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FATTO E DIRITTO
Con sentenza del 13/23.7.09 la Corte d'Appello di Venezia, in riforma della decisione di
primo grado, accoglieva la domanda di accertamento della simulazione assoluta di un
contratto preliminare di compravendita (stipulato con scrittura privata del 7.12.90), proposta
dalla banca in epigrafe indicata, con intervento dai giudici qualificato autonomo, a tutela delle
proprie ragioni di credito nei confronti del P., promittente venditore, nel corso del giudizio ex
art. 2932 c.c. nei confronti del medesimo instaurato dalla T..
Detta sentenza veniva impugnata sia dalla T., sia dal P., con distinti ricorsi, cui resisteva
la banca con rispettivi controricorsi, ciascuno contenente ricorso incidentale di identico
contenuto.
All'esito degli esami preliminari, il consigliere relatore formulava, ai sensi dell'art. 380 bis
c.p.c., proposte di reiezione, in data 21.4 e 28.10. c.c., del primo e del secondo ricorso, per
manifesta infondatezza dei rispettivi motivi, proponendo invece l'accoglimento di quelli
incidentali della banca.
Tali le ragioni della ravvisata infondatezza dei motivi del ricorso T.:
"1) il primo, deducente violazione e falsa applicazione dell'art. 105 c.p.c., per aver
qualificato autonomo e non adesivo dipendente l'intervento, non supera la corretta
argomentazione dei giudici di merito, che hanno evidenziato come la domanda
dell'interventrice, finalizzata alla conservazione della garanzia del proprio credito, gravame
sul bene promesso in vendita con il contratto preliminare (donde la connessione con l'oggetto
della causa principale), fosse diretta alla tutela di un proprio diritto, incompatibile con quello
fatto valere dall'attrice;
2) il secondo, deducente la violazione e falsa applicazione dell'art. 268 c.p.c., comma 2 e
art. 184 c.p.c., per aver dato ingresso alla domanda dell'interveniente, si pone in contrasto,
senza addurre nuovi e convincenti argomenti idonei a comportare un mutamento di indirizzo,
con il principio ormai consolidato nella giurisprudenza di questa Corte, secondo cui
l'interveniente autonomo o litisconsortile, anche nei processi soggetti alle modifiche apportati
dalla L. n. 253 del 1990, non incontrammo alla precisazione delle conclusioni, preclusioni
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quanto alla proponibilit delle proprie istanze di merito, costituenti l'essenza stessa
dell'intervento, pur dovendo accettare, quanto all'attivit istruttoria, il processo nello stato in
cui lo stesso si trova (v., tra le altre, n. 2564/08, 20987/07, 17418/07, 2093/07, 3186/06,
17587/05);
3) il terzo, deducente violazione e falsa applicazione dell'art. 2729 c.c., secondo cui gli
elementi presuntivi ritenuti dalla corte territoriale non risponderebbero ai requisiti della
gravit, precisione e concordanza e non avrebbero tenuto conto che il "patrimonio del P. era
immenso", si risolvono in inammissibili censure di merito avverso il convincente-apparato
argomentativo della decisione impugnata (tra l'altro evidenziante il rapporto, prima di
convivenza, poi coniugale, tra il P. e la T., e la strumentalit del giudizio, instaurato alcuni
mesi prima del fallimento delle imprese del promittente venditore, al fine di dare maggior
credibilit all'operazione negoziale, causa nella quale non vi era stato alcun effettivo contrasto
tra le parti); gli altri profili di censura sono comunque privi del requisito dell'autosufficienza
(nella parte in cui rinviano ad assunte risultanze documentali, senza riportarne il preciso
contenuto);
4) anche per il quarto motivo, deducente violazione e falsa applicazione dell'art. 1417 c.c.,
valgono le considerazioni sopra esposte, risultando le argomentazioni esposte dai giudici di
merito idonee, nel loro complesso, ad evidenziare la mera apparenza dell'operazione negoziale
e processuale dei coniugi P. - T., n essendovi, in linea di principio, incompatibilit tra l'azione
di simulazione e l'intento di salvaguardare le garanzie del credito, che solo nella diversa
ipotesi di effettivit dell'alienazione del bene esige l'esperimento dell'azione revocatoria.
