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DOSSIER SULLA MOROSIT NEI SERVIZI IDRICI

Settembre 2013

A cura di: Claudio Cosentino Giorgia Ronco con la collaborazione di Valeria Zingarelli

Si ringraziano gli associati che hanno fornito i dati del campione rendendo possibile lindagine. 2

SOMMARIO

IL FENOMENO MOROSIT NEI SERVIZI IDRICI ........................................................................................ 4 NOTE SUI CARATTERI DEL RISCHIO CREDITO .......................................................................................... 7 RISULTATI DELLINDAGINE SULLA MOROSIT ...................................................................................... 13 CREDITO VERSO LUTENZA............................................................................................................................. 14 DILAZIONE DINCASSO .................................................................................................................................. 19 TASSO DI IMPAGATO .................................................................................................................................... 22 OSSERVAZIONI E PROPOSTE ................................................................................................................ 35 IPOTESI REGOLATORIE .................................................................................................................................. 40 ALLEGATI ............................................................................................................................................. 47 IL RISCHIO CREDITO NELLATTUALE ASSETTO REGOLATORIO ............................................................... 48 SERVIZI IDRICI ............................................................................................................................................. 48 SERVIZIO DI MAGGIOR TUTELA ....................................................................................................................... 53 APPENDICE .......................................................................................................................................... 57 DESCRIZIONE DEL CAMPIONE DEI DATI ............................................................................................................. 57

IL FENOMENO MOROSIT NEI SERVIZI IDRICI

Il fenomeno della morosit nel settore dei servizi idrici assume un rilievo particolarmente notevole, costituendo un fattore di grave criticit delle gestioni idriche e, di converso, potenzialmente una vasta area di progressivo

efficientamento.

Le molteplici cause alle quali si possono ascrivere il carattere e lintensit della morosit nei servizi idrici si riconducono ad alcune peculiarit del settore, tra cui: linadeguatezza del sistema di misura, le difficolt connesse alle procedure per distacco, attesa la particolare rilevanza del servizio, lesistenza di utenze non disalimentabili, sia per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio, sia per motivi di carattere tecnico, lassenza di un quadro normativo-regolatorio nazionale che disciplini la gestione della morosit, lobbligo di fornire il servizio a tutti quanto lo richiedano e lobbligo di applicare le stesse condizioni economiche a prescindere dal merito di credito del cliente finale. Ad aggravare questo quadro si registra una bassa propensione al pagamento legata a motivi di carattere storico e culturale, specialmente in alcune aree del Paese.

Allo stato attuale la problematica della morosit affidata ai Regolamenti di servizio applicati dai diversi gestori e alle Convenzioni di Gestione, delineando un quadro di regole e prassi sulla gestione del credito nei servizi idrici molto differenziato a livello nazionale. 4

In questo contesto, nellesercizio delle funzioni di regolazione dei servizi idrici assunte a fine 2011, lAutorit per lEnergia Elettrica e il Gas intervenuta introducendo la disciplina del deposito cauzionale e avviando due procedimenti destinati rispettivamente a definire una disciplina contrattuale in materia di gestione della morosit (Deliberazione 87/2013/R/IDR) e a caratterizzare il fenomeno ai fini di una quantificazione economica dello stesso e del riconoscimento delle conseguenti onerosit finanziarie (Deliberazione 117/2013/R/IDR). Inoltre, nellultimo documento di consultazione relativo alla regolazione tariffaria (DCO 356/2013/R/IDR), lAutorit ha annunciato la pubblicazione di specifici documenti per la consultazione con i quali render noti i propri orientamenti in tema di morosit.

In termini generali, il fenomeno della morosit pu essere affrontato efficacemente sotto differenti profili regolatori: regolamentazioni specifiche funzionali alla prevenzione, ed in particolare relative a: modalit di fatturazione, deposito cauzionale, regole di rateizzazione, procedure di riscossione e distacco, provvedimenti tariffari di riconoscimento del rischio credito, degli oneri finanziari del circolante nonch attraverso la copertura degli oneri generati dalle utenze non disalimentabili. Le due tipologie di intervento sono complementari, infatti la corretta regolamentazione delle procedure di prevenzione ha come effetto quello di ridurre la misura degli interventi tariffari.

I provvedimenti regolamentari e tariffari, relativi alla gestione commerciale dellutenza ed al contrasto della morosit, sono in primo luogo fondamentali in relazione alla tutela dellequit di trattamento degli utenti, per garantire che linadempienza di alcuni non sia a discapito dei buoni pagatori. Per altro verso, ladozione di provvedimenti tariffari per la copertura del rischio morosit ha come effetto una riduzione della percezione di rischiosit delle aziende, con effetti benefici sulla valutazione del merito creditizio (e quindi una migliore capacit di accesso al credito) con una conseguente riduzione del costo complessivo del servizio ricadente sugli utenti. E di tutta evidenza che, al fine della definizione delle misure regolatorie pi efficaci, risulta essenziale una conoscenza approfondita del problema credito in termini qualitativi e quantitativi. In questo contesto, Federutility ha ritenuto utile affrontare organicamente la problematica, fornendo una prima base informativa sulla quale alimentare un dialogo aperto sul tema, anche in vista dei prossimi provvedimenti del Regolatore. E stata quindi avviata unindagine conoscitiva a livello associativo, parallela e complementare alla raccolta dati per la definizione delle condizioni contrattuali obbligatorie per la gestione della morosit e per la definizione di modalit di riconoscimento di eventuali oneri di morosit sostenuti dai gestori del servizio idrico integrato promossa dallAutorit nell'ambito dei procedimenti di cui alle citate deliberazioni 87/2013/R/IDR e 117/2013/R/IDR. La Federazione ha provveduto a raccogliere ed elaborare i dati pervenuti dalle Aziende associate relativi ad entrambe le indagini conoscitive. Nel presente Dossier vengono rappresentati i risultati ottenuti dalle analisi e rappresentate un insieme di proposte preliminari della Federazione, nellottica di contribuire ad un processo di continua conoscenza e miglioramento dei servizi idrici in Italia. 6

NOTE SUI CARATTERI DEL RISCHIO CREDITO

Nella prassi del settore idrico, il credito viene classificato in base alla tipologia delle utenze, distinguendo: utenze domestiche, utenze non domestiche, pubblica amministrazione, utenze allingrosso.

Ai fini della comprensione dei meccanismi sottostanti il fenomeno della morosit per le diverse categorie di utenza possono essere rilevate alcune peculiarit: gli utenti della pubblica amministrazione includono soggetti correlati o collegati ai gestori per il tramite degli Enti Locali che di essi sono spesso proprietari le utenze allingrosso si riferiscono specialmente a soggetti a cui vengono forniti servizi idrici di approvvigionamento o di depurazione e che a loro volta rivendono tali sevizi allutenza diffusa (sub distributori) nellambito delle differenti categorie, la morosit assume diversa rilevanza in funzione della possibilit o meno di sospendere il servizio allesito alla procedura di recupero del credito.

Lesistenza di utenze non disalimentabili rappresenta una casistica generalmente diffusa nel settore idrico sia per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio (che si estende in maniera ampia, in particolare, in seno alla pubblica amministrazione e alle utenze allingrosso, ma non solo), sia per motivi tecnici legati alla configurazione degli impianti. 7

In via meramente schematica, al fine di caratterizzare il rischio credito e le diverse azioni che possono essere messe in atto per contrastare efficacemente il fenomeno morosit, vengono analizzate tre casistiche tipo: utenze disalimentabili, utenze non disalimentabil per motivi di essenzialit del servizio, utenze non disalimentabili per motivi tecnici.

Utenze disalimentabili Le utenze disalimentabili, in assenza di una codifica nazionale, possono essere intese come quelle che non rientrano nella categoria delle utenze sensibili, per le quali linterruzione del servizio impedita da prassi, norme o regolamenti, e per le quali non impossibilitato laccesso al contatore da parte del gestore.

Evidentemente, la morosit per questa categorie di utenze attenuata dalla possibilit di adottare delle procedure di distacco che interrompono la perdita economica e costituiscono una forte leva per il recupero del credito. Tuttavia, sebbene tali utenze sono caratterizzate da tassi di impagato minori alla media, come risulta dallanalisi, esse hanno un peso rilevante sulla generazione di mancati incassi, rappresentando in termini di fatturato la maggior parte delle utenze.

