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Renato Dulbecco

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Renato Dulbecco
Renato Dulbecco Nobel per la medicina
1975
Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 La Jolla, 20 febbraio
2012) stato un biologo e medico italiano. stato insignito del premio
Nobel per la medicina nel 1975.
Le sue ricerche, compiute tra gli anni cinquanta e gli anni settanta,
presso il laboratorio dell'Universit di Bloomington, nell'Indiana, il
prestigioso California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena,
l'Istituto di virologia di Glasgow e infine il Salk Insitute di La Jolla in
California, lo portarono alla scoperta del meccanismo d'azione dei
virus tumorali nelle cellule animali; scoperta per la quale stato
insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1975.
Biografia
Gli anni della giovinezza
Renato Dulbecco nacque a Catanzaro nel 1914, da madre calabrese e
padre ligure. Suo padre era un ingegnere, mentre sua madre apparteneva ad una famiglia di professionisti
[1]
. Fin da
bambino fu educato dai genitori al sacrificio e allo studio. Egli era ateo e fortemente antireligioso.
All'et di cinque anni, dopo la fine della prima guerra mondiale, si trasfer in Liguria con la sua famiglia, nella casa
paterna di una frazione di Imperia: trascorse un'infanzia serena che favor la sua curiosit e la sua vocazione per la
ricerca scientifica. Qui visse anche alcune esperienze, fra cui la morte dell'amico Peppino, che furono decisive per la
scelta della sua carriera futura, dal momento che si accese in lui la consapevolezza dell'impotenza della medicina
dinanzi a malattie molto gravi
[2]
. Durante gli anni del ginnasio e del liceo, in Italia ci fu l'avvento della dittatura
fascista di Benito Mussolini e anche la tranquilla vita cittadina ne fu influenzata, al punto che il paesino di Porto
Maurizio fu unito a quello di Oneglia con la nascita di una nuova citt: Imperia
[3]
.
Il padre, che lavorava nel Genio Civile, venne mandato prima a Cuneo, poi a Torino e infine a Imperia, dove il
giovane Renato frequentava il liceo De Amicis, la spiaggia e un piccolo osservatorio. Gi da ragazzo diede prova di
grande ingegno e perspicacia, inizi, infatti, a trascorrere il suo tempo libero presso l'Osservatorio Meteorologico e
Sismico della sua citt dove si dedicava alla costruzione di strumenti all'avanguardia grazie a quanto aveva appreso
dalla lettura di alcune riviste scientifiche del tempo
[4]
.
Gli studi e la guerra
Nel 1930 si iscrisse alla facolt di medicina dell'Universit di Torino (bench amasse la fisica)
[5]
, e gi dal secondo
anno, grazie ai brillanti risultati ottenuti, fu ammesso come interno all'Istituto di Anatomia di Giuseppe Levi,
personalit in vista nell'ambito medico e biologico. Qui, dove si occupava prevalentemente di biologia, ebbe modo di
conoscere Salvador Luria e Rita Levi-Montalcini
[6]
, che divenne un'ottima compagna di lavoro e con la quale
instaur una profonda amicizia che coltiv anche in seguito. Gli anni trascorsi all'Istituto furono segnati dal continuo
intervento del regime fascista nella vita pubblica e privata, e lo stesso Levi, dichiarato oppositore del sistema
vigente, fu sul punto di abbandonare la cattedra di anatomia pur di non prestare giuramento al regime
[7]
.
