'li G5E per il timore dell8approdo del #omunismo in
quel paese e per la perdita successiva dei paesi limitro$i ad esso (#ambo'ia, Laos,
6irmania, C!ailandia). Il ritiro dal >ietnam porto ad un mi'lioramento della situazione
diplomatica , in piena sintonia con la teoria dell8equilibrio, secondo la quale un eccessivo
zelo militare pu portare ad un isolamento e contrazioni da parte di altri 5tati.
2.2L$ fe%%i!ii#3 de+i $ine$'en#i
5ia secondo la teoria spontanea c!e quella volontarista, la teoria dell8equilibrio sottintende
c!e 'li stati si alleino in base a condizioni esterne, come la distribuzione di potenza e non
in base alle ideolo'ie. Le scelte de'li stati non dipenderanno dall8identit% o da'li attributi
de'li alleati, quanto dalla loro collocazione nel sistema nel suo complesso.
Le alleanze non sono quindi mai 0per1qualcuno ma semmai 0contro1 qualcuno, e
quest8ultimo non de$inito per la sua identit%, quanto in termini della sua potenza ad esso
disponibile. Il pi stretto de'li alleati potrebbe diventare il tuo pe''ior nemico, mentre il tuo
pe''ior nemico potrebbe diventare il tuo mi'liore amico. (esempio Huadruplice Elleanza si
incrin ancor prima di combattere 9apoleone, Russia percepita minaccia da ".b+ 5econda
"uerra ;ondiale contrasto G5EI GR55).
4. TIPI E ,OR-E DI EQUILIBRIO
3.1 Bi&o$"i%'o e -u#i&u"$i%'o
Gn vivace dibattito !a percorso la disciplina sulla relativa propensione di vari tipi di sistema
internazionali, in base al loro numero di 'randi potenze. Il "e$i%'o ($%%i(o !a la sua
pre$erenza per il 'u#i&o$"i%'o (con J di due 'randi potenze) evidenziando il le'ame $ra
l8equilibrio di potenza ed il numero di attori+ se le risorse internazionali sono suddivise $ra
un numero ma''iore di stati sar% possibileI per de$inizioneI mobilitare contro qualunque
stato c!e intraprenda un espansionismo eccessivo una quantit% di risorse ma''iori
rispetto a quelle dell8a''ressore. 5e al contrario 'li attori principali $ossero soltanto due, le
risorse mobilitatili sarebbero pi o meno u'uali a quelle dello stato espansionista con un
potere ridotto sia di deterrente, c!e di contenimento.
La possibilit# di sconfiggere lo stato aggressore ' direttamente proporzionale al numero di
attori presenti nel sistema( con due stati si potrebbero mobilitare ) delle risorse, con tre
2*3, con quattro +, con cinque .K/ ecc...
5e uno stato !a molteplici attori, disperder% la sua attenzione ed pertanto di$$icile c!e
entri in competizione mortale con un altro stato. La reazione di uno stato sar% quindi
in$eriore a quella prevedibile, rendendo possibile una risposta diplomatica al riarmo di un
possibile avversario. Invece di rincorrersi l8un l8altro con il riarmo (0in#e"n$ !$$n(in+1) 'li
stati possono ricorrere alle alleanze (0e5#e"n$ !$$n(in+1), c!e ne 'arantiscano la
sicurezza e compensino le accresciute capacit% di potenziale.
Le critic!e alla teoria del multipolarismo ven'ono dai sostenitori del !i&o$"i%'o:

due 'randi potenze di un sistema bipolare (con due sole super potenze) sono pi
autosu$$icienti delle 'randi super potenze di un multipolarismo, perc!B possono
contare su circa met% delle risorse mondiali+

i sistemi bipolari sono pi semplici e come tali pi propensi alla stabilit%+ con due
soli attori non vi pu essere errore di interpretazione su due questioni $ondamentaliI
la minaccia o la responsabilit% pu provenire da una sola parte quella dell8
avversario+
4er &altz (()2)) ci sono tre elementi ne'ativi c!e, al contrario del multipolarismo, non
sono presenti nel bipolarismo:
(. i sin'oli stati non disperdono l8attenzione dalla situazione 'enerale, ne tanto meno
ener'ie inutili.(caso "uerra <redda non si sapeva da dove veniva la minaccia
perc!B c8erano troppe variabili in 'ioco, e quando si scopriva era troppo tardi per
$ermarla)+
2. non vi sono pericoli di 0%($"i($ !$"ie1, secondo la lo'ica del 0!u(6&$%%in+1. In un
mondo bipolare un8azione di uno stato comporter% la reazione diretta dell8altro+
3. priva la sindrome del 0(/$in+$n+in+1, ossia dell8inclinazione di le'arsi a doppio
$ilo con i propri alleati, correndo il risc!io di $arsi trascinare in pericolose crisi locali
(periodo 4rima "uerra ;ondiale due alleanze troppo ri'ide con$litto inevitabile)+ in
un sistema bipolare una parte della sicurezza dipende dai tuoi alleati e ci potrebbe
essere una pericolosa tendenza a sostenerli, mentre in un sistema bipolare una
superpotenza pu contare solo sulle proprie $orze.
5econdo i sostenitori del bipolarismo tutto ci potrebbe addirittura aiutare alla distensione.
La tena'lia, come !a de$inito "lenn 5nLder (())2), !a de$inito il 0die''$ de$
%i(u"ezz$ dee $e$nze1. 5e da un lato 'li stati temono di essere abbandonati, dall8altra
temono di restare intrappolati.
I lati ne'ativi del bipolarismo:

accentua l8ostilit% poltica delle due super potenze+


La stabilit% della 'uerra $redda dovuta alla presenza delle armi nucleari e alla reciproca
deterrenza c!e esse introducono con il pericolo dell8olocausto nucleare.
4.2Equii!"io de$ 'in$((i$
Eltro dibattito ri'uarda la natura delle variabili c!e in$luenzano il comportamento di
bilanciamento, e quindi l8equilibrio di potenza.
La teoria ortodossa della balance of power, propone c!e la varibile sia la potenza, ovvero
la sua capacit% a disposizione di uno stato. 4re'io di tale visione e la sua semplicit% e la
$acilit% di calcolare la potenza e, ante.
4roblema di una teoria 0semplice1 c!e tuttavia in alcuni episodi storici non sembra
$unzionare. =sempio all8indomani della 5econda "uerra ;ondiale, la ma''ior parte de'li
stati si alleata con 'li G5E, piuttosto c!e con l8GR55, nonostante questa $osse sulla
carta meno potente. 4er questo motivo stata introdotta una teoria pi complessa ad
opera di &altz (()32), c!e si basa sulla minaccia c!e invece sulla potenza. In breve 'li
stati non $arebbero alleanze contro lo stato pi $orte, ma contro lo stato pi minaccioso. La
'in$((i$ una variabile complessa, $unzione a sua volta di quattro variabili:
1. potenza aggregata( la capacit% a disposizione di uno stato+
2. tecnologia militare : 'rado in cui le capacit% possono essere tras$ormate in potere
o$$ensivo ed !a c!e vedere con le tecnolo'ie o$$ensive e di$ensive, c!iamate in
letteratura 0offen%e.defen%e.!$$n(e1+ se le tecnolo'ie o$$ensive preval'ono, 'li
stati sono indotti a prendere misure preventive o un attacco preventivo o la
$ormazione di alleanze pi strette, 'uada'nando tempo per entrare nel con$litto,
anc!e quando questo incominciato+
3. geografia : si ri$erisce alla posizione 'eopolitica, dal momento c!e il potere tanto
pi minaccioso quanto pi prossimo a c!i lo subisce. 9ella storia quindi le
&o#enze (on#inen#$i (<rancia, "ermania) sono state considerate sempre pi
minacciose rispetto alle &o#enze '$"i##i'e ("ran 6reta'na), c!e erano pi distanti
potevano espandersi in mare aperto. 5econdo le massime 0il mio vicino mio
nemico1 (perc!B prossimo e minaccioso), 0il vicino del mio vicino mio amico1
(perc!B pi distante ed in quanto condivide una minaccia comune). "li allineamenti
potevano quindi con$i'urarsi come una scacc!iera.
4. intenzioni : a pari capacit% uno stato con intenzioni
a''ressive sar% considerato pi minaccioso di uno
stato con nessuna ambizione espansionistica (casi
"uerra del "ol$o ,:osovo, qui 'li G5E !anno potuto
costituire ampie coalizioni a loro $avore nonostante
la notevole in$eriorit% militare de'li avversari di Iraq
e 5erbia, poic!B le intenzioni delle leaders!ip di quelle nazioni erano percepite
come a''ressive).
Il pre'io della #eo"i$ de*equii!"io de$ 'in$((i$ consiste nella ma''iore accuratezza
descrittiva, dal moneto c!e in 'rado spie'are allineamenti c!e a prima vista sono
inspie'abili.
4.4 Equii!"io di &o#enz$ e &"efe"enze de+i %#$#i
Lultima questione della bilance of power ri'uarda le pre$erenze ori'inate dalla natura
interna de'li stati. Lapproccio a questo tipo di ra'ionamento totalmente sistemico.
La sotira diplomatica compiva una distinzione $ra &o#enze (on%e")$#"i(i e &o#enze
"e)i%ioni%#e, ovvero interessate anc!e al cambiamento, anc!e violento, dellordine.
5econdo questa visione i meccanismi di bilanciamento si innescano contro una potenza
revisionista. Eron (()*3) !a cercato di sistemizzare tale impatto, proponendo una $orma
0eterodossa1 di realismo. Da tale approccio discende una classi$icazione di sistemi
internazionali a seconda c!e siano:

O'o+enei: le potenze sono caratterizzate tutte dalla stessa visione della politica e
da ideolo'ie compatibili le une con le altre+

E#e"o+enei: le potenze !anno una visione della politica radicalmente diversa tra
loro (Rivoluzione <rancese)+ questi sistemi sono intrinsecamente pi instabili in
quanto in quanto 'li stati, oltre ai normali obbiettivi di politica estera, !anno
una'enda c!e mira a cambiare 'li assetti della politica interna de'li altri stati.
5econdo il "e$i%'o difen%i)o o neo($%%i(o, il meccanismo dellequilibrio di potenza
su$$iciente come deterrente poic!B 'li stati cercano sicurezza si accontentano quando ne
trovano in un certo livello. 5olo poc!i non si accontentano, ma cercano il ra''iun'imento
di una posizione e'emonica. In tal caso allora lequilibrio $allisce , perc!B una e$$icace
deterrenza contro questi strati estremamente di$$icile. MacD 5nLder (())() studia il
$enomeno della %o)"$e%&$n%ione (overe,pansation), ovvero il $atto c!e alcuni stati
tendano a sviluppare politic!e particolarmente a''ressive , tanto da 'enerare politic!e di
reazione cosA $orti da parte de'li altri da portare alla scon$itta totale. 4rendendo spunto
dalla tipolo'ia delleconomista "ersc!enDron sulle in$luenze dellindustrializzazione su'li
assetti interni, 5nLder distin'ue $ra industrializzatori precoci (c!e !anno un sistema politico
democratico e aperto) e tardivi (sistema politico c!iuso e assetto corporativo e c!iuso) "li
stati del primo modello !anno politic!e meno a''ressive, mentre 'i stati centralizzati,
come "ermania e "iappone, possono cadere pi $acilmente preda delle coalizioni.
5c!7eller considera anc!e'li importante le intenzioni de'li stati per il $unzionamento
dellequilibrio di potenza. 4er 5c!7eller ci sono quattro tipi di stati (esempi tratti dalla
5econda "uerra ;ondiale):

I leoni: quelli orientati fortemente alla difesa dello status quo ("ran 6reta'na)+

'li a'nelli: quelli interessati allo status quo ma pi- deboli e remissivi (stati
dell=uropa @rientale)+

i lupi: quelli fortemente interessati al revisionismo ("ermania 9azista)+

'li sciacalli: quelli che sperano di guadagnare vantaggi opportunistici da un


cambiamento degli assetti internazionali (Italia <ascista).
La stabilit% dellordine internazionale non dipender% soltanto dalla lo'ica di equilibrio, ma
anc!e dalla presenza di numero su$$iciente di lupi e a'nelli, in c!e sia in 'rado di
contrastare i lupi e 'li sciacalli. Huando questi ultimi sono moltissimi $acile c!e lequilibrio
$allisca e una 'uerra esploda.
5c!7eller introduce poi un Naltra variabile: la capacit% estrattiva. Gno stato c!e deve
contrastare una minaccia, deve mobilitare le risorse a sua disposizione. La strate'ia
dipender% anc!e dal 'rado di coesione delle sue Blites politic!e circa la natura della s$ida
esterna. 4er 5c!7eller 'li stati in cui queste variabili sono basse (0stati incoerenti1) il
dissenso e la divisione delle eleites politic!e diminuiranno la 0volont% di blanciamento di
uno tato1+ mentre la divisione sociale e la debolezza del re'ime politico diminuiranno la
capacit% di uno stato di estrarre le risorse per svol'ere questo compito. "li stati incoerenti
quindi, invece del balancing, adotteranno politic!e di 0unde"!$$n(in+1 $ra cui vi la
strate'ia di saltare sul carro del pi $orte.
E queste critic!e c!e sottolineano limportanza delle variabili interne lo strutturalismo
risponde con una visione offen%i)$ del realismo secondo la quale il sistema costrin'e tutti
quanti a massimizzare il proprio potere. In$atti tutti 'li stati vo'liono 'arantire la propria
sicurezza e , per ;ears!eimer, il modo mi'liore eliminare de$initivamente la potenziale
minaccia.
5econdo il realismo classico la sola struttura non su$$iciente spie'are la persistenza
dellequilibrio ed necessario c!e le 'randi potenze vo'liano e possano mantenerlo.
Il "e$i%'o e#e"odo%%o introduce una nuova variabile quella dimensione ideolo'ica, per la
quale 'li stati producono ma''iore instabilit% con le loro $inalit% rivoluzionarie.
4er il realismo di$ensivo la capacit% di mantenere lequilibrio dipende solo dalla politica
interna.
7. RISCONTRI STORICI DELLEQUILIBRIO DI POTENZA
7.1 Equii!"io di &o#enz$8 +ue""$ e %#$!ii#3

!otenza : aspettativa per la quale un sistema in cui la potenza distribuita in modo


equilibrato tende ad essere stabile+

.uerra : relativa ai comportamenti dei sin'oli attori di un sistema, di $ronte un attoreK


coalizione c!e si $a troppo potente, 'li altri sin'oli attori cerc!eranno di portare in
parit% la situazione.

/0equilibrio di potenza la mi'liore condizione per le$$icace $unzionamento della


deterrenza.
4er quanto ri'uarda la potenza, la letteratura !a cercato di individuare le risorse c!e
rendono potenti 'li stati, costruendo de'li indicatori per esprimere in modo sintetico
linsieme delle diverse risorse de'li stati c!e possiedono in quantit% diversa.
Lelaborazione del 1ow !ro2ect (www.correlatesofwar.org) !a introdotto un indice di
potenza c!e a''re'a tre dimensioni della capacit# de'li stati:
a) peso demografico (popolazione totale e urbana)+
b) peso economico (a seconda delle epoc!e storic!e produzione di acciaio eKo
consumo di ener'ia)+
c) peso militare (spese militari e personale militare)+
La ricerca studia anc!e il sistema internazionale nel suo complesso, !a dovuto risolvere
anc!e il problema di misurare la distribuzione di potenza $ra tutti 'li attori del sistema
internazionale.
4er quanto ri'uarda la nozione di 'uerra la 'rande parte dei contributi allequilibrio di
potenza si concentra sulla 'uerra interstatale e cio sui con$litti $ra stati c!e !anno
causato pi di (FFF morti in batta'lia, i'norando le 'uerre civili o coloniali.
#i sono diversi tipi di 'uerre: quelle dove si mette in 'ioco la distribuzione delle risorse e
quelle dove si mettono in 'ioco lesistenza stessa de'li attori presenti nel sistema
internazionale
#i sono due ipotesi:
1) i&o#e%i '$%%i'$i%#$: 'uarda alla 'uerra di per sB, perci concentrandosi sulla
variabile dipendente si concentra sulla 'uerra c!e elimina dal sistema
internazionale alcuni dei suoi membri rilevanti e in particolare sulla guerra generale+
2) i&o#e%i 'ini'$i%#$: sottolinea c!e la 'uerra stessa uno de'li strumenti con cui
'li stati !anno normalmente conservato lequilibrio del sistema. Dunque lequilibrio
di potenza impedisce c!e la politica espansionistica di uno stato ra''iun'a uno
stadio e'emonico.
4er testare i&o#e%i 'ini'$i%#$ la letteratura !a $atto ricerc!e sia a livello diadico c!e
sistemico. 9el primo caso !a studiato coppie di stati per capire se e$$etivamnte molti attori
simili per potenza siano dissauasi dal 'uerre''iare+ nel secondo !anno sondato qualc!e
'rado di concentrazione della potenza nel sistema internazionale sia associato alla
stabilit% c!e allinstabilit% di questultimo.
E i)eo di$di(o <erris !a stu$ato le 'uerre a seconda del 'rado di disparit% della potenza
dei combattenti: se esso elevato al punto da superare una certa so'lia la reciproca
deterrenza non $unziona pi e la 'uerra sar% pi probabile. In$atti -. delle ., 'uerre
considerate si distin'uono per un alta disparit% $ra i contendenti. 5i possono se'nalare
poc!e 'uerre con lo stesso 'rado di potenza. 5iverson e Cenne$ons sosten'ono c!e
occorre considerare lo stato di tempo di quando 'li stati 'iun'ono in 'uerra.
Di conse'uenza essi si concentrano sull escalation delle dispute c!e si sono veri$icate $ra
le coppie di attori $ra il (3(/ e il ()*/ secondo una scala di misurazione di tre punti, in cui
il pi alto alto la 'uerra e in cui i 'radini in$eriore e intermedio sono rispettivamente la
minaccia di 'uerra e lazione militare. 5ulla base dei loro studi essi sosten'ono c!e nel
*(,2 O dei casi, non si mai superato il valore in$eriore.
E i)eo %i%#e'i(o 5in'er, 6remer e 5tucDeL studiano le 'uerre c!e !anno coinvolto
almeno una super potenza $ra (3,F e il ()*/, c!iedendosi come si mutata la loro
ma'nitudine. La crescita si'ni$icativa della di$$usione della potenza nel sistema
internazionale, andrebbe di pari passo con la riduzione delle quantit% di 'uerre c!e
scoppiano. #i spie'!erebbe il */O dei con$litti c!e sono scoppiati nel () secolo.
7.29 Le $%&e##$#i)e e'&i"i(/e $#e"n$#i)e (i"($ $ %#$!ii#3
9onostante la teoria dell8equilibrio di potenza sia una delle pi riconosciute, essa !a dei
dubbi e delle critiche sollevate da altre alternative:

il primo di questi il $atti c!e questa teoria si veri$ic!i solo in alcuni momenti
piuttosto c!e in altri, $orse perc!B non tiene in conto alcuni $attori esplicativi+

alcuni rapporti diadici criticano il $atto c!e l8equilibrio di potenza, ra$$orzino il la


deterrenza $ra 'li stati+

altri rapporti criticandola teoria di equilibrio di potenza proprio sull8aspetto sistemico.