I rischi legati a questa tipologia di utenza, qualora la procedura di distacco per morosit fosse opportunamente codificata ed efficacemente attivata al momento della scadenza della fattura rimasta impagata, riguardano: il fabbisogno di capitale circolante per il ritardo dei pagamenti delle fatture da parte delle utenze, legato anche alle tempistiche del ciclo di fatturazione; 8

leventuale mancato recupero degli importi fatturati e non pagati fino alleffettivo distacco per morosit, al netto del deposito cauzionale. Per quando riguarda limpatto sul capitale circolante, come gi evidenziato, esso si manifesta a causa della dilazione di incasso, in termini di giorni intercorrenti tra lemissione della fattura e il pagamento della stessa (c.d. Days Sales Outstanding, DSO), e pu suddividersi in: dilazione del credito non scaduto, strutturalmente legato alle

caratteristiche del ciclo di fatturazione adottato; dilazione del credito scaduto, connesso, da un lato, alla propensione al pagamento dellutenza, e per altro verso alle azioni di recupero credito esperite dal gestore. Lobiettivo della gestione efficiente quello di limitare i giorni di dilazione dei pagamenti al fine di limitare i costi finanziari legati al capitale circolante netto. Per quanto riguarda la dilazione del credito non scaduto, un effetto efficace di mitigazione si pu conseguire con un ciclo ottimizzato di fatturazione.

In merito al rischio di perdita su crediti, si rileva che esso non dovrebbe essere rilevante per le utenze di tipo domestico laddove le procedure di distacco possono essere efficacemente applicate. Infatti, in generale, data la natura di monopolio del sistema idrico, a seguito del distacco, lutente moroso si trova obbligato a saldare i propri debiti per avere la riattivazione dellutenza, al netto dei casi di definitiva cessazione dellutenza. La questione tendenzialmente pi complessa per le utenze di tipo non domestico, per le quali possono aversi maggiori difficolt nel recupero dei crediti (cambiamenti di ragione sociale, fallimenti ecc.).

In termini quantitativi emerge che le utenze domestiche pesano significativamente sul problema morosit pur mostrando tassi di mancato incasso minori delle altre categorie ma, in termini assoluti, mancati incassi pi rilevanti, dato il peso di tale tipologia di utenza sul fatturato totale. Infine, si segnala che il rischio di mancato recupero del credito relativo a utenze per le quali sia attivata la procedura di distacco fino alleffettiva sospensione del servizio, pu essere fortemente mitigato dalla regolamentazione del deposito cauzionale. Il deposito cauzionale una garanzia (somma di denaro) che lutente presta allesercente allinizio del rapporto per tutelarlo rispetto ad eventuali insolvenze dellutente stesso. Il deposito cauzionale, in termini generali, viene determinato in misura pari al valore dei corrispettivi applicabili ad un definito numero di mensilit di consumo storico. Naturalmente, pi il numero delle mensilit considerate ai fini della definizione del deposito cauzionale vicino alla somma dei mesi fatturati per cui lutente risulta moroso e dei mesi intercorrenti dalla scadenza della fattura al distacco, minore il rischio di non recupero degli importi fatturati.

In sintesi, la corretta regolamentazione delle procedure di distacco per morosit e quantificazione del deposito cauzionale possono fortemente mitigare il rischio credito per le utenze disalimentabili.

Utenze non disalimentabili per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio Le utenze non disalimentabili per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio (utenze sensibili) sono quelle per le quali linterruzione del servizio genererebbe dei problemi di carattere pubblico.

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Non esiste, ad oggi, una codifica nazionale delle utenze sensibili, ma possibile indicare tra queste: le utenze delle amministrazione pubbliche, le utenze private con funzione di servizio pubblico, le utenze dei presidi sanitari, le utenze allingrosso (di natura pubblica e privata). Per tali utenze si ritiene che il rischio morosit possa essere considerato un onere di sistema, non esistendo provvedimenti efficaci che il gestore pu mettere in atto per la mitigazione del rischio.

Utenze non disalimentabili per motivi tecnici Alla categoria delle utenze non disalimentabili per motivi tecnici, appartengono essenzialmente quelle utenze per le quali il contatore posto in area privata e non accessibile al gestore del servizio. Per tali utenze si pongono in linea generale due tipologie di problemi: impossibilit della lettura del contatore (costringendo quindi i gestori ad eseguire fatturazioni a stima), impossibilit di effettuare il distacco (sono escluse le utenze singole che, pur non avendo il contatore accessibile, hanno una condotta di alimentazione dedicata che pu quindi essere eventualmente sezionata per sospendere il servizio). Al fine di evidenziare il problema delle utenze non disalimentabili per motivi tecnici si riporta di seguito un tipico esempio rientrante in tale tipologia. Si consideri il caso (Fig. 1) nel quale tre utenze (A, B e C) sono alimentate da un'unica condotta e presentano i contatori posti allinterno dellarea privata e pertanto non accessibile al gestore.

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Utente A

Utente B

Utente C

Contatori in propriet privata

Confine di propriet privata

Condotta di alimentazione

Fig. 1

Contatori in area privata

Si ipotizzi che, delle tre utenze alimentate, le prime due (A e B) siano in regola con il pagamento delle fatture mentre la terza (C) risulti morosa. In questa situazione, il gestore impossibilitato ad eseguire la procedura di distacco in quanto lintervento sulla condotta di alimentazione delle tre utenze (Fig. 2) implicherebbe necessariamente linterruzione della fornitura idrica per le utenze A e B. Lintervento per linterruzione della sola utenza morosa (Fig. 3) risulta invece non possibile non essendo il gestore autorizzato ad intervenire in area privata.
Utente A Utente B Utente C Utente A Utente B Utente C

Contatori in propriet privata

Confine di propriet privata

Condotta di alimentazione

Condotta di alimentazione

Fig. 2

Distacco non possibile per

Fig. 3

Distacco

non

attuabile 12 per

alimentazione comune con altre utenze

impossibilit dintervento in area privata

La casistica di utenze non disalimentabili per motivi tecnici molto diffusa a livello nazionale. La morosit di tale tipologia di utenza genera evidentemente sia oneri per circolante sia perdite su crediti, senza che il gestore abbia a disposizione grandi leve di azione di intervento.

RISULTATI DELLINDAGINE SULLA MOROSIT

Lattivit di analisi del fenomeno della morosit stata sviluppata sui due campioni di gestioni, per i quali sono stati raccolti dati nellambito delle indagini condotte parallelamente dalla Federazione e dallAutorit (di seguito Indagine FederUtility e Indagine AEEG).

FederUtility ha potuto elaborare una parte dei formulari, relativi allindagine AEEG, forniti su base volontaria dalle Associate.

La raccolta dati FederUtility ha consentito: lanalisi della composizione, anzianit e variabilit geografica del credito commerciale delle aziende verso utenti del servizio idrico, al 31/12/2012 lanalisi della composizione e variabilit geografica della dilazione di incasso

Lelaborazione del campione di dati proveniente dalla raccolta AEEG ha consentito: lanalisi temporale e geografica del tasso di impagato a 24 mesi (URAEEG24); 13

lanalisi per categoria di utenza e tipologia distaccabile/non distaccabile del URAEEG24.

Rimandando allappendice per la descrizione di dettaglio dei due campioni utilizzati ai fini dellindagine, si rileva come essi rappresentino una quota significativa del settore, con una copertura percentuale, sulla popolazione nazionale, del 33% per il campione FederUtility e del 54% per il campione AEEG. I dati delle due raccolte, grazie al contenuto informativo complementare, consentono la caratterizzazione della morosit delle gestioni idriche per gli aspetti dellimpatto finanziario ed economico.

La Federazione si propone di proseguire lattivit di indagine gi proposta al fine di fornire nel tempo dati sempre pi dettagliati e rappresentativi.

CREDITO VERSO LUTENZA


I dati raccolti nellIndagine FederUtility permettono di valutare lammontare del credito commerciale verso utenze dei servizi idrici, a qualsiasi titolo, alla data del 31/12/2012. La proiezione del campione, basata sulla popolazione, mostra una stima di credito totale lordo a livello nazionale di 6,1 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi di credito non scaduto (per fatture da emettere e per fatture emesse e non scadute) e 3,8 miliardi di credito scaduto (ovvero credito inevaso oltre il termine ultimo stabilito di pagamento), di cui 1,1 scaduto da oltre 24 mesi (Fig. 4).