Dopo qualche anno, il giovane Renato lasci il laboratorio di Levi e si trasfer presso quello di Anatomia Patologica
di Ferruccio Vanzetti, divenendo anche interno all'ospedale Mauriziano, spinto dall'interesse per la clinica
[8]
. Si
laure a soli 22 anni, nel 1936, con una tesi sulle alterazioni del fegato dovute al blocco nell'efflusso della bile e
ricevette in quest'occasione diversi premi, essendo stato riconosciuto come il migliore laureato dell'universit con la
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migliore tesi
[9]
. Nello stesso anno, mentre era in bilico tra la scelta di diventare scienziato e quella di intraprendere la
carriera chirurgica, fu chiamato a prestare il servizio militare come ufficiale medico, fino al 1938
[10]
. Scelta la via
della ricerca, non ebbe neanche il tempo di trovare un lavoro che nel 1939 venne richiamato alle armi per lo scoppio
della seconda guerra mondiale, sempre come ufficiale medico, a Sanremo. Nell'iniziale incertezza della situazione,
ebbe la possibilit di coronare il sogno di sposarsi con Giuseppina, figlia di un membro del governo fascista.
Nel giugno del 1940, l'Italia entr in guerra al fianco della Germania ed egli fu mandato con il suo reggimento a poca
distanza dalla frontiera francese, fino al momento dell'armistizio con la Francia
[11]
. Durante questo periodo profuse il
suo impegno nello studio e nella ricerca, volto ad ottenere la libera docenza (Roma-1941)
[12]
, titolo che gli permise
di diventare anche capo del servizio sanitario della 5 Divisione fanteria "Cosseria". In questa veste, qualche mese
dopo, dovette partire per la campagna in URSS sul Don
[13]
; il suo reggimento fu praticamente devastato e soltanto
nel marzo 1943 pot ritornare in Italia dopo alcuni mesi di ospedale militare. Con il rientro in Italia riprese il suo
lavoro all'Istituto di anatomia patologica
[14]
e inizi a frequentare alcune organizzazioni antifasciste clandestine, in
particolare il Movimento dei Lavoratori Cristiani, appassionandosi alla vita politica; entr, infatti, a far parte del
CLN della citt di Torino
[15]
, diventando anche membro della giunta popolare guidata dal sindaco Giovanni Roveda.
Qui ebbe modo di constatare le contraddizioni interne all'ambiente politico, per cui prefer tirarsi indietro.
[16]
.
Gli albori di una carriera da scienziato
Dopo aver accettato di rientrare a far parte del gruppo di ricercatori di Levi, inizi ad interessarsi all'effetto delle
radiazioni sulle cellule embrionali di pollo, osservando delle alterazioni nello sviluppo delle cellule germinali. Il
neo-scienziato, tuttavia, fu consapevole del fatto che per approfondire questo genere di ricerca, avrebbe dovuto
acquisire molte pi conoscenze in ambito fisico, per cui decise di iscriversi alla facolt di Fisica dell'Universit di
Torino, completando questi studi nell'arco di due anni
[17]
. L'ambizione di conoscere l'effetto delle radiazioni sulla
struttura e sul meccanismo d'azione dei geni, che costituivano ancora perlopi un mistero, lo spinse ad intraprendere
esperimenti utilizzando cellule in coltura, in particolare embrioni di pollo
[18]
.
Decisivo, a questo punto della sua carriera, fu l'incontro con Salvador Luria, che aveva gi avuto modo di conoscere,
essendo stato anch'egli studente a Torino e interno dell'istituto di Levi. Luria si occupava a quel tempo dei virus che
infettano i batteri (batteriofagi), e utilizzava come Dulbecco le radiazioni; data la comunanza di interessi, gli offr la
possibilit di lavorare nel suo laboratorio a Bloomington, nell'Indiana (USA), dove collaboravano gi personalit di
spicco della comunit scientifica
[19]
.