Per il resto il ricorso, limitandosi, ai capi 5) e 6), a richiamare genericamente le eccezioni
svolte gradi di merito, non espone effettive e specifiche censure, riferibili al modulo legale di
cui all'art. 360 c.p.c., ma solo inammissibili deduzioni".
Quanto al ricorso P., le ragioni della ravvisata infondatezza erano le seguenti:
"I primi tre motivi, deducenti omessa motivazione su fatti decisivi e controversi, oltre a
risolversi nella proposta di rivalutazione delle risultanze processuali, inammissibile in sede di
legittimit, a fronte della convincente e logica ricostruzione della vicenda esposta nella
sentenza impugnata, incorrono nel palese difetto di autosufficienza, poich deducono il
mancato esame di assunti elementi di prova, in particolare di alti e documenti, che sarebbero
stati prodotti o che si sarebbe voluto produrre, senza tuttavia riportarne, neppure nei passi
salienti e ritenuti decisivi, il relativo contenuto, cos non consentendo al giudice di legittimit di
apprezzarne la rilevanza e decisivit (v. tra le altre, Cass., n. 7767/07, 18505/06, 14973/06).
Analogamente inammissibile la doglianza contenuta nel quarto motivo, non specificandosi il
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contenuto dei documenti dissequestrati dall'autorit giudiziaria tedesca, che si sarebbe voluto
produrre in termini, istanza peraltro che, come risulta dalla stessa esposizione del motivo, era
stata, tardivamente, formulata soltanto nella comparsa conclusionale in secondo grado.
Il quinto motivo, con il quale si lamenta l'omessa pronunzia sulla richiesta di sospensione
del giudizio civile, "in attesa delle decisioni della magistratura tedesca", manifestamente
infondato alla luce del principio costantemente affermato da questa Corte (v. tra le altre Cass.
6478/05, 21477/04, 14875/04), circa l'indipendenza del processo civile da quello penale (a
maggio ragione in relazione a procedimento penale svoltosi all'estero) e, comunque, ove
riferito ad un procedimento civile, in assenza di alcuna pregiudizialit idonea a comportare la
richiesta di sospensione, le cui condizioni avrebbero dovuto individuarsi nell'attinenza della
causa pregiudicante a questioni costituenti antecedenti logico-giuridici necessari di quelle
devolute al giudice italiano. Quanto alla richiesta di sospensione, in attesa della decisione sul
ricorso che si assume presentato, senza meglio specificarne il contenuto (cos incorrendo
nuovamente nel difetto di autosufficienza), alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la
stessa,avanzata soltanto nella comparsa conclusionale, era tardiva".
Premesso quanto precede, esaminate le memorie depositate per la T. ed il P. e le deduzioni
difensive esposte in udienza dal difensore della prima, preso atto delle adesive conclusioni del
P.G., riuniti ex art. 335 c.p.c., i ricorsi, il collegio ritiene di far proprie le argomentazioni
esposte dal relatore quanto alla palese infondatezza di tutti i motivi esposti nei ricorsi in
questione, ai quali le rispettive memorie non hanno aggiunto ulteriori convincenti elementi, tali
da indurre a diverse conclusioni.
Per quanto attiene, in particolare, al primo motivo del ricorso T., su cui particolarmente si
insiste nella relativa memoria illustrativa, va ribadita la natura autonoma dell'intervento
proposto dalla banca creditrice e, conseguentemente, dell'ammissibilit (non preclusa dalla
non iniziale fase processuale) della domanda di accertamento della simulazione dalla
medesima proposta, nel solco del costante indirizzo della giurisprudenza di legittimit, secondo
cui al fine della relativa qualificazione sufficiente la circostanza che la domanda
dell'interveniente presenti una connessione o un collegamento con quella di altre parti relativa
allo stesso oggetto sostanziatali da giustificare un simultaneo processo, particolarmente
allorch la tutela del diritto vantato dall'interventore sia incompatibile con quella vantata
dall'una o dall'altra parte (v. Cass. 3748/94, 2160/04, 13667/06).
Nel caso di specie la creditrice, intervenuta al fine di far accertare la simulazione assoluta
del contratto preliminare di compravendita, ha esercitato un'azione dichiarativa della nullit,
come tale consentita a qualunque interessato la cui finalit era costituita dalla rimozione di
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quell'apparenza giuridica costituita dal negozio suddetto, la cui eventuale esecuzione in forma
specifica ex art. 2932 c.c., si sarebbe tradotta della sottrazione di un rilevante cespite del
patrimonio del debitore alle garanzie previste dall'art. 2740 c.c..
