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di Catanzaro)
DOCUMENTO PRELIMINARE
(Legge Regionale n.19 del 16/04/2002 e s.m.i.)
ADOZIONE
CONTRODEDUZIONI
APPROVAZIONE
ELABORATO
TAVOLA
1
SCALA
RELAZIONE
TITOLO
DATA
RELAZIONE
COMUNE DI CICALA
(Provincia di Catanzaro)
RELAZIONE
SULLE SCELTE FONDAMENTALI E GLI INDIRIZZI PER LA REDAZIONE DEL PSC E REU
RELAZIONE
SULLE SCELTE FONDAMENTALI E GLI INDIRIZZI PER LA REDAZIONE DEL PSC E DEL REU
0 - PREMESSE
La crescita ordinata di un territorio e le scelte ragionate rappresentano gli ingredienti fondamentali per lo sviluppo. La pianificazione urbanistica lo strumento per la sua attuazione. Le norme Urbanistiche sintetizzano e codificano i risultati delle evoluzioni storiche, politiche e culturali, in un determinato periodo. La storia della Pianificazione Urbanistica recente, senza andare molto indietro nel tempo, ha il suo punto di partenza con la Legge Urbanistica Nazionale n. 1150 del 17 agosto del 1942 che con successive modifiche ed integrazioni ci porta ai giorni nostri senza grandi modifiche. Con la legge n. 281 del 16/05/1970 "Provvedimento finanziario per l'attuazione delle Regioni a statuto ordinario" c.d. legge finanziaria per le regioni a statuto ordinario. Veniva di fatto attuato quanto previsto nella Costituzione e decentrate alcune funzioni tra cui quella in Materia Urbanistica. Dalla loro istituzione le Regioni hanno impiegato diversi anni per legiferare nelle materie loro delegate. La legge Regionale n.. 19 del 16 aprile 2002 Legge Urbanistica Regionale: Norme per la tutela, Governo ed Uso del Territorio e successive modifiche con la L.r. n.8/03 (art.33 comma 1), L. R. n. 8/05 (art.10 comma 8), la L.r. 14.06, L.r. n.9/07 (art. 27), L.r. n.21/07, L.r. n.29/07, L.r. n.15/08 (art.28); L.r. 19/09, L.r. 15/10, L.r. 21/10, L.r. 33/2011; ha tracciato il quadro normativo di riferimento nella Regione Calabria. Le Linee Guida della Pianificazione Regionale approvate con Delibera del Consiglio Regionale della Calabria n. 168 del 11 novembre 2006, hanno indicato i criteri per lattuazione della L.R. 19/2002. In seguito a tale quadro normativo tutti gli Enti Territoriali chiamati alla Tutela, Governo ed Uso del territorio, hanno iniziato liter per la predisposizione degli strumenti operativi di loro competenza.
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La Regione Calabria ha approvato il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesistica QTR-P con D.G.R. n 10 del 13/01/2010 e successivamente con D.G.R n 604 del 14/09/2010 ("Attuazione Legge Regionale 16/4/2002 n.19 artt.17 e 25 - Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica (QTR/P) - adeguamento del QTR/P al nuovo indirizzo politico amministrativo") e la D.G.R n 606 del 14/ 09/2010 ("Legge Regionale 16/4/2002 n.19 - istituzione Laboratorio per l'attuazione e il monitoraggio della L.R. 19/02 - Ufficio del Piano e Osservatorio Regionale per il Paesaggio UDP/OP") e relativi allegati. In data 22/03/2012, stato trasmesso agli Enti territoriali interessati, il Documento preliminare del QTR-P, al fine di attuare quanto previsto dallart. 25 comma 2 della LR 19/2002. Le Provincie hanno approvato il Piano Territoriale di Coordinamento PTCP, in particolare la Provincia di Catanzaro ha approvato il Progetto Preliminare del Piano di Coordinamento Territoriale con delibera di Consiglio n. 41 del 29 maggio 2009. Lamministrazione Comunale di Cicala, in ottemperanza a quanto disposto dalla Legge Regionale n.19 del 16 Aprile 2002, ha avviato le attivit necessarie per la redazione e successiva approvazione del Piano Strutturale Comunale e del Relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico. Con delibera di Giunta Comunale n. 27 del 18 febbraio 2008 dava gli indirizzi per la predisposizione di ogni atto necessario per laffidamento dellincarico e/o assistenza tecnica e collaborazione professionale per la redazione del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) e del regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.) del territorio Comunale . In data 10 luglio 2008 prot. n. 2104 R.P. 177 veniva pubblicato Lavviso Pubblico per laffidamento dellincarico suddetto. In seguito a tale avviso e successiva gara, veniva conferito lincarico per la Progettazione Urbanistica con delibera n. 64 del 18/09/2008 e successiva convenzione sottoscritta in data 19/09/2008. A partire da tale data si dava avvio pertanto, ad un processo di profondo rinnovamento, nella pianificazione territoriale comunale. Seguendo lo schema indicato nellofferta tecnica e di seguito riassunto:
Atteso che le norme Regionali su menzionate, prevedono una nuova filosofia nella pianificazione urbanistica Regionale e Comunale in particolare, imperniata sul concetto di concertazione e sviluppo sostenibile del territorio, si prevede di arrivare alla formulazione finale del Piano Strutturale Comunale e del relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico attraverso un processo mediato e partecipato, con le seguenti fasi operative:
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PRIMA FASE: ANALISI DELLO STATO DI FATTO Necessaria a valutare lo stato di attuazione del vigente strumento urbanistico Comunale Piano Regolatore Generale, e dei piani attuativi. SECONDA FASE: DOCUMENTO PRELIMINARE PSC e REU In seguito a quanto acquisito nella PRIMA FASE, necessaria ad ascoltare ed analizzare, verr predisposto Il DOCUMENTO PRELIMINARE, costituito da elaborati grafici, relazione ed allegati, in cui verr formulata una prima proposta progettuale di PSC e REU. Il Documento Preliminare sar redatto in seguito alle prime indagini di campo, alla ricerca delle fonti e documentazioni, necessarie per la definizione delle elaborazioni grafiche di analisi che costituiscono il Quadro conoscitivo. In tale fase saranno gi analizzate, anche se non in modo esaustivo, le conoscenze attualmente disponibili presso lAmministrazione Comunale, integrandole con i primi risultati delle indagini geomorfologiche e AgroForestali. Lobiettivo quello di individuare attraverso lanalisi del territorio, le risorse presenti per la definizione di possibili strategie di sviluppo e di riqualificazione, nonch di promozione delle attivit socio-economiche. Esistenti o da insediare. Pertanto verr elaborato un Sistema strutturale della pianificazione comunale, necessario per la prosecuzione delle fasi successive che porteranno a definire tutti gli elementi necessari per la redazione del Piano Strutturale Comunale. TERZA FASE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO (PRIMA VERSIONE) Redazione del PIANO STRUTTURALE COMUNALE, completo di tutti gli elaborati, grafici e descrittivi, degli studi e delle prove geologico-tecniche, degli studi e delle indagini ambientali, previsti dalle Norme sopra richiamate. Si specificheranno gli elementi conoscitivi, utili alla individuazione del Quadro delle risorse territoriali, con lintento di proporre una lettura completa, unitaria e particolareggiata, del territorio con tutte le indagini e le ricerche in grado di valorizzare la complessit morfologica, ambientale, geologica, economica, storica ed artistica, traducendola in elementi strutturali (PSC). Redazione del REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO, secondo quanto previsto dalla LR 19/2002, conterr una normativa unitaria sui seguenti elementi:
2) specificazione dei parametri edilizi ed urbanistici ed i criteri per il loro calcolo; 3) individuazione delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti; 4 __________________________________________________________________________
4) individuazione di norme per il risparmio energetico e per leliminazione delle barriere architettoniche; 5) modalit di gestione tecnico-amministrativa degli interventi edilizi, anche ai fini di semplificazione dei permessi di costruire; 6) ogni altra disposizione finalizzata alla corretta gestione del piano.
