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Quaderno
di Educazione Popolare
CAPITALI$tulO
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OABRIELA URIBE
MARTA HARNEC](ER
Strumenti di lnformazione e Didattica Popolare
Questo quaderno, prodotto dello sfozo
ft
dei lavoiatori di Giuimant, dedicato ii}
a tutti i lavoratori cileni. i
ARGOMENTI TRATTATI
INTRODUZIONE
Prima Parte
LA CONTRADDIZIONE FONDAMENTALE
DEL CAPITALISMO
1. IL RUOLO DEGLI STRUMENTI DI LAVORO NEL PROCESSO
PRODUTTIVO.
Col passare del tempo aumenta I'abilt lavorativa
e gli strumenti con cui si lavora si perfezionano
sempre pi.
Questi strumenti determinano a gran-
di linee, il modo di lavorare e, a partire da (uesto,
si creano determinati rapporti di produzione fra
gli uomini nel processo produttivo.
2. IL CONCETTO DI FORZE PRODUTTIVE E DI RAPPORTI DI
PRODUZIONE.
Le torze produttive
non sono una semplice somma
degli elementi che intervengono nel processo la-
vorativo, sono il risultato di una combinazione di
questi
elementi all'interno di certi rapporti di pro-
duzione determinati
3. LA SOCIALIZZAZIONE DELLE FORZE PRODUTTIVE.
Non si riferisce soltanto al carattere ogni volta
pi
sociale che la produzione
assume all'interno
dell'industria, ma anche alla crescente interrela-
Edizione originale - Cile, Quimantu 1972
Prima edizione italiana - ottobre 1974
O BCD s.r.l. Milano - v. M. Bandello 16
zione che si stabilisce fra i diversi rami della pro-
duzione a livello nazionale e internazionale.
4. LA CONTRADDIZIONE FONDAMENTALE DEL CAPITALISMO.
E' la contraddizione che esiste tra la crescente
socializzazione delle forze produttive e la proprie-
t privata capitalista dei mezzi di produzione.
Seconda Parte
lL CAPITALISMO: UN SISTEMA CHE DEVE SPARIRE
1. CONTRADDIZIONE FRA L'ORGANIZZAZIONE DELLA PRO.
DUZIONE ALL'INTERNO DELLA FABBRICA E L'ANARCHIA
DELLA PRODUZIONE NELLA SOCIETA'.
ll capitalismo sviluppa una crescente divisione e
organzzazione del lavoro all'interno delle fab-
briche, ma dato che queste sono in rapporto fra
loro soltanto attraverso il mercato, cio atraverso
le cieche leggi della domanda e dell'offerta, im-
possibile evitare I'anarchia della produzione a li-
vello della societ.
2. CONTRADDIZIONE FRA LA PRODUZIONE E IL CONSUMO.
a) La contraddizione fra la quantit della produ-
zione e le possibilit di consumo per la popola-
zione.
Nel regime capitalista si produce una quantit ec-
cessiva d prodotti che non hanno possibilit di es-
sere venduti perch la capacit di acquisto della
popolazione molto bassa a causa dei bassi salari.
b) La contraddizione fra il tipo di produzione at-
tuato e le necessit dei consumatori.
La produzione
capitalista non destinata a far
4
fronte alle necessit della popolazione, ma a pro-
durre dei guadagni per i capitalisti. Ci determina
una deformazione della produzione: prodotti di
lusso, variet superflue di merci.
3. CONTRADDIZIONE FRA PROLETARIATO E BORGHESIA.
ll capitalismo, concentrando i mezzi di produzione
ogni volta in sempre meno mani, produce un au-
mento delle persone che devono vendere la loro
lorza lavoro per vivere. Nella misura in cui il capi-
talismo si sviluppa, aumenta il proletariato.
Que-
sto sistema crea da solo i suoi seppellitori.
CONCLUSIONE:
lL SOCIALISMO: UNICA VIA Dl SALVEZZA
Soltanto il socialismo, caratterizzato dalla proprie-
t collettiva dei mezzi di produzione, permetter di
pianificare I'economia in modo che essa si ponga
al servizio di tutto il
popolo.
RIASSUNTO
QUESTIONARIO
r
t
r
INTRODUZIONE
Nei Quaderni
precedenti abbiamo visto in quale
modo si struttura la societ per la produzione dei
beni materiali di sussistenza,l come vengono sfruttati
i lavoratori nel sistema di produzione capitalista,2 in
che modo lo sviluppo del capitalismo porta alla con-
centrazione monopolistica3 e come questo stesso svi-
luppo giustifichi I'esistenza di paesi altamente svilup-
pati insieme a paesi molto poco sviluppati.a
Abbiamo avuto bisogno di conoscere
queste ca-
ratteristiche fondamentali del capitalismo per capire
come questo sistema di produzione pu cambiare,
cos come sono cambiati altri sistemi di produzione
precedenti a quest'ultimo.
ln questo
Quaderno studieremo le contraddizioni
interne del sistema capitalista, quelle che al loro
acutizzarsi creano le condizioni materiali e sociali
per la sua distruzione. Perci cominceremo a defi-
nire ci che intendiamo per forze produttive e per
socializzazione delle forze produttve.
Quindi
passe-
remo a studiare la contraddizione fondamentale del
capitalismo, che si produce fra il carattere ogni volta
pi sociale delle forze produttive e la propriet pri-
vata capitalista dei mezzi di produzione. ln sguito ve-
dremo come essa si manifest nel funzionamento eco-
nomico e sociale del sistema. Per ultimo, analizze-
remo in che modo il socialismo sia I'unica via d'u-
I
QEP n. 1: Sfruttati e sfrullalorl.
2
QEP n. 2: Lo sfruttamento capilalista,
3
QEP n. 3: Mseria e Monopoli.
a
QEP n. 6: lmperialismo e Dipendenza.
scita di fronte alle contraddzioni ogni volta pi acu-
te del sistema capitalista.
Dobbiamo awisare il lettore che solo nel prossimo
Quaderno di Educazione Popolare n. 8: Socialismo
e Comunismo, svilupperemo pi a fondo ci che si
intende per socialismo e la distanza che lo separa
dalla societ comunista.
Prima Parte
LA CONTRADDIZIONE FONDAMENTALE
DEL CAPITALISMO
1. IL RUOLO DEGLI STRUMENTI DI LAVORO NEL
PROCESSO PRODUTTIVO.
L'uomo ha bisqgno di lavorare
per irasformare la
natura secondo i suoi bisogni. Le ricchezze della
natura non servono a niente senza il lavoro umano.