Il richiamo alla sentenza Cass. n. 21813/06 (che a sua volta richiama la n. 497/92) non
giova alla tesi sostenuta nel ricorso, non attenendo le citate pronunzie all'esperibilit
dell'azione di nullit per simulazione, bens ad ipotesi in cui il creditore aveva ritenuto di agire
in revocatoria avverso sentenze ex art. 2932 c.c., gi emesse, negandosi l'ammissibilit
dell'azione pauliana ex post, sul rilievo che il creditore avrebbe dovuto proporla intervenendo
nel giudizio di esecuzione in forma specifica; ed, a tal riguardosa qualificazione dell'intervento
che avrebbe dovuto in quella sede essere spiegato, quale adesivo dipendente, anzich autonomo
(comunque non decisiva ai fini della decisione assunta), non risultando sorretta da espressa
motivazione ad hoc, non pu essere considerata alla stregua dell'affermazione di un principio
giurisprudenziale.
Per il resto il collegio si riporta alle argomentazioni contenute nella relazione preliminare,
ribadendo in particolare: a) la natura essenzialmente di fatto della maggior parte delle censure
proposte nei due ricorsi, non evidenzianti omissioni o vizi logici nella complessiva valutazione
e collegamento dei vari elementi indiziari operati dai giudici di merito ed quelli riservata; b) il
difetto di autosufficienza di altre, che non pu essere colmato con le memorie (la cui finalit
solo quella di illustrare e non anche quella di integrare, in caso di insufficienza, i mezzi
d'impugnazione); c) la radicale inammissibilit (per mancanza di specifiche censure riferibili
alle previsioni di cui all'art. 360 c.c.) dei "motivi" n. 5 e 6 del ricorso T., alle cui originarie
carenze del pari, non pu supplire la memoria illustrativa; d) la non provata pregiudizialit
logico-giuridica dei giudizi che si assumono ancora pendenti in Germania tra il P. e la banca
creditrice, anche alla luce della giurisprudenza di questa Corte a Sezioni Unite (sent. n.
9440/04, in cui e stato affermato il principio che anche il creditore eventuale, le cui ragioni di
credito siano oggetto di accertamento in altra sede, abilitato a proporre l'azione revocatoria,
senza attendere l'esito di quel giudizio) e tenuto conto peraltro che, come risulta dalla sentenza
impugnata (pag. 10 p.p.), il credito in questione risultava gi da una sentenza del Tribunale di
Monaco, confermata in grado di appello e dichiarata esecutiva in Italia con decreto in data
19.3.98 della Corte d'Appello di Venezia.
I ricorsi della T. e del P. vanno, conclusivamente, respinti.
Quanto al ricorso incidentale della banca, in difformit dalla proposta del relatore, il
collegio ne deve dichiarare l'inammissibilit.
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Se vero che nella sentenza di secondo grado manca alcuna pronunzia in ordine alla
richiesta di cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale ex art. 2932 c.c., deve
tuttavia rilevarsi che tale statuizione era gi stata emessa dal giudice di primo grado, in
conseguenza della reiezione della domanda principale. La decisione di secondo grado, che ha
riformato quella del primo giudice soltanto in punto di accoglimento della, pi radicale, azione
di simulazione assoluta, in luogo di quella revocatoria, ha lasciato ferma la reiezione della
domanda principale di esecuzione in forma specifica del contratto preliminare e,
conseguentemente, la statuizione accessoria relativa alla cancellazione de qua: pertanto la
richiesta di un ulteriore provvedimento in tal senso da parte del giudice di appello e,
conseguentemente, la doglianza della relativa omissione di pronunzia, in questa sede proposta,
difettano di interesse.
Le spese del giudizio, infine, vanno poste a carico di ciascuno dei soccombenti, avuto
riguardo alla duplice costituzione e resistenza della controparte, e liquidate come da
dispositivo.
P.Q.M.
La Corte, riuniti i ricorsi, rigetta quelli proposti da T.G. e da P.R.E., dichiara
inammissibile il ricorso incidentale proposto dalla LfA Fordernbank e condanna, in favore di
quest'ultima, ciascuno dei predetti ricorrenti, al pagamento della somma di Euro 3.200,00, di
cui Euro 200,00 per esborsi.
