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non necessario c!e tutti 'li attori abbiano le e'uali risorse, ma la distribuzione di
potenza deve essere distribuita in moda tale c!e lattore pi $orte non sia in 'rado
di distru''ere tutti 'li altri attori insieme+
il comportamento de'li attori: 'li attori devono allearsi con il debole contro il pi
$orte (balancing), e non viceversa (bandonwing).
I possibili e$$etti di una politica di equilibrio sono molteplici:
(. il sistema internazionale rimane plurale in quanto non riescono ad uscire $uori e'emonie
cosi $orti+
,. 'li attori principali tendono a sopravvivere anc!e quando sono piccoli e meno potenti, in
quanto $anno meno $atica a trovare delle alleanze per una di$esa comune.
-. i teorici dellequilibrio a$$ermano c!e ci saranno meno 'uerre o se ci saranno non
saranno 'randi 'uerre.
5e'uendo il ra'ionamento di 6obbio la teoria dellequilibrio non una teoria della pace
eterna o della $ine 'uerre e una teoria della continuazione dello stato di tre'ua: non
passa''io reso inevitabile non pi dalla $ine della 'uerra,ma della sua perenne possibilit%.
1.2 Equii!"io di Po#enz$ e Re$i%'o.
Lequilibrio di potenza stato sempre in$luenzato della tradizione realista. 4er &"i'o come
tutte le teorie realiste anc!e lequilibrio di potenza caratterizzato da una visione ciclica
della storia. #i 4u essere pro'resso in altri settori economico, tecnolo'ico e settoriale ma
nel campo della politica internazionale ci sono le''i immutabili.
Se(ondo lequilibrio di potenza si basa su tre cardini del realismo :
1) lo stato come attore principale della scena internazionale,
2) la condizione anarchica del sistema internazionale,
3) enfasi sulle questioni di sicurezza.
Il comportamento dovuto alla loro posizione nella 'erarc!ia di potenza, secondo la
balance o$ po7er. Te"zo l8equilibrio ,in linea con la tradizione realista, si basa su $attori
o''ettivi e non una dimensione universalistica .
9el "e$i%'o ci possono essere due &un#i di )i%#$ de*equii!"io:
1) 5econdo realismo classico, l8equilibrio c!e emerge volontariamente, come $rutto
delle esplicite scelte de'li stati
2) 5econdo il realismo strutturale (neorealismo), equilibrio c!e si veri$ica
spontaneamente, ossia un e$$etto non intenzionale derivante dalla volont% de'li
5tati.
Il primo punto di vista tipico de'li autori :issin'er (()/2), ;or'entau (().3), :ennan
(()/(), voleva mettere in 'uardia i 'overnanti di non i'norare una minaccia crescente
c!e avrebbe potuto cambiare il sistema internazionale. Il secondo punto di vista tipico del
pensiero di :aplan, si riassume in sei re'ole a loro volta riassumibili in tre principi:
a) 'li stati dovrebbero cercare di aumentare le loro capacit%, paci$icamente se possibile,
con la $orza se necessario.
b) 'li stati dovrebbero opporsi a qualsiasi tentativo da parte di uno stato o di una
coalizione di stati c!e cerc!i di soverc!iare il sistema internazionale.
c) 'li stati dovrebbero $ermarsi prima di eliminare 'li stati scon$itti, al $ine di essere
reinte'rati nel sistema internazionale.
5econdo questo ultimo punto la mossa delle 5uper potenze europee di $ar reinte'rare la
<rancia nel #oncerto =uropeo $u un ottima mossa, mentre l8eccessiva durezza dimostrata
nei con$ronti della "ermania a >ersailles (escludendola dalla 5ociet% delle 9azioni) non $u
vista di buon occ!io.
5econdo la %(uo$ in+e%e c!e !a come $ra i suoi $autori pi importanti ;. &i'!t e ?. 6ull
si colloca in una posizione interezza $ra realismo e liberalismo. @ssia essa non considera
l8anarc!ia internazionale come un8anomia. #i sono re'ole internazionali c!e da sole
'arantiscono il mantenimento dell8ordine. L8equilibrio di potenza non sarebbe solo
l8espressione della politica interna di uno 5tato, ma bensA anc!e una norma 'enerallizzata
di condotta c!e tutti dovrebbero se'uire.
2. ,UNZIONA-ENTO DELL*EQUILIBRIO
2.1L*equii!"io di &o#enz$ (o'e #eo"i$ %i%#e'i($
La versione della teoria dell8equilibrio pi in$luente quella sistemica, secondo la quale
l8equilibrio si mani$esta spontaneamente. :ennet &altz $ondatore del Neo"e$i%'o o
"e$i%'o %#"u##u"$e, !a sostenuto c!e il sistema internazionale composto da delle unit%
e dalla struttura nella quale queste operano. @'ni struttura composta da tre elementi:
) !rincipio ordinatore,
2) "ifferenziazione funzionale tra le unit#,
3) "istribuzione delle capacit# delle unit%.
=ssendo in anarc!ia non vi
di$$erenziazione strutturale e 'li 5tati
devono pensare da soli alla propria
sicurezza (self$help), l8unica variabile
rimane quella della distribuzione di potenza.
Il principio del 0%ef./e&1 induce 'li stati a
sc!ierarsi con il pi debole contro il pi $orte
(0!$$n(in+1) piuttosto c!e viceversa
(0!$nd2$+onin+1). 4rimo perc! prima o
poi si troverebbero a c!e $are con uno stato
c!e pu minacciare la loro sicurezza,
secondo perc!B anc!e se nel breve periodo si otten'ono vanta''i ma''iori, 'li astati
alleandosi con lo stato pi debole massimizza la sua in$luenza, dato c!e !a biso'no di pi
alleanze, ed anc!e pi predisposto a $are concessioni.
&altz e i neorealisti etic!ettano come 0"iduzioni%#e1 le precedenti teorie, nel senso c!e
riducono ad un unica unit% (la volont% di mantenere l8equilibrio) un esito complessivo,
mentre riten'ono il punto di vista %i%#e'i(o in quanto dipendente dall8anarc!ia delle
interazioni, a prescindere delle dalle loro intenzioni.
La polita internazionale avrebbe quindi caratteristic!e omeostatic!e, ossia una potenziale
$onte di instabilit% 'enera spontaneamente $orze contrarie. Canto pi $orte lo s!ocD
eso'eno tanto pi $orte sar% la reazione.
Espettative opposte a quelle della teoria dell8equilibrio sono prodotte dalla #eo"i$ de
do'ino c!e invece si basa sul %bandwangoing& e prevede c!e anc!e un piccolo
spostamento della potenza,scateni ulteriori cambiamenti dello stesso se'no c!e si
riverberano sull8intero sistema. ;entre nella teoria dell8equilibrio prevale una tendenza alla
stabilit%, nella teoria del domino l8instabilit% $requente e piccoli cambiamenti sono
in'i'antiti. La teoria del domino ne prova l8intervento ostinato in >ietnam ne'li anni *F8 ,
non stante un basso valore strate'ico, 'li G5E per il timore dell8approdo del #omunismo in
quel paese e per la perdita successiva dei paesi limitro$i ad esso (#ambo'ia, Laos,
6irmania, C!ailandia). Il ritiro dal >ietnam porto ad un mi'lioramento della situazione
diplomatica , in piena sintonia con la teoria dell8equilibrio, secondo la quale un eccessivo
zelo militare pu portare ad un isolamento e contrazioni da parte di altri 5tati.
