Sei sulla pagina 1di 98

Progetto Helianthus II,rientrante

nel Pon La scuola per lo


sviluppo

“Salvare l’arte per salvare l’uomo”


Rionero in Vulture Marzo-Aprile 2006

Dott. Antonio Oliveto


I. Il Patrimonio culturale
Patrimonio culturale
Beni culturali e beni paesaggistici
Codice dei beni culturali
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
Il concetto didattico dei beni culturali
Individuazione beni culturali specifici (mostre,
gallerie, ville, parchi…)
Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela
II. Preistoria
Studiare il passato: Geologia, Stratigrafia,
Paleontologia, Archeologia.
Suddivisione dei tempi geologici
Il Vulture: nascita ed evoluzione
La preistoria del bacino di Atella
Il sito paleolitico del cimitero di Atella (Pitture
rupestri, litica, animali)
Altri siti importanti sulle rive del lago
III. Età romana
Il Vulture in epoca romana
Rionero “Pagus” di Venosa
Scavi di contrada S.Francesco, contrada
Cappella del Priore ed in contrada Padulo
Le ville e le terme romane
Torre degli Embrici
La decadenza dell’ Impero romano e le invasioni
barbariche
IV. Medioevo
Inquadramento storico
Monaci Basiliani e Benedettini (gli itinerari
monastici)
Architettura medievale (la Chiesa di S. Antonio
Abate)
Divisione del territorio tra Francesi e Spagnoli (2
Aprile 1502)
Verso l’età moderna fino a Giustino Fortunato.
PROGETTO HELIANTHUS II,
RIENTRANTE NEL PON,
La scuola per lo sviluppo

“Salvare l’arte per salvare l’uomo”

Rionero in Vulture (PZ)


I. Il Patrimonio culturale
Patrimonio culturale
Beni culturali e beni paesaggistici
Codice dei beni culturali
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
Il concetto didattico dei beni culturali
Individuazione beni culturali specifici (mostre,
gallerie, ville, parchi…)
Beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela
PATRIMONIO CULTURALE
Il Patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici

BENI CULTURALI:

sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli


art. 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico,
etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate
dalla legge in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà

BENI PAESAGGISTICI:

sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicate all’art. 134,


costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici
ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in
in base alla legge
Codice dei beni culturali e paesaggistici

Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


EMANA:
Il seguente decreto legislativo:
Art. 1 - 1. E’ approvato l’unito codice dei beni
culturali e del paesaggio, composto di 184
articoli e dell’allegato A, vistato dal ministro
proponente.
Sommario
Disposizioni generali

Beni culturali: tutela; vigilanza e ispezione; protezione e


conservazione; circolazione in ambito nazionale e
internazionale; ritrovamenti e scoperte; espropriazioni;
fruizione e conservazione; valorizzazione; consultabilità
dei documenti degli archivi e tutela della riservatezza.

Beni paesaggistici: tutela e valorizzazione;


individuazione dei beni paesaggistici; pianificazione
paesaggistica; controllo e gestione dei beni soggetti a
tutela; disposizioni di prima applicazione e transitorie

Sanzioni
Tutela del patrimonio culturale
“La tutela consiste nell’esercizio delle
funzioni e nella disciplina delle
attività dirette, sulla base di una adeguata
attività conoscitiva, ad individuare i beni
costituenti il patrimonio culturale ed
a garantire la protezione e la conservazione
per fini di pubblica fruizione.”
CODICE DEI BENI CULTURALI, disposizioni generali art. 3
Valorizzazione del patrimonio
culturale
“La valorizzazione consiste nell’esercizio delle
funzioni e nella disciplina delle attività dirette a
promuovere la conoscenza del patrimonio
culturale e ad assicurare le migliori condizioni di
utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio
stesso. Essa comprende anche la promozione
ed il sostegno degli interventi di conservazione
del patrimonio culturale”