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Fig. 4 Credito totale lordo al 31 dicembre 2012 proiezione nazionale

Per comprendere la criticit connessa alla massa creditizia in capo agli operatori dei servizi idrici si pu notare che essa corrisponde a una risorsa finanziaria bloccata nel sistema di assoluto rilievo per le dinamiche e lequilibrio economico-finanziario delle gestioni: Il credito scaduto stimabile nellordine del 47% del fatturato annuo 2012, costringendo quindi i gestori a reperire ingenti fonti di finanziamento per sostenerlo

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Il credito scaduto totale corrisponde a circa 3 volte la stima degli investimenti nel settore realizzati nel 2011 a valere sulla tariffa1.

In termini di categorie di utenza, risulta che il credito scaduto relativo per il 45% agli utenti domestici, per il 37% a utenti non domestici e per il 18% a utenti pubbliche amministrazioni (Fig. 5).

Fig. 5

Credito scaduto per categoria di utenza proiezione nazionale

Cfr. Dossier sugli investimenti nei servizi idrici, Federutility, luglio 2013

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Dallanalisi emerge che la composizione per categoria di utenza sostanzialmente invariante rispetto allanzianit del credito. Tuttavia si evidenzia che le pubbliche amministrazioni hanno un peso pi rilevante sul credito scaduto da oltre 24 mesi al quale contribuiscono per il 22% del totale, contro la quota del 16% sul credito scaduto fino a 24 mesi. Questo peggioramento (di oltre il +37%) sintomo della notoriamente bassa propensione delle pubbliche amministrazioni al rispetto delle scadenze di pagamento.

Fig. 6

Anzianit dei crediti lordi al 31 dicembre 2012 proiezione nazionale

Alcune osservazioni possono essere formulate dallanalisi della composizione del credito in termini di anzianit (Fig. 6): il credito per fatture da emettere, rappresentativo del ritardo strutturale di realizzo del servizio fornito per effetto del ciclo di fatturazione, ha un peso rilevante sul totale del credito pari al 24%, corrispondente al 19% del fatturato annuale 2012 17

il credito per fatture emesse non scadute, effetto della dilazione concessa allutenza per il pagamento delle bollette, ha un peso sul totale del credito pari al 14%, corrispondente al 10% sul fatturato annuale 2012 il totale del credito per fatture scadute, rappresentativo della morosit dellutenza, ha un peso sul totale del credito pari al 62%, che corrisponde al 48% del fatturato annuale 2012 il credito scaduto da oltre 24 mesi, rappresentativo della quota tendenzialmente non recuperabile del credito che andr a perdita economica, ha un peso del 18% sul totale del credito, corrispondente al 14% del fatturato annuale 2012.

Fig. 7

Credito scaduto netto al 31 dicembre 2012 proiezione nazionale

Al fine di comprendere meglio le dinamiche economico-patrimoniali del settore stata indagata anche la composizione del credito scaduto netto (Fig. 7). Dalla proiezione nazionale del campione emerge che, a fronte dei ritardi dincasso, i gestori hanno accantonato circa 700 milioni di euro, pari a pi del 60% del credito scaduto da oltre 24 mesi. 18

Questo fatto, da un lato, sintomo delladozione da parte dei gestori di politiche di bilancio opportunamente cautelative, per cui il settore in linea generale appare aver gi internalizzato in gran parte le risorse per fare fronte alle potenziali perdite sul credito pi anziano.

Per altro verso, la magnitudine dellaccantonamento a fondo svalutazione crediti, comparabile ad una quota dell8% del fatturato annuo 2012, rende concretamente evidente il peso economico del fenomeno della morosit sulle gestioni idriche.

DILAZIONE DINCASSO

A valle della caratterizzazione del credito, lindagine stata condotta per analizzare gli effetti finanziari del credito in termini di andamento della corrispondente dilazione di riscossione dei corrispettivi per la prestazione del servizio idrico.

A tale fine stato utilizzato il parametro DSO (Days Sales Outstanding) definito come il numero medio di giorni occorrenti per il realizzo del credito. Il DSO viene calcolato come: Crediti x 365gg DSO = Fatturato

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Fig. 8

Dilazione di incasso - campione

Il grafico della dilazione di incasso mostra ulteriormente lestrema criticit del fenomeno moroso (Fig. 8),: Il DSO totale raggiunge i 261 giorni, circa 9 mesi di fatturato, che debbono quindi trovare copertura finanziaria da parte del gestore. Il DSO per fatture da emettere ed emesse non scadute pari a 99 giorni, ovvero circa 3 mesi: questa la misura del ritardo strutturale non patologico, comprimibile attraverso lintensificazione e lottimizzazione del ciclo lettura-bollettazione-recapito. La rilevazione indica, in linea con le attese, una fatturazione media di periodicit bimestrale e circa un mese concesso allutenza per il pagamento delle bollette. Il DSO per fatture scadute raggiunge i 162 giorni, quasi 6 mesi di fatturato. Questo dato esplicita leffetto finanziario della morosit ed lo 20

specchio della bassa propensione al pagamento da parte dellutenza, unita alle difficolt di recupero del credito gi evidenziate in premessa.

Fig. 9

Confronto dilazione di incasso nazionale vs. sud - campione

Va tuttavia fatto emergere che landamento del DSO registra una marcata variabilit sul territorio nazionale (Fig. 9).

In termini generali emerge che il DSO totale rilevabile per il CENTRO e il NORD ammonta a soli (!) 163 giorni, ovvero pur sempre quasi sei mesi.

Il DSO totale rilevabile per il SUD raggiunge invece valori 443 giorni. La componente strutturale del DSO (credito per non emesso o non scaduto) si amplia a circa 158 gg, in relazione presumibilmente ad un ciclo di fatturazione maggiormente rallentato (bollettazione media trimestrale/quadrimestrale) 21

Inoltre, va sottolineato che il credito non emesso include anche le partite di conguaglio tariffario che sono maturate a favore dei gestori - ad esempio per minori volumi venduti rispetto al previsto, per minor gettito da errata articolazione tariffaria, per sottostima dei costi ammissibili. Questa fattispecie ha leffetto di dilatare il DSO poich in molti casi i gestori non sono in grado di emettere le relative fatture in quanto il recupero del conguaglio normalmente rateizzato su pi anni. A tale riguardo la Federazione intende prossimamente effettuare gli opportuni approfondimenti per quantificare il fenomeno a livello nazionale e avanzare proposte regolatorie che possano consentire una gestione efficace di questi crediti nellottica di minimizzare gli oneri connessi e liberare risorse per gli investimenti.

Per quanto riguarda il DSO patologico connesso al credito ormai scaduto, evidente come le gestioni del sud del paese si confrontino con una situazione estremamente critica a causa dei circa 300 giorni di dilazione di incasso, quasi un intero anno di fatturazione.

TASSO DI IMPAGATO

Lindagine ha infine approfondito gli effetti economici della morosit, attraverso lanalisi del tasso di impagato. Questo parametro viene comunemente adottato per quantificare il credito inevaso ad una certa distanza temporale dalla sua costituzione, nella ipotesi, purtroppo fondata, che trascorso un determinato periodo le probabilit, ovvero i costi, di riscossione sono tali da richiederne, anche ai fini civilistici e fiscali, liscrizione a perdita.

Nella prassi dellAutorit, viene utilizzato il tasso di impagato a 24 mesi, considerato il tempo limite oltre il quale il rischio credito sullinevaso di fatto, si concretizza in perdita economica irrecuperabile. 22

Il tasso di impagato a 24 mesi (Unpaid Ratio UR24) rappresenta dunque la quota non incassata, misurata dopo 24 mesi medi dallemissione, di fatturato emesso nel corso di un determinato anno2.

Ai fini dellindagine stato calcolato il tasso di impagato sulla base dei dati raccolti nei questionari dellAEEG, per quanto resi disponibili dalle associate, cercando di mettere in evidenza la variabilit del parametro, per categoria di utenza, per caratteristiche di disalimentabilit, per differenziazione geografica.

La fotografia risultante funzionale a determinare un prospetto diversificato di possibili rimedi e misure da attuare.

NORD Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 2,4% 2,5% 2,4%

CENTRO 4,6% 4,6% 4,4%

SUD n.d.4 9,7% 8,6%

Nazionale n.d 4,4% 4,3%

Tab. 1 Unpaid ratio a 24 mesi NORD CENTRO SUD3

Va tuttavia notato, per doverosa precisazione tecnica, che Unpaid Ratio a 24 mesi derivante dai dati del campione

AEEG (URAEEG24) rappresenta il tasso di mancato incasso al 31 dicembre dellanno n+2 delle fatture emesse nellanno n (non essendo disponibile il dato mensile di incasso) e pertanto il dato rappresenta effettivamente il tasso di mancato pagamento a 30 mesi medi.

Il dato relativo al solo anno 2008 per il Sud non disponibile a causa dellincompletezza del campione.