2.2L$ fe%%i!ii#3 de+i $ine$'en#i
5ia secondo la teoria spontanea c!e quella volontarista, la teoria dell8equilibrio sottintende
c!e 'li stati si alleino in base a condizioni esterne, come la distribuzione di potenza e non
in base alle ideolo'ie. Le scelte de'li stati non dipenderanno dall8identit% o da'li attributi
de'li alleati, quanto dalla loro collocazione nel sistema nel suo complesso.
Le alleanze non sono quindi mai 0per1qualcuno ma semmai 0contro1 qualcuno, e
quest8ultimo non de$inito per la sua identit%, quanto in termini della sua potenza ad esso
disponibile. Il pi stretto de'li alleati potrebbe diventare il tuo pe''ior nemico, mentre il tuo
pe''ior nemico potrebbe diventare il tuo mi'liore amico. (esempio Huadruplice Elleanza si
incrin ancor prima di combattere 9apoleone, Russia percepita minaccia da ".b+ 5econda
"uerra ;ondiale contrasto G5EI GR55).
4. TIPI E ,OR-E DI EQUILIBRIO
3.1 Bi&o$"i%'o e -u#i&u"$i%'o
Gn vivace dibattito !a percorso la disciplina sulla relativa propensione di vari tipi di sistema
internazionali, in base al loro numero di 'randi potenze. Il "e$i%'o ($%%i(o !a la sua
pre$erenza per il 'u#i&o$"i%'o (con J di due 'randi potenze) evidenziando il le'ame $ra
l8equilibrio di potenza ed il numero di attori+ se le risorse internazionali sono suddivise $ra
un numero ma''iore di stati sar% possibileI per de$inizioneI mobilitare contro qualunque
stato c!e intraprenda un espansionismo eccessivo una quantit% di risorse ma''iori
rispetto a quelle dell8a''ressore. 5e al contrario 'li attori principali $ossero soltanto due, le
risorse mobilitatili sarebbero pi o meno u'uali a quelle dello stato espansionista con un
potere ridotto sia di deterrente, c!e di contenimento.
La possibilit# di sconfiggere lo stato aggressore ' direttamente proporzionale al numero di
attori presenti nel sistema( con due stati si potrebbero mobilitare ) delle risorse, con tre
2*3, con quattro +, con cinque .K/ ecc...
5e uno stato !a molteplici attori, disperder% la sua attenzione ed pertanto di$$icile c!e
entri in competizione mortale con un altro stato. La reazione di uno stato sar% quindi
in$eriore a quella prevedibile, rendendo possibile una risposta diplomatica al riarmo di un
possibile avversario. Invece di rincorrersi l8un l8altro con il riarmo (0in#e"n$ !$$n(in+1) 'li
stati possono ricorrere alle alleanze (0e5#e"n$ !$$n(in+1), c!e ne 'arantiscano la
sicurezza e compensino le accresciute capacit% di potenziale.
Le critic!e alla teoria del multipolarismo ven'ono dai sostenitori del !i&o$"i%'o:
due 'randi potenze di un sistema bipolare (con due sole super potenze) sono pi
autosu$$icienti delle 'randi super potenze di un multipolarismo, perc!B possono
contare su circa met% delle risorse mondiali+
i sistemi bipolari sono pi semplici e come tali pi propensi alla stabilit%+ con due
soli attori non vi pu essere errore di interpretazione su due questioni $ondamentaliI
la minaccia o la responsabilit% pu provenire da una sola parte quella dell8
avversario+
4er &altz (()2)) ci sono tre elementi ne'ativi c!e, al contrario del multipolarismo, non
sono presenti nel bipolarismo:
(. i sin'oli stati non disperdono l8attenzione dalla situazione 'enerale, ne tanto meno
ener'ie inutili.(caso "uerra <redda non si sapeva da dove veniva la minaccia
perc!B c8erano troppe variabili in 'ioco, e quando si scopriva era troppo tardi per
$ermarla)+
2. non vi sono pericoli di 0%($"i($ !$"ie1, secondo la lo'ica del 0!u(6&$%%in+1. In un
mondo bipolare un8azione di uno stato comporter% la reazione diretta dell8altro+
3. priva la sindrome del 0(/$in+$n+in+1, ossia dell8inclinazione di le'arsi a doppio
$ilo con i propri alleati, correndo il risc!io di $arsi trascinare in pericolose crisi locali
(periodo 4rima "uerra ;ondiale due alleanze troppo ri'ide con$litto inevitabile)+ in
un sistema bipolare una parte della sicurezza dipende dai tuoi alleati e ci potrebbe
essere una pericolosa tendenza a sostenerli, mentre in un sistema bipolare una
superpotenza pu contare solo sulle proprie $orze.
5econdo i sostenitori del bipolarismo tutto ci potrebbe addirittura aiutare alla distensione.
La tena'lia, come !a de$inito "lenn 5nLder (())2), !a de$inito il 0die''$ de$
%i(u"ezz$ dee $e$nze1. 5e da un lato 'li stati temono di essere abbandonati, dall8altra
temono di restare intrappolati.
I lati ne'ativi del bipolarismo:
O'o+enei: le potenze sono caratterizzate tutte dalla stessa visione della politica e
da ideolo'ie compatibili le une con le altre+
E#e"o+enei: le potenze !anno una visione della politica radicalmente diversa tra
loro (Rivoluzione <rancese)+ questi sistemi sono intrinsecamente pi instabili in
quanto in quanto 'li stati, oltre ai normali obbiettivi di politica estera, !anno
una'enda c!e mira a cambiare 'li assetti della politica interna de'li altri stati.
5econdo il "e$i%'o difen%i)o o neo($%%i(o, il meccanismo dellequilibrio di potenza
su$$iciente come deterrente poic!B 'li stati cercano sicurezza si accontentano quando ne
trovano in un certo livello. 5olo poc!i non si accontentano, ma cercano il ra''iun'imento
di una posizione e'emonica. In tal caso allora lequilibrio $allisce , perc!B una e$$icace
deterrenza contro questi strati estremamente di$$icile. MacD 5nLder (())() studia il
$enomeno della %o)"$e%&$n%ione (overe,pansation), ovvero il $atto c!e alcuni stati
tendano a sviluppare politic!e particolarmente a''ressive , tanto da 'enerare politic!e di
reazione cosA $orti da parte de'li altri da portare alla scon$itta totale. 4rendendo spunto
dalla tipolo'ia delleconomista "ersc!enDron sulle in$luenze dellindustrializzazione su'li
assetti interni, 5nLder distin'ue $ra industrializzatori precoci (c!e !anno un sistema politico
democratico e aperto) e tardivi (sistema politico c!iuso e assetto corporativo e c!iuso) "li
stati del primo modello !anno politic!e meno a''ressive, mentre 'i stati centralizzati,
come "ermania e "iappone, possono cadere pi $acilmente preda delle coalizioni.