Ricercatore negli Stati Uniti
Nell'autunno del 1947 si trasfer negli Stati Uniti, a Bloomington (Indiana)
[20]
, scoprendo un mondo totalmente
diverso dalla sua terra natia, accomunato per dai pregiudizi razziali. Inizialmente il suo lavoro, in un laboratorio di
dimensioni ridotte, fu da supporto alle ricerche di Luria, volte a comprendere e spiegare scientificamente
l'interazione tra pi fagi all'interno dello stesso batterio, dopo essere stati colpiti da radiazione ultravioletta. Dopo
molte osservazioni, si giunse alla conclusione che al massimo una ventina di fagi potevano interagire l'un l'altro e
sopravvivere pi a lungo
[21]
. Durante questo periodo partecip anche a riunioni scientifiche entrando in contatto con
noti ricercatori tra cui diversi premi Nobel
[22]
. Il contratto di lavoro offertogli da Luria prevedeva una durata di due
anni, ma date le dimostrazioni di grande capacit e acutezza dello scienziato, egli ebbe la possibilit di proseguire a
Bloomington le sue ricerche, acquisendo definitivamente la cittadinanza americana. La stima da parte del suo datore
di lavoro fu tale che nell'estate del 1948, lo invit a lavorare con lui per alcuni mesi presso il Cold Spring
Harbor
[23]
, un prestigioso laboratorio in cui affluivano scienziati da tutte le parti del mondo.
Il ritorno a Bloomington fu inaugurato da una nuova e interessante scoperta: per l'analisi dei fagi, egli utilizzava un
sistema basato sulla formazione di placche, ovvero aree distinguibili dal resto della coltura cellulare e costituite da
cellule che vengono distrutte per lisi dall'infezione di un virus; ogni placca veniva prodotta da un fago che, ucciso
dalla radiazione, perdeva questa capacit. Egli osserv che adoperando due colture diverse, una infettata da fagi
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normali, l'altra da fagi irradiati da luce ultravioletta, nella seconda si assisteva alla produzione di un maggior numero
di placche, contrariamente a quanto era previsto
[24]
. Il fenomeno per cui i fagi acquisivano la capacit di riattivarsi fu
chiamato fotoriattivazione
[25]
e la sua importanza risiedeva nel fatto che fino a quel momento, qualcosa di simile era
stato osservato nei batteri, ma dato che l'esposizione ai raggi UV avveniva fuori da queste cellule, era
necessariamente all'interno che qualche meccanismo ancora sconosciuto permetteva loro di riattivarsi
[26]
Fu questo inaspettato successo che nel 1949 port Max Delbruck, padre della genetica moderna, ad offrirgli un posto
di lavoro al California Institute of Technology di Pasadena, pi noto come Caltech, uno dei pi importanti laboratori
scientifici del mondo. Dopo un'iniziale esitazione, dovuta al timore di recare un torto a colui che lo aveva introdotto
in quel rilevante ambiente, accett, convinto anche dalle parole del collega James Watson (futuro premio Nobel per
la scoperta della struttura del DNA).
Il Caltech ha la migliore scuola di biologia del mondo, devi accettare!
[27]

Nasce una nuova scienza


[28]
Appena giunto al Caltech, ci che richiam la sua attenzione fu l'innovativa organizzazione interna al dipartimento di
biologia: i vari settori (botanica, microbiologia) non lavoravano indipendentemente l'uno dall'altro, ma attuavano
una feconda cooperazione. Il nuovo ambiente si rivel fin dall'inizio altamente competitivo, i ricercatori venivano
continuamente messi alla prova per dimostrare di essere all'altezza dei compiti assegnatigli, e ciascuno immergeva
tutto se stesso nel proprio lavoro
[29]
.
La grande occasione, quella che spian la strada alle nuove frontiere della ricerca biologica, fu lo studio del virus
responsabile dell'Herpes zoster, meglio noto come "fuoco di Sant'Antonio"
[30]
. La ricerca in campo virologico era
stata avviata gi da qualche tempo, ma nulla si sapeva circa i virus responsabili di alcune gravi malattie e di
conseguenza risultava difficile individuarne una cura. Dulbecco, insieme al suo collega Seymour Benzer, su invito di
Delbruck, decise di convogliare in questa direzione le proprio energie. Dopo aver viaggiato molto negli USA per
apprendere tutto ci che a quel tempo fosse noto sui virus, giunse alla conclusione che ci che mancava era un
metodo appropriato per saggiare questi microscopici agenti. Grazie al suo spiccato ingegno, intu la possibilit di
applicare ai virus animali il metodo delle placche, precedentemente adottato con i fagi, ed effettivamente i risultati a
conferma della sua tesi furono eccellenti, tanto da essere presentati all'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati
Uniti
[31]
. A partire da questo momento, la fama dello scienziato accrebbe e tutta la ricerca sui virus fu rivoluzionata.