Cos deciso in Roma, il 17 dicembre 2010.
Depositato in Cancelleria il 23 marzo 2011.
3 - Le prove, e la prova della simulazione.
La prova
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tradizionalmente considerata come una rappresentazione storica dei fatti
affermati quali accadimenti dalle parti. , pi semplicemente, strumento per laccertamento di
quei fatti: la parte, attraverso la prova, tende alla formazione del convincimento del giudice,
mirando a far s che la verit processuale possa coincidere (o quantomeno avvicinarsi il pi
possibile) a quella reale-storica.
Lintera materia delle prove trova il suo snodarsi normativo (il cd. sistema della
bipartizione) tra i due codici civili: quello di diritto sostanziale e quello di diritto processuale.
6
Su questi temi, cfr. M. Suriano, Prova testimoniale e consulenza tecnica di ufficio, relazione tenuta ad incontro di
studio del CSM, Roma 2010; M. Conte, Le prove civili, Milano 2005.
CSM corso 5925 (La prova nel processo civile) - Simulazione negoziale e prova del negozio dissimulato.
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E mentre questultimo regola lassunzione giudiziaria dei mezzi di prova, il codice civile
configura i tipi normativi di prova, fissando (art. 2697 c.c.) anche le regole riguardanti la
ripartizione, tra i soggetti del processo, dellonere della prova. Per la previsione appena citata,
lattore ha lonere di provare i fatti costitutivi ed il convenuto i fatti estintivi, impeditivi o
modificativi.
La disamina che segue mira ad una sintetica ricognizione, e ad evidenziare in particolare le
soluzioni giurisprudenziali offerte su taluni aspetti dibattuti afferenti la simulazione; non
dimenticando che il nostro sistema processuale civile fondato sul principio dispositivo, per cui
tendenzialmente le prove, o meglio le fonti di prova possono essere indicate solo dalle parti; e
che la prova mero strumento del processo decisionale del Giudice, nel senso che essa ha
rilevanza se finalizzata a dare supporto alle allegazioni delle parti ed funzionale alla
statuizione richiesta.
Intanto, la prova documentale rappresenta la prova precostituita vera e propria. A tal
proposito, va ricordato che la distinzione tra prove precostituite e prova costituende rappresenta
uno dei capisaldi del nostro sistema processuale . Le prime sono quelle prove che preesistono al
processo, e non sono state create per un fine processuale; le seconde, invece, sono le prove
che sorgono nel processo, sono disciplinate da questo, e vengono appositamente create per
comprovare un determinato fatto. Pure la scrittura privata, riconosciuta legalmente o
giudizialmente, fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da
parte del sottoscrittore, per come prescritto dallart. 2702 c.c.. Riconosciuta legalmente la
scrittura autenticata da notaio o da altro pubblico ufficiale, che, accertando lidentit del
soggetto, attesta che la sottoscrizione stata dal soggetto apposta in sua presenza.
Invece il riconoscimento giudiziale pu essere espresso o tacito. Il primo si ha quando la
parte, costituita in giudizio, comparendo dichiari espressamente di riconoscere la propria
sottoscrizione. Il secondo si ricollega allonere del tempestivo disconoscimento, e nel caso in
cui la parte non dovesse disconoscere la scrittura nella prima udienza, essa si ha come
riconosciuta. Altra ipotesi di riconoscimento tacito si ha allorquando la scrittura stata prodotta
contro la parte contumace, ex art. 215 c.p.c.; ci a condizione che sia stata espressamente
indicata nellatto giudiziario di parte (citazione o comparsa) e sia stata notificata alla parte
contumace.
Il nostro sistema sostanziale pone dei limiti di ammissibilit della prova testimoniale,
costituiti dai divieti sanciti dagli artt. 2721 - 2723 c.c., e dallart. 1417 c.c. appunto in tema di
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simulazione; limiti che trovano, in linea generale, la loro ratio in unottica di sfavore per la
prova orale, e di favore per la prova documentale per la maggiore certezza ed affidabilit di
questultima, e che nellambito della simulazione trovano una disciplina particolare rispetto a
quella generale.
