PERCHE' L'EBOLA ARRIVA DAL SUD AFRICA IN CONGO E ZAIRE IL PROBLEMA DI FONDO E' C
HE LI CI' SONO I MAGGIORI GIACIMENTI ORO ED ALTRI MINERALI ED RISORSE,, DEVONO C
ONTROLLARE RIDURRE LA POPOLAZIONE E SOFFOCARLA ,, IL NWO LO HA DECISO ''MEDITATE '' http://www.30giorni.it/articoli_id_17771_l1.htm Multinazionali che estraggono minerali preziosi senza permesso. Altre che esport ano senza pagare tasse. E una connessione diretta tra la guerra, che ha gi fatto cinque milioni di morti, e la lotta per il controllo delle risorse naturali http://www.zappingrivista.it/primo/stampa.php?nn=342 Nell'inferno del Klondike africano Viaggio in Congo, tra i cercatori che estraggono l'oro diretto in Europa http://it.peacereporter.net/articolo/29111/R.D.+Congo,+operazione+trasparenza Studi di impatto ambientale e pubblicazione obbligatoria dei documenti relativi alle concessioni in campo minerario e petrolifero. Kinshasa punta sulla difesa d el suo tesoro E' una glasnost in versione congolese l'ultima speranza di un Paese che seduto s ulla sua fortuna e insieme sulla sua maledizione: una ricchezza mineraria e di i drocarburi quasi sconfinata. Fino ad oggi, complice una classe politica tra le pi corrotte al mondo (il Congo 175 esimo su 183 nell'indice della corruzione stil ato da Transparency, ndr), lo stato africano ha lasciato che il suo tesoro venis se saccheggiato senza far nulla, anzi, accordando complicit in cambio di poche br iciole. Il tutto avveniva in gran segreto, con contratti infarciti di trappole e magagne, tramite appalti assegnati con la massima discrezionalit e accordi da mi liardi di dollari che ai cittadini congolesi hanno portato solo altra miseria e nuovi debiti. Ora Kinshasa cambia rotta e decide con un decreto firmato dal prem ier Adolphe Muzito che tutti i contratti relativi allo sfruttamento delle risors e naturali del Paese dovranno essere resi pubblici entro 60 giorni dalla firma. Il provvedimento, la cui pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale imminente, stato firmato da Muzito lo scorso 21 maggio e si trova ad essere finalizzato proprio in questi giorni. La legge coniuga trasparenza nella gestione economica e rispet to dell'ambiente. Perch un'altra parte della norma prevede l'obbligo di far prece dere alla stipula di qualsiasi accordo in materia uno studio sull'impatto ambien tale. Quale sar la corrispondenza tra le dichiarazioni e le azioni che seguiranno? Ques to si chiedono gli analisti che da anni seguono il problema della spoliazione de lle ricchezze naturali di un Paese grande come l'Europa occidentale dove il gove rno ha uno scarso controllo del territorio. I bacini minerari del Kivu, per esem pio, sono in mano a milizie e bande armate. La Repubblica Democratica del Congo, quando ancora si chiamava Zaire, stato saccheggiato per 30 anni da Mubutu Sese Seko, la cui caduta ha innescato due guerre combattute sul suo territorio da ese rciti provenienti dall'intera regione dei Grandi Laghi ma non solo, che - alleat i o meno di Kinshasa - intanto ne saccheggiavano le immense risorse. Il Congo in fatti possiede un terzo del cobalto disponibile al mondo, un quattro per cento d el rame, il cinque per cento dello stagno, e con altri Paesi della regione produ ce una quota compresa tra il 12 e il 14 per cento del tantalo, un minerale utili zzato nella produzione di apparecchi come laptop, telefonini e altri oggetti ad alto contenuto tecnologico. Poi ci sono le miniere di diamanti, di oro e di arge nto. Non mancano importanti bacini petroliferi e giacimenti di gas. Da non sotto valutare l'immenso patrimonio forestale, che fa gola ai commercianti di legname, un'altra ricchezza a rischio. Restano quindi molte incognite. Non questione da poco, ad esempio, quale sia la sorte dei contratti gi firmati: verranno resi pubblici? Secondo Elisabeth Caesens , esperta del Mining Governance Project del Carter Center, ci sono una cinquanti na di accordi opachi, per usare un eufemismo. Ad esempio quello del 2008 con la cinese Sicomines, uno scambio infrastrutture contro minerali del valore di nove miliardi di dollari, rinegoziato l'anno successivo per sei miliardi. Quelli sigl ati con due misteriose societ registrate alle Isole Vergini, la Caprikat Ltd e la Foxwhelp Ltd, per perforazioni nel Congo orientale, blocco 1 e 2 sul lago Alber ta, assegnati all'inizio del giugno 2010 per decreto presidenziale. E poi il pro getto da due miliardi di dollari Freeport nelle miniere di Tenke Fugurume (rame e cobalto), i legami della kazaka Enrc con Boss Mining, che nell'area di Mukondo gestisce la pi grande miniera al mondo di cobalto. In Congo la questione ben not a da tempo: nel 2005, la cosiddetta Lutundula Commission riesamin i contratti sti pulati durante le due guerre, tra il 1996 e il 2003, proponendo una modifica di alcuni e una soppressione di altri. In quel caso per i revisori non disturbarono giganti come Rio Tinto, Bhp Billiton e Anglo e in ogni caso il documento rimase lettera morta. Scoperte molto interessanti fece, due anni dopo, la Interminister ial Commission for Revisitation of Mining Contracts, che mise in evidenza come p arastatali congolesi come Miba, EKM-Mn, Sodimico e Sakima avessero concluso acco rdi quasi sempre svantaggiosi, perdendo asset preziosi e ingenti somme. Negli ul timi anni istituzioni come il Fondo monetario e la Banca mondiale hanno pi volte chiesto una maggiore vigilanza a Kinshasa. L'Fmi, l'anno scorso, arrivato a prom ettere una cancellazione consistente del debito in cambio della rinuncia di un a ccordo con Metalkol. Un settore dominato da logiche poco chiare inoltre mette in fuga le compagnie pi qualificate e richiama prevalentemente quelle corsare. Ma q uanto sono credibili adesso queste istituzioni? Quanto lo , ad esempio, la Banca mondiale? Nel 2002 aveva varato un nuovo codice che guidava le concessioni gover native in Congo in ambito minerario e petrolifero, che sostituiva quello in vigo re dal 1981: il nuovo testo era ritagliato su misura delle compagnie occidentali , tanto che nel 2006 un report interno segnal il rischio di uno scandalo. Ora che sono soprattutto i cinesi a fare affari, la trasparenza tornato ad essere un va lore importante. E' comprensibile. D'altronde, chiaro quali siano gli interessi di Pechino, Washington e delle altre capitali che contano. C' da chiederersi se i l Congo abbia finalmente capito quali sono i suoi.