4er quanto ri'uarda i "$&&o"#i did$di(i essi !anno ar'omentato, al contrario della teoria
dell8equilibrio, c!e la distribuzione l8equilibrata di potenza rende pi probabile la 'uerra, in
quanto una delle due potenze pu sperare di vincere, di conse'uenza la 'uerra sar% pi
$requente. "li studi di 6remer c!e studio 'uerre $ra il (3*/ - il ()*/ !anno dimostrato c!e
la concentrazione di 'uerre aumenta quando la concentrazione di potenza risulta essere
equilibrata.
LemDe e :u'ler !anno dimostrato c!e in assenza di una 'rande concentrazione di
potenza $ra due potenze 'li stati pre$eriscono combattere 'uerre minori.
Hueste teorie dimostrano come l8equilibrio di potenza non ra$$orzi la deterrenza c!e non
equivale a dire c!e sia lo stesso per il sistema internazionale. Le alleanze sono il
meccanismo tipico, con cui 'li stati a''re'ano potenza per rispondere ad un aumento di
potenza dei loro avversari.
4er quanto ri'uarda le ("i#i(/e %i%#e'i(/e si sottolineato c!e la ricerca !a
operazionalizzato in modo diverso la 'uerra. In alcuni lavori stata trattata:

come evento si c!iesto quali condizioni e quanto $requentemente scoppia+

come una variabile: si sono inda'ati alcuni


attributi come la sua durata e la sua distruttivit%:

la ricerca empirica di conse'uenza da pi-


importanza alla sua magnitudine, piuttosto che
alla sua occorrenza.
Gno de'li esempi delle critic!e quello di ;ans$ield,
secondo il quale il rapporto della distribuzione della
capacit% de'li attori nel sistema internazionale
curvilineare nelle $orma ad G: cosi, quando la potenza
di$$usa, la probabilit% della 'uerra sarebbe bassa,
al crescere della concentrazione, la 'uerra
scoppierebbe pi $requentemente, ma superata una
certa so'lia la probabilit% tornerebbe bassa .
7.49 Equii!"io di &o#enz$ e &oi#i(/e di !i$n(i$'en#o
Il bilanciamento ' l3aspettativa empirica che riguarda il comportamento degli attori del
sistema internazionale: in base a questa aspettativa la tradizione dell3equilibrio di potenza
prevede che quando un particolare attore cerca di massimizzare la propria potenza e di
conquistare una posizione egemonica nel sistema internazionale, la risposta degli altri
attori sar# di opporre all3aspirante egemone una quantit# di potenza sufficiente a
equilibrarne il tentativo. Importante sono i modi con cui 'li stati della variabile dipendente
cerc!eranno di $ermare le aspirazioni dello stato pi $orte:

l3autorestrizione dello stato aspirante che anticipa la politiche di bilanciamento4

la presenza di politiche di bilanciamento degli altri attori4

presenza di politiche di bilanciamento diplomatico di fronte alla concentrazione di


potenza in capo ad un attore del sistema.
La ricerca empirica si concentrata specialmente sulle ultima due $orme.
9iou, @rdes!ooD e Rose costruiscono un modello $ormale della politca delle alleanze c!e
parte dalle 'randi capacit% delle potenze assumendo c!e esse muovano 'uerra per
aumentare le risorse a propria disposizione, ma senza c!e ci minacci la sopravvivenza di
uno de'li attori principali del sistema internazionale. In questo modello c!e va dal (32( al
()(., essi !anno ricostruito c!e 'li stati europei !anno costruito $orze antie'emonic!e.
Cuttavia anc!e questa teoria !a incontrato 'randi critic!e, in quanto 'li attori internazionali
!anno ese'uito diverse $orme di bilanciamento:
1. /idin+: nascondersi dalle minacce, consistente nel tirarsi fuori da un conflitto o
rester in una posizione neutrale4
2. #"$%(endin+: trascendere il conflitto, tramite qualche accorgimento istituzionale
basato sul consenso internazionale o su un accordo internazionale4
3. !$nd2$+onin+: gli attori si schierano a fianco della potenza pi- forte,salendo sul
suo carro.
7.79 L*equii!"io di &o#enz$ e i %i%#e'$ in#e"n$zion$e (on#e'&o"$neo.
Gn polemico commento :antiano dice: 0il mantenimento della pace per mezzo del
cosiddetto equilibrio di potenza ' pura e semplice immaginazione...&.
Le osservazioni di #obden sembrano sintetizzare i temi dell8ar'omento successivo:

l3equilibrio sarebbe pura illusione4

la teoria dell3equilibrio non offrirebbe strumenti per misurare la potenza degli stati
che dovrebbero formare l3equilibrio4

la teoria sarebbe incompleta ed inefficace, perch5 non contempla alcun strumento


per limitare o annullare l3impeto della potenza relativa agli stati derivante da mezzi
pacifici come il commercio o la produzione.
4er considerare il ruolo dell8equilibrio di potenza nel sistema politico internazionale
contemporaneo a questi punti biso'na a''iun'erne altri due importanti:

la '$%%ifi($zione de$ &oi#i($, avvenuta ne'li ultimi (FF anni !a dovuto indurre
'li stati a 'iusti$icare le proprie scelte di politica estera, ri'uardanti soprattutto le
scelte di 'uerra e pace. #i !a prodotto politic!e estere pi ideolo'ic!e, impedendo
la $lessibilit% necessaria per il corretto $unzionamento dell8equilibrio di potenza+

*$((ee"$#o "i#'o di inno)$zione #e(noo+i($, c!e rende sempre pi di$$icile


calcolare l8impatto delle risorse de'li avversari, al quale si a''iun'e alla capacit% di
un elevata capacit% di sollevazione delle masse+ tutto ci $a aumentare le
incertezze+

l8ultimo e $orse pi importante il "$&&o"#o de*equii!"io di &o#enz$ (on $


+ue""$, nonostante la teoria dell8equilibrio $accia diminuire i con$litti, essa non li
cancella de$initivamente, anzi la 'uerra in alcuni casi proprio necessaria per
ristabilire l8equilibrio, per identi$icare i rapporti di potenza. #i pu essere
accettabile $ino a quando le 'uerre erano poco distruttive, ma ora nell8era del
9ucleare tutto cambia.
IDenberrL se'nala #"e #i&i di o"dine nella politica internazionale:
1. quello de*equii!"io (spontaneo), l8insoddis$azione nei con$ronti di questo avrebbe
spostato l8attenzione verso i due tipi se'uenti+
2. quello (o%#i#uzion$e (ne'oziato)+
3. quello e+e'oni(o.
Dopo la 4rima "uerra ;ondiale , c!e aveva visto
il $allimento del sistema delle alleanze si
introdusse il concetto di %i(u"ezz$ (oe##i)$, c!e
!a ispirato prima la 5ociet% delle 9azioni e dopo
il ()./ le 9azioni Gnite. La sicurezza collettiva
mira ad introdurre un meccanismo pi certo,
istituendo un obbli'o le'ale ad aiutare le vittime
di un attacco promettendo la di$esa dell8intera
comunit% internazionale.
9onostante tali istituzioni non abbiano avuto
risultati concreti, si pensato c!e la sicurezza
de'li stati $osse me'lio 'arantita dalla presenza
di un e'emone c!e invece della balance of
power, intendeva scon'iurare.
CAPITOLO 4: E:E-ONIA
1. LA TEORIA DELL*E:E-ONIA
1.1Definizione di E+e'oni$
Il termine e+e'oni$ indica la 'uida, la direzione c!e veniva riconosciuta ai capi supremi
de'li eserciti. Epplicato al sistema internazionale il termine de$inisce la supremazia di uno
stato c!e, sulla base di risorse di varia natura, !a una supremazia sulle altre unit% statali.
5tati dominanti c!e esercitano autorit% parziale sopra multipli subordinati sono stati
tradizionalmente e'emoni. In termini 'enerali ' possibile descrivere la politica
internazionale come una successione di ordini che vengono imposti al mondo dalla
potenza egemone di turno. (in tal senso si parla di e+e'oni$ B"i#$nni($ nell83FF).
1.2 I #e'$ de*o"dine in#e"n$zion$e
=8 possibile suddividere le teorie dell8e'emonia in:

#eo"ie oi%#i(/e ;o +o!$i%#e9, c!e !anno come unit% di misura il sistema


internazionale+

#eo"ie "iduzioni%#e, c!e !anno come unit% di analisi lo stato e le relazioni tra 'li
stati.
Cutte le teorie dell8e'emonia !anno in comune un3idea di fondo:

la stabilit% del sistema internazionale dipenda dalla concentrazione di potenza, cio


da una distribuzione di un dise'uale, ma ottimale della potenza all8interno del
sistema stesso. Huanto pi evidente la disparit% di potenza, tanto meno saranno
probabili delle 'uerre e meno 'rave sar% la minaccia a qualsiasi o"dine
in#e"n$zion$e.
"li studi 'eneralmente muovono sulla tradizione realista, ponendo come dinamica
$ondamentale la presenza di una anarc!ia internazionale caratterizzata dal con$litto per il
potere da parte de'li stati indipendenti. L a distribuzione del potere il $attore centrale per
la stabilit%Kinstabilit% di un sistema. Ell8interno della concezione realista ci sono due tipi di
approcci della concentrazione*distribuzione del potere, due ruoli speculari rispetto al tema
stabilit%Kinstabilit%:

I teorici realisti della balance of power, si ri$anno alla teoria dell8equilibrio biso'na
evitare c!e si produca una concentrazione del potere+ l8ascesa di una potenza
superiore alle altre la principale $onte di instabilit%+

i teorici e'emoni accettano la premessa realista della natura anarc!ica dell8arena


internazionale, 0ma riten'ono c!e l8ordini derivi da una concentrazione del
potere1+la $onte di instabilit% le'ata al declino della potenza dominante, la quale
cerc!er% di creare una serie di norme di comportamento e delle istituzioni c!e siano
in 'rado di innalzare il livello di sicurezza+
4otremmo dire c!e le teorie dell'equilibrio immaginano l3ordine come riduzione delle
conseguenze dell3anarchia, le teorie egemoniche prevedono l3ordine come attuazione
temporanea delle condizioni della gerarchia.
Enc!e nelle teorie e'emonic!e la verticalizzazione pu essere un ordine di instabilit% sia
come $onte di ordine e stabilit%, a seconda della $ase temporale del suo ciclo. Ipotesi di
$ondo c!e l8ordine internazionale sia stabilito dall8esito di una 'rande nuova 'uerra, una
0+ue""$ (o%#i#uen#e1 c!e dar% inizio ad una nuova epoca. 9el caso dell8e'emonia
americana, la causa della sua $ra'ilit% non sia da ricercare proprio nel $atto c!e sia stata
'enerata dalla "uerra <redda e non da un vero e proprio con$litto.
;odelsDi e C!ompson propon'ono un ciclo composta d$ 7 f$%i, caratterizzate da un
surplus o da un de$icit di ordine.
,$%i de (i(o un+o %e(ondo -ode%6i e T/o'&%on
,ASI ORDINE
DISPONIBILE
CARATTERISITC<E DELLA ,ASE
. !otenza 6ondiale 5urplus 5i raccol'ono i $rutti della sistemazione postbellica
2. "elegittimazione De$icit Reazione 9azionalista+ 'uerre intermedie
3. "econcentrazione 5urplus ;ultipolarismo+ equilibrio di potere+ rivalit%
oli'opolistica
7. .uerra .lobale De$icit 5pazio per una nuova leaders!ip
La stabilit#*instabilit# dipendono da dalle risorse possedute dall3egemone (militari,
economic!e, istituzionali e ideolo'ic!e) dagli impegni a cui vuole rispondere, dalla
configurazione del sistema in cui opera, dal tipo della sua egemonia, dal comportamento
degli altri stati.
1.4E+e'oni$ #"$ i'&e"o e e$de"%/i&
4er comprendere le relazioni e'emonic!e e del perc!B non nascono coalizioni antiI
e'emonic!e e necessario introdurre il concetto di $u#o"i#3:

0In relazione di autorit%, E vuole c!e 6 se'ua, e 6 volontariamente acconsente.


#ome per o'ni potere, E vuole c!e 6 $accia qualcosa c!e non $arebbe altrimenti,
ma 6 lo $a perc!B il comando di E inteso come obbli'atorio e le'ittimo1 (LaDe
,FF*).
=8 errato pensare c!e in un sistema anarc!ico le relazioni de'li stati, siano anc!8esse
anarc!ic!e. In e$$etti le relazioni de'li stati $ra di essi possono essere autoritarie.
9on tutte le e'emonie sono u'uali $ra di loro, ma esistono due varianti principali:

modelli con e$de"%/i& !ene)oen#e, dove il leader c!e $ornisce il bene collettivo
della sicurezza e della implementazione dei re'imi internazionali+ basato su un
di$$erenziale di potere, poic!B il pi $orte pu decidere di lasciare a'ire i pi deboli
c!e a'iscano come free$riders4

modelli con e$de"%/i& (oe"(i#i)$, dove l8e'emone utilizza il proprio di$$erenziale di


potere per imporre la partecipazione dell8ordine economico e costrin'e 'li altri stati
a condividere il costo del bene collettivo de facto.
;olti de'li autori pi rilevanti utilizzano pi volentieri il termine 0leader1 rispetto a
0e'emone1 e lo utilizzano in maniera ambivalente. 9on a caso l8espressione e$de"%/i&
e+e'oni($ 0l8etic!etta pre$erita da'li $de"en#i $e #e%i de$ %#$!ii#3 e+e'oni($1
denota elementi di ambedue i concetti.
9eppure 'li imperi del passato,Roma ad esempio, potevano sostenersi senza la
collaborazione volenterosa delle elits locali. L8e'emonia si pone come un concetto
intermedio in un continuum tra in$luenza e impero, caratterizzati l8 una dall8esercizio
benevolo del potere (potere persuasivo), l8altro dall8esercizio coercitivo del potere (potere
coattivo). "i% Eron individua la 0pace dell8e'emonia1come una via di mezzo tra la 0pace
dell8equilibrio1 e la1pace dell8impero1. 4er cui 'li 0stati insoddis$atti sperano di modi$icare lo
status quo o lo stato e'emone non cerca di assorbire le unit% ridotte ad impotenza1. In
realt% la pace e'emonica e pace dell8equilibrio possono coesistere a diversi livelli di
sistema. Enc!e nel corso della "uerra <redda !anno convissuto una &$(e e+e'oni($
intraIoccidentale, altamente istituzionalizzata, e una &$(e d*equii!"io a livello sistemico
tra Gsa e Grss, correlate entrambe da diverse lo'ic!e ed istituzioni.
5e l8e'emonia si veri$ica quando lo stato !a la capacit% e la volont% di 'uidare un sistema,
essa pu convivere con una condizione di bipolarismo in cui 0un continente militarmente
$orte arriva a s$idare la leaders!ip dell8e'emone1, cosA da determinare1un8e'emonia
instabile1. Huindi per 'li stati pi potenti, l8e'emonia una tendenza ovvia, cercando $onti
di le'ittimazione della propria supremazia, ma condizionata da due sviluppi c!e si sono
presentati nel corso del tempo:

creazione ordine internazionale molto pi solidaristico+ e$$etto stato la pro'ressiva


istituzionalizzazione del sistema politico internazionale, c!e mantenendo aspetti di
0anarc!ia1, !a aumentato quelli di 0socialit%1+

la 'lobalizzazione, la cui 'estione implica la $ormazione di re'ole e istituzioni


pro$ondamente intrusive.
#!i elabora una teoria ori'inale sulle modalit% di sistemazione postIbellica Mo!n
IDenberrL, il quale si basa su tre tesi:
1. La natura dell8ordine successivo alle 'uerre pi importanti cambiata perc!B sono
cambiati i modi di autolimitazione nell8uso del potere. Le strate'ie postIbellic!e
sono passate dalle tecnic!e di dispersioneIdiluizione a quelle della ricerca
dell8equilibrio con la costruzione di un sistema internazionale dotato di pesi e
contrappesi, $ondata sulla 'estione delle inco'nite e delle disu'ua'lianze nel
campo della potenza attraverso logiche istituzionali+
,. La capacit% de'li stati 'uida di utilizzare le istituzioni e di servirsene come
meccanismi di controllo politico dipende dalla rilevanze delle disu'ua'lianze.
;a''iore il 'ap di potere ma''iori sono per lo statoI'uida di scambiare la
moderazione dell8uso del potere con intese istituzionali. 4i 'rande la disparit% $ra
le $orze, ma''iore sar% l8interesse da parte de'li deboli a partecipare ad accordi
internazionali+
-. La lo'ica istituzionale contribuisce a spie'are la notevole stabilit% dell8ordine post
()./ tra le democrazie industrializzate, poic!B 'li 1ordini costituzionali riducono i
dividendi del potere1 e cosA $acendo 0attenuano o spezzano il circolo vizioso per cui
il surplus del potere tende a incrementare se stesso1.
5u queste tre premesse IDenberrL individua tre principali %tipi ideali1 di ordine
internazionale:

l3equilibrio di potenza4

l3egemonia4

costituzionalismo.
In tale prospettiva l8e'emonia non una modalit% di realizzazione dell8ordine. 5e 'li statiI
'uida sono disposti a realizzare un ordine basato su istituzioni vincolanti, l8ordine
assumer% caratteristic!e costituzionali. Le istituzioni,c!e lo stesso e'emone crea 'iocano
un ruolo $ondamentale per la stabilit%. =sse, mentre tutelano i pi deboli, consentono allo
statoI'uida di esercitare la propria e'emonia risparmiando il potere politicoImilitare.
Rispetto alle altre teorie di ispirazione liberale IDenberrL sottolinea l8importanza delle
istituzioni anc!e dopo la vittoria. Elmeno dopo la seconda 'uerra mondiale,'li aspetti
peculiari dell8e'emonia americana sembrano collocarsi $uori da un semplice imposizione
e'emonica (hegemonic imposition), ma pi vicino rispetto alla 'raduale ma pro'ressiva
di$$usione (progressive enmeshment) dai valori liberali. ;a dopo la 'uerra $redda,
soprattutto verso i paesi ePtraIeuropei, il concetto di socializzazione coattiva (coercive
socialization) si direbbe catturare me'lio molti aspetti dell8adattamento verso i paesi pi
deboli.
1. IL TE-A DEL CA-BIA-ENTO E IL RUOLO DEL CON,LITTO
La pi vivida spie'azione di come i sistemi politici cambino e sul ruolo della 'uerra data
da Robert "iplin attraverso una teoria c!e si propone di combinare tanto il livello danalisi
del sistema internazionale c!e quello dei sin'oli stati c!e si muovono nel sistema.
:i $%%un#i fond$'en#$i de$ #eo"i$ de ($'!i$'en#o %i%#e'i(o di Ro!e"# :i&in
(. Gn sistema internazionale stabile (ovvero in equilibrio) se nessuno stato
ritiene vanta''ioso un mutamento del sistema.
,. Gno stato tenter% di mutare il sistema internazionale solo se i bene$ici c!e
si attende da questo mutamento superano i costi (ovvero se previsto un
utile netto).
-. uno stato cerc!er% un mutamento del sistema internazionale attraverso
unespansione territoriale, politica ed economica $ino a quando i costi
mar'inali di un ulteriore cambiamento non u'ua'liano o superano i bene$ici
mar'inali.
4. Gna volta ra''iunto un equilibrio tra costi e bene$ici relativi ad ulteriori
cambiamenti ed espansioni, i costi economici del mantenimento dello status
quo tendono a crescere pi rapidamente della capacit% economica di
sostenere lo status quo.
/. 5e non risolve lo squilibrio del sistema internazionale, il sistema verr%
modi$icato e si stabilir% un nuovo equilibrio c!e ri$letter% la redistribuzione del
potere.

Il concetto di cambiamento articolato da "iplin si articola su tre livelli:
A) il mutamento dei sistemi 0c!e ri'uarda la natura de'li attori stessi o de'li stati c!e
compon'ono il sistema internazionale+
B) il mutamento sistemico cio 0un cambiamento nella $orma di controllo o 'overno di
un sistema internazionale1+
C) il mutamento di interazione ovvero 0un cambiamento c!e risulta dai re'olari
interazioni o processi tra entit% del sistema internazionale1.
5i !a un mutamento sistemico quando si produce una 0$rattura tra il sistema sociale
esistente e la redistribuzione del potere nei con$ronti di que'li attori c!e trarrebbero pi
vanta''i da un cambiamento del sistema1. #osA mentre la potenza e'emone vede
declinare il suo potere, le potenze in ascesa o$$rono di una 0inconsistenza di status0, ossia
!anno un ran'o c!e percepiscono come in$eriore alle proprie le'ittime aspirazioni.
5ul 'ap tra ran'o e capacit% (tra status e potere) come $attore di instabilit% c!e innesca il
cambiamento insite anc!e la #eo"i$ de$ #"$n%izione de &o#e"e: quanto pi la capacit%
politic!e economic!e e militari tra 'li stati membri del sistema internazionale si distribuisce
equamente tanto pi cresce la possibilit% della 'uerra. La pace per non lobiettivo
principale delle'emone , quanto una distribuzione dise'uale del potere.
Il di$$icile equilibrio tra potenza relativa e aspirazioni dei sin'oli stati cruciale anc!e
secondo la #eo"i$ de (i(o de &o#e"e (Doran ()2(+())(). 9el sistema politico
internazionale o'ni stato !a un suo ruolo, c!e ri$lette il suo 0potere relativo, le sue
aspirazioni e la loro accettazione da parte del sistema1. Huando potere e ruolo vanno $uori
sincronia crescono i risc!i del veri$icarsi di momenti critici del sistema. =d allora c!e la
disparit% tra potere, aspirazioni e status siano percepite come una minaccia e$$ettiva e
conduca no ad un con$litto. @'ni scostamento da questa posizione di equilibrio per il
sin'olo stato si ri$lette sul sistema.
La 'uerra e'emonica il motore permanente del mutamento politico e nella $ormulazione
della #eo"i$ dei (i(i un+/i da lun'o a periodi di dominio 'lobale da parte di alcune
potenze mondiali. Il $attore di mutamento decisivo quindi la 'uerra , pi precisamente da
una 'uerra 'lobale cio 0un con$litto in cui almeno una parte !a buone probabilit% di
ottenere la vittoria decisiva. Gna 'uerra 'enerale deve avere tre caratteristic!e:
1. 0deve coinvol'ere ad un dato momento la potenza leader del sistema1+
2. 0deve vedere la partecipazione della ma''ior parte delle potenze del
sistema1+
3. 0deve essere una 'rande 'uerra di 'randi dimensioni con batta'lie violente1.
4er Doran, esponente di una #eo"i$ $n#ie+e'oni($, esprime un 'iudizio ne'ativo sulle
'uerre e'emonic!e, poic!B le considera come un tentativo $rustrato di alcuni stati di
realizzare la propria e'emonia sul sistema politico internazionale.
2. Le "i%o"%e dee+e'oni$ : 'ii#$"i8 e(ono'i(/e8 in#ee##u$i
;olto ampio lo spettro
delle risorse delle'emonia.
Le principali sono la
supremazia militare
(soprattutto navale), la
leaders!ip economica (in
termini tecnolo'ici e
commerciali) e lin$luenza
intellettuale (in termini di
produzione di idee). 5olo la
combinazione di pi risorse
riesce a determinare il
successo di un attore nel conse'uire le'emonia. #i si pu vedere nella tabella a canto,
dove ven'ono annotate le caratteristic!e de'li e'emoni e de'li s$idanti.

