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(Prov.

di Catanzaro)

PIANO STRUTTURALE COMUNALE


P.S.C. 2009 - 2012

DOCUMENTO PRELIMINARE
(Legge Regionale n.19 del 16/04/2002 e s.m.i.)

ADOZIONE

CONTRODEDUZIONI

APPROVAZIONE

ELABORATO

TAVOLA

1
SCALA

RELAZIONE
TITOLO

DATA

FEBBRAIO 2009 GIUGNO 2011 APRILE 2012 SETTEMBRE 2012

RELAZIONE

COMUNE DI CICALA
(Provincia di Catanzaro)

PIANO STRUTTURALE COMUNALE


SECONDA FASE: DOCUMENTO PRELIMINARE PSC e REU

RELAZIONE
SULLE SCELTE FONDAMENTALI E GLI INDIRIZZI PER LA REDAZIONE DEL PSC E REU

Il Tecnico Ing. Tommaso TALARICO

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

PIANO STRUTTURALE COMUNALE

RELAZIONE
SULLE SCELTE FONDAMENTALI E GLI INDIRIZZI PER LA REDAZIONE DEL PSC E DEL REU

0 - PREMESSE

La crescita ordinata di un territorio e le scelte ragionate rappresentano gli ingredienti fondamentali per lo sviluppo. La pianificazione urbanistica lo strumento per la sua attuazione. Le norme Urbanistiche sintetizzano e codificano i risultati delle evoluzioni storiche, politiche e culturali, in un determinato periodo. La storia della Pianificazione Urbanistica recente, senza andare molto indietro nel tempo, ha il suo punto di partenza con la Legge Urbanistica Nazionale n. 1150 del 17 agosto del 1942 che con successive modifiche ed integrazioni ci porta ai giorni nostri senza grandi modifiche. Con la legge n. 281 del 16/05/1970 "Provvedimento finanziario per l'attuazione delle Regioni a statuto ordinario" c.d. legge finanziaria per le regioni a statuto ordinario. Veniva di fatto attuato quanto previsto nella Costituzione e decentrate alcune funzioni tra cui quella in Materia Urbanistica. Dalla loro istituzione le Regioni hanno impiegato diversi anni per legiferare nelle materie loro delegate. La legge Regionale n.. 19 del 16 aprile 2002 Legge Urbanistica Regionale: Norme per la tutela, Governo ed Uso del Territorio e successive modifiche con la L.r. n.8/03 (art.33 comma 1), L. R. n. 8/05 (art.10 comma 8), la L.r. 14.06, L.r. n.9/07 (art. 27), L.r. n.21/07, L.r. n.29/07, L.r. n.15/08 (art.28); L.r. 19/09, L.r. 15/10, L.r. 21/10, L.r. 33/2011; ha tracciato il quadro normativo di riferimento nella Regione Calabria. Le Linee Guida della Pianificazione Regionale approvate con Delibera del Consiglio Regionale della Calabria n. 168 del 11 novembre 2006, hanno indicato i criteri per lattuazione della L.R. 19/2002. In seguito a tale quadro normativo tutti gli Enti Territoriali chiamati alla Tutela, Governo ed Uso del territorio, hanno iniziato liter per la predisposizione degli strumenti operativi di loro competenza.

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La Regione Calabria ha approvato il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesistica QTR-P con D.G.R. n 10 del 13/01/2010 e successivamente con D.G.R n 604 del 14/09/2010 ("Attuazione Legge Regionale 16/4/2002 n.19 artt.17 e 25 - Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica (QTR/P) - adeguamento del QTR/P al nuovo indirizzo politico amministrativo") e la D.G.R n 606 del 14/ 09/2010 ("Legge Regionale 16/4/2002 n.19 - istituzione Laboratorio per l'attuazione e il monitoraggio della L.R. 19/02 - Ufficio del Piano e Osservatorio Regionale per il Paesaggio UDP/OP") e relativi allegati. In data 22/03/2012, stato trasmesso agli Enti territoriali interessati, il Documento preliminare del QTR-P, al fine di attuare quanto previsto dallart. 25 comma 2 della LR 19/2002. Le Provincie hanno approvato il Piano Territoriale di Coordinamento PTCP, in particolare la Provincia di Catanzaro ha approvato il Progetto Preliminare del Piano di Coordinamento Territoriale con delibera di Consiglio n. 41 del 29 maggio 2009. Lamministrazione Comunale di Cicala, in ottemperanza a quanto disposto dalla Legge Regionale n.19 del 16 Aprile 2002, ha avviato le attivit necessarie per la redazione e successiva approvazione del Piano Strutturale Comunale e del Relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico. Con delibera di Giunta Comunale n. 27 del 18 febbraio 2008 dava gli indirizzi per la predisposizione di ogni atto necessario per laffidamento dellincarico e/o assistenza tecnica e collaborazione professionale per la redazione del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) e del regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.) del territorio Comunale . In data 10 luglio 2008 prot. n. 2104 R.P. 177 veniva pubblicato Lavviso Pubblico per laffidamento dellincarico suddetto. In seguito a tale avviso e successiva gara, veniva conferito lincarico per la Progettazione Urbanistica con delibera n. 64 del 18/09/2008 e successiva convenzione sottoscritta in data 19/09/2008. A partire da tale data si dava avvio pertanto, ad un processo di profondo rinnovamento, nella pianificazione territoriale comunale. Seguendo lo schema indicato nellofferta tecnica e di seguito riassunto:

Atteso che le norme Regionali su menzionate, prevedono una nuova filosofia nella pianificazione urbanistica Regionale e Comunale in particolare, imperniata sul concetto di concertazione e sviluppo sostenibile del territorio, si prevede di arrivare alla formulazione finale del Piano Strutturale Comunale e del relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico attraverso un processo mediato e partecipato, con le seguenti fasi operative:

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PRIMA FASE: ANALISI DELLO STATO DI FATTO Necessaria a valutare lo stato di attuazione del vigente strumento urbanistico Comunale Piano Regolatore Generale, e dei piani attuativi. SECONDA FASE: DOCUMENTO PRELIMINARE PSC e REU In seguito a quanto acquisito nella PRIMA FASE, necessaria ad ascoltare ed analizzare, verr predisposto Il DOCUMENTO PRELIMINARE, costituito da elaborati grafici, relazione ed allegati, in cui verr formulata una prima proposta progettuale di PSC e REU. Il Documento Preliminare sar redatto in seguito alle prime indagini di campo, alla ricerca delle fonti e documentazioni, necessarie per la definizione delle elaborazioni grafiche di analisi che costituiscono il Quadro conoscitivo. In tale fase saranno gi analizzate, anche se non in modo esaustivo, le conoscenze attualmente disponibili presso lAmministrazione Comunale, integrandole con i primi risultati delle indagini geomorfologiche e AgroForestali. Lobiettivo quello di individuare attraverso lanalisi del territorio, le risorse presenti per la definizione di possibili strategie di sviluppo e di riqualificazione, nonch di promozione delle attivit socio-economiche. Esistenti o da insediare. Pertanto verr elaborato un Sistema strutturale della pianificazione comunale, necessario per la prosecuzione delle fasi successive che porteranno a definire tutti gli elementi necessari per la redazione del Piano Strutturale Comunale. TERZA FASE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO (PRIMA VERSIONE) Redazione del PIANO STRUTTURALE COMUNALE, completo di tutti gli elaborati, grafici e descrittivi, degli studi e delle prove geologico-tecniche, degli studi e delle indagini ambientali, previsti dalle Norme sopra richiamate. Si specificheranno gli elementi conoscitivi, utili alla individuazione del Quadro delle risorse territoriali, con lintento di proporre una lettura completa, unitaria e particolareggiata, del territorio con tutte le indagini e le ricerche in grado di valorizzare la complessit morfologica, ambientale, geologica, economica, storica ed artistica, traducendola in elementi strutturali (PSC). Redazione del REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO, secondo quanto previsto dalla LR 19/2002, conterr una normativa unitaria sui seguenti elementi:

1) modalit di intervento nei diversi ambiti di piano;

2) specificazione dei parametri edilizi ed urbanistici ed i criteri per il loro calcolo; 3) individuazione delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti; 4 __________________________________________________________________________

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4) individuazione di norme per il risparmio energetico e per leliminazione delle barriere architettoniche; 5) modalit di gestione tecnico-amministrativa degli interventi edilizi, anche ai fini di semplificazione dei permessi di costruire; 6) ogni altra disposizione finalizzata alla corretta gestione del piano.

QUARTA FASE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO (VERSIONE DEFINITIVA)

Redazione del PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO, in versione definitiva, dopo leventuale accoglimento ed integrazione dei suggerimenti ed osservazioni della Provincia ed altri Enti che hanno partecipato alla conferenza di pianificazione.

QUINTA FASE: APPROVAZIONE DEL PSC E DEL REU

Le fasi operative sopra elencate, producono lo schema a blocchi di seguito illustrato, in cui facendo riferimento alla procedura per lapprovazione del Piano strutturale Comunale, previsto dallart. 27 della L.R. 19/2002, sono individuati anche i tempi per la conclusione delliter approvativo.

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Approvazione P.S.C. (Piano Strutturale Comunale )1


Consiglio Comunale

Elaborazione documento preliminare


Del P.S.C e del R.E.U

Il sindaco convoca la

Conferenza di pianificazione
Durata max 10 gg + 10 gg proposte Enti

Consiglio Comunale

Adozione P.S.C
Valutazione eventuali proposte Enti

Invio copia a

Invio copia a

Deposito P.S.C.
60 gg dal BUR avviso quotidiano reg Pubblic.Comunale

Enti
Conferenza Pianificazione

Giunta Provinciale

Ufficio Urbanistica Provinciale


Osservaz difformit al P.T.C.P. e piano settoriali, 90gg max.

Osservazioni 90gg.
- Enti pubblici - forze professionali - forze economiche - forze sociali - soggetti privati

Consiglio Comunale Dopo 90 gg invio alla Provincia Predispone il P.S.C. definitivo

Approvazione P.S.C.
Valutazioni osservazioni di : - Provincia - forze economiche - soggetti privati

Pubblicazione finale
- copia alla Provincia

- BUR + quotidiani reg.

Schema tratto dal Sito Urbanter - Prof. Domenico Santoro

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Con delibera di Giunta Comunale n. 27 del 18 febbraio 2008 lAmministrazione Comunale di Cicala dava gli indirizzi per la predisposizione di ogni atto necessario per laffidamento dellincarico e/o assistenza tecnica e collaborazione professionale per la redazione del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) e del regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.) del territorio Comunale . In data 22 ottobre 2008 venivano trasmessi al Comune di Cicala gli elaborati relativi allANALISI DELLO STATO DI FATTO (PRIMA FASE), finalizzati alla convocazione di unassemblea pubblica al fine di acquisire elementi utili tanto ai Tecnici redattori del Piano che al Consiglio Comunale per lapprovazione della delibera degli Atti dindirizzo. In data 22/11/2008 veniva convocata lAssemblea pubblica presso la sala del Consiglio Comunale ed in tale occasione veniva presentata lANALISI DELLO STATO DI FATTO, avvalendosi sia della cartografia che della proiezione di grafici e tabelle. In data 16 marzo 2009 veniva trasmesso una Bozza del DOCUMENTO PRELIMINARE - SECONDA FASE con le indicazioni delle Prime Ipotesi di Assetto. In data 27/03/2009 veniva convocata la Seconda Assemblea Pubblica e presentata la Bozza del Documento Preliminare, seguita da unampia discussione. In data 22/09/2010 alle ore 10,00, presso la Sala Consiliare veniva convocato un incontro fra i Tecnici Progettisti, LAmministrazione Comunale e gli organo tecnici del Comune. In data 07/03/2011 veniva trasmesso lelaborato n.15 Confronto fra le Prime Ipotesi di Assetto e la Carta dellEdificabilit dello Studio Geologico. In data 22/03/2011 veniva convocata la Terza Assemblea Pubblica e presentata la Tavola n. 14 Prime Ipotesi di assetto modificata ed integrata. In data 20/06/2011 venivano trasmessi gli elaborati n.15 e 16 aggiornati con le modifiche scaturite da richieste sia pubbliche che private e confrontate con lo Studio Agronomico e Geologico. In data 24/06/2011, ore 18,00, presso la Sala Consiliare aveva luogo un incontro fra i Tecnici Progettisti, LAmministrazione Comunale e gli organi Tecnici del Comune. Dal 24/06/2011 al 30/04/2012 venivano valutate le richieste di Cittadini interessati a modifiche o integrazioni allo studio Preliminare del Piano Strutturale Comunale.

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1 CRITERI E SCELTE DEL PSC E REU

La necessit fondamentale sancita dalla Legge Regionale 19/2002 la Tutela, il Governo e lUso del Territorio. Per rispondere in modo efficace a tali dettami necessario avere piena conoscenza del territorio in cui si opera, della sua storia, dei valori culturali che lo caratterizzano. La diversa impostazione della Legge Urbanistica Regionale rispetto alle norme precedenti in materia, sia Regionali che Nazionali, impone un approccio diverso rispetto al passato, in alcuni casi quasi sperimentale, trattandosi della sua prima applicazione e non avendo riferimenti consolidati in ambito regionale. I Piani in ambito Regionale (QTR-P) e Provinciale (PTCP), sono nelle fasi di Prima Applicazione ed impongono un confronto tanto orizzontalmente che verticalmente con nuove problematiche che porteranno sicuramente ad una crescita comune. Nella logica di approfondire la conoscenza del territorio ed arrivare ad una sintesi ragionata per la definizione del Piano Strutturale Comunale, sono stati analizzati diversi aspetti del territorio comunale, ed i risultati sono rappresentati nelle tavole grafiche e nei paragrafi che seguono anche con tabelle e grafici. Lesigenza quella di arrivare gradualmente a definire tutti gli elementi necessari a comporre un Piano che da una parte detti gli indirizzi del Governo del Territorio e dallaltra stabilisca le regole per luso dello stesso.

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2 IL TERRITORIO
2.1 CICALA NEL TERRITORIO PROVINCIALE Il Comune di Cicala posto a Nord del Capoluogo di Provincia (fig. 1) , in una fascia territoriale che in parte guarda verso il Lametino ed in parte verso il Catanzarese, tanto che lo stesso Comune ha dipendenze territorialiamministrative sia a Lamezia Terme che a Catanzaro.

La collocazione naturale, comunque si pone verso il Capoluogo di Provincia, per i collegamenti stradali, ma soprattutto ferroviari.
Figura 1 Territorio della Provincia di Catanzaro

Il Comune fa parte della giurisdizione territoriale del Tribunale di Lamezia Terme. E compreso nella Comunit Montana dei Monti Reventino-Tiriolo-Mancuso con sede in Soveria Mannelli (Fig. 2). Fa parte del territorio di competenze della ex Azienda Sanitaria Locale n.7 di Catanzaro. Il codice ISTAT del Comune il seguente 18079030.

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Figura 2 Comunit Montana dei Monti Reventino Tiriolo - Mancuso

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2.2 IL TERRITORIO COMUNALE


Il Comune di Cicala ha una estensione di 9,08 Kmq, confina con i Comuni di Sorbo San Basile, Carlopoli, Gimigliano, Fossato Serralta (Fig. 3).

