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IL REGOLAMENTO
DEL
PST
(Primo-Secondo-Terzo)
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Cenni storici
L’intento di questo scritto è regolamentare un gioco che, dopo anni di vita solitaria e
autonoma, non può più reggersi sulle proprie gambe. A un sistema autosufficiente che
ricorda il Common Law inglese, infatti, va sostituita o implementata una struttura
solida, una parola, o addirittura un Verbo, con il quale confrontarsi, affinché tra i
giocatori non sorgano conflitti (che in qualche caso sono sfociati in antichi duelli alla
pistola).
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alternativa la volontà di allontanarsi da esemplari di tale specie non baciati dalla
comune definizione di bellezza.
Come purtroppo si evince dalle prerogative del PST, esiste, in maniera passiva, anche
la “chiamata dello stesso sesso”. In questo senso, essendo il gioco precluso agli
omosessuali, si intende effettuare un allontanamento convinto dagli esseri dello stesso
sesso, vale a dire da uomini discutibili, da personaggi effeminati, da cicciotti privi di
significato.
Se per chiamata diretta si intende quella effettuata con destinazione ragazze o donne
(vedi il punto 3), con la chiamata inversa, come suggerisce il termine, si intende
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regolare quel palesamento di allontanamento da esemplari dello stesso sesso (vedi il
punto 2). In particolare, l’ordine del punto 3. del regolamento viene così capovolto: il
“terzo”, in una situazione ideale, può sedersi su un ideale terzo anello dello Stadio di
San Siro, a godersi uno spettacolo al quale per sua fortuna non parteciperà; “il
secondo”, siederà al secondo anello, più vicino al rischio ma con una decente
ciambella di salvataggio. Per il “primo”, invece, non ci sarà primo anello che tenga:
da regolamento, sarà costretto a bombarsi l’oggetto della chiamata, un rapporto che lo
vedrà naturalmente “prendente”, piuttosto che “dante” (si vedano a tal proposito le
opere del Petrarca e di Gabriele D’Annunzio).
Naturalmente, essendo il PST una esperienza per uomini veri, non ci si può limitare
alla regolamentazione e alla definizione della chiamata diretta e inversa. In tal senso,
si rende necessaria la determinazione della chiamata situazionale o episodica. A essa
vengono applicati gli stessi sistema delle altre due manifestazioni di volontà, ma in
questo caso cambia l’oggetto della chiamata: da personaggi di opposto o uguale
sesso, si passa a individuare alcune situazioni, episodi, o spezzoni della comune day-
life. In tal caso, in base all’oggetto della chiamata, si applicheranno i regolamenti
della chiamata diretta, o di quella inversa.
Tre sono le tipologie di chiamata regolamentate dal Codice. Alla più semplice, vale a
dire quella effettuata per mezzo della voce, che nello stesso tempo è però anche la
meno facile da normalizzare, seguono quelle eseguite per gesti e per iscritto.
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7. La chiamata per voce – Introduzione
Uno dei casi che si presenta sempre più spesso nell’esperienza del PST è la
contemporaneità della chiamata, tra due o più concorrenti. Essa si presenta in tutti
quei momenti nei quali l’oggetto del discernimento porta a una situazione per la quale
due rivali pronunciano nel medesimo momento la propria chiamata. In questi casi,
resisi conto dell’esistenza di una ideale parità, i due concorrenti si troveranno costretti
a ripetere la propria chiamata, fino a un totale di 2 (due) volte, nel caso in cui la
contemporaneità si dovesse ripresentare. Se tale situazione non dovesse trovare così
soluzione, da una chiamata effettuata mediante il vocabolo “primo”, per esempio, si
passerà al pronunciamento di “uno”, per tutte le volte necessarie affinché uno dei due
avversari ceda.
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7.1.1 La chiamata per voce – Situazioni di contemporaneità – Il terzo
concorrente
Naturalmente, mentre due concorrenti danno il via alla disputa per accaparrarsi la
migliore posizione disponibile, esistono alcune situazioni che possono portare il terzo
concorrente in una situazione favorevole. Mentre i rivali infatti continuano a ripetersi,
infatti, quest’ultimo ha la facoltà di inserirsi con una chiamata intermedia, affinché le
pene derivanti dall’ultima posizione disponibile non siano affare suo. Capita, infatti,
che uno dei due protagonisti della disputa non si renda conto del rischio che corre:
una sconfitta, infatti, nel caso in cui il terzo concorrente si proponesse con una
chiamata intermedia (solitamente un “secondo”), lo farebbe scivolare nell’agonia del
terzo posto (o del primo, nel caso di chiamata inversa.