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Dalle analisi effettuate risulta che il mancato incasso a 24 mesi (URAEEG24) ha un valore medio a livello nazionale del 4,3% (Tab. 1). Inoltre: esiste una marcata connotazione territoriale da 2,4% Nord a 8,6% Sud, in funzione delle situazioni locali non si evidenzia un particolare variabilit del parametro negli ultimi 3 anni, a conferma che la morosit rappresenta un fenomeno non legato alla congiuntura ma sostanzialmente stabile come le cause che lo influenzano.

Fig. 10 Unpaid Ratio media per classi e incidenza sul fatturato - campione

Il dato medio tuttavia frutto di un campione con una elevata variabilit tra gestione e gestione, che va da valori sotto all 1% a valori superiori al 10% ed oltre. La distribuzione del parametro non simmetrica, in quanto la presenza di tassi elevati ha un peso molto maggiore, riguardando operatori con fatturato nella media o superiore.

Suddividendo i gestori per classi di UR24, emerge che (Fig. 10):

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la prevalenza delle gestioni si colloca in un intervallo di UR24 compreso tra 1% e il 5%; queste gestioni costituiscono il 75% del fatturato del campione; le gestioni che mostrano elevata morosit (UR>5%) hanno una significativa incidenza di quasi un quinto in termini di fatturato; le gestioni virtuose con tassi inferiori al 1% rappresentano solo il 6% del fatturato del campione, essendo costituite prevalentemente da piccoli gestori.

Tasso di impagato per area geografica

Fig. 11 Fatturato e mancato incasso per area geografica

Come gi evidenziato, i dati raccolti mostrano una forte variabilit per area geografica. In particolare le gestioni del SUD, pur rappresentando solo il 19% del fatturato del campione, determinano il 38% del mancati incasso, per effetto del tasso di impagato quasi doppio della media nazionale (Fig. 11).

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Fig. 12 Mappa del rischio credito per area geografica

Questa situazione resa palese dalla mappa del rischio credito costituita dal grafico a bolle in figura 12, in cui sulle ascisse riportato il fatturato complessivo per area geografica e sulle ordinate indicato lassociato tasso di impagato, mentre la dimensione delle bolle proporzionale al prodotto dei due fattori ovvero al mancato incasso.

Dal grafico si apprezza come il SUD contribuisce fortemente al mancato incasso per effetto di un elevato UR24 seppure applicato ad un fatturato limitato. Discorso opposto vale per larea NORD, mentre il CENTRO si pone in una situazione intermedia, seppure relativamente pi allineata al settentrione dItalia.

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Tasso di impagato per categoria di utenza I dati raccolti sul fatturato e sullincasso delle aziende idriche hanno permesso di stimare il tasso di mancato incasso per categoria di utenza.

Tasso di mancato incasso a 24 mesi Utenti domestici Amministrazioni Pubbliche Locali Amministrazioni Pubbliche Centrali Altri utenti non domestici Utenti di servizi all'ingrosso Media ponderata 3,2% 8,0% 6,5% 5,6% 23,6% 4,3%

Tab. 2 Unpaid Ratio a 24 mesi per categoria di utenza

I risultati ottenuti evidenziano la gravit del fenomeno morosit specialmente per alcune categorie di utenze. In particolare le utenze allingrosso presentano tassi di oltre il 23% e le utenze pubbliche locali raggiungono l8%, mentre le utenze domestiche si attestano poco oltre il 3% (Tab. 2).

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Fig. 13 Fatturato e del mancato incasso per tipologia di utenza

Confrontando la composizione del fatturato e del mancato incasso per categoria dutenza, si evince tuttavia che le utenze domestiche, pur presentando un tasso di impagato inferiore alla media, rappresentano quasi il 70% del fatturato e pertanto sono associate a oltre il 50% dei mancati incassi registrati (Fig. 13).

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Fig. 14 Mappa del rischio credito per categoria di utenza

La mappa del rischio credito per le diverse categorie di utenti - ricordando che la dimensione delle bolle rappresenta il mancato incasso mentre il posizionamento rispetto agli assi indica il peso dei fattori che lo determinano, tasso di impagato e fatturato coinvolto presentata nel grafico di figura 14. In sintesi la mappa evidenzia i seguenti aspetti: Lutenza domestica costituisce la categoria che genera met degli effetti di impagato Lutenza non domestica la seconda categoria in termini di contributo al fenomeno della morosit Le categorie di utenze allingrosso e pubblica amministrazione locale, pur coinvolgendo una quota limitata di fatturato (complessivo 7%), determinano un contributo materiale al mancato incasso per un complessivo 16%.

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Tasso di impagato utenze disalimentabili / non disalimentabili

Tasso di mancato incasso a 24 mesi UTENTI DISALIMENTABILI UTENTI NON DISALIMENTABILI Media ponderata 3,8% 8,8% 4,3%

Tab. 3 Unpaid Ratio a 24 mesi per tipologia disalimentabile/non disalimentabile

Come atteso, le utenze non disalimentabili4 mostrano tassi di mancato incasso intorno all8,8%, ben superiori al tasso di mancato incasso registrato per le utenze disalimentabili5 pari al 3,8% (Tab. 3).

Si evidenzia che solo una parte dei gestori riuscita a fornire il dato relativo alle utenze non disalimentabili per motivi

tecnici in quanto non sempre disponibile linformazione relativa allaccessibilit del contatore.
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Si fa presente che alcuni gestori non prevedono la disalimentabilit delle utenze domestiche in quanto il Regolamento

del servizio prevede in caso di morosit solo una riduzione del flusso e non la completa interruzione. Tuttavia ai fine dellanalisi le utenze domestiche per le quali prevista la sola riduzione di flusso sono state considerate alla stregua di utenze disalimentabili, mentre sono state considerate non disalimentabili esclusivamente quelle per motivi tecnici e per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio.

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Fig. 15 Fatturato e mancato incasso per tipologia disalimentabile/non disalimentabile

Va rilevato tuttavia che le utenze non disalimentabili, pur rappresentando solo il 10% del fatturato totale, presentando un tasso di impagato doppio della media nazionale, contribuiscono per oltre il 20% alla formazione del mancato incasso (Fig. 15). Il gioco dei fattori che influiscono sul mancato incasso per le due tipologie reso evidente nella mappa del rischio credito di figura 16.

Fig. 16

Mancato incasso per tipologia disalimentabile/non disalimentabile 31

Utenze disalimentabili Utenti domestici Amministrazioni Pubbliche Locali Amministrazioni Pubbliche Centrali Altri utenti non domestici Utenti di servizi all'ingrosso Media ponderata 3,8% 3,1% 6,8% 4,7% 5,5%

Utenze NON disalimentabili 5,5% 9,3% 6,8% 6,9% 23,6% 8,8%

Tab. 4 Unpaid Ratio a 24 mesi per categoria di utenza e tipologia di disalimentabilit

Lincremento del tasso di impagato tra utenze disalimentabili e utenze non disalimentabili evidente se si effettua il confronto tra categorie di utenza. In particolare emerge che la differenza tra il tasso di mancato incasso delle utenze domestiche non disalimentabili (5,5%) e quelle disalimentabili (3,1%) del 44%, mentre per le utenze pubbliche (locali e centrali) la differenza tra non disalimentabili e disalimentabili di circa il 30% e di circa il 20% per gli altri utenti allingrosso (Tab. 4).

In conclusione, stato anche elaborato uno spaccato per categoria dutenza differenziato tra utenze disalimentabili e non disalimentabili:

In Fig. 17 viene illustrata la composizione, per categoria duso, del fatturato e del mancato incasso delle utenze disalimentabili che, come precedentemente indicato rappresentano rispettivamente il 90% e il 79% del totale.

In Fig. 18 viene illustrata la composizione, per categoria duso, del fatturato e del mancato incasso delle utenze non disalimentabili che, rappresentano rispettivamente il 10% e il 21% del totale. 32

Fig. 18 Fatturato e mancato incasso per categoria di utenza utenze disalimentabili

Fig. 19 Fatturato e mancato incasso per categoria di utenza utenze non disalimentabili 33

Confronto tra il tasso di impagato dei servizi idrici ed il servizio di maggior tutela del settore elettrico Dalle elaborazioni della raccolta dati sul fenomeno morosit per gli esercenti del servizio elettrico della maggior tutela - promossa dallAEEG e i cui risultati sono riportati nel DCO 511/2012/R/EEL del 29 novembre 2012 - risulta che lUnpaid Ratio a 24 mesi per tale settore pari all1,18%.