QUARTA FASE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO (VERSIONE DEFINITIVA)
Redazione del PIANO STRUTTURALE COMUNALE E REGOLAMENTO EDILIZIO ED URBANISTICO, in versione definitiva, dopo leventuale accoglimento ed integrazione dei suggerimenti ed osservazioni della Provincia ed altri Enti che hanno partecipato alla conferenza di pianificazione.
Le fasi operative sopra elencate, producono lo schema a blocchi di seguito illustrato, in cui facendo riferimento alla procedura per lapprovazione del Piano strutturale Comunale, previsto dallart. 27 della L.R. 19/2002, sono individuati anche i tempi per la conclusione delliter approvativo.
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Il sindaco convoca la
Conferenza di pianificazione
Durata max 10 gg + 10 gg proposte Enti
Consiglio Comunale
Adozione P.S.C
Valutazione eventuali proposte Enti
Invio copia a
Invio copia a
Deposito P.S.C.
60 gg dal BUR avviso quotidiano reg Pubblic.Comunale
Enti
Conferenza Pianificazione
Giunta Provinciale
Osservazioni 90gg.
- Enti pubblici - forze professionali - forze economiche - forze sociali - soggetti privati
Approvazione P.S.C.
Valutazioni osservazioni di : - Provincia - forze economiche - soggetti privati
Pubblicazione finale
- copia alla Provincia
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Con delibera di Giunta Comunale n. 27 del 18 febbraio 2008 lAmministrazione Comunale di Cicala dava gli indirizzi per la predisposizione di ogni atto necessario per laffidamento dellincarico e/o assistenza tecnica e collaborazione professionale per la redazione del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) e del regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.) del territorio Comunale . In data 22 ottobre 2008 venivano trasmessi al Comune di Cicala gli elaborati relativi allANALISI DELLO STATO DI FATTO (PRIMA FASE), finalizzati alla convocazione di unassemblea pubblica al fine di acquisire elementi utili tanto ai Tecnici redattori del Piano che al Consiglio Comunale per lapprovazione della delibera degli Atti dindirizzo. In data 22/11/2008 veniva convocata lAssemblea pubblica presso la sala del Consiglio Comunale ed in tale occasione veniva presentata lANALISI DELLO STATO DI FATTO, avvalendosi sia della cartografia che della proiezione di grafici e tabelle. In data 16 marzo 2009 veniva trasmesso una Bozza del DOCUMENTO PRELIMINARE - SECONDA FASE con le indicazioni delle Prime Ipotesi di Assetto. In data 27/03/2009 veniva convocata la Seconda Assemblea Pubblica e presentata la Bozza del Documento Preliminare, seguita da unampia discussione. In data 22/09/2010 alle ore 10,00, presso la Sala Consiliare veniva convocato un incontro fra i Tecnici Progettisti, LAmministrazione Comunale e gli organo tecnici del Comune. In data 07/03/2011 veniva trasmesso lelaborato n.15 Confronto fra le Prime Ipotesi di Assetto e la Carta dellEdificabilit dello Studio Geologico. In data 22/03/2011 veniva convocata la Terza Assemblea Pubblica e presentata la Tavola n. 14 Prime Ipotesi di assetto modificata ed integrata. In data 20/06/2011 venivano trasmessi gli elaborati n.15 e 16 aggiornati con le modifiche scaturite da richieste sia pubbliche che private e confrontate con lo Studio Agronomico e Geologico. In data 24/06/2011, ore 18,00, presso la Sala Consiliare aveva luogo un incontro fra i Tecnici Progettisti, LAmministrazione Comunale e gli organi Tecnici del Comune. Dal 24/06/2011 al 30/04/2012 venivano valutate le richieste di Cittadini interessati a modifiche o integrazioni allo studio Preliminare del Piano Strutturale Comunale.
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La necessit fondamentale sancita dalla Legge Regionale 19/2002 la Tutela, il Governo e lUso del Territorio. Per rispondere in modo efficace a tali dettami necessario avere piena conoscenza del territorio in cui si opera, della sua storia, dei valori culturali che lo caratterizzano. La diversa impostazione della Legge Urbanistica Regionale rispetto alle norme precedenti in materia, sia Regionali che Nazionali, impone un approccio diverso rispetto al passato, in alcuni casi quasi sperimentale, trattandosi della sua prima applicazione e non avendo riferimenti consolidati in ambito regionale. I Piani in ambito Regionale (QTR-P) e Provinciale (PTCP), sono nelle fasi di Prima Applicazione ed impongono un confronto tanto orizzontalmente che verticalmente con nuove problematiche che porteranno sicuramente ad una crescita comune. Nella logica di approfondire la conoscenza del territorio ed arrivare ad una sintesi ragionata per la definizione del Piano Strutturale Comunale, sono stati analizzati diversi aspetti del territorio comunale, ed i risultati sono rappresentati nelle tavole grafiche e nei paragrafi che seguono anche con tabelle e grafici. Lesigenza quella di arrivare gradualmente a definire tutti gli elementi necessari a comporre un Piano che da una parte detti gli indirizzi del Governo del Territorio e dallaltra stabilisca le regole per luso dello stesso.
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2 IL TERRITORIO
2.1 CICALA NEL TERRITORIO PROVINCIALE Il Comune di Cicala posto a Nord del Capoluogo di Provincia (fig. 1) , in una fascia territoriale che in parte guarda verso il Lametino ed in parte verso il Catanzarese, tanto che lo stesso Comune ha dipendenze territorialiamministrative sia a Lamezia Terme che a Catanzaro.
La collocazione naturale, comunque si pone verso il Capoluogo di Provincia, per i collegamenti stradali, ma soprattutto ferroviari.
Figura 1 Territorio della Provincia di Catanzaro
Il Comune fa parte della giurisdizione territoriale del Tribunale di Lamezia Terme. E compreso nella Comunit Montana dei Monti Reventino-Tiriolo-Mancuso con sede in Soveria Mannelli (Fig. 2). Fa parte del territorio di competenze della ex Azienda Sanitaria Locale n.7 di Catanzaro. Il codice ISTAT del Comune il seguente 18079030.