CODICE DEI BENI CULTURALI, disposizioni generali, Art. 6


Il concetto fondamentale è:
“I beni culturali, infatti, possono consentire di
riannodare il filo della continuità tra
passato e presente e di ricostruire la rete
di relazioni, oggi compromessa, tra uomo
e ambiente, ridando senso ed
orientamento al nostro agire”

DIDATTICA TRASVERSALE E ORIENTATIVA DEI BENI CULTURALI-


AMBIENTALI E DEL PAESAGGIO, Luigi DE NICOLA.
Sono beni culturali:
• Le raccolte di musei, pinacoteche,
gallerie ed altri luoghi espositivi dello
Stato;
• Gli archivi e singoli documenti dello
Stato, delle regioni e di altri enti pubblici;
• Le raccolte librarie delle biblioteche dello
Stato;
Sono altresì beni culturali:
• Le cose immobili e mobili che presentano
interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico particolarmente importante
non appartenenti allo stato;
• Gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a
privati;
• Le raccolte librarie, appartenenti a privati;
• Le cose immobili e mobili, a chiunque
appartenenti, che rivestono un interesse
particolarmente importante a causa del loro
riferimento alla storia politica, militare, della
letteratura, dell’arte e della cultura in genere;
Infine:

• Le cose che interessano la Paleontologia, la Preistoria e le


primitive civiltà;
• Le cose di interesse numismatico;
• I manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri,
le stampe e le incisioni, con relative matrici, aventi carattere di
rarità e di pregio;
• Le carte geografiche e gli spartiti musicali avente carattere di
rarità e di pregio;
• Le fotografie, le pellicole cinematografiche ed i supporti
audiovisivi;
• Le ville i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e
storico;
• Le pubbliche piazze, strade, vie di interesse artistico e storico
• I siti minerari di interesse storico ed etnoantropologico;
• Le navi e i galleggianti aventi interesse artistico, storico od
etnoantropologico;
• Le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od
etnoantropologico quale testimonianze dell’economia rurale
tradizionale;
Non sono soggette alla disciplina
dei beni culturali:

Le opere di autore vivente o la


cui esecuzione non risalga ad
oltre cinquanta anni.
Beni oggetto di specifiche
disposizioni di tutela:
• Gli affreschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i
tabernacoli e gli altri ornamenti di edifici;
• Gli studi d’arte;
• Le aree pubbliche;
• Le opere di pittura, di scultura, di grafica e qualsiasi oggetto d’arte
di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre
cinquanta anni;
• Le fotografie e le opere cinematografiche,
• I mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni;
• I beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della
tecnica aventi più di cinquanta anni;
• Le vestigia individuate dalla vigente normativa in materia di tutela
del patrimonio storico della Prima guerra mondiale;
La conoscenza di se stessi non può
prescindere dalla conoscenza di chi
eravamo, da dove venivamo e cosa
facevamo.

La nostra storia è la storia di se stessi


II. Preistoria
Studiare il passato: Geologia, Stratigrafia
Paleontologia, Archeologia.
Suddivisione dei tempi geologici
Il Vulture: nascita ed evoluzione
La Preistoria nel bacino di Atella
Il sito Paleolitico del cimitero di Atella
(Pitture rupestri, litica, animali)
Altri siti importanti sulle rive del lago
Studiare il passato
Geologia: scienza che studia la storia della terra, la composizione
della crosta terrestre, i processi della formazione delle
rocce, la cronologia terrestre con la divisione in ere,
periodi, epoche e i fossili caratteristici corrispondenti.

Stratigrafia: ramo della geologia che ricostruisce l’ età relativa


delle rocce basandosi sui caratteri fisici degli
strati e analizzando i fossili in essi contenuti.

Fossile: organismo appartenente a epoche remote e conservati


spesso per pietrificazione nella crosta terrestre.
Studiare il passato
Paleontologia:
branca della geologia che si occupa dello studio delle antiche
forme di vita, il paleontologo utilizza la conoscenza della
geologia, della botanica e della zoologia per individuare gli
organismi del passato che si sono conservati fino a noi.