Nazionale Unpaid Ratio servizio di maggior tutela Unpaid Ratio servizi idrici 1,18% 4,3%

Tab. 5 Confronto unpaid ratio a 24 mesi Idrico Elettrico (maggior tutela)

Pur con tutte le dovute cautele in merito alla esatta confrontabilit dei dati, risulta chiaro come nei servizi idrici il fenomeno della morosit assuma una gravit ben maggiore rispetto al settore elettrico, misurabile in termini di multipli del parametro riscontrato per la maggior tutela. (Tab. 5). Si evidenzia, inoltre, che lUR24 del settore idrico, essendo calcolato su dati annuali di fatturato, fa in effetti riferimento allincassato dopo un periodo medio di 30 mesi. Al contrario, lUR24 della maggior tutela calcolato sui dati mensili di fatturato e fa quindi riferimento allincassato dopo un periodo medio di 24 mesi. Pertanto la differenza tra i due tassi in realt maggiore di quella riscontrata6.

Per avere una stima dellimpatto della diversa base dati di calcolo, stato effettuato un computo sui dati mensili raccolti

con la richiesta dati FederUtility, omogenei ai dati raccolti per la maggior tutela. Ne risulta che lUR24 di 4,3%, riferendosi in effetti allincassato in media dopo 30 mesi, sottostimato dell11%.

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OSSERVAZIONI E PROPOSTE

Lindagine del rischio credito nei servizi idrici conduce a molteplici significativi risultati che danno atto della gravit e del peso della morosit sullequit di trattamento dei cittadini utenti e sullequilibrio economico-finanziario delle gestioni. Il dato numerico, sempre passibile di affinamenti e approfondimenti in funzione della completezza e accuratezza delle rilevazioni, indica la dimensione del fenomeno e fornisce un netto quadro degli impatti:

Il credito totale lordo a livello paese stimabile in oltre 6 miliardi di euro di cui circa 2 miliardi di credito non scaduto e quasi 4 miliardi di credito scaduto, di cui almeno 1 miliardo scaduto da oltre 24 mesi. Questultimo rappresenta la misura del credito deteriorato tendenzialmente tramutabile in perdita economica. Il credito scaduto totale corrisponde a circa 3 volte la stima degli investimenti realizzati nel settore nel 2011 a valere sulla tariffa

La dilazione di incasso totale, in media nazionale, raggiunge circa i 261 giorni, di cui 99 giorni per fatture da emettere non scaduto (dilazione strutturale) e circa 162 giorni per fatture scadute (ritardo patologico).

La

dilazione

di

incasso

presenta

una

variabilit

geografica,

raggiungendo circa 443 giorni totali nellarea SUD del paese;

35

Il tasso di impagato a 24 mesi supera il 4,3%, anche in questo caso con una marcata differenziazione del parametro a livello territoriale che risulta particolarmente elevato al meridione (UR24=8,6%);

In termini di tasso di impagato a 24 mesi, la morosit risulta maggiore per le utenze pubbliche (UR24=8%) e le utenze allingrosso (UR24>20%). Tuttavia l80% del mancato incasso connesso alle utenze domestiche e alle altre utenze non domestiche che pur presentando tassi di impagato minori, sviluppano oltre il 90% del fatturato

***** Da quanto emerso appare necessario ed urgente affrontare il contenimento della morosit nei servizi idrici con strumenti differenziati e complementari che vadano ad incidere efficacemente sulle diverse cause e tipologie di rischio credito.

In questo senso, il Regolatore ha il compito di assicurare, da un lato, la copertura economica e finanziaria dei costi legati ai fattori di rischio del sistema, quali appunto quello legato al credito, dallaltro di incentivare lefficienza gestionale, raggiungendo, nel merito, adeguati livelli medi di performance nella gestione del credito su tutto il territorio nazionale.

Alla luce della gravit del fenomeno morosit nel settore idrico, improcrastinabile il riconoscimento delle perdite su crediti attraverso la metodologia tariffaria, nellobiettivo di assicurare lequilibrio economico-finanziario e di aumentare la capacit di accesso al credito dei gestori riducendo il rischio di sistema.

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Al fine di non disincentivare il gestore a svolgere lonerosa attivit di recupero crediti opportuno quantificare il riconoscimento tenendo conto dellentit e delle peculiarit del fenomeno morosit nelle diverse gestioni, ad esempio sulla base della distribuzione geografica e della categoria delle utenze servite.

Per altro verso i provvedimenti tariffari in materia di mitigazione del rischio credito devono essere accompagnati da regolazioni specifiche che allochino i corrispondenti costi ai soggetti che li generano.

In particolare, risulta essenziale sviluppare e incentivare interventi di adeguamento degli allacci, eliminando la fattispecie delle utenze non disalimentabili per meri motivi tecnici, di regolazione e controllo delle utenze allingrosso, e in generale, di aggiornamento del sistema di misura, componente essenziale del sistema per una gestione equa, trasparente e sostenibile dei servizi idrici e, specificatamente del credito.

A fini logici stata predisposta una mappa di proposte di intervento, quale base di confronto tra gli attori coinvolti, e di azioni per contrastare il fenomeno della morosit. I principali interventi previsti dalla mappa sono: Riconoscere le perdite su credito in tariffa commisurate al tasso di impagato per area geografica. Il riconoscimento fondamentale per ridurre la rischiosit percepita del settore dovr essere rapportato ai tassi di impagato registrati allo stato e rivisto periodicamente per tener conto degli effetti a medio e a lungo termine degli altri provvedimenti adottati. Allineare il Capitale Circolante Netto riconosciuto in tariffa ai giorni medi effettivi di dilazione di incasso. Modificare le modalit di fatturazione al fine di ottimizzare il credito per fatture da emettere. 37

Uniformare le procedure per il distacco per morosit delle utenze disalimentabili. Adeguare la disciplina del deposito cauzionale in funzione della durata del ciclo di fatturazione e delle procedure ammesse per il distacco dellutenza morosa. Riconoscere gli oneri di sistema legati alla morosit delle utenze non disalimentabili per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio. Introdurre delle procedure di recupero credito efficaci per le utenze non disalimentabili per motivi tecnici. Incentivare la trasformazione delle utenze non disalimentabili per motivi tecnici. Introdurre provvedimenti per tenere conto degli effetti finanziari e per la gestione efficace dei conguagli tariffari

Un progetto specifico deve riguardare il disegno a regime del sistema di misura mediante il completo rinnovo dellinfrastruttura nazionale, con lintroduzione di soluzioni tecnologiche efficaci ed efficienti per la telemisura e il telecontrollo.

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SCHEMA DI SINTESI DELLE PROBLEMATICHE E DELLE PROPOSTE

PROBLEMATICA SOLUZIONE A BREVE TERMINE SOLUZIONE A MEDIO TERMINE SOLUZIONE A LUNGO TERMINE

Riconoscimento della DSO effettiva ai fini del CCN

LA MOROSIT NEL SETTORE IDRICO

Uniformare il sistema di fatturazione al fine della riduzione del CCN Riconoscimento forfettario della perdita su crediti

Utenze DISALIMENTABILI Uniformare le procedure di distacco per morosit

Utenze NON DISALIMENTABILI

NON DISALIMENTABILI per motivi tecnici

NON DISALIMENTABILI per motivi di essenzialit e

Adeguare il deposito cauzionale alla procedura di distacco

Trasformazione degli impianti

Uniformare le procedure di recupero credito giudiziale e stragiudiziale attribuendo tutte le spese di recupero allutenza morosa

Riconoscere un onere di sistema per la copertura del rischio sulla base del numero di utenze e dellentit dei consumi

IPOTESI REGOLATORIE

Sulla base delle problematiche evidenziate dallindagine, sono state sviluppate alcune proposte di intervento regolatorio, come contributo di discussione e nellauspicio che lAutorit, dopo anni di incertezza e frammentariet regolatoria, definisca in maniera organica la materia delle modalit di fornitura del servizio e dei corrispondenti corrispettivi tariffari, in ossequio al principio di completa copertura dei costi e di equilibrio economico-finanziario delle gestioni.

Provvedimenti Tariffari

1. Riconoscimento tariffario delle perdite su credito Alla luce dellanalisi condotta, in considerazione dellalto livello di tasso di impagato registrato si ritiene che lAutorit debba intervenire assicurando la copertura tariffaria dei costi connessi alla morosit. Tali costi, come gi accade negli altri servizi regolati e come ipotizzato nel DCO 290/2012/R/IDR, potranno essere inseriti tra i costi operativi e calcolati come una percentuale sul fatturato. La definizione della copertura tariffaria dovr tenere conto della forte variabilit del fenomeno della morosit per area geografica e per categoria di utenza.