CONFINI Nord: Carlopoli- Sorbo San Basile

Est : Sorbo San Basile - Fossato Serralta Gimigliano

Sud: Gimigliano

Ovest: Carlpoli Gimigliamo

Figura 3

Il centro abitato posto ad una quota media di 820,00 m s.l.m. , mentre il territorio comunale varia fra una quota minima di circa 550,00 m s.l.m. ed una quota massima di circa 1.089,00 m s.l.m. (Fig. 4). In particolare facendo riferimento agli elaborati grafici TAVOLA 02 del Documento Preliminare stata individuata la seguente suddivisone del territorio comunale dal punto di vista altimetrico:

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Figura 4
Quote inferiori a 600 m Quote comprese fra 600 e 700 m Quote comprese fra 700 e 800 m Quote comprese fra 800 e 900 m Quote comprese fra 900 e 1000 m Quote superiori a 1000 m

che pu essere riepilogata nella tabella seguente:

VARIAZIONE DI QUOTA S.L.M. quota < 600 m 600<quota<700 700<quota<800 800<quota<900 900<quota<1.000 quota > 1.000

SUPERFICIE (MQ) 590.000 3.200.000 2.322.000 1.930.000 697.000 341.000 9.080.000

% 6,50 35,24 25,57 21,26 7,68 3,75 100,00

Tabella 1

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Il territorio, per la sua morfologia presenta poca superficie utilizzabile a fini agricoli, quali seminativi od orticoli, la maggior parte coperta da vegetazione arborea distinta in querceti, castagneti, e misto ontani, pioppi soprattutto lungo gli argini dei fiumi. In particolare facendo riferimento agli elaborati grafici TAVOLA 03 del Documento Preliminare stata individuata la seguente suddivisone delluso del suolo:

Figura 5

Seminativi o assimilati Aree boscate

che pu essere riepilogata nella tabella seguente:


USO DEL SUOLO Seminativi o assimilati Aree boscate Aree destinate agli insediamenti
Tabella 2

SUPERFICIE (MQ) 1.378.000 7.042.000 660.000

% 15,17 77,56 7,27

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2.3 LA VIABILITA Il Territorio comunale attraversato dalle Strade Provinciali, SP 159/2 ( ex SS 109) e dalla SP 39, risulta poi servita dalla SP 165 (ex SS 19) e dalla SP 39. In Particolare la SP 159 (ex SS 109) ha rappresentato per molti anni lunica strada principale di Collegamento con il Capoluogo di Provincia. In anni recenti in seguito alla costruzione della strada provinciale 34, Gimigliano Bivio Giardinello, si creato un percorso alternativo alla vecchia SS 109. In anni ancor pi recenti, con la costruzione della SP 38 e poi con la provincializzazione della Strada Comunale Arnese-Stazione di San Pietro Apostolo, divenuta SP 39, si ottenuta una vera alternativa tanto per i collegamenti viari con il Capoluogo di Provincia che verso il territorio del Lametino. Attualmente larteria stradale principale costituita dalla SP 165 (ex SP 19) che oltre a rappresentare un collegamento con la strada SS280 sulla direttrice Catanzaro-Lamezia Terme, dovrebbe costituire il collegamento naturale con la strada in corso di costruzione Bivio Coraci Decollatura, bretella di collegamento con lautostrada A3 Salerno Reggio Calabria. Atro sistema di collegamento di fondamentale importanza costituito dalla Ferrovia della Calabria, che attraversa il territorio comunale lungo il corso del fiume Corace. Sin dalla sua costruzione negli anni trenta, la ferrovia ha rappresentato il miglior mezzo di trasporto per Catanzaro e anche verso i paesi vicini. Il suo percorso lungo la valle del Corace ha permesso di superare le tortuosit della rete stradale, riducendo i tempi e migliorando le condizioni del viaggio. Ha consentito ad intere generazioni di studenti e lavoratori di poter raggiungere il Capoluogo di Provincia in tempi ragionevoli. Con il potenziamento della viabilit comunale degli ultimi anni, il miglioramento dellattuale strada provinciale 39, i punti di collegamento con le fermate della Ferrovia della Calabria, sono diventate due. Una storica, quella di Cicala, in localit Poneria Due Fiumi, e laltra pi recente di San Pietro Apostolo, in localit Vicario Manche. Con tali premesse il sistema ferroviario, se migliorato e ben tenuto, rappresenta un collegamento metropolitano con la Citt di Catanzaro e con tutti i paesi attraversati. Accanto alla rete viaria principale, il Comune di Cicala dotato di una fitta rete di strade Comunali ed interpoderali, che sono state oggetto di continui interventi di manutenzione e si presentano idonee a soddisfare le esigenze di collegamento del Centro abitato con le varie localit agricole del territorio comunale. Sono rimaste poche strade ancora da pavimentare per completare lintera rete comunale.

Nelle figure che seguono (Fig. 6- 7) estrapolate dalla TAVOLA 01 e TAVOLA 07, del Documento Preliminare, sono individuabili le strade sopra descritte:

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Figura 6 - Rete Stradale e Ferroviaria nel Territorio Provinciale

Figura 7 - Rete Stradale e Ferroviaria nel territorio Comunale

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2.4 LECONOMIA Leconomia del Comune risente di tutte le problematiche tipiche delle regioni meridionali, aggravate dal territorio montano e dalla posizione geografica. La popolazione negli anni stata decimata da emigrazioni di massa sia interne, verso altre regioni dItalia, che allestero. Per quella rimasta non si sono mai aperte le porte di un vero sviluppo, che in parte ha interessato i paesi sulla costa. Il paese passato da uneconomia agraria, che aveva caratterizzato la sua storia sin dalle origini e fino agli anni sessanta, ad uneconomia di tipo misto fino agli anni ottanta, costituita da agricoltura artigianato e poco terziario, a quella attuale costituita da piccola industria e terziario. Levoluzione possiamo dire che stata una scelta obbligata, infatti, con il miglioramento delle condizioni di vita non stato possibile pi ottenere redditi adeguati dalle micro aziende agricole degli anni passati. Queste basavano la loro organizzazione sullautosufficienza, con consumo esclusivo dei propri

prodotti e con il baratto di quelli mancanti.


Con lampliamento della gamma di prodotti presenti sul mercato, si resa necessaria la disponibilit di danaro per gli acquisti e pertanto quello che era stato un modello economico per intere generazioni andato in crisi. Man mano sono incominciate a diminuire le pi piccole aziende agricole per passare a quelle di dimensioni maggiori fino ad arrivare alla quasi totalit. La conseguenza a tale cambiamento stata lemigrazione di intere famiglie con diminuzione di forza lavoro e soprattutto di giovani generazioni. Per la popolazione rimasta, cos come per quella emigrata, non stato pi possibile pensare ad occupazione in agricoltura, lorientamento stato rivolto verso il terziario, per la presenza di giovani diplomati e laureati e verso la piccola industria. Negli ultimi anni, infatti, sono sorte piccole industrie legate allagro alimentare, alla lavorazione trasformazione di carni, alla metalmeccanica, allattivit boschiva, allattivit estrattiva di inerti con relativa lavorazione.

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Figura 8 - Ubicazione attivit produttive

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2.5 IL CLIMA Il Comune per la sua posizione geografica caratterizzato da un clima marittimo, caratterizzato da un massimo di precipitazioni in inverno ed un minimo in estate, tipico delle coste tirreniche a sud della foce dellOmbrone, Calabria e Isole. Dati elaborati e pubblicati dallARPA-CAL

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2.6 LA SISMICITA Dati elaborazioni Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Database Macrosismico Italiano 2004

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Dati Pubblicati da Comuni_Italiani

terremoti storici dal 217 a.C. al 2002


data 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 20/07/1609 05/01/1619 04/04/1626 27/03/1638 00/05/1728 28/03/1783 02/08/1821 15/02/1851 04/10/1870 29/06/1871 10/01/1889 21/04/1898 20/06/1901 01/03/1908 31/03/1910 27/06/1913 06/01/1929 02/08/1948 13/07/1958 27/10/1958 mag 5,57 5,17 6,08 7 4,83 6,94 5,37 4,63 6,16 5,03 4,83 4,83 4,83 4,81 4,63 4,83 4,83 4,83 4,83 5,03 zona Lamezia Terme Cicala Girifalco Platania Gizzeria Vallefiorita Amato Catanzaro Cellara Grimaldi Tiriolo Bianchi Catanzaro Scigliano Caraffa di Catanzaro Lamezia Terme Squillace Bianchi Mesoraca Serrastretta

( nel raggio di 30 km ) distanza 12,98 km 2,68 km 23,15 km 17,85 km 20,57 km 26,91 km 9,13 km 16,72 km 25,85 km 26,11 km 8,40 km 11,47 km 16,72 km 19,07 km 17,40 km 19,44 km 24,68 km 11,47 km 27,93 km 6,31 km

nella zona del comune di CICALA, nel raggio di 30 km, storicamente si sono verificati 20 eventi

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3 LA STORIA

3.1 LE ORIGINI
Diverse sono le ricerche sulle origini di Cicala, tutte improntate sulla voglia di conoscenza e sullamore verso il paese, poche sono le notizie certe e soprattutto i documenti ufficiali. Si far pertanto riferimento a quanto pubblicato sul sito ufficiale del Comune, con la possibilit di eventuali integrazioni, se portatrici di novit o eventuali correzioni. Nel 1875, lo studioso Domenico Lovisato, in seguito al ritrovamento, nel territorio di Cicala, di alcuni reperti archeologici risalenti al Neolitico, condusse delle ricerche sull'origine di questo paese. In uno dei suoi scritti si legge: "... azze, scalpelli, martelli e ciottoli, dell'epoca della pietra, ritrovati in Calabria", o ancora, "... le armi formate di rocce calabresi si trovano in abbondanza sulla parte settentrionale della provincia di Catanzaro, come Tiriolo Superiore e Cicala". Questi passi hanno fatto pensare a una presenza neolitica nel territorio. Oggi questi reperti archeologici ritrovati nel territorio di Cicala, possibile ammirarli nel Museo Provinciale di Catanzaro. Da questa scoperta, risalente al neolitico, fino al XVII secolo non si ha pi nessuna notizia certa sulla storia di questo paese. In alcuni documenti, conservati nella biblioteca "De Nobili" di Catanzaro e in quella di Soriano Calabro, si parla di un villaggio denominato "Castriota". Era infatti proprio questo il primo nome di Cicala, dal nome della sua fondatrice Giovanna Maria Castriota, discendente di Giorgio Castriota Skanderberg, madre di Francesco Maria Caraffa Duca di Nocera, che lo fond nel 1595. Per difficolt economiche, nel 1610 il feudo di Tiriolo, compresi i casali, fu venduto da Francesco Maria Caraffa al conte di Messina Carlo Cigala, che lo acquist per 80.000 ducati. In questo territorio era compreso anche il villaggio di "Castriota". Da alcuni atti del notaio D.P. Foco in Tiriolo, custoditi nell'archivio storico di Catanzaro ("concessioni domandate dagli abitanti del casale di Castagna...") si legge che nel 1616 alcuni uomini della "Trempa di Castagna" chiesero al conte Cigala di fondare un casale nella "Stagliata di Fantuzzo" e di concedere loro dei capitoli di immunit. Da quel momento il villaggio Castriota prese il nome di Cigala, per poi essere cambiato in Cicala. Si suppone che il centro abitato in origine si svilupp principalmente sulla cosiddetta "VIA RANDE" (Via Grande, composta da Via Vittorio Emanuele II e da una parte di Via Garibaldi), intorno ai Palazzi dei Mancusi e dei Cigala. Nel 1783 il centro abitato fu distrutto, da un terribile terremoto. Nel 1799 entr a far parte del cantone di Catanzaro, dipartimento della Sagra. Il casale rimase

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propriet della potente famiglia Cigala fino al 1806, anno in cui fu assediato ed incendiato dai Francesi. Tale distruzione confermata dai documenti dell'Archivio Comunale che esistono proprio a far data dagli anni intorno al 1810. Con la prima legge francese del 9 gennaio 1807 divenne luogo del governo di Serrastretta. Il successivo riordino del 1811 lo attribu a Tiriolo. Nel 1816 pass nel circondario di Gimigliano.

3.2 EVOLUZIONE DEL CENTRO ABITATO


Dal Piano Territoriale di Coordinamento provinciale tav. 0.17 stato estrapolato il regesto del centro storico di Cicala, dal quale pu rilevarsi levoluzione degli insediamenti.

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3.3 LA STORIA RECENTE


Dallunit dItalia, 17-03-1861 ai giorni nostri, il territorio del Comune di Cicala, non ha subito modifiche sostanziali, avendo come delimitazioni naturali a sud-ovest il fiume Corace e a nord-est il fiume S.Elia Pomo. Si sono verificate alcune contestazioni con il confine nord, verso il Comune di Carlopoli, in questo caso non demarcate da incisioni naturali. Le trasformazioni maggiori nellambito del territorio sono avvenute per come gi detto, con labbandono progressivo delle campagne, e con un lieve inurbamento del centro abitato, in particolar modo negli anni 70 - 2000. Da una lettura delle carte catastali degli anni 40 si evidenzia una conformazione del centro abitato con forma allungata lungo lasse Via Umberto I Via Garibaldi e lievi aperture su via Attanzio e Via Immacolata. Sono altres presenti dei casali di una certa importanza, individuabili dalla maggiore superficie occupata e dalle relative aree di pertinenza nelle contrade rurali, abitati fino agli anni 70. Attualmente il centro abitato, conserva la vecchia impostazione lungo lasse Via Umberto I Via Garibaldi, ma si dilatato sulle ali andando ad occupare le aree disponibili a destra e sinistra dellasse, con maggiore peso sulla zona nord est e nord ovest, dove pi ampia stata la disponibilit di superficie edificabile. Gli insediamenti rurali hanno subito delle forti modifiche. In seguito a numerosi interventi con leggi speciali in agricoltura, aumentato il patrimonio edilizio, ma ha perso il carattere residenziale, restando solo a servizio dellattivit agricola. Le residenze si sono spostate nel centro abitato. La maggiore differenza che si pu notare nel raffronto fra le due carte, di seguito allegate (fig. 9 10 ) , la presenza nel territorio degli insediamenti produttivi, assenti fino agli anni 90.

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Figura 9 - ASSETTO URBANO E RURALE NEGLI ANNI 40

Figura 10 ASSETTO URBANO E RURALE NEGLI ANNI 2000

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3.4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA

Seguendo le cronache letterarie che hanno portato alla nascita di Cicala, si pu certamente affermare che il primo nucleo abitato sia corrispondente ad alcune case lungo la linea Via Garibaldi - Via Vittorio Emanuele Via Casolare Via Immacolata, questultima per la presenza della Chiesa omonima, probabilmente anche monastero in passato. Non si ha notizia se i primi insedianti sono piccoli ricoveri per i contadini e gli animali o se nasce il borgo intorno al palazzo del feudatario, anche perch non sono individuabili nellattuale tessuto urbano n la prima n la seconda ipotesi. Sono individuabili dei fabbricati che per la loro struttura edilizia e dimensione sono stati residenza di famiglie agiate, ed intorno un susseguirsi di piccole abitazioni composte quasi sempre da una stanza al piano terra, un locale seminterrato adibito a ricovero degli animali ed un sottotetto in molti casi utilizzato anche per abitazione, dalle famiglie numerose. Tale organizzazione edilizia ed urbanistica, nata in modo spontaneo e seguendo in particolar modo lorografia, si mantenuta fino agli anni 40, senza grandi stravolgimenti. Passando man mano dalla linea tracciata dai primi insediamenti con nuove aggiunte fino a delineare lattuale piazza San Giacomo e Via Marconi, alle quali si saranno aggiunte lattuale Via Umberto I , Via Attanzio e Via Termini. Dagli anni 40 in poi le modifiche edilizie hanno seguito levoluzione delle tecniche costruttive e dei nuovi materiali, le costruzioni in muratura di pietrame sono state pian piano sostituite da costruzioni prima miste muratura e cemento armato e poi quasi esclusivamente in c.a.. Sono cambiate anche le tipologie abitative passate da una sola camera a due o pi camere e poi, dalla fine degli anni cinquanta, con laggiunta del locale bagno. Mentre la struttura edilizia subiva profondi mutamenti, legati alle esigenze e anche alle diverse condizioni di vita, lassetto urbanistico del comune ha mantenuto la sua connotazione originaria, i nuovi insediamenti abitativi sono sorti in modo organico con il vecchio nucleo, mantenendo i collegamenti e soprattutto lasciandogli il ruolo principale della vita sociale. Gli edifici pubblici, i negozi, la chiesa, la piazza, sono sempre localizzati allinterno del nucleo originario e rappresentano il baricentro del paese.

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3.5 LE INFRASTRUTTURE
3.5.1 La viabilit La viabilit interna al primo nucleo abitato si distingue facilmente in principale e secondaria. Alla principale era riservato il nome di Via, alla secondaria di Vico-lo e Vinella. Le Vie Principali hanno mantenuto il collegamento tra di loro e con la strada di collegamento esterno, Attuale Via Nazionale per il tratto abitato, corrispondente alla vecchia Strada Statale 109 (Crotone Lamezia Terme con diramazione Catanzaro al Bivio Cafarda). I vicoli hanno avuto funzione di collegamento con le Vie principali e in molti casi sono anche a fondo cieco. Le Vinelle avevano la funzione di collegare le vie principali interne, con le strade rurali ed interpoderali, quindi erano disposte nelle parti marginali del centro abitato. A partire dagli anni sessanta la rete viaria comunale ha subito dei profondi cambiamenti, soprattutto per la presenza dei mezzi di trasporto a motore, che hanno sostituito gli animali. Sono state costruite nuove strade interne: 1) Costruzione della tangenziale Ovest ora Via Tienanmen ( Strada da Via Garibaldi a Via Immacolata); 2) Costruzione della Nuova strada entro la Lottizzazione Gigliotti; 3) Costruzione della strada di piano Via Castriota ( Strada da Via Attanzio a Strada Comunale incrocio Serbatoio ) 4) Costruzione tangenziale Est ( Strada da Via Nazionale Vico I a Via Nazionale Incrocio con Via Garibaldi) Sono state costruite nuove strade esterne: 1) Collegamento stradale fra la SS 109 e la stazione di San Pietro Apostolo; 2) Realizzazione della Bretella stradale da Via Tienanmen alla Stazione di San Pietro Apostolo; 3) Viabilit nellarea PIP Milocca; 4) Viabilit nellarea PIP Pietrogualtieri; Sono state potenziate o rese carrabili strade comunali o interpoderali: 1) Strada Comunale SS 109 Stazione di Cicala; 2) Strada Comunale SS 109 Ponte Argenteria; 3) Strada Comunale Via Nazionale Vico I Attanzio (Fiume S. Elia) 4) Strada Comunale SS 109 - Squadalupo San Martino; 5) Strada Comunale San Martino Diamale 6) Strada Comunale Girone - Poneria

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7) Strada Comunale Squadalupo Carlopoli 8) Strada Comunale da SS 109 Fiume S. Elia ( Montagna); 9) Strada Comunale Via Umberto I - Monticello.