5c!7eller considera anc!e'li importante le intenzioni de'li stati per il $unzionamento
dellequilibrio di potenza. 4er 5c!7eller ci sono quattro tipi di stati (esempi tratti dalla
5econda "uerra ;ondiale):
I leoni: quelli orientati fortemente alla difesa dello status quo ("ran 6reta'na)+
'li a'nelli: quelli interessati allo status quo ma pi- deboli e remissivi (stati
dell=uropa @rientale)+
il primo di questi il $atti c!e questa teoria si veri$ic!i solo in alcuni momenti
piuttosto c!e in altri, $orse perc!B non tiene in conto alcuni $attori esplicativi+
la teoria dell3equilibrio non offrirebbe strumenti per misurare la potenza degli stati
che dovrebbero formare l3equilibrio4
la '$%%ifi($zione de$ &oi#i($, avvenuta ne'li ultimi (FF anni !a dovuto indurre
'li stati a 'iusti$icare le proprie scelte di politica estera, ri'uardanti soprattutto le
scelte di 'uerra e pace. #i !a prodotto politic!e estere pi ideolo'ic!e, impedendo
la $lessibilit% necessaria per il corretto $unzionamento dell8equilibrio di potenza+
#eo"ie "iduzioni%#e, c!e !anno come unit% di analisi lo stato e le relazioni tra 'li
stati.
Cutte le teorie dell8e'emonia !anno in comune un3idea di fondo:
I teorici realisti della balance of power, si ri$anno alla teoria dell8equilibrio biso'na
evitare c!e si produca una concentrazione del potere+ l8ascesa di una potenza
superiore alle altre la principale $onte di instabilit%+
modelli con e$de"%/i& !ene)oen#e, dove il leader c!e $ornisce il bene collettivo
della sicurezza e della implementazione dei re'imi internazionali+ basato su un
di$$erenziale di potere, poic!B il pi $orte pu decidere di lasciare a'ire i pi deboli
c!e a'iscano come free$riders4
5econdo : le istituzioni !anno 'li e$$etti attesi sul comportamento de'li stati (intal
caso le istituzioni sono la variabile indipendente e la scelte de'li stati sono la
variabile dipendente).
"li anni dopo la 5econda 'uerra ;ondiale $urono cruciali alla $ormazione di $orma
cooperazione istituzionalizzata, ma ci $urono due problemi da considerare:
1) 1oordinamento: 'li stati avevano paura, nel campo dei pa'amenti internazionali,
di perdere riserve di valuta pre'iata di cui disponevano+
2) 1ooperazione: un sistema multilaterale avrebbe potuto $unzionare, soltanto
destinanao una parte dei $ondi dati da'li Gsa con il 4iano ;ars!all.
La creazione di un istituzione con caratteristic!e attentamente considerate (Gnione
=uropea dei 4a'amenti UEP) !a risolto i problemi:
() della disponibilit% de'li Gsa a capitalizzare il meccanismo di cooperazione+
,) il potere decisionale venne a$$idato ad un comando direttivo indipendente da'li
stati membri, ma c!e aveva anc!e la competenza di emettere pareri e
raccomandazioni ri'uardo alle politic!e macroeconomic!e.
Eltro esempio istituzionale positivo stato il <ondo ;onetario Internazionale (,-I) c!e tra
le altre cose proibisce a'li stati membri di imporre restrizioni dei pa'amenti e tras$erimenti
inerenti a transazioni nazionali correnti. Il <mi !a dei meccanismi $ormali per sanzionare i
propri stati c!e non attuano i propri impe'ni, (in ultima analisi lesclusione dalluso delle
risorse del <ondo) divul'ando pubblicamente cosa sia una violazione e rende pubblici i
casi di violazione.
Le Istituzioni internazionali non aiutano 'li stati solo a risolvere i problemi di collaborazione
e coordinamento non solo in campo economico, ambientale e sociale (come abbiamo
visto) ma anc!e in campo di sicurezza, esempio il caso dellIraq di 5addam ?ussein.
Le$$icacia delle sanzioni dipende 'eneralmente dalla cooperazione e dal numero di stati
relativamente 'rande.
4. LA CRITICA DEL REALIS-O
"li autori di tendenza realista delle Relazioni Internazionali sono da sempre scettici nei
con$ronti delle capacit% delle istituzioni internazionali di porre $reni allazione de'li stati. Gn
importante distacco ri'uarda il distacco irrisolvibile. "li istituzionalisti considerano la loro
teoria inapplicabile ai casi in cui 'li interessi de'li stati sono del tutto incompatibili+ tali casi
sono molto rari: per$ino in caso di 'uerra 'li stati !anno interessi in comune.
5econdo i realisti le situazioni in cui 'li interessi sono incompatibili, sono pi comuni. "li
istituzionalisti non trovano necessariamente pi cooperazione, di quanta ne trovino i
realisti. ;a mentre per 'li istituzionalisti, la ma''ior parte dei casi di mancata
cooperazione sono dovuti alla mancanza dellin$ormazione, per i realisti il con$litto deriva
da in#e"e%%i in(o'&$#i!ii8 mentre per 'li istituzionalisti 'li interessi possono essere
compatibili ma il loro perse'uimento pu essere ostacolato da problemi di collaborazione e
coordinamento. ;:RA,ICO) Huesta di$$erenza sui traduce in valutazioni diver'enti sul
ruolo potenziale delle istituzioni internazionali. Huesto ruolo da ritenersi minimo quando
'li interessi de'li stati coincidono, ossia quando le istituzioni internazionali sono super$lue.
Il ruolo anc!e minimo quando 'li interessi de'li stati sono incompatibili e contrapposti,
c!e la situazione normale secondo il realismo. Limpatto invece potenzialmente molto
alto, cio decisivo nel determinare se 'li stati a'iranno in modo cooperativo o con$littuale,
quando 'li interessi sono misti, cio quando 'li stato pre$eriscono cooperare ma sono
so''etti a problemi di collaborazione e coordinamento.
In breve, i realisti considerano listituzionalismo troppo ottimista perc!B considera soltanto i
+u$d$+ni $%%ou#i e i'nora i +u$d$+ni "e$#i)i ed in presenza di questi ultimi non
su$$iciente assicurare il rispetto de'li accordi per convincere 'li stati a cooperare.
Huando 'li stati non sono in 'rado di dividere i vanta''i della cooperazione in modo c!e
riman'a inalterata la loro potenza relativa, essi possono tuttavia accordarsi su una
(o'&en%$zione c!e ristabilisca lequilibrio precedente. ;a questo precisamente il tipo
di problema c!e secondo 'li istituzionalisti viene re'olarmente s$rontato dalle istituzioni.