Un'altra conquista sopraggiunse poco tempo dopo, nel 1955, quando egli riusc ad identificare un mutante del virus
della poliomielite, malattia estremamente temuta, che fu utilizzato da Albert Sabin per preparare un vaccino
[32]
.
Ormai la sua posizione al Caltech era emergente e a conferma di ci venne nominato professore associato di
microbiologia
[33]
. L'interesse per i virus si fece sempre pi specifico, fin quando sfoci in uno studio del tutto nuovo
(studio intrapreso inizialmente dal ricercatore Harry Rubin), riguardante i virus che rendono le cellule cancerose,
ovvero capaci di moltiplicarsi incessantemente. L'idea di fondo fu quella di studiare la genesi di un cancro, dovuto,
come era gi noto, ad un'alterazione genetica, all'interno di queste piccole entit biologiche costituite da pochi geni, a
differenza delle cellule animali
[34]
. Bisognava comprendere la modalit d'azione dei virus, che una volta penetrati
nella cellula sembravano svanire. La possibilit che all'ingresso nella cellula da parte di un virus seguisse
un'interazione tra il proprio materiale genetico e quello dell'"ospite" balenava gi nella mente di alcuni scienziati, per
cui il futuro premio Nobel colse l'occasione offerta dall'isolamento di un nuovo virus a DNA, quello del polioma, per
verificare la validit di questa tesi
[35]
.
Nel 1962 buss alla porta una nuova proposta: diventare membro del primo nucleo di ricercatori del nuovo istituto
ideato da Jonas Salk, che sarebbe stato realizzato a La Jolla, nei pressi di San Diego, a sud della California. Il
progetto prevedeva un'architettura semplice e funzionale, atta a soddisfare tutte le necessit della ricerca
[36]
. In attesa
della conclusione dei lavori, fu invitato da Michael Stoker, fisico britannico, a trascorrere un anno presso l'istituto di
virologia dell'Universit di Glasgow, in Scozia, dove continu insieme a nuovi collaboratori le ricerche sulla
modalit d'azione dei virus tumorali
[37]
.
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L'attacco definitivo
[38]
L'edificio che poco dopo sarebbe diventato il Salk Institute fu completato nel 1965
[39]
, e a partire da questo
momento la ricerca si fece sempre pi incalzante e innovativa, come sostenne lo stesso Dulbecco:
Ricercatori vi affluirono da tutto il mondo perch riconoscevano che il mio lavoro era all'avanguardia, era la prua della
nave che rompeva il mare dell'ignoranza.
[40]

Finalmente nel 1968 sopraggiunsero i risultati tanto attesi:


Per indagare l'azione dei geni di questi virus pensai che bisognava prima di tutto capire che cosa ne accadesse all'interno
delle cellule rese tumorali []. Si supponeva che il virus entrasse nelle cellule, ne alterasse i geni e poi scomparisse,
comportandosi come un pirata della strada che investe un pedone ferendolo e poi scappa abbandonando il luogo
dell'incidente.
[41]

L'elemento inedito fu l'individuazione di una sostanza, chiamata antigene T (tumorale), assente nelle cellule sane
dell'organismo, ma presente sia in quelle infettate che in quelle uccise dal virus. Non se ne conosceva la natura ma
era sufficiente per indurre a pensare che qualcosa del virus restasse nella cellula bersaglio; ci a cui si mir allora fu
l'identificazione di tale sostanza
[42]
. L'esito fu chiaro: si trattava di DNA virale che si unisce chimicamente a quello
della cellula, diventando parte integrante del suo materiale genetico:
L'ipotesi del pirata della strada era eliminata!