4.1 L$ %u&"e'$zi$ 'ii#$"e
9essuna teoria considera la teoria considera la $orza militare pura e semplice su$$iciente di
e'emonia. 9ella visione delle teorie ciclic!e unimportanza cruciale rivestita in
particolare , dal &o#e"e '$"i##i'o. Le teorie ciclic!e $orniscono la rappresentazione
dellordine internazionale come il succedersi di e'emonie esercitate da'li stati leader in
termini di commercio di lun'o ra''io (quindi marittimo) e potenza navale. = la capacit% di
proiettare la $orza militare su scala 'lobale (quindi principalmente in termini navali). = il
dominio dei mari c!e concede alle'emone di creare un sistema di transazioni commerciali
a vasto ra''io e di trarne pro$itto.
Importante aspetto da sottolineare la relazione tra potenza mondiale e lo s$idante
e'emone, perc!B il suo ruolo della potenza mondiale cruciale per il $unzionamento del
sistema 'lobale, esso per non incide immediatamente su tutte le trattazioni c!e si
veri$icano al livello re'ionale. In tali condizioni oceanic!e ;odelsDi colloca la Russia (e poi
LGrss): non certo perc!B la Russia possa essere considerata una 'rande potenza navale,
quanto perc!B essa in tre occasioni si associata alle'emone oceanico ("ran 6reta'na e
Gsa) per impedire ad unaltra potenza (<rancia e "ermania) di tras$ormare la propria
preponderanza continentale in vera propria e'emonia. 4roprio dalla coalizione vittoriosa
esce il challenger delle'emone. = il caso della Russia c!e !a partecipato a tre coalizioni
oceanic!e ("uerre 9apoleonic!e , 4rima e 5econda "uerra mondiali) diventata ,
durante la 'uerra $redda, la principale s$idante delle'emonia americana. Huesto $a si c!e
le 'uerre producano nuovi s$idanti , attraverso la frattura c!e si sperimenta nella coalizione
vincitrice in un processo cosi sc!ematizzato:
s$idante Q minacce alla stabilit% Q coalizione Q 'uerra 'lobale Q s$idante
4.2 L$ e$de"%/i& e(ono'i($
Lassociazione tra supremazia economica e leaders!ip militare particolarmente evidente
nelle #eo"ie dee(ono'i$ 'ondo. La teoria delleconomia mondo di &allerstein sostiene
c!e leconomia mondo capitalista !a proceduto attraverso $asi re'olari di espansione e
contrazione nel corso della sua storia. La relazione tra cicli economici e cicli di
concentrazione del potere sta nel dise'uale e in'iusto dislivello di sviluppo economico
capitalista. 5econdo &allerstein (()3.) possibile parlare di e'emonia solo nelle
istituzioni in cui una 'rande potenza ( dal punto di vista militare !a une$$icienza economica
superiore in termini produttivi, commerciali e $inanziari. Huesto 'li consente di praticare
prezzi pi competitivi e lo induce a tentare di imporre una politica di libero scambio (free
trade) sullintero sistema, cosA 'rande da 'uada'nare dalla propria posizione di e$$icienza
in termini di costi di produzione. La pi alta pro$ittabilit% dei suoi mercati di produzione
attrae capitali e rende le'emone leader anc!e dal punto vista economico. 4er &allerstein
0non c 'aranzia c!e un nuovo e'emone emer'er% e ci sono lun'!i periodi nessun
e'emone evidente1.
Canto per la teoria del mutamento c!e per quella della stabilit% e'emonici, le di$$erenze
nella distribuzione del potere sono radicate nella di$$erenza in termini di dimensioni e tassi
di crescita. 4roprio "iplin vede il tramonto del ciclo de'li imperi come il se'no
dellavvento della modernit% e lo colle'a a tre sviluppi decisivi:

Il trion$o dello stato nazionale+

Lavvento di una crescita economica prolun'ata basata sulla scienza e sulla


tecnolo'ia+

Lo sviluppo di una economia di mercato mondiale.


Gn rapido sviluppo da parte di una nazione 'enere una ric!iesta c!e esso ven'a
riconosciuto a livello politico, attraverso un ade'uamento del proprio ran'o. La teoria della
transizione del potere colloca proprio nello sviluppo economico e socioeconomico di una
nazione la principale $onte della potenza e nel rapporto tra potenza e'emone e potenza
s$idante risiede la possibilit% delle 'uerre per le'emonia. La 'uerra per le'emonia si !a
quando lequilibrio esistente non pu pi essere ade'uato al rapido cambiamento della
distribuzione del potere.
Incentrata sul rapporto tra potere politico ed economico incentrata la de$inizione di
0&o#e"e %#"u##u"$e1 cio, il potere1di sce'liere e dare $orma alle strutture delleconomia
poltica 'lobale entro la quale 'li altri stati , le loro istituzioni politic!e, le loro imprese
devono operare1.(5tran'e ()32).
4.4 Linfuenz$ in#ee##u$e
4erc!B un attore risulti e$$ettivamente e'emone necessario tuttavia c!e alla disponibilit%
di risorse di carattere militare ed economico si accompa'ni la capacit% e la volont% di
$or'iare e in$luire sulle pre$erenze e'li interessi de'li altri stati. = necessario anc!e
possedere anc!e il 0%of# &o2e"1 , 0la capacit% di saper attrarre e saper sedurre1: esso
consiste nellindurre 'li altri a volere ci c!e vuoi. 6iso'na distin'uere per tra potere
e'emonico e potere di persuasione. 4erc!B le'emonia non nasce solo dalla $orza , ma
dalla combinazione di tutti i tipi di potere: coercizione, condizionamento e persuasione.
La concezione 9Le $ortemente in$luenzata dallidea 'ramsciana di e'emonia, ovvero la
capacit% di direzione intellettuale e morale c!e consente ad una classe dominante di
accreditarsi come 'uida le'ittima e di innescare il cambiamento. Robert #oP applicando
le idee di "ramsci, individua tre 'randi $orze: capacit% materiali, idee ed istituzioni.
7 LI-ITI E ALTERNATI=E ALLE:E-ONIA
4.1 Pe"(/> e e+e'onie fini%(ono
Cutte le teorie delle'emonia concordano su un punto: o'ni e'emonia per de$inizione,
temporanea. Cutte le e'emonie sono transitorie, ci ricorda "iplin+ per le'emone
impossibile conservare nel lun'o periodo il monopolio delle capacit% tecnolo'ic!e ed
economic!e, c!e !anno permesso il suo successo. E ci biso'na soccorrere la continua
crescita di aspettative dei cittadini. Huesta combinazione di termini crea una crisi $iscale
per le'emone, c!e non !a molte vie di $u'a. "iplin considera 'li e$$etti della decisione del
presidente 9iPon ((/ a'osto ()2() di porre $ine alla convertibilit% del dollaro in oro,
decretando di conse'uenza il tramonto del sistema 6retton &oods, attraverso il quale 'li
Gsa si erano assunto limpe'no di leaders!ip del sistema economico internazionale.
Gna delle ra'ioni per cui, i costi di mantenimento dellordine del sistema , c!e 'ravano
principalmente sulle'emone, arrivano a superare i bene$ici, consiste nell i&e"e%#en%ione
(0o)e"%#"e#(/in+1) del ra''io di azione delle'emone. Liperestensione territoriale il
caso me'lio documentato e pi $requentemente evocato, ma possibile anc!e parlare di
un iperestensione 0$unzionale o qualitativa1, quando le'emone cerca di ampliare 'li ambiti
di esercizio della propria e'emonia. 4er evitare il risc!io di overstretching, le'emone pu
iniziare a ritirarsi cio a ridurre la propria s$era di indipendenza. 9e'li anni $ra le prime due
'uerre mondiali, il declino della potenza britannica e il ri$iuto da parte de'li 5tati Gniti ad
assumere un consapevole ruolo e'emonico contribuirono sia ad indebolire il sistema
politico i internazionale sia a ra$$orzare la "ermania e "iappone.
4er la teoria economiaImondo la crisi delle'emone se'ue un percorso analo'o, ma di
se'no contrario, rispetto a quello c!e aveva visto la sua ascesa. La dispersione dei
vanta''i tecnolo'ici conduce alla perdita del 'ap competitivo e alla crescita del costo del
lavoro. 9e conse'ue un declino commerciale e una minore e$$icienza $inanziaria.
4.2 E+e'oni$ e (oo&e"$z?one
In unnl'rande lavoro c!e ri'uardava la depressione tra 'li anni -F e .F, :indleber'er
a$$ermava, la necessit% di uno stabilizzante a$$inc!B il sistema si mantenesse stabile.
5econdo lui il collasso dellera del libero commercio era da associare a al pro'ressivo
declino dela potenza 6ritannica. ='li osservava come il declino di questa potenza, unito al
ri$iuto de'li Gsa di assumersi la responsabilit% di dare stabilit% al sistema, siano
e'ualmente allori'ine della 'rande depressione. :indleber'er individua @ "e%&on%$!ii#3
principali c!e le'emone deve assumersi a$$inc!B il sistema si manten'a stabile:
Le (inque "e%&on%$!ii#3 dee+e'one %e(ondo 6inde!e"+e"
1. ;antenere un mercato relativamente aperto per le merci
in di$$icolt%
2. 4rovvedere alla $ornitura di prestiti anticiclici a lun'o
termine
4. 5ostenere il credito durante la crisi
7. "estire la struttura dei tassi di cambio
@. Essociare un certo 'rado di coordinamento delle politic!e
monetarie nazionali
Cali $unzioni possono ulteriormente essere riassunte in un concetto di mantenimento della
0inf"$%#"u##u"$ e(ono'i($ in#e"n$zion$e1 c!e comprende lassicurazione di un mezzo
di scambio internazionale+ la 'aranzia di sufficiente liquidit#, cosA da consentire una
crescita economica+ la capacit% ride$inire e prote''ere i diritti di propriet# fondamentali per
le merci e i valori o''etti del commercio e delle transazioni internazionali.
La domanda sulla quale ruota tutto il dibattito : le'emonia $avorisce la (oo&e"$zione tra
'li stati oppure noR 5e accettiamo il postulato c!e lordine del sistema sia creato da un
sin'olo attore dominante, ne discende c!e la $ormazione dei re'imi internazionali dipende
proprio dallesercizio delle'emonia. Le'emone quindi dovrebbe 'arantire il bene pubblico
(stabilit%) e imporre i costi mar'inali (riluttanti) oltre a svol'ere $unzioni di polizia nel
sistema.
La questione sulla n$#u"$ 0i!e"$e 0 dee+e'one o''etto di aspre contese. Elcuni
autori (LaDe ())-) sosten'ono c!e molto dipenda dai $attori di produzione delleconomia
della potenza e'emone. E economie capital intensive corrispondono pi $acilmente
autentic!e e'emonie liberali, mentre economie labour intensive tenderanno a produrre
sistemi imperiali. 6ra7leL dice c!e nazioni di 'randi dimensioni e democratic!e
tenderanno a essere liberali+ nazioni pi piccole, del sistema autocratico, possono
ra''iun'ere lo stadio di s$idante (come nel caso tedesco).
4er :eo!ane le'emonia $acilita la cooperazione, mentre il declino delle'emonia,
rendendo pi di$$icile la cooperazione, mette a risc!io i re'imi e'emonici e dunque lordine
e la stabilit% del sistema internazionale. 0;a proprio il declino delle'emonia pu
aumentare la domanda di re'imi internazionali1, sebbene le'emonia possa aumentare la
cooperazione, essa non condizione necessaria e su$$iciente per ottenerla. Le'emonia
pi importante per indurre alla cooperazione, c!e a mantenerla. :eo!ane nota c!e in$atti i
modelli di cooperazione nati sotto le'emonia Gsa, sono resistiti al suo declino, $avorendo
la nascita di meccanismi c!e !anno mi'liorato la politica de'li stati.
Enalizzando il caso dei re'imi internazionali e del ruolo della presenza o meno di un
e'emone, David LaDe (())-) si spin'e ad a$$ermare c!e la 0teoria della stabilit%
e'emonica non una sin'ola teoria, ma un pro'ramma di ricerca composta da du3e
teorie analiticamente diverse e cio la teoria delle leadership c!e parte dalla
1teoria del bene pubblico e si concentra sulla produzione u sulla stabilit% internazionale1 e
la teoria dell0egemonia c!e 0cerca di spie'are i modelli di apertura economica
internazionale1.
CAPITOLO 7: ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
1. LE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI TRA SPERANZE E SCETTICIS-O
Canto nel dibattito scienti$ico, quanto in quello politico le istituzioni sono spesso
considerata come il 'iusto rimedio allanarc!ia delle relazioni internazionali. =sse o$$rono
un quadro di principi e re'ole c!e pon'ono dei $reni allarbitrio de'li stati nei loro
comportamenti reciproci. 5econdo molti studiosi, poltici e cittadini le istituzioni
internazionali possono svol'ere alcune $unzioni c!e nellambito dei sin'oli paesi ven'ono
svolte da'li or'ani dello stato. Cuttavia, le istituzioni internazionali sono anc!e lo''etto di
considerevole scetticismo: $intanto c!e il mondo rester% diviso in stati c!e monopolizzano
luso della $orza armata, le istituzioni internazionali non potranno realmente vincolare
lazione de'li stati. La speranza c!e le istituzioni internazionali possano attutire o
modi$icare lanarc!ia internazionale sarebbe quindi vana.
#!e cosa si'ni$ica 0istituzione internazionale1R La letteratura internazionalistica non
possiede una de$inizione standard accettata da tutti 'li studiosi. Hui ne verr% usata una
operativa. @ccorre $are prima una distinzione $ra 0or'anizzazione1 e 0istituzione1:

O"+$nizz$zione: un 'ruppo di individui dotato di una struttura $ormale e


orientato verso un comune obiettivo+

I%#i#uzione: un insieme di re'ole c!e strutturano linterazione tra individui e


'ruppi de$inendo i comportamenti permissibili e non permessili.
Crasportando questi due concetti alle relazioni internazionali, le istituzioni internazionali
sono sistemi di regole accettati da vari stati che stabiliscono come essi devono o non
devono comportarsi. Calvolta 0istituzione internazionale1 o 0or'anizzazione internazionale1
sono sinonimi. Gna volta data la de$inizione, occorre notare come il termine ven'a
utilizzato in $enomeni diversi. Da un lato si applica a insiemi normativi quali il diritto
internazionale, le re'ole diplomatic!e (in primis in principio di non intervento de'li a$$ari
interni de'li altri stati), dallaltro ai applica alle cosiddette istituzioni 0arti$iciali1, cio non
'enerate dallevoluzione e consolidamento di pratic!e nel corso di decenni, ad esempio
quali il 4atto della 5ociet% delle 9azioni, il Crattato di non 4roli$erazioni delle armi nucleari
e il 4rotocollo di :Loto sul mutamento climatico. Elcune teorie delle Relazioni
Internazionali si concentrano sul primo tipo, altre sul secondo tipo di istituzione.
Huestultimo tipo c!iamato quello della 8cuola 9nglese, i cui massimi esponenti sono
;artin &i'!t , ?edleL 6ull e 6arrL buzan. In particolare questultimo $a una distinzione tra
i%#i#uzioni &"i'$"ie e i%#i#uzioni %e(ond$"ie, osservando c!e le prime consistono in
pratic!e relativamente $ondamentali e durevoli, 'enerate da processi evolutivi piuttosto
c!e atti creativi. 4er 6uzan le istituzioni primarie sono otto:
a) la sovranit%+
b) la territorialit%+
c) la diplomazia+
d) la 'estione dei rapporti $ra 'randi potenze (da cui derivano alleanze e 'uerre )+
e) lu'ua'lianza de'li esseri umani+
$) il mercato+
') il nazionalismo (da cui deriva la democrazia)+
!) la protezione dellambiente naturale.
Lo studio delle istituzioni internazionali precede di molto quello delle relazioni
internazionali. La nascita di questultima allindomani della 4rima 'uerra mondiale
(nascita della prima cattedra di politica internazionale istituita ad EberLst7Lt! ()()),
dettata dal motivo di voler appro$ondire la conoscenza delle condizioni c!e $avoriscono la
cooperazione politica $ra 'li stati e il ruolo c!e le istituzioni internazionali possono avere
nel promuovere questa cooperazione.
Le trava'liate vicende de'li anni -F e .F portarono diversi autori ad etic!ettare, questi
prima corte di autori some 0idealisti1. Huesti scettici c!e ,si autode$inirono 0realisti1,
acquisirono notevole in$luenza intellettuale e politica allindomani della 5econda "uerra
;ondiale, ma non riuscirono mai a mar'inalizzare completamente il $ilone
dell1istitutzionalismo1, cio il $ilone de'li studiosi secondo cui le istituzioni internazionali
possono avere unin$luenza determinante su'li stati. La teoria istituzionalista appare con
varie basi teoric!e I teoria $unzionalista, teoria neo$unzionalista, costruttivismo, ecc S
2. LISTITUZIONALIS-O REALISTA
2.1. :ene$o+i$ dei%#i#uzion$i%'o "$zion$i%#$
9ato a partire dai primi anni 3F, $ra i precursori istituzionalisti pi importanti abbiamo il
0$unzionalismo1 e il 0neo$unzionalismo1.
1. ,unzion$i%'o: sviluppato da David 6itran: (().-), la concezione del
$unzionalismo vede il fallimento dello stato come forma di organizzazione sociale e
quindi doveva essere affiancato da nuove forme di autorit# basate sulle
conoscenze tecniche ed economiche. Linte'razione sarebbe stata promossa da
nuove a'enzie $unzionali+
2. Neofunzion$i%'o: trae ori'ine da =rnest 6. ?ass e si di$$erenzia dal
$unzionalismo per tre punti sostanziali:
a) mira a spie'are processi re'ionali piuttosto c!e 'lobali+
b) mira ad o$$rire una teoria positiva libera da elementi prescrittivi+
c) mette in rilievo dinamic!e pi propriamente politic!e dellinte'razione
sopranazionale+ esso linte'razione sopranazionale in un settore di polic:
(carbone e acciaio) 'enerando incentivi per lestansione e lappro$ondimento
dellinte'razione in altri settori, debordando in settori vicini (e$$etto spill$over).
5econdo il neo$unzionlaismo quindi linte'razione politica re'ionale non viene prodotta
quindi da una decisione $ondamentalmente di impronta $ederalista, ma da un pro'ressivo
allar'amento delle s$ere di competenza delle istituzioni 'enerali.
Huesta e altre teorie $urono $erocemente criticate da autori di tendenza realista. Gno dei
$iloni pi critici asseriva c!e la #omunit% =uropea era stata creata non 'razie alla
cooperazione ma ben sA 'razie alla presenza di una superpotenza dotata di risorse
notevolmente superiori alle altre.
2.2A%%un#i e i&o#e%i
Li%#i#uzion$i%'o "$zion$i%#$ nasce come tentativo di mostrare c!e le'emonia non
c!e una condizione necessaria per assicurare la cooperazione in condizioni di anarc!ia. Il
testo principale di questa scuola ;fter <egemon:, di Robert :eo!ane (()3.), c!e mira
in primo luo'o a dimostrare come cooperazione sia possibile anc!e in assenza di un
e'emone e c!e e le istituzioni internazionali !anno un ruolo essenziale nel promuovere
questa cooperazione. 4er dimostrare questi punti 'li istituzionalisti accettano 'ran parte
de'li assunti con la teoria dei realisti delle relazioni internazionali. Huesti sono:
() la centralit% de'li stati nelle relazioni internazionali+
,) 'li stati a'iscono secondo i principi della razionalit% strumentale+
-) 'li stati badano solo ai propri interessi, non si comportano altruisticamente+
.) 'li stati operano in un 0mondo anarc!ico1, privo di un 'overno mondiale capace
di $ar rispettare 'li accordi+
Lobiettivo dellistituzionalismo razionalista quello di dimostrare c!e , al contrario di
quanto sosten'ono i realisti, questi assunti sono compatibili con elevati livelli di
cooperazione interstatale. Luso della #eo"i$ dei +io(/i stato un elemento importante nel
pro'resso del pro'ramma di ricerca istituzionalista, perc!B questo approccio scaturito dall
economia matematica o$$re una serie di c!iare proposizioni sul le'ame tra pre$erenze
individuali, vincoli strate'ici e probabilit% di esiti cooperativi.
Il punto di partenza della teoria istituzionalista sono le preferenze degli stati, e'li tratta (a
di$$erenza di quello costruttivista) le pre$erenze come variabili %esogene1rispetto alla teoria
stessa, ossia le prende come certe, senza c!iedersi sulle loro natura. La teoria si presenta
quindi subito come parziale. La seconda caratteristica della teoria una logica
funzionalista: lesistenza delle istituzioni internazionali viene spie'ata dai bene$ici c!e
portano a'li stati precisamente delle conse'uenze bene$ic!e.
I promotori dellistituzionalismo avvertono per c!e la loro teoria non si applica a tutte le
situazioni in cui 'li stati si possono trovare. In particolare non si applica quando 'li stati
!anno 'li stessi interessi. Listituzionalismo si applica a quella vasta 'amma di situazioni in
(le pi comuni nelle relazioni internazionali) cui 'li interessi de'li stati sono parzialmente
compatibili e parzialmente con$littuali (6i,ed$interest games).
2.4Co$!o"$zione e (oo"din$'en#o
Cra i vari tipi di situazione caratterizzati da pre$erenze miste, lattenzione de'li
istituzionalisti si concentrata su due 'ruppi particolarmente importanti: i 'ioc!i di
collaborazione e i 'ioc!i di coordinamento. 9ei +io(/i di (o$!o"$zione, 'li stati
tra''ono ma''iori vanta''i da un esito in cui tutti cooperano rispetto a un esito in cui
nessuno coopera, cio in cui tutti 0de$ezionano1. 4er esempio, o'ni stato pu pre$erire un
esito in cui tutti 'li stati si riducono lemissione di 'as serra nellatmos$era a un assenza
'enerale delle misure riduttive , ma pu bene$iciare ancora di pi da un esito in cui tutti gli
altri riducono le loro emissioni mentre esso stesso continua ad aumentarle. In situazioni di
questo 'enere, esempli$icate dal $amoso 'ioco detto il 0Die''$ de &"i+ionie"o1
linteresse individuale a de$ezionare di re'ola prevale sullinteresse comune a cooperare.
Enc!e i cosiddetti +io(/i di (oo"din$'en#o vi una tensione tra obiettivi individuali e
collettivi. In queste situazioni 'li stati !anno un interesse comune a ra''iun'ere un
accordo, ma ('eneralmente) un con$litto di interessi rispetto ai termini dellaccordo stesso.
In altre parole la cooperazione pre$erita alla mancanza di cooperazione, ma diverse
$orme di cooperazione sono possibili e i partecipanti non pre$eriscono tutti la stessa
soluzione. I 'ioc!i di coordinamento ric!iedono un processo ne'oziale, attraverso il quale
'li stati identi$icano una soluzione di compromesso. ;a anc!e in questo caso laccordo
pre$erito pu prendere il sopravvento sullinteresse comune a ra''iun'ere un accordo
qualsiasi. Huesto accade perc!B allo scopo di ottenere una distribuzione dei bene$ici c!e
sia la pi vanta''iosa possibile. Cra queste tattic!e pi comuni sono il bluff e ri$iutare
proposte c!e in realt% sarebbero pre$erite alla mancanza di un accordo. 5ia i 'ioc!i di
collaborazione combinano incentivi a cooperare con incentivi a sce'liere comportamenti
non cooperativi. Gna di$$erenza $ondamentale tra i due tipi di 'ioc!i c!e, una volta
stabiliti i termini dellaccordo, nei 'ioc!i di coordinamento i partecipanti non !anno un
interesse a violare i termini dellaccordo, mentre nei 'ioc!i di collaborazione i partecipanti
trarrebbero un vanta''io delle de$ezione unilaterale.
5econdo 'li istituzionalisti razionalisti alla base dei problemi $inora considerati si trova
spesso un de$icit di info"'$zione. 5e 'li stati in situazione di collaborazione
possedessero una in$ormazione per$etta sul risc!io di de$ezione e, ante e sulle$$ettiva
de$ezione e, post, potrebbero sviluppare meccanismi di deterrenza e sanzione su$$icienti a
consentire un alto livello di cooperazione. 4er 'li istituzionalisti le istituzioni possono
aiutare la cooperazione, in quanto possono aumentare la quantit% e la qualit% delle
in$ormazioni. 4er 'li istituzionalisti non costantemente bassa , ma una variabile c!e pu
essere modi$icata da'li stati attraverso la creazione di istituti internazionali.
Istituzioni incaricate di risolvere problemi di coordinamento, dovrebbero dare la possibilit%
di $ar svol'ere ne'oziati e$$icienti e trasparenti. Le istituzioni dovrebbero dare un
re'olamento al processo di contrattazione e non si dovrebbero preocuppare
dellattuazione de'li accordi ra''iunti, dato c!e non c un incentivo personale da parte
de'li stati a concludere un accordo. Il risc!io di de$ezione invece il problema
$ondamentale dei 'ioc!i di collaborazione. In tal caso le istituzioni devono mettere re'ole
c!e :
a) diminuiscano lambi'uit% de'li obbli'!i e de$iniscono pi precisamente c!e cosa
si intenda per de$ezione+
b) impon'ano obbli'!i di trasparenza e 'iusti$icazione a'li stati+
c) dele'ano ad a'enti 0imparziali1 la veri$ica del rispetto de'li accordi+
d) strutturano la risposta collettiva ed eventuali sanzioni nel caso c!e ven'a
accertata una violazione+
<ormulazioni di istituzionalisti pi recenti considerano i problemi di collaborazione e di
coordinamento come provenienti dalla stessa circostanza. 4er <earon 'li stati devono due
principali questioni:

ne'oziare una divisione dei vanta''i alla cooperazione+

assicurarsi c!e laccordo ra''iunto abbia buone probabilit% di essere rispettato.


Da un lato i 'overni non inizierebbero un accordo se ritenessero c!e 'li altri non lo
rispettassero. Dallaltro <earon osserva c!e riten'ono c!e se laccordo sar% stabile, tanto
ma''iore saranno a''uerriti i ne'oziati a$$inc!B i bene$ici e la durata dellaccordi durino
nel tempo.
2.7Ri%u#$#i e'&i"i(i
5ono di due tipi 'li studi empirici condotti sullistituzionalismo:

4rimo : i 'overni creano istituzioni per i propri bene$ici+

5econdo : le istituzioni !anno 'li e$$etti attesi sul comportamento de'li stati (intal
caso le istituzioni sono la variabile indipendente e la scelte de'li stati sono la
variabile dipendente).
"li anni dopo la 5econda 'uerra ;ondiale $urono cruciali alla $ormazione di $orma
cooperazione istituzionalizzata, ma ci $urono due problemi da considerare:
1) 1oordinamento: 'li stati avevano paura, nel campo dei pa'amenti internazionali,
di perdere riserve di valuta pre'iata di cui disponevano+
2) 1ooperazione: un sistema multilaterale avrebbe potuto $unzionare, soltanto
destinanao una parte dei $ondi dati da'li Gsa con il 4iano ;ars!all.
La creazione di un istituzione con caratteristic!e attentamente considerate (Gnione
=uropea dei 4a'amenti UEP) !a risolto i problemi:
() della disponibilit% de'li Gsa a capitalizzare il meccanismo di cooperazione+
,) il potere decisionale venne a$$idato ad un comando direttivo indipendente da'li
stati membri, ma c!e aveva anc!e la competenza di emettere pareri e
raccomandazioni ri'uardo alle politic!e macroeconomic!e.
Eltro esempio istituzionale positivo stato il <ondo ;onetario Internazionale (,-I) c!e tra
le altre cose proibisce a'li stati membri di imporre restrizioni dei pa'amenti e tras$erimenti
inerenti a transazioni nazionali correnti. Il <mi !a dei meccanismi $ormali per sanzionare i
propri stati c!e non attuano i propri impe'ni, (in ultima analisi lesclusione dalluso delle
risorse del <ondo) divul'ando pubblicamente cosa sia una violazione e rende pubblici i
casi di violazione.
Le Istituzioni internazionali non aiutano 'li stati solo a risolvere i problemi di collaborazione
e coordinamento non solo in campo economico, ambientale e sociale (come abbiamo
visto) ma anc!e in campo di sicurezza, esempio il caso dellIraq di 5addam ?ussein.
Le$$icacia delle sanzioni dipende 'eneralmente dalla cooperazione e dal numero di stati
relativamente 'rande.
4. LA CRITICA DEL REALIS-O
"li autori di tendenza realista delle Relazioni Internazionali sono da sempre scettici nei
con$ronti delle capacit% delle istituzioni internazionali di porre $reni allazione de'li stati. Gn
importante distacco ri'uarda il distacco irrisolvibile. "li istituzionalisti considerano la loro
teoria inapplicabile ai casi in cui 'li interessi de'li stati sono del tutto incompatibili+ tali casi
sono molto rari: per$ino in caso di 'uerra 'li stati !anno interessi in comune.
5econdo i realisti le situazioni in cui 'li interessi sono incompatibili, sono pi comuni. "li
istituzionalisti non trovano necessariamente pi cooperazione, di quanta ne trovino i
realisti. ;a mentre per 'li istituzionalisti, la ma''ior parte dei casi di mancata
cooperazione sono dovuti alla mancanza dellin$ormazione, per i realisti il con$litto deriva
da in#e"e%%i in(o'&$#i!ii8 mentre per 'li istituzionalisti 'li interessi possono essere
compatibili ma il loro perse'uimento pu essere ostacolato da problemi di collaborazione e
coordinamento. ;:RA,ICO) Huesta di$$erenza sui traduce in valutazioni diver'enti sul
ruolo potenziale delle istituzioni internazionali. Huesto ruolo da ritenersi minimo quando
'li interessi de'li stati coincidono, ossia quando le istituzioni internazionali sono super$lue.
Il ruolo anc!e minimo quando 'li interessi de'li stati sono incompatibili e contrapposti,
c!e la situazione normale secondo il realismo. Limpatto invece potenzialmente molto
alto, cio decisivo nel determinare se 'li stati a'iranno in modo cooperativo o con$littuale,
quando 'li interessi sono misti, cio quando 'li stato pre$eriscono cooperare ma sono
so''etti a problemi di collaborazione e coordinamento.
In breve, i realisti considerano listituzionalismo troppo ottimista perc!B considera soltanto i
+u$d$+ni $%%ou#i e i'nora i +u$d$+ni "e$#i)i ed in presenza di questi ultimi non
su$$iciente assicurare il rispetto de'li accordi per convincere 'li stati a cooperare.
Huando 'li stati non sono in 'rado di dividere i vanta''i della cooperazione in modo c!e
riman'a inalterata la loro potenza relativa, essi possono tuttavia accordarsi su una
(o'&en%$zione c!e ristabilisca lequilibrio precedente. ;a questo precisamente il tipo
di problema c!e secondo 'li istituzionalisti viene re'olarmente s$rontato dalle istituzioni.
E dispetto delle di$$erenze $ra realismo e istituzionalismo , da considerare de'na di nota
c!e entrambi 'li approcci concepiscono 'li interessi $ondamentali come indipendenti dalle
istituzioni stesse (:enin' SErc!ibu'i ,FF.).
Gn ulteriore critica realista allistituzionalismo c!e le istituzioni internazionali siano
epifenomeniche , ossia rispecc!iano meramente 'li interessi e i rapporti di $orza $ra stati.
In$atti listituzionalismo razionalista a$$erma c!e le istituzioni si realizzano solo quando
!anno 'i% un interesse a cooperare.
Lasciando c!e il dibattito si sviluppi, 'li istituzionalisti con 'randi s$orzi !anno dimostrato
come le$$etto delle istituzioni non riconducibile solo a e$$etti strutturali. =sempio il ruolo
del peace$=eeping internazionale: la pace dura di pi quando viene dispie'ato del
personale militare internazionale, rispetto a quando sono lasciati soli a mantenere la pace.
Huindi il peace$=eeping !a risolto per questi paesi il 0dilemma della sicurezza1.
7. LISTITUZIONALIS-O COSTRUTTI=ISTA
7.1C$"$##e"i%#i(/e de*$&&"o((io (o%#"u##i)i%#$
Li%#i#uzion$i%'o (o%#"u##i)i%#$, de$inendo modelli di comportamento appropriato,
afferma che le istituzioni strutturano non solo gli incentivi esterni ma anche obbiettivi
fondamentali e talvolta le stesse identit# degli attori stessi. 9n pratica esse non influiscono
solo su ci che gli autorei possono fare , ma su ci che sono. In tal senso listituzionalismo
costruttivista converge con quello razionalista, nel ritenere c!e le norme internazionali
!anno un impatto casuale indipendente sul comportamento de'li attori, ma c!e sono
endogene rispetto alla loro partecipazione nelle istituzioni.
<onte importante sono 'li scritti di ElePander &endt, nella quale sottolinea c!e lanalisi
politica internazionale non deve studiare solo rapporti casuali (condizione antecedente T
'enre e$$etto posteriore U, e T indipendente da U) ma anc!e rapporti costruttivi (T
quello c!e in virt del suo rapporto con U). 4ur avendo base materiale e biolo'ica, 'li attori
sono sempre costituiti nei loro interessi da sistemi culturali in cui sono inseriti. >endt
identi$ica tre livelli di internazionalizzazione delle norme internazionali:
1) 'li attori sanno quale la norma ma obbediscono solo quando sono costretti a
$arlo (logica del realismo)+
2) 'li attori scel'ono di obbedire alla norma perc!B riten'ono $arlo, in quanto nel
loro interesse (logica dell0istituzionalismo razionalista)+
3) 'li attori obbediscono alla norma perc!B la considerano legittima (caso in cui
lattore viene costruito da una norma).
=sempio di ar'omentazione costruttivista dato dal &orld 4olitL C!eorL, sviluppato da
Mo!n &. ;eLer (())2) c!e spie'a come mai le societ% or'anizzate strutturalmente
mostrano un alto 'rado di similitudine strutturale e or'anizzativa.
5pesso le or'anizzazioni sono un vettore centrale la di$$usione di un modello culturale.
=sempio ne il risultato delle attivit% dell8@r'anizzazione delle 9azioni Gnite per
l8=ducazione, la 5cienza e la #ultura (Gnesco) la quale riuscita a de$inire la 'estione e
promozione della ricerca scienti$ica.
7.2 So(i$izz$zione e $"+o'en#$zione
4er istitutzionalismo costruttivista l8impatto delle istituzioni su'li stati avviene in lar'a
misura attraverso processi di

%o(i$izz$zione: processo attraverso il quale l8interazione sociale porta a dei


0novizi1 ad interiorizzare le norme e i modi di vedere di una societ% $ino al punto da
0darle per scontate1.
Ian Mo!nston (,FF() !a identi$icato , distinti meccanismi di socializzazioni: l8in$luenza
sociale e la persuasione.

9el caso dell8infuenz$ %o(i$e la con$ormit% con norme risulta da bene$ici e


sanzioni di tipo sociale, cio non materiale. Cra i bene$ici spiccano un senso di
benessere psicolo'ico, un senso di appartenenza. Le sanzioni possono consistere
nella disapprovazione dei propri pari. L8ipotesi costruttivista c!e questi $attori
esercitino una in$luenza importante su'li stati in quanto membri di istituzioni e
or'anizzazioni internazionali. ;a qunato plausibile c!e 'li stati cerc!ino
l8approvazione de'li altri stati e temano di perdere la loro reputazioneR >ari studi
empirici a$$ermano c!e questi sentimenti possono avere un ruolo non trascurabile.
=sempio, uno studio sul sistema di monitora''io dell8@r'anizzazione mondiale sul
lavoro (O-L) su''erisce c!e molti stati membri prendono sul serio il risc!io della
violazioni dei diritti dei lavoratori.

La &e"%u$%ione un insieme di atti comunicativi c!e 'enerano una conver'enza di


pre$erenze e opinioni in assenza di sanzioni materiali o psicolo'ic!e. 6enc!B non
sia la sola teoria, la teoria della comunicazione del $iloso$o Mur'en ?abermans si
dimostrata particolarmente in$luente. La teoria di ?abermans mira a identi$icare i
presupposti di un dialo'o autentico razionale nonc!B le condizioni istituzionali in cui
questi presupposti possono essere realizzati. 4er valutare la qualit% dei discorsi nel
mondo reale, e'li li con$ronta a una 0situazione discorsiva ideale1, in cui i
partecipanti rappresentano i $atti del mondo in modo veritiero, presentano se stessi
con sincerit%.
I sostenitori della teoria !abermansiana mettono in rilievo il contrasto tra due $orme di
comunicazione: la contrattazione e la argomentazione. Hueste si di$$erenziano:
1. rispetto allorientamento degli attori8 c!e sono orientati al successo nella
contrattazione, alla reciproca comprensione nellargomentazione +
2. rispetto alle loro azioni , c!e sono minacce e promesse nella
contrattazione, in asserzioni condivisibili nella argomentazione+
3. rispetto al loro possibile ruolo dei terzi&, mediatori e garanti nella
contrattazione, autorit# morali e tecniche nella argomentazione+
4. rispetto agli esiti, nella contrattazione si produce un compromesso, mentre
nellar'omentazione si arriva ad un consenso c!e pu portare ad una
tras$ormazione delle pre$erenze e ri$lette ar'omenti pi persuasivi.
CAPITOLO @: INTERDIPENDENZA ECONO-ICA E POLITICA INTERNAZIONALE
1. ORI:INI DELLA TEORIA DELLINTERDIPENDENZA
1.1 I i!e"$i%'o nee "e$zioni in#e"n$zion$i
Le prime due teorie rappresentate in questo libro (equilibrio di potenza S e'emonia) sono
pienamente con la tradizione realista. La principale teoria c!e si occupa de'li e$$etti
dellinterdipendenza economica sulla politica internazionale invece ascrivibile allaltra
'rande tradizione del pensiero tradizionalista, quella liberale, ed emer'e da unna critica
dei principali assunti del realismo.
El contrario di quanto $anno i realisti, lo stato non visto come lunico attore rilevante sulla
scena internazionale. Lo stato visto come uno dei vari livelli ai quali possibile
a''re'are le pre$erenze de'li individui. =sistono pertanto altri so''etti dei quali biso'na
tenere conto quando si analizzano le relazioni internazionali+ alcuni sono di livello ad un
livello pi alto dello stato (le or'anizzazioni internazionali), altri si trovano ad un livello
trasnazionale (compa'nie multinazionali) ed in$ine altri ad un livello subnazionale.
Crovano quindi spazio vari tipi di con$i'urazione dei "$&&o"#i #"$ %o(ie#3 e %#$#o, sia per
quanto ri'uarda le questioni economic!e, c!e le questioni politic!e (con la possibilit%
quindi di diversi tipi di re'ime politico, o di$$erenti orientamenti ideolo'ici). El contrario per i
realisti, qualsiasi tipo di stato tende a comportarsi nello stesso modo, a prescindere delle
sue caratteristic!e, con una pi netta separazione tra politica interna e politica estera.

/0immagine liberale della politica internazionale ' quindi pi- complessa , in quanto
non vi sono solo 'li stati c!e intera'iscono tra loro come impermeabili 0palle da
biliardo1, ma nella quale vi sono anc!e altre identit% internazionali c!e stabiliscono
delle relazioni 0a ra'natela1 c!e in$luiscono su'li esiti politici.

Lambiente in cui operano questi diversi$icati attori non sempre lo stesso tipo di
anarc!ia. /0anarchia internazionale, intesa come lassenza di un 'overno mondiale,
non sar# quindi omogenea nel tempo e nello spazio come nell0analisi realista, e
potr# essere pi- o meno vincolante. Le relazioni tra democrazie o tra stati c!e
commerciano intensamente saranno quindi diverse dalle relazioni tra stati c!e
!anno re'imi politici di$$erenti o c!e non commerciano tra di loro.

9ei casi in cui lanarc!ia sia meno severa, le relazioni tra stati non sono
necessariamente dominate solo da considerazioni c!e ri'uardano la sicurezza. El
contrario del mondo realista, la cooperazione, una condizione di relativa pace sono
possibili.