Linsieme della suddetta viabilit costituisce la nervatura di riferimento per lassetto urbanistico. Lungo gli assi viari delle nuove strade interne e di quelle previste, sono impostati gli ambiti territoriali del piano strutturale comunale.

3.5.2 Gli Acquedotti

Il Comune dotato di un ottimo sistema idrico. La rete idrica, distinta in rete adduttrice e rete di distribuzione costituita da un insieme di opere che risultano ancora valide sotto laspetto idraulico Rete adduttrice: E costituita da un sistema di raccolta in diverse localit, quasi tutte fuori dal territorio Comunale, in parte nel Comune di Carlopoli ed in parte nel Comune di Sorbo san Basile. Quelle ubicate nel territorio Comunale e nel territorio del Comune di Carlopoli sono in Localit Manca, sono costituite da sistemi di captazione tradizionali, con drenaggi verso la sorgente, opera di captazione con sistemi di gallerie drenanti, manufatto di presa costituito da strutture in calcestruzzo semplice contenenti vasche di decantazione e partenza. La rete confluisce ad un primo bottino di riunione. Da questo con collegamento in tubi di ghisa o acciaio si arriva ad un secondo Bottino di Riunione, in cui convergono le altre opere di presa. Da questultimo la rete viene convogliata al serbatoio in Via Castriota. Le opere poste nel Comune di Sorbo San Basile sono in localit Montagna, per la parte relativa alla captazione e opera di presa, hanno le stesse caratteristiche delle precedenti. Queste per si trovano ad una quota inferiore alle precedenti, pertanto sono dotate di una stazione di pompaggio, in localit Pietrogualtieri di Cicala, che ne consente limmissione in una seconda rete adduttrice (di cui si dir appresso) ed il relativo utilizzo. Insieme al sistema di adduzione sopra descritto, presente una seconda rete adduttrice, con collegamento allAcquedotto Regionale (ex CASMEZ) che ha origine nel serbatoio posto nel Comune di Panettieri e serve i Comuni di Panettieri, Carlopoli, Cicala ecc. Le reti adduttrici, sopra menzionate, alimentano due serbatoi posti a monte del centro abitato di Cicala, uno in Via Castriota e laltro in localit Colle dellAia.

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Rete di Distribuzione. La rete di distribuzione, attualmente costituita da condotta principale in ghisa del diametro di 100 mm che collega i due serbatoi posti nella parte alta dellabitato in loc. Colle dellAia e Via Castriota. Si estende lungo Via Umberto I, fino a Piazza San Giacomo. Tutte le diramazioni, salvo brevi tratti locali, sono in tubazioni di ghisa del diametro di mm 60. Il sistema misto, ovvero con distribuzione a ramo e qualche collegamento ad anello. Le diramazioni per gli utenti sono realizzate in appositi pozzetti con sistema Gallo costituito da pezzo speciale in ghisa con dodici fori filettati e saracinesca di manovra (chiusura-apertura del sistema). Dai pozzetti si diramano le tubazioni dei privati, di propriet degli stessi, con saracinesca a volantino. Il sistema sopra descritto stato realizzato negli anni settanta. Da tale data, sulla rete di distribuzione, sono stati realizzati solo interventi di ampliamento, avvenuti in vari periodi per far fronte a nuove richieste idriche o per collegare nuove zone di completamento o espansione urbanistica. Acquedotto rurale Il Comune dotato inoltre di un acquedotto rurale, realizzato negli anni 70, e gestito da una Societ Semplice costituita dai Cittadini Utilizzatori del servizio. Questo costituito da una stazione di pompaggio nei pressi della confluenza dei fiumi Nero e S. Elia ed una seconda stazione poco pi in alto che confluisce in una serie di vasche poste a monte dei terreni da irrigare. Dalle vasche, inizia un sistema di distribuzione a ramo che porta lacqua in tutti gli appezzamenti orti, sparsi intorno al centro abitato ed in alcuni casi anche in localit pi decentrate. Questo sistema nato per lirrigazione, ha risolto in modo determinate lutilizzo della risorsa idrica comunale. Infatti lacqua potabile viene utilizzata quasi esclusivamente per gli usi domestici e per le attivit produttive, mentre per gli altri usi si fatto fronte con lacquedotto rurale.

3.5.3 La Rete fognaria Depuratori Fognatura acque nere La rete fognaria principale fu realizzata negli anni 50 a servizio del centro abitato allora presente, corrispondente per come gi detto al vecchio nucleo abitato. Il sistema nacque misto, ma fu quasi subito convertito in fognatura nera, eliminando le immissione delle acque di pioggia in quanto allepoca le strade non erano pavimentate ed immettevano nella rete notevoli quantit di sabbia e pietrisco. Il sistema di depurazione era costituito da alcune vasche di raccolta, entro le propriet private ed avveniva quasi esclusivamente per irrigazione. La rete stata ampliata, seguendo lespansione urbanistica e la nuova viabilit, sino a giungere al sistema attuale, costituito da una rete principale lungo lasse Via Umberto I Via Garibaldi a servizio del versante est con direzione depuratore in localit Castagneto ed una seconda rete a servizio del versante ovest con direzione depuratore in Localit Milocca.

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A parte pochi casi isolati, tutto il territorio risulta servito da rete fognaria con collegamento ai depuratori. Fognatura acque bianche Accanto alla rete sopra descritta presente anche una rete di raccolta delle acque di pioggia. Questa in alcuni tratti pu considerarsi completa, perch confluisce verso scaricatori naturali con sistemi adeguati di smaltimento. In altri tratti necessita di interventi di potenziamento e completamento.

3.5.4 La Rete Elettrica Elettrodotti Il territorio comunale risulta ben servito dalla rete elettrica, sono presenti due linee di alimentazione, la prima in media tensione converge nella cabina di Via Roma, con trasformatore da media a bassa tensione e segue il vecchio tracciato da Catanzaro a Carlopoli . Il secondo in alta tensione di recente costruzione, con cabina di trasformazione in localit Arnese, con trasformatore da alta a bassa tensione. Pubblica illuminazione La rete di pubblica illuminazione stata rinnovata di recente per la parte che riguarda il centro abitato, con lampade a basso consumo, e serve in modo adeguato tutte le strade e le parti abitate. La rete poi si estende in tutte le strade di nuova costruzione e salvo qualche deficienza, risolvibile, risulta idonea.

3.5.5 La Rete Telefonica La rete telefonica stata potenziata da poco passando da un sistema di cabine analogiche ad ununica cabina digitale, con larga banda, anche se di modeste capacit, riesce a fornire tutti i servizi sia telefonici che dati.

3.5.5 La Rete del Gas La rete del gas metano in avanzata fase costruttiva, con realizzazione della rete adduttrice con relativa cabina in localit Diamale e rete di distribuzione lungo tutto il centro abitato.

3.6 I SERVIZI Il Comune risulta dotato di servizi essenziali commisurati al numeri di abitanti, anche se in alcuni casi risentono delle scarse risorse finanziarie per i noti tagli che da anni si abbattono sugli Enti Locali. Sono presenti i servizi pubblici elencati nei punti successivi.

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3.6.1 Gli Uffici Pubblici Nel territorio comunale sono presenti solo gli Uffici Comunali e lUfficio Postale. Gli Uffici Comunali sono organizzati secondo i criteri istituzionali ma ridotti allessenziale, per ovvi motivi economici, e assolvono anche funzioni spesso riservati ad altri Enti, quando presenti. Sono ospitati in un edificio posto in posizione centrale, recentemente ristrutturati ed idonei allo scopo. LUfficio Postale, risente anche questo di tutti i tagli praticati di recente, per cui in questi ultimi anni ridotto ad una sola unit. Non si presenta pi idoneo ad assolvere alle funzioni preposte, soprattutto in considerazione che il paese sprovvisto di istituti o sportelli bancari. Per esso sarebbe necessaria unazione di potenziamento. Gli uffici sono ospitati in locali di propriet Comunale posti in posizione centrale, in Via Roma. 3.6.2 LIstruzione La dotazione scolastica attuale costituita da un unico edificio, posto in posizione centrale, tra Via Attanzio e Via Roma, di propriet Comunale. Ledificio stato costruito verso la fine degli anni 50 ed stato ampliato con interventi successivi, fino a renderlo idoneo ad ospitare due sezioni di scuola materna, una sezione di scuola elementare ed una di scuola media. E dotato anche di palestra. Non risulta sufficiente a soddisfare le esigenze scolastiche per la presenza congiunta di tutta la popolazione scolastica comunale. Per tale motivo in corso di costruzione un nuovo edificio scolastico, in grado di ospitare la scuola media con tutti gli spazi necessari per la didattica e le altre attivit. Larea su cui si sta realizzando di propriet comunale, tra Via Attanzio e Via Nazionale, dove in precedenza gi sorgeva un altro edificio scolastico.

3.6.3 La Sanit Nel comune presente ununica struttura sanitaria, posta in via Garibaldi, di propriet comunale, in cui sono ospitati la Guardia Medica ed alcuni ambulatori. Questa necessita di interventi di ristrutturazione e potenziamento al fine di essere adeguata alle esigenze della collettivit. In particolare necessario segnalare che, trattandosi di un comune montano, distante 32 Km dallospedale Civile di Catanzaro e 22 Km dal presidio Ospedaliero di Soveria Mannelli, diventa essenziale avere in loco un minimo di dotazione medica capace di affrontare le situazioni di emergenza. E presente inoltre una farmacia, posta in piazza G. Tallarico, di recente insediamento, idonea a soddisfare le esigenze della collettivit.

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3.6.4 I Servizi Sociali Da alcuni anni si sta programmando per dotare il paese di strutture risolte al sociale. In particolare di recente sono stati ultimati i lavori per destinare un fabbricato di propriet comunale, in Via Immacolata, gi ex Convento, Chiesa, Uffici Comunali, Scuola Materna, a Comunit Alloggio per anziani.

3.6.5 Lo Sport Dopo alcuni anni dedicati a colmare assenze notevoli nelle strutture sportive, si pu dire, che le dotazioni di base cominciano ad essere sufficienti per la popolazione. In particolare, il Comune dotato di un campo di calcio in localit Pietrogualtieri, completo di spogliatoi, ma necessario di alcuni interventi di completamento. Di recente stato realizzato un centro sportivo in Localit Immacolata, in area di propriet Comunale, in cui sono presenti un campo da tennis, un campo di calcetto, un campo di bocce tutti allaperto ed una struttura polifunzionale chiusa, che ancora necessita di lavori di completamento. Sono presenti locali spogliatoi anche questi da completare per la parte riguardante gli istruttori e linfermeria.

3.6.6 Il Verde pubblico Il Comune dotato di pochi spazi destinati a verde pubblico. E presente un solo spazio dotato di verde attrezzato, in localit Immacolata, in posizione periferica, mentre sono assenti spazi a verde nella zona centrale e di maggiore presenza di abitanti. 3.6.7 I parcheggi Le aree sistemate a parcheggio non sono sufficienti alle esigenze della collettivit, in particolar modo nei mesi estivi, quando la popolazione aumenta in modo rilevante, pertanto nellambito delle aree gi reperite negli strumenti urbanistici sia vigenti che in fase di redazione necessario programmare interventi finalizzati alla loro sistemazione ed effettiva utilizzazione. 3.6.7 La raccolta dei rifiuti solidi urbani La raccolta dei rifiuti solidi urbani avviene mediante appalto a Societ di Servizi. Il sistema ancora pu essere considerato misto, in quanto si opera una parte di raccolta differenziata ed una di indifferenziata. Le prospettive sono quelle di raggiungere un sistema di raccolta differenziata, avendo di recente realizzato unarea idonea allo scopo, Isola Ecologica, in localit Milocca, in adiacenza allarea PIP. In tale area si prevede la raccolta ed il successivo smaltimento di tutte quelle parti dei rifiuti che possono subire processo di recupero. 3.6.8 Il Cimitero I servizi cimiteriali sono forniti nellunico cimitero in localit Arnese, posto sulla strada ex SS109. Questo a partire da un primo nucleo di antica costruzione ha subito diversi interventi di ampliamento, ed altri ne sono previsti per il futuro, ci in seguito al diverso sistema di tumulazione. In passato la maggior parte delle inumazioni avveniva in terra con periodiche esumazioni e

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maggiore disponibilit di spazi. Da quando si utilizzato il sistema di tumulazione in cappelle gentilizie sia pubbliche che private, aumentato notevolmente il tempo necessario per le esumazioni e quindi la necessit di aumentare gli spazi .

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3.7 LA POPOLAZIONE Fonte dati: Comuni-Italiani.it (Rielaborazione dati ISTAT)

Popolazione Cicala 1861-2010


Anno 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2010 ind Residenti 2.208 2.045 1.965 2.213 2.098 2.014 2.060 2.183 1.913 1.786 1.258 1.125 1.078 1.033 991 -7,4% -3,9% 12,6% Massimo -5,2% -4,0% 2,3% 6,0% -12,4% -6,6% -29,6% -10,6% -4,2% -4,2% -4,1% Minimo Variazione Note

Evoluzione Residenti

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Popolazione Cicala 2001-2010


Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Residenti 1.031 1.030 1.025 1.037 1.029 1.028 1.020 1.008 994 991 -0,1% -0,5% 1,2% -0,8% -0,1% -0,8% -1,2% -1,4% -0,3% 381 419 416 419 416 407 392 395 2,69 2,47 2,47 2,45 2,45 2,47 2,54 2,51 46,8% 47,1% 46,8% 46,6% 47,1% 47,5% 47,9% 48,1% 48,1% Variazione Famiglie Componenti per Famiglia %Maschi

Abitanti 2001-2010

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Bilancio Demografico Cicala


Tassi (calcolati su mille abitanti) Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Popolazione Media 1.031 1.028 1.031 1.033 1.029 1.024 1.014 1.001 993 Natalit 3,9 5,8 12,6 8,7 6,8 5,9 7,9 8,0 4,0 Mortalit 10,7 15,6 12,6 15,5 10,7 12,7 21,7 14,0 11,1 Variazioni Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Saldo Naturale -7 -10 0 -7 -4 -7 -14 -6 -7 Saldo Migratorio 6 5 12 -1 3 -1 2 -8 4 0 0 0 0 0 0 0 Per variazioni territoriali Saldo Totale -1 -5 12 -8 -1 -8 -12 -14 -3 Popolazione al 31/12 1.030 1.025 1.037 1.029 1.028 1.020 1.008 994 991 Crescita Naturale -6,8 -9,7 0,0 -6,8 -3,9 -6,8 -13,8 -6,0 -7,1 Migratorio Totale 5,8 4,9 11,6 -1,0 2,9 -1,0 2,0 -8,0 4,0 Crescita Totale -1,0 -4,9 11,6 -7,7 -1,0 -7,8 -11,8 -14,0 -3,0

Dettaglio Bilancio Demografico Anno Nati 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 4 6 13 9 7 6 8 8 4 Morti 11 16 13 16 11 13 22 14 11 Iscritti da Iscritti Altri altri dall'estero iscritti comuni 21 23 20 10 17 13 19 10 14 2 4 1 2 5 3 0 6 5 0 0 5 0 0 0 0 0 0 Cancellati Cancellati Altri per altri per cancellati comuni l'estero 17 22 12 13 19 14 17 21 15 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 3 0 3 0

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Cicala - Popolazione per Et


Anno 2007 2008 2009 2010 2011 % 0-14 12,5% 12,2% 12,2% 12,3% 12,3% % 15-64 62,0% 63,1% 64,3% 63,9% 64,1% % 65+ 25,5% 24,7% 23,5% 23,8% 23,6% Abitanti 1.028 1.020 1.008 994 991 Indice Vecchiaia 203,1% 203,2% 192,7% 194,3% 191,8% Et Media 44,1 44,5 44,3 44,6 45,0

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Cicala - Coniugati e non


Anno 2007 2008 2009 2010 2011 Celibi Coniugati Divorziati Vedovi Totale /Nubili 403 409 409 406 402 509 500 486 481 481 Maschi (2011) Stato Civile Celibi Coniugati Divorziati Vedovi Totale Quanti Percentuale 213 241 4 19 477 Femmine (2011) Stato Civile Nubili Coniugate Divorziate Vedove Totale Quanti Percentuale 189 240 4 81 514 Totale (2011) Stato Civile Celibi/Nubili Coniugati/e Divorziati/e Vedovi/e Totale Quanti Percentuale 402 481 8 100 991 40,6% 48,5% 0,8% 10,1% 36,8% 46,7% 0,8% 15,8% 44,7% 50,5% 0,8% 4,0% 6 8 7 8 8 110 103 106 99 100 1.028 1.020 1.008 994 991 %Coniugati %Divorziati 49,5% 49,0% 48,2% 48,4% 48,5% 0,6% 0,8% 0,7% 0,8% 0,8%

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Parco Veicolare Cicala


Auto, moto e altri veicoli Anno 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Auto 434 447 470 478 493 507 Motocicli Autobus 17 18 20 19 23 27 1 1 1 1 1 2 Trasporti Veicoli Trattori e Totale Merci Speciali Altri 102 103 101 108 111 117 10 10 10 12 12 8 0 0 0 0 0 0 564 579 602 618 640 661 Auto per mille abitanti 419 434 457 469 489 510