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Sud: Gimigliano
Figura 3
Il centro abitato posto ad una quota media di 820,00 m s.l.m. , mentre il territorio comunale varia fra una quota minima di circa 550,00 m s.l.m. ed una quota massima di circa 1.089,00 m s.l.m. (Fig. 4). In particolare facendo riferimento agli elaborati grafici TAVOLA 02 del Documento Preliminare stata individuata la seguente suddivisone del territorio comunale dal punto di vista altimetrico:
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Figura 4
Quote inferiori a 600 m Quote comprese fra 600 e 700 m Quote comprese fra 700 e 800 m Quote comprese fra 800 e 900 m Quote comprese fra 900 e 1000 m Quote superiori a 1000 m
VARIAZIONE DI QUOTA S.L.M. quota < 600 m 600<quota<700 700<quota<800 800<quota<900 900<quota<1.000 quota > 1.000
Tabella 1
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Il territorio, per la sua morfologia presenta poca superficie utilizzabile a fini agricoli, quali seminativi od orticoli, la maggior parte coperta da vegetazione arborea distinta in querceti, castagneti, e misto ontani, pioppi soprattutto lungo gli argini dei fiumi. In particolare facendo riferimento agli elaborati grafici TAVOLA 03 del Documento Preliminare stata individuata la seguente suddivisone delluso del suolo:
Figura 5
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2.3 LA VIABILITA Il Territorio comunale attraversato dalle Strade Provinciali, SP 159/2 ( ex SS 109) e dalla SP 39, risulta poi servita dalla SP 165 (ex SS 19) e dalla SP 39. In Particolare la SP 159 (ex SS 109) ha rappresentato per molti anni lunica strada principale di Collegamento con il Capoluogo di Provincia. In anni recenti in seguito alla costruzione della strada provinciale 34, Gimigliano Bivio Giardinello, si creato un percorso alternativo alla vecchia SS 109. In anni ancor pi recenti, con la costruzione della SP 38 e poi con la provincializzazione della Strada Comunale Arnese-Stazione di San Pietro Apostolo, divenuta SP 39, si ottenuta una vera alternativa tanto per i collegamenti viari con il Capoluogo di Provincia che verso il territorio del Lametino. Attualmente larteria stradale principale costituita dalla SP 165 (ex SP 19) che oltre a rappresentare un collegamento con la strada SS280 sulla direttrice Catanzaro-Lamezia Terme, dovrebbe costituire il collegamento naturale con la strada in corso di costruzione Bivio Coraci Decollatura, bretella di collegamento con lautostrada A3 Salerno Reggio Calabria. Atro sistema di collegamento di fondamentale importanza costituito dalla Ferrovia della Calabria, che attraversa il territorio comunale lungo il corso del fiume Corace. Sin dalla sua costruzione negli anni trenta, la ferrovia ha rappresentato il miglior mezzo di trasporto per Catanzaro e anche verso i paesi vicini. Il suo percorso lungo la valle del Corace ha permesso di superare le tortuosit della rete stradale, riducendo i tempi e migliorando le condizioni del viaggio. Ha consentito ad intere generazioni di studenti e lavoratori di poter raggiungere il Capoluogo di Provincia in tempi ragionevoli. Con il potenziamento della viabilit comunale degli ultimi anni, il miglioramento dellattuale strada provinciale 39, i punti di collegamento con le fermate della Ferrovia della Calabria, sono diventate due. Una storica, quella di Cicala, in localit Poneria Due Fiumi, e laltra pi recente di San Pietro Apostolo, in localit Vicario Manche. Con tali premesse il sistema ferroviario, se migliorato e ben tenuto, rappresenta un collegamento metropolitano con la Citt di Catanzaro e con tutti i paesi attraversati. Accanto alla rete viaria principale, il Comune di Cicala dotato di una fitta rete di strade Comunali ed interpoderali, che sono state oggetto di continui interventi di manutenzione e si presentano idonee a soddisfare le esigenze di collegamento del Centro abitato con le varie localit agricole del territorio comunale. Sono rimaste poche strade ancora da pavimentare per completare lintera rete comunale.
Nelle figure che seguono (Fig. 6- 7) estrapolate dalla TAVOLA 01 e TAVOLA 07, del Documento Preliminare, sono individuabili le strade sopra descritte:
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2.4 LECONOMIA Leconomia del Comune risente di tutte le problematiche tipiche delle regioni meridionali, aggravate dal territorio montano e dalla posizione geografica. La popolazione negli anni stata decimata da emigrazioni di massa sia interne, verso altre regioni dItalia, che allestero. Per quella rimasta non si sono mai aperte le porte di un vero sviluppo, che in parte ha interessato i paesi sulla costa. Il paese passato da uneconomia agraria, che aveva caratterizzato la sua storia sin dalle origini e fino agli anni sessanta, ad uneconomia di tipo misto fino agli anni ottanta, costituita da agricoltura artigianato e poco terziario, a quella attuale costituita da piccola industria e terziario. Levoluzione possiamo dire che stata una scelta obbligata, infatti, con il miglioramento delle condizioni di vita non stato possibile pi ottenere redditi adeguati dalle micro aziende agricole degli anni passati. Queste basavano la loro organizzazione sullautosufficienza, con consumo esclusivo dei propri
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2.5 IL CLIMA Il Comune per la sua posizione geografica caratterizzato da un clima marittimo, caratterizzato da un massimo di precipitazioni in inverno ed un minimo in estate, tipico delle coste tirreniche a sud della foce dellOmbrone, Calabria e Isole. Dati elaborati e pubblicati dallARPA-CAL
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2.6 LA SISMICITA Dati elaborazioni Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Database Macrosismico Italiano 2004
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( nel raggio di 30 km ) distanza 12,98 km 2,68 km 23,15 km 17,85 km 20,57 km 26,91 km 9,13 km 16,72 km 25,85 km 26,11 km 8,40 km 11,47 km 16,72 km 19,07 km 17,40 km 19,44 km 24,68 km 11,47 km 27,93 km 6,31 km
nella zona del comune di CICALA, nel raggio di 30 km, storicamente si sono verificati 20 eventi
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3 LA STORIA
3.1 LE ORIGINI
Diverse sono le ricerche sulle origini di Cicala, tutte improntate sulla voglia di conoscenza e sullamore verso il paese, poche sono le notizie certe e soprattutto i documenti ufficiali. Si far pertanto riferimento a quanto pubblicato sul sito ufficiale del Comune, con la possibilit di eventuali integrazioni, se portatrici di novit o eventuali correzioni. Nel 1875, lo studioso Domenico Lovisato, in seguito al ritrovamento, nel territorio di Cicala, di alcuni reperti archeologici risalenti al Neolitico, condusse delle ricerche sull'origine di questo paese. In uno dei suoi scritti si legge: "... azze, scalpelli, martelli e ciottoli, dell'epoca della pietra, ritrovati in Calabria", o ancora, "... le armi formate di rocce calabresi si trovano in abbondanza sulla parte settentrionale della provincia di Catanzaro, come Tiriolo Superiore e Cicala". Questi passi hanno fatto pensare a una presenza neolitica nel territorio. Oggi questi reperti archeologici ritrovati nel territorio di Cicala, possibile ammirarli nel Museo Provinciale di Catanzaro. Da questa scoperta, risalente al neolitico, fino al XVII secolo non si ha pi nessuna notizia certa sulla storia di questo paese. In alcuni documenti, conservati nella biblioteca "De Nobili" di Catanzaro e in quella di Soriano Calabro, si parla di un villaggio denominato "Castriota". Era infatti proprio questo il primo nome di Cicala, dal nome della sua fondatrice Giovanna Maria Castriota, discendente di Giorgio Castriota Skanderberg, madre di Francesco Maria Caraffa Duca di Nocera, che lo fond nel 1595. Per difficolt economiche, nel 1610 il feudo di Tiriolo, compresi i casali, fu venduto da Francesco Maria Caraffa al conte di Messina Carlo Cigala, che lo acquist per 80.000 ducati. In questo territorio era compreso anche il villaggio di "Castriota". Da alcuni atti del notaio D.P. Foco in Tiriolo, custoditi nell'archivio storico di Catanzaro ("concessioni domandate dagli abitanti del casale di Castagna...") si legge che nel 1616 alcuni uomini della "Trempa di Castagna" chiesero al conte Cigala di fondare un casale nella "Stagliata di Fantuzzo" e di concedere loro dei capitoli di immunit. Da quel momento il villaggio Castriota prese il nome di Cigala, per poi essere cambiato in Cicala. Si suppone che il centro abitato in origine si svilupp principalmente sulla cosiddetta "VIA RANDE" (Via Grande, composta da Via Vittorio Emanuele II e da una parte di Via Garibaldi), intorno ai Palazzi dei Mancusi e dei Cigala. Nel 1783 il centro abitato fu distrutto, da un terribile terremoto. Nel 1799 entr a far parte del cantone di Catanzaro, dipartimento della Sagra. Il casale rimase
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propriet della potente famiglia Cigala fino al 1806, anno in cui fu assediato ed incendiato dai Francesi. Tale distruzione confermata dai documenti dell'Archivio Comunale che esistono proprio a far data dagli anni intorno al 1810. Con la prima legge francese del 9 gennaio 1807 divenne luogo del governo di Serrastretta. Il successivo riordino del 1811 lo attribu a Tiriolo. Nel 1816 pass nel circondario di Gimigliano.
