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Fino a trenta anni fa con Apple avremmo inteso solo il termine inglese per dire Mela, ma da quel momento ha iniziato a significare prima computers (Macintosh), poi lettori musicali (iPod), dopo anche smartphones (iPhone) e infine tablets (iPad). Tutto ci principalmente grazie a un uomo: Steve Jobs. Steven Paul Jobs nasce il 24-2-1955 a San Francisco, dopo non aver studiato al Reed College diviene cofondatore e amministratore delegato della Apple nonch il fondatore di Next Computer e lamministratore delegato di Pixar. Il 24-8-2011 a causa della sua malattia costretto a lasciare il posto di amministratore delegato della Apple, assume quindi quello di Presidente del consiglio di amministrazione. Il 5-10-2011 a Palo Alto (California) perde la lotta contro il cancro al pancreas. A una velocit inimmaginabile si diffondono in rete milioni di messaggi di cordoglio sia da parte di personalit del mondo dellinformatica, della politica e dello spettacolo, sia dai singoli utenti dei diversi social network che -in modo pi semplice ma pi diretto- esprimono la loro tristezza per la perdita subita, anche senza la diretta conoscenza del uomo che di cui lamentano la scomparsa. Dopo i commenti a caldo, le risposte immediate alla telegrafica comunicazione di decesso giunta dalla Apple, arrivano gli articoli dei giornalisti, ognuno con la sua posizione, emergono cos punti di vista a volte contrapposti, a volte concordi. In molti hanno esaltato la sua figura dichiarandolo Un genio visionario e creativo (la Apple), uno tra i maggiori innovatori della storia americana (Obama), unicona planetaria della nuove tecnologie (la redazione del Corriere della Sera), un pioniere della tecnologia (Washington Post), un paradigma (Severgnini sul Corriere della Sera), l'uomo che ha rivoluzionato l'informatica, la telefonia mobile, e prometteva di fare altrettanto con il consumo di notizie, la lettura (Rampini su Repubblica). Altri hanno preso posizioni pi distaccate e obiettive, considerando anche gli aspetti negativi delle grandi innovazioni portate da Steve Jobs, ad esempio Daisey fa notare -in seguito alle sue interviste davanti a una fabbrica della Apple- che alla creazione dei suoi prodotti contribuiscono migliaia di operai anche minorenni e spesso sfruttati, oppure Stallman che lotta per la gratuit dei software informatici e dichiara che La cosa importante su Jobs il suo lascito su cosa fare, impartito a coloro che sono ancora in vita: fabbricare computer con le manette digitali pi dispotiche e ingiuste che mai.. Posizioni intermedie sono assunte da coloro che constatano il successo del CEO della Apple contestualizzandolo alla sua situazione: Menna (blogger) e Trento (il Fatto Quotidiano) evidenziano che essendo nato in California Steve ha potuto permettersi un certo tipo di comportamento (abbandonare luniversit senza essersi laureato e frequentare corsi a cui non era iscritto, dare inizio alla sua attivit nel proprio garage..) che altrove non sarebbe stato possibile, e concludono che probabilmente in Italia non potrebbe nascere una simile azienda anche se ci fossero delle menti come la sua. Don Marco Sanavio (di Famiglia Cristiana) pone maggiore attenzione sullaspetto umano di Jobs, una persona che ha guardato in faccia la malattia con coraggio e dignit, ha provocato dentro e fuori dal web un grande tributo alle sue indubbie capacit. Qualcuno, per, ha un pochino esagerato volendolo santificare e ritenendolo un guru dellinformatica. Unulteriore idea quella di Feucecchi (di Fatto Quotidiano) che sostiene che La vera genialit di Steve Jobs stata mettere insieme buoni prodotti commerciali e una persuasiva brand identity.

Eppure conciliare le diverse opinioni non impossibile: sebbene Jobs fosse un imprenditore abituato a pretendere sempre il massimo e a volte troppo dai suoi dipendenti, sebbene la sua attenzione al marketing abbia aiutato le vendite forse quanto la qualit dei prodotti, sebbene sia stato favorito dalla sorte nellessere nato in California, sebbene alcune sue fabbriche sfruttassero manodopera non in regola, non si pu negare che, con le sue idee, abbia rivoluzionato molti aspetti della vita quotidiana di gran parte della popolazione mondiale, riuscendo ad uscire dalla posizione di nicchia che si sospettava avrebbero avuto le alte tecnologie. Ha sfatato lidea che la Apple fosse Un progetto lunatico. L' high-tech non pu essere progettata e venduta come un prodotto di consumo. (John Sculley, ex dirigente della PepsiCo). La storia infatti ci ha mostrato il contrario. Da questuomo possiamo effettivamente imparare a credere in noi stessi, nei nostri sogni, nelle nostre aspirazioni, a cercare sempre di portare a termine i nostri progetti, anche quando non semplice.

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