A cosa serve il rame nelle miniere e il'pesce nel
mare se non esistono lavoratori che estraggono
que-
ste ricchezze dalla natura?5
Nel corso. della storia il lavoro dell'uomo si perfe-
ziona. Da un lato aumenta l'abilit, la capacit del
lavoratore e, dall'altro, si pertezionano gli strumenti
con cui I'uomo lavora. Presso i popoli primitivi. dagli
strumenti di pietra si passa agli strumenti di metallo.
Nel capitalismo si passa dagli strumenti manuali al-
le macchine.
Ma in che modo ,euesto
perfezionamento degli
strumenti di lavoro si ripercuote nel lavoro dell'uomo
sulla natura?
Aumenta ogni volta di pi la produttivit del lavoro,
cio fa s che il lavoro renda sempre di pi. ll lavo-
ratore, usando uno strumento migliore,
pu fare in
meno tempo lo stesso lavoro, o meglio, pu fare pi
lavoro nello stesso tempo. La zappatrice meccanica
permette all'uomo di fare una buca molto grande
in poche ore. Prima questo stesso lavoro, realizzato
da un lavoratore con una normale pala, durava vari
giorni.
ll lavoro umano, nel corso della storia, si perfe-
5
Vedi QEP n. 1: Sfrultali e Sfruttatorl.
ziona, aumenta la sua produttivit grazie fondamen-
talmente al perfezionamento degli strumenti di la-
voro.
Ma il grado di sviluppo degli strumenti di lavoro
determina non solo il grado di produttivita del lavoro
ma anche, a grandi linee, il modo di lavorare. ll tipo
di attivit che'devono realizzare gli individui per pro-
durre, determina, in questo modo, il tipo di rapporto
che si stabilisce fra i lavoratori e i mezzi di produ-
zione.
ll lavoro agricolo, nell'epoca feudale, per esempio,
si realizza con degli strumenti di lavoro semplici,
come le pale, le zappe, I'aratro di legno o di ferro,
ecc. Per arare la terra, seminare, irrigare, mietere,
preparare i frutti per il consumo o l'immagazzina-
mento era necessario lo sforzo e I'abilit manuale di
molti lavoratori. I servi lavoravano dall'alba al tra-
monto, sia sulla terra del signore che su quella a loro
concessa, per riuscire a ottenere con i propri stru-
menti i frutti necessari.
lnvece, con i moderni metodi dell'epoca capitalista,
in cui vengono usati trattori, trebbiatrici, imballatrici,
ecc., c' bisogno di molto meno lavoratori per otte-
nere i frutti della terra. lnoltre, queste macchine rea-
lizzano vari procedimenti in una sola volta. Per esem-
pio mietono il frumento, separano il grano dalla pa-
glia e allo stesso tempo imballano.
La produttivit del lavoro enormemente aumen-
tata rispetto al passato. I lavoratori sono operai agri-
coli che non sono legati alla terra: hanno giornate
lavorative di otto ore, ricevono un salario, vivono in
citt o villagg vicini da cui partono per il loro luogo
di lavoro. E questo , fondamentalmente, un lavoro
tecnico eseguito con l'utilizzazione di macchine, di
propriet del padrone, che vengono maneggiate da-
gli operai agricoli.
Ci che distingue le diverse epoche economiche
10
non cio che si fa, ma come viene fatto, con quali
strumenti di lavoro.6
Quindi sulla base di questo sviluppo degli stru-
menti di lavoro, si creano determinati rapporti fra gli
uomini nel processo produttivo.
Nell'epoca del comunismo
primitivo, quando gli
strumenti erano molto rudimentali, quando gli uten-
sili di pietra e I'arco e la freccia non permettevano di
lottare isolatamente contro le orze della natura e
contro le belve feroci, gli uomini erano obbligati a
lavorare in comune. ll lavoro in comune porto alla
propriet comune degli strumenti di produzione cos
come dei prodotti. ln questa situazione non esiste-
vano rapporti di sfruttamento di un gruppo di uomini
sull'altro, ma esistevano rapporti di collaborazione
reciproca.
Ma quando I'uomo scopre il fuoco e incomincia a
lavorare il metallo, creando degli strumenti come
l'ascia di ferro, I'aratro col vomero in ferro, ecc., la
produttivit del lavoro aumenta a tal punto che l'uo-
mo incomincia a
produrre pi di quanto gli necessita
per il consumo immediato?.?
Nasce cos, nella storia, la possibilit che un grup-
po di uomini si impossessi di questa eccedenza e
possa obbligare altri uomini a lavorare per lui. Que-
sto non avveniva nella comunit primitiva, dove nes-
suno
poteva obbligare un altro uomo a lavorare per
lui, dato che il rendimento del lavoro di ogni uomo
era sufficiente per la sola soprawivenza di ognuno
e per recuperare cos I'energia necessaria per con-
tinuare a lavorare il giorno seguente.
E' soltanto quando si verificano le condizioni che
permettono la produzione di un'eccedenza che nasce
la schiavit, in cui la propriet sociale dei mezzi di
produzione rimpiazzata dalla
propriet privata, ll

Marx ll capital. vol. l.
7
Si chiama eccedenza economica I'eccesso di produzione in
rapporto alle necessit del consumo.
11
r
i
tt
sigrore padrone della terra e degli strumenti di
lavoro e lo schiavo considerato uno strumento di
lavoro.
Ma col perfezionamento degli strumenti di lavoro'
si sviluppno processi produttivi pi complessi che
esigono che venga data al lavoratore una certa ini-
ziativa nella produzione, che quest'ultimo abbia una
certa inclinazione al lavoro e che se ne interessi.
Perci il proprietario della terra, il signore feudale,
fa a meno degli schiavi che non sentono nessun inte-
resse p9r il loro lavoro n trasferiscono in esso alcuna
iniziativa. Egli preferisce trattare con i contadini a
cui concede un pezzo di terra perch possano vivere
coltivandola e lavorare il resto del tempo per lui o
dargli una parte dei loro prodotti.
Questi esempi ci mostrano che i rapporti che si
stabiliscono fra gli uomini nel processo produttivo
dipendono in gran parte dal tipo di strumenti che
vengono utilizzati nella produzione.
S[udiando ci che awiene nella manifattura e nella
grande industria, vedremo come venga confermata
questa affermazione.
La manifattura la forma che assume il processo
di produzione capitalistico ai suoi inizi. Qui il capi-
talista, proprietario del locale in cui si lavora e degli
strumenti di lavoro, assume un certo numero di ope-
rai che lavorino per lui.