Oltre alla previsione generale di cui allart. 2721 c.c., altro limite alla prova testimoniale
del negozio si rinviene nellart. 2722 c.c. (norma che trova deroga nellart. 1417 c.c. per quanto
attiene la posizione dei terzi), con riferimento allesistenza di patti aggiunti o contrari al
contenuto di un documento; con questa norma il legislatore mostra sfiducia verso lallegazione
di esistenza di accordi contrari e coevi a quelli consacrati in un contratto, che non sia stati a loro
volta racchiusi in atto scritto; in altri termini, non sembra plausibile che contemporaneamente le
parti abbiano inteso adottare verbalmente un accordo complementare volto ad ampliare o
modificare il contenuto della convenzione senza ricorrere allo stesso strumento documentale.
Per costante interpretazione, il divieto opera laddove esiste documento contrattuale, ossia
formato da entrambe le parti e racchiuso in una convenzione, mentre non opera ove si tratti di
scrittura che provenga da un sola parte e contenga una dichiarazione unilaterale, come nel caso
della quietanza o della ricognizione di debito (cfr. Cassazione civile , sez. III, 20 marzo 2006 n
6109). Ancora Cassazione Civile, sezione III 9 marzo 1995 n. 2747 ribadisce che il limite di
ammissibilit della prova testimoniale codificato dallart. 2722 c.c non opera qualora il
documento, dal contenuto confliggente con lipotetico risultato della prova costituenda, sia
costituito da una scrittura privata firmata da una sola parte.
Tra i numerosi casi esaminati dal Supremo Collegio, Cassazione Civile SS.UU. 26 marzo
2007 n 7246, evidenzia che la pattuizione con cui le parti di una compravendita immobiliare
abbiano convenuto un prezzo diverso da quello indicato nellatto scritto, soggiace, tra le stesse
parti, alle limitazioni della prova testimoniale stabilite dallart. 2722 c.c., avendo la prova ad
oggetto un elemento essenziale del contratto che deve risultare per iscritto.
Per lart. 2723 c.c., invece, la prova testimoniale di patti posteriori alla formazione del
documento - cio che apportino aggiunte o modifiche destinate a regolare diversamente il
rapporto nel presupposto della persistenza o prosecuzione del medesimo - pu essere ammessa,
in relazione (pure qui) alla qualit delle parti e/o alla natura del contratto. Non soggiacciono
cio al limite alla prova testimoniale gli accordi diretti ad estinguere il rapporto - accordo
risolutorio, come nel caso della risoluzione consensuale - che pu desumersi implicitamente dal
comportamento concludente delle parti (si pensi al caso di un comodato immobiliare,
documentato per iscritto, in cui si voglia provare per testi la circostanza della restituzione ed
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accettazione delle chiavi del locale senza riserve, quale comportamento sintomatico
dellaccordo risolutorio).
Il divieto di testimonianza, qualora la circostanza sulla quale siano chiamati a deporre i
testi sia rappresentata da un patto orale, aggiunto o contrario a ci che risulta da un atto scritto,
riposa come detto sulla constatazione di comune esperienza che se uno o pi soggetti si sono
determinati a manifestare con atto scritto la loro volont negoziale davvero improbabile che
abbiano accompagnato la redazione del documento con la convenzione di altre clausole
enunciate verbalmente, e nellipotesi di simulazione non riprodotte nella cosiddetta
controdichiarazione scritta. Limprobabilit del fatto si traduce processualmente nel timore
legislativo di lasciare affidata ad una prova tendenzialmente rischiosa, quale la testimonianza,
la dimostrazione di ci che si affermi essere al di fuori della regolarit.
Ai divieti esaminati fanno eccezione le tre ipotesi contemplate dallarticolo 2724 c.c. (1 -
principio di prova scritta, 2 - impossibilit materiale e giuridica di procurarsi una prova scritta
3 - perdita incolpevole del documento che forniva la prova); questa eccezione opera anche con
riferimento allart. 1417 c.c. e alla ipotesi di prova invocata dalle parti del negozio simulato. E
affinch la prova testimoniale sia ammessa in deroga ai limiti sanciti dagli artt. 1417 e 2721-
2723 c.c necessario che la parte richiedente deduca e dimostri la sussistenza di una delle tre
ipotesi previste dallart. 2724 c.c., non potendo il giudice rilevarle dufficio n ravvisarne una
diversa da quella indicata dalla parte.