@bbiettivo quello della "i((/ezz$ e(ono'i($.

Le questioni economiche sono considerate superiori a quelle di sopravvivenza e


all0incertezza dell0anarchia.
Le prime visioni del liberalismo, quelle 1idealista1 e 0utopica1, culminarono in delusioni
dopo lo scoppio della 5econda "uerra ;ondiale e della "uerra <redda. In se'uito nacque
la scuola

0neoliberale0, c!e adottava una visione pi articolata ed interdipendenza


0complessa1 secondo la quale nello sistema internazionale, potevano convivere sia
relazioni conflittuali che relazioni cooperative, tra le quali le considerazioni di
sicurezza sarebbero meno importanti.

"iverse premesse storiche (realisti sono scettici di un potenziale cambiamento) i


liberali credono nella possibilit# del progresso che trasformi le relazioni
internazionali.

Invece di un ciclo di 'uerre e pace, si imma'ina una di"ezione &"o+"e%%i)$


nell0evoluzione storica (whig) da una condizione passata di instabilit# ad una pace,
intesa non come tregua di un conflitto, ma come autentica stabilit#.
1.2 I i!e"$i%'o (o''e"(i$e
Cra i vari liberalismi uno c!e interpreta $edelmente una visione whig proprio il liberalismo
0commerciale1, c!e identi$ica il pro'resso nelle relazioni internazionali con la di$$usione
delle moderne industriali. 9e'li ultimi due secoli in$atti, lincremento nella produzione
economica mondiale, dovuto alle$$icienza allocativa del commercio internazionale, !a
comportato una aumento costante della ricc!ezza di molto superiore alle epoc!e passate.
Huesto $enomeno avrebbe avuto delle ripercussioni inedite sulle relazioni internazionali,
inducendo un crescente numero di paesi a concentrarsi sul proprio successo militare.
5econdo tali teorie la politica internazionale era caratterizzata dal con$litto e dalla 'uerra,
ma poi lo sviluppo economico !a tendenzialmente paci$icato alcune zone del mondo.
Lottimismo del liberalismo commerciale basato sulla ormai classi$ica visione di Edam
5mit! e David Ricardo sui !enefi(i de i!e"o (o''e"(io c!e, se liberato dalle
inter$erenze statali, porta ad un aumento del benessere per tutti.
Huello c!e pi rilevante per la politica internazionale c!e la teoria liberale su''eriva
c!e le politic!e di impoverimento della propria controparte non $ossero razionali da un
punto di vista economico.
La do##"in$ 'e"($n#ii%#$, in vo'a tra 'li albori dellera moderna e lilluminismo, predicava
in$atti i principi c!e avrebbero dovuto portare allo astato sia potere c!e ricc!ezza: il
soste'no 'overnativo alle esportazioni, laccumulo di 'randi risorse.
2. INTERDIPENDENZA ECONO-ICA E POLITICA INTERNA
2.1 In#e"e%%i &$"#i(o$"i e de(i%ioni (oe##i)e
La scelta di uno stato di aprire la propria economia per anc!e in$luenzata dalla
dinamica de'li interessi economici dei vari settori produttivi. ;entre in$atti 'li aspetti S
diplomatici e militari I della politica estera di uno stato sono direttamente sotto il controllo
del 'overno tramite i processi economici dipendono in lar'a misura da attori sociali privati
c!e possono essere in$luenzati dallo stato in misura solamente indiretta: i +"u&&i di
in#e"e%%e. #ome !a dimostrato @lson nella sua #eo"i$ de$zione (oe##i)$ (()3,)
questi 'ruppi dinteresse !anno sia lincentivo c!e lopportunit% di distorcere e catturare la
politca commerciale. Gn ulteriore distorsione pu emer'ere dal $atto c!e i vari 'ruppi
dinteresse possono allearsi, al fine di controllare meglio le decisioni pubbliche. 5econdo la
lo'ica del log rolling, ciascun gruppo imporr# le proprie preferenze alla coalizione, che
potrebbe cos? avere una maggiore probabilit# di successo.
Eltre teorie si concentrano sulla capacit% dello stato di resistere alle pressioni dei 'ruppi
dinteresse. Ed esempio, stata introdotta la distinzione tra 0stati deboli1 e 0stati forti1,
secondo la quale i secondi siano molto pi in 'rado dei primi di sviluppare una politica
economica nellinteresse del paese. Enc!e se possono cadere vittima dei 'ruppi
dinteresse, i 'overni democratici devono sottoporsi periodicamente alla prova elettorale e
devono quindi con$rontare le proprie politic!e con 'li interessi 'enerali del paese.
I )$n#$++i 'o#i)$zion$i (corporations) sono esaltati in assenza della re'ola della
ma''ioranza. 5i potrebbe pertanto creare un sistema 0cartellizato1.
Gna diversa conse'uenza della crescita de'li interscambi economici , inoltre, larrivo alla
ribalta di nuovi tipi di attore, lo societ% multinazionali (corporations) in particolare, c!e sono
dotate di notevoli risorse economic!e. In alcuni casi, le multinazionali sarebbero in 'rado
di modi$icare le politic!e dei 'overni, persuadendoli o costrin'endoli ad aprire leconomia
nazionale alle loro attivit%. Le conse'uenze di questo $enomeno sono il $ulcro di un acceso
dibattito tra c!i ritiene c!e le multinazionali di$$ondano capitali e conoscenza, e c!i
sostiene c!e svol'ano un ruolo di inibizione dellimprenditorialit% locale e si limitino
s$ruttare un lavoro a minor costo, contribuendo al sottosviluppo di ampie aree del mondo.
5econdo alcuni teorici della International 4olitcal =conomL, sottodisciplina delle Relazioni
internazionali, il ruolo delle multinazionali !a ornai assunto una rilevanza da modi$icare la
diplomazia tradizionale, da rendere necessario prendere in considerazione anc!e le
relazioni di 'overno e queste multinazionali e quelle delle multinazionali $ra di esse.
2.2 Le ("i#i(/e neo'$"5i%#e
Lottimismo liberale viene aspramente criticato dalla scuola neomarPista. 4er i neomarPisti:

il mercato non porta ad una ma''iore ricc!ezza complessiva, ma allinevitabile


s$ruttamento delle classi meno privile'iate, c!e basano il loro sostentamento sul
proprio lavoro. La modernizzazione crea solo nuove occasioni di oppressione dei
poc!i sui molti+V

9e consegue un conflitto S o##$ di ($%%e S c!e pu essere risolto solo con una
rivoluzione+

El livello internazionale l0apertura commerciale comporta l0estrazione di risorse


dell0economia meno ricca da parte di quella pi- avanzata, aumentando la
disu'ua'lianza 'lobale+ non ' giusto utilizzare il termine %interdipendenza1 ma,
bensA 0di&endenz$1 (delle altre)

I meccanismi di colonialismo e neocolonialismo impediscono il cammino dei paesi


del Cerzo ;ondo dal passa''io da povert% ad arretratezza+

Eltri teorici neomarPisti dise'nano un sistema 'lobale piramidale nel quale c!i tiene
le leve economic!e domina 'li altri+V

&allerstein descrive un %i%#e'$ A 'ondo strettamente inte'rato dalla divisione


internazionale del lavoro e suddiviso in tre aree poste in ordine 'erarc!ico:
o () centro: avanzato ed industrializzato+
o ,) semiperiferia: in via di sviluppo+
o -) periferia: arretrata e s$ruttata dalle altre due zone.V

I paesi c!e, di volta in volta, apparten'ono a queste cate'orie possono cambiare,


ma non il $atto c!e esistano queste zone diverse di s$ruttamento e dipendenza.
4. LE CONSE:UENZE DELLINTERDIPENDENZA SULLA POLITICA
INTERNAZIONALE
4.1 :i effe##i &$(ifi(i dein#e"di&endenz$

4rincipali effe##i dellinterdipendenza economica ri'uarda i rapporti f"$ +i %#$#i(


o !i- stretta collaborazione fra di loro 4
o 1onseguenza maggiore interdipendenza economica 4
o 6aggiore peso dato agli individui interni agli stati, induce ad una maggiore
concentrazione sulle questioni economiche.@

4rimi pensatori del dou, commerce sono stati ?ume, ;ontesquieu, Moan 5tuart
;ill.

Lapo'eo della 0pace commerciale1 si ra''iun'e con la S(uo$ di -$n(/e%#e",


'uidata da Robert #obden+ @

Idea c!e la 'uerra potesse essere pro$ittevole era diventata una great illusion+

T"e effe##i principali del (o''e"(io a $avore della &$(e e della %#$!ii#3:
o 19 commercio modifica gli incentivi degli stati nell0arena internazionale
permettendo loroi di ottenere prodotti di cui hanno bisogno, senza dover
correre rischi ne di costi di una guerra o di una conquista.
o 29 una maggiore interdipendenza economica diventa un incentivo a
mantenere la pace in quanto la competizione politica e la guerra
interromperebbero i flussi economici e la maggiore efficienza4 ci sono due
accezioni del termine interdipendenza:
a) %en%i!ii#3, intesa come la predisposizione degli stati a diventare
sensibili agli eventi c!e avven'ono ai loro alleati economici+
b) )une"$!ii#3, dal momento c!e un eventuale interruzione dei $lussi
economici comporterebbe un costo c!e inciderebbe sul benessere del
paese.
o 49 effe##i %o(ioo+i(i (liberalismo sociologico) che enfatizzano le
comunanze, piuttosto che le differenze tra i popoli e nazioni.
3.2 Le ("i#i(/e "e$i%#e $$ &"o%&e##i)$ i!e"$e

Il realismo non condivide l8en$asi posta dai liberali sui $attori economici+

I realisti sono convinti c!e l8apertura alle economie non sia scontata, non tutti 'li
stati possono permettersi il lusso del libero commercio+

Rosseau dice c!e 'li stati sono in competizione per vanta''i relativi e reali e non
per vanta''i economici di tipo assoluto+

?amilton e List su''erivano di rinunciare all8apertura commerciale per mantenere


una capacit% commerciale indipendente c!e potesse 'arantire la %i(u"ezz$ deo
%#$#o+

5econdo questi precursori la ma''ior parte dei realisti contemporanei rele'a quindi
'li ar'omenti economici in secondo piano, sebbene un certo 'ruppo
0neo'e"($n#ii%#$1 vada oltre.

9ella letteratura contemporanea sono tre i pericoli per la sicurezza de'li stati c!e
ven'ono identi$icati per quanto ri'uarda lo sviluppo di un8economia mondiale
aperta:
1. Gn8 economia capitalistica porta ad un andamento ciclico dell3economia,
generando processi di espansione e concentrazione oltre i controllo di ogni azione,
innescando improvvisi cambi degli scenari politici internazionali ("rande Depressione de'li
anni -F)
2. il concetto di interdipendenza implica un asimmetria di condizioni c!e raro
considerare nella realt%+
3. Invece di indurre alla cooperazione, la )une"$!ii#3 prodotta dall8esposizione a
$enomeni oltre il proprio controllo potrebbe essere vista, piuttosto come un 8opportunit%,
come un costo+
CAPITOLO B: POLITICA E PACE DE-OCRATICA
1. POLITICA INTERNA ED ESTERNA
Ebbiamo sottolineato in precedenza c!e la disciplina delle Relazioni Internazionali si
sviluppata equiparando la politica internazionale alla politica interstatale. Huesta
prospettiva !a 'uidato anc!e lo studio della

&oi#i($ e%#e"$: l0attivit# con cui gli stati definiscono e proseguono i propri obiettivi
nel sistema internazionale. Il 'odeo %#$#o(en#"i(o de$inisce tale disciplina come
immutabile rispetto alle caratteristic!e de'li stati stessi. "li assunti c!e permettono
il $unzionamento di essa sono: la razionalit#, autonomia e unitariet# degli stati.
Eltre prospettive a$$ermano c!e la$$ermazione di tali assunti possono limitare la nostra
conoscenza delle relazioni internazionali. Hueste nuove prospettive a$$ermano c!e
biso'na studiare lattivit% tenendo in conto la

&oi#i($ in#e"n$: dinamic!e intrasocietarie, in cui 'li attori sociali ed economici


intera'iscono+ le dinamic!e stato e societ%
1.1. L$ &oi#i($ e%#e"$ f"$ !u"o("$zi$ e &oi#i($
;olte teorie assumono la dimensione statocentrica: quando si a$$erma c!e lIraq !a invaso
il :u7ait o c!e 'li Gsa !anno deciso di porre la 'uerra la terrorismo internazionale, si
avanza una certa descrizione de'li eventi internazionali. 9ella realt% 'li stati non a'iscono:
a invadere il :u7ait non stato concretamente l1Iraq1 ma un certo insieme di mezzi
militari+ 'li 0stati1 insomma sono dei costrutti mentali, dei concetti c!e rimandano, nella
realt%, ad a''re'ati complessi di persone. 5e 'li stati sono de'li apparati, per
comprendere il modo in cui essi intera'iscono, biso'na anc!e capire come questi apparati
$unzionano. Cenendo conto di questo $attore, vedremo i 'overni non pi come or'anismi
compatti con pre$erenze univoc!e. Huesta la teoria della

&oi#i($ !u"o("$#i($: la politica estera di uno stato deriva dallinterazione $ra diversi
apparati politici e burocratici, c!e lottano per $ar prevalere nel processo decisionale,
la loro percezione dei problemi in 'ioco e i loro interessi speci$ici. In tal caso,
linteresse nazionale diventa un mero esito ne'oziale il cui contenuto deriver% pi
dai compromessi e da'li scambi. Cre punti da ricordare:
a) Aale modello mette in dubbio gli assunti statocentrici dell0unitariet# e della
razionalit# degli stati+ (tale assunto viene meno poic!B la politica non
$ormulata in modo centralizzato)
b) /a politica estera non consisterebbe di decisioni prese in modo
strumentalmente razionale, di compromessi fra posizioni divergenti+
c) Ri'uarda le modalit# concrete secondo cui i processi decisionali( la politica
estera non rimane pi- confinata nei ministeri degli esteri ma si estende
orizzontalmente attraverso molte agenzie governative , provocando nuovi
problemi di coordinamento e di controllo.
1.2. L$ &oi#i($ e%#e"$ f"$ +"u&&i di &"e%%ione e (o'uni#3 e&i%#e'i(/e
Il modello della politica burocratica punta il dito su ci c!e succede nella macc!ina dello
stato, ma se si accetta c!e la politica estera di uno stato non consista nella selezione dei
comportamenti pi adatti a $ronte''iare le s$ide, bensA nel ra''iun'imento de'li interessi,
biso'na considerare anc!e e ric!ieste interne. Il modo con cui uno stato perse'ue i propri
interessi esterni produce numerose conse'uenze: la decisone di prote''ere il proprio
territorio + la scelta di abbassare o alzare le barrire do'anali. ;a se la scelta di politica
estera toccano questioni economic!e e politic!e di ori'ine interna, allora i 'ruppi
economici e sociali i decisori politici, vorranno contare di pi nelle decisione di politica
estera. Da ci la letteratura !a sottolineato limpatto dei +"u&&i din#e"e%%e c!e possono
avere sulla politica estera. Huindi le decisioni di politica estera non corrispondono
necessariamente alle s$ide del sistema internazionale ma anc!e alle esi'enze domestic!e.
6entre nel modello statocentrico si assume che il governo persegua razionalmente
l0interesse nazionale, in questa nuova teoria il governo si vede come un attore che
interagisce con altri gruppi interni per perseguire le politiche estere che realizzano gli
interessi di quella coalizione specifica. !utman !a sviluppato questo ar'omento in
particolare, costruendo un modello interpretativo in cui i 'overni sono concepiti come
attori c!e 'estiscono strate'icamente un +io(o $ due i)ei:

a) $ i)eo n$zion$e: i 'ruppi domestici perse'uono i propri i interessi


premendo sul 'overno a$$inc!B esso adotti politic!e loro $avorevoli+

b) $ i)eo in#e"n$zion$e: i 'overni nazionali cercano di massimizzare la


propria capacit% di soddis$are le proprie pressioni domestic!e e intanto di
minimizzare le conse'uenze ne'ative+
Lin$luenza dei 'ruppi di pressione !a anc!e una base empirica: @lson (()3,) !a
dimostrato come le pressioni di $orti 'ruppi economici non competitivi, condizioni la politica
economica commerciale di uno stato, inducendolo a ridurre la propria apertura al libero
commercio e aumentando il protezionismo.
La politica estera anc!e in$luenzata anc!e da altri 'ruppi domestici:

le (o'uni#3 e&i%#e'i(/e: reticoli $ormali ed in$ormali di esperti c!e di$$ondono in


modo autorevole in$ormazioni e conoscenze circa le questioni internazionali.
5pesso considerate nelle loro diramazioni trasnazionali, tali comunit% !anno uina
notevole dimensione interna, poic!B possono or'anizzarsi divenendo thin= tan=s
indipendenti.
Enc!e se la letteratura dibatte sul peso e$$ettivo di queste comunit% sulla politica estera, il
loro al livello nazionale non pu essere i'norato.
1.4 L$ &oi#i($ e%#e"$ f"$ o&inione &u!!i($ e 'ezzi di (o'uni($zione
La politica estera stata sempre considerata un settore decisionale isolato dal dibattito
pubblico e sottratto al controllo pubblico. E soste'no di tale posizione vi erano i se'uenti
$attori: la riservatezza nelle trattative internazionali+ necessit% di perse'uire interessi di
lun'o periodo e quindi evitare cambi di linea indotti dallemotivit%+ la spinosit% delle
questioni c!e possono portare alla 'uerra. Cutto ci non sembra essere con$ermato dalla
letteratura contemporanea.
Huando le pre$erenze della popolazione coincidono con quelle della politica estera esse
esprimono lorientamento dello&inione &u!!i($ su certi temi, e questultima pu
in$luenzare la politica estera ora stimolando la 'amma dei comportamenti possibili
(lipotesi di un attacco terrestre della 9ato in :osovo $u escluso per le sue ricadute sul
pubblico), ora stimolando certe decisioni. Le$$etto dellopinione pubblica pu essere:

in#e"'i##en#e, dato c!e le elezioni si svol'ono periodicamente+

%en%i!ie a'li stimoli dei 'ruppi or'anizzati o del potere politico+

de!oe perc!B lopinione pubblica tende a concentrare la propria attenzione su


questioni diverse dalla politica estera, come il $isco o loccupazione+

f$)o"e)oe in modo incondizionato al 'overno, in specie quando il paese si trova in


'uerra.
E tale processo contribuiscono i mass media con due modi:

essa parte vitale del processo di formazione ed espressione delle preferenze


politiche, poic!B di$$ondono e producono in$ormazione+

ponendo al centro dell0attenzione pubblica i temi che trattano, essi danno


importanza e urgenza a certi temi problemi anzich5 ad altri (0CNN effe(#1)
"razie a ci le questioni di politica internazionale sono entrate a $ar parte nella vita
quotidiana del pubblico di molti pesi nel mondo. #i pu produrre diversi e$$etti nel mondo
a seconda delle istituzioni politic!e dei diversi paesi.
2. POLITICA INTERNA E POLITICA INTERNAZIONALE: LESPANSIONE
DELLARENA DECISIONALE
5e si adotta una prospettiva storica ampia, si pu rilevare c!e lattivit% della politica estera
contemporanea sia molto diversa dalla

politica di gabinetto: un apolitica decisa da poc!e $i'ure (sostanzialmente dal


sovrano e dal ministro de'li esteri).