Archeologia:
Scienza che si occupa delle antichità sotto il profilo storico
e artistico. L’archeologo si propone di interpretare
i documenti non scritti, inoltre ricerca, ordina e studia
reperti di diversa natura: manufatti di pietra, ferro, bronzo,
terracotta, tipi di sepoltura e resti fossili; osserva e ricostruisce
la vita dei nostri antenati.
Vulture: nascita ed evoluzione

Attraverso una frattura


marginale, circa 800-750.000
anni fa, si ha una risalita di
magma, dal quale prende
inizio la vita di quello che
diverrà l’apparato vulcanico
del Vulture.
Vulture: nascita ed evoluzione
Circa 750.000 anni fa inizia la vera e propria fase
costruttiva dell’apparato vulcanico: fasi esplosive
durante le quali vengono eruttati ceneri, lapilli e
bombe, si alternano a fasi effusive, nelle quali si
ha l’emissione di lave

Intorno ai 600.000 fa inizia la fase distruttiva del


vulcano, caratterizzata dalla sua fase di attività
più intensa (parossismo)
Vulture: nascita ed evoluzione
L’attività esplosiva durerà fino a circa
500.000 anni fa, da questo periodo in poi
ci sarà una fase di quiescenza
abbastanza lunga che vedrà gli ultimi
momenti di vita del bacino lacustre di
Atella, formatosi in seguito alla nascita del
vulcano e modificatosi in dipendenza delle
sue attività.
Vulture: nascita ed evoluzione
Oggi l’apparato vulcanico, Il suo profilo, unito allo
quiescente da quei scuro colore della
lontani tempi, si vegetazione, giustifica la
presenta come un suggestione che ha
grande cono mancante suggerito agli antichi
della sua parte abitanti del luogo il suo
sommitale, due piccoli nome, quello di un
invasi lacustri occupano grande uccello predatore
attualmente la caldera (i con le ali distese sul
laghi di Monticchio). territorio.
La preistoria nel bacino di Atella
Le più antiche testimonianze dell’uomo
preistorico, nel bacino di Atella, sono state
individuate intorno al 550-500.000 anni fa,
un gruppo umano, rappresentato
dall’Homo erectus, impeganto nelle attività
di caccia lungo le rive del lago,
dove gli animali andavano
ad abbeverarsi.
La preistoria nel bacino di Atella
La presenza dell’Homo
erectus è documentata
fino a circa 150-
100.000 anni fa, si
trattava di uomini
tarchiati, di non alta
statura, piccola
capacità cranica e volto
senza mento.
La preistoria nel bacino di Atella
Intorno agli 80-60.000
anni fa, comparirà un
altro cacciatore,
l’uomo di
Neanderthal, le poche
testimonianze che ci
ha lasciato sono
pochi utensili di
pietra.
La preistoria nel bacino di Atella
L’ Homo sapiens, molto
simile all’uomo
attuale, è
documentato da pochi
strumenti litici, intorno
ai 32.000 e 30.000
anni fa. Dopo queste
scarse testimonianze
si ha un’assenza di
frequentazioni
preistoriche.
La preistoria nel bacino di Atella
Vuoto che si interrompe con
l’arrivo di cacciatori
mesolitici circa 9.000 anni
fa, da questo momento ci
saranno frequentazioni
continue del territorio. Di
notevole interesse le
incisioni rupestri
lasciateci da questo
gruppo di cacciatori nel
celebre Riparo F. Ranaldi
a Serra Piscioni,
rappresentanti cervidi al
pascoli realizzate in ocra
rossa.
Gli animali
Grazie agli scavi del sito del Cimitero di
Atella abbiamo qualche conoscenza degli
animali che frequentavano il paleolago