Esaminandole partitamente, la prima ipotesi ricorre qualora esista un documento
proveniente dalla persona contro cui la prova fatta valere o da un suo rappresentante
(Cassazione civile sez. II, 7 aprile 2006 n 8210), non potendosi ovviamente fare affidamento
su un documento predisposto dallo stesso soggetto che vuole avvalersene; e che esista un nesso
logico tra lo scritto ed il fatto controverso, dal quale scaturisca la verosimiglianza di
questultimo, non essendo sufficiente un vago riferimento ad esso contenuto nel documento, ma
neppure essendo necessario un riferimento preciso (Cassazione civile, sez. III, 26 febbraio 2004
n 3869).
Per Cassazione 23 luglio 1998 n 7209, ai fini dellammissibilit della testimonianza in
esame, la prova, pur incompleta, deve corrispondere al requisito indispensabile della scrittura
privata e perci essere munita della sottoscrizione del soggetto da cui proviene; e cos per
Cassazione 26 gennaio 1987 n 720 non costituisce principio di prova scritta una bozza
contrattuale priva delle sottoscrizioni delle parti.
CSM corso 5925 (La prova nel processo civile) - Simulazione negoziale e prova del negozio dissimulato.
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Ci ha riflessi pratici anche in tema di simulazione, laddove si cerchi di affiancare la prova
testimoniale ad una prova documentale che potrebbe far superare (per il combinato disposto
degli artt. 1417 e 2724 n c.c.) il relativo limite. Per esempio, Cassazione civile sez. II, 6
settembre 2002 n 12980, ha ribadito che gli estremi richiesti dallart. 2724 n. 1 c.c. perch un
documento possa costituire principio di prova per iscritto non esigono un preciso riferimento al
fatto controverso, ma lesistenza di un nesso logico tra lo scritto e il fatto stesso, da cui
scaturisca la verosimiglianza del secondo, precisando che laccertamento, ai fini
dellammissibilit della prova per testi o per presunzioni della simulazione di un contratto, circa
la sussistenza e lidoneit di un principio di prova scritta a rendere verosimile il fatto allegato
costituisce un apprezzamento di merito insindacabile in sede di legittimit se congruamente e
logicamente motivato. Nel caso di specie, la S.C. ha confermato la decisione del giudice di
merito che aveva ravvisato un principio di prova per iscritto della dedotta simulazione di una
serie di atti di trasferimento di un immobile legato dal "de cuius" a un ente ecclesiastico nella
corrispondenza intercorsa tra gli eredi, i quali vi avevano manifestato la volont di impedire a
tutti i costi lacquisizione del predetto bene da parte del legatario.
La seconda ipotesi di deroga prevista dallart. 2724 c.c. attiene alla impossibilit materiale
o morale di procurarsi la prova scritta; si tratta di una impossibilit assoluta e indipendente dalla
volont del contraente che assume tale circostanza, il quale, ai fini dell'ammissione della prova,
deve specificamente dedurre le ragioni della impossibilit di procurarsi la prova scritta, per cui
il giudice di merito non pu rilevare di ufficio una situazione di impossibilit non dedotta, n
risulta idonea e sufficiente ad integrare una deduzione in tal senso il generico assunto, nellatto
introduttivo del giudizio, della impossibilit morale e materiale di procurarsi un documento,
senza alcun riferimento alle relative specifiche circostanze.
Il Supremo Collegio ha precisato che ai fini della configurabilit della situazione di
impossibilit morale di procurarsi la prova scritta che, ai sensi dellart. 2724, n. 2, c.c., rende
ammissibile il ricorso alla prova testimoniale, non sufficiente la deduzione di una astratta
posizione di preminenza della persona dalla quale la dichiarazione scritta doveva essere pretesa,
o di un vincolo affettivo con la persona stessa. Tuttavia, la relativa valutazione va sempre
riferita al caso concreto, non potendosi pretendere lallegazione di circostanze ostative assolute.
In particolare, ove a generiche deduzioni si accompagni anche quella di altre particolari
circostanze concorrenti a determinare una specifica situazione di oggettivo impedimento
psicologico alla richiesta di una dichiarazione siffatta, il giudice tenuto alla valutazione delle
circostanze dedotte in relazione sia al rapporto "inter partes", sia alla possibile incidenza di
CSM corso 5925 (La prova nel processo civile) - Simulazione negoziale e prova del negozio dissimulato.