All'inizio di questa forma di
produzione, gli operai
utilizzano
gli stessi strumenti tecnicamente
poco svi-
luppati che utilizzavano nei loro laboratori indivi-
duali. lnoltre, all'inizio, ogni operaio realizza tutto il
processo di trasformazione della materia prima in
prodotto finito. Per esempio, ogni operaio di un cal-
zaturificio lavora facendo uno o pi paia complete
di scarpe. Sebbene questo lavoro sia simile a quello
realizzalo da lui stesso come
piccolo produttore in-
dipendente, il solo fatto di essere assieme ad altri
operai lo stimola a produrre di pi. ll risultato pro-
l3
duttivo di venti lavoratori isolati , generalmente, mol-
to inferiore a quello di venti lavoratori in uno stesso
locale.
Ma il capitalista vuole guadagnare sempre di pi
e per questo fatto deve sforzarsi di abbassare i costi.
ln che modo?
Al posto di far realizzare a tutti lo stesso lavoro,
pu specializzare i lavoratori in differenti lavori com-
plementari. Per esempio, uno taglia il cuoio, l'altro
fa le cuciture, I'altro attacca le suole, un altro fa gli
occhielli, ecc. Cos, con questa divisione tecnica del
lavoros aumenta di molto il rendimento o la produtti-
vit del lavoro, cio aumenta la produzione giorna-
liera di scarpe.
Tuttava, in questa forma di
produzione, I'abilit
personale nel maneggiare gli strumenti di lavoro con-
tinua a essere la cosa fondamentale. ll capitalista,
nonostante sia padrone dei mezzi di produzione, non
ha un lotale controllo del processo, dato che il pro-
cesso dipende dalle attitudini personali che sfuggo-
no al controllo del capitalista.
La sete di guadagno del capitalista lo porta a cer-
care di superare i limiti di questo processo produt-
tivo, cio la dipendenza dall'abilit e dall'efficienza
personale del lavoratore. Cos, poco per volta, il lavo-
ro umano viene sostituito dalle grandi macchine indu-
striall. ln questa fase il lavoratore perde il controllo
s
Questa divisione tecnica del lavoro e particolarmente svilup-
pata nell'industria moderna. Ogni operaio o gruppo di operai
realizza un lavoro specifico che corrisponde a una parte del pro-
cesso produttivo. ln un'industria di automobili, per esempio, esi.
stono diversi settori complementari I'uno all'altro fino a produrre
l',automobile completa. Quindi, nessun operaio produce un pro-
dotto finito. Quello che il prodotto finale il prodotto comune
di tutti loro. Questa divisione tecnica dei compiti all'interno di
uno stesso processo produttivo permette una maggiore effcienza
e, quindi, un aumento del rendimento del lavoro degli operai.
Chiameremo DIVISIONE TECNICA DEL LAVORO la divisione del
lavoro all'interno di uno stesso processo produttivo.
14
TTAHIFATTJRA
cfaaNoe
INDUg?FllA
Atrf I6IANA
O
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sugli strumenti di lavoro e rimane sottomesso al rit-
mo, all'efficienza e al tipo di attivit impostagli da una
macchina di propriet del capitalista. ln questo modo
il proprietario
dei mezzi di produzione passato a
controllare in modo totale e definitivo il processo
produttivo.e
La grande industria meccanzzata fin per sotto-
mettere totalmente il lavoratore al padrone del capi-
tale. ll capitalisla non solo il proprietario dei mezzi
di produzione ma detiene anche il conirollo totale
del processo
anche se queste funzioni non sono di-
rettamente compiute da lui ma da suoi aiutanti: su-
pervisori, capisquadra e capi amministrativi.
Da quanto abbiamo analizzalo precedentemente
possiamo capire cio che il marxismo intende per
forze produttive
di una societ.
Le forze produttive
sono l'energia su cui conta una
societ per produrre. Esse sono formate da tutti gl
elementi che intervengono nella produzione materia-
le: la forza-lavoro, la sua abilit e il suo grado di
specializzazione; i mezzi con cui si lavora: strumenti,
macchine, locali ecc.; e la materia su cui si lavora.
lndubbiamente le forze produttive non sono la
semplice somma di questi elementi: esse dipendono
dal modo in cui questi elementi si combinano fra loro.
e
Nella grande industria, I'operaio non ha il controllo dei suoi
strumenti, e, d'altra parte, deve sottomettersi alle macchine, pas-
sando ad essere cos un'altra pedina del processo produttivo capi-
talistico. Si tratta dello sviluppo del
"
modo di produzione speci-
ficamente capitalistico e della reale subordinazione del lavoro
al capitale
".
(Marx, ll Capitale, cap. Vl libro l).
t6
2. IL CONCETTO DI FORZE PRODUTTIVE E DI RAP-
PORTI DI PRODUZIONE.
Abbiamo gi visto come, all'inizio del periodo della
manifattura, gli stessi elementi che precedentemente
erano dispersi nel processo di produzione individuale
(il calzolaio con i suoi strumenti), quando poi ven-
gono riuniti (molti calzolai nello stesso locale) rag-
giungono
un maggior rendimento. E questo ancor
pi accentuato quando nasce la divisione tecnica del
Iavoro. La sola specializzazione dei lavoratori pro-
duce un rendimento del lavoro molto maggiore.
L'aumento della produttivit del lavoro dipende in
questo caso dal modo in cui viene organizzala tecni-
camente Ia produzione, cio dal tipo di rapporto che
il lavoratore o I'insieme dei lavoratori stabilisce con
i mezzi di produzione.
Ma chi stimola la creazione di questo tipo di rap-
porti che noi chiameremo rapporti tecnici di pro-
duzione?
Nel caso del sistema capitalista chiaro che ci
dipende dai rapporti sociali di produzione capitalista
e alle leggi che, sulla loro base si stabiliscono. ln un
primo tempo la propriet privata dei mezzi di
produzione
e la necessit di guadagnare sempre di
pi da parte di questi proprietari, cio che stimola la
crescente specializzazione del lavoro nella fabbrica
manifatturiera e, poi, I'introduzione della meccanizza-
zione nella grande industria.
Ora, se chiamiamo rapporti di produzione I'insieme
17
Ma questo processo di socializzazione delle forze
produttive non riconducibile soltanto alla socia-
lizzazione del lavoro all'interno della fabbrica.
La socializzazione delle forze produttive va molto
al di l della soglia della fabbrica: abbraccia tutta la
societ. Essa dipende fondamentalmente da due fatti:
I'origine sempre pi sociale dei mezzi di produzione
e la destinazione sempre pi sociale del prodotto.
-
Origine sempre pi sociale dei mezzi di produ-
zione.