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Seguendo le cronache letterarie che hanno portato alla nascita di Cicala, si pu certamente affermare che il primo nucleo abitato sia corrispondente ad alcune case lungo la linea Via Garibaldi - Via Vittorio Emanuele Via Casolare Via Immacolata, questultima per la presenza della Chiesa omonima, probabilmente anche monastero in passato. Non si ha notizia se i primi insedianti sono piccoli ricoveri per i contadini e gli animali o se nasce il borgo intorno al palazzo del feudatario, anche perch non sono individuabili nellattuale tessuto urbano n la prima n la seconda ipotesi. Sono individuabili dei fabbricati che per la loro struttura edilizia e dimensione sono stati residenza di famiglie agiate, ed intorno un susseguirsi di piccole abitazioni composte quasi sempre da una stanza al piano terra, un locale seminterrato adibito a ricovero degli animali ed un sottotetto in molti casi utilizzato anche per abitazione, dalle famiglie numerose. Tale organizzazione edilizia ed urbanistica, nata in modo spontaneo e seguendo in particolar modo lorografia, si mantenuta fino agli anni 40, senza grandi stravolgimenti. Passando man mano dalla linea tracciata dai primi insediamenti con nuove aggiunte fino a delineare lattuale piazza San Giacomo e Via Marconi, alle quali si saranno aggiunte lattuale Via Umberto I , Via Attanzio e Via Termini. Dagli anni 40 in poi le modifiche edilizie hanno seguito levoluzione delle tecniche costruttive e dei nuovi materiali, le costruzioni in muratura di pietrame sono state pian piano sostituite da costruzioni prima miste muratura e cemento armato e poi quasi esclusivamente in c.a.. Sono cambiate anche le tipologie abitative passate da una sola camera a due o pi camere e poi, dalla fine degli anni cinquanta, con laggiunta del locale bagno. Mentre la struttura edilizia subiva profondi mutamenti, legati alle esigenze e anche alle diverse condizioni di vita, lassetto urbanistico del comune ha mantenuto la sua connotazione originaria, i nuovi insediamenti abitativi sono sorti in modo organico con il vecchio nucleo, mantenendo i collegamenti e soprattutto lasciandogli il ruolo principale della vita sociale. Gli edifici pubblici, i negozi, la chiesa, la piazza, sono sempre localizzati allinterno del nucleo originario e rappresentano il baricentro del paese.
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3.5 LE INFRASTRUTTURE
3.5.1 La viabilit La viabilit interna al primo nucleo abitato si distingue facilmente in principale e secondaria. Alla principale era riservato il nome di Via, alla secondaria di Vico-lo e Vinella. Le Vie Principali hanno mantenuto il collegamento tra di loro e con la strada di collegamento esterno, Attuale Via Nazionale per il tratto abitato, corrispondente alla vecchia Strada Statale 109 (Crotone Lamezia Terme con diramazione Catanzaro al Bivio Cafarda). I vicoli hanno avuto funzione di collegamento con le Vie principali e in molti casi sono anche a fondo cieco. Le Vinelle avevano la funzione di collegare le vie principali interne, con le strade rurali ed interpoderali, quindi erano disposte nelle parti marginali del centro abitato. A partire dagli anni sessanta la rete viaria comunale ha subito dei profondi cambiamenti, soprattutto per la presenza dei mezzi di trasporto a motore, che hanno sostituito gli animali. Sono state costruite nuove strade interne: 1) Costruzione della tangenziale Ovest ora Via Tienanmen ( Strada da Via Garibaldi a Via Immacolata); 2) Costruzione della Nuova strada entro la Lottizzazione Gigliotti; 3) Costruzione della strada di piano Via Castriota ( Strada da Via Attanzio a Strada Comunale incrocio Serbatoio ) 4) Costruzione tangenziale Est ( Strada da Via Nazionale Vico I a Via Nazionale Incrocio con Via Garibaldi) Sono state costruite nuove strade esterne: 1) Collegamento stradale fra la SS 109 e la stazione di San Pietro Apostolo; 2) Realizzazione della Bretella stradale da Via Tienanmen alla Stazione di San Pietro Apostolo; 3) Viabilit nellarea PIP Milocca; 4) Viabilit nellarea PIP Pietrogualtieri; Sono state potenziate o rese carrabili strade comunali o interpoderali: 1) Strada Comunale SS 109 Stazione di Cicala; 2) Strada Comunale SS 109 Ponte Argenteria; 3) Strada Comunale Via Nazionale Vico I Attanzio (Fiume S. Elia) 4) Strada Comunale SS 109 - Squadalupo San Martino; 5) Strada Comunale San Martino Diamale 6) Strada Comunale Girone - Poneria
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7) Strada Comunale Squadalupo Carlopoli 8) Strada Comunale da SS 109 Fiume S. Elia ( Montagna); 9) Strada Comunale Via Umberto I - Monticello.
Linsieme della suddetta viabilit costituisce la nervatura di riferimento per lassetto urbanistico. Lungo gli assi viari delle nuove strade interne e di quelle previste, sono impostati gli ambiti territoriali del piano strutturale comunale.
Il Comune dotato di un ottimo sistema idrico. La rete idrica, distinta in rete adduttrice e rete di distribuzione costituita da un insieme di opere che risultano ancora valide sotto laspetto idraulico Rete adduttrice: E costituita da un sistema di raccolta in diverse localit, quasi tutte fuori dal territorio Comunale, in parte nel Comune di Carlopoli ed in parte nel Comune di Sorbo san Basile. Quelle ubicate nel territorio Comunale e nel territorio del Comune di Carlopoli sono in Localit Manca, sono costituite da sistemi di captazione tradizionali, con drenaggi verso la sorgente, opera di captazione con sistemi di gallerie drenanti, manufatto di presa costituito da strutture in calcestruzzo semplice contenenti vasche di decantazione e partenza. La rete confluisce ad un primo bottino di riunione. Da questo con collegamento in tubi di ghisa o acciaio si arriva ad un secondo Bottino di Riunione, in cui convergono le altre opere di presa. Da questultimo la rete viene convogliata al serbatoio in Via Castriota. Le opere poste nel Comune di Sorbo San Basile sono in localit Montagna, per la parte relativa alla captazione e opera di presa, hanno le stesse caratteristiche delle precedenti. Queste per si trovano ad una quota inferiore alle precedenti, pertanto sono dotate di una stazione di pompaggio, in localit Pietrogualtieri di Cicala, che ne consente limmissione in una seconda rete adduttrice (di cui si dir appresso) ed il relativo utilizzo. Insieme al sistema di adduzione sopra descritto, presente una seconda rete adduttrice, con collegamento allAcquedotto Regionale (ex CASMEZ) che ha origine nel serbatoio posto nel Comune di Panettieri e serve i Comuni di Panettieri, Carlopoli, Cicala ecc. Le reti adduttrici, sopra menzionate, alimentano due serbatoi posti a monte del centro abitato di Cicala, uno in Via Castriota e laltro in localit Colle dellAia.