E questa pratica si associa bene la teoria del realismo. E modi$icare questo quadro cui !a
pensato nuovi fattori 'iunti nel 9ovecento:

ingresso sulla scena mondiale della politica di massa e della guerra globale4

crescita dell0interdipendenza economica e velocit# dei mezzi di comunicazione+


Huesto percettibile attraverso #"e di'en%ioni di$$erenti:

e%&$n%ione dei #e""i#o"i: !anno cambiato i tratti di $ondo della politica


internazionale c!e divenuta politica intermedistica, indicando lintreccio $ra
elementi internazionali e questioni domestic!e+

e%&$n%ione de+i $##o"i: da un lato alle $i'ura della politica si sono a$$iancati i
militari e le banc!e centrali, dallaltro la rami$icazione di questioni sensibili alla
politica estera !a aumentato 'li spazi di intervento dei 'ruppi domestici e aperto
quelli per la popolazione+

e%&$n%ione dee &"$#i(/e de$ &oi#i($ e%#e"$: la riservatezza della diplomazia


bilaterale !a lasciato il posto a una politica pi trasparente condotta tramite summit
o con$erenze internazionali+ la proli$erazione di or'anizzazioni internazionali !a
diversi$icato le sedi in cui 'li stati si con$rontano+ i mezzi di comunicazione !a
permesso la nascita della diplomazia pubblica.
E se'uito di queste tras$ormazioni larena politica internazionale si in'randita ed
divenuta pi complessa.
3. LA POLITICA ESTERA ,RA :UERRA E ISTITUZIONI POLITIC<E: LA TEORIA
DELLA PACE DE-OCRATICA.
"li stati si presentano con diverse $orme politic!e: c!e siano paesi $ederali, o unitari c!e
abbiano sistemi parlamentari o presidenziali, $a di$$erenza quanto al modo in cui essi si
comportano nellarena internazionale. Huesta la base della

#eo"i$ de$ &$(e de'o("$#i($: una corposa tradizione c!e di ricerca di matrice
liberale c!e instaura un nesso casuale $ra il principale attributo istituzionale de'li
stati S la natura del re'ime politico S $ra la natura democratica del re'ime e la
'uerra.V

nella ri$lessione sul rapporto tra democrazia e 'uerra ricorre lidea c!e le
democrazie si comportino diversamente da'li altri re'imi politici, lori'ine deriva
dallopera di :ant !er la pace perpetua (B9C) .V

La teoria prende spunto dalle intuizioni Dantiane per sottoporre a inda'ine il


rapporto peculiare c!e le'a la democrazia come re'ime politico e il con$litto
internazionale+ .V

Cale tradizione si interro'ata: loccorrenza della 'uerra in relazione alla natura


delle istituzioni politic!e de'li stati c!e la combattono, o se re'imi politici diversi
$anno la 'uerra con $requenza diversa+ .V

E questa domanda la letteratura !a risposto cosA: non si pu sostenere c!e le


democrazie siano pi paci$ic!e de'li altri re'imi politici poic!B esse combattono
meno $requentemente la 'uerra, anzi esse $anno la 'uerra tanto quanto 'li altri
re'imi+ .V

La pace democratica deriva il suo nome dal $atto c!e essa teorizza la pace c!e
caratterizza le interazioni $ra soli re'imi democratici, vediamo tale teoria partendo
dai numeri.
3.1. I d$#i de$ &$(e de'o("$#i($
Il tema della pace democratica si imposto come centrale nelle relazioni internazionali
a partire dalla prima met% de'li anni 3F, al se'uito contributo di DoLle (()3-).

='li a$$erma c!e le democrazie sono re'imi politici c!e durano almeno - anni, si
distin'uono per leconomia di libero mercato, propriet% privata, sovranit% esterna,
tutela dei diritti umani , potere le'islativo ed elezioni a cui partecipa almeno il -FO
dellelettorato masc!ile+

9elle ((3 'uerre combattute nellarco di quasi ,FF anni, anc!e se 'li stati liberali
sono stati coinvolti, 'li stati in cui sono assicurate costituzionalmente le libert%, non
si sono $atte la 'uerra+

Da ci la peculiarit% c!e la teoria della pace democratica sottolinea come cruciale


nel rapporto $ra le democrazie e la 'uerra+V

;aoz e Ebdolali (()3)) danno una base empirica alla teoria concentrandosi sulle
--, coppie di stati c!e si sono $atte 'uerra dal (3(* al ()*2 e nonostante la
probabilit% statistica di trovare il /O di con$litti di coppie $ra stati democratici, questi
ultimi non si sono mai combattuti sul campo aperto+ V

5c!7eller (()),): mentre i re'imi non democratici ricorrono con re'olarit% a questo
strumento per impedire a'li avversari di avere il me'lio, le democrazie
sperimentano strade alternative: a seconde del re'ime c!e $ronte''iano se si tratta
di un paese democratico, tendono a cercare un accomodamento paci$ico+ se si
tratta di un paese non democratico tendono a costruire alleanze di$ensive+

I rapporti $ra Gsa e "ran 6reta'na !anno conosciuto e superato senza con$litti
aperti una situazione c!e la teoria realista della #"$n%izione de &o#e"e connette
strettamente alla 'uerra: situazione in cui una potenza in ascesa supera la potenza
principale del sistema internazionale, come avvenuto $ra la $ine dell 3FF e inizio del
)FF quando i secondi !anno sottratto alla prima il dominio dei mari.
3.2. Le ($u%e de$ &$(e de'o("$#i($
:ant speci$icava tre elementi c!e avrebbero portato alla pace democratica:

la diffusione universale del governo costituzionale repubblicano+ la natura


repubblicana de'li stati avrebbe reso questi meno propensi alla 'uerra+

la stipulazione di un unione pacifica fra le repubbliche, c!e avrebbe di$$uso


dellaccomodamento paci$ico delle controversie+

il rispetto del diritto cosmopolitico, c!e sancisce il dovere dellospitalit% universale ,


avrebbe protetto lo sviluppo del commercio, rin$orzando i loro le'ami reciproci.
Hueste spie'azioni e quelle contemporanee ruotano attorno a #"e ($u%e principali:
1. Le ($u%e i%#i#uzion$i ri'uardano 'li assetti istituzionali della pace democratica.
5ono importanti due elementi:

Il $atto c!e le democrazie siano dei sistemi politici in cui il governo dipende
dalla capacit% di conquistare e mantenere il consenso dei cittadini+

Il $atto c!e le democrazie siano dei sistemi politici con 'overno limitato, ossia
c!e prevedono pesi e contrappesi e meccanismi di controllo, sottoponendo il
potere esecutivo al controllo de'li altri poteri+
Huesti due elementi comportano #"e (o%#"izioni:

Dato c!e i costi di una 'uerra ricadono direttamente sui cittadini e c!e il
loro consenso necessario per mantenere il 'overno, questultimo
tender% a decidere la 'uerra meno di $requente di quanto non $anno i
'overni non democratici+

Il ruolo dellopposizione tutelato nei re'imi democratici, dove i 'overnanti


si aspettano dei costi pi alti per luso della $orza e questo li rende pi
riluttanti ad utilizzarla+

La di$$usione della stampa e dei mezzi di comunicazione prevede


decisioni a$$rettate e ostacolano una politica a''ressiva.
2. Le ($u%e no"'$#i)e !anno c!e $are con la cultura politica c!e caratterizza la
classe politica dei re'imi democratici. Dal momento c!e la competizione
limitata, nel senso c!e la violenza non contemplata nelle risorse impie'abili,
questi re'imi coltivano al proprio interno i valori della risoluzione paci$ica dei
con$litti e delle controversie. Huesti a loro volta in$luenzano la politica
internazionale rendendo i cittadini ancora meno propensi a politic!e a''ressive.
3. Le ($u%e e(ono'i(/e ri'uardano le conse'uenze c!e derivano dalla politica
estera, dal $atto c!e esse tutelano la propriet% privata e le libert% economic!e.
Hueste tutele producono un sistema economico di libero mercato c!e $acilita lo
sviluppo delle relazioni commerciali con lesterno e linte'razione in un sistema
internazionale.
Loperare con'iunto di queste tre cause sarebbe una spie'azione soddis$acente delle
pace democratica, ma non solo in$atti la loro siner'ia !a a $ormare una (o'uni#3
&u"$i%#i($ di %i(u"ezz$, ossia un insieme di stati indipendenti c!e escludono
praticamente luso della $orza nei loro rapporti reciproci. Huindi una pace perpetua poic!B
ristretta alle democrazie, ma pur sempre reversibile poic!B connessa allevolversi delle
condizioni c!e l!anno portata. Gn re'ime democratico pu tornare ad essere autoritario o
totalitario.
La letteratura !a trovato altri $attori c!e !anno a c!e vedere con il 'rado in cui 'li stai
riescono a comunicare in modo serio alle controparti le loro intenzioni. Hui possiamo
ritrovare quella c!e possiamo identi$icare come la ($u%$ info"'$#i)$ della pace
democratica. 5econdo <earon (()).) le democrazie c!e a$$rontano le dispute
internazionali, devono sottoporsi al 'iudizio de'li elettori, le loro posizioni diventano pi
impe'native, poic!B ai costi della loro attuazione si a''iun'ono i costi reputazionali
domestici. Huindi i segnali negoziali delle democrazie sono molto pi- affidabili, de'li altri
re'imi non democratici. 5ono a$$idabili anc!e per altri motivi:

Le democrazie sono a$$idabili per via del loro pluralismo istituzionale+

9on $ondano la loro le'ittimit% sui leader c!e le 'overnano e 'li impe'ni c!e loro
prendono non cambiano mutuamente al cambiare dei 'overnanti+

4rendono i loro impe'ni in modo aperto nel sistema internazionale, ci aumenta le


loro opportunit% dei loro alleati di intervenire se queste li vo'liono mutare,
in$luenzando dallesterno i costi di quella decisione.

E$$rontando in modo libero le decisioni internazionali esse !anno modi in pi per


evitare le 'uerre, !anno in$ormazioni certe su quando il con$litto prossimo+ !anno
pi armi per evitare il con$litto, ricercando soluzioni alternative.
3.3. I di!$##i#o %u$ &$(e de'o("$#i($
Hui ci limitiamo alla ("i#i(/e di tenore 'enerale.
Le de$inizioni operative della democrazia accolte nello studio comparato sono molto
lontane da quelle c!e in$orma questa tradizione. Le prime critic!e partono dai criteri(

5econdo Da!l per esempio, un re'ime politico una poliarc!ia se 'arantisce


costituzionalmente le se'uenti condizioni: libert% associativa, libere elezioni, diritto
di voto attivo e passivo, elezioni libere eccW

4er LiXp!art si pu parlare di democrazia se un re'ime assicura condizioni simili per


un arco di tempo su$$icientemente lun'o, almeno -F anni.
#on$rontando questi requisiti con quelli speci$icati nella de$inizione, ci rendiamo conto, c!e
essa sia meno esi'ente: in quanto non ric!iede il su$$ra'io universale e considera
su$$iciente spettro temporale di - anni. Il punto allora si studia davvero la pace
democratica se lanalisi empirica seleziona re'imi c!e sono cosA blandamente
democraticiR La risposta c!e la scelta di una de$inizione 0lar'a1 resa inevitabile
dallesi'enza di dare pro$ondit% allanalisi storica. "razie a questo ar'omento molti autori
di tendenza realista !anno detto c!e il numero di democrazie stato molto ridotto $ino a
tempi recenti e ci c!e renderebbe non si'ni$icativa sul piano statistico la correlazione
empirica c!e $onda la pace democratica: solo 'razie a una de$inizione operativa molto
0lar'a1 la pace democratica sembra convincere, ma una tale de$inizione porta con se
elementi c!e smentiscono la teoria stessa. 9el complesso la teoria !a trovato ,F casi
dubbi in uno spettro c!e va dal .(/ a.#. ad o''i.5u questi vanno $atte due considerazioni:

9on si pu rimanere
stupiti dal numero dal
numero limitato di casi,
data la pro$ondit% del
periodo considerato,
anc!e perc!B tale
numero deriva dal $atto
c!e la letteratura non !a
accolto sempre la
stessa de$inizione
operativa di democrazia+

5i deve rilevare c!e la


presenza di casi dubbi,
anc!e se diversi tra di
loro, di$$usa nei contributi di questa tradizione, ci impone di non trascurare
questo problema: in due casi vi sono le vere condizioni di dubbi delle vere e
proprie eccezioni alla pace democratica: guerra ispano$americana del D9D e la
grande guerra rispetto al comportamento della .ermania imperiale. La letteratura
per spie'are queste due eccezioni, !a invocato il non completo possesso dei
requisiti delle democrazie: nella "ermania Imperiale la politica estera era
costantemente $uori controllo parlamentare (DoLle ()3-)+ nomina capo re'io
dellesecutivo in 5pa'na, quindi il re'ime era autocratico (Russet ())-). Cuttavia
queste spie'azioni lasciano insoddis$atti poic!B $anno ven'ono meno alla ra'ione
delloperazionalizzazione della democrazia storicamente contin'ente.

4anebianco (())2) !a lamentato c!e la teoria della pace democratica !a lasciato


ai limiti un problema importante analizzando la democrazia in 'enerale e non nelle
sue sin'ole $orme+

Da ci si arriva a distin'uere in democrazie c!e siano liberali o illiberali4 @7en


su''erisce c!e importante tale distinzione poic!B alla base delle scelte di politica
estera dei 'overni sta il modo in cui essi percepiscono reciprocamente: c!e una
democrazia sia 'overnata da una classe politica illiberale, allora pu essere
ra'ione su$$iciente per ritenerla minacciosa e combatterla.

Lintroduzione del criterio dellideoo+i$ i!e"$e al $ianco di quelli relativi alle


re'ole democratic!e riduce il campo dei re'imi coinvolti nella pace democratica
restrin'endola ai soli paesi occidentali e alle comunit% di sicurezza c!e nata dai
loro rapporti reciproci+

Lo stesso statuto della democrazia cambierebbe da teoria 'lobale a teoria locale,


cio capace di spie'are quel rapporto solo quando la democrazia !a un alto 'rado
di liberalismo, e ristretta ai paesi dellarea euroatlantica.

;entre lassenza di 'uerre $ino allinizio del TT secolo potrebbe spie'arsi


semplicemente notando il basso numero di re'imi democratici, dopo il ()./ la
pace democratica da attribuirsi alla presenza di un sistema bipolare in cui i paesi
democratici erano strettamente alleati in un blocco e'emonizzato da'li Gsa.
4. LA PACE DE-OCRATICA ED IL SISTE-A INTERNAZIONALE CONTE-PORANEO
Il crollo del muro di 6erlino !a modi$icato molti attributi $ondamentali del sistema
internazionale. Gno dei pi importanti $attori $ra questi stata la rottura della $orte identit%
di interessi c!e compattava $ra di loro i paesi c!e si di$endevano assieme allGrss.
Di conse'uenza dopo il 1CDC mancato il $attore c!e !a prodotto la pace democratica
durante la 'uerra $redda secondo la prospettiva realista. 5i possono sottolineare alcuni
elementi:

La recente transizione di sistema non !a coinciso con il venire meno della


continuit% di sicurezza del bipolarismo, anzi alcune potenze non occidentali sono
state attratte dallorbita delle istituzioni c!e !anno veste $ormale alla comunit% di
sicurezza occidentale, con lavvicinamento della Russia alla 9ato, al "2K3 e
all@r'anizzazione mondiale del commercio (@;#)+ e con lin'resso della #ina in
questultima+

Il volume de'li scambi commerciali notevolmente aumentato,

#ome successo dopo le 'rande cesure internazionali del passato, anc!e dopo il
()3) il numero dei paesi democratici aumentato notevolmente (?untin'ton ())()+
9el tempo contemporaneo non vi sono stati con$litti tra le democrazie , a parte un caso
dubbio: 'uerra tra India e 4aDistan, di cui si pu discutere il 'rado di democraticit% di
questo e del numero di morti e$$ettivamente sostenuti dai due paese. 9el $rattempo va
anc!e se'nalata, la $requenza con cui delle democrazie !anno iniziato o sono intervenute,
basti pensare ai casi di disputa militare di "renada del ()3), e 'uerre in Iraq nel ())(,
nella eP Mu'oslavia ())/, in :osovo nel())), in E$'!anistan nel ,FF( e in Iraq nel ,FF-.
4erci se risulta di$$icile sostenere la natura intrinsecamente paci$ica delle democrazie,
sembra per anc!e possibile concludere c!e il sistema internazionale attuale non o$$re
ra'ioni per con$utare la pace democratic!e. #i si pu c!iedere quali politic!e si possono
se'uire per $arla pro'redire:
1. da un lato secondo le ultime inda'ini, le ultime democrazie tendono ad
incominciare la 'uerra molto di pi de'li altri re'imi+ dallaltro le democrazie
consolidate tendono a $are 'uerra pi de'li altri re'imi, quando i loro avversari
sono piccoli re'imi non democratici. Huindi la stessa espansione democratica
potrebbe portare ad un aumento delle tensioni internazionali.
2. 5i devono valutare con attenzione le possibili conse'uenze delle scelta di $are la
'uerra per poter e%&o"#$"e $ de'o("$zi$. Le 'uerre combattute per rendere
democratici i re'imi considerati ostili sono molto dubbie, poic!B ric!iedono
in'enti risorse per essere condotte in porto e poic!B !anno molto raramente
successo: in un ristretto numero di casi (/ su ,- o il ,,O) il re'ime democratico
instaurato in se'uito alloccupazione militare si consolidato a (F anni
dallintervento (Endreatta ,FF/)
5e'uendo lanalisi di Da!l (()2() biso'na aumentare lal$abetizzazione e urbanizzazione
della popolazione, ra$$orzare la classe media.
In$ine la democrazia un re'ime c!e allar'a lo spazio paci$ico internazionale, ma non
privo di complicazioni e le scelta della 'uerra per esportare la democrazia potrebbe
inceppare il meccanismo c!e ne sta alla base.
PARTE TERZA :
CONTINUITA E DISCONTINUITA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
CAPITOLO E: SICUREZZA
1. LA SICUREZZA CO-E SCOPO ELE-ENTARE DELLAZIONE POLITICA
"li individui vivono in societ%. #!e implicazioni comporta una tale a$$ermazioneR

#i troviamo di $ronte ad un a pluralit% di attori+

# dispersione di risorse , per cui o'ni attore possiede un determinata quantit% o


miP di risorse (economic!e, simbolic!e e di violenza)

Interazioni tra 'li attori siano di tipo diverso e possono essere collocate in un
continuum c!e va dalla contrattazione al con$litto. ;olte situazioni di con$litto in
realt% sono delle contrattazioni (bargaing situations)
La riduzione dellincertezza e dellinsicurezza costituiscono lo 0scopo elementare1
dellazione politica.

In(e"#ezz$: o'ni attore pu rendere mutevoli e imprevedibili le ra'ioni di scambio


tra le risorse c!e possiede+

In%i(u"ezz$: o'ni attore pu in$li''ere o minacciare di in$li''ere danni alla


sopravvivenza $isica de'li altri attori o alle loro risorse+
La sicurezza ricade pertanto nellambito della politica, ne lo''etto pere de$inizione.
9ellesperienza storica delloccidente, lo %#$#o listituzione c!e !a realizzato con
ma''iore e$$icacia la 'aranzia nei con$ronti di incertezza e insicurezza e c!e !a
consentito di $uoriuscire da quella condizione di natura in cui la vita umana sarebbe
0solitaria, misera, ripu'nante, rozza e breve1. 5arebbe tuttavia riduttivo a$$ermare c!e le
sicurezza sia la preoccupazione esclusiva c!e lo stato si pre$i''e: o''i 'iustizia ed
e'ua'lianza sono valori politici altrettanto se no pi rilevanti. Lo''etto della sicurezza un
tema c!e stato quasi totalmente totalizzato dalla teoria del realismo. Ello stesso tempo
per di$$icile non riconoscere come laspirazione alla sicurezza non sia un valore
comune ad o'ni essere umano. 9e'li anni )F su una politica troppo entusiastica, si era
di$$usa la percezione c!e le questioni ri'uardanti la sicurezza $ossero desinate a ridurre la
loro in$luenza. "li eventi di questi ultimi anni si sono incaricati di retti$icare simili
impostazioni.
2. IL PARADI:-A ANARC<ICO8 O==ERO LA CONTINUA CO-PETIZIONE PER LA
SICUREZZA
9el campo delle Relazioni internazionali, la sicurezza intesa come sostanziale
sopravvivenza dello stato in quanto entit% autonoma e indipendente. 4er tutelare lordine
civile, o'ni sin'ola entit% statale deve essere in 'rado di prote''ere la comunit% c!e le !a
dato vita anc!e dalle minacce esterne.

5ovranit% verso lesterno si'ni$ica 0supremazia1 nei con$ronti di qualunque altra


istanza di autorit%+

5ovranit% verso linterno si'ni$ica 0non subordinazione1 nei con$ronti di o'ni altra
istanza di autorit%.
Lesercizio di o'ni sovranit% risolve teoricamente il problema della pace interna e del
controllo della violenza sociale, tuttavia non praticabile nel mondo de'li stati perc!B se
essi rinunciassero al loro propria sovranit% essi non avrebbero pi modo di esistere.
=ppure la prospettiva di un 'overno complessivo del sistema internazionale allettante,
proprio l8articolazione per stati del sistema politico internazionale rende pi di$$icile la
promozione di quel bene comune c!e espresso nel concetto di +iu%#izi$ (o%'o&oi#i($.
Huest8idea si soprattutto mani$estata nella corrente 0idealista1, alimentando nel tempo sia
i concetto di sicurezza collettiva c!e il $ilone dei peace research studies.