Si ritiene inoltre che la definizione del riconoscimento deve tenere conto che il fattore di rischio del settore adottato per i servizi idrici nel computo degli oneri finanziari non

risulta adeguato a coprire il tasso di rischiosit del servizio compreso il rischio morosit7.

2. Riconoscimento tariffario del Capitale Circolante Netto Lindagine mostra una dilazione degli incassi in media tra il doppio e il triplo del valore riconosciuto nella formulazione del Capitale Circolante Netto del MTT (585/2012/R/IDR). Il MTT prevede infatti la copertura di una dilazione incassi di 90 giorni che copre in media solo la parte strutturale del DSO (credito non scaduto), trascurando di fatto il ritardo di pagamento legato al fenomeno della morosit (DSO per credito scaduto) . A fronte di una DSO rilevata di 261 giorni opportuno adeguare il calcolo del CCN aumentando la dilazione incassi fino ad almeno 200 giorni, sulla base di un ciclo di fatturazione consentito che riduca a 60 giorni il DSO strutturale e considerando a parte leffetto dei conguagli.

3. Riconoscimento tariffario degli oneri di sistema per utenze non disalimentabili per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio Risulta necessario stabilire una disciplina omogenea a livello nazionale delle modalit di erogazione del servizio, ed in particolare per quelle utenze non disalimentabili per motivi di essenzialit e pubblica utilit del servizio. Per tale tipologia di utenza deve essere riconosciuta una componente tariffaria perequativa valutabile sulla base della rischiosit rilevata e da quantificare come una percentuale del fatturato dovuto a tale tipologia di utenze.

Cfr. Oneri Finanziari per i servizi idrici, NERA, 2012

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Provvedimenti regolamentari

4. Disciplina della fatturazione delle utenze del servizio idrico Una ipotesi di sistema di fatturazione per la riduzione della dilazione del credito non scaduto quella di fatturare i consumi fino alla data della scadenza della fattura. A prescindere dalla cadenza di fatturazione (mensile, bimestrale, trimestrale ecc.) tale modalit consente di fatturare i consumi di competenza annui fino allultimo giorno utile, minimizzando il rateo di fatturazione di competenza alla sola parte di consumo stimato e quindi i crediti per fatture da emettere.

5. Disciplina del deposito cauzionale LAutorit gi intervenuta in tema di deposito cauzionale commisurandolo al valore dei corrispettivi dovuti per un massimo di tre mensilit di consumo storico (86/2013/R/IDR) e rimandando gli ulteriori approfondimenti alla futura regolazione della qualit del servizio. Si ritiene che il livello massimo del deposito cauzionale richiesto agli utenti debba essere rivisto in considerazione delle tempistiche legate allo scoperto minimo cui un gestore va incontro nellambito della propria attivit, connesso ai tempi di fatturazione e incasso vigenti. A tal proposito si evidenzia come nel servizio di maggior tutela lo scoperto minimo stato stimato pari a 4 mesi per i clienti con ciclo di fatturazione bimestrale (la maggioranza dei clienti in maggior tutela) e pari a circa 3 mesi per i clienti con ciclo di fatturazione mensile. A fronte di ci stata garantita la copertura per lesercente la maggior tutela pari a circa 3 mesi (di cui 1 mese legato al deposito cauzionale e 2 mesi 42

recuperabili tramite il Sistema indennitario).

In attesa della completa regolazione della materia, che non potr che avvenire nel medio termine, occorre considerare che il deposito cauzionale , al momento, il principale strumento effettivamente a disposizione dei gestori per fronteggiare la morosit. In unottica di breve-medio periodo occorre pertanto usare particolare attenzione nella effettiva commisurazione delle garanzie reali richieste agli utenti con le esigenze di minimizzazione dellesposizione finanziaria dei gestori. La quantificazione del deposito cauzionale fissata ad un massimo di tre mensilit di consumo storico, non congrua rispetto al connesso rischio credito, stanti i tempi sottesi al ciclo fatturazione-sollecito-sospensione che possono normalmente estendersi fino ad un anno. Pertanto, una misura del deposito correlata alla spesa media storica dellutente e commisurata a due-tre cicli di fatturazione costituisce il dimensionamento minimo per una efficace ed equa tutela del credito.

6. Procedura di recupero credito necessario uniformare a livello nazionale le procedure di distacco per morosit, in una visione organica nellambito della disciplina del deposito cauzionale e della fatturazione. Per le utenze non distaccabili si propone di uniformare le procedure di recupero credito giudiziale e stragiudiziale attribuendo tutte le spese di recupero allutenza morosa.

7. Trasformazione delle utenze non disalimentabili per motivi tecnici Per le utenze non disalimentabili per motivi tecnici, le ipotesi risolutive tecnicamente fattibili sono: 43

lo spostamento dei contatori dalla propriet privata al confine della propriet pubblica in un luogo direttamente accessibile al gestore (Fig. 20); la costituzione in condominio delle utenze e linstallazione di un unico contatore intestato al condominio (Fig. 21).

Utente A

Utente B

Utente C

Utente A

Utente B

Utente C

Intervento

di

trasformazione degli impianti interni a

carico delle utenze Confine di propriet privata Intervento Condotta di alimentazione spostamento di dei Condotta di alimentazione

contatori a carico del gestore

Fig. 20 Spostamento dei contatori al confine della propriet privata

Fig. 21 Costituzione in condominio delle utenze e installazione di contatore unico

Lipotesi di spostare i contatori dalla propriet privata al confine della propriet pubblica in un luogo direttamente accessibile al gestore appare migliore in quanto, oltre a risolvere il problema della disalimentabilit delle utenze, risulta coerente alle finalit di tutela della risorsa idrica. A tal proposito si ricorda infatti che lart. 146 del D. Lgs. 152/06 Risparmio idrico da compito alle Regioni di disciplinare le misure volte alla razionalizzazione dei consumi e alla eliminazione degli sprechi anche attraverso linstallazione di contatori per la misurazione dei consumi per ogni singola unit abitativa. Lo stesso articolo stabilisce inoltre che negli strumenti urbanistici il rilascio del 44

permesso di costruire deve essere subordinato alla previsione, nel progetto, dellinstallazione di contatori per ogni singola unit abitativa. Di contro tale tipo di intervento presenta delle problematiche che gravano principalmente sulle utenze e che pertanto lo rendono difficilmente realizzabile: la trasformazione dellimpianto interno a carico delle utenze interessate generalmente molto costosa (spesso economicamente non sostenibile per gli utenti), in alcuni casi non pu essere tecnicamente realizzata in quanto la configurazione degli impianti interni non permette la modifica (ad esempio, nel caso di edificio singolo, necessario avere sufficiente spazio per far passare tutte le colonne montanti), la trasformazione rende gli impianti interni pi esigenti dal punto di vista della manutenzione. A tale fine, va valutata la possibilit di porre lintervento di trasformazione dellimpianto privato a carico della tariffa (anche parzialmente) tramite un apposito sistema di incentivi. Questa possibilit presenta dei profili da approfondire relativi alle modalit di intervento con risorse di natura pubblica su impianti di carattere privato.

La seconda ipotesi, ovvero la costituzione in condominio delle utenze risulta certamente una soluzione tecnicamente pi facile da realizzare. La costituzione in condominio delle tre utenze indispensabile per linstallazione del contatore unico, in quanto ad ogni contatore deve corrispondere un'unica utenza (persona fisica o persona giuridica). Anche la costituzione del condominio comunque spesso complessa dato che richiede la volont da parte delle utenze in particolare per:

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lopposizione dei singoli utenti a stabilire un rapporto di tipo giuridico con altri utenti effettivamente o potenzialmente morosi (come nellesempio illustrato); la necessit di sostenere i costi sia della costituzione vera e propria del condominio (ad esempio latto notarile) sia della successiva gestione (ad esempio per lamministratore).

8. Adeguamento del sistema di misura

In generale, ladeguamento dellinfrastruttura nazionale di misura una priorit, anche al fine di perseguire la tutela della risorsa idrica e leliminazione degli sprechi.

Linstallazione dei contatori in telecontrollo auspicabile in quanto, a fronte di un investimento iniziale: permette di una lettura accurata e tempestiva, riducendo notevolmente i costi di lettura, a vantaggio di una corretta allocazione dei consumi e di conseguenza della riduzione degli sprechi, consente la chiusura e lapertura dellimpianto da remoto, semplificando e rendendo massimamente efficaci le procedure di distacco.