[43]

La scoperta fu clamorosa perch a questo punto fu semplice dedurre che i geni virali definiti oncogeni attivassero
quelli cellulari necessari alla moltiplicazione cellulare facendola proseguire incessantemente. Il trasferimento del
ricercatore in Inghilterra fu seguito dalla sua elezione come membro straniero della Royal Society di Londra, un
grandissimo onore per uno scienziato, perlopi straniero
[44]
.
Da questo momento in poi, la sua carriera fu sempre in ascesa. Tra i numerosi riconoscimenti assegnatigli, ricevette
la laurea honoris causa dall'Universit di Yale
[45]
, il premio Lasker per le scienze biologiche e mediche
[46]
, e nel
1975 il premio Nobel per la medicina e la fisiologia Per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e
materiale genetico della cellula
[47]
. La sua sorpresa alla notizia di quest'ultimo riconoscimento si evince
chiaramente da queste parole:
Il cuore mi salt in gola. Avevo capito bene? [] Non osavo dirlo, ma facendomi coraggio mormorai: il premio
Nobel.
[48]

Il Progetto Genoma
La personalit del grande scienziato, mai pago di conoscenza, lo port ad immergere se stesso in un nuovo colosso
della scienza moderna: il Progetto Genoma, con l'obiettivo di mappare l'intera sequenza del genoma umano, in modo
da comprendere e combattere concretamente lo sviluppo del cancro
[49]
. La tecnica adottata fin dagli esordi fu
vincente: si trattava degli anticorpi monoclonali
[50]
, ovvero anticorpi prodotti in laboratorio, fondendo una cellula
tumorale con una plasmacellula attivata e diretti contro un unico antigene. La cellula cos ottenuta (ibridoma) si
moltiplica rapidamente e permette di produrre una notevole quantit dell'anticorpo specifico, che a sua volta si lega
soltanto ad un tipo cellulare.Wikipedia:Uso delle fonti Le ricerche iniziali furono condotte sulla ghiandola
mammaria dei ratti e rivelarono la correlazione tra insorgenza di un tumore ed alterazione dell'espressione genica.
Conoscere tutti i geni dell'uomo era l'anello mancante di questa catena vitale, e l'unico modo per smuovere la
titubante comunit scientifica fu quello di lanciare il progetto mediante una delle riviste scientifiche pi autorevoli:
Science
[51]
. Nell'arco di pochi mesi, furono attuate numerose iniziative, la scintilla del nuovo ordigno della scienza
era stata innescata.
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Ultimi anni
Nel 1999 presenta il quarantanovesimo Festival di Sanremo insieme a Fabio Fazio e Laetitia Casta. Nel dicembre
2000 viene cooptato nel Consiglio di Beneficenza della Fondazione Cariplo insieme al collega premio Nobel Carlo
Rubbia
[52]
. Muore nel 2012 a La Jolla,
[53]
localit nei pressi di San Diego dove risiedeva da anni, colpito da un
infarto due giorni prima del suo 98 compleanno.
[54]
Riconoscimenti
Grazie alle sue scoperte, in materia di interazioni tra virus tumorali e materiale genetico della cellula, stato
insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1975, assieme a David Baltimore e Howard Temin. Alla cerimonia
del Nobel, Renato Dulbecco, che era da sempre un alfiere della lotta contro il fumo, non perse l'occasione per
lanciare una dichiarazione contro il tabagismo.
Oltre al premio Nobel, Dulbecco stato insignito della laurea honoris causa in Scienze dall'Universit Yale, era
membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana e membro straniero della
Royal Society inglese.