E dispetto delle di$$erenze $ra realismo e istituzionalismo , da considerare de'na di nota
c!e entrambi 'li approcci concepiscono 'li interessi $ondamentali come indipendenti dalle
istituzioni stesse (:enin' SErc!ibu'i ,FF.).
Gn ulteriore critica realista allistituzionalismo c!e le istituzioni internazionali siano
epifenomeniche , ossia rispecc!iano meramente 'li interessi e i rapporti di $orza $ra stati.
In$atti listituzionalismo razionalista a$$erma c!e le istituzioni si realizzano solo quando
!anno 'i% un interesse a cooperare.
Lasciando c!e il dibattito si sviluppi, 'li istituzionalisti con 'randi s$orzi !anno dimostrato
come le$$etto delle istituzioni non riconducibile solo a e$$etti strutturali. =sempio il ruolo
del peace$=eeping internazionale: la pace dura di pi quando viene dispie'ato del
personale militare internazionale, rispetto a quando sono lasciati soli a mantenere la pace.
Huindi il peace$=eeping !a risolto per questi paesi il 0dilemma della sicurezza1.
7. LISTITUZIONALIS-O COSTRUTTI=ISTA
7.1C$"$##e"i%#i(/e de*$&&"o((io (o%#"u##i)i%#$
Li%#i#uzion$i%'o (o%#"u##i)i%#$, de$inendo modelli di comportamento appropriato,
afferma che le istituzioni strutturano non solo gli incentivi esterni ma anche obbiettivi
fondamentali e talvolta le stesse identit# degli attori stessi. 9n pratica esse non influiscono
solo su ci che gli autorei possono fare , ma su ci che sono. In tal senso listituzionalismo
costruttivista converge con quello razionalista, nel ritenere c!e le norme internazionali
!anno un impatto casuale indipendente sul comportamento de'li attori, ma c!e sono
endogene rispetto alla loro partecipazione nelle istituzioni.
<onte importante sono 'li scritti di ElePander &endt, nella quale sottolinea c!e lanalisi
politica internazionale non deve studiare solo rapporti casuali (condizione antecedente T
'enre e$$etto posteriore U, e T indipendente da U) ma anc!e rapporti costruttivi (T
quello c!e in virt del suo rapporto con U). 4ur avendo base materiale e biolo'ica, 'li attori
sono sempre costituiti nei loro interessi da sistemi culturali in cui sono inseriti. >endt
identi$ica tre livelli di internazionalizzazione delle norme internazionali:
1) 'li attori sanno quale la norma ma obbediscono solo quando sono costretti a
$arlo (logica del realismo)+
2) 'li attori scel'ono di obbedire alla norma perc!B riten'ono $arlo, in quanto nel
loro interesse (logica dell0istituzionalismo razionalista)+
3) 'li attori obbediscono alla norma perc!B la considerano legittima (caso in cui
lattore viene costruito da una norma).
=sempio di ar'omentazione costruttivista dato dal &orld 4olitL C!eorL, sviluppato da
Mo!n &. ;eLer (())2) c!e spie'a come mai le societ% or'anizzate strutturalmente
mostrano un alto 'rado di similitudine strutturale e or'anizzativa.
5pesso le or'anizzazioni sono un vettore centrale la di$$usione di un modello culturale.
=sempio ne il risultato delle attivit% dell8@r'anizzazione delle 9azioni Gnite per
l8=ducazione, la 5cienza e la #ultura (Gnesco) la quale riuscita a de$inire la 'estione e
promozione della ricerca scienti$ica.
7.2 So(i$izz$zione e $"+o'en#$zione
4er istitutzionalismo costruttivista l8impatto delle istituzioni su'li stati avviene in lar'a
misura attraverso processi di
/0immagine liberale della politica internazionale ' quindi pi- complessa , in quanto
non vi sono solo 'li stati c!e intera'iscono tra loro come impermeabili 0palle da
biliardo1, ma nella quale vi sono anc!e altre identit% internazionali c!e stabiliscono
delle relazioni 0a ra'natela1 c!e in$luiscono su'li esiti politici.
Lambiente in cui operano questi diversi$icati attori non sempre lo stesso tipo di
anarc!ia. /0anarchia internazionale, intesa come lassenza di un 'overno mondiale,
non sar# quindi omogenea nel tempo e nello spazio come nell0analisi realista, e
potr# essere pi- o meno vincolante. Le relazioni tra democrazie o tra stati c!e
commerciano intensamente saranno quindi diverse dalle relazioni tra stati c!e
!anno re'imi politici di$$erenti o c!e non commerciano tra di loro.
9ei casi in cui lanarc!ia sia meno severa, le relazioni tra stati non sono
necessariamente dominate solo da considerazioni c!e ri'uardano la sicurezza. El
contrario del mondo realista, la cooperazione, una condizione di relativa pace sono
possibili.
9e consegue un conflitto S o##$ di ($%%e S c!e pu essere risolto solo con una
rivoluzione+
Eltri teorici neomarPisti dise'nano un sistema 'lobale piramidale nel quale c!i tiene
le leve economic!e domina 'li altri+V
4rimi pensatori del dou, commerce sono stati ?ume, ;ontesquieu, Moan 5tuart
;ill.
Idea c!e la 'uerra potesse essere pro$ittevole era diventata una great illusion+
T"e effe##i principali del (o''e"(io a $avore della &$(e e della %#$!ii#3:
o 19 commercio modifica gli incentivi degli stati nell0arena internazionale
permettendo loroi di ottenere prodotti di cui hanno bisogno, senza dover
correre rischi ne di costi di una guerra o di una conquista.
o 29 una maggiore interdipendenza economica diventa un incentivo a
mantenere la pace in quanto la competizione politica e la guerra
interromperebbero i flussi economici e la maggiore efficienza4 ci sono due
accezioni del termine interdipendenza:
a) %en%i!ii#3, intesa come la predisposizione degli stati a diventare
sensibili agli eventi c!e avven'ono ai loro alleati economici+
b) )une"$!ii#3, dal momento c!e un eventuale interruzione dei $lussi
economici comporterebbe un costo c!e inciderebbe sul benessere del
paese.
o 49 effe##i %o(ioo+i(i (liberalismo sociologico) che enfatizzano le
comunanze, piuttosto che le differenze tra i popoli e nazioni.
3.2 Le ("i#i(/e "e$i%#e $$ &"o%&e##i)$ i!e"$e
Il realismo non condivide l8en$asi posta dai liberali sui $attori economici+
I realisti sono convinti c!e l8apertura alle economie non sia scontata, non tutti 'li
stati possono permettersi il lusso del libero commercio+
Rosseau dice c!e 'li stati sono in competizione per vanta''i relativi e reali e non
per vanta''i economici di tipo assoluto+
5econdo questi precursori la ma''ior parte dei realisti contemporanei rele'a quindi
'li ar'omenti economici in secondo piano, sebbene un certo 'ruppo
0neo'e"($n#ii%#$1 vada oltre.