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eventi o situazioni particolari (cfr. Cassazione civile, sez. II, 13 dicembre 2001, n. 15760). In
definitiva, a rilevare sono le specifiche circostanze dedotte dalla parte, che dovranno essere
attentamente ponderate caso per caso.
Lultimo caso quello della perdita incolpevole del documento, che pure lunico che
rileva per la previsione di cui allart. 2725 c.c.; difatti, per i contratti per i quali sia richiesta la
forma scritta ad substantiam ovvero ad probationem lipotesi di cui allart. 2724 n 3 c.c.
lunica nella quale, in deroga allart. 2725 c.c., sia ammessa la prova testimoniale e quindi per
presunzioni ex art. 2729 c.c..
In tutte le altre ipotesi la prova testimoniale non ammessa salvo che non abbia finalit
meramente interpretative del contratto intese a chiarire la volont contrattuale in relazione
allambito soggettivo delle diverse pattuizioni, come ad esempio per la esatta identificazione e
localizzazione dellimmobile oggetto del contratto ovvero qualora il contratto sia invocato solo
come mero fatto storico (ad esempio dal mediatore che afferma la conclusione del contratto di
compravendita immobiliare per ottenere la provvigione in relazione alla conclusione dell'affare)
e non come fonte regolatrice del rapporto controverso.
Il regime probatorio dettato dallart. 2725 c.c. per i contratti per i quali la forma scritta sia
richiesta ad substantiam ovvero ad probationem, pur conformandosi ai comuni limiti sopra
richiamati, si atteggia tuttavia diversamente: per i primi (forma scritta ad substantiam) i limiti
allammissibilit della prova testimoniale sono dettati per ragioni di ordine pubblico per cui la
mancata produzione del documento, unico mezzo di prova - a parte l'eccezionale ipotesi di cui
allart. 2724 c.c. - rilevabile dufficio in qualsiasi grado e stato del processo, anche in sede di
legittimit (Cass. Civ. l0 aprile 1990, n 2988). Per i secondi (forma scritta ad probationem), le
limitazioni probatorie operano solo quando le parti non siano daccordo sullesistenza ed il
contenuto del contratto poich il requisito della forma scritta non concerne lesistenza del
contratto ma solo la prova di questo: non operano quindi quando la conclusione ed il contenuto
del contratto siano pacificamente ammessi.
Passando ad esaminare la prova della simulazione, secondo i principi generali
enucleabili dallart. 2697 c.c., essa incombe su chi lafferma. La specifica disciplina di cui
allart. 1417 c.c., tuttavia pone una significativa differenza tra i soggetti ammessi a provare con
ogni mezzo la simulazione (creditori e terzi), e soggetti (le parti) per i quali la prova libera
solo laddove venga dedotta lilliceit del negozio dissimulato. In dottrina e in giurisprudenza
(cfr. Cassazione civile 1987 n. 5975) stato evidenziato che la norma formulata nella
CSM corso 5925 (La prova nel processo civile) - Simulazione negoziale e prova del negozio dissimulato.
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prospettiva dellaccordo simulatorio come patto contrario ai sensi dellart. 2722 c.c., e quindi
rappresenta una specificazione di quella regola generale. Per quanto attiene la posizione delle
parti, poi, viene in rilievo lipotesi di cui allart. 2724 n. 1 c.c., e ne rappresenta un
ampliamento; la previsione generale comunque sempre applicabile, nel senso che, oltre alla
ipotesi di illiceit, la prova per testimoni ammissibile laddove sussista un principio di prova
scritta, proveniente dal convenuto, che faccia apparire plausibile la simulazione medesima.
Tale differenziazione comporta che uno stesso negozio potrebbe essere dichiarato simulato
nei confronti dei terzi e non simulato nei confronti di una parte (o dei suoi aventi causa), anche
se tutti agiscano quali litisconsorti facoltativi nel medesimo processo.
CASISTICA
> Cassazione civile sez. II 04 maggio 2007 n. 10240 (Simulazione - Prova - Testimoniale -
Compravendita immobiliare - Simulazione assoluta e simulazione relativa - Prova testimoniale
o per presunzioni Differenze):
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
ha pronunciato la seguente:
sentenza