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Rete di Distribuzione. La rete di distribuzione, attualmente costituita da condotta principale in ghisa del diametro di 100 mm che collega i due serbatoi posti nella parte alta dellabitato in loc. Colle dellAia e Via Castriota. Si estende lungo Via Umberto I, fino a Piazza San Giacomo. Tutte le diramazioni, salvo brevi tratti locali, sono in tubazioni di ghisa del diametro di mm 60. Il sistema misto, ovvero con distribuzione a ramo e qualche collegamento ad anello. Le diramazioni per gli utenti sono realizzate in appositi pozzetti con sistema Gallo costituito da pezzo speciale in ghisa con dodici fori filettati e saracinesca di manovra (chiusura-apertura del sistema). Dai pozzetti si diramano le tubazioni dei privati, di propriet degli stessi, con saracinesca a volantino. Il sistema sopra descritto stato realizzato negli anni settanta. Da tale data, sulla rete di distribuzione, sono stati realizzati solo interventi di ampliamento, avvenuti in vari periodi per far fronte a nuove richieste idriche o per collegare nuove zone di completamento o espansione urbanistica. Acquedotto rurale Il Comune dotato inoltre di un acquedotto rurale, realizzato negli anni 70, e gestito da una Societ Semplice costituita dai Cittadini Utilizzatori del servizio. Questo costituito da una stazione di pompaggio nei pressi della confluenza dei fiumi Nero e S. Elia ed una seconda stazione poco pi in alto che confluisce in una serie di vasche poste a monte dei terreni da irrigare. Dalle vasche, inizia un sistema di distribuzione a ramo che porta lacqua in tutti gli appezzamenti orti, sparsi intorno al centro abitato ed in alcuni casi anche in localit pi decentrate. Questo sistema nato per lirrigazione, ha risolto in modo determinate lutilizzo della risorsa idrica comunale. Infatti lacqua potabile viene utilizzata quasi esclusivamente per gli usi domestici e per le attivit produttive, mentre per gli altri usi si fatto fronte con lacquedotto rurale.
3.5.3 La Rete fognaria Depuratori Fognatura acque nere La rete fognaria principale fu realizzata negli anni 50 a servizio del centro abitato allora presente, corrispondente per come gi detto al vecchio nucleo abitato. Il sistema nacque misto, ma fu quasi subito convertito in fognatura nera, eliminando le immissione delle acque di pioggia in quanto allepoca le strade non erano pavimentate ed immettevano nella rete notevoli quantit di sabbia e pietrisco. Il sistema di depurazione era costituito da alcune vasche di raccolta, entro le propriet private ed avveniva quasi esclusivamente per irrigazione. La rete stata ampliata, seguendo lespansione urbanistica e la nuova viabilit, sino a giungere al sistema attuale, costituito da una rete principale lungo lasse Via Umberto I Via Garibaldi a servizio del versante est con direzione depuratore in localit Castagneto ed una seconda rete a servizio del versante ovest con direzione depuratore in Localit Milocca.
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A parte pochi casi isolati, tutto il territorio risulta servito da rete fognaria con collegamento ai depuratori. Fognatura acque bianche Accanto alla rete sopra descritta presente anche una rete di raccolta delle acque di pioggia. Questa in alcuni tratti pu considerarsi completa, perch confluisce verso scaricatori naturali con sistemi adeguati di smaltimento. In altri tratti necessita di interventi di potenziamento e completamento.
3.5.4 La Rete Elettrica Elettrodotti Il territorio comunale risulta ben servito dalla rete elettrica, sono presenti due linee di alimentazione, la prima in media tensione converge nella cabina di Via Roma, con trasformatore da media a bassa tensione e segue il vecchio tracciato da Catanzaro a Carlopoli . Il secondo in alta tensione di recente costruzione, con cabina di trasformazione in localit Arnese, con trasformatore da alta a bassa tensione. Pubblica illuminazione La rete di pubblica illuminazione stata rinnovata di recente per la parte che riguarda il centro abitato, con lampade a basso consumo, e serve in modo adeguato tutte le strade e le parti abitate. La rete poi si estende in tutte le strade di nuova costruzione e salvo qualche deficienza, risolvibile, risulta idonea.
3.5.5 La Rete Telefonica La rete telefonica stata potenziata da poco passando da un sistema di cabine analogiche ad ununica cabina digitale, con larga banda, anche se di modeste capacit, riesce a fornire tutti i servizi sia telefonici che dati.
3.5.5 La Rete del Gas La rete del gas metano in avanzata fase costruttiva, con realizzazione della rete adduttrice con relativa cabina in localit Diamale e rete di distribuzione lungo tutto il centro abitato.
3.6 I SERVIZI Il Comune risulta dotato di servizi essenziali commisurati al numeri di abitanti, anche se in alcuni casi risentono delle scarse risorse finanziarie per i noti tagli che da anni si abbattono sugli Enti Locali. Sono presenti i servizi pubblici elencati nei punti successivi.
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3.6.1 Gli Uffici Pubblici Nel territorio comunale sono presenti solo gli Uffici Comunali e lUfficio Postale. Gli Uffici Comunali sono organizzati secondo i criteri istituzionali ma ridotti allessenziale, per ovvi motivi economici, e assolvono anche funzioni spesso riservati ad altri Enti, quando presenti. Sono ospitati in un edificio posto in posizione centrale, recentemente ristrutturati ed idonei allo scopo. LUfficio Postale, risente anche questo di tutti i tagli praticati di recente, per cui in questi ultimi anni ridotto ad una sola unit. Non si presenta pi idoneo ad assolvere alle funzioni preposte, soprattutto in considerazione che il paese sprovvisto di istituti o sportelli bancari. Per esso sarebbe necessaria unazione di potenziamento. Gli uffici sono ospitati in locali di propriet Comunale posti in posizione centrale, in Via Roma. 3.6.2 LIstruzione La dotazione scolastica attuale costituita da un unico edificio, posto in posizione centrale, tra Via Attanzio e Via Roma, di propriet Comunale. Ledificio stato costruito verso la fine degli anni 50 ed stato ampliato con interventi successivi, fino a renderlo idoneo ad ospitare due sezioni di scuola materna, una sezione di scuola elementare ed una di scuola media. E dotato anche di palestra. Non risulta sufficiente a soddisfare le esigenze scolastiche per la presenza congiunta di tutta la popolazione scolastica comunale. Per tale motivo in corso di costruzione un nuovo edificio scolastico, in grado di ospitare la scuola media con tutti gli spazi necessari per la didattica e le altre attivit. Larea su cui si sta realizzando di propriet comunale, tra Via Attanzio e Via Nazionale, dove in precedenza gi sorgeva un altro edificio scolastico.
3.6.3 La Sanit Nel comune presente ununica struttura sanitaria, posta in via Garibaldi, di propriet comunale, in cui sono ospitati la Guardia Medica ed alcuni ambulatori. Questa necessita di interventi di ristrutturazione e potenziamento al fine di essere adeguata alle esigenze della collettivit. In particolare necessario segnalare che, trattandosi di un comune montano, distante 32 Km dallospedale Civile di Catanzaro e 22 Km dal presidio Ospedaliero di Soveria Mannelli, diventa essenziale avere in loco un minimo di dotazione medica capace di affrontare le situazioni di emergenza. E presente inoltre una farmacia, posta in piazza G. Tallarico, di recente insediamento, idonea a soddisfare le esigenze della collettivit.