Onorificenze
Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri
3 gennaio 1981
[55]
Medaglia d'oro al merito della sanit pubblica
20 febbraio 1985
[56]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
12 marzo 1991
[57]
Opere principali
[58]
"Virologia", Piccin, Padova, 1985
"Trattato di microbiologia comprese immunologia e genetica molecolare", Piccin, Padova, 1986
Ha contribuito a: "Manuale di oncologia", L. Santi e D. Ugolini, ECIG, Genova, 1987.
"Ingegneri della vita", CDE, Milano, 1988
"Il progetto della vita", Mondadori, Milano, 1989
"Scienza, vita e avventura", Sperling & Kupfer, Milano, 1989
"I geni e il nostro futuro", Sperling & Kupfer, Milano, 1995
Renato Dulbecco
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Note
[1] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo uno "Figlio di due culture" p.7-8.
[2] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo uno "Figlio di due culture" p.15-16.
[3] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo tre "Non parlare di queste cose" p.24-28.
[4] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo cinque "Ma io non voglio essere un aristocratico." p.36-40.
[5] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo sei "Le docce nel cortile" p. 43-45.
[6] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo sette "Il giudizio universale" p.48.
[7] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo sette "Il giudizio universale" p.50-51.
[8] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo otto "La clinica" p.53.
[9] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo undici "No, dottor Dulbecco, la chirurgia non per lei" p.66.
[10] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo dodici "Mi vuole come assistente?" p.70-73.
[11] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo tredici "Cap Martin non risponde pi" p.77-78.
[12] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo tredici "Cap Martin non risponde pi" p.84.
[13] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo quattordici "Il capostazione sinistro" p. 86.
[14] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo diciassette "Verso l'avvenire" p. 109-113.
[15] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventuno "Gli embrioni maschili" p.128.
[16] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventuno "Gli embrioni maschili" p.129.
[17] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventuno "Gli embrioni maschili" p. 130-132.
[18] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventuno "Gli embrioni maschili" p. 132.
[19] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventuno "Gli embrioni maschili" p. 133
[20] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventidue "I templi della nuova religione" p. 137.
[21] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventitr "I virus che si aiutano" p. 143-144.
[22] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventitr "I virus che si aiutano" p. 148.
[23] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventiquattro "Le caserme degli universitari" p. 150-151
[24] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo venticinque "La luce ristoratrice" p. 154-155
[25] Consultato URL:http:/ / www. torinoscienza. it/ personaggi/ renato_dulbecco_20205
[26] Renato Dulbecco Scienza, vita e avventura capitolo venticinque "La luce ristoratrice" p. 155.
[27] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo venticinque "La luce ristoratrice" p.156.
[28] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, titolo sezione VI p.169.
[29] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventisette "La chiesa" p. 162-164
[30] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventotto "La malattia del colonnello" p. 171.
[31] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventotto "La malattia del colonnello" p.172-175
[32] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo ventinove "Contro il male del secolo" p. 177-178.
[33] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trenta "Lezioni al Caltech" p. 181.
[34] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentadue "Una biologia molecolare" p.189-190.
[35] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentacinque "Un DNA interessante" p. 202-203.
[36] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentasei "Come si fa una scoperta?" p. 211-215
[37] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentasei "Come si fa una scoperta?" p. 216-218
[38] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentotto p.226.
[39] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentasette "Il nuovo tempio" p. 224.
[40] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentotto "L'attacco definitivo" p.226.
[41] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentotto "L'attacco definitivo" p.227.
[42] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentotto "L'attacco definitivo" p. 227-233.
[43] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentotto "L'attacco definitivo" p.228.
[44] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo quarantuno "La vita del pendolare" p. 257-258.
[45] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentanove "Ricordo degli antichi pionieri" p. 235.
[46] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo trentanove "Ricordo degli antichi pionieri" p.237.