Sicuramente i resti più importante


appartengono all’Elephas antiquus…
Gli animali

L’Elephas antiquus è un mammifero di


grande taglia forse uno dei più grandi
mammiferi terrestri: era molto più alto
dell’elefante attuale aveva le zanne due
volte e mezzo più lunghe
Gli animali
L’impronta di una zampa impressasi nel
fango costiero del lago, denuncia un
diametro di circa 40 centimetri
Il sito Paleolitico del cimitero di
Atella
Scoperto in seguito alle
indicazioni fornite Dott. Di
Muro nel 1989, il deposito
preistorico è stato oggetto
di scavi e ricerche
ininterrottamente dal
1990 ad oggi.
La stratigrafia dei depositi
che contengono reperti
preistorici è molto
complessa e caotica
Il sito Paleolitico del cimitero di
Atella
L’industria litica: l’attività
dell’uomo è
testimoniata dalla
presenza dei suoi
manufatti litici che
utilizzavano per le
loro battute venatorie
(di caccia).
Si tratta principalmente
delle cosiddette
amigdale o bifacciali
Il sito Paleolitico del cimitero di
Atella
È stato accertato che i
paleolitici scelsero una
materia prima leggera
(radiolarite porosa) non
comune nel territorio,
realizzavano
essenzialmente strumenti
a forma di mandorla
particolarmente adatta al
lancio con lo scopo più
che altro di impaurire e
ferire la preda
La caccia all’elefante…
Altri siti importanti sulle rive del
lago
Altre testimonianze importanti provenienti da
giacimenti paleolitici si attestano a Notarchirico
di Venosa e a Masseria Palladino (Filiano)
III. Età romana
Il Vulture in epoca romana
Rionero “Pagus” di Venosa
Scavi di contrada S.Francesco, contrada
Cappella del Priore ed in contrada Padulo
Le ville e le terme romane
Torre degli Embrici
La decadenza dell’ Impero romano e le invasioni
barbariche
Il Vulture in epoca romana
Intorno al 291 a.C. le popolazioni del Vulture
furono assoggettate ai Romani che fondarono una
delle loro floride colonie a Venosa.

La città si trovava in una posizione di


considerevole importanza
strategica in quanto centro di
comunicazione delle Puglie
con la Lucania e dei
Sanniti con Taranto
Il Vulture in epoca romana
Il territorio di Venosa chiuso
ad Oriente dall’agro di
Banzi e a settentrione
dall’agro di Canosa, si
estendeva ad occidente
per tutto il Vulture e per
l’alta e media Valle di
Vitalba, ove confinava
con il territorio di Conza.
Il Vulture in epoca romana
Il territorio del Vulture è attraversato da diversi itinerari sia
della transumanza che commerciali:

Via Herculeia, collegava Venusia con Potentia e la Val d’


Agri.

La strada verso il marmo Platano per il passo delle


Crocelle di Bella, strada che servi ad Annibale per
abbandonare il console Marcello nel corso della battaglia
di Numistrum
Il Vulture in epoca romana
Dunque Rionero era un “pagus” Venosino
Pagus: villaggio, borgo, da qui “pagano”cioè abitante del
villaggio
Molto probabilmente divenne uno dei centri
strategici di raccolta per le truppe romane,
che si cibavano dei prodotti della nostra
terra, carni di maiale tritate e conservate
nelle budella dell’animale, dette dai romani
le “lucanine”, le odierne salsicce.
Il Vulture in epoca romana
Le evidenze archeologiche confermano
queste tesi, infatti, in contrada Serra
S.Francesco, Cappella Priore e Padulo sono
state riportate alla luce monete, sigilli in bronzo,
mottoni con bolli etc.
Inoltre nelle sepolture scoperte negli anni 80 sono
stati rinvenuti molti altri
oggetti, ceramica a figure rossa,
spiedi e candelabri in piombo.
Queste evidenze archeologiche
appartengono al V° secolo a.C.
Ville e Terme romane
L’architettura romana ci ha lasciato numerosi segni
del suo passaggio: Ponti, acquedotti, strade,
anfiteatri, templi.