Limpiego di contatori in telecontrollo richiede ladozione di un unico standard a livello nazionale, da sviluppare per quanto possibile in sinergia con altri servizi a rete in una ottica di contenimento dei costi dinvestimento.

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ALLEGATI

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IL RISCHIO CREDITO NELL ATTUALE ASSETTO REGOLATORIO

Al fine di una migliore comprensione del quadro di riferimento regolatorio, si ritiene utile rappresentare, seppur senza ambizione di esaustivit, alcuni provvedimenti relativi alla morosit e al rischio credito che il Regolatore ha adottato con riferimento ai servizi idrici e, per confronto, al settore regolato di vendita di energia elettrica al mercato maggior tutela.

SERVIZI IDRICI

Gli aspetti legati alla morosit, sui quali lAutorit ha fornito primi orientamenti sono: la copertura del rischio credito, il finanziamento del Capitale Circolante Netto, il deposito cauzionale, la trasparenza della fatturazione, la sospensione del servizio.

Nel documento per la consultazione DCO 290/2012/R/IDR, propedeutico alla formulazione del Metodo Tariffario Transitorio, lAutorit ha ipotizzato il riconoscimento, tra i costi operativi (prima dellapplicazione del recupero di efficienza) di una componente di ristoro per le perdite su crediti, ci anche al fine di ridurre i profili di rischio commerciale che gravano sui gestori e, di conseguenza, sul premio in conto interessi richiesto dai finanziatori.

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Con lobiettivo di non disincentivare lattivit di recupero crediti, il DCO 290 propone il riconoscimento delle perdite su crediti fino ad un livello standard massimo, non legato, quindi, alle effettive perdite sostenute da ciascun gestore. Lo standard, nelle ipotesi dellAutorit, commisurato alla copertura della quota di morosit ritenuta fisiologicamente ineliminabile, tenendo conto dei provvedimenti adottati in materia di deposito cauzionale, ma non considera gli squilibri di natura finanziaria. La valutazione proposta in via indicativa nel DCO 290 un riconoscimento tariffario pari al massimo al 2% del fatturato. Le ipotesi del documento di consultazione, tuttavia, non hanno poi trovato riscontro nel metodo tariffario transitorio (MTT), per la determinazione delle tariffe negli anni 2012 e 2013, approvato dallAutorit con deliberazione 585/2012/R/IDR. In sede di approvazione del MTT, lAutorit ha infatti ritenuto che: il tema della rischiosit del servizio debba essere affrontato in un contesto pi ampio della sola metodologia tariffaria, con regolazioni specifiche che allochino i costi ai soggetti che li generano e che, per questo, sia utile prevedere che, in prospettiva, altre regolazioni come quella relativa alla morosit o al deposito cauzionale possano concorrere in maniera sinergica alla risoluzione del problema, nellambito dei successivi affinamenti del quadro regolatorio, a fronte della identificazione e valorizzazione di altri parametri e meccanismi a copertura del rischio, in modo complementare possano essere contestualmente rivisti quelli utilizzati nella metodologia tariffaria transitoria, al fine di evitare duplicazioni di oneri per lutente. LAutorit ha quindi rimandato a successivi affinamenti del quadro regolatorio lidentificazione dei meccanismi e la valorizzazione dei parametri a copertura del rischio credito, ritenendo sufficiente, in sede di definizione del MTT, affrontare il tema del rischio credito nellambito pi generale della rischiosit del servizio, ovvero, allineando il costo del rischio riconosciuto ai valori gi determinati per gli altri servizi 49

regolati

dallAutorit.

Nella

deliberazione

585/2012/R/IDR

lAutorit,

per

la

determinazione tariffaria 2012 e 2013, ha posto il parametro , che rappresenta la rischiosit relativa del SII rispetto a quella media di mercato, pari a 0,8. Dalle analisi condotte dalla Federazione, esposte nel documento di risposta al DCO e successivamente in sede di audizione presso lAutorit, risulta tuttavia che: la misura di = 0,8 in realt un valore in linea con la quantificazione del rischiosit del settore idrico in linea con lesperienza internazionale, al netto del rischio credito, la quantificazione delle perdite su credito nella misura del 2% del fatturato ampiamente inferiore alla media di settore, anche escludendo le gestioni particolarmente critiche.

Un altro tema, strettamente legato alla gestione del credito, di cui si ha riscontro nel MTT, quello del Capitale Circolante Netto (CCN). Il CCN riconosciuto in tariffa nel MTT come componente del Capitale Investito Netto alla base del calcolo degli Oneri Finanziari e degli Oneri Fiscali. Il CCN stato riconosciuto in tariffa con la seguente formulazione:

CCN2012 =

90 60 * Ricavia, A1 * Costia, B6 + B7 365 365

Ovvero lAutorit ha ipotizzato una dilazione incassi, pari a 90 giorni e ha posto il tempo medio di pagamento ai fornitori pari a 60 giorni. Anche in questo caso, dalle analisi condotte dalla Federazione, esposte nel documento di risposta al DCO e in sede di audizione, questa valorizzazione risulta ampiamente deficitaria e non tiene conto dei ricavi legati alle altre attivit non idriche.

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In merito alla disciplina del deposito cauzionale lAutorit intervenuta con delibera 86/2013/R/IDR con la quale ha dato le prime indicazioni sullargomento rimandando gli ulteriori approfondimenti in sede di regolazione della qualit del servizio. La delibera ha stabilito che: Il gestore pu richiedere allutente finale, allatto della stipulazione del contratto di somministrazione, il versamento di un deposito cauzionale, determinato in misura pari al valore dei corrispettivi dovuti per un massimo di tre mensilit di consumo storico. Il gestore non pu richiedere allutente finale alcuna somma a titolo di anticipo sui consumi. Il gestore non pu richiedere il versamento del deposito cauzionale agli utenti (con consumi annui fino a 500 mc finali) con domiciliazione bancaria, postale o su carta di credito della bolletta, qualora compresa tra le modalit di pagamento accettate dal gestore. Per gli utenti finali non domestici, con consumi superiori a 500 mc/anno, il gestore pu prevedere forme di garanzia che lutente pu scegliere in alternativa al deposito cauzionale, purch disciplinate dal Regolamento di utenza e approvate dallEnte dAmbito. Allutente finale non pu essere sospesa la fornitura per un debito il cui valore sia inferiore o pari a quello del deposito cauzionale versato. In tal caso il gestore pu trattenere la somma versata e fatturare nuovamente lammontare corrispondente al deposito cauzionale nella bolletta successiva.

Infine, a chiusura dei provvedimenti regolatori finora rappresentati, si sottolinea che lAutorit con deliberazione 586/2012/R/IDR ha introdotto la prima direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione del servizio idrico integrato.

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Una bolletta chiara e trasparente pu essere considerata il primo mezzo per contrastare il problema morosit in quanto, da un lato d contezza allutente dellorigine del proprio debito, evitando contestazioni ingiustificate, a cui spesso sono associati mancati pagamenti, dallaltro, perch la bolletta stessa lo strumento attraverso cui veicolare linformazione relativa alleventuale presenza di precedenti bollette non pagate e informare lutente sulle procedure previste in caso di morosit e sugli eventuali costi addebitabili.

LAutorit, infine, ha espresso attraverso il DCO 356/2012/R/IDR lintenzione di provvedere a emanare specifici documenti di consultazione in merito alla regolazione della morosit degli utenti finali e alla definizione di meccanismi di riconoscimento ai gestori degli oneri legati alla morosit e di contenimento del rischio credito. In tale prospettiva lAutorit intende disciplinare le conseguenze del ritardato o mancato pagamento e le procedure di morosit ad oggi affidate ai Regolamenti di servizio e alla normativa di riferimento.

Per completezza, si richiamano brevemente di seguito i riferimenti normativi relativi alla sospensione della fornitura per morosit.

La sospensione della fornitura per morosit si ricollega al pi generale istituto della eccezione di inadempimento, prevista dallarticolo 1460 del codice civile, che consente al contraente di rifiutarsi di adempiere alla propria prestazione laddove laltro non adempia, o non offra di adempiere la propria, salva la contrariet a buona fede; e che relativamente ai contratti di somministrazione larticolo 1565 del codice civile stabilisce che: Se la parte che ha diritto alla somministrazione inadempiente e linadempimento di lieve entit, il somministrante non pu sospendere lesecuzione del contratto senza dare congruo preavviso. 52

Il D.P.C.M. 4 marzo 1996, nel definire i livelli minimi dei servizi che devono essere garantiti in ciascun ambito territoriale ottimale prevede, tra laltro, che: il gestore, previa diffida a norma di legge, sospende lerogazione in caso di morosit dellutente e la riprende entro due giorni lavorativi dal pagamento ovvero a seguito di intervento dellautorit competente; il gestore assicura, in tempi da definire in convenzione, risposta scritta ai reclami degli utenti pervenuti per iscritto.