Per origine sempre pi sociale dei mezzi di pro-
duzione si intende che questi mezzi di produzione
provengono da un numero ogni volta maggiore di
settori delta produzione eeonomica. Cos I'agricol-
tura primitiva, per esempio, bastava a se stessa per-
ch il contadino, solo, si fabbricava i suoi strumenti
di lavoro, preparava le sementi, ecc. ln questo ca-
so il numero dei mezz di produzione di origine non
agricola era molto piccolo o non esisteva affatto.
Ma, nella misura in cui si perfezionano le tecniche
agricole, l'agricoltura ha sempre pi bisog.no di
mezzi di produzione che provengono da altri set-
tori economici; utensili sempre pi complessi, trat-
tori, trebbiatrici, fertilizzanti, disinfettanti, energia
elettrica, combustibile, ecc. Lo stesso avviene in altri
settori dell'industria.
La crescente socializzazione delle forze produttive
si manifesta, quindi, nel fatto che ogni seitore della
produzlone ha bisogno di mezzi di produzlone che
proyengono da altri settori. L'agricoltura dipende dal:
I'industria chimica, estrattiva, metallurgica, ecc.
-
Destinazlone sempre pi soclale del prodotto.
Per destinazione sempre pi sociale del prodotto
si intende che i prodotti derivati da un processo pro-
duttivo sono destinati, in generale, a un numero cre-
scente di utenti o consumatori, sia direttamente che
indirettamente.
Ogni settore della produzione lavora direttamente
20
35lL-
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tN'r-lra Drlrg-lr1tl-}-lza Dl 5 1cl
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dei rapporti tecnici e sociali di produzione, possiamo
definire le torze produttive nel seguente modo:
Le FORZE PRODUTTIVE sono quelle forze che
risultano dalla combinazione degli elementi del
processo lavorativo all'interno di determinati
rapporti di produzione.
ll suo risultato una
determinata produttivit
del lavoro.
l'lAftRlA PRtr{A
gflrUgtlTl
ot tAvoFlo
3. LA SOCIALIZZAZIONE DELLE FORZE PRODUT-
TIVE.
Abbiamo gia visto come il lavoro umano si vada
perfezionandb nel corso della storia, cio come si
vadano sviluppando le forze produttive della societ.
Per esempio, la produzione artigianale, in cui la tes-
sitrice svolgeva il lavoro nella sua casa, sostituito
dalla produzione industriale, in cui un gran numero
di tessitrici si riuniscono insieme e utilizzano dei
telai molto pi complessi, fino a giungere al te-
laio meccanico moderno. ln questa produzione indu-
striale il lavoro assume un carattere ogni volta pi
sociale. All'interno dell'industria esistono differenti
sezioni: filatura, tessitura, bobinatura, tintoria, ecc'
ln ogni sezione lavora un determinato numero di ope-
rai si arriva a produrre il tessuto soltanto con la
partecipazione dell'insieme dei lavoratori dei diversi
settori.
La produzione smette di essere, in questo caso, un
processo di produzione individuale per trasformarsi
in un processo produttivo in cui intervengono
molti
lavoratori, cio in un
processo produttivo sociale. ll
prodotto smette di essere il risultato del lavoro di un
individuo per essere il risultato del lavoro dei lavo-
ratori dei diversi settori. Ormai nessuno
pu dire
(
questo prodotto I'ho fatto io'
,. questo prodotto
mio
".
Questo carattere ogni volta pi sociale che le forze
produttive assuhono nel loro sviluppo ci che
tato chiamato
processo dl socializzazlone delle forze
produttive.
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18
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o indirettamente con altri settori. Gos, per esempio,
I'industria chimica, quando appare per la prima volta
come settore indipendente della produzione, lavora
soltanto per un numero molto ridotto di industrie;
ma, nella misura in cui si sviluppa il sistema capita-
lista, si moltiplica anche il campo di ulilizzazione dei
suoi prodotti. Attualmente cio avviene a livello gene-
rale. Ci si riferisce alle industrie estrattive, metal-
lurgiche (specialmente per il trattamento dei metalli),
ecc.
Se si tien conto delle utilizzazloni indirette dei pro-
dotti, si pu vedere che attualmente ogni settore del-
la produzione lavora per tutti gli altri settori ed sog-
getto, quindi,
anche alle variazioni che possono
av-
venire in ogni altro settore dell'economia. Cosi, per
esempio, la paralisi
dell'industria metallurgica inte-
ressa le pi
svariante industrie: automobilistiche, edi-
li, ecc.
Per riassumere, la socializzazione delle forze pro-
duttive non si limita soltanto a ci che awiene all'in-
terno della fabbrica ma si riferisce fondamentalmente
alla crescente lnterdipendenza dei diversi settorl
dell'economia.
Questa interdipendenza non si esplica solo a li-
vello nazionale ma anche a livello mondiale.to
Si chiama SOCIALIZZAZTONE DELLE FORZE
PRODUTTIVE il carattere sempre pl socializza-
to del processo
lavorativo e I'interdipendenza
sempre maggiore dei differenti settori della pro-
duzione.
Questa socializzazione fa s che sia sempre pi
difficile far funzionare queste forze in modo iso-
lato.
10
Questo fatto stato analizzato nel QEp n. 6: lmperlallgmo e
Dlpendenza.
22
4. LA CONTRADDIZIONE
FONDAMENTALE DEL CA.
PITALISMO.
I piccoli produttori precapitalisti
-
per esempio,
un piccolo contadino, un falegname, ecc.
-
sono
delle persone che lavorano con propri mezzi di pro-
duzione (sono padroni dei loro strumenti di lavoro e
comperano, se necessario, la materia prima) e ven-
dono i loro prodotti sul mercato. ln quest casi nes-
suno dubita che il frutto ottenuto dalla vendita dei
suoi prodotti gli appartenga: si tratta del frutto del
suo lavoro personale.
Ma in seguito nasce la concentrazione dei mezzi
di produzione nelle grandi fabbriche e officine. Que-
sti non possono essere azionati da un individuo iso-
lato ma richiedono la partecipazione di un gran nu-
mero di lavoratori e il prodotto ottenuto il frutto del
lavoro collettivo di tutti loro.
Tuttavia, chi si appropria della maggior
parte di
questo frutto non sono i lavoratori che lo hanno pro-
dotto, come abbiamo visto recentemente, ma il pro-
prietario dei mezzi di produzione: il capitalista.
I prodotti ora creati socialmente non diventano
propriet di coloro che realmente azionano i mezzi
di
produzione, cio dei reali produttori, ma passano
nelle mani del padrone del mezzi di produzione.