Anche nella zona di Rionero sono stati individuati


alcuni resti di strutture tipiche dell’architettura
romana
Ville e Terme romane
Le terme
Ville e Terme romane
Le ville
LE VILLE ROMANE
La Villa romana
La villa era originariamente una casa di campagna romana
costruita per le classi più elevate.
Secondo Plinio il Vecchio, vi erano due tipi di villa:

la villa urbana, che era una residenza di campagna che


poteva essere facilmente raggiunta da Roma (o da
un'altra città) per una notte o due

e la villa rustica, la residenza con funzioni di fattoria,


occupata in modo permanente dai servi, i quali
generalmente si occupavano della proprietà, che ruotava
attorno alla villa, che poteva essere abitata
stagionalmente.
La Villa romana
C'era una certa concentrazione di ville
imperiali nei pressi della baia di Napoli, in
particolare modo sull'isola di Capri e sul
Monte Circeo sulla costa di Anzio.
La Villa romana
Villa Adriana
I ricchi romani fuggivano dalle
calure estive nelle colline
vicino Roma, specie a Frascati
(Villa Adriana).

Cicerone si dice possedesse non


meno di sette ville, la più
antica delle quali era presso
Arpinum, che aveva ereditato.

Plinio il Giovane ne possedeva tre


o quattro, delle quali la più
conosciuta in base alle sue
descrizioni è presso
Laurentium.
Villa dei Misteri
Questo grandioso edificio è
tra i più interessanti, per
l'armoniosa e singolare
disposizione degli
ambienti e per la superba
decorazione pittorica.
Sorto nella prima metà
del II secolo d. C., fu più
volte modificato ed
ampliato; ora si presenta
come una costruzione
quadrilatera circondata
da terrazze panoramiche,
da un giardino pensile e
loggiati.
Villa dei Misteri

La via verso la villa dei misteri Gli affreschi della villa


Villa dei Misteri
L'ingresso attuale è
dalla parte opposta a
quello principale che,
secondo la
caratteristica propria
delle ville
pseudourbane messa
in rilievo anche da
Vitruvio, immetteva
direttamente nel
peristilio.
Villa dei Misteri
Attraverso un cubicolo che s'apre sul
tablino, o direttamente da un'ala del
portico, s'accede alla Sala del Grande
Dipinto.
Villa dei Misteri
Sulla pareti si svolge il grande fregio
dionisiaco che costituisce uno degli avanzi
più cospicui della pittura antica. Databile
intorno alla metà del I secolo a. C., è una
megalografia composta da ventinove
grandi figure raggruppate in alcune scene,
l'interpretazione delle quali è ancora
discussa.
Villa dei Misteri
Si tende comunque a pensare che il fregio
rappresenti l'Iniziazione delle spose ai
Misteri Dionisiaci.
LE TERME
Le Terme
Le terme romane erano
degli edifici pubblici
con degli impianti che
oggi chiameremmo
igienico-sanitari. Sono
i precursori degli
impianti odierni e
rappresentavano uno
dei principali luoghi di
ritrovo durante l'antica
Roma.
Le Terme
Esistevano due classi di
terme, una più povera
destinata alla
popolazione minuta e
una destinata ai
ricchi, che erano dei
veri e propri
monumenti, piccole
città all'interno della
città.
Le Terme
Le prime terme nacquero in
luoghi dove era possibile
sfruttare le sorgenti
naturali di acque calde o
dotate di particolari doti
curative. Col tempo,
soprattutto in età
imperiale, si diffusero
anche dentro le città,
grazie allo sviluppo di
tecniche di riscaldamento
delle acque sempre più
evolute.
Le Terme
Le Terme
La sviluppo interno tipico era quello di una
successione di stanze, con all'interno una
vasca di acqua fredda (il frigidarium),
tiepida (tepidarium) e calda (calidarium).
Le Terme
Il Frigidarium era la
prima camera, l’acqua
fredda serviva a
tonificare la pelle e
stirare muscoli e nervi
Le Terme
Il Tepidaruim era la
camera di passaggio
tra il caldo e il freddo,
serviva a preparare il
corpo alle
temperature più
elevate
Le Terme
Il Calidarium era l’ultima camera, caldo e
vapore accarezzavano la pelle e portavano a
tutto il corpo una profonda sensazione di
rilassatezza.
Le Terme
Attorno a questi spazi
principali, si sviluppavano
gli spazi accessori:
l'apoditerio (spogliatoio), il
sudatorio e il laconico
(simili ad una sauna), il
destrictorio (sala di
pulizia), il ginnasio (una
sorta di palestra).
All'interno delle terme più
sontuose (come le Terme
di Caracalla) potevano
trovare spazio anche
piccoli teatri, biblioteche.
Torre degli embrici