9ella letteratura contemporanea sono tre i pericoli per la sicurezza de'li stati c!e
ven'ono identi$icati per quanto ri'uarda lo sviluppo di un8economia mondiale
aperta:
1. Gn8 economia capitalistica porta ad un andamento ciclico dell3economia,
generando processi di espansione e concentrazione oltre i controllo di ogni azione,
innescando improvvisi cambi degli scenari politici internazionali ("rande Depressione de'li
anni -F)
2. il concetto di interdipendenza implica un asimmetria di condizioni c!e raro
considerare nella realt%+
3. Invece di indurre alla cooperazione, la )une"$!ii#3 prodotta dall8esposizione a
$enomeni oltre il proprio controllo potrebbe essere vista, piuttosto come un 8opportunit%,
come un costo+
CAPITOLO B: POLITICA E PACE DE-OCRATICA
1. POLITICA INTERNA ED ESTERNA
Ebbiamo sottolineato in precedenza c!e la disciplina delle Relazioni Internazionali si
sviluppata equiparando la politica internazionale alla politica interstatale. Huesta
prospettiva !a 'uidato anc!e lo studio della
&oi#i($ e%#e"$: l0attivit# con cui gli stati definiscono e proseguono i propri obiettivi
nel sistema internazionale. Il 'odeo %#$#o(en#"i(o de$inisce tale disciplina come
immutabile rispetto alle caratteristic!e de'li stati stessi. "li assunti c!e permettono
il $unzionamento di essa sono: la razionalit#, autonomia e unitariet# degli stati.
Eltre prospettive a$$ermano c!e la$$ermazione di tali assunti possono limitare la nostra
conoscenza delle relazioni internazionali. Hueste nuove prospettive a$$ermano c!e
biso'na studiare lattivit% tenendo in conto la
&oi#i($ !u"o("$#i($: la politica estera di uno stato deriva dallinterazione $ra diversi
apparati politici e burocratici, c!e lottano per $ar prevalere nel processo decisionale,
la loro percezione dei problemi in 'ioco e i loro interessi speci$ici. In tal caso,
linteresse nazionale diventa un mero esito ne'oziale il cui contenuto deriver% pi
dai compromessi e da'li scambi. Cre punti da ricordare:
a) Aale modello mette in dubbio gli assunti statocentrici dell0unitariet# e della
razionalit# degli stati+ (tale assunto viene meno poic!B la politica non
$ormulata in modo centralizzato)
b) /a politica estera non consisterebbe di decisioni prese in modo
strumentalmente razionale, di compromessi fra posizioni divergenti+
c) Ri'uarda le modalit# concrete secondo cui i processi decisionali( la politica
estera non rimane pi- confinata nei ministeri degli esteri ma si estende
orizzontalmente attraverso molte agenzie governative , provocando nuovi
problemi di coordinamento e di controllo.
1.2. L$ &oi#i($ e%#e"$ f"$ +"u&&i di &"e%%ione e (o'uni#3 e&i%#e'i(/e
Il modello della politica burocratica punta il dito su ci c!e succede nella macc!ina dello
stato, ma se si accetta c!e la politica estera di uno stato non consista nella selezione dei
comportamenti pi adatti a $ronte''iare le s$ide, bensA nel ra''iun'imento de'li interessi,
biso'na considerare anc!e e ric!ieste interne. Il modo con cui uno stato perse'ue i propri
interessi esterni produce numerose conse'uenze: la decisone di prote''ere il proprio
territorio + la scelta di abbassare o alzare le barrire do'anali. ;a se la scelta di politica
estera toccano questioni economic!e e politic!e di ori'ine interna, allora i 'ruppi
economici e sociali i decisori politici, vorranno contare di pi nelle decisione di politica
estera. Da ci la letteratura !a sottolineato limpatto dei +"u&&i din#e"e%%e c!e possono
avere sulla politica estera. Huindi le decisioni di politica estera non corrispondono
necessariamente alle s$ide del sistema internazionale ma anc!e alle esi'enze domestic!e.
6entre nel modello statocentrico si assume che il governo persegua razionalmente
l0interesse nazionale, in questa nuova teoria il governo si vede come un attore che
interagisce con altri gruppi interni per perseguire le politiche estere che realizzano gli
interessi di quella coalizione specifica. !utman !a sviluppato questo ar'omento in
particolare, costruendo un modello interpretativo in cui i 'overni sono concepiti come
attori c!e 'estiscono strate'icamente un +io(o $ due i)ei:
ingresso sulla scena mondiale della politica di massa e della guerra globale4
e%&$n%ione de+i $##o"i: da un lato alle $i'ura della politica si sono a$$iancati i
militari e le banc!e centrali, dallaltro la rami$icazione di questioni sensibili alla
politica estera !a aumentato 'li spazi di intervento dei 'ruppi domestici e aperto
quelli per la popolazione+
#eo"i$ de$ &$(e de'o("$#i($: una corposa tradizione c!e di ricerca di matrice
liberale c!e instaura un nesso casuale $ra il principale attributo istituzionale de'li
stati S la natura del re'ime politico S $ra la natura democratica del re'ime e la
'uerra.V
nella ri$lessione sul rapporto tra democrazia e 'uerra ricorre lidea c!e le
democrazie si comportino diversamente da'li altri re'imi politici, lori'ine deriva
dallopera di :ant !er la pace perpetua (B9C) .V
La pace democratica deriva il suo nome dal $atto c!e essa teorizza la pace c!e
caratterizza le interazioni $ra soli re'imi democratici, vediamo tale teoria partendo
dai numeri.
3.1. I d$#i de$ &$(e de'o("$#i($
Il tema della pace democratica si imposto come centrale nelle relazioni internazionali
a partire dalla prima met% de'li anni 3F, al se'uito contributo di DoLle (()3-).
='li a$$erma c!e le democrazie sono re'imi politici c!e durano almeno - anni, si
distin'uono per leconomia di libero mercato, propriet% privata, sovranit% esterna,
tutela dei diritti umani , potere le'islativo ed elezioni a cui partecipa almeno il -FO
dellelettorato masc!ile+
9elle ((3 'uerre combattute nellarco di quasi ,FF anni, anc!e se 'li stati liberali
sono stati coinvolti, 'li stati in cui sono assicurate costituzionalmente le libert%, non
si sono $atte la 'uerra+
;aoz e Ebdolali (()3)) danno una base empirica alla teoria concentrandosi sulle
--, coppie di stati c!e si sono $atte 'uerra dal (3(* al ()*2 e nonostante la
probabilit% statistica di trovare il /O di con$litti di coppie $ra stati democratici, questi
ultimi non si sono mai combattuti sul campo aperto+ V
5c!7eller (()),): mentre i re'imi non democratici ricorrono con re'olarit% a questo
strumento per impedire a'li avversari di avere il me'lio, le democrazie
sperimentano strade alternative: a seconde del re'ime c!e $ronte''iano se si tratta
di un paese democratico, tendono a cercare un accomodamento paci$ico+ se si
tratta di un paese non democratico tendono a costruire alleanze di$ensive+
I rapporti $ra Gsa e "ran 6reta'na !anno conosciuto e superato senza con$litti
aperti una situazione c!e la teoria realista della #"$n%izione de &o#e"e connette
strettamente alla 'uerra: situazione in cui una potenza in ascesa supera la potenza
principale del sistema internazionale, come avvenuto $ra la $ine dell 3FF e inizio del
)FF quando i secondi !anno sottratto alla prima il dominio dei mari.