Con lo sviluppo e I'espansione del capitalismo
que-
sta contraddizione fra il carattere sociale della
pro-
duzione e la forma privata dell'appropriazione capi-
talistica va sempre pi acutizzandosi.
Diciamo che entra in contraddizione sempre
pi
profonda, dato che, come abbiamo visto, fin dall'ini-
23
zio del modo di produzione capitalistico esistita
una contraddizione fra il carattere privato della pro-
priet
capitalista dei mezzi di produzione
e il carat-
tere sociale che fin dalle origini ha assunto la torza
lavoro, contraddizione che non esisteva nella produ-
zione artigianale. E' stata appunto questa contrad-
dizione che servita di maggior impulso allo svi-
luppo delle forze produttive
nelle prime fasi dello
sviluppo capitalistico. ll capitalista, mosso dall'ansia
del profitto, riunendo sotto il suo comando un certo
24
numero di lavoratori, ha stimolato enormemente lo
sviluppo delle forze produttive; in un primo tempo
specializzando al massimo i lavoratori e, successiva-
mente, introducendo le macchine.
Questo sviluppo, stimolato dalla concorrenza capi-
talistica, implica, in una prima fase, la sparizione dei
piccoli produttori indipendenti e poi la sparizione dei
capitalisti pi deboli, mentre la produzione si con-
centra in un numero sempre pi ristretto di persone
che, essendo proprietarie dei mezzi di produzione,
dispongono anche della maggior parte della ricchez-
za sociale ottenuta con questi' mezzi.
ln un determinato momento dello sviluppo del ca-
pitalismo ci viene a scontrarsi con il modo sempre
pi sociale in cui viene prodotta questa ricchezza e
la necessit che essa venga ripartita a vantaggio di
tutta la societ.
Posgiamo ora capire perch Marx afferm che la
contraddizlone fondamentate del capitalismo la
contraddizione fra il carattere sempre pi sociale
delle forze produttive e la proprieta privata capita-
llsta, sempre pi concentrata, dei mezzi di produzio-
ne.ll E' questa contraddizione quella che spiega la
dinamica con cui si sviluppa il sistema.
Tuttavia, da reale motore dello sviluppo capitalista,
arriva a trasformarsi, in un determinato momento
della sua esistenza, in un lreno per il suo sviluppo.
La propriet privata dei mezzi di produzione nel ca-
pitalismo, che all'inizio era una veste adeguata al
grado di sviluppo delle forze produttive, passa a tra-
ll
E' importante segnalare che la preprieta privata capitalistica
dei mezzi di produzione non h'a sempre il carattere di' proprieta
privata Indlvlduale. Pu esistere una propriet privata di tipo
collettlvo: questo il caso delle cooperative di produzione nel
regimi capitalistici.
,Pu
anche esistere una propriet privata di
tipo soclale quandp, per esempio, lo Stato capitalista diventa
padrone dei mezzi di produzione fondamentali. Ma
'in
tutti questi
casi continuano a essere de
gruppl o clasrl minorilarlc quelli
che si
,impossessano
del lavoro degli altri.
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sformarsi in una veste troppo stretta della quale
necessario disfarsi per poter permettere la libert
di movimenti che richiede la pianificazione della pro-
duzione al servizio della societ.
Sviluppandosi la contraddizione fondamentale del
sistema capitalista, si creano a loro volta le condi-
zioni materiali e sociali che permettono il suo supera-
mento.
27
Seconda Parte
lL CAPITALISMO: UN SISTEMA CHE DEVE SPARIRE
ln questa seconda parte del Quaderno vedremo
in quale maniera la contraddizione fondamentale del
capitalismo dia origine a una serie di altre contraddi-
zlonl. Queste contraddizioni tendono a diventare pi
acute via via che si sviluppa il capitalismo, creando
le condizioni materiali e sociali che rendono possi-
bile la distruzione di questo sistema di produzione.
1. CONTRADDIZIONE FRA L'ORG ANIZZAZIONE DEL.
LA PRODUZIONE ALL'INTERNO DELLA FABBRI.
CA E L'ANARCHIA DELLA PRODUZIONE NELLA
soctETA'.
Nella prima parte abbiamo visto in quale modo la
interdipendenza sempre maggiore tra i distinti settori
della produzione renda necessaria la'pianificazione
sociale perch questa possa rispondere alle neces-
sit della societ. Tuttavia questa pianificazione e
questa destinazione sociale della produzione non pos-
tono essere reallzzate perch si scontrano con la pro-
priet privata capitalistica dei mezzi di produzione. Es-
sa, creando delle unit produttive indipendenti, le ob-
bliga a relazionarsi fra loro attraverso il mercato, cio
attraverso le cieche leggi della domanda e dell'of-
ferta. Facciamo un esempio: un fabbricante di tela
in rapporto, tramite la compravendita della tela sul
mercato, con gli industriali che hanno bisogno di tela
come materia prima per le loro industrie (confezioni
di tessuto, fabbriche di lenzuola, tappezzerie, ecc.)
Non esiste un pi"ano che permetta
all'industrial tes-
sile di sapere quanto deve produrre e quanto deve
dare a cibcun cliente, dato che esistono altri indu-
29
striali tessili che lottano fra loro per vendere agli stes-
si clienti.
Si verifica cos una profonda
anarchia nella produ-
zione a livello sociale, cosa che contrasta con la
sempre maggiore organizzazione della produzione
all'interno di ogni impresa.
All'interno delle fabbriche, certi capitalisti, mossi
dalla concorrenza, introducono ogni sorta di mezzi
e di miglioramenti tecnici che permettano
di utiliz-
zare completamente le materie prime
e di spremere
agli operai la maggior quantit
di lavoro nel minor
lempo
possibile.
Questi capitalisti raggiungono cos
il loro obiettivo di ottenere profitti
mggior dei loro
concorrenti, producendo
a costi minori e pagando
salari eguali o minori dei loro. ll risultato sociale di
questa organizzazione e di questo
stretto controllo
all'interno della fabbrica un aumento generatizzato
della
produzione
dato che tutti i capitalisti finiscono
per introdurre queste innovazioni. Tuttavia, dato che
a livello sociale non esiste nessun controllo n orga-
nizzazione della produzione,
vige la cieca legge della
domanda e dell'offerta. Essa fa variare i przzi dei
prodotti
sul spalle dei capitalsti e pu far sfumare,
in qualsiasi
momento, i guadagni
che i singoli capi-
talisti si sono impegnati tanto per ottenere. bos,
ier
la legge dell'azzardo, che non controllata da nes-
suno, soltanto pochi
capitalisti possono
ottenere
grandi guadagni
mentre gli altri vanno in rovina.