L8aspetto della sicurezza nato dopo la 5econda "uerra mondiale e ride$inito dal
"e$i%'o ($%%i(o come 0sicurezza nazionale1 nasce proprio in contrapposizione
all8idea di sicurezza collettiva+ V

per il realismo classico la sicurezza deve essere conse'uita attraverso la potenza


(;or'ent!au)+

la sicurezza non coincide con la &o#enz$, cio l3insieme delle capacit# dello stato
rispetto agli altri+ in$atti accumulando risorse di potenza lo stato non
necessariamente mi'liora la propria sicurezza+V

la %i(u"ezz$ pu essere intesa in senso o''ettivo e in senso so''ettivo:


la (o'&onen#e %o++e##i)$ della sicurezza l8elemento variabile da stato a
stato, da sistema politico a sistema politico+
la (o'&onen#e o++e##i)$ l8elemento costante, l8obiettivo c!e accomuna
tutti 'li stati e implica il mantenimento,attraverso la potenza.
2.1 I die''$ de$ %i(u"ezz$
L8unico modo per 'arantirsi la sicurezza in aerea anarc!ica cercare di massimizzare le
proprie risorse di potenza. Cali risorse vanno de$inite in termini militari, almeno al principio.
Eumentare le proprie risorse di potenza consente, in$atti di minimizzare le conse'uenze
delle potenze altrui nei propri con$ronti. ;a siccome tutti 'li stati sono portati a ra'ionare in
questa lo'ica, allora il tentativo da parte di uno stato di aumentare la propria potenza verr%
visto da'li altri come stati un 'esto di minaccia. Inizia cosA una rincorsa continua a'li
armamenti, alla quale impossibile sottrarsi. 0I die''$ de$ %i(u"ezz$1 pu allora
essere de$inito come una condizione strutturale del sistema politico internazionale. La
condizione di tensione data dalla "uerra <redda S il bipolarismo S tra le due superpotenze
e la nuova tecnolo'ia della violenza (l8innovazione qualitativa delle armi nucleari nella
bellica) !anno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo dei securit: studies. Le
domande sottese dalla 0questione del terrore1 erano: la $orza pu ancora 'arantire l8ordine
attraverso un equilibrio dinamico e non essere solo strumento di instabilit%R+ data la
presenza dell8arma nucleare, come usare la $orza senza provocare un8insostenibile e
drammatica escalation del con$littoR
Le condizioni c!e ostacolano la cooperazione in politica internazionale, oltre al dilemma
della sicurezza, il tempo, inteso nel $atto c!e le decisioni sono prese in poco tempo,
sono le interazioni di politica interna e politica estera.
2.2 E""o"i di &e"(ezione
4ur quanto 'li stati siano consapevoli c!e la rincorsa a'li armamenti sia una spreco di
risorse, essi non possono $are altro c!e prose'uire per questa strada. 5i tratta di una
strada molto pericolosa, poic!B un errore di percezione delle intenzioni pu $inire con lo
scatenarsi di un con$litto. Rilevanti restano 'li studi su'li e""o"i di &e"(ezione di Mevis
(()2*) c!e ne sottolinea di tre tipi(
. non cogliere l3importanza che gli avversari assegnano al raggiungimento di
determinati obiettivi da parte di ciascuno di loro4
2. errata convinzione che gli stati abbiano a disposizione un numero maggiore di
alternative rispetto alle politiche che stanno attuando4
3. presunzione che il proprio comportamento possa essere il pi- trasparente e
comprensibile per glia altri, pi- di quanto in effetti sia.
4ossono essere #"e e ($u%e c!e portano a questi errori di percezione:

a) %o)"$(onfidenz$ (o+ni#i)$, c!e porta a sovrastimare il nostro 'rado di


comprensione dell8ambiente in cui viviamo+

b) l8 $n(o"$++io, tendenza ad assimilare le nuove in$ormazioni ai nostri


preesistenti sc!emi credenza.

c) ne+$zione, conduce a ri$iutare di percepire e comprendere 'li stimoli di


estremamente minacciosi.
2.4L$ que%#ione dei +u$d$+ni "e$#i)i e i &o%izion$'en#o difen%i)o
"li scopi de'li stati possono variare, ma la sicurezza intesa come sopravvivenza il
presupposto necessario per uno stato c!e non vo'lia scomparire, quindi la sicurezza
uno scopoIvincolo. In tal senso la struttura anarc!ica del sistema politico internazionale1
seleziona1 cio $a si c!e, coloro c!e si con$ormano alle pratic!e pi di$$use e coronate da
successo riman'ono per pi tempo al vertice e !anno pi probabilit% di restarvi. Huindi 'li
stati possono o non accettare le re'ole del 'ioco, ma comunque non !anno reali
possibilit% di sottrarsi ad esse. 4artendo dai due assunti principali del realismo, secondo
cui uno stato cerca di massimizzare la propria sicurezza e la sua $orza relativa, la teoria
realista sostiene c!e l8anarc!ia del sistema internazionale induce 'li stati a caratterizzarsi
come 0posizionalisti di$ensivi1, ossia cercano di ra''iun'ere un 'rado di autonomia c!e 'li
permetta di poter mantenere un potere relativo su'li altri stati.
2.7I "e$i%'o offen%i)o
La struttura anarc!ica del sistema, l8impossibilit% di prevedere con ra'ionevole certezza
intenzioni e comportamenti altrui e il $atto c!e 'li stati !anno sempre qualc!e capacit%
militare o$$ensiva sono alla radice dell8importanza c!e la sicurezza !a per la teoria realista
da ;or'ent!au a &altz.

Il "e$i%'o ($%%i(o si occupava su'li stati e asse'nava il loro animus dominandi4

il "e$i%'o %#"u##u"$e oltre a privile'iare il livello di analisi sistemico, non


presuppone un 8intrinseca aggressivit# delle grandi potenze+

il re$i%'o difen%i)o, come !a $atto notare &altz, !a un certo pregiudizio per lo


status quo, ma anc!e Eron consapevole de'li e$$etti dell8instabilit% derivanti dalla
teoria della sicurezza+

il "e$i%'o offen%i)o di Mo!n ;ears!eimer, secondo cui le 'randi potenze si


comportano a''ressivamente non perc! vo'liano $arlo, ma perc!B sono costrette
a cercare pi potere se vo'liono massimizzare la probabilit% di sopravvivenza, dato
c!e al contrario di quanto dice &altz, il sistema internazionale spin'e con $orza a
cercare occasioni per 'uada'nare potere a spese dei rivali, e di appro$ittare di tali
occasioni quando i bene$ici superano i costi+il $ine ultimo di uno stato quello di
diventare l8unico e'emone re'ionale del mondo.
4 Coo&e"$zione &e" $ %i(u"ezz$
6enc!B la storia appo''i molte delle teorie realiste, proprio dalla storia recente
proven'ono notevoli evoluzioni c!e sembrano in 'rado di smentire o retti$icare alcuni
assunti di base del realismo:

non tutti 'li stati sono dotati di si'ni$icative capacit% militari+

ne l8=uropa o tutto l8occidente rappresentano l8intero sistema internazionale+

il piano realista stato sviluppato come se il sistema internazionale avesse per tutti
'li stati le stesse caratteristic!e de'li stati occidentali e europei.
6iso'na vedere sotto quali condizioni la sicurezza non possa essere me'lio
concettualizzata come un bene c!e pu essere ottenuto dalla cooperazione, piuttosto c!e
dalla competizione tra 'li attori.
4.1 L$ %i(u"ezz$ (oe##i)$ e i 0&e$(e "e%e$"(/ %#udie%1
4roprio nella direzione della sicurezza come esito cooperativo si colloca l8idea di sicurezza
collettiva. 9uova $ormulazione teorica assunta dai cosiddetti peace research studies. ;a
c!e cosa si'ni$ica %i(u"ezz$ (oe##i)$R De$inizioni:

per Eelsen: %si parla di sicurezza collettiva quando la protezione dei diritti degli stati,
assume il carattere di una messa in pratica collettivamente... Nel caso della sicurezza
collettiva gli stati a cui non sono stati direttamente violati, sono obbligati ad
assistere lo stato che ha subito la violazione+ mentre la condizione self$help previsto
dal diritto internazionale 'enerale, essi sono solo autorizzato a $arlo1.
La nascita della ricerca della potenza sostenuta dai realisti teoricamente inattaccabile.
Elcuni realisti a$$ermano c!e la nascita dei 0concerti1 derivi proprio dalla combinazione di
questi interessi e'oistici. Cuttavia la normale preservazione del sistema, non pu rallentare
da sola la tendenza c!e va verso il castrato$ismo. La 0sicurezza collettiva& rappresenta la
concretizzazione dei principi di gestione del potere che devono essere seguiti se si vuole
che il sistema e gli stati sopravvivano.

per Thompson: 0il principio sul quale si fonda la sicurezza collettiva ' che un
qualsiasi attacco ad uno stato, viene considerato come un attacco a tutti gli stati 1, esempio
casus foederis dei patti di alleanza (l8art / del 4atto Etlantico).V

I sostenitori di tale principio proponevano una combinazione del principio di


universalit# e della logica di deterrenza4

per Claude (teoria realista) en$atizza il rapporto $ra or'anizzazione internazionale e


sicurezza collettiva: 0la sicurezza rappresenta il fine+ collettiva de$inisce la natura dei
mezziF sistema denota la componente istituzionale dello sforzo di $ar sA c!e i mezzi
servano allo scopo...1V

tale sistema si re''e su una diminuzione complessiva della pratica dei conflitti, e
quindi su una certa delegittimazione del ricorso alla guerra come strumento di polic:: in tal
senso la sicurezza collettiva appare come una via di mezzo $ra l8anarc!ia e il 'overno
mondiale, essendo strumento di politica internazionale specializzato, in quanto limitato allo
scopo di fronteggiare e prevenire l3uso della forza arbitrario e aggressivo e non inteso
come meccanismo di enforcement per l8intero corpo del diritto internazionale.
Cra i &"in(i&i de$ %i(u"ezz$ (oe##i)$ vi la convinzione c!e i 'overni siano sensibili a
un richiamo morale contro l3abuso della forza. E$$inc!B avven'a questo per ci devono
essere dei requisiti sia soggettivi c!e oggettivi.

Requi%i#i %o++e##i)i :
(a) riconoscimento di pratiche contro la guerra, dalla maggioranza degli stati del
mondo, e del valore della pace+
(b) acquisizione da parte dei politici e dei governi di fiducia e sicurezza senza
precedenti nel giudicare la buona fede degli altri del sistema internazionale che siano
pronti a combattere per mantenere lo status quo;
di$$erenza $ra:

concerto( affida la politica contro l3uso improprio della forza4

sicurezza collettiva( ha come oggetto qualunque atto, che pu essere


definito come aggressivo4

Requi%i#i o++e##i)i :
(a) esistenza di un mondo caratterizzato da una notevole diffusione del potere(
universalit sostanziale delle memebership4
(b) (empirico) realizzazione di un lento e costante disarmo, rendere un mondo
sempre meno demilitarizzato4
(c) la presenza di una continua vulnerabilit# economica, che deve essere anche
essa universale, apparato legale e organizzativo che sia capace di dare espressione
istituzionale a tali principi.
TRE CRITIC<E EI 5I5C=;I I9C=R9EYI@9ELI DI 5I#GR=YYE(
1. tali sistemi sono privi di spie'azione sul come 'li stati riescano a superare paure e
incomprensioni reciproc!e+
2. comportano il rispetto di requisiti molto complessi, tra cui la capacit% di distin'uere
tra vittima e a''ressore+
3. non si sicuri del $unzionamento di questi sistemi proprio quando sarebbe
necessario, ossia quando lo scontro imminente.
=8 stato ribattuto c!e un equilibrio re'olato istituzionalizzato basato sull8idee 0tutti contro
uno1, sia pi sicuro di un sistema basato sul self$help e sulla ricerca solitaria della propria
sicurezza.
L8idea dell8indivisibilit# della pace !anno dato vita ne'li anni *F alla

%(uo$ 0&e$(e "e%e$"(/1: nozione fond$'en#$e quella di pace, di cui viene


sottolineato il valore normativo. La &$(e la realizzazione di tutte le potenzialit%
umane.
4.2 Le i%#i#uzioni e $ %i(u"ezz$ in#e"n$zion$e
L8assunto di base c!e le i%#i#uzioni $orniscono:

in$ormazioni +

punti $ocali per il coordinamento +


#osA saremmo in certe aree del mondo in presenza di una tras$ormazione sostanziale dei
rapporti tra stati. In questa prospettiva possono nascere 0"e+i'i in#e"n$zion$i1. E$$inc!B
si possano formare dei regimi di sicurezza e quindi diventi possibile una 'estione collettiva
del sistema anarc!ico devono essere soddis$atte 7 (ondizioni:
1. la volont% delle 'randi potenze di muoversi in un ambiente re'olato e di
conse'uenza un certo livello di soddis$azione ri'uardo allo 8tatus quo4
,. la convinzione de'li attori c!e tutti condividano la stessa attribuzione di valore
rispetto alla cooperazione e alla sicurezza reciproca+
-. lassenza di attori c!e credano c!e la sicurezza sia 'arantita me'lio attraverso
lespansione+
.. lidea c!e la 'uerra e il perse'uimento individualistico della propria sicurezza siano
molto costosi.
La sicurezza non sarebbe quindi un concerto immutabile. El contrario 0la sua evoluzione
storica le'ata allestensione dei suoi con$ini nel sistema internazionale, da uno re'ionale
$ondato su statiInazione, al sistema politico altamente interdipendente del mondo
industrializzato1. In un sistema internazionale c!e sarebbe pi preciso de$inire 0quasi
anarc!ico1 il concetto di sicurezza meno competitiva si $a strada come quello pi
appropriato. Il suo consolidamento le'ato alla$$ermazione delle istituzioni internazionali.
Rilevante in tale direzione il contributo di 6ald7in c!e si interro'a sulla possibilit% c!e
dallinterno dello stesso concerto di sicurezza possano essere ricompresse minacce dalla
natura molto diversa. 6ald7in de$inisce una serie di speci$icazioni di cui o'ni concetto di
sicurezza deve rendere conto.
5i possono distin'uere tre approcci:

il 0&"i'e )$ue $&&"o$(/1,c!e


ricalca la posizione !obbesiana,
stabilendo il primato dello scopo
della sicurezza in quanto
prerequisito per il
ra''iun'imento de'li altri scopi+

il 0(o"e )$ue $&&"o$(/1,


secondo il quale il primato della sicurezza deve essere 'iusti$icato, dato la ma''iore
rilevanza intrinseca di determinati valori non permette lallocazione di risorse su altre valori
considerati meno importanti+

il 0'$"+in$ )$ue $&&"o$(/1, per cui il valore della sicurezza non assoluto, ma
doppiamente relativo+ per o'ni sin'olo so''etto coinvolto a seconda del contesto,
tende a se'uire la le''e della mar'inalit% decrescente.
5oprattutto dopo la $ine della "uerra <redda c!e listituzionalismo si interessa alla
questioni di sicurezza. Lo sviluppo dell0istituzionalismo dipende dallincrocio di due
variabili(

il criterio di partecipazione (inclusivoKesclusivo)+

la situazione c!e 'li stati si trovano a $ronte''iare (minaccia o risc!io)+


4.4 I%#i#uzioni e (o'uni#3 di %i(u"ezz$
Le $e$nze !anno rappresentato uno de'li strumenti pi utilizzati da'li stati per
procacciarsi risorse esterne con le quali incrementare la propria sicurezza. 4rendiamo in
esempio: le istituzioni di sicurezza e le (o'uni#3 di %i(u"ezz$.
La scuola istituzionalista applica anc!e alla relazioni internazionali, la teoria delle istituzioni
internazionali elaborata nel neoliberalismo. =ssa si muove una riduzione dellanarc!ia, non
limitando la propria osservazione alle alleanza intese in senso tradizionale , come la 9ato,
ma estendendola anc!e a quelle c!e ven'ono de$inite istituzioni di securit: management,
in$luenzando il calcolo costi bene$ici, dando vita alle strate'ie.
La vera innovazione sta nel $atto c!e i problemi di sicurezza si mani$estano in pi $orme.
Huella pi semplice costituita dalla 'in$((i$. ;a non tutti i problemi di sicurezza
sor'ono allo stesso modo. In$atti la sicurezza pu essere minacciata da:

uno stato c!e politicamente instabile+

da uno stato il cui $uturo incerto+

proli$erazione delle armi di distruzione di massa (c!e siano nucleari, c!imic!e o


batteriolo'ice)+

dalla di$$usione di ideolo'ie estremiste ($ondamentalismo islamista)

4er "eutsch il problema della politica internazionale quello di creare le


condizioni grazie alle quali siano possibili relazioni stabili e pacifiche tra gli stati .
4er lui $anno parte della comunit% di sicurezza anc!e il territorio e la
popolazione. Gna comunit% di sicurezza si basa anc!e su una serie di &"o(e%%i
in#e+"$#i)i e sulla loro eventuale combinazione. "razie a questo modello e'li
a$$erma c!e la comunit% politica internazionale costruiscono delle comunit%
trasnazionali c!e vanno da un massimo ne'ativo ad un massimo positivo
(ostilit#, rivalit#, indifferenza, coesione, altruismo, simbiosi)

Il %o"+e"e di un$ (o'uni#3 di %i(u"ezz$ si riconosce da alcuni indi($#o"i:


1. la presenza del multilateralismo nelle procedure del decision$ma=ing+
2. la presenza di frontiere prive di fortificazioni+
3. i mutamenti nella programmazione militare al $ine di escludere 'li appartenenti alla
comunit% dalla valutazione dellambiente ostile+
4. una comune definizione di minaccia+
5. la presenza di standard comuni e discorso e di linguaggio della comunit#
4.4 I "uoo de$ (u#u"$ &oi#i($
9el corso de'li anni si mani$estato un interesse sempre ma''iore rispetto al ruolo della
cultura politica in relazione alla stessa de$inizione del concetto di sicurezza. #i !a portato
alla nascita de'li studi sulla (u#u"$ %#"$#e+i($ delle potenze del sistema internazionale.
5i cercato di considerare le norme, i valori, le culture quali attori veri e propri del sistema
internazionale allo scopo di costruire una prospettiva 0alternativa1 'razie alla messa in
discussione de'li interessi dello stato.
5econdo &endt 0non esiste nessuna lo'ica dellanarc!ia distinta dalle pratic!e c!e creano
e attualizzano una struttura di identit% e interessi piuttosto c!e unaltra1
I processi di interazione internazionale incidono su questa produzione di si'ni$icati della
violenza, c!e nelle storia si sono espressi in tre diversi indirizzi.
Le tre culture si distin'uono in tre diverse 0posizioni1 quelle c!e &endt c!iama:
0inimicizia1 0rivalit%1 0amicizia1. Ell8interno di questi tre termini si percepisce quanto siano
ostili, minacciosi o i comportamenti o i cambiamenti di potere in termine di potere relativo
de'li attori del sistema internazionale.
3.4 Si(u"ezz$ %o(ie#$"i$8 %i(u"ezz$ u'$n$ e %i(u"ezz$ +o!$e
L8o''etto della sicurezza stato ulteriormente ampliato dall8introduzione dei concetti:

concetto 0%i(u"ezz$ %o(ie#$"i$1(societal) capace di spie'are le dinamic!e e i


$enomeni c!e re'olano l8a'ire dei 'ruppi sociali nonI statali(reli'ioniIminoranzeI
'ruppi etnici). In questo quadro l*iden#i#3 (oe##i)$ c!e rappresenta il valore
$ondamentale sottoposto a minaccia e l8attenzione quindi si sposta dalle risorse
materiali a quelle culturali (cognitive structural resources) e riposiPiona il $ocus della
sicurezza muovendo dallo stato 'li esseri umani. (se il valore di$eso dallo stato la
sovranit#, per questi 'ruppi sociali sar% la propria identit#)4

pi soddis$acente appare il concetto di 0%i(u"ezz$ u'$n$1 utilizzato dai nuovi attori


della politica internazionale, l8or'anizzazione delle 9azioni Gnite, le @n', i'ruppi di
pressione sociale. Il $ocus rivolto a'li individui come membri dell8umanit% nella
di$esa di valori come le di'nit% e la qualit% della vita, i diritti umani, lo sviluppo+

la %i(u"ezz$ e(oo+i($ o $'!ien#$e rappresenta una variante 0ultraIradicale1


della sicurezza umana, in cui il $ocus rivolto sull8ecosistema e la posta in 'ioco
la sostenibilit% e la di$esa della specie.
E partire da'li anni )F emer'e una &"o%&e##i)$ uni)e"%$i%#$, ma non normativa e
cosmopolita della sicurezza. La 0societ% massima1 diviene o''etto e so''etto della
sicurezza in un nuova prospettiva: quella dell8indivisibilit# della pace o della sicurezza
degli esseri umani.