[47] Consultato URL: http:/ / www. villanobel. provincia.imperia. it/ i%20nobel%20italiani/ Dulbecco. htm
[48] Renato Dulbecco op. cit. capitolo quarantadue "Il telegramma" p.261.
[49] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo quarantasette "Il caos dei geni" p. 294-296.
[50] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo quarantasei "Gli anticorpi monoclonali" p.289.
[51] Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, capitolo quarantasette "Il caos dei geni" p.297
[52] Cariplo, tutti gli uomini della Fondazione (http:/ / archiviostorico. corriere. it/ 2000/ dicembre/ 13/
Cariplo_tutti_gli_uomini_della_co_0_0012139683.shtm)
[53] Renato Dulbecco morto a Genova, Nobel nel 1975 (http:/ / www. genovatoday. it/ cronaca/
renato-dulbecco-morto-genova-nobel-medicina.html)
[54] morto il premio Nobel Renato Dulbecco (http:/ / www. ilsecoloxix. it/ p/ italia/ 2012/ 02/ 20/ APFoEivB-renato_dulbecco_premio. shtml)
[55] Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (http:/ / www. quirinale. it/ elementi/ DettaglioOnorificenze. aspx?decorato=248438)
Renato Dulbecco
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[56] Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (http:/ / www. quirinale. it/ elementi/ DettaglioOnorificenze. aspx?decorato=16507)
[57] Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (http:/ / www. quirinale. it/ elementi/ DettaglioOnorificenze. aspx?decorato=10997)
[58] Per l'intero paragrafo consultato URL:http:/ / www.emsf. rai. it/ biografie/ anagrafico. asp?d=578
62.http:/ / www. webofstories. com/ story/ search?q=dulbecco
Bibliografia
Questo testo proviene in parte, o integralmente, dalla relativa voce (http:/ / www. imss. fi. it/ milleanni/
cronologia/ biografie/ dulbecc. html) del progetto Mille anni di scienza in Italia (http:/ / www. imss. fi. it/
milleanni), opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze ( home page (http:/ / www.
museogalileo. it)), pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0 (http:/ / creativecommons. org/
licenses/ by/ 3. 0/ deed. it)
Renato Dulbecco, Scienza, vita e avventura, Sperling & Kupfer, Milano, 1989. ISBN 88-8274-294-692-1-01
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Renato Dulbecco
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Collegamenti esterni
(EN) Autobiografia di Renato Dulbecco, dal sito nobelprize.org (http:/ / nobelprize. org/ nobel_prizes/ medicine/
laureates/ 1975/ dulbecco. html). URL consultato il 4 dicembre 2010.
Controllo di autorit VIAF: 52489596 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 52489596) LCCN: n80111169 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/ names/ n80111169) SBN: IT\ICCU\CFIV\049268 (http:/ / id. sbn. it/ af/ IT\ICCU\CFIV\049268)
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Fonti e autori delle voci
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Fonti e autori delle voci
Renato Dulbecco Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=65519845 Autori: Alec, Andrea.gf, AnjaQantina, Antonio1952, Artisto, AttoRenato, Bathor, Carlomorino, Cruccone, Daniele
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Gabriele Boccaccini, Gabriele85, Gac, Ghinozzi-nissim, Giac83, Guam, IPC, Jacopo Werther, LPLT, Lou Crazy, Louisbeta, Luca Borghi, Luckyz, LukeWiller, Magma, Materialscientist, Medan,
MicioGeremia, Mitchan, Mr buick, No2, Pdn, Phantomas, Pracchia-78, Reo-chan, Resigua, Richzena, Ricordisamoa, Rupertsciamenna, Salli, Scardovi, Serena Mercurio, Shivanarayana, Sintrug,
Snow Blizzard, Superzen, Taccolamat, Thrall87, Torsolo, Veneziano, Wiskandar, Yoggysot, 86 Modifiche anonime
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Dulbecco derivative work: Materialscientist (talk)
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