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3.6.4 I Servizi Sociali Da alcuni anni si sta programmando per dotare il paese di strutture risolte al sociale. In particolare di recente sono stati ultimati i lavori per destinare un fabbricato di propriet comunale, in Via Immacolata, gi ex Convento, Chiesa, Uffici Comunali, Scuola Materna, a Comunit Alloggio per anziani.
3.6.5 Lo Sport Dopo alcuni anni dedicati a colmare assenze notevoli nelle strutture sportive, si pu dire, che le dotazioni di base cominciano ad essere sufficienti per la popolazione. In particolare, il Comune dotato di un campo di calcio in localit Pietrogualtieri, completo di spogliatoi, ma necessario di alcuni interventi di completamento. Di recente stato realizzato un centro sportivo in Localit Immacolata, in area di propriet Comunale, in cui sono presenti un campo da tennis, un campo di calcetto, un campo di bocce tutti allaperto ed una struttura polifunzionale chiusa, che ancora necessita di lavori di completamento. Sono presenti locali spogliatoi anche questi da completare per la parte riguardante gli istruttori e linfermeria.
3.6.6 Il Verde pubblico Il Comune dotato di pochi spazi destinati a verde pubblico. E presente un solo spazio dotato di verde attrezzato, in localit Immacolata, in posizione periferica, mentre sono assenti spazi a verde nella zona centrale e di maggiore presenza di abitanti. 3.6.7 I parcheggi Le aree sistemate a parcheggio non sono sufficienti alle esigenze della collettivit, in particolar modo nei mesi estivi, quando la popolazione aumenta in modo rilevante, pertanto nellambito delle aree gi reperite negli strumenti urbanistici sia vigenti che in fase di redazione necessario programmare interventi finalizzati alla loro sistemazione ed effettiva utilizzazione. 3.6.7 La raccolta dei rifiuti solidi urbani La raccolta dei rifiuti solidi urbani avviene mediante appalto a Societ di Servizi. Il sistema ancora pu essere considerato misto, in quanto si opera una parte di raccolta differenziata ed una di indifferenziata. Le prospettive sono quelle di raggiungere un sistema di raccolta differenziata, avendo di recente realizzato unarea idonea allo scopo, Isola Ecologica, in localit Milocca, in adiacenza allarea PIP. In tale area si prevede la raccolta ed il successivo smaltimento di tutte quelle parti dei rifiuti che possono subire processo di recupero. 3.6.8 Il Cimitero I servizi cimiteriali sono forniti nellunico cimitero in localit Arnese, posto sulla strada ex SS109. Questo a partire da un primo nucleo di antica costruzione ha subito diversi interventi di ampliamento, ed altri ne sono previsti per il futuro, ci in seguito al diverso sistema di tumulazione. In passato la maggior parte delle inumazioni avveniva in terra con periodiche esumazioni e
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maggiore disponibilit di spazi. Da quando si utilizzato il sistema di tumulazione in cappelle gentilizie sia pubbliche che private, aumentato notevolmente il tempo necessario per le esumazioni e quindi la necessit di aumentare gli spazi .
43 __________________________________________________________________________
Evoluzione Residenti
44 __________________________________________________________________________
Abitanti 2001-2010
45 __________________________________________________________________________
Dettaglio Bilancio Demografico Anno Nati 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 4 6 13 9 7 6 8 8 4 Morti 11 16 13 16 11 13 22 14 11 Iscritti da Iscritti Altri altri dall'estero iscritti comuni 21 23 20 10 17 13 19 10 14 2 4 1 2 5 3 0 6 5 0 0 5 0 0 0 0 0 0 Cancellati Cancellati Altri per altri per cancellati comuni l'estero 17 22 12 13 19 14 17 21 15 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 3 0 3 0
46 __________________________________________________________________________
47 __________________________________________________________________________
48 __________________________________________________________________________
Dettaglio veicoli commerciali e altri Motocarri Rimorchi Autocarri Motoveicoli Rimorchi Trattori Quadricicli Semirimorchi Autoveicoli Altri Anno Trasporto Quadricicli Semirimorchi Stradali Trasporto Trasporto Speciali Veicoli Merci Speciali Speciali Motrici Merci Merci 2004 2005 2006 2007 2008 2009 62 63 66 74 76 86 38 38 33 32 32 29 2 2 2 2 3 2 3 3 3 5 5 5 0 0 0 0 0 3 7 7 7 7 7 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
49 __________________________________________________________________________
Tra gli stranieri maggiormente presenti nel comune di Cicala ci sono: romeni, albanesi, bulgari, ucraini, bielorussi Residenti Stranieri per Nazionalit (2010) Pos Nazione 1 Romania 2 Albania 3 Bulgaria 4 Bielorussia 5 Ucraina Var. Residenti %Maschi Anno Prec. 9 3 2 1 1 66,7% 50,0% 100,0% 50,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Da Dove Unione Europea Europa Centro Orientale 0,0% Provenienza per Continente (2010) Da Dove Europa Totale Var. Quanti %Maschi %Totale Anno Prec. 16 16 62,5% 62,5% 100,0% 45,5% 45,5%
Provenienza per Area (2010) Var. Quanti %Maschi %Totale Anno Prec. 11 63,6% 68,8% 83,3%
60,0%
31,3%
0,0%
50 __________________________________________________________________________
Principali Valori
51 __________________________________________________________________________
2001 13 18 19 16 3
2000 135
52 __________________________________________________________________________
3.8 LE ABITAZIONI
Epoca di costruzione
Prima del 1919 1919-1945 1946-1961 1962-1971 1972-1981 1982-1991 1992-2001 2002-2011 TOTALE
236 31 12 27 58 55
264 29 35 24 42
419
394
2011
2001
1991
1981
Acqua potabile
583
697
407
riscaldamento
412
684
408
bagno
562
517
212
53 __________________________________________________________________________
700
500
400
300
200
100
0
ta bi le el et tri ci t ni ca fis sa ga bi ne tto ca ld am ba gn o en to
ua
po
SERVIZI
54 __________________________________________________________________________
lin ea
te le fo
Ac q
ris
414
419
415
71,01
58,85
66,51
169 583
293 712
209 624
28,99 100,00
41,15 100,00
33,49 100,00
1.518
1.168
1.223
71,00
59,05
68,25
620 2.138
810 1.978
569 1.792
29,00 100,00
40,95 100,00
31,75 100,00
21.929
52,84
55 __________________________________________________________________________
ABITAZIONI
450
400
350
300
150
100
50
STANZE
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
56 __________________________________________________________________________
44 147 97 74 36 17 415
140
120
80
60
40
20
0 1 2 3 STANZE 4 5 6 o pi
57 __________________________________________________________________________
Il primo strumento urbanistico del Comune di Cicala fu il Regolamento Edilizio con annesso Programma di Fabbricazione, adottato con delibera di Consiglio Comunale n. 21 del 07/04/1973, sostituito con una Variante adottata con delibera di C.C. n. 71 del 06/11/1974 ed approvato con D.P.G.R. n. 1027 del 20/05/1980. Nel 1983 veniva predisposta una variante al P.d.F. approvata con D.P.G.R. n. 1221 del 19/06/1985. Tale variante veniva annullata dal TAR Calabria e successivamente anche dal Consiglio di Stato, in seguito a ricorsi ed opposizioni. Nel 1980 con delibera di Giunta Comunale n. 38 del 02 aprile veniva dato lincarico per lacquisizione ed urbanizzazione primaria del Piano per lEdilizia Economica e Popolare (P.E.E.P. Comprensorio n. 2), ai sensi della Legge 167/1962, variato con Delibera del Commissario Prefettizio n. 51 del 27/10/1982. Nel 1984 con delibera di Consiglio Comunale n. 31 del 03/09/1984 veniva approvato il Piano di recupero del Centro Storico, in attuazione della legge n.457 del 05/08/1978. Nel 1986 Viene approvato il Primo Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata, con parere della S.U.R. n. 4005 del 17/03/1986 e successivamente ratificata con delibera di C.C. n. 45 del 07/05/1986. Nel 1992 veniva approvato il Piano Regolatore Generale adottato con delibera n. 1 del 19/05/1992 del Commissario ad Acta ed approvato con D.P.G.R. n. 1208 del 20/09/1994. Nel 1997 con concessione edilizia n. 363 del 02/07/1997 veniva approvato il progetto per la costruzione di n. 6 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica con relative opere di urbanizzazione, costituendo di fatto il comprensorio n.3 per il P.E.E.P. Nel 1999 veniva adottata la Variante al Piano Regolatore Generale con delibera di C.C. n. 2 del 12/01/1999 ed approvata con D.D.G. n.69 del 02/08/1999. Nel 1999 veniva redatto il Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) adottato con delibera di G.C. n. 111 del 05/10/2008 (confermata con delibera di C.C. n. 13 dell11/03/2000) ed approvato con delibera di G.C. n. 131 del 03/12/1999 (confermata con delibera di C.C. n. 14 dell11/03/2000) Nel 2005 veniva adottata la Seconda Variante (Parziale) al Piano Regolatore Generale con delibera di C.C. n. 3 del 22/01/2005 ed approvata con decreto del D.P.G. n. 15507 del 19/10/2005.