La necessit di pianificare
la produzione sociale
si manifesta, quindi,
come una necessit per la stes-
sa classe capitalista, che si vede obbligata a consi-
derare questo
carattere sociale delle iorze produt-
tive. I capitalsti cercano di affrontare I'anarchia del-
la produzione
sociale nel modo in cui possibile,
all'interno dei limiti del sstema capitalista.
I grandi produttori
d uno stesso ramo si uniscono
a formare un trust, cio un raggruppamento che de-
termini la quantit totale che si deve produrre, la
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quota corrispondente a ciascun membro e il prezzo
comune di vendita dei prodotti. ln questo modo, i
capitalisti raggiungono un certo ordine produttivo;
ma, dato che ognuno di loro cura principalmente
il
proprio guadagno, questi trust si sgretolano al
primo rovescio negli affari. I capitalisti si vedono
quindi costretti a fare un uJteriore passo in avanti
nella socializzazione di ogni ramo: ogni ramo indu-
striale tende a trasformarsi in una grande societ
a19n!ma. Cio significa che non solo i grandi capi-
talisti si associano, ma che in questa
situazione la
maggior parte dei capitalisti del settore si raggrup-
pano,
cosa che facilita la pianificazione
della produ-
zione al suo interno.
!nfine, il sistema obbliga lo Stato, che rappresenta
gli interessi della classe capitalista dominnte, ad
occuparsi di quelle imprese che, per la loro scarsa
redditivit o per la loro importanza strategica per il
resto della produzione,
conveniente che smettano
di appartenere a un privato
capitalista e che passino
di propriet
allo Stato. Cos, lo Stato capitalista co-
mincia a
(
orientare
"
I'insieme dell'economia. Tut-
tavia questa risposta all'esigenza di organizzazione
e di pianificazione
della economia fallice puntual-
mente perch
essa pu
avere un carattere soltanto
indicativo cio un carattere di orientamento. La pro;
priet privata
fa s che ogni capitalista decida in utti-
ma istanza secondo i propri interessi, passando
so-
pra
alla politica
economica di orientamento. ln ogni
caso, nonostante questi limiti e nonostante, il fatto
che chi si awantaggia la minoranza capitalistica,
ci permette
alla maggioranza di intrawedere la vera
soluzione: che I'intera societ prenda possesso
dei
mezzi di produzione
attraverso lo Stato per farll pro-
durre secondo una pianificazione
e una organizzazio-
ne della produzione
che vada a beneficio delt'lnlera
socleta.
32
2. CONTRADDIZIONE FRA LA PRODUZTONE E IL
CONSUMO.
Questa contraddizione assume due aspetti:
a) La contraddizione fra la quantita della
produzione
e le possibilita diconsumo della popolazione.
Nel regime capitalista la produzione cresce con
un'enorme rapidit, mentre il consumo,'sebbene cre-
sca anche lui, lo fa molto pi lentamente: la situa-
zione di povert nella quale vivono le grandi masse
della popolazione non permette che il consumo indi-
viduale aumenti con napidit.
ll capitalismo tende a produrre sempre pi beni,
ma pei soprawivere deve pagare dei bassi salari.r2
E questi bassi salari creano una domanda limitata di
prodotti.
Questa una contraddizione che non ha vie
d'uscita all'interno del sistema capitalista, e tende a
provocare delle crisi periodiche di sovraproduzione'
Nella societ si verifica un eccesso di prodotti che
non vengono consumati
perch hanno oltrepassato
la capacit di acquisto della popolazione. I prodotti
si accumulano, il loro prezzo si abbassa
per la minor
domanda fino al punto che molti capitalisti si tro-
vano a non poter recuperare il denaro investito nella
produzione. Per evitare che i prezzi di tutte le merci
crollino, i capitalisti incominciano a distruggere
12
Non vi dubbio che nella misura in cui si sviluppa il capi'
talismo e in particolare la lotta di classe dei lavoratori, i salari
vanno aumeitando; ma comparativamente
questo aumento
molto inferiore all'aumento della ricchezza sociale ottenuto
grazie
allo sforzo dei lavoratori.
33
cRrsl
Dl Svlvo,ppoDuzrNE.
disperatamente le merci prodotte, a paralizzare la
produzione, a chiudere le fabbriche, a distruggere
cio le forze produttive.
Che ripercussione ha tutto ci sui lavoratorl?
Si produce la disoccupazione, la fame, la miseria.
E tutto ci non dovuto alla scarsit di merci, ma
al contrario perch se ne sono prodotte in eccesso,
senza una
pianificazione.
Ma, dato che il capitalismo non pu sopportare
queste crisi periodiche, perch queste lo indeboli-
scono sempre pi, cerca diversi sistemi per supe-
rarle.
Uno di questi la ricerca di mercati esterni che
permettano ai capitalisti di un paese di vendere in altri
paesi la produzione eccedente che non pu circo-
lare sul mercato interno del proprio paese. Un altro
sistema lo sviluppo dell'industria bellica. Essa per-
mette, da una parte, d assorbire una gran quantit
di mano d'opera e di eccedenza e, dall'altra, crea
le condizioni materiali che permettono ai capitalisti
di assicurarsi con la orza i mercati esteri.l3
b) La contraddizione fra il tipo di prodotti labbricatl
e le necessit dei consumatorl.
La produzione si sviluppa non in quei settori i cul
prodotti sono pi necessari e urgenti
per la grande
maggioranza della popolazione, ma in quelli in cul
i capitalisti possono ottenere pi guadagni. Cos si
investe molto di pi in prodotti come cosmetici, bi-
bite alcoliche, automobili di grandi dimensioni. ecc.,
piuttosto che in stoffe a buon mercato, generi alimen'
tari, trasporti pubblici,
ecc. ln questo modo, si altera
la
produzione: vengono prodotti articoli di lusso che
possono comprare solo gl strati
pi agiati della popo-
lazione, mentre il resto privo dei prodotti pi ne-
cessari.
13
Vedere QEP n. 6: tmpcrlallrmo o Dlpendenza.
35
Ma la produzione
non si altera solo in questo
sen-
so, ma anche per
la necessit di concrrenza lra
capitalisti, fra monopoli. Cos, per
esempio, per poter
competere col suo concorrente, un'industria di ta-
gliatelle
deve produrre
circa quaranta
tipi diversi del-
Ja stessa pasta,
cosa che implica una serie di spese
in
.macchine
speciali che pioducano questi
diversi
tipi.di pasta,
scatole diverse, ecc. Sarebbe molto pi
razionale avere una minor varet, ma a un prczzo
pi
conveniente per
la popolazione.
3. CONTRADDIZIONE
GHESIA.