La chiamata effettuata a mezzo voce può essere rafforzata tramite un gesto che
ricalca la volontà e l’espressione di desiderio di un concorrente. Questo trend, che
negli ultimi tempi si è fatto sempre più spesso palese, non ha nessuna valenza a
termini di regolamento. È esclusivamente una licenza stilistica.
Merita invece una regolamentazione a parte l’esclusiva chiamata effettuata per gesti.
Tale situazione si presenta nei casi in cui la voce non possa essere utilizzata (esempio
cinema, o in momenti particolarmente imbarazzanti). In queste situazioni, il gesto di
uno dei concorrenti deve essere assolutamente visto dagli altri avversari, pena la
nullità della chiamata. Una volta preso atto della chiamata di uno degli altri
competitor, un concorrente può replicare a sua volta con un gesto, oppure tramite
l’uso della voce.
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8.1 La chiamata per gesti e il rapporto di inferiorità rispetto alla chiamata per
voce
Ovviamente, la voce mantiene una maggiore importanza rispetto alla chiamata per
gesti (o gestuale). In caso di contemporaneità, vale a dire in tutte quelle situazioni in
cui due giocatori si trovino per esempio a indicare un “primo” nello stesso momento,
ma con metodi diversi, avrà diritto di prelazione e risulterà vincitore il giocatore che
avrà utilizzato la chiamata a mezzo voce.
Esiste una fondamentale eccezione che rende la chiamata per gesti preponderante
rispetto a quella per voce. Si tratta esclusivamente di un discorso temporale: se
intercorre un periodo di tempo maggiore o uguale ai due secondi tra la chiamata per
gesti e la chiamata a voce, la prima batterà la seconda. Starà al terzo concorrente
fungere da arbitro per risolvere una eventuale lite tra i contendenti.
La chiamata per iscritto (o scritta) è la più giovane tra le tre e solo negli ultimi tempi
è entrata a far parte del regolamento del PST. Essa prende vita soprattutto per via
elettronica, vale a dire per e-mail, sms, o mms. In tal caso, farà fede l’ora riportata dal
server del concorrente. Non esistono casi di contemporaneità.
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10. La chiamata nulla – La chiamata generica
Per identificare la chiamata nulla sia sufficiente questo esempio: una foto di gruppo
di ragazze ubriache, alla visione della quale uno dei concorrenti esclama: “primo su
tutte”. Tale manifestazione di volontà è da considerarsi nullo perché non individua in
alcun modo l’oggetto della chiamata. Per manifestare la propria preferenza su ogni
protagonista della foto, il giocatore dovrà ripetere più volte “primo” (per esempio),
identificando contemporaneamente l’oggetto del proprio palesamento. In caso di
chiamata nulla, il concorrente colpevole si troverà automaticamente ultimo
nell’ordine.
Nei primi anni di vita del PST, si è pensato che accanto al gioco originale e unico
potesse convivere la realtà di un clone che ha tutte le caratteristiche di un cancro dei
nostri tempi: il passatempo chiamato TUA, CHIUSO! L’uso di tale gioco, combinato
al ben più blasonato PST, è totalmente vietato. Chiunque fosse trovato a farne un uso
comune, sarebbe precluso per il resto della vita dalla partecipazione del Primo-
Secondo-Terzo.
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Il vero disastro per la diffusione dell’FST in America, però, arrivò durante la prima
decade dell’agosto 2005, quando uno sconsiderato ragazzetto della provincia di Lodi,
cercò di insegnare a un barman di Miami la preparazione del cockatil Negroni. Alla
proclamazione di “One third, one third, one third”, il bar tender diede in
escandescenza; l’attacco epilettico che ne seguì portò le autorità statunitensi a vietare
il gioco dell’FST, sebbene non vi fosse alcuna prova diretta tra il problema e
l’esperienza stessa del PST d’oltre oceano.
Ringraziamenti
Grazie.
LB