La %i(u"ezz$ +o!$e, $a ri$erimento ad una dimensione 'lobale del pianeta. Il suo


tema principale ri'uarda il rapporto $ra sicurezza e 'lobalizzazione. In tale
prospettiva possibile ricomprendere diverse tipi di nuove minacce:
a) quelle militari provenienti da altri stati e attori non statali+
b) minacce economic!e+
c) minacce dell8identit% sociale+
d) minacce della salute de'li individui+
e) minacce provenienti da possibili disastri naturali.V

1iascuna organizzazione deve saper $ornire una sintesi tra universalismo e


particolarismo altrettanto e$$icace di quella o$$erta dallo stato sovrano.

9asce una domanda: quali sono le condizioni in base alla quali possibile
pensare , parlare e $are a$$ermazioni ri'uardo a ci c!e ne lin'ua''io della politica
moderna de$inito come 0sicurezza1R Il si'ni$icato della sicurezza dipende da ci
c!e noi intendiamo come politico.
4. DILE--I DELLA SICUREZZA DE:LI STATI
4.1 An$"(/ie '$#u"e e %#$#i fo"#i
Encora ne'li anni )F, quando il le'ame tra stato e politica era 'i% messo in crisi dalla
+o!$izz$zione aumentando la $rammentazione politica , $aceva ritenere c!e solo la
di$$usione di strutture ri'ide avrebbe potuto 'arantire le aspettative di sicurezza di individui
e societ%. 5i poteva imma'inare c!e proprio il di$$ondersi di stati $orti, avrebbe consentito
l8ampliamento di quelle aree di anarchia matura individuate da 6uzan con una attuazione
della natura anarc!ica del sistema.

An$"(/i$ '$#u"$: caratteristic!e di sistemi internazionali basati su stati %forti&, cio


dotati di alto 'rado i coesione nel rapporto statoIsociet% e in 'rado di monopolizzare
la violenza le'ittima. La violenza vista, in condizione di anarc!ia matura, come
una pratica le'ittima per risolvere i con$litti.

El contrario in %i%#e'i $n$"(/i(i &o(o %#"u##u"$#i, in cui vi sono stati %deboli& ossia
dove vi una bassa coesione statoIsociet%, la 'uerra sempre presente (stati
E$rica, ;edio @riente). 1aratteristica principale di questi stati il loro alto
coinvolgimento rispetto alle minacce di ogni origine (militare, politica, economica,
ambientale) interna alla stabilit% del 'overno.
4.2 0PiG i!e"i1 o 0&iG %i(u"i1 o 0%i(u"i &e"(/> i!e"i1
6uzan stabilisce una connessione parziale tra superamento dell8anarc!ia e l8edi$icazione di
stati solidi, ricollocando l8individuo al centro della sicurezza, ricordandoci c!e dal
passa''io da una or'anizzazione autoritaria a una democratica dei poteri dello stato, pari
quantit% di sicurezza dovrebbero essere compatibili con pi elevate quantit% di li!e"#3.
Il de$la'rare del #e""o"i%'o di matrice islamista !a contribuito a dare lin$a ri'enerativa alla
dimensione statale. "li attentati dell8 11 %e##e'!"e 2HH1 e la conse'uenza della 0dottrina
della 'uerra preventiva1 adottata dall8amministrazione 6us!, la quale autorizza 'li Gsa a
colpire preventivamente e a distru''ere le or'anizzazioni c!e minacciano la sicurezza
nazionale americana ovunque trovino asilo, mette in mora la validit% del principio di
sovranit% de'li stati. L8(( settembre un 'ruppo terroristico, cio non un attore statale,
non territoriale, non pubblico, !a spinto il 'overno, l8unica superpotenza rimasta verso una
posizione revisionista (critica) verso quelle re'ole ed istituzioni c!e le !anno permesso di
dominare per ben mezzo secolo.
L8alleanza tra alIHaida e il re'ime talebano in E$'!anistan materializzavano la
proli$erazione de'li 0stati $alliti1, ponessero $ine alla di$$erenziazione tra ordine 'erarc!ico
interno e ordine anarc!ico internazionale in una direzione del tutto opposta a quella
auspicata in una prospettiva Dantiana: cio
l8inserimento di condizioni di anarc!ia anc!e
all8interno dei con$litti de'li stati $alliti. La costruzione
dello stato sovrano !a rappresentato sempre meno
uno strumento e$$icace.
La minaccia del terrorismo !a suscitato un pericolo
pi subdolo, rispetto alla sicurezza de'li individui e al
trade$off tra sicurezza e libert%.
5tiamo assistendo alla proposizione di politic!e c!e
limitano le libert% dei cittadini, promettendo loro pi
sicurezza, limitando per la loro libert%.
La domanda di ?obbes 0pi liberi o pi sicuriR1, alla
quale possiamo collocare la risposta di LocDe 0sicuri
perc!B liberi1, $a vedere come per ?obbes il trade$off
$osse ne'ativo, mentre per LocDe $osse positivo.
Fuzan riprendendo il $ilo teorico di LocDe, dice c!e la
minaccia per i cittadini pu essere lo stato stesso.
6uzan indica 7 fo"'e nella quale questo pu
capitare:
a) processo le'islativo e di enforcement +
b) diretta azione amministrativa contro gruppi o
individui+
c) lotta politica per il controllo dell3apparato+
d) a causa degli effetti della politica di sicurezza
esterna /a %curva di /oc=e&
La 'aranzia di stabilit% all8interno e di sicurezza
all8esterno non elimina la potenzialit% ne'ativa
dello stato nei con$ronti della sicurezza
individuale. 4roprio per la sua capacit% di
palesarsi come una minaccia sia in ambito
domestico, c!e internazionale il nuovo terrorismo
sembra ricordarci di quanto abbiano visto 'iusto
?obbes e LocDe sul concetto di libert% e
sicurezza. El di sopra di un certo livello minimo di
libert% (L(), c!e potremmo de$inire come quello
'arantito dall8ordinamento costituzionale, $ondato
sulla separazione dei poteri(esecutivo,
le'islativo,'iudiziario) prevale la 0curva di
?obbes1. Huando si scende sotto il livello di libert% minimo compatibile con un
ordinamento democratico, invece prevale la 0curva di LocDe1,perc!B alla minacce alla
sicurezza provenienti dalla societ% si sommano quelle causate dai 'overnanti autoritari e
irresponsabili politicamente. In 4ratica sotto il livello L( il trade$off libert%Ksicurezza si
inverte (da ne'ativo diventa positivo), il c!e si'ni$ica c!e ad o'ni rinuncia anc!e piccola in
termini di libert% produce solo minore sicurezza. Il punto L,K5, esprime proprio la
combinazione pe''iore possibile tra libert% e sicurezza.
4.3 L*i'&o%%i!ie "i(e"($ de$ %i(u"ezz$ $%%ou#$
Il terrorismo transnazionale di matrice reli'iosoIidentitaria non certo il solo $enomeno c!e
abbia alterato il quadro complessivo della sicurezza. In tal senso si'ni$icativa la vicenda
della

do##"in$ de$ +ue""$ &"e)en#i)$ (pre$empitive war) proclamata da'li Gsa dopo
l8(( 5ettembre. =ssa si $onda sulla concezione c!e i re'imi autoritari 0anc!e se
deboli o sull8orlo del collasso possono alimentare dei terroristi capaci di attaccare 'li
5tati Gniti1 ra'ione per cui 'li Gsa non possono rispettare la sovranit% de'li stati c!e
possono alimentare terroristi capaci di attaccare 'li Gsa1. 5embra c!e tale teoria
non sia semplicemente molto ambiziosa ma anc!e $inir% con l8isolare politicamente
la potenza e'emone, moltiplicandone i nemici.
Eltra minaccia c!e colpisce e sulla quale la comunit% internazionale appare in di$$icolt% a
elaborare ade'uate strate'ie di sicurezza costituita dalla

&"oife"$zione dee $"'i nu(e$"i (alla quali si a''iun'ono $ $"'i (/i'i(/e e


!$##e"ioo+i(/e). La proli$erazione nucleare non certo un $enomeno nuovo. In
realt% essa !a avuto inizio con la $ine del monopolio nucleare da parte de'li 5tati
Gniti. E partire dal ().) quando l8Grss $ece scoppiare il suo primo ordi'no nucleare,
inizio il sistema bipolare della 'uerra $redda. ;an a mano c!e i due sc!ieramenti si
ra$$orzavano ($ra le (F.FFF e le (/.FFF testate per o'nuna) la stabilit% del sistema
veniva 'arantita dall8 1equilibrio del terrore1. La strate'ia della 6utal ;ssuired
"istruction (;ad) era in realt% una pura dottrina dissuasiva, relativa al non uso della
forza, perc!B rendeva mani$esto il $atto c!e c!i avesse lanciato per primo un
attacco decisivo e distruttivo nei con$ronti dell8avversario, non sarebbe
sopravvissuto abbastanza per 'odere della vittoria. Huando la proli$erazione !a
ri'uardato altri tre membri permanenti del #onsi'lio di 5icurezza dell@nu cio "ran
6reta'na, <rancia e #ina (membro del ()2(), essa ri$letteva anc!e sul piano
nucleare lo status 'iuridico e politico particolare dei cosiddetti 0cinque 'randi1. Il
tramonto dellassetto bipolare, la$$anno con il quale 'li 5tati Gniti stentano a
'arantire un ordine in 'rado di coniu'are lunipolarismo (in termini di distribuzione
di potenza) e il multilateralismo (in termini di 'overno consensuale del sistema),
!anno desi'nato uno scenario ben diverso in cui dotarsi di armi nucleari
diventato pi pericoloso ed alettante allo stesso tempo. = lo soprattutto per quei
re'imi c!e apertamente non appo''iano il re'ime di 9on 4roli$erazione o le re'ole
e i principi delle comunit% internazionali e c!e vedono nella armi nucleari lo
strumento principale per innalzare la propria sicurezza.
5upponiamo c!e 5Z indic!i la so'lia minima di
sicurezza per un dato paese. Imma'iniamo ora
c!e il suo 'overno riten'a di essere al di sotto di
tale ipotetica so'lia (5([5Z), perc!B circondato
da paesi di$$identi ed isolato nella comunit%
internazionale. E questo punto al tempo C(, esso
decide c!e solo dotandosi di armi nucleari
potrebbe ra''iun'ere un livello di sicurezza pi
alto (5,\5Z) al tempo C,. In uno scenario di
sicurezza competitiva, risulterebbe probabilmente
vero c!e 5,\5Z\5(+ ma altrettanto vero c!e ,
c!e nel lasso di tempo c!e va da C( a C, la
sicurezza di quel paese scenderebbe ben al di
sotto del livello minimo accettabile 5Z a mano a
mano c!e i sospetti altrui circa la natura militare
del suo pro'ramma nucleare si di$$ondessero.
Eccanto al terrorismo e alla proli$erazione
nucleare, tra le nove minacce alla sicurezza
biso'na annoverare quella del moltiplicarsi de'li %#$#i f$i#i e in via di $allimento, cio cosA
deboli da non riuscire a 'arantire alla comunit% internazionale c!e il proprio territorio non si
tras$ormi in un santuario o in una piatta$orma da cui 'ruppi terroristici o 'ruppi armati di
natura criminale possano a'ire indisturbati (si pensi al sottile con$ine $ra terrorismo e
narcotra$$ico in diverse re'ioni del mondo: dellEsia centrale, allEmerica Latina, al #orno
dE$rica, alla 6osnia ne'li anni novanta). Ella loro base c il $allimento del processo di
0%#$#e !uidin+1 cui non aliena la tras$ormazione del rapporto tra 'uerra e a$$ermazione
dello stato. La $ormula di CillL: 0gli stati fanno la guerra , le guerre fanno gli stati1 $a capire
bene il concetto se'uente: la guerra rafforza gli stati oppure li fa cessare di esistere.
CAPITOLO D: :LOBALIZZAZIONE ECONO-ICA E SOCIALE
1. IL DIBATTITO SULLA :LOBALIZZAZIONE
1.1 L$ +o!$izz$zione (o'e $((en#o $n$i#i(o e %#"u'en#o &oi#i(o
Gna delle conse'uenze principali dopo la $ine della "uerra <redda stata la proli$erazione
di concetti introdotti nel dibattito pubblico. 9essuno di questi concetti !a avuto pi $ortuna
e divul'azione di quelle di 0+o!$izz$zione1. Huesto termine non soltanto un termine di
analisi intellettuale ma bensA anc!e una leva per in$luenzare il dibattito pubblico.
0"lobalizzazione1 viene utilizzato dai 'ruppi sociali radicali, come parola riassuntiva di tutto
quello alla quale si oppon'ono: imprese multinazionali, le privatizzazioni, s$ruttamentoW
5c!ematizzando sono / i punti controversi da trattare:
a) #!e cos la 'lobalizzazioneR (de$inizione)
b) Huali sono le causeR ($attori propulsivi)
(. sviluppo tecnolo'ico+
,. decisioni politic!e dalla quale derivano numerosi rapporti di $orza+
c) Huali sono le conse'uenze della 'lobalizzazioneR
d) La 'lobalizzazione un $enomeno recente oppure il risultato di una serie di
processi onnipresentiR
e) #ome 'iudicare e valutare la 'lobalizzazioneR
1.2 Definizioni e indi($#o"i

De$inizione di 6odels=i : 0processo attraverso il quale diverse societ% nella storia del
mondo ven'ono incorporate in un sistema 'lobale1+

De$inizione di .iddens : 0intensi$icazione di relazioni sociali e mondiali c!e colle'ano


tra loro localit% distanti $acendo si c!e 'li eventi locali ven'ano modellati da'li
eventi c!e si veri$icano a mi'liaia di c!ilometri di distanza e viceversa1+

De$inizione di D . <ed e A. -( :"e2 (pi in$luente): 0il termine 'lobalizzazione


denota la scala pi estesa, la crescente ampiezza, limpatto sempre pi veloce e
pro$ondo delle relazioni interre'ionali e dei modelli di interazioni sociali. =sso si
ri$erisce ad una vera e propria tras$ormazione dellor'anizzazione sociale1.
= utile saper quali caratteristic!e dovrebbe avere una de$inizione di 'lobalizzazione:
a) 5i dovrebbe ri$erire ad una condizione piuttosto c!e ad un processo,
b) Il tratto multidimensionale di questi processi+ molti autori vedono nella
'lobalizzazione un $enomeno quasi esclusivamente economico, per altri
invece un $enomeno principalmente culturale+ in realt% esso un $enomeno
c!e ra''ruppa molte attivit%: militari, economic!e, ambientali, politic!e, ecc
c) Limportanza dei $lussi possono essere misurati empiricamente, secondo
?eld e ;c"re7 quanti pesi sono coinvoltiR...
d) Le de$inizioni di 'lobalizzazione c!e incorporano con'etture con i suoi e$$etti

#!e cosa non 'lobalizzazione :


a) non equivale allo'o+eneizz$zione (u#u"$e del mondo+
b) non si identi$ica con (on)e"+enz$ delle politic!e economic!e nazionali, pu
esserne al massimo il risultato, ma non la conseguenza necessaria+
c) il termine 0in#e"n$zion$izz$zione1 si contrappone, per indicare un aumento
dellinterdipendenza economica tra stati, piuttosto c!e per indicare una
perdita di importanza dei con$ini statali per le attivit% economic!e.
2. :o!$izz$zione e 0:o)e"n$n$(e1 n$zion$e

0:o)e"n$n(e1: creazione dei sistemi internazionali di norme e re'ole c!e $acilitano


il coordinamento e la cooperazione de'li attori sociali+

coloro c!e utilizzano il termine governanace nelle "e$zioni in#e"n$zion$i,


vo'liono trasmettere due 'e%%$++i:
o a) c!e lassenza di uno stato mondiale, non deve oscurare il $atto c!e lintesa
cooperazione pu produrre unequivalenza $unzionale al pari di uno stato,
nella 'estione di questioni di rilevanza 'lobale+
o b) c!e 'li stati non sono 'li unici attori impe'anti nella produzione di
governance al dil% dei con$ini statali ci sono attori non statali

0governance1 distinta da 0+o)e"ne'en#1, la quale una struttura or'anizzativa


incaricata di 'estire e attuare quelle re'ole, anc!e se nel caso lo necessita in
maniera coercitiva.
2.1 Con+e##u"e %u1&oi#I18 0&oi#i(%1 e 0&oi(I1
6iso'na distin'uere bene quali sono i tre aspetti della 0governance1 :

0&oi#I1: l0identit# statale e le caratteristiche generali del suo regime politico, quali la
democrazia o la dittatura. La discussione pi importante ri'uardo la polit:, ri'uarda
le dimensioni territoriali de'li stati.
o 5econdo alcuni autori la 'lobalizzazione crea una competizione economica
'lobale c!e crea incentivi per la $ormazione di blocc!i re'ionali, da una
polites pu emer'ere cosA una polit: multilivello, c!e possiede alcune
caratteristic!e di uno stato.
o 4er altri invece la dellinterdipendenza 'lobale produrrebbe una spinta verso
una $orma or'anizzativa sovranazionale c!e meriterebbe il nome di 0'overno
mondiale1.
o 4er altri ancora la 'lobalizzazione economica $arebbe venire meno una delle
condizioni dellet% moderna c!e avevano promosso la $ormazione di stati e
dimensioni medioI'randi, ossia la necessit% di creare un mercato nazionale
su$$icientemente 'rande da poter permettere lo sviluppo economico. Il
declino del protezionismo economico renderebbe, super$lua lesistenza dei
mercati nazionali e quindi $avorirebbe tandenze secessioniste e separatiste.
In tale visione la 'lobalizzazione promuove la $rammentazione piuttosto c!e
linte'razione.
o Eltro dibattito sulla politL ri'uarda la democratizzazione di stati non
democratici. Elcuni autori riten'ono c!e questo sia ne'ativo, poic!B
ipotizzano c!e le imprese trasnazionali pre$eriscano il prose'uimento di
re'imi autoritari nei paesi in cui investono e siano disposti a sostenerli con le
proprie risorse economic!e. 4er nella ma''ioranza dei casi si pensa c!e
ci sia positivo in quanto un $lusso economico internazionale ne
promuoverebbe lo sviluppo democratico.

0&oi#i(%1: processo politico e decisionale, inclusi i rapporti di forza tra le varie forze
politiche e sociali. La 'lobalizzazione pu $avorire su dimessa un cambiamento su
le risorse c!e le vari 'ruppi sociali possono utilizzare nel processo politico.
o 4er alcuni la 'lobalizzazione accresce la disu'ua'lianza dei redditi, almeno
nei paesi industrializzati. = plausibile sostenere c!e la 'lobalizzazione
ridistribuisca il potere politico allinterno de'li stati. 4er una serie di motivi il
capitale attraversa pi $acilmente le $rontiere, dando ma''iore capacit% ai
0capitalisti1 di sce'liere dove investire il loro capitale rispetto alla $orza lavoro.
9e conse'ue c!e un declino delle barriere economic!e internazionali
ra$$orzerebbe il potere ne'oziale dei possessori di capitale, $acendo declinare
il potere dei sindacati.

0&oi(I1: contenuto delle decisioni politiche ad esempio come quelle fiscali,


economiche,eccW 5i ritiene c!e la 'lobalizzazione economica abbia limitato le
policies c!e i 'overni possono attuare. Laccresciuta mobilit% nazionale de'li stati,
$arebbe scatenare una competizione $ra di essi per attrarre capitale, c!e s$ocerebbe
in una rincorsa ai ribassi $iscali, salariali. Da un lato i 'overni dovrebbero temere
limposizione dei costi alle imprese operanti sul proprio territorio provoc!i un
aumento dei prezzi dei prodotti sul loro territorio, dallaltro dovrebbero temere c!e le
imprese spostino le loro attivit% verso paesi con minori costi di produzione. Hueste
e$$etti ne'ativi esporrebbero i 'overni alla punizione de'li elettori e quindi decisioni
$avorevoli al capitale sono di obbli'o.
Durante 'li anni )F molte pubblicazioni proclamavano il 0de(ino deo %#$#o1 di $ronte
allassalto di $orze economic!e 'lobali.

5usan 5tran'e dia'nosticava 0la di$$usione delle autorit% oltre i 'overni nazionali !a
lasciato aperta una vora'ine di nonIautorit%, c!e potremmo c!iamare nonI'overno1.

#i $urono alcune critic!e a queste de$inizione.


o ( critica : concentrandosi sui $attori c!e ostacolano il cambiamento delle
istituzioni politic!e, economic!e e sociali, questa a$$erma c!e i processi delle
democrazie sono molto difficili da cambiare poic!B $rutto di un a molteplicit%
di interessi c!e nel complesso $avoriscono linerzia rispetto al cambiamento.
o , critica ( non nega la possibilit# del cambiamento, ma sostiene c!e questo si
pu tradurre in una espansione e non in una riduzione del ruolo dello stato
nell0economia.

Potrebbero piacerti anche