FRA PROLETARIATO E BOR.
ll progresso tecnologico, la divisone del la-
voro, la massa di strumenti
produttivi azionati dalla
classe lavoratrice
producono un tale grado di svi-
luppo delle forze
produttive da
generare un'ecce-
denza economica in grado di rispondere alle neces-
sit di tulta la societa. Per la prima volta nella storia
si apre la possibilit di un pieno sviluppo dell'uomo
libeiandolo dalle sue necessita
pi elementari. No-
nostante ci, I'aumento della
produttivit del lavoro'
I'aumento della ricchezza accumulata non hanno
dato luogo a un aumento del benessere
generale n
a un aumento del tempo libero per i produttori diretti
dl
questa ricchezza, nel sistema capitalista. L'introdu-
zione delle macchine nell'industria non ha avuto
come fine la liberazione del lavoratore, ma I'aumento
del suo fruttamento: invece di diminuire, la giornata
lavorativa aumentata. Soltanto la lotta organizzata
dei lavoratori riuscita a ridurla alla giornata
di otto ore tutt'oggi esistente.
D'altra parte, la massiccia introduzione delle mac-
chine getta sul mercato del lavoro un numero cre-
scente di mano d'opera salarata. Questi operai disoc-
cupati formano il cosidetto
"
eserclto dl riserva
"
del
capitalismo, dato che costituiscono una forza lavoro
sempre disponibile a essere impiegata nelle nuove
industrie che sorgono o per sostituire gli operai
pi
combattivi licen2at dai loro padroni.
ln questo modo, via via che si sviluppa la contrad-
dizione lra la socializzazione delle forze produttive
37
e la propriet privata
capitalistica, dei mezzi di pro-
duzione, si sviluppa anche la contraddizione fra il pro-
letariato e la borghesia, cio fra i protagonisti
ciella
produzione
sociale e gli accaparratori dei suoi frutti,
grazie
al fatto che sono, proprietari
dei mezzi di pro-
duzione. lnoltre, questa
contraddizione fra il prole-
tariato e la borghesia diventa pi acuta perch i pro-
duttori diretti non controllano I'organizzazione del
processo produttivo.
Sono sottomessi ai rapporli tec-
nici di produzione
che il capitalista (o i suoi rappre-
sentanti) impone per
aumentare
lo itruttament'dei
lavoratori. ln questo modo i lavoratori non possono
impedire che i progressi
tecnici, che potrebbero
liberarli, servano invece per renderli scliiavi di un
processo
meccanico ed estenuante che non permet-
te loro di realizzarsi come individui.
La
,
crescente concentrazione e centralizzazione
della produzione
in un numero sempre pi ridotto di
capitalisti aumenta inoltre la massa degli espropriatl
che sono costretti a vendere la loro forza-lavoro per
soprawivere, sottomettendosi alle condizioni di la-
voro che impone il capitalista.
38
Ma, con lo sviluppo del sistema, la classe operaia
non solo cresce, ma 3i concentra in zone industriali,
cosa che facilita I'identiflcazione degli operai come
una classe sociale sfruttata dal sistema: sottomessa
al controllo capitalista all'interno della fabbrica e
creatrice di ricchezze che vanno a finire nelle mani
dei capitalisti.
D'altra parte, la socializzazione del lavoro dentro
la fabbrica crea un'abitudine all'organizzazione, alla
disciplina e alla solidarieta che aiutano
questa classe
a darsi un'organizzazione che gli permetta di distrug-
gere il sistema al quale sottomessa.
"
Lo sviluppo della grande industria toglie dunque
di sotto ai piedi della borghesia il terreno stesso sul
quale essa produce e si appropria dei prodotti. ll suo
tramonto e la vittoria del proletariato sono ugual-
mente inevitabili
".ra
la
lanllerlo del P.nlto Comunlrta. Marx-Engels.
39
CONCLUSIONE
lL SOCIALISMO: UNICA VIA Dl USCITA
Nella misura in cui si sviluppano le forze produttive,
I'uomo si libera sempre pi
dai condizionamenti del-
la natura. lncomincia a conoscere il suo ambiente
naturale e riesce a trasformarlo secondo le sue ne-
cessit. Cominciano eos i progressi della scienza e
della tecnica che potrebbero trasformare l'uomo in
padrone
e signore della natura e dell'universo.
Ma I'uomo paga un prezzo
elevato per questa sua
prima
emancipazione. ll passaggio
da una societ
primitiva
di autosussistenza a una societ in cui
esiste un'eccedenza di produzione, significa anche
passare
da una societ armonicamente unita a una
societ divisa in classi. Nella misura in cui I'uomo
si libera dai condizionamenti delle forze della natura,
cade sempre pi
sotto i condizionamenti delle forze
sociali che non controlla: la tirannide diretta di altri
uomini, come accade nel feudalesimo e nello schia-
vismo, o la tirannide nascosta sotto I'apparenza di
libert e di democraza nel sistema capitalista.
Ma gli uomini non hanno mai accettato passiva-
mente questa
situazione di sfruttamento. La storia
dimostra in quale modo essi si siano ribellati contro
le lorze oppressive. La storia dell'umanit la storia
della lotta fra sfruttati e sfruttatori.
40
Ma perch queste lotte non sono riuscite ad abolire
lo sfruttamento, la diseguaglianza sociale?
Nel passato, perch le condizioni non erano mature
per poter porre termine per sempre allo sfruttamento
e alla diseguaglianza sociale.
Ora, soltanto lo straordinario sviluppo delle forze
produttive originate dal sistema capitalista crea,
per
la prima volta nella storia, le condizioni materiali ne-
cessarie a porre fine defintivamente allo sfruttamento
di urta classe da parte di un'altra. L'eccedenza
pro-
dotta in grado di assicurare a tutta la societ la
soddisfazioe delle sue necessit di almentazione,
vestiario, abitazione, educazione e cultura. Tutti i
membri della societ potrebbero godere di maggior
iempo libero. ln questo modo tutta la societ
potreb-
be partecpare all'organizzazione e alla direzione del-
I'attivit produttiVa e della societ.
Ma il sistema capitalista non solo crea le condizioni
materiali del suo superamento, crea anche contem-
41
poraneamente le condizaoni sociali che permetteran-
no una nuova societ pi giusta e fraterna. All'inter-
no del sistema si sviluppa una classe totalmente e-
sproprata dei mezzi di produzione,
sfruttata ed esclu-
sa dai benefici che essa rende possibili. Concen-
trandosi nei grandi
centri industriali acquista co-
scienza di classe e si d delle forme di organizza-
zione che le permettono
di distruggere il
-sistema
di sfruttamento al quale sottomessa e di creare
una nuova societ.