Dettaglio veicoli commerciali e altri Motocarri Rimorchi Autocarri Motoveicoli Rimorchi Trattori Quadricicli Semirimorchi Autoveicoli Altri Anno Trasporto Quadricicli Semirimorchi Stradali Trasporto Trasporto Speciali Veicoli Merci Speciali Speciali Motrici Merci Merci 2004 2005 2006 2007 2008 2009 62 63 66 74 76 86 38 38 33 32 32 29 2 2 2 2 3 2 3 3 3 5 5 5 0 0 0 0 0 3 7 7 7 7 7 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

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Cittadini Stranieri - Cicala


Famiglie Residenti Residenti % con almeno Anno Minorenni Stranieri Totale Stranieri uno straniero 2005 2006 2007 2008 2009 2010 9 13 12 11 11 16 1.029 1.028 1.020 1.008 994 991 0,9% 1,3% 1,2% 1,1% 1,1% 1,6% 0 1 0 0 0 11 7 9 5 4 8 0 0 0 1 Famiglie con Nati capofamiglia in straniero Italia % Maschi 22,2% 30,8% 33,3% 45,5% 63,6% 62,5%

Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Cicala ci sono: romeni, albanesi, bulgari, ucraini, bielorussi Residenti Stranieri per Nazionalit (2010) Pos Nazione 1 Romania 2 Albania 3 Bulgaria 4 Bielorussia 5 Ucraina Var. Residenti %Maschi Anno Prec. 9 3 2 1 1 66,7% 50,0% 100,0% 50,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Da Dove Unione Europea Europa Centro Orientale 0,0% Provenienza per Continente (2010) Da Dove Europa Totale Var. Quanti %Maschi %Totale Anno Prec. 16 16 62,5% 62,5% 100,0% 45,5% 45,5%

Provenienza per Area (2010) Var. Quanti %Maschi %Totale Anno Prec. 11 63,6% 68,8% 83,3%

60,0%

31,3%

0,0%

50 __________________________________________________________________________

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Cicala: Posizione nelle Classifiche


Tipo Classifica Popolazione maggiore Popolazione minore Densit Popolazione Superficie pi estesa Superficie meno estesa Reddito Medio per Popolazione pi alto Reddito Medio per Popolazione pi basso Percentuale Dichiaranti IRPEF pi alta Percentuale Dichiaranti IRPEF pi bassa Percentuale Cittadini Stranieri pi alta Et Media pi alta Et Media pi bassa Situati pi a Nord (casa comunale) Situati pi a Sud (casa comunale) Situati pi a Est (casa comunale) Situati pi a Ovest (casa comunale) Altitudine massima maggiore Escursione altimetrica maggiore Nome del comune pi lungo Pos. Pos. Pos. Valore Nazionale Regionale Provinciale * 6.164 * 1.926 4.043 * 6.574 * 1.515 6.969 1.124 6.672 1.421 7.018 3.084 5.009 7.484 609 285 7.808 * 2.531 * 3.686 * 6.586 338 72 150 375 35 136 274 79 331 296 111 299 195 215 89 321 174 * 287 * 343 64 17 28 109,1 abitanti/kmq 73 8 33 48 16 65 57 23 58 14 latitudine: 39,0232 67 39 longitudine: 16,4869 42 29 * 58 * 71 " 1.088 mslm 538 m 6 caratteri " 9,08 kmq " 6.499 " 39,3% " 1,6% 45,0 " 991 "

Principali Valori

% Trend Popolazione 2001-2010

51 __________________________________________________________________________

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INDICATORI ECONOMICI (numero di imprese/aziende per settore e variazioni intercensuali)

1991 Industria Commercio Servizi Artigianato Istituzionali 14 20 14 14 1

2001 13 18 19 16 3

Variazione '91/'01 -7,14 % -10,00 % 35,71 % 14,29 % 200,00 %

INDICATORI ECONOMICI (numero di imprese/aziende per settore e variazioni intercensuali)

1990 Agricoltura 250

2000 135

Variazione '90/'00 -46,00 %

52 __________________________________________________________________________

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3.8 LE ABITAZIONI

ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONI


(DATI ISTAT)

Epoca di costruzione

Valori assoluti 2011

Valori assoluti 2001

Valori assoluti 1991

Valori assoluti 1981

Valori percentuali 2011

Valori percentuali 2001

Valori percentuali 1991

Valori percentuali 1981

Variazioni Percentuali 2011/1981

Prima del 1919 1919-1945 1946-1961 1962-1971 1972-1981 1982-1991 1992-2001 2002-2011 TOTALE

138 114 39 11 25 25 23 375

236 31 12 27 58 55

264 29 35 24 42

36,80 30,40 10,40 2,93 6,67 6,67 6,13 100,00

56,32 7,40 2,86 6,44 13,84 13,13 0,00 100,00

67,01 7,36 8,88 6,09 10,66 0,00 0,00 100,00

419

394

ABITAZIONI OCCUPATE PER SERVIZI INSTALLATI


( Dati ISTAT )

2011

2001

1991

1981

Acqua potabile

583

697

407

riscaldamento

412

684

408

elettricit linea telefonica fissa gabinetto

412 297 581 303 704 375

bagno

562

517

212

53 __________________________________________________________________________

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SERVIZI NELLE ABITAZIONI OCCUPATE


800

700

600 NUMERO ABITAZIONI

500

400

2011 2001 1991 1981

300

200

100

0
ta bi le el et tri ci t ni ca fis sa ga bi ne tto ca ld am ba gn o en to

ua

po

SERVIZI

54 __________________________________________________________________________

lin ea

te le fo

Ac q

ris

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NOTIZIE GENERALI SULLE ABITAZIONI


( Dati ISTAT ) Valori Valori Valori Valori Valori Valori Valori Valori assoluti Assoluti Assoluti Assoluti percentuali percentuali percentuali percentuali 2011 2001 1991 1981 2011 2001 1991 1981 Abitazione occupate Abitazioni non occupate TOTALE

414

419

415

71,01

58,85

66,51

169 583

293 712

209 624

28,99 100,00

41,15 100,00

33,49 100,00

Stanze di abitazione occupate Stanze di abitazione non occupate TOTALE

1.518

1.168

1.223

71,00

59,05

68,25

620 2.138

810 1.978

569 1.792

29,00 100,00

40,95 100,00

31,75 100,00

Superficie complessiva abitazioni occupate Suoerficie media abitazione occupate

21.929

52,84

55 __________________________________________________________________________

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ABITAZIONI
450

400

350

300

250 Abitazione occupate Abitazioni non occupate 200

150

100

50

0 2011 2001 1991 1981

STANZE
1600

1400

1200

1000

800

Stanze di abitazione occupate Stanze di abitazione non occupate

600

400

200

0 2011 2001 1991 1981

56 __________________________________________________________________________

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ABITAZIONI OCCUPATE PER NUMERO DI STANZE ( Dati ISTAT )


Valori Valori Valori Valori Valori Valori Valori Valori assoluti Assoluti Assoluti Assoluti percentuali percentuali percentuali percentuali 2011 2001 1991 1981 2011 2001 1991 1981 Numero di stanze 1 2 3 4 5 6 o pi TOTALE

6 71 112 134 62 29 414

19 78 114 119 65 24 419

44 147 97 74 36 17 415

1,45 17,15 27,05 32,37 14,98 7,00 100,00

4,53 18,62 27,21 28,40 15,51 5,73 100,00

10,60 35,42 23,37 17,83 8,67 4,10 100,00

ABITAZIONI OCCUPATE PER NUMERO DI STANZE


160

140

120

100 ABITAZIONI 2011 2001 1991 1981

80

60

40

20

0 1 2 3 STANZE 4 5 6 o pi

57 __________________________________________________________________________

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4 LEVOLUZIONE URBANISTICA COMUNALE

3.1 CRONOLOGIA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA

Il primo strumento urbanistico del Comune di Cicala fu il Regolamento Edilizio con annesso Programma di Fabbricazione, adottato con delibera di Consiglio Comunale n. 21 del 07/04/1973, sostituito con una Variante adottata con delibera di C.C. n. 71 del 06/11/1974 ed approvato con D.P.G.R. n. 1027 del 20/05/1980. Nel 1983 veniva predisposta una variante al P.d.F. approvata con D.P.G.R. n. 1221 del 19/06/1985. Tale variante veniva annullata dal TAR Calabria e successivamente anche dal Consiglio di Stato, in seguito a ricorsi ed opposizioni. Nel 1980 con delibera di Giunta Comunale n. 38 del 02 aprile veniva dato lincarico per lacquisizione ed urbanizzazione primaria del Piano per lEdilizia Economica e Popolare (P.E.E.P. Comprensorio n. 2), ai sensi della Legge 167/1962, variato con Delibera del Commissario Prefettizio n. 51 del 27/10/1982. Nel 1984 con delibera di Consiglio Comunale n. 31 del 03/09/1984 veniva approvato il Piano di recupero del Centro Storico, in attuazione della legge n.457 del 05/08/1978. Nel 1986 Viene approvato il Primo Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata, con parere della S.U.R. n. 4005 del 17/03/1986 e successivamente ratificata con delibera di C.C. n. 45 del 07/05/1986. Nel 1992 veniva approvato il Piano Regolatore Generale adottato con delibera n. 1 del 19/05/1992 del Commissario ad Acta ed approvato con D.P.G.R. n. 1208 del 20/09/1994. Nel 1997 con concessione edilizia n. 363 del 02/07/1997 veniva approvato il progetto per la costruzione di n. 6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica con relative opere di urbanizzazione, costituendo di fatto il comprensorio n.3 per il P.E.E.P. Nel 1999 veniva adottata la Variante al Piano Regolatore Generale con delibera di C.C. n. 2 del 12/01/1999 ed approvata con D.D.G. n.69 del 02/08/1999. Nel 1999 veniva redatto il Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) adottato con delibera di G.C. n. 111 del 05/10/2008 (confermata con delibera di C.C. n. 13 dell11/03/2000) ed approvato con delibera di G.C. n. 131 del 03/12/1999 (confermata con delibera di C.C. n. 14 dell11/03/2000) Nel 2005 veniva adottata la Seconda Variante (Parziale) al Piano Regolatore Generale con delibera di C.C. n. 3 del 22/01/2005 ed approvata con decreto del D.P.G. n. 15507 del 19/10/2005.

58 __________________________________________________________________________

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Nel 2006 veniva redatto il Progetto di ampliamento al Piano per gli Insedianti Produttivi approvato con delibera di C.C. n. 29 del 30/09/2006. Nel 2006 veniva redatto il Progetto di Variante al Piano di Recupero del Centro Storico approvata con Delibera di C.C. n. 32 del 30/11/2006.

59 __________________________________________________________________________

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5 ANALISI DELLO STATO ATTUALE

5.1 ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE

Al fine di poter valutare lo stato di attuazione del vigente strumento urbanistico Comunale, ovvero il Piano Regolatore Generale, sono state analizzate tutte le pratiche edilizie relative a nuove costruzioni, o ampliamenti di edifici esistenti, a partire dal 1999, corrispondente allanno di redazione della Variante al Piano Regolatore Generale. Si proceduto pertanto alla redazione di alcune tabelle e grafici, con indicazione dei volumi approvati ( e realizzati) nelle diverse zone omogenee al fine di fornire dei dati statistici utili alla formazione del nuovo strumento urbanistico, il Piano Strutturale Comunale.

Z.T.O.

Superficie territoriale PRG 1994 69155 38624 31375 9340 18553 4580 40680

Superficie territoriale Variante PRG 1999 69155 23200 47710 13660 18553 18300 86300 5860 83500 27490 43900 11120 22690 31540

Superficie Territoriale Variante PRG 2005

A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP

178250

63750 27490 57200 10890 13900 14180

Tabella 3 Superfici territoriali

60 __________________________________________________________________________

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AZZONAMENTI 1994 - 2005


200000 180000 160000 140000 120000 Superficie 100000 80000 60000 40000 20000 0 A B BT BR B1 C1 C2 D ZTO E PC F1 F2 F3 F4 P VP St PRG 1994 St PRG 1999 St PRG 2005

Grafico 1 - Superfici territoriali

Z.T.O.

VOLUMI REALIZZATI DAL 1999 AL 2011


2205 4297 747 0 3982 9769 0 0 7147 900

A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP

18700

Tabella 4 Volumi Realizzati (escluso attivit produttive)

61 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

VOLUMI REALIZZATI 20000

18000

16000

14000

Volume (Mc)

12000

10000

VOLUMI REALIZZATI

8000

6000

4000

2000

0 A B BT BR B1 C1 C2 D ZTO E PC F1 F2 F3 F4 P VP

Grafico 2 Volumi realizzati o in progetto

anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 A 0 0 0 0 0 0 35 2170 0 0 0 0 0 B 0 110 1160 0 642 0 950 1290 145 0 0 0 0 BT 0 0 0 0 0 0 747 0 0 0 0 0 0 BR 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B1 2273 0 865 0 0 0 844 0 0 0 0 0 0 C1 2475 0 0 0 1860 0 0 0 5434 0 0 0 0 C2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 D 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 E 1756 0 3236 0 561 282 0 0 765 547 0 0 707 PC F1 F2 F3 F4 P VP

Zona territoriale omogenea

Tabella 5 Volumi Realizzati ( o in progetto) per anno per interventi privati

62 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

6000

5000

4000

3000

2000

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

1000

0 A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP

Grafico 3 - Volumi realizzati ( o in progetto) per anno

Attuazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi Il primo Piano per gli Insediamenti Produttivi approvato nel 1999, prevedeva insedianti in tre localit, Pietrogualtieri, Milocca, Vicario-Manche, secondo la ripartizione riportata in tabella n.6 : AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 32.300, con i seguenti lotti:

Lotto N. 1 2 3 TOTALI

Superficie Territoriale St (mq) 2.700,00 2.300,00 17.000,00 22.000,00

Volume Edificabile V (mc) 4.050,00 3.450,00 25.500,00 33.000,00

Tabella 6 - Area PIP Pietrogualtieri

63 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

AREA PIP MILOCCA Superficie complessiva mq 42.000, con i seguenti lotti:

Lotto N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 TOTALI

Superficie Territoriale St (mq) 2.320,00 1.920,00 2.400,00 2.500,00 3.900,00 1.400,00 2.550,00 2.300,00 1.990,00 3.400,00 1.990,00 2.600,00 2.300,00 22.000,00

Volume Edificabile V (mc) 3.480,00 2.880,00 3.600,00 3.750,00 5.850,00 2.100,00 3.825,00 3.450,00 2.985,00 5.100,00 2.985,00 3.900,00 3.450,00 33.000,00

Tabella 7 - Area PIP Milocca

AREA PIP VICARIO (Manche) Superficie complessiva mq 12.000, con il seguente lotto unico:

Lotto N. 1 TOTALI

Superficie Territoriale St (mq) 10.000,00 10.000,00

Volume Edificabile V (mc) 15.000,00 15.000,00

Tabella 8 - Area PIP Vicario (Manche)

Nel

2006 veniva redatto il Progetto di ampliamento al Piano per gli

Insediamenti Produttivi approvato con delibera di C.C. n. 29 del 30/09/2006.