3.2. Le ($u%e de$ &$(e de'o("$#i($
:ant speci$icava tre elementi c!e avrebbero portato alla pace democratica:
Il $atto c!e le democrazie siano dei sistemi politici in cui il governo dipende
dalla capacit% di conquistare e mantenere il consenso dei cittadini+
Il $atto c!e le democrazie siano dei sistemi politici con 'overno limitato, ossia
c!e prevedono pesi e contrappesi e meccanismi di controllo, sottoponendo il
potere esecutivo al controllo de'li altri poteri+
Huesti due elementi comportano #"e (o%#"izioni:
Dato c!e i costi di una 'uerra ricadono direttamente sui cittadini e c!e il
loro consenso necessario per mantenere il 'overno, questultimo
tender% a decidere la 'uerra meno di $requente di quanto non $anno i
'overni non democratici+
9on $ondano la loro le'ittimit% sui leader c!e le 'overnano e 'li impe'ni c!e loro
prendono non cambiano mutuamente al cambiare dei 'overnanti+
9on si pu rimanere
stupiti dal numero dal
numero limitato di casi,
data la pro$ondit% del
periodo considerato,
anc!e perc!B tale
numero deriva dal $atto
c!e la letteratura non !a
accolto sempre la
stessa de$inizione
operativa di democrazia+
#ome successo dopo le 'rande cesure internazionali del passato, anc!e dopo il
()3) il numero dei paesi democratici aumentato notevolmente (?untin'ton ())()+
9el tempo contemporaneo non vi sono stati con$litti tra le democrazie , a parte un caso
dubbio: 'uerra tra India e 4aDistan, di cui si pu discutere il 'rado di democraticit% di
questo e del numero di morti e$$ettivamente sostenuti dai due paese. 9el $rattempo va
anc!e se'nalata, la $requenza con cui delle democrazie !anno iniziato o sono intervenute,
basti pensare ai casi di disputa militare di "renada del ()3), e 'uerre in Iraq nel ())(,
nella eP Mu'oslavia ())/, in :osovo nel())), in E$'!anistan nel ,FF( e in Iraq nel ,FF-.
4erci se risulta di$$icile sostenere la natura intrinsecamente paci$ica delle democrazie,
sembra per anc!e possibile concludere c!e il sistema internazionale attuale non o$$re
ra'ioni per con$utare la pace democratic!e. #i si pu c!iedere quali politic!e si possono
se'uire per $arla pro'redire:
1. da un lato secondo le ultime inda'ini, le ultime democrazie tendono ad
incominciare la 'uerra molto di pi de'li altri re'imi+ dallaltro le democrazie
consolidate tendono a $are 'uerra pi de'li altri re'imi, quando i loro avversari
sono piccoli re'imi non democratici. Huindi la stessa espansione democratica
potrebbe portare ad un aumento delle tensioni internazionali.
2. 5i devono valutare con attenzione le possibili conse'uenze delle scelta di $are la
'uerra per poter e%&o"#$"e $ de'o("$zi$. Le 'uerre combattute per rendere
democratici i re'imi considerati ostili sono molto dubbie, poic!B ric!iedono
in'enti risorse per essere condotte in porto e poic!B !anno molto raramente
successo: in un ristretto numero di casi (/ su ,- o il ,,O) il re'ime democratico
instaurato in se'uito alloccupazione militare si consolidato a (F anni
dallintervento (Endreatta ,FF/)
5e'uendo lanalisi di Da!l (()2() biso'na aumentare lal$abetizzazione e urbanizzazione
della popolazione, ra$$orzare la classe media.
In$ine la democrazia un re'ime c!e allar'a lo spazio paci$ico internazionale, ma non
privo di complicazioni e le scelta della 'uerra per esportare la democrazia potrebbe
inceppare il meccanismo c!e ne sta alla base.
PARTE TERZA :
CONTINUITA E DISCONTINUITA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
CAPITOLO E: SICUREZZA
1. LA SICUREZZA CO-E SCOPO ELE-ENTARE DELLAZIONE POLITICA
"li individui vivono in societ%. #!e implicazioni comporta una tale a$$ermazioneR
Interazioni tra 'li attori siano di tipo diverso e possono essere collocate in un
continuum c!e va dalla contrattazione al con$litto. ;olte situazioni di con$litto in
realt% sono delle contrattazioni (bargaing situations)
La riduzione dellincertezza e dellinsicurezza costituiscono lo 0scopo elementare1
dellazione politica.
5ovranit% verso linterno si'ni$ica 0non subordinazione1 nei con$ronti di o'ni altra
istanza di autorit%.
Lesercizio di o'ni sovranit% risolve teoricamente il problema della pace interna e del
controllo della violenza sociale, tuttavia non praticabile nel mondo de'li stati perc!B se
essi rinunciassero al loro propria sovranit% essi non avrebbero pi modo di esistere.
=ppure la prospettiva di un 'overno complessivo del sistema internazionale allettante,
proprio l8articolazione per stati del sistema politico internazionale rende pi di$$icile la
promozione di quel bene comune c!e espresso nel concetto di +iu%#izi$ (o%'o&oi#i($.
Huest8idea si soprattutto mani$estata nella corrente 0idealista1, alimentando nel tempo sia
i concetto di sicurezza collettiva c!e il $ilone dei peace research studies.
L8aspetto della sicurezza nato dopo la 5econda "uerra mondiale e ride$inito dal
"e$i%'o ($%%i(o come 0sicurezza nazionale1 nasce proprio in contrapposizione
all8idea di sicurezza collettiva+ V
la sicurezza non coincide con la &o#enz$, cio l3insieme delle capacit# dello stato
rispetto agli altri+ in$atti accumulando risorse di potenza lo stato non
necessariamente mi'liora la propria sicurezza+V
il piano realista stato sviluppato come se il sistema internazionale avesse per tutti
'li stati le stesse caratteristic!e de'li stati occidentali e europei.
6iso'na vedere sotto quali condizioni la sicurezza non possa essere me'lio
concettualizzata come un bene c!e pu essere ottenuto dalla cooperazione, piuttosto c!e
dalla competizione tra 'li attori.
4.1 L$ %i(u"ezz$ (oe##i)$ e i 0&e$(e "e%e$"(/ %#udie%1
4roprio nella direzione della sicurezza come esito cooperativo si colloca l8idea di sicurezza
collettiva. 9uova $ormulazione teorica assunta dai cosiddetti peace research studies. ;a
c!e cosa si'ni$ica %i(u"ezz$ (oe##i)$R De$inizioni:
per Eelsen: %si parla di sicurezza collettiva quando la protezione dei diritti degli stati,
assume il carattere di una messa in pratica collettivamente... Nel caso della sicurezza
collettiva gli stati a cui non sono stati direttamente violati, sono obbligati ad
assistere lo stato che ha subito la violazione+ mentre la condizione self$help previsto
dal diritto internazionale 'enerale, essi sono solo autorizzato a $arlo1.