Torre degli Embrici è un


insediamento agricolo
termale, risalente al
periodo romano, tra
fine dell’età
republicana e l’inizio
dell’età imperiale (dal
I al IV secolo d.C.)
Torre degli embrici
Tra fontane zampillanti e
impianti termali, la villa
patrizia era fornita di
calidarium e tepidarium,
composta da una pars
urbana e una rustica,
sono state rinvenute
diverse strutture
appartenenti a vari
ambienti, con fontana
nicchie e vasche.
Torre degli embrici
In tutta l’area sono emersi
abbondanti frammenti di
intonaco dipinto, le
ceramiche rinvenute
includono frammenti di
sigillata africana e italica,
due lucerne intatte
indicano la data del I
secolo d.C., la presenza
di piccole tessere
suggeriscono la presenza
di mosaici.
Torre degli embrici
Le indagini archeologiche
non sono state ancora
accompagnata da
pubblicazioni, pertanto
ancora tanti altri
particolari potrebbero
essere svelati dagli
studiosi, molto
interessante è una statua
acefala in marmo di
Afrodite, copia di originali
ellenistici risalenti alla
scuola di Prassitele.
IV. IL MEDIOEVO
Inquadramento storico
Monaci Basiliani e Benedettini (gli itinerari
monanstici)
Architettura medievale (la chiesa di S.
Antonio Abate)
Divisione del territorio tra Francesi e
Spagnoli
Verso l’età moderna Giustino Fortunato
Inquadramento storico
La decadenza
dell’impero romano
travolse anche il
Vulture.
Con la fine dell’impero
si assiste alle
sanguinose contese
per il possesso del
territorio.
Inquadramento storico
In questo periodo
Acerenza diviene caput
Lucaniae, la città faceva
capo a numerosi presidi
fortificati che assistono
alle devastazioni delle
guerre tra Greci e
Ostrogoti prima e tra
bizantini e longobardi
dopo, e con esse allo
scontro tra chiesa latina e
greca, monaci Benedettini
e Basiliani.
Inquadramento storico
Con l’invasione dei
longobardi la
storia ecclesiastica
e civile della
regione tace, i
barbari
sopprimono tutti i
vescovi e chiudono
tutti i conventi
Inquadramento storico
Quando l’ 8 maggio del Anche il Vulture era
663 i Saraceni vinsero possedimento dei
nei pressi di Siponto, longobardi di
fu attribuito il merito Benevento.
a S. Michele, fu Tra le numerose grotte
restaurata la diocesi naturali scavate nella
di S. Michele di roccia ve ne era una
Benevento e il nuovo posta a picco sul lago
culto si diffuse in piccolo di Monticchio.
tutto il territorio.
L’arrivo dei monaci
La badia di S. Michele, non
fu utilizzata dai
longobardi come luogo di
culto, bensì furono i
monaci Basiliani che per
sfuggire alle lotte
iconoclastiche del 726, si
erano rifugiati nell’Italia
meridionale penetrando
anche nel Vulture.
L’arrivo dei monaci
Oltre alla vita
contemplativa i
monaci Basiliani
esercitavano le loro
virtù straordinarie,
dotati di poteri quasi
divini ad essi si
attribuivano
guarigioni miracolose
e prodigiose che
avevano del
soprannaturale.
Monaci e chiese
La presenza dei monaci
Basiliani è attestata dai
resti di cenobi, eremi e
chiese rupestri, dentro la
grotta di San Michele, un
affresco bizantino
raffigura Cristo
benedicente tra Maria e S.
Giovanni sullo sfondo e
figure di Apostoli sulle
pareti laterali.
Monaci e chiese
L’azione dei monaci di S.
Basilio favorì anche la
penetrazione della civiltà
e della dominazione
bizantina. Secondo
Giustino Fortunato,
l’elemento etnografico del
Vulture è in maggioranza
bizantino: l’aglianico fu
di loro importazione
Monaci e chiese
Accanto ai Basiliani, si
diffuse nella zona del
Vulture anche la
presenza dei
Benedettini, che non
si sa precisamente
come o quando,
fondarono in
Monticchio il
convento e la chiesa
di S. Ippolito.
Le dominazioni straniere
L’alto medioevo fu un
periodo caratterizzato
da guerre e contese
feroci, fino alle
vittorie Bizantine che
fecero risorgere
dappertutto chiese e
vescovadi.
Le dominazioni straniere:
I Normanni