Pertanto la nuova consistenza delle Aree per gli Insedianti Produttivi veniva potenziata, aggiungendo anche una nuova in Localit Stazione di San Pietro Apostolo, come segue:

64 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 32.300 LOTTO 1 2 3 TOTALI SUPERFICIE mq. 2700 2300 17000 22000 VOLUME EDIFICABILE mc. 4050 3450 25500 33000

Tabella 9 - Area PIP Pietrogualtieri

AREA PIP MILOCCA Superficie complessiva mq 66.500 LOTTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 TOTALI


Tabella 10 - Area PIP Milocca

SUPERFICIE mq. 2320 1920 2400 2500 3900 1400 2550 2300 1990 3400 1990 2600 2300 2750 3450 3850 3450 4250 49320

VOLUME EDIFICABILE mc. 3480 2880 3600 3750 5850 2100 3825 3450 2985 5100 2985 3900 3450 4125 5175 5775 5175 6375 73980

65 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

AREA PIP VICARIO - MANCHE Superficie complessiva mq 32.000

LOTTO 1A 1B TOTALI

SUPERFICIE mq. 10000 19000 29000

VOLUME EDIFICABILE mc. 15000 28500 43500

Tabella 11 - Area PIP Vicario (Manche)

AREA PIP VICARIO STAZIONE F.C. SAN PIETRO APOSTOLO Superficie complessiva mq 47.250 LOTTO 1 2 3 4 5 6 TOTALI SUPERFICIE mq. 9000 10000 5500 5500 5600 4900 40500 VOLUME EDIFICABILE mc. 13500 15000 8250 8250 8400 7350 60750

Tabella 12 - Area PIP Vicario (Stazione San Pietro Apostolo)

Lo stato di attuazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi, secondo lassegnazione dei lotti quello rappresentato nei grafici n. 4- 5 6 7, che seguono:

66 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

25000

20000

15000 Superficie disponibile Superficie Assegnata 10000

5000

0 Lotto n.1 Lotto n.2 Lotto n.3 SOMMANO

Grafico 4 - Lotti PIP - PIETROGUALTIERI

4500

4000

3500

3000

2500 Superficie disponibile Superficie Assegnata 2000

1500

1000

500

0 Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto n.1 n.2 n.3 n.4 n.5 n.6 n.7 n.8 n.9 n.10 n.11 n.12 n.13 n.14 n.15 n.16 n.17 n.18

Grafico 5 Lotti PIP - MILOCCA

67 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

20000

18000

16000

14000

12000 Superficie disponibile Superficie Assegnata

10000

8000

6000

4000

2000

0 Lotto n.1A Lotto n.1B

Grafico 6 Lotti PIP VICARIO MANCHE

12000

10000

8000

6000

Superficie disponibile Superficie Assegnata

4000

2000

0 Lotto n.1 Lotto n.2 Lotto n.3 Lotto n.4 Lotto n.5 Lotto n.6

Grafico 7 Lotti PIP VICARIO STAZIONE SAN PIETRO APOSTOLO

68 __________________________________________________________________________

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Attuazione del Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata (Zona C1) Il Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata, approvato con parere del S.U.R. n. 4005 del 17/03/1986 e successivamente ratificata con delibera di C.C. n. 45 del 07/05/1986, prevedeva la seguente organizzazione in lotti:

LOTTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 TOTALI
Tabella 13 Area PIP Milocca

SUPERFICIE mq. 630 740 780 810 720 850 1520 1430 1720 1090 1440 840 1230 1370 680 850 630 740 770 18840

VOLUME EDIFICABILE mc. 781,20 917,60 967,20 1004,40 892,80 1054,00 1884,80 1773,20 2132,80 1351,60 1785,60 1041,60 1525,20 1698,80 843,20 1054,00 781,20 917,60 954,80 23361,60

69 __________________________________________________________________________

COMUNE DI CICALA - Piano Strutturale Comunale Relazione

Attualmente risultano utilizzati i lotti secondo il seguente grafico:

2000

1800

1600

1400

1200 Superficie disponibile Superficie Utilizzata

1000

800

600

400

200

0 Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto n.1 n.2 n.3 n.4 n.5 n.6 n.7 n.8 n.9 n.10 n.11 n.12 n.13 n.14 n.15 n.16 n.17 n.18 n.19

Grafico 8 Lottizzazione ad iniziativa privata

70 __________________________________________________________________________

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6 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE


Il Piano Strutturale Comunale previsto dalla Legge Urbanista Regionale n. 19 del 16 Aprile 2002 con successive modifiche ed integrazioni e dalle Linee Guida approvate con Delibera del Consiglio Regionale n. 106 del 10/11/2006, rappresenta lo strumento generale di pianificazione urbanistica del Comune. Nello spirito della legge esso deve essere inquadrato orizzontalmente e verticalmente con gli altri strumenti di Pianificazione sovra comunale, ovvero Piano Territoriale di Coordinamento Regionale a valenza Paesaggistica (Q.T.R.-P) ed il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.). Linquadramento orizzontale inteso come armonizzazione dei criteri ispiratori e dei nuovi principi della Legge Urbanistica, in particolare quelli indicati allart. 3:
Articolo 3 Principi generali della Pianificazione Territoriale Urbanistica 1. La pianificazione territoriale ed urbanistica si fonda sul principio della chiara e motivata esplicitazione delle proprie determinazioni. A tal fine le scelte operate sono elaborate sulla base della conoscenza, sistematicamente acquisita, dei caratteri fisici, morfologici ed ambientali del territorio, delle risorse, dei valori e dei vincoli territoriali anche di natura archeologica, delle utilizzazioni in corso, dello stato della pianificazione in atto, delle previsioni dellandamento demografico e migratorio, nonch delle dinamiche della trasformazione economico-sociale, e sono definite sia attraverso la comparazione dei valori e degli interessi coinvolti, sia sulla base del principio generale della sostenibilit ambientale dello sviluppo. 2. La pianificazione territoriale e urbanistica si informa ai seguenti obbiettivi generali: a) promuovere un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo; b) assicurare che i processi di trasformazione preservino da alterazioni irreversibili i connotati materiali essenziali del territorio e delle sue singole componenti e ne mantengano i connotati culturali conferiti dalle vicende naturali e storiche; c) migliorare la qualit della vita e la salubrit degli insediamenti urbani; d) ridurre e mitigare limpatto degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali e) promuovere la salvaguardia, la valorizzazione ed il miglioramento delle qualit ambientali, architettoniche, culturali e sociali del territorio urbano, attraverso interventi di riqualificazione del tessuto esistente, finalizzati anche ad eliminare le situazioni di svantaggio territoriale; f) prevedere lutilizzazione di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti, ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione.

Linquadramento verticale inteso come logica sequenza verticistica ed ordinamentale, in considerazione della maggiore forza degli strumenti di Pianificazione Regionale e Provinciale.

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6.1 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE A VALENZA PAESAGGISTICA


Il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica, previsto dallarticolo 17 della Legge 19/2002, detta:
Articolo 17 Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.) 1. Il Quadro Territoriale Regionale (Q.T.R.) lo strumento di indirizzo per la pianificazione del territorio con il quale la Regione, in coerenza con le scelte ed i contenuti della programmazione economico-sociale, stabilisce gli obiettivi generali della propria politica territoriale, definisce gli orientamenti per la identificazione dei sistemi territoriali, indirizza ai fini del coordinamento la programmazione e la pianificazione degli enti locali. 2. Il Q.T.R. ha valore di piano urbanistico-territoriale, ed ha valenza paesaggistica riassumendo le finalit di salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali di cui allart. 143 e seguenti del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n.42. 3. II Q.T.R. prevede: a) la definizione del quadro generale della tutela dellintegrit fisica e dellidentit culturale del territorio regionale, con lindividuazione delle azioni fondamentali per la salvaguardia dellambiente; b) le azioni e le norme duso finalizzate tanto alla difesa del suolo, in coerenza con la pianificazione di bacino di cui alla legge n. 183/89, quanto alla prevenzione ed alla difesa dai rischi sismici ed idrogeologici , dalle calamit naturali e dagli inquinamenti delle varie componenti ambientali; c) la perimetrazione dei sistemi naturalistico-ambientale, insediativi e relazionale costituenti del territorio regionale, individuandoli nelle loro relazioni e secondo la loro qualit ed il loro grado di vulnerabilit e riproducibilit; c-bis) la perimetrazione delle terre di uso civico e di propriet collettiva, a destinazione agricola o silvo-pastorale, con le relative popolazioni insediate titolari di diritti; d) le possibilit di trasformazione del territorio regionale determinate attraverso la individuazione e la perimetrazione delle modalit dintervento di cui al precedente articolo 6 nel riconoscimento dei vincoli ricognitivi e morfologici derivanti dalla legislazione statale e di quelli ad essi assimilabili ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42. e) il termine entro il quale le Province devono dotarsi od adeguare il Piano Territoriale di Coordinamento di cui allarticolo 18; f) il termine entro il quale le previsioni degli strumenti urbanistici comunali debbono adeguarsi alle prescrizioni dei Q.T.R.; g) lanalisi dei sistemi naturalistici ambientali ai fini della loro salvaguardia e valorizzazione. h) lindividuazione degli ambiti di pianificazione paesaggistica ai sensi dellart. 143 del Dlgs 42/04. 4. Costituisce parte integrante del Q.T.R. la Carta Regionale dei Luoghi che, in attuazione dei principi identificati al precedente art.5, definisce: a) la perimetrazione dei sistemi che costituiscono il territorio regionale individuandone le interrelazioni a secondo della loro qualit, vulnerabilit e riproducibilit; b) i gradi di trasformabilit del territorio regionale derivanti dalla individuazione e dalla perimetrazione delle forme e dei modelli di intervento, di cui al precedente art.5, con la conseguente nomenclatura dei vincoli ricognitivi e morfologici derivanti dalla disciplina statale e regionale sulla tutela e valorizzazione dei beni culturali singoli ed ambientali;

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c) Le modalit duso e dintervento dei suoli derivati dalla normativa statale di settore in materia di difesa del suolo e per essa dal Piano di Assetto idrogeologico della Regione Calabria. 4.bis. Il QTR esplicita la sua valenza paesaggistica direttamente tramite normativa di indirizzo e prescrizioni e pi in dettaglio attraverso successivi Piani Paesaggistici di Ambito (PPdA) come definiti dallo stesso QTR ai sensi del Dlgs 42/04. Per lelaborazione del Piano Paesaggistico la Regione pu ricorrere, ai sensi del comma 3, art.143 del Dlgs. 42/04 e s.m.i., alla pianificazione congiunta con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali e con il Ministero dellAmbiente della Tutela del Territorio e del mare, previa sottoscrizione di una apposita intesa. 5. La Giunta regionale, entro 180 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, elabora le linee guida della pianificazione regionale e lo schema base della Carta Regionale dei Luoghi. A tal fine, tramite il suo Presidente, indice una apposita Conferenza di pianificazione diretta alla formulazione di un protocollo di intesa con le Province e con le altre Amministrazioni competenti per la predisposizione degli atti e documenti che entreranno a far parte delle linee guida medesime, che dalla data della loro approvazione assumono il valore e lefficacia del Q.T.R. fino allapprovazione dello stesso con funzione di indirizzo per tutto il processo di pianificazione ai diversi livelli.

Art. 17 bis - Valenza Paesaggistica del QTR e Piani Paesaggistici di Ambito 1. La valenza paesaggistica del QTR, come indicato al comma 4 bis del precedente articolo, si esercita anche tramite Piani Paesaggistici dAmbito. 2. I Piani Paesaggistici di Ambito (PPdA) sono strumenti di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio operanti in scala di ambito sub-provinciale ai sensi dellart. 143 del Dlgs 42/04. 3. Gli ambiti di cui ai PPdA sono determinati dal QTR. 4. I PPdA hanno funzione normativa, prescrittiva o indicativa, a seconda dei livelli di qualit del paesaggio nei vari ambiti di scala sub-provinciale o sovracomunale, individuati dal QTR, assunti dai PTCP. 5. Il quadro conoscitivo relativo al PPdA dettaglia le analisi del QTR pu essere completato dalle indagini relative al PTCP. 6. Gli scenari prospettici e gli apparati normativi dei PPdA saranno determinati nellelaborazione degli strumenti stessi.

Il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica stato approvato con delibera di Giunta Regionale n. 10 del 13/01/2010 e trasmesso al Consiglio Regionale per la relativa approvazione definitiva. Con successiva delibera di Giunta Regionale n. 331 del 21/04/2010 stata richiesta la restituzione agli uffici competenti del Consiglio Regionale, al fine di dare la possibilit alla stessa Giunta Regionale di valutare eventuali modifiche e/o integrazioni. In data 22/03/2012, stato trasmesso agli Enti territoriali interessati, il Documento preliminare del QTR-P, al fine di attuare quanto previsto dallart. 25 comma 2 della LR 19/2002.

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6.2 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE


Il Quadro Territoriale di Coordinamento Provinciale, previsto dallarticolo 18 della Legge 19/2002, detta:
Articolo 18 Piano territoriale di coordinamento provinciale (P.T.C.P.) 1. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) latto di programmazione con il quale la Provincia esercita, nel governo del territorio, un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale; riguardo ai valori paesaggistici ed ambientali, di cui al di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 9, esso si raccorda ed approfondisce i contenuti del Q.T.R.. 2. Il P.T.C.P. costituisce, dalla data della sua approvazione, in materia di pianificazione paesaggistica, riferimento per gli strumenti comunali di pianificazione e per lattivit amministrativa attuativa. In particolare esso dettaglia il quadro conoscitivo gi avanzato dal QTR e indirizza strategie e scelte secondo la valenza paesaggistica del QTR e i Piani paesaggistici di Ambito. 3. Il P.T.C.P., in relazione alla totalit del territorio provinciale, assume come riferimento le linee di azione della programmazione regionale e le prescrizioni del Q.T.R., specificandone le analisi ed i contenuti.

4. Il P.T.C.P., ferme restando le competenze dei Comuni e degli Enti parco: a) definisce i principi sulluso e la tutela delle risorse del territorio provinciale, con riferimento alle peculiarit dei suoi diversi ambiti incluse le terre civiche e di propriet collettiva e tenendo conto della pianificazione paesaggistica; b) individua ipotesi di sviluppo del territorio provinciale, indicando e coordinando gli obiettivi da perseguire e le conseguenti azioni di trasformazione e di tutela; c) stabilisce puntuali criteri per la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza provinciale, nonch, ove necessario e in applicazione delle prescrizioni della

programmazione regionale, per la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza regionale; d) individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse. 5. Il P.T.C.P. stabilisce inoltre criteri e parametri per le valutazioni di compatibilit tra le varie forme e modalit di utilizzazione delle risorse essenziali del territorio. 6. Il P.T.C.P. contiene: a) il quadro conoscitivo delle risorse essenziali del territorio e il loro grado di vulnerabilit e di riproducibilit in riferimento ai sistemi ambientali locali, indicando, con particolare riferimento ai bacini idrografici, le relative condizioni duso, anche ai fini delle valutazioni di cui allarticolo 10; b) il quadro conoscitivo dei rischi; c) le prescrizioni sullarticolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali, urbani, rurali e montani; d) prescrizioni, criteri ed ambiti localizzativi in funzione delle dotazioni dei sistemi infrastrutturali e dei servizi di interesse sovracomunale, nonch della funzionalit degli stessi in riferimento ai sistemi territoriali ed alle possibilit di una loro trasformazione;

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e) prescrizioni localizzative indicate da piani provinciali di settore; f) le opportune salvaguardie ai sensi dellarticolo 58. 7. Le prescrizioni dei P.T.C.P., di cui ai precedenti commi, costituiscono, unitamente alle leggi, il riferimento esclusivo per la formazione e ladeguamento degli strumenti urbanistici comunali, salvo quanto previsto dallarticolo 58. 8. Dallentrata in vigore della presente legge la Provincia approva il P.T.C.P entro il termine di 24 mesi; decorso infruttuosamente tale termine la Regione procede alla nomina di un Commissario ad acta. 9. La Provincia, con latto di approvazione del P.T.C.P. assegna il termine non superiore a dodici mesi per ladeguamento ad esso degli strumenti urbanistici comunali, decorso infruttuosamente tale termine, procede alla nomina di Commissari ad acta.

Il documento preliminare relativo al Quadro Territoriale di Coordinamento Provinciale di Catanzaro stato approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 41 del 29/05/2009, in data 16/04/2011 stato dato avvio alle consultazioni dellesame istruttorio e della valutazione di procedura VAS.

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6.3 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE


Gli strumenti di Pianificazione Comunale sono previsti dallart. 19 e 20 della Legge 19/2002:

Articolo 19 Strumenti di Pianificazione Comunale 1. Gli Strumenti di pianificazione comunale sono: a) il Piano Strutturale (P.S.C.) ed il Regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.); b) il Piano Operativo Temporale (P.O.T.); c) i Piani Attuativi Unitari (P.A.U.); d) gli strumenti di pianificazione negoziata, di cui allarticolo 32.