La nascita della ricerca della potenza sostenuta dai realisti teoricamente inattaccabile.
Elcuni realisti a$$ermano c!e la nascita dei 0concerti1 derivi proprio dalla combinazione di
questi interessi e'oistici. Cuttavia la normale preservazione del sistema, non pu rallentare
da sola la tendenza c!e va verso il castrato$ismo. La 0sicurezza collettiva& rappresenta la
concretizzazione dei principi di gestione del potere che devono essere seguiti se si vuole
che il sistema e gli stati sopravvivano.
per Thompson: 0il principio sul quale si fonda la sicurezza collettiva ' che un
qualsiasi attacco ad uno stato, viene considerato come un attacco a tutti gli stati 1, esempio
casus foederis dei patti di alleanza (l8art / del 4atto Etlantico).V
tale sistema si re''e su una diminuzione complessiva della pratica dei conflitti, e
quindi su una certa delegittimazione del ricorso alla guerra come strumento di polic:: in tal
senso la sicurezza collettiva appare come una via di mezzo $ra l8anarc!ia e il 'overno
mondiale, essendo strumento di politica internazionale specializzato, in quanto limitato allo
scopo di fronteggiare e prevenire l3uso della forza arbitrario e aggressivo e non inteso
come meccanismo di enforcement per l8intero corpo del diritto internazionale.
Cra i &"in(i&i de$ %i(u"ezz$ (oe##i)$ vi la convinzione c!e i 'overni siano sensibili a
un richiamo morale contro l3abuso della forza. E$$inc!B avven'a questo per ci devono
essere dei requisiti sia soggettivi c!e oggettivi.
Requi%i#i %o++e##i)i :
(a) riconoscimento di pratiche contro la guerra, dalla maggioranza degli stati del
mondo, e del valore della pace+
(b) acquisizione da parte dei politici e dei governi di fiducia e sicurezza senza
precedenti nel giudicare la buona fede degli altri del sistema internazionale che siano
pronti a combattere per mantenere lo status quo;
di$$erenza $ra:
Requi%i#i o++e##i)i :
(a) esistenza di un mondo caratterizzato da una notevole diffusione del potere(
universalit sostanziale delle memebership4
(b) (empirico) realizzazione di un lento e costante disarmo, rendere un mondo
sempre meno demilitarizzato4
(c) la presenza di una continua vulnerabilit# economica, che deve essere anche
essa universale, apparato legale e organizzativo che sia capace di dare espressione
istituzionale a tali principi.
TRE CRITIC<E EI 5I5C=;I I9C=R9EYI@9ELI DI 5I#GR=YYE(
1. tali sistemi sono privi di spie'azione sul come 'li stati riescano a superare paure e
incomprensioni reciproc!e+
2. comportano il rispetto di requisiti molto complessi, tra cui la capacit% di distin'uere
tra vittima e a''ressore+
3. non si sicuri del $unzionamento di questi sistemi proprio quando sarebbe
necessario, ossia quando lo scontro imminente.
=8 stato ribattuto c!e un equilibrio re'olato istituzionalizzato basato sull8idee 0tutti contro
uno1, sia pi sicuro di un sistema basato sul self$help e sulla ricerca solitaria della propria
sicurezza.
L8idea dell8indivisibilit# della pace !anno dato vita ne'li anni *F alla
in$ormazioni +
il 0'$"+in$ )$ue $&&"o$(/1, per cui il valore della sicurezza non assoluto, ma
doppiamente relativo+ per o'ni sin'olo so''etto coinvolto a seconda del contesto,
tende a se'uire la le''e della mar'inalit% decrescente.
5oprattutto dopo la $ine della "uerra <redda c!e listituzionalismo si interessa alla
questioni di sicurezza. Lo sviluppo dell0istituzionalismo dipende dallincrocio di due
variabili(
9asce una domanda: quali sono le condizioni in base alla quali possibile
pensare , parlare e $are a$$ermazioni ri'uardo a ci c!e ne lin'ua''io della politica
moderna de$inito come 0sicurezza1R Il si'ni$icato della sicurezza dipende da ci
c!e noi intendiamo come politico.
4. DILE--I DELLA SICUREZZA DE:LI STATI
4.1 An$"(/ie '$#u"e e %#$#i fo"#i
Encora ne'li anni )F, quando il le'ame tra stato e politica era 'i% messo in crisi dalla
+o!$izz$zione aumentando la $rammentazione politica , $aceva ritenere c!e solo la
di$$usione di strutture ri'ide avrebbe potuto 'arantire le aspettative di sicurezza di individui
e societ%. 5i poteva imma'inare c!e proprio il di$$ondersi di stati $orti, avrebbe consentito
l8ampliamento di quelle aree di anarchia matura individuate da 6uzan con una attuazione
della natura anarc!ica del sistema.
El contrario in %i%#e'i $n$"(/i(i &o(o %#"u##u"$#i, in cui vi sono stati %deboli& ossia
dove vi una bassa coesione statoIsociet%, la 'uerra sempre presente (stati
E$rica, ;edio @riente). 1aratteristica principale di questi stati il loro alto
coinvolgimento rispetto alle minacce di ogni origine (militare, politica, economica,
ambientale) interna alla stabilit% del 'overno.
4.2 0PiG i!e"i1 o 0&iG %i(u"i1 o 0%i(u"i &e"(/> i!e"i1
6uzan stabilisce una connessione parziale tra superamento dell8anarc!ia e l8edi$icazione di
stati solidi, ricollocando l8individuo al centro della sicurezza, ricordandoci c!e dal
passa''io da una or'anizzazione autoritaria a una democratica dei poteri dello stato, pari
quantit% di sicurezza dovrebbero essere compatibili con pi elevate quantit% di li!e"#3.
Il de$la'rare del #e""o"i%'o di matrice islamista !a contribuito a dare lin$a ri'enerativa alla
dimensione statale. "li attentati dell8 11 %e##e'!"e 2HH1 e la conse'uenza della 0dottrina
della 'uerra preventiva1 adottata dall8amministrazione 6us!, la quale autorizza 'li Gsa a
colpire preventivamente e a distru''ere le or'anizzazioni c!e minacciano la sicurezza
nazionale americana ovunque trovino asilo, mette in mora la validit% del principio di
sovranit% de'li stati. L8(( settembre un 'ruppo terroristico, cio non un attore statale,
non territoriale, non pubblico, !a spinto il 'overno, l8unica superpotenza rimasta verso una
posizione revisionista (critica) verso quelle re'ole ed istituzioni c!e le !anno permesso di
dominare per ben mezzo secolo.