Il D.P.C.M. 29 aprile 1999, nella scheda relativa alla gestione del rapporto contrattuale, prevede, tra laltro, che: in caso di morosit prevista la sospensione del servizio e che i gestori indicano i mezzi con cui lutente preavvisato e le modalit per evitare la sospensione; tale preavviso non pu essere inferiore a 20 giorni; i gestori definiscono, nelle carte aziendali, una procedura di reclamo e che il gestore riferisce allutente lesito degli accertamenti compiuti e si impegna a fornire i tempi entro cui provveder alla rimozione delle irregolarit riscontrate entro il termine di 30 giorni dalla presentazione del reclamo.

SERVIZIO DI MAGGIOR TUTELA

Per il servizio di maggior tutela, lAutorit ha recentemente affrontato il problema della revisione dei meccanismi di contenimento del rischio credito e del riconoscimento agli esercenti degli oneri legati alla morosit (deliberazione 583/2012/R/EEL e documenti preparatori). In particolare intervenuta con lobiettivo di: 53

contribuire al contenimento del rischio credito in capo agli esercenti la maggior tutela, proponendo la revisione del livello del deposito cauzionale, rivedere le modalit di quantificazione del riconoscimento dei costi connessi al fenomeno della morosit, tenere conto di alcune differenze rilevanti nella clientela servita dai diversi esercenti la maggior tutela nella definizione di tale riconoscimento. LAutorit evidenzia come il rischio morosit sia pi alto nella maggior tutela rispetto al libero mercato in quanto lesercente la maggior tutela obbligato ai sensi della legge a fornire tutti i clienti finali nei casi in cui siano senza un venditore nel mercato libero. Lesercente la maggior tutela non pu quindi utilizzare gli strumenti di verifica dello status di buon pagatore, a disposizione invece del venditore del mercato libero, in fase di acquisizione di un cliente al fine di valutare il rischio creditizio del medesimo. Inoltre lesercente obbligato a proseguire il rapporto di fornitura anche in situazioni di morosit del cliente finale, laddove la fornitura non possa essere sospesa, mentre un venditore del mercato libero pu sempre recedere dal contratto di fornitura sottoscritto con un cliente moroso. Nel servizio di maggior tutela sono infatti identificate le categorie di utenze non disalimentabili: clienti in condizioni di disagio fisico, clienti con funzioni di pubblica utilit, clienti identificati nel Piano di emergenza per la sicurezza del servizio elettrico della delibera CIPE n. 91/79.

I principali provvedimenti dellAutorit emanati per limitare il rischio credito del servizio di maggior tutela sono i seguenti: Definizione di cliente buon pagatore: per i clienti non appartenenti a tale categoria, stata prevista una particolare disciplina in caso di rientro nel servizio di maggior tutela. Lesercente la maggior tutela pu astenersi dalleseguire lerogazione della fornitura nei confronti del cliente finale con situazioni di morosit pregressa, fintanto che tale cliente non provveda a

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saldare gli importi ancora dovuti in relazione ai precedenti rapporti contrattuali, maggiorati di eventuali interessi di mora. Deposito cauzionale: il livello del deposito cauzionale stato rivisto al rialzo (commisurandolo alla spesa di un mese di erogazione del servizio) al fine di ridurre lesposizione creditizia degli esercenti in caso di mancato pagamento, inoltre il deposito cauzionale per i clienti risultati inadempienti in relazione a precedenti rapporti contrattuali che vogliono tornare ad essere serviti in maggior tutela, fissato pari al doppio del livello previsto per la generalit dei clienti. Sospensione della fornitura: il venditore pu richiedere allimpresa distributrice la sospensione della fornitura nei confronti di un cliente disalimentabile che risulti inadempiente e che sia stato regolarmente costituito in mora. Installazione dei misuratori elettronici: rende possibili gli interventi di riduzione di potenza e di sospensione della fornitura da remoto, senza che sia necessario laccesso dellimpresa distributrice presso il punto di prelievo del cliente finale, con conseguente accorciamento dei tempi necessari alla sospensione e aumento del numero delle sospensioni andate a buon fine. Sistema indennitario: il meccanismo del sistema indennitario finalizzato a garantire lesercente nei casi di morosit alla cessazione della fornitura. Il venditore uscente che ha visto non saldato il debito da parte del cliente finale passato con un altro venditore, pu richiedere, tramite questultimo, il pagamento di un indennizzo pari al minimo tra il valore medio degli importi fatturati con riferimento a 2 mesi di erogazione della fornitura e il valore del credito.

Inoltre lAutorit ha previsto per gli esercenti del servizio di maggior tutela, la copertura degli oneri connessi alla morosit dei clienti finali includendoli nei costi riconosciuti relativi allattivit di commercializzazione. 55

Sulla base dei risultati di una apposita raccolta dati (DCO 365/2012/R/EEL e 511/2012/R/EEL), stato riconosciuto in tariffa un onere determinato come una percentuale del fatturato, commisurato al tasso di impagato a 24 mesi, differenziato per categoria di clientela e per ambito geografico: clienti domestici, zona Centro Nord8: 0,43%; clienti domestici, zona Centro Sud9: 0,95%; clienti non domestici, zona Centro Nord: 1,14%; clienti non domestici, zona Centro Sud: 2,78%. Per la quantificazione del tasso di impagato riconoscere in tariffa sono stati esclusi gli operatori con un tasso di unpaid ratio ritenuto non efficiente.

LAutorit ha inoltre evidenziato che nella determinazione del coefficiente , rappresentativo della rischiosit dellattivit, stato considerato il riconoscimento a parte del rischio credito. Il valore di per il servizio di maggior tutela fissato pari a 1,0.

Centro Nord: Valle dAosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia

Romagna, Marche, Toscana, Umbria e Sardegna.


9

Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia.

56

APPENDICE

DESCRIZIONE DEL CAMPIONE DEI DATI

Lindagine ha riguardato lelaborazione di due distinti campioni relativi a due differenti raccolte dati parallele, condotte dallAEEG e dalla Federazione, contenenti un diverso set informativo.

FederUtility ha potuto elaborare una parte dei formulari, relativi allindagine AEEG, forniti su base volontaria dalle Associate.

I campioni, ai fini delle elaborazioni, sono stati suddivisi in tre aree NORD, CENTRO e SUD sulla base del aggruppamento delle Regioni mostrato in tab. 5.
PIEMONTE LOMBARDIA VENETO CENTRO FRIULI-VENEZIA GIULIA NORD VALLE D'AOSTA TRENTNO ALTO ADIGE LIGURIA EMILIA-ROMAGNA ABRUZZO MOLISE SICILIA SARDEGNA LAZIO TOSCANA UMBRIA MARCHE SUD CALABRIA CAMPANIA PUGLIA BASILICATA

Tab. 5 Criterio di suddivisione in aree NORD, CENTRO e SUD 57

Il campione AEEG I dati pervenuti relativi alla raccolta dati AEEG sono relativi a 79 aziende per un fatturato (anno 2010) di circa 3,9 miliardi di euro e per una popolazione servita di circa 32 milioni di abitanti10.

Il campione, in termini di popolazione servita, rappresenta il 54% della popolazione residente italiana (dato ISTAT al 1 gennaio 2011).

Il campione in termini di popolazione, rappresenta il NORD per il 52%, il CENTRO per l81 % e il SUD per il 37% (Fig. 22).

10

Il numero della popolazione servita tendenzialmente sottostimato in quanto alcuni gestori non hanno

fornito il dato.

58

Fig. 22 Composizione in termini di popolazione - campione AEEG

Il campione FederUtility Il dati pervenuti relativi allIndagine FederUtility sono relativi a 31 aziende per un fatturato (anno 2012) di circa 2,6 miliardi di euro e per una popolazione servita di circa 20 milioni di abitanti. Il campione in termini di popolazione servita rappresenta circa il 33% della popolazione residente italiana (dato ISTAT al 1 gennaio 2011).

Il campione in termini di popolazione, rappresenta il NORD per il 23%, il CENTRO per il 56% e il SUD per il 31% (Fig. 23).

Fig. 23 Composizione in termini di popolazione - campione AEEG

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