Articolo 20 Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) 1. Il Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) definisce le strategie per il governo dellintero territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi urbanistici della Regione e con gli strumenti di pianificazione provinciale espressi dalQuadro Territoriale Regionale (Q.T.R.), dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) e dal Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.). 2. Il P.S.C. promosso anche in assenza dei Piani sovra-ordinati, tenendo conto delle linee guida di cui al precedente articolo 17 ed al documento preliminare di cui al successivo articolo 26, comma 3. In esso viene stabilita leventuale necessit di ricorso al Piano Operativo Temporale e definite le relative procedure di formazione o approvazione, nonch la durata. 3. Il P.S.C.: a) classifica il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile, agricolo e forestale, individuando le risorse naturali ed antropiche del territorio e le relative criticit ed applicando gli standards urbanistici di cui allart. 53 della presente Legge e, fino alla emanazione della deliberazione della Giunta regionale, di cui al comma 3 dello stesso art. 53, assicurando la rigorosa applicazione del DM 2/4/1968 n. 1444 con gli standards e le zonizzazioni ivi previsti in maniera inderogabile e non modificabile; b) determina le condizioni di sostenibilit degli interventi e delle trasformazioni pianificabili; c) definisce i limiti dello sviluppo del territorio comunale in funzione delle sue caratteristiche geomorfologiche, idrogeologiche, pedologiche, idraulico-forestali ed ambientali; d) disciplina luso del territorio anche in relazione alla valutazione delle condizioni di rischio idrogeologico e di pericolosit sismica locale come definiti dal piano di assetto idrogeologico o da altri equivalenti strumenti; e) individua le aree per le quali sono necessari studi ed indagini di carattere specifico ai fini della riduzione del rischio ambientale; f) individua in linea generale le aree per la realizzazione delle infrastrutture e delle attrezzature pubbliche, di interesse pubblico e generale di maggiore rilevanza; g) delimita gli ambiti urbani e perurbani soggetti al mantenimento degli insediamenti o alla loro trasformazione; h) individua gli ambiti destinati allinsediamento di impianti produttivi rientranti nelle prescrizioni 10 di cui al D.Lgs 17 agosto 1999, n.333 ed alla relativa disciplina di attuazione;

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i) definisce per ogni Ambito, i limiti massimi della utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile nonch i requisiti quali-quantitativi ed i relativi parametri, le aree in cui possibile edificare anche in relazione allaccessibilit urbana, la aree dove possibile il ricorso agli interventi edilizi diretti in ragione delle opere di urbanizzazione esistenti ed in conformit alla disciplina generale del Regolamento Edilizio Urbanistico; i) delimita e disciplina gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche del territorio; ne individua le caratteristiche principali, le peculiarit e le eventuali condizioni di degrado e di abbandono valutando le possibilit di recupero, riqualificazione e salvaguardia; j) delimita e disciplina ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale ad integrazione del Piano di Ambito, se esistente, oppure in sua sostituzione, se non esistente e raccorda ed approfondisce i contenuti paesistici definiti dalla Provincia; k) qualifica il territorio agricolo e forestale in allodiale, civico e collettivo, secondo le specifiche potenzialit di sviluppo; l) individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano valutando il rinvio a specifici piani delle politiche di riqualificazione, gestione e manutenzione; m) individua le aree necessarie per il Piano di Protezione Civile; n) individua e classifica i nuclei di edificazione abusiva, ai fini del loro recupero urbanistico nel contesto territoriale ed urbano; o) indica la rete ed i siti per il piano di distribuzione dei carburanti in conformit al piano regionale; p) individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse. 4. Per garantire la realizzazione delle finalit di cui al comma 2, il P.S.C. deve essere integrato da: a) una relazione geomorfologica, corredata di cartografia tematica sufficientemente rappresentativa delle condizioni di pericolosit geologica e di rischio di frana, di erosione e di esondazione, elaborata da tecnico abilitato iscritto allalbo professionale cos come previsto dalla legge 64/7411; b) studi e indagini geologiche di dettaglio, ove necessario, comprendenti studi tematici specifici di varia natura, indagini geognostiche, prove in sito e di laboratorio, atti alla migliore definizione e caratterizzazione del modello geologico tecnico ambientale, per ambiti urbanizzabili con riconosciute limitazioni connesse a pericolosit geologiche, funzionali alla verifica della sostenibilit in rapporto ai livelli di pericolosit, con particolare riguardo alla risposta sismica locale. Nelle aree esposte a rischio, con particolare attenzione per il rischio sismico dove diventa necessario attivare le procedure per la identificazione dei rischi e per la individuazione degli interventi di mitigazione competenti a livello di Piano le indagini dovranno consentire di dettagliare i gradi di pericolosit a livelli congrui, nel rispetto della normativa vigente.

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6.3.1 CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO IN URBANIZZATO, URBANIZZABILE, AGRICOLO E FORESTALE


Per individuare la classificazione prevista dallart. 20, comma 3, punto a, della legge 19/2002, stato analizzato tutto il territorio comunale, individuando il QUADRO CONOSCITIVO, rappresentato dalle relative tavole grafiche: a) inquadramento territoriale; a) morfologia del territorio; b) uso del suolo; c) sistema agro-forestale; d) sistema insediativo; e) patrimonio edilizio esistente; f) sistema relazionale; g) sistema geologico tecnico; h) sistema dei vincoli idrogeologici; i) sistema dei vincoli ambientali; l) piano regolatore generale vigente; Con tale analisi si potuto determinare che il territorio urbanizzabile, quello nelle adiacenze del territorio gi urbanizzato e servito dalla rete dei servizi e della viabilit esistente. In particolar modo stato privilegiato il territorio servito dalla Strada di recente costruzione tangenziale Est, sia per lo sforzo economico effettuato per la realizzazione della Strada e dei relativi servizi, che per la morfologia ed anche perch sono giunte numerose richieste di Cittadini, proprietari, interessati ad un utilizzo urbanistico di tali terreni. Le altre parti individuate come urbanizzabili sono quelle gi edificate, nei pressi del centro abitato o individuate come edificabili dal Piano Regolatore Generale vigente. Sono state individuate inoltre piccole superfici a confine con le aree PIP Stazione San Pietro Apostolo e Pietrogualtieri, per destinarle ad Aree per carburanti. Ed una a confine con larea PIP Milocca da destinare ad Isola ecologica. Dallo studio Agronomico stato individuato il territorio agricolo ed il territorio forestale. Il territorio agricolo corrisponde alle aree agricole del castagno e delle colture orticole e seminavi. Quello forestale stato individuato nellambito delle aree con bosco naturale da conservare. Le superfici della classificazione territoriale sono riepilogate nella tabella che segue, in esse sono comprese anche le superfici della relativa viabilit.

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CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO Superficie complessiva mq 9.080.000 ( Kmq 9,08 ) TERRITORIO URBANIZZATO URBANIZZABILE FORESTALE AGRICOLO TOTALI SUPERFICIE mq. 448.810 203.570 1.151.095 7.276.525 9.080.000 PERCENTUALE 4,94% 2,24% 12,68% 80,14% 100,00%

Tabella 14 - Classificazione del territorio Comunale

C L A S S IF IC A ZIO N E D E L T E R R IT O R IO
8 .0 00 .0 0 0 7 .0 00 .0 0 0 6 .0 00 .0 0 0 5 .0 00 .0 0 0 4 .0 00 .0 0 0 3 .0 00 .0 0 0 2 .0 00 .0 0 0 1 .0 00 .0 0 0 0 S U P E R F IC IE

TO

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Grafico 9 - Classificazione del territorio Comunale

6.3.2 CONDIZIONI DI SOSTENIBILITA DEGLI INTERVENTI E DELLE TRASFORMAZIONI PIANIFICABILI


Il presente Piano Strutturale Comunale, rappresenta una naturale evoluzione dello strumento urbanistico vigente, Piano regolatore Generale. Il territorio urbanizzabile, lontano dal nucleo abitato, limitato per come gi detto, a piccole superfici, nelle Zone PIP urbanizzate e lottizzate, pertanto non sono necessari interventi per opere pubbliche di forte impatto economico. Larea in localit Milocca, risulta gi definita e sistemata, quindi non necessita di ulteriori opere.

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UR

BA

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Le due aree in localit Pietrogualtieri e Stazione San Pietro Apostolo, sempre in continuit alle Zone PIP, destinate ad insediamenti per carburanti, se utilizzate, saranno sistemate a cura e spese dei richiedenti, pertanto senza aggravio per il Comune. Delle aree individuate per gli standards urbanistici, quali F1 ed F2, la maggior parte erano presenti nel PRG, le nuove sono state inserite per consentire il potenziamento di servizi pubblici. Per alcune di esse sono stati gi definiti i progetti preliminari e richiesti fondi per lattuazione. Tutte le aree individuate come urbanizzabili, a ridosso del centro abitato, sono inserite in un contesto urbano gi delineato nel corso degli anni e con il susseguirsi degli strumenti di pianificazione urbanistica. Non sono previsti cambiamenti significativi. Nel PSC sono state riviste le nuove strade di piano, limitando la previsione a solo a due, gi previste nel PRG. Si tratta di una bretella di collegamento fra Via Piana e Via Immacolata, necessaria per consentire un potenziamento viario del centro abitato sulla Via Marconi, Via Piana e Via Termini, verso Via Immacolata. Laltra strada prevista fra Via Immacolata e Via Umberto I, necessaria a creare un collegamento fra le due zone del centro abitato, attualmente servite da una vecchia strada a forte pendenza (Via dietro Immacolata). Entrambe queste strade si rendono necessarie ai fini della protezione civile, potendo consentire interventi sulle zone servite, in caso di calamit naturali o accidentali.

6.3.3 LIMITI DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO COMUNALE IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE, PEDOLOGICHE, IDRAULICO-FORESTALI ED AMBIENTALI
La pianificazione urbanistica del Piano Strutturale Comunale, ha tenuto presente le caratteristiche morfologiche del territorio. Sono state individuate le zone a forte pendenza, quelle sottoposte a rischio idrogeologico del PAI, i vincoli ambientali, i corsi dacqua principali e secondari, le aree boscate. In tutti gli ambiti sopra individuati non sono previsti nuovi insediamenti o realizzazione di nuove strade o altre infrastrutture. La nuova edificazione sia pubblica che privata stata individuata nelle aree che non presentano particolari situazioni geomorfologiche.

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6.3.4 USO DEL TERRITORIO IN RELAZIONE ALLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO E PERICOLISTITA SISMICA.
Il rischio idrogeologico stato classificato dallAutorit Regionale di Bacino, in seguito alla pubblicazione del P.A.I. ( Approvato dal Comitato Istituzionale del 31/07/2002 e aggiornato 11/05/2007) ai sensi dellart. 1.bis della L. 365/2000, della L.183/89, dellart.1 L.267/98. Nel Comune di Cicala sono presenti aree a rischio frana del Tipo R2, individuate principalmente nel centro abitato. Aree di attenzione lungo i corsi dei fiumi Corace e S. Elia, aree a rischio idraulico del Tipo R2,R3,R4 lungo il fiume Corace nei pressi della Stazione di San Pietro Apostolo. Per quanto riguarda le aree a rischio frana R2, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.
Art. 18 (Disciplina delle aree a rischio R2, R1 e delle aree in frana ad esse associate) 1. Nelle aree predette: a) la realizzazione di opere, scavi e riporti di qualsiasi natura deve essere programmata sulla base di opportuni rilievi e indagini geognostiche, di valutazioni della stabilit globale dellarea e delle opere nelle condizioni ante, post e in corso dopera effettuate da un professionista abilitato; b) sono consentite le operazioni di estirpazione di cespugli, taglio ed estirpazione di ceppaie di piante appartenenti a specie forestali compresa la macchia mediterranea. Debbono comunque essere salvaguardate le piante isolate di interesse forestale o comunque consolidanti, a norma di quanto previsto dal R.D.L. n. 3267/1923 e successive modificazioni e integrazioni. Inoltre nelle aree a rischio o con pericolo di frana, si estendono i vincoli o i divieti di cui agli articoli 10 e 11 della legge 21.11.2000 n. 353, qualunque sia la vegetazione percorsa dal fuoco; c) l'autorizzazione degli interventi di trasformazione delle aree boscate dovr tenere conto delle finalit del PAI.

Per quanto riguarda le aree a rischio idraulico, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.

Art. 21 (Disciplina delle aree a rischio d'inondazione R4) 1. Nelle aree a rischio R4, cos come definite nellart. 11, il PAI persegue lobiettivo di garantire condizioni di sicurezza idraulica, assicurando il libero deflusso della piena con tempo di ritorno 20 50 anni, nonch il mantenimento e il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dellalveo. 2. Nelle aree predette sono vietate tutte le opere e attivit di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico e edilizio, ad esclusiva eccezione di quelle di seguito elencate: a) interventi di demolizione senza ricostruzione; b) interventi sul patrimonio edilizio esistente, di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, cos come definiti dall'articolo 31, lettere a), b) e c) della legge 5 agosto 1978, n. 457, senza aumento di superfici e di volumi; c) interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro, di abbattimento delle barriere architettoniche, nonch interventi di riparazione di edifici danneggiati da eventi sismici e di miglioramento e adeguamento sismico; d) interventi finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture, delle reti idriche e tecnologiche, delle opere idrauliche esistenti e delle reti viarie; e) interventi idraulici volti alla messa in sicurezza delle aree a rischio, previo parere dell'ABR, che non pregiudichino le attuali condizioni di sicurezza a monte e a valle dell'area oggetto dell'intervento; f) interventi volti a diminuire il grado di vulnerabilit dei beni e degli edifici esistenti esposti al rischio, senza aumento di superficie e di volume; g) ampliamento e ristrutturazione delle opere pubbliche o d'interesse pubblico riferite ai servizi essenziali e non delocalizzabili, nonch la sola realizzazione di nuove infrastrutture lineari o a rete non altrimenti

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localizzabili, compresi i manufatti funzionalmente connessi, a condizione che non costituiscano ostacolo al libero deflusso, o riduzione dell'attuale capacit d'invaso, previo parere dell'ABR; h) le pratiche per la corretta attivit agraria, con esclusione di ogni intervento che comporti modifica della morfologia del territorio o che provochi ruscellamento ed erosione; i) interventi volti alla bonifica dei siti inquinati, ai recuperi ambientali e in generale alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati e all'eliminazione dei fattori d'interferenza antropica; j) occupazioni temporanee, se non riducono la capacit di portata dell'alveo, realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumit in caso di piena; k) interventi di manutenzione idraulica ordinaria, di idraulica forestale, di rinaturazione come definiti nelle linee guida predisposte dallABR. 3. Non richiesto il parere di cui al R.D. 523/1904 rilasciato dall'autorit competente in materia idraulica relativamente agli interventi di cui alle lettere a), b), c), d), h) del precedente comma.

Art. 22 (Disciplina delle aree a rischio di inondazione R3) 1. Nelle aree predette, il PAI persegue l'obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza idraulica, mantenendo o aumentando le condizioni d'invaso delle piene con tempo di ritorno di 200 anni, unitamente alla conservazione e al miglioramento delle caratteristiche naturali e ambientali. 2. In tali aree sono vietate tutte le opere e attivit di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico e edilizio, ad esclusiva eccezione di quelle di seguito elencate: a) tutti gli interventi consentiti nelle aree a rischio R4; b) gli interventi di cui alla lettera d) dell'art. 31 della L. 457/1978, a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione dell'attuale capacit d'invaso delle aree stesse senza aumento di superficie e volume; c) gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per necessit di adeguamento igienico-sanitario; d) i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attivit estrattive autorizzate, da realizzarsi secondo le modalit prescritte dai dispositivi di autorizzazione. Art. 23 (Disciplina delle aree a rischio di inondazione R2 e R1) 1. Nelle aree a rischio R2 e R1 non consentita la realizzazione di locali sotterranei e/o seminterrati ad uso abitativo e commerciale.

Per quanto riguarda le aree di attenzione per pericolo dinondazione, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.

Art. 24 (Disciplina delle aree d'attenzione per pericolo d'inondazione) 1. LABR, nel triennio 2002-2004, sulla base dei finanziamenti acquisiti ai sensi della L.183/89, provvede ad effettuare gli studi e le indagini necessarie alla classificazione dell'effettiva pericolosit e alla perimetrazione delle aree di cui allart. 11. 2. I soggetti interessati possono effettuare di loro iniziativa studi volti alla classificazione della pericolosit delle aree dattenzione di cui allart. 9 comma b. Tali studi verranno presi in considerazione dallABR solo se rispondenti ai requisiti minimi stabiliti dal PAI e indicati nelle specifiche tecniche e nelle linee guida predisposte dallABR. 3. LABR, a seguito degli studi eseguiti come ai commi 1 o 2, provvede ad aggiornare la perimetrazione di tali aree secondo la procedura di cui allart. 2 comma 2. 4. Nelle aree di attenzione, in mancanza di studi di dettaglio come indicato ai commi 1 e 2 del presente articolo, ai fini della tutela preventiva, valgono le stesse prescrizioni vigenti per le aree a rischio R4.

In particolare bisogna osservare che le aree a rischio idraulico R3 ed R4, in localit Vicario, in parte interessano il Lotto PIP della localit omonima, gi inserito nella variante al PRG approvato con D.D.G. n.69 del 02/08/1999 e successivamente ampliato con la Variante (Parziale) al Piano Regolatore Generale ed approvata con decreto del D.P.G. n. 15507 del 19/10/2005. Per

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tale area fu redatto uno studio idraulico acquisito in data 05/05/2001 prot. n. 1168 ed integrato in data 27/02/2003 prot. n. 542 In seguito a tale studio lAutorit Regionale di Bacino ha rimodulato la carta relativa al rischio idraulico trasmettendo le decisioni in data 06/10/2003 con relativa carta modificata Tav. 14-C4.25 Cicala. Per gli interventi edificatori in tale zona si rimanda alle norme Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I e al successivo studio idraulico

La pericolosit sismica del territorio comunale stata definita nello studio geologico-tecnico, allegato, per quanto attiene i caratteri generali e le possibili situazioni di amplificazione, per come indicato dal D.M. 14/01/2008. Il Comune non dotato di Studio di Microzonizzazione Sismica, ai sensi della L.R. n. 35 del 19/10/2009, pertanto non stato possibile al momento indicare eventuali altre situazioni di pericolosit.

6.3.5 AREE PER LE QUALI SONO NECESSARI STUDI ED INDAGINI DI CARATTERE SPECIFICO AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE

Il Comune di Cicala non ha porzioni di territorio sottoposti a particolari vincoli ambientali, oltre quelli gi indicati e previsti dal D.Leg.vo n. 42/2004 e s.m.i ( Codice dei Beni Culturali e del paesaggio) art. 142 comma 1 lettere c-g. individuati e cartografati nelle tavole del PSC. Non sono in atto procedure previste dallart. 136 per la individuazione di Immobili ed aree di Notevole interesse pubblico. Non sono presenti vincoli imposti dal P.T.C.P. e dal Q.T.R.P..