L8alleanza tra alIHaida e il re'ime talebano in E$'!anistan materializzavano la
proli$erazione de'li 0stati $alliti1, ponessero $ine alla di$$erenziazione tra ordine 'erarc!ico
interno e ordine anarc!ico internazionale in una direzione del tutto opposta a quella
auspicata in una prospettiva Dantiana: cio
l8inserimento di condizioni di anarc!ia anc!e
all8interno dei con$litti de'li stati $alliti. La costruzione
dello stato sovrano !a rappresentato sempre meno
uno strumento e$$icace.
La minaccia del terrorismo !a suscitato un pericolo
pi subdolo, rispetto alla sicurezza de'li individui e al
trade$off tra sicurezza e libert%.
5tiamo assistendo alla proposizione di politic!e c!e
limitano le libert% dei cittadini, promettendo loro pi
sicurezza, limitando per la loro libert%.
La domanda di ?obbes 0pi liberi o pi sicuriR1, alla
quale possiamo collocare la risposta di LocDe 0sicuri
perc!B liberi1, $a vedere come per ?obbes il trade$off
$osse ne'ativo, mentre per LocDe $osse positivo.
Fuzan riprendendo il $ilo teorico di LocDe, dice c!e la
minaccia per i cittadini pu essere lo stato stesso.
6uzan indica 7 fo"'e nella quale questo pu
capitare:
a) processo le'islativo e di enforcement +
b) diretta azione amministrativa contro gruppi o
individui+
c) lotta politica per il controllo dell3apparato+
d) a causa degli effetti della politica di sicurezza
esterna /a %curva di /oc=e&
La 'aranzia di stabilit% all8interno e di sicurezza
all8esterno non elimina la potenzialit% ne'ativa
dello stato nei con$ronti della sicurezza
individuale. 4roprio per la sua capacit% di
palesarsi come una minaccia sia in ambito
domestico, c!e internazionale il nuovo terrorismo
sembra ricordarci di quanto abbiano visto 'iusto
?obbes e LocDe sul concetto di libert% e
sicurezza. El di sopra di un certo livello minimo di
libert% (L(), c!e potremmo de$inire come quello
'arantito dall8ordinamento costituzionale, $ondato
sulla separazione dei poteri(esecutivo,
le'islativo,'iudiziario) prevale la 0curva di
?obbes1. Huando si scende sotto il livello di libert% minimo compatibile con un
ordinamento democratico, invece prevale la 0curva di LocDe1,perc!B alla minacce alla
sicurezza provenienti dalla societ% si sommano quelle causate dai 'overnanti autoritari e
irresponsabili politicamente. In 4ratica sotto il livello L( il trade$off libert%Ksicurezza si
inverte (da ne'ativo diventa positivo), il c!e si'ni$ica c!e ad o'ni rinuncia anc!e piccola in
termini di libert% produce solo minore sicurezza. Il punto L,K5, esprime proprio la
combinazione pe''iore possibile tra libert% e sicurezza.
4.3 L*i'&o%%i!ie "i(e"($ de$ %i(u"ezz$ $%%ou#$
Il terrorismo transnazionale di matrice reli'iosoIidentitaria non certo il solo $enomeno c!e
abbia alterato il quadro complessivo della sicurezza. In tal senso si'ni$icativa la vicenda
della
do##"in$ de$ +ue""$ &"e)en#i)$ (pre$empitive war) proclamata da'li Gsa dopo
l8(( 5ettembre. =ssa si $onda sulla concezione c!e i re'imi autoritari 0anc!e se
deboli o sull8orlo del collasso possono alimentare dei terroristi capaci di attaccare 'li
5tati Gniti1 ra'ione per cui 'li Gsa non possono rispettare la sovranit% de'li stati c!e
possono alimentare terroristi capaci di attaccare 'li Gsa1. 5embra c!e tale teoria
non sia semplicemente molto ambiziosa ma anc!e $inir% con l8isolare politicamente
la potenza e'emone, moltiplicandone i nemici.
Eltra minaccia c!e colpisce e sulla quale la comunit% internazionale appare in di$$icolt% a
elaborare ade'uate strate'ie di sicurezza costituita dalla
De$inizione di 6odels=i : 0processo attraverso il quale diverse societ% nella storia del
mondo ven'ono incorporate in un sistema 'lobale1+
0&oi#I1: l0identit# statale e le caratteristiche generali del suo regime politico, quali la
democrazia o la dittatura. La discussione pi importante ri'uardo la polit:, ri'uarda
le dimensioni territoriali de'li stati.
o 5econdo alcuni autori la 'lobalizzazione crea una competizione economica
'lobale c!e crea incentivi per la $ormazione di blocc!i re'ionali, da una
polites pu emer'ere cosA una polit: multilivello, c!e possiede alcune
caratteristic!e di uno stato.
o 4er altri invece la dellinterdipendenza 'lobale produrrebbe una spinta verso
una $orma or'anizzativa sovranazionale c!e meriterebbe il nome di 0'overno
mondiale1.
o 4er altri ancora la 'lobalizzazione economica $arebbe venire meno una delle
condizioni dellet% moderna c!e avevano promosso la $ormazione di stati e
dimensioni medioI'randi, ossia la necessit% di creare un mercato nazionale
su$$icientemente 'rande da poter permettere lo sviluppo economico. Il
declino del protezionismo economico renderebbe, super$lua lesistenza dei
mercati nazionali e quindi $avorirebbe tandenze secessioniste e separatiste.
In tale visione la 'lobalizzazione promuove la $rammentazione piuttosto c!e
linte'razione.
o Eltro dibattito sulla politL ri'uarda la democratizzazione di stati non
democratici. Elcuni autori riten'ono c!e questo sia ne'ativo, poic!B
ipotizzano c!e le imprese trasnazionali pre$eriscano il prose'uimento di
re'imi autoritari nei paesi in cui investono e siano disposti a sostenerli con le
proprie risorse economic!e. 4er nella ma''ioranza dei casi si pensa c!e
ci sia positivo in quanto un $lusso economico internazionale ne
promuoverebbe lo sviluppo democratico.
0&oi#i(%1: processo politico e decisionale, inclusi i rapporti di forza tra le varie forze
politiche e sociali. La 'lobalizzazione pu $avorire su dimessa un cambiamento su
le risorse c!e le vari 'ruppi sociali possono utilizzare nel processo politico.
o 4er alcuni la 'lobalizzazione accresce la disu'ua'lianza dei redditi, almeno
nei paesi industrializzati. = plausibile sostenere c!e la 'lobalizzazione
ridistribuisca il potere politico allinterno de'li stati. 4er una serie di motivi il
capitale attraversa pi $acilmente le $rontiere, dando ma''iore capacit% ai
0capitalisti1 di sce'liere dove investire il loro capitale rispetto alla $orza lavoro.
9e conse'ue c!e un declino delle barriere economic!e internazionali
ra$$orzerebbe il potere ne'oziale dei possessori di capitale, $acendo declinare
il potere dei sindacati.
5usan 5tran'e dia'nosticava 0la di$$usione delle autorit% oltre i 'overni nazionali !a
lasciato aperta una vora'ine di nonIautorit%, c!e potremmo c!iamare nonI'overno1.