Nell’ aprile del


1041 un altro
popolo, I
Normanni, si
impossessarono
della zona
occupando Melfi.
Le dominazioni straniere:
gli Svevi
Con il matrimonio tra Costanza, ultima
erede, e Enrico di Germania, figlio di
Federico Barbarossa, viene alla luce
Federico II, incoronato nel 1220 amò il
Vulture dove compì tante delle sue
numerose opere.
La chiesa di San Antonio
Chiesa di S.Antonio Abate
Le sue origini sono ignote, si
ipotizza che sia stata
edificata dai Benedettini
di Monticchio.
Accanto alla chiesetta i
Cappuccini di Monticchio
vi costruiscono un loro
ospizio, che serve anche
come stazione di sosta
per il lunghi spostamenti
verso Venosa, Acquatetta,
Spinazzola etc.
Chiesa di S.Antonio Abate
Con un decreto del 1779
l’Ospizio e la chiesa
passarono al
maggiore degli ordini
cavallereschi, Il Real
Ordine Costantiniano,
il quale nomina un
rettore. Di pertinenza
dell’Ordine è anche
l’altare di San
Antonio.
Chiesa di S.Antonio Abate
La famiglia Faraone
provvede all’altare e alla
cappella di San Francesco
da Paola.
L’altare centrale è dedicato
alla Beata Vergine del
Carmelo.
Rovinata da l terremoto del
1851 venne restaurata
quarantatrè anni dopo
dal sacerdote Giuseppe
Rigillo Faraone.
La divisione del territorio
Una lapide fatta apporre da Giustino Fortunato sulla facciata della chiesa
ricorda un evento:
IN QUESTA CHIESA
UN CAPITANO FRANCESE E UNO SPAGNUOLO CONVENUTI
NEL 1° APRILE 1502
IN COSPETTO DI UN SACERDOTE ITALIANO
CLEBRANTE IL RITO DELLA REDENZIONE
PATTEGGIARONO LO SPARTIMENTO DI UN POPOLO PRIMA DI
TRACCIARE CON LE PROPRIE LANCE I LIMITI DELLE TERRE
ITALICHE

O ITALIANI
L’UNITA’ PATRIA
SALVERA’ I NIPOTI E VOI
DAL RINNOVAMENTO DI TANTA VERGOGNA
1° APRILE 1902
Giustino Fortunato
GIUSTINO FORTUNATO
Nacque a Rionero nel 1848,
verrà definito “l’apostolo
del Mezzogiorno”.
Laureatosi a Napoli in
giurisprudenza,
impegnato subito
politicamente nel 1880
presenta la sua
candidatura nel Collegio
Elettorale di Melfi
GIUSTINO FORTUNATO
Il suo grande merito fu di
aver sollevato la
famosa”questione
meridionale”,
denunciando le
arretratezze economiche,
le tristi condizioni sociali
e infrastrutturali.
Nel 1909 lascia
volontariamente il
Collegio di Melfi e viene
nominato Senatore.
Muore a Napoli nel 1932

Potrebbero piacerti anche