6.3.5 AREE PER LA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE, DI INTERESSE PUBBLICO, E GENERALE
Le aree individuate nel PSC per la realizzazione di opere o infrastrutture pubbliche, sono localizzate nei pressi nel centro abitato. La maggiore consistenza si trova in localit Immacolata a completamento delle aree gi presenti, di propriet Comunale, e destinate ad attivit sportive e servizi sociali. Altre sono state individuate alla fine di Via Umberto I, in loc. Colle dellAia, ed anche in questo caso rappresentano un completamento di quelle gi presenti e destinate a servizi di uso pubblico, vasca per irrigazione rurale e verde pubblico. Nuove aree sono state individuate in localit Castaneto-Pendio del Mulino, nelle zone in cui si prevede un ampliamento delle aree edificabili.

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Infine resta confermata larea destinata ad attivit sportive in localit Copparelle-Squadalupo utilizzata per linsediamento del campo di calcio.

6.3.6 AMBITI URBANI E PERIURBANI SOGGETTI AL MANTENIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI O ALLA LORO TRASFORMAZIONE
Nel PSC come descritto nei paragrafi successivi e nelle tavole grafiche, sono stati individuati gli ambiti urbanizzati ed urbanizzabili. Lambito urbanizzato stato a sua volta suddiviso in ambiti soggetti alla conservazione e recupero urbano ed ambiti soggetti alla qualificazione e recupero urbanistico. In particolare gli ambiti individuati con la lettera A, rappresentano le aree del vecchio nucleo abitato con costruzioni realizzate fino agli anni 40. Quelle individuate con la lettera B1, rappresentano aree edificate fino agli anni 2000. In tali ambiti non si prevedono nuovi incrementi edilizi finalizzati alla residenza, ma interventi finalizzati al recupero e alla conservazione. In particolare per la Zona A, oggetto di studio del Piano di Recupero, sono vigenti le Norme Tecniche di Attuazione di questultimo, revisionate di recente. Le zone B1, pur non avendo caratteristiche di particolare pregio architettonico, sono ormai definite e ben inserite nel contesto urbano, per esse si prevedono interventi finalizzati al miglioramento ed armonizzazione estetica ed in alcuni casi al completamento.

6.3.7 AMBITI DESTINATI PRODUTTIVI

ALLINSEDIAMENTO

DI

IMPIANTI

Gli ambiti destinati agli insediamenti produttivi non saranno modificati, rispetto agli attuali, salvo i piccoli ampliamenti gi descritti. Resteranno individuati secondo la loro localizzazione, AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 37.050 LOTTO 1 2 3 TOTALI SUPERFICIE mq. 2700 2300 17000 22000 VOLUME EDIFICABILE mc. 4050 3450 25500 33000

Tabella 15 - Area PIP Pietrogualtieri

Viene incrementata di 4.750 mq zona D2 Area per Piano Carburanti.

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AREA PIP MILOCCA Superficie complessiva mq 66.500 LOTTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 TOTALI


Tabella 16 - Area PIP Milocca

SUPERFICIE mq. 2320 1920 2400 2500 3900 1400 2550 2300 1990 3400 1990 2600 2300 2750 3450 3850 3450 4250 49320

VOLUME EDIFICABILE mc. 3480 2880 3600 3750 5850 2100 3825 3450 2985 5100 2985 3900 3450 4125 5175 5775 5175 6375 73980

AREA PIP VICARIO - MANCHE Superficie complessiva mq 32.000

LOTTO 1A 1B TOTALI

SUPERFICIE mq. 10000 19000 29000

VOLUME EDIFICABILE mc. 15000 28500 43500

Tabella 17 - Area PIP Vicario (Manche)

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AREA PIP VICARIO STAZIONE F.C. SAN PIETRO APOSTOLO Superficie complessiva mq 49.900 LOTTO 1 2 3 4 5 6 TOTALI SUPERFICIE mq. 9000 10000 5500 5500 5600 4900 40500 VOLUME EDIFICABILE mc. 13500 15000 8250 8250 8400 7350 60750

Tabella 18 - Area PIP Vicario (Stazione San Pietro Apostolo)

Viene incrementata di 2.170 mq zona D2 Area per Piano Carburanti.

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6.3.8 AMBITI E LIMITI MASSIMI DELLA UTILIZZAZIONE EDILIZIA Gli ambiti destinati alla utilizzazione edilizia, sono individuati nella tavola 14- Prime ipotesi di assetto, a ridosso del centro abitato, per quanto riguarda gli insediamenti abitativi, commerciali, artigianali, terziario. Sono state inoltre individuate le aree necessarie agli standards urbanistici e ai servizi. Di seguito viene allegata la Tabella relativa agli ambiti territoriali unitari (ATU), con gli obiettivi di piano e con lindicazione degli strumenti di intervento:

ATU - AMBITI URBANIZZATI

Territorio urbanizzato (TU)


AMBITO DELLA CONSERVAZIONE E DEL RECUPERO URBANO (Zona A) (Tessuto edilizio ed urbanistico di origine antica e comunque prima degli anni cinquanta, localizzato sul crinale di displuvio delle valli Vecchiarelli e Fiume S. Elia. Si caratterizza per la presenza di una parte ancora cospicua di popolazione, anche se interessato a fenomeni di abbandono per emigrazione della popolazione o delocazzizzazione in altre aree)

OBIETTIVI DI PIANO STRUMENTI DI INTERVENTO


Favorire il recupero degli alloggi liberi finalizzando l'offerta in particolar modo alla ricettivit turistica, paese albergo. Potenziamento dei servizi pubblici e della viabilit. Riqualificazione urbana, recupero degli elementi caratterizzanti. Potenziamento degli spazi a verde pubblico e parcheggi. Piano di Recupero di iniziativa pubblica o privata sul patrimonio edilizio, con interventi di ristrutturazione urbanistica, finalizzati al potenziamento viario e rivisitazione dei quartieri. Attuazione delle finalit previste dall'art. 48 della LR 19/2002 . Attuazione diretta degli interventi previsti dal REU sugli edifici di propriet privata privi di valore storico Mantenimento delle densit edilizie esistenti, per uso abitativo. Realizzazione di nuovi volumi per potenziamento dei servizi, attivit commerciali terziario, laboratori artigianali. Individuazione di regole comportamentali (REU) mirate al miglioramento della qualit edilizia del costruito, negli allineamenti, nelle sostituzioni e nel reperimento di spazi liberi ad uso collettivo (piazze e parcheggi). Adeguamenti alle nome igienico - sanitarie, sulla sicurezza degli impianti, sul risparmio energetico e sull'eliminazione delle barriere architettoniche Interventi edilizi diretti come regolamentati dai parametri edilizi ed urbanistici definiti dalle norme di PSC e REU

AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona B1) (Aree residenziali quasi sature, caratterizzate da insediamenti posti con regolarit lungo la viabilit principale e a ridosso del tessuto edilizio di piu' antica formazione)

AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona B2) (Aree residenziali a densit media, caratterizzate da edifici disposti linearmente sui bordi di strade principali)

Mantenimento delle densit edilizie gi programmate, con migliore individuazione della rete viaria e con potenziamento di quella esistente. Favorire una migliore omogeneizzazione con il tessuto

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urbanistico consolidato. L'obiettivo di PSC/REU quello di far completare tali ambiti, gi serviti dalle opere di urbanizzazione, con inserimenti omogenei per tipologie e parametri urbanistici. Gli interventi strutturali di PSC e regolamentari di REU sono da classificare fra quelli propri del "Territorio urbanizzato", da effettuarsi con modalit dirette e potranno essere oggetto di prescrizioni riguardo obblighi di "allineamenti o arretramenti" per il rispetto di fili dominanti dell'edificato, anche con l'obiettivo di favorire miglioramenti delle qualit urbane di interesse pubblico AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona C1) (Aree residenziali di espansione derivanti da interventi previsti dal PRG vigente: Piano di lottizzazione realizzato in corso di edificazione) Completamento del programma edilizio, definito con il Piano di Lottizzazione approvato. Le opere di urbanizzazione sono state completamente realizzate. Valorizzazione e riqualificazione degli spazi pubblici previsti dal piano attuativo approvato. Gli interventi si attuano mantenendo le norme tecniche del piano attuativo approvato e con eventuali adeguamenti previsti da norme successive. Mantenere la presenza delle aree produttive nei diversi ambiti territoriali, favorendone l'utilizzo e promuovendone la funzione. Valorizzazione e riqualificazione degli spazi pubblici previsti dal piano attuativo approvato. Gli interventi si attuano mantenendo le norme tecniche del piano attuativo approvato e con eventuali adeguamenti previsti da norme successive. Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei servizi e degli spazi di interesse pubblico, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone F1 - F2 - F4. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Valorizzazione dei servizi pubblici e privati legati alla cultura, alla fruizione turistica e al tempo libero Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune

AMBITO DELLE AREE PRODUTTIVE ESISTENTI (Zona D) (Artigianali, commerciali, piccolo-industriali)

AREE PER ATTIVITA' DI INTERESSE PUBBLICO NELLE ZONE RESIDENZIALI e/o URBANIZZATE (Aree standards ex-DM 1444/68) (Zona F1)

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(culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE RESIDENZIALI (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1) Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei parcheggi, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone P. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone residenziali. Sono le aree gi utilizzate per attivit di interesse pubblico o edifici pubblici. Obiettivo del PSC e del REU riqualificare e potenziare la dotazione dei servizi e degli spazi di interesse pubblico, mediante interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica, o interventi di sostituzione. Valorizzazione dei servizi pubblici e privati legati alla cultura, al tempo libero, ai servizio socio-assistenzili. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune (culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport

AREE E SERVIZI PUBBLICI GENERALI ESISTENTI PER LE ZONE RESIDENZIALI (Zona F1)

AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE NON RESIDENZIALI (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1)

Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei parcheggi, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone P. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone non residenziali. Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione del verde sia pubblico che privato all'interno del territorio urbanizzato. In queste aree si prevedono solo interventi di ingegneria naturalistica a

AREE A VERDE DI RISPETTO (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1)

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tutela delle scarpate e della stabilit dei pendii, potenziandole con il reinserimento di piante ed essenze arboree tipiche.

ATU - AMBITI URBANIZZABILI

Territorio urbanizzabile (TDU)


AMBITO DELLE AREE RESIDENZIALI DI NUOVA EDIFICAZIONE (ZonaB3) (Aree residenziali di completamento urbanistico)

OBIETTIVI DI PIANO STRUMENTI DI INTERVENTO


Sono le aree gi urbanizzate, in parte anche edificate, a ridosso del tessuto urbano e per le quali non possibile programmare PAU - Piani Attuativi Unitari, per l'eccessiva frammentazione della propriet fondiaria. L'obiettivo di PSC/REU quello di far rientrare gli edifici esistenti nell'ambito del territorio sotttoposto a norme edilizie ed urbanistiche, scoraggiando pertanto ulteriore consumo di territorio, fuori dai sistemi viari e dei servizi esistenti. Gli interventi strutturali di PSC e regolamentari di REU sono da effettuarsi con modalit dirette e secondo le norme rigide del PSC e del REU. Aree di nuova espansione residenziale, in parte gi prevista nel Vigente PRG, individuate nei pressi della viabilit comunale esistente o prevista da potenziare. Favorire uno sviluppo ordinato e sostenibile, integrato con il tessuto urbanistico esistente. Attuazione mediante norme del PSC/REU con PAU- Piani di Attuazione Urbanistica, di iniziativa Pubblica e/o Privata. Aree di nuova espansione industriale, gi riservate con delibera di C.C. n. 47 del 27/08/2001 Favorire l'insediamento dei distributori di carburanti ai sensi del D. Leg.vo 32/88 modificato dal D. Leg.vo 346/99 Attuazione mediante norme del PSC/REU con PAU- e secondo quanto previsto dalle normative vigenti in materia di carburanti. Sono le aree individuate dal PSC e REU per il potenziamento della dotazione dei servizi, individuate come F2. Saranno articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune (culturali, sociali, assistenziali, sanitarie,

AMBITO DELLE AREE RESIDENZIALI DI NUOVA EDIFICAZIONE (Zona C2) (Aree residenziali di nuova espansione)

AMBITO DELLE ATTIVITA' INDUSTRIALI PIANO CARBURANTI (Zona D2) (Aree destinate alla distribuzione dei carburanti)

ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI LOCALI DI PROGETTO (Zona F2) (Attrezzature e servizi pubblici di nuova previsione e per la verifica degli standards ex-DM 1444/68)

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amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport -- parcheggi Definire norme REU basate su principi di sostenibilit/concertazione/perequazione come criterio base per l'urbanizzazione delle aree AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE RESIDENZIALI (Urbanizzabili) (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1) Sono le aree gi individuate per parcheggi nel vigente PRG, ma situate fuori dal perimetro delle aree urbanizzate e confermate nel PSC. Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone residenziali.

ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI LOCALI DI PROGETTO (Zona F2) (Attrezzature e servizi pubblici gi previsti nel P.R.G. per la verifica degli standards ex-DM 1444/68)

Sono le aree gi individuate dal vigente PRG, come F1-F2-F4, confermate dal PSC e REU, fuori dal perimetro delle aree urbanizzate, necessarie per il potenziamento della dotazione dei servizi, individuate come F1. Saranno articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune (culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport Definire norme REU basate su principi di sostenibilit/concertazione/perequazione come criterio base per l'urbanizzazione delle aree

ATnU - AMBITI NON URBANIZZABILI OBIETTIVI DI PIANO E Territorio Agricolo e STRUMENTI DI Forestale (TAF) INTERVENTO
AMBITO FORESTALE - AREE CON BOSCO NATURALE DA CONSERVARE Mantenimento delle aree boscate come presidi di biodiversit e di salvaguardia ambientale Favorire la coltivazione del castagno valorizzando le specie autoctone, ripristino della viabilit interpoderale, dei sistemi di regimazione delle acque, ripristino dei terrazzamenti in pietrame a secco, recupero del patrimonio edilizio esistente e del suo potenziamento. Favorire e promuovere i prodotti e la lavorazione delle castagne, gli allevamenti zootecnici connessi, l'agriturismo.

AMBITO AGRICOLO - AREE AGRICOLE DEL CASTAGNO

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AMBITO AGRICOLO - AREE AGRICOLE GENERICHE

Mantenimento delle aree boscate e potenziamento con essenze autoctone, finalizzate alla stabilit dei versanti. Mantenimento delle aree boscate e potenziamento con essenze autoctone, finalizzate alla stabilit dei versanti. Coltivazione e successivo recupero ambientale con impianto di essenze autoctone.

AMBITO DELLA TUTELA - AREE AD ELEVATA ACCLIVITA'

AMBITO MINERARIO - AREA DI CAVA ATTIVA

Ambito per la Protezione Civile


AMBITO DELLA PROTEZIONE CIVILE - AREE DI ATTESA Sono le aree gi individuate nel PSC come F1, che opportunamente attrezzate e sistemate, in caso di necessit, saranno in situazioni di emergenza di utilizzate Protezione Civile, quali Aree di Attesa. Si prevede la realizzazione di alloggiamenti di emergenza, in grado di ospitare l'eventuale popolazione senzatetto. Sono le aree gi individuate nel PSC come F1, edifici pubblici, che opportunamente attrezzati e sistemati, saranno utilizzate in situazioni di emergenza di Protezione Civile, quali Aree di Ammassamento. Si prevede l'utilizzo degli edifici e degli spazi per contenere, gestire e coordinare uomini, mezzi e risorse. Sono le aree gi individuate nel PSC come F1, che opportunamente attrezzate e sistemate, saranno utilizzate in situazioni di emergenza di Protezione Civile, quali Aree di Ricovero Stabile. Si prevede la realizzazione di ricoveri stabili per quella parte di territorio gravemente danneggiata, in attesa di individuare e definire le aree per la ricostruzione.

AMBITO DELLA PROTEZIONE CIVILE - AREE DI AMMASSAMENTO

AMBITO DELLA PROTEZIONE CIVILE - AREE DI RICOVERO STABILE

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6.3.9 AMBITI DI TUTELA E CONSERVAZIONE DI PORZIONI STORICHE DEL TERRITORIO


Non sono presenti nellambito del territorio comunale elementi di porzioni storiche, intese come ritrovamenti archeologici o monumenti con valenza artistica di particolare pregio. Sono invece presenti, elementi che caratterizzano il territorio in riferimento alle radici contadine, alla cultura religiosa, alle tipologie edilizie. Tali elementi saranno meglio localizzati in sede di definizione pel progetto esecutivo del Piano Strutturale Comunale, e per essi saranno definite apposite norme per la tutela e la conservazione.

6.3.10 AMBITI A VALENZA PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE


Non sono presenti nellambito del territorio comunale elementi di porzioni storiche, intese come ritrovamenti archeologici o monumenti con valenza artistica di particolare pregio. Sono invece presenti, elementi che caratterizzano il territorio in riferimento alle radici contadine, alla cultura religiosa, alle tipologie edilizie. Tali elementi saranno meglio localizzati in sede di definizione pel progetto esecutivo del Piano Strutturale Comunale, e per essi saranno definite apposite norme per la tutela e la conservazione.