58 __________________________________________________________________________
Nel 2006 veniva redatto il Progetto di ampliamento al Piano per gli Insedianti Produttivi approvato con delibera di C.C. n. 29 del 30/09/2006. Nel 2006 veniva redatto il Progetto di Variante al Piano di Recupero del Centro Storico approvata con Delibera di C.C. n. 32 del 30/11/2006.
59 __________________________________________________________________________
Al fine di poter valutare lo stato di attuazione del vigente strumento urbanistico Comunale, ovvero il Piano Regolatore Generale, sono state analizzate tutte le pratiche edilizie relative a nuove costruzioni, o ampliamenti di edifici esistenti, a partire dal 1999, corrispondente allanno di redazione della Variante al Piano Regolatore Generale. Si proceduto pertanto alla redazione di alcune tabelle e grafici, con indicazione dei volumi approvati ( e realizzati) nelle diverse zone omogenee al fine di fornire dei dati statistici utili alla formazione del nuovo strumento urbanistico, il Piano Strutturale Comunale.
Z.T.O.
Superficie territoriale PRG 1994 69155 38624 31375 9340 18553 4580 40680
Superficie territoriale Variante PRG 1999 69155 23200 47710 13660 18553 18300 86300 5860 83500 27490 43900 11120 22690 31540
A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP
178250
60 __________________________________________________________________________
Z.T.O.
A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP
18700
61 __________________________________________________________________________
18000
16000
14000
Volume (Mc)
12000
10000
VOLUMI REALIZZATI
8000
6000
4000
2000
0 A B BT BR B1 C1 C2 D ZTO E PC F1 F2 F3 F4 P VP
anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 A 0 0 0 0 0 0 35 2170 0 0 0 0 0 B 0 110 1160 0 642 0 950 1290 145 0 0 0 0 BT 0 0 0 0 0 0 747 0 0 0 0 0 0 BR 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B1 2273 0 865 0 0 0 844 0 0 0 0 0 0 C1 2475 0 0 0 1860 0 0 0 5434 0 0 0 0 C2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 D 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 E 1756 0 3236 0 561 282 0 0 765 547 0 0 707 PC F1 F2 F3 F4 P VP
62 __________________________________________________________________________
6000
5000
4000
3000
2000
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
1000
0 A B BT BR B1 C1 C2 D E PC F1 F2 F3 F4 P VP
Attuazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi Il primo Piano per gli Insediamenti Produttivi approvato nel 1999, prevedeva insedianti in tre localit, Pietrogualtieri, Milocca, Vicario-Manche, secondo la ripartizione riportata in tabella n.6 : AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 32.300, con i seguenti lotti:
Lotto N. 1 2 3 TOTALI
63 __________________________________________________________________________
Lotto N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 TOTALI
Superficie Territoriale St (mq) 2.320,00 1.920,00 2.400,00 2.500,00 3.900,00 1.400,00 2.550,00 2.300,00 1.990,00 3.400,00 1.990,00 2.600,00 2.300,00 22.000,00
Volume Edificabile V (mc) 3.480,00 2.880,00 3.600,00 3.750,00 5.850,00 2.100,00 3.825,00 3.450,00 2.985,00 5.100,00 2.985,00 3.900,00 3.450,00 33.000,00
AREA PIP VICARIO (Manche) Superficie complessiva mq 12.000, con il seguente lotto unico:
Lotto N. 1 TOTALI
Nel
Pertanto la nuova consistenza delle Aree per gli Insedianti Produttivi veniva potenziata, aggiungendo anche una nuova in Localit Stazione di San Pietro Apostolo, come segue:
64 __________________________________________________________________________
AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 32.300 LOTTO 1 2 3 TOTALI SUPERFICIE mq. 2700 2300 17000 22000 VOLUME EDIFICABILE mc. 4050 3450 25500 33000
SUPERFICIE mq. 2320 1920 2400 2500 3900 1400 2550 2300 1990 3400 1990 2600 2300 2750 3450 3850 3450 4250 49320
VOLUME EDIFICABILE mc. 3480 2880 3600 3750 5850 2100 3825 3450 2985 5100 2985 3900 3450 4125 5175 5775 5175 6375 73980
65 __________________________________________________________________________
LOTTO 1A 1B TOTALI
AREA PIP VICARIO STAZIONE F.C. SAN PIETRO APOSTOLO Superficie complessiva mq 47.250 LOTTO 1 2 3 4 5 6 TOTALI SUPERFICIE mq. 9000 10000 5500 5500 5600 4900 40500 VOLUME EDIFICABILE mc. 13500 15000 8250 8250 8400 7350 60750
Lo stato di attuazione del Piano per gli Insediamenti Produttivi, secondo lassegnazione dei lotti quello rappresentato nei grafici n. 4- 5 6 7, che seguono:
66 __________________________________________________________________________
25000
20000
5000
4500
4000
3500
3000
1500
1000
500
0 Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto n.1 n.2 n.3 n.4 n.5 n.6 n.7 n.8 n.9 n.10 n.11 n.12 n.13 n.14 n.15 n.16 n.17 n.18
67 __________________________________________________________________________
20000
18000
16000
14000
10000
8000
6000
4000
2000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0 Lotto n.1 Lotto n.2 Lotto n.3 Lotto n.4 Lotto n.5 Lotto n.6
68 __________________________________________________________________________
Attuazione del Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata (Zona C1) Il Piano di Lottizzazione ad iniziativa Privata, approvato con parere del S.U.R. n. 4005 del 17/03/1986 e successivamente ratificata con delibera di C.C. n. 45 del 07/05/1986, prevedeva la seguente organizzazione in lotti:
LOTTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 TOTALI
Tabella 13 Area PIP Milocca
SUPERFICIE mq. 630 740 780 810 720 850 1520 1430 1720 1090 1440 840 1230 1370 680 850 630 740 770 18840
VOLUME EDIFICABILE mc. 781,20 917,60 967,20 1004,40 892,80 1054,00 1884,80 1773,20 2132,80 1351,60 1785,60 1041,60 1525,20 1698,80 843,20 1054,00 781,20 917,60 954,80 23361,60
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2000
1800
1600
1400
1000
800
600
400
200
0 Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto Lotto n.1 n.2 n.3 n.4 n.5 n.6 n.7 n.8 n.9 n.10 n.11 n.12 n.13 n.14 n.15 n.16 n.17 n.18 n.19
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Linquadramento verticale inteso come logica sequenza verticistica ed ordinamentale, in considerazione della maggiore forza degli strumenti di Pianificazione Regionale e Provinciale.