Ma dire che il sistema crea le condizioni materiali
e sociali per il suo superamento non significa dire
che esse portano
da sole alla distruzione del sistema.
E, soprattutto, non basta che esista una classe ope-
raia organizzata perch
si produca in modo spon-
taneo una rivoluzione sociale. Perch ci accada si
richiede una ferma volonta di lotta di questa classe
e un'abilit sufficiente per riunire intorno a s il mas-
simo delle forze soiali contro il nemico che ne-
cesario distruggere per poter andare avanti fino alla
conquista degli obiettivi finali.
Per poter superare la contraddizione fondamentale
del sistema capitalista e le sue nefande conseguenze
'necessario distruggere la propriet privata
capitali-
stica dei mezzi di produzione.
Questi devono passa-
re nelle mani della societ perch essa possa pianifi-
care l'economia a beneficio di tutta la popolazione.
I rapporti di produzione
capitalistici devono essere
sostituiti dai rapporti di produzione
socialisti.
Assumendo nelle proprie mani I'economia, gli uo-
mini smettono di essere dominati da leggi cieche
e passano invece a controllare la base di tutta I'or-
ganizzazione sociale. La conoscenza scientifica della
societ e delle sue leggi di sviluppo e I'effettivo po-
tere sociale permettono agli uomini di applicare que-
ste conoscenze a beneficio di tutta la societ. Per
la prima volta nella storia si pu costruire una so-
ciet che non sfugga al dominio degli uomini stessi.
42
E' solo a partire da questo momento che gli uomini
cominciano a fare la loro storia. E' solo da questo
momento che le forze produttive e sociali, azionate
da loro stesse, produrranno ogni volta in maggior
misura quello che gli uomini desiderano ottenere.
L'umanit comincia cos la transizione dal regno
della necessit al regno della libert.
... e non ci saranno difficolt per nascere
49
RIASSUNTO
Nella prima parte di questo
Quaderno abbiamo vi-
sto come lungo la storia si vadano perfezionando gli
strumenti di lavoro e I'organizzazione del lavoro e
come, di conseguenza, cambi la produttivit del la-
voro e cambino i rapporti che gli uomini stabilisco-
no fra loro nella produzione. Cio, abbiamo visto
come si sviluppano le lorze produttive e come si
scontrino con i rapporti di produzione che quindi
cambiano per dare il passo a una nuova organizza'
zione sociale. ln seguito abbiamo analizzalo qual'
il grado di sviluppo che queste forze raggiungono
nel sistema di produzione capitalistico e come la
loro crescente socializzazione renda necessaria una
pianificazione della produzione sociale. Ma abbiamo
visto subito in quale modo ci si scontri con i rap-
porti di produzione capitalistici. Abbiamo concluso
stabilendo che la contraddizione fondamentale di
questo sistema si produce fra il carattere sempre pi
socale delle forze produttive e la propriet privata
capitalistica dei mezz di produzione.
Nella seconda parte del Quaderno abbiamo visto
come, con lo sviluppo del sistema capitalistico, gue-
sta contraddizione fondamentale dia origne ad altre
contraddizioni. La contraddizione fra l' organizzazione
all'interno della fabbrca e l'anarchia della produzone
a livello sociale, rende necessaria, da parte della stes-
sa classe capitalista, una pianificazione dell'econo-
mia ma, allo stesso tempo, permette di intravedere
la soluzone definitiva di questa contraddizione. La
contraddizione fra la produzione e il consumo d ori-
45
gine alle crisi di sovraproduzione e alla distorsione
della produzione.
La contraddizione fra il proleta-
riato e la borghesia si manifesta nella crescita sia
numerica che organizzativa della classe operaia. ln
base a tutto ci, abbiamo sottolineato come, in que-
sto sistema, si creano le condizioni materiali e sociali
per superarlo. Abbiamo fatto notare che queste con-
dizioni non bastano da sole, ma che c' bisogno della
volont di lotta det proletariato
organizzat per di-
struggere la propriet privata capitalistica dei mezzi
di produzione
e per porre le basi alla loro propriet
sociale; che permetta
di pianificare la produzione a
beneficio di tutta la societ. lnfine abbiamo affermato
che solo in questa nuova situazione gli uomini pos-
sono liberarsi, per la prima volta nella storia, da
quelle forze della natura e della societ che li hanno
dominati finora.
46 4T
QUESTIONARIO
1
-
Che conseguenza ha sul lavoro dell'uomo, il perfeziona-
mento degli strumenti di lavoro?
2
-
Fai un esempio di come lo sviluppo degli strumenli di
lavoro determina dei
'mutamenii
nel inodo di lavorare.
3
-
Cos' che distingue le diverse epoche economiche fra loro?
4
-
Cos'e l'eccedenza economica?
5
-
Come nasce la propriet privata dei mezzi di produzione?
6
-
Spiega come i rapporti che gli uomini hanno fra loro nel
processo produttivo dipendono dallo sviluppo degli stru-
menti di lavoro?
7
-
Che cambiamento si verilica nel rapporto degli uomini
con gli strumenti di lavoro, nel passaggio dalla manifattura
alla grande industria? Che cosa perde l'operaio? Che cosa
guadagna il capitalista?
8
-
Che cosa sono i rapporti di produzione?
9
-
Che cosa sono le forze produttive?
10
-
ln che cosa consiste la socializzazione delle forze pro-
duttive? Come si manifesta a liveflo della societ?
11
-
Qual' la contraddizione fondamentale del sistema capita-
lista di produzione?
12
-
Perch questa contraddizione all'inizio un incentivo allo
sviluppo del sistema e poi si trasforma in un freno del
suo sviluppo?
13
-
Perch necessaria la pianificazione
della produzione a
livello della sociei? non basta I'organizzazione della pro-
duzione all'interno della fabbrica?
14
-
Perch nasce la contraddizione fra produzione
e consumo?
15
-
Che conseguenze ha per la classe operaia lo sviluppo del-
la contraddizione fondamentale del sistema capitalisia?
16
-
Quali sono le condizioni materiali create dal sistema capi-
talista che permettono
di porre fine per sempre allo sfrlt-
tamento di una classe su un'altra?
17
-
Quali sono le condizioni sociali create da questo istema
che permettono
di distruggerlo?
18
-
E' sufficiente I'esistenza di queste
condizioni materiali e
sociali perch
sparisca il sistema capitalista? Dai una
spiegazione.
'FrNrTO
D! SAMPARE NE.L'OITO8RB lg74
NELLA TIFOGRAFIA A. RONDA DI MTLANO

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