6.3.11 TERRITORIO AGRICOLO, FORESTALE, USI CIVICI


Il territorio agricolo e forestale, rappresenta la maggior parte del territorio comunale. Nelle tavole del PSC relative al quadro conoscitivo, sono state localizzate e caratterizzate in relazione alla morfologia, alluso del suolo ed al sistema agro-forestale. Nello studio Agronomico, allegato, stato valutato lo stato di fatto, analizzate le potenzialit, le criticit, precisate le linee di sviluppo. Per i dettagli si rimanda a tale studio ed ai relativi elaborati grafici. Nellambito di tale territorio, nella tavola relativa 10 Sistema dei Vincoli Ambientali, sono state individuate le aree soggette ad USI CIVICI, sia quelle demaniali che allodiali ma con canone. E stata individuata unarea destinata ad attivit di CAVA, regolarmente autorizzata e per la quale si dovranno osservare le norme relative sia alla coltivazione che al recupero ambientale.

6.3.12 AMBITI DI TUTELA DEL VERDE URBANO E PERIURBANO


Gli ambiti relativi al verde urbano sono stati individuati nelle aree indicate come F1 VR. Si tratta di aree in parte gi utilizzate come verde pubblico, in localit Immacolata, ex area standards del Piano di Lottizzazione, e per le porzioni marginali dellarea destinata agli impianti sportivi. Altre andranno realizzate nellambito delle zone F1.

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Le zone VR Verde di rispetto, sono ampie zone comprese fra aree destinate alla edificazione, per la loro morfologia non si prestano a modifiche o ad utilizzi edilizi, dovranno pertanto essere migliorate e conservate, con interventi di ingegneria naturalistica e piantumazione.

6.3.13 AMBITO DELLE AREE PER LA PROTEZIONE CIVILE


Gli ambiti delle aree relative alla protezione civile sono stati individuati nelle zone F1, in localit Immacolata e Colle dellAia, di propriet Comunale, gi disponibili per la loro utilizzazione. Sono state inoltre previste in altre zone F1, in particolare in Loc. Castaneto Pendio del Mulino, che dovranno essere acquisiti al patrimonio Comunale. Sono state distinte in aree di attesa, aree di ammassamento, aree di ricovero stabile.

6.3.14 AMBITO DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE


Gli ambiti delle strutture da destinare alla funzione di protezione civile in caso di calamit, sono stati individuati nelle zone F1, in fabbricati di propriet comunale, distribuiti sul territorio comunale. Si tratta della struttura coperta polifunzionale e della Struttura Sociale, in loc. Immacolata. Della struttura in costruzione, con destinazione socio-sanitaria in Via Immacolata. Degli edifici scolastici in Via Attanzio e Via Nazionale (in costruzione).

6.3.15 NUCLEI DI EDIFICAZIONE ABUSIVA


Non sono presenti nellambito del territorio comunale nuclei di edificazione abusiva, tali da individuarne un ambito territoriale. Qualche episodio di costruzione abusiva stata definita con i precedenti strumenti urbanistici, con linserimento nelle aree destinate al completamento urbanistico. Tutti gli altri episodi di abusivismo, emersi in particolare con le leggi sul Condono Edilizio, sono relativi a piccoli abusi e difformit rispetto ai progetti approvati, ma senza peso dal punto di vista urbanistico.

6.3.16 AMBITI PER IL PIANO DI DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI

Lattuale area per il piano dei carburanti individuata con delibera di C.C. n. 47 del 27/08/2001 ai sensi del D. Leg.vo 32/88 modificato dal D. Leg.vo 346/99, in seguito allo studio geomorfologico, stata ritenuta non idonea.

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Pertanto sono state individuate le due aree gi descritte al punto 6.3.7, al fine di favorire l'insediamento dei distributori di carburanti.

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6.4 CRITERI DI MASSIMA PER IL DIMENSIONAMENTO


Sulla base del QUADRO CONOSCITIVO esposto ai punti precedenti, e pur ipotizzando un lieve incremento della popolazione, con i solo dati demografici, non possibile giungere ad alcuna conclusione di dimensionamento del Piano Strutturale Comunale di Cicala, come illustrato nei dati che pur sono stati riportati. Allora il criterio che stato seguito per la formazione dello strumento urbanistico da ricercare nella volont dellAmministrazione Comunale di dotarsi di uno strumento di pianificazione territoriale, attuale e conforme alle norme in materia, tale che risolva molte richieste della popolazione, che tracci le linee di sviluppo del territorio comunale e tuteli le parti pi a rischio in sintonia con lo studio geomorfologico e con lo studio agro-pedologico. Con questo criterio sono state confermate molte scelte gi effettuate con il Piano Regolatore Generale e le sue Varianti, sono state accolte numerose richieste di cittadini interessati allinserimento dei loro terreni nelle aree edificabili, sono state ridotte le zone F2 di Colle dellAia perch lintervento pubblico non stato pi riproposto nella programmazione comunale. Si cercato di ridistribuire le zone di completamento a ridosso del centro abitato e gi urbanizzate, si preso atto delle precedenti zone di completamento esaurite o in fase di esaurimento. Le zone di espansione sono state in parte confermate, le altre sono state calibrate in terreni idonei, con propriet unica, ed effettiva possibilit di essere utilizzate con piani di lottizzazione. E stata inserita meglio individuata la perimetrazione del centro storico, con conseguente richiamo alla normativa del Piano di recupero. Sono state confermate le aree per gli impianti produttivi, con le lievi variazioni gi descritte nei paragrafi precedenti. Sono state individuate nuove aree da destinare ad attrezzature di interesse collettivo, sia pubbliche che private. Aree per impianti sportivi e parcheggi, in modo tale di dotare il territorio Comunale degli spazi necessari allo sviluppo di attivit e servizi pubblici o di interesse pubblico. Da questi interventi sono scaturite le scelte di potenziare la viabilit interna, con nuove strade di piano. Utili anche per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e di consentire un utilizzo del territorio pi razionale e programmato. Ovviamente tale scelta dovr successivamente trovare leffettivo riscontro finanziario e non restare un elemento di programmazione astratto. Le scelte operate sono state indirizzate dalla logica che: - le aree fabbricabili non saranno utilizzate tutte nel periodo di previsione, ma potranno creare i presupposti di uno sviluppo futuro, coordinato con la situazione attuale; - ledilizia residenziale potr avere complementari come negozi, depositi, uffici; anche eventuali utilizzazioni

- i miglioramenti del tenore di vita, comporteranno minore concentrazione della popolazione nel vecchio nucleo abitato, con conseguente richiesta di suoli nelle zone di completamento;

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- lutilizzo ed il recupero dei fabbricati inseriti nella Zona A, avverr mediante accorpamento di pi unit abitative, confinanti, al fine di ottenere una dotazione di vani adeguata alle attuali esigenze, con conseguente diminuzione della densit ab/mq; - non tutti gli eventuali impianti artigianali si sposteranno nelle arre del P.I.P., molti, come avvenuto in passato, utilizzeranno i piani terra delle abitazioni per svolgere queste attivit.

Per le attrezzature scolastiche si verificato il dimensionamento seguendo i seguenti criteri: - le scuole esistenti nel centro abitato, servono attualmente lintero territorio comunale; - successivamente, in fase di attuazione del Piano Strutturale Comunale, nellambito dei piani dei piani attuativi unitari PAU, per le zone C, saranno reperite nuove aree da destinare alle attrezzature scolastiche;

Si proceduto a due tipi di verifiche, per la scuola materna, elementare e media: - verifica delle strutture esistenti, secondo le previsioni del Piano Strutturale Comunale, in rapporto allattuale popolazione scolastica; - verifica del dimensionamento delle stesse in rapporto alla popolazione scolastica totale prevista nel 2032, e verifica delle superfici individuate nelle zone A e B, Pertanto i dati dimensionali e le verifiche sulla base della circolare 425 Appendice C - risultano:

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6.4.1 ATTREZZATURE SCOLASTICHE


Abitanti Attuali Totale alunni

Scuola infanzia
Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria 18 mq/alunno Superf Attuale Abitanti 2032 al Totale Alunni Sup. min necessaria Superficie Prevista

991

29

2,92

522

518

1191

35

630

960

Abitanti Attuali Totale alunni

Scuola primaria
Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria 15 mq/alunno Superf Attuale Abitanti 2032 al Totale Alunni Sup. min necessaria Superficie Prevista

991

47

4,74

705

688

1191

56

840

960

Abitanti Attuali Totale alunni

Scuola secondaria di primo grado


Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria 15 mq/alunno Superf Attuale Abitanti 2032 al Totale Alunni Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria

991

34

3,43

510

640

1191

41

615

2215

98 __________________________________________________________________________

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6.4.2

PREVISINI DIMENSIONALI

Le previsioni dimensionali del Piano Strutturale Comunale di


Cicala, sono le seguenti:

POPOLAZIONE

Abitanti esistenti 991

%di incremento 1%

Abitanti al 2032 1191

VANI ATTUALI

Vani esistenti 1.518 Vani non occupati 620

TOTALE VANI DISPONIBILI

2.138

PREVISIONE VANI AL 2032

Vani attuali abitabili

Vani verifica affollamento

indice

Vani popolazione

incremento

TOTALE VANI

2.138

-----------

200

2.338

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NUOVI VANI PREVISTI

Vani AL 2032 Vani attuali

Vani per esigenze emigrati

TOTALE NUOVI VANI

200

400

600

TOTALE VANI PREVISTI

Vani esistenti

Vani incremento popolazione esistente

Vani Emigrati

TOTALE VANI

2.138

200

400

2.738

100 __________________________________________________________________________

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6.4.3 CONFRONTO DIMENSIONALE FRA IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE ED IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE

TABELLA DI CONFRONTO
PIANO REGOLATORE VIGENTE (Variante e variante Parziale ) Z.T.O. Superficie It If Volume Mq Mc/mq Mc/mq
A
(1)

PIANO STRUTTURALE COMUNALE If Z.T.O. Superficie It Mq Mc/mq Mc/mq


A 52.435

VARIAZIONI

Volume

69.155

B1 69.155 B BT B1 23.200 47.710 13.660 84.570 18.553 18.300 121.423 155.480 155.480 E 2,00 1,20 2,00 46.400 57.252 27.320 130.972 C1 C2

49.670 102.105

1,20

59.604 59.604

B2 B3

40.857 58.935 99.792 18.553 49.155 167.500 155.480 7.400 162.880

2,00 2,00

81.714 117.870 199.584

C1 C2

D1 D2

PC

5.860

F1 F2 F4 P

83.500 27.490 11.120 22.690 144.800

F1 F2

91.830 41.835

133.665 Strade 13.510 13.510

F3

43.900 43.900

(1) La superficie misurata sulla carta inferiore a quella dichiarata.

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6.4.4 AREE PER STANDARS


Le aree per standards (24 mq/ab) sono riferite agli abitanti insediati ed insediabili delle zone A e B. Dalla tabella precedente, attribuendo una dotazione di 120,00 mc per abitante, in considerazione del fatto che per molti fabbricati, avviene un uso promiscuo per la residenza e per piccole attivit produttive, compatibili, si ottiene il seguente dato per il dimensionamento:

ZONA TERRITORALE OMOGENEA

VOLUME MASSIMO

ABITANTI INSEDIABILI 1/120 mc

A B

259.168

180 2.160 2.340

Destinazione

Attrezzature esistenti (mq)

Dotazione min. D.M. 1/4/68 n.1444

Dotazione necessaria

Attrezzature previste dal PSC

Istruzione Interesse generale Verde Attrezzato Parcheggi

F1- F2 - F4 - P

TOTALE

144.800

4,5 2 15 2,50 24

10.530 4.680 35.100 5.850 56.160

F1 - F2

133.665

Per le zone C gli standards dovranno essere reperiti nellambito delle lottizzazioni nella misura mimima di 24 mq/ab oltre 7,00 mq per viabilit (minimo).

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0 - PREMESSE.............................................................................................................................2 Approvazione P.S.C. (Piano Strutturale Comunale )................................................................6 1 CRITERI E SCELTE DEL PSC E REU.................................................................................8 2 IL TERRITORIO ....................................................................................................................9 2.1 CICALA NEL TERRITORIO PROVINCIALE ................................................................9 2.2 IL TERRITORIO COMUNALE .....................................................................................11 2.3 LA VIABILITA...............................................................................................................14 2.4 LECONOMIA .................................................................................................................16 2.5 IL CLIMA.........................................................................................................................18 2.6 LA SISMICITA...............................................................................................................29 3 LA STORIA.........................................................................................................................32 3.1 LE ORIGINI .....................................................................................................................32 3.2 EVOLUZIONE DEL CENTRO ABITATO.....................................................................33 3.3 LA STORIA RECENTE...................................................................................................34 3.4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA ..................................................................................36 3.5 LE INFRASTRUTTURE..................................................................................................37 3.5.1 La viabilit .................................................................................................................37 3.5.2 Gli Acquedotti............................................................................................................38 3.5.3 La Rete fognaria Depuratori ...................................................................................39 3.5.4 La Rete Elettrica ........................................................................................................40 3.5.5 La Rete Telefonica.....................................................................................................40 3.5.5 La Rete del Gas.........................................................................................................40 3.6 I SERVIZI.........................................................................................................................40 3.6.1 Gli Uffici Pubblici......................................................................................................41 3.6.2 LIstruzione................................................................................................................41 3.6.3 La Sanit ....................................................................................................................41 3.6.4 I Servizi Sociali..........................................................................................................42 3.6.5 Lo Sport .....................................................................................................................42 3.6.6 Il Verde pubblico .......................................................................................................42 3.6.7 I parcheggi .................................................................................................................42 3.6.7 La raccolta dei rifiuti solidi urbani.............................................................................42 3.6.8 Il Cimitero..................................................................................................................42 3.7 LA POPOLAZIONE.........................................................................................................44 Popolazione Cicala 1861-2010 ...............................................................................................44 Popolazione Cicala 2001-2010 ...............................................................................................45 Bilancio Demografico Cicala..................................................................................................46 Cicala - Popolazione per Et...................................................................................................47 Cicala - Coniugati e non .........................................................................................................48 Parco Veicolare Cicala............................................................................................................49 Cittadini Stranieri - Cicala ......................................................................................................50 Cicala: Posizione nelle Classifiche .........................................................................................51 3.8 LE ABITAZIONI..............................................................................................................53 4 LEVOLUZIONE URBANISTICA COMUNALE.............................................................58 3.1 CRONOLOGIA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA .........58 5 ANALISI DELLO STATO ATTUALE ..............................................................................60 5.1 ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE .........................................60 6 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE .......................................................................71 6.1 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE ...............................................................72 A VALENZA PAESAGGISTICA .........................................................................................72 103 __________________________________________________________________________

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6.2 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE......................74 6.3 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE ....................................................................76 6.3.1 CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO IN URBANIZZATO, URBANIZZABILE, AGRICOLO E FORESTALE...........................................................78 6.3.2 CONDIZIONI DI SOSTENIBILITA DEGLI INTERVENTI E DELLE TRASFORMAZIONI PIANIFICABILI.............................................................................79 6.3.3 LIMITI DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO COMUNALE IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE, PEDOLOGICHE, IDRAULICO-FORESTALI ED AMBIENTALI .................................80 6.3.4 USO DEL TERRITORIO IN RELAZIONE ALLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO E PERICOLISTITA SISMICA. .......81 6.3.5 AREE PER LE QUALI SONO NECESSARI STUDI ED INDAGINI DI CARATTERE SPECIFICO AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE...................................................................................................................83 6.3.5 AREE PER LA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE, DI INTERESSE PUBBLICO, E GENERALE...........................................83 6.3.6 AMBITI URBANI E PERIURBANI SOGGETTI AL MANTENIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI O ALLA LORO TRASFORMAZIONE ..................................84 6.3.7 AMBITI DESTINATI ALLINSEDIAMENTO DI IMPIANTI PRODUTTIVI 84 6.3.8 AMBITI E LIMITI MASSIMI DELLA UTILIZZAZIONE EDILIZIA ............87 6.3.9 AMBITI DI TUTELA E CONSERVAZIONE DI PORZIONI STORICHE DEL TERRITORIO.....................................................................................................................93 6.3.10 AMBITI A VALENZA PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE.....................93 6.3.11 TERRITORIO AGRICOLO, FORESTALE, USI CIVICI.................................93 6.3.12 AMBITI DI TUTELA DEL VERDE URBANO E PERIURBANO..................93 6.3.13 AMBITO DELLE AREE PER LA PROTEZIONE CIVILE .............................94 6.3.14 AMBITO DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE ..........................94 6.3.15 NUCLEI DI EDIFICAZIONE ABUSIVA .........................................................94 6.3.16 AMBITI PER IL PIANO DI DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI.............94 6.4 CRITERI DI MASSIMA PER IL DIMENSIONAMENTO ............................................96 6.4.1 ATTREZZATURE SCOLASTICHE .................................................................98 6.4.2 PREVISINI DIMENSIONALI ...........................................................................99 6.4.3 CONFRONTO DIMENSIONALE FRA IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE ED IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE......................101 6.4.4 AREE PER STANDARS..................................................................................102

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