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c) Le modalit duso e dintervento dei suoli derivati dalla normativa statale di settore in materia di difesa del suolo e per essa dal Piano di Assetto idrogeologico della Regione Calabria. 4.bis. Il QTR esplicita la sua valenza paesaggistica direttamente tramite normativa di indirizzo e prescrizioni e pi in dettaglio attraverso successivi Piani Paesaggistici di Ambito (PPdA) come definiti dallo stesso QTR ai sensi del Dlgs 42/04. Per lelaborazione del Piano Paesaggistico la Regione pu ricorrere, ai sensi del comma 3, art.143 del Dlgs. 42/04 e s.m.i., alla pianificazione congiunta con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali e con il Ministero dellAmbiente della Tutela del Territorio e del mare, previa sottoscrizione di una apposita intesa. 5. La Giunta regionale, entro 180 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, elabora le linee guida della pianificazione regionale e lo schema base della Carta Regionale dei Luoghi. A tal fine, tramite il suo Presidente, indice una apposita Conferenza di pianificazione diretta alla formulazione di un protocollo di intesa con le Province e con le altre Amministrazioni competenti per la predisposizione degli atti e documenti che entreranno a far parte delle linee guida medesime, che dalla data della loro approvazione assumono il valore e lefficacia del Q.T.R. fino allapprovazione dello stesso con funzione di indirizzo per tutto il processo di pianificazione ai diversi livelli.
Art. 17 bis - Valenza Paesaggistica del QTR e Piani Paesaggistici di Ambito 1. La valenza paesaggistica del QTR, come indicato al comma 4 bis del precedente articolo, si esercita anche tramite Piani Paesaggistici dAmbito. 2. I Piani Paesaggistici di Ambito (PPdA) sono strumenti di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio operanti in scala di ambito sub-provinciale ai sensi dellart. 143 del Dlgs 42/04. 3. Gli ambiti di cui ai PPdA sono determinati dal QTR. 4. I PPdA hanno funzione normativa, prescrittiva o indicativa, a seconda dei livelli di qualit del paesaggio nei vari ambiti di scala sub-provinciale o sovracomunale, individuati dal QTR, assunti dai PTCP. 5. Il quadro conoscitivo relativo al PPdA dettaglia le analisi del QTR pu essere completato dalle indagini relative al PTCP. 6. Gli scenari prospettici e gli apparati normativi dei PPdA saranno determinati nellelaborazione degli strumenti stessi.
Il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica stato approvato con delibera di Giunta Regionale n. 10 del 13/01/2010 e trasmesso al Consiglio Regionale per la relativa approvazione definitiva. Con successiva delibera di Giunta Regionale n. 331 del 21/04/2010 stata richiesta la restituzione agli uffici competenti del Consiglio Regionale, al fine di dare la possibilit alla stessa Giunta Regionale di valutare eventuali modifiche e/o integrazioni. In data 22/03/2012, stato trasmesso agli Enti territoriali interessati, il Documento preliminare del QTR-P, al fine di attuare quanto previsto dallart. 25 comma 2 della LR 19/2002.
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4. Il P.T.C.P., ferme restando le competenze dei Comuni e degli Enti parco: a) definisce i principi sulluso e la tutela delle risorse del territorio provinciale, con riferimento alle peculiarit dei suoi diversi ambiti incluse le terre civiche e di propriet collettiva e tenendo conto della pianificazione paesaggistica; b) individua ipotesi di sviluppo del territorio provinciale, indicando e coordinando gli obiettivi da perseguire e le conseguenti azioni di trasformazione e di tutela; c) stabilisce puntuali criteri per la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza provinciale, nonch, ove necessario e in applicazione delle prescrizioni della
programmazione regionale, per la localizzazione sul territorio degli interventi di competenza regionale; d) individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse. 5. Il P.T.C.P. stabilisce inoltre criteri e parametri per le valutazioni di compatibilit tra le varie forme e modalit di utilizzazione delle risorse essenziali del territorio. 6. Il P.T.C.P. contiene: a) il quadro conoscitivo delle risorse essenziali del territorio e il loro grado di vulnerabilit e di riproducibilit in riferimento ai sistemi ambientali locali, indicando, con particolare riferimento ai bacini idrografici, le relative condizioni duso, anche ai fini delle valutazioni di cui allarticolo 10; b) il quadro conoscitivo dei rischi; c) le prescrizioni sullarticolazione e le linee di evoluzione dei sistemi territoriali, urbani, rurali e montani; d) prescrizioni, criteri ed ambiti localizzativi in funzione delle dotazioni dei sistemi infrastrutturali e dei servizi di interesse sovracomunale, nonch della funzionalit degli stessi in riferimento ai sistemi territoriali ed alle possibilit di una loro trasformazione;
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e) prescrizioni localizzative indicate da piani provinciali di settore; f) le opportune salvaguardie ai sensi dellarticolo 58. 7. Le prescrizioni dei P.T.C.P., di cui ai precedenti commi, costituiscono, unitamente alle leggi, il riferimento esclusivo per la formazione e ladeguamento degli strumenti urbanistici comunali, salvo quanto previsto dallarticolo 58. 8. Dallentrata in vigore della presente legge la Provincia approva il P.T.C.P entro il termine di 24 mesi; decorso infruttuosamente tale termine la Regione procede alla nomina di un Commissario ad acta. 9. La Provincia, con latto di approvazione del P.T.C.P. assegna il termine non superiore a dodici mesi per ladeguamento ad esso degli strumenti urbanistici comunali, decorso infruttuosamente tale termine, procede alla nomina di Commissari ad acta.
Il documento preliminare relativo al Quadro Territoriale di Coordinamento Provinciale di Catanzaro stato approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 41 del 29/05/2009, in data 16/04/2011 stato dato avvio alle consultazioni dellesame istruttorio e della valutazione di procedura VAS.
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Articolo 19 Strumenti di Pianificazione Comunale 1. Gli Strumenti di pianificazione comunale sono: a) il Piano Strutturale (P.S.C.) ed il Regolamento Edilizio ed Urbanistico (R.E.U.); b) il Piano Operativo Temporale (P.O.T.); c) i Piani Attuativi Unitari (P.A.U.); d) gli strumenti di pianificazione negoziata, di cui allarticolo 32.
Articolo 20 Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) 1. Il Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) definisce le strategie per il governo dellintero territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi urbanistici della Regione e con gli strumenti di pianificazione provinciale espressi dalQuadro Territoriale Regionale (Q.T.R.), dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) e dal Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.). 2. Il P.S.C. promosso anche in assenza dei Piani sovra-ordinati, tenendo conto delle linee guida di cui al precedente articolo 17 ed al documento preliminare di cui al successivo articolo 26, comma 3. In esso viene stabilita leventuale necessit di ricorso al Piano Operativo Temporale e definite le relative procedure di formazione o approvazione, nonch la durata. 3. Il P.S.C.: a) classifica il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile, agricolo e forestale, individuando le risorse naturali ed antropiche del territorio e le relative criticit ed applicando gli standards urbanistici di cui allart. 53 della presente Legge e, fino alla emanazione della deliberazione della Giunta regionale, di cui al comma 3 dello stesso art. 53, assicurando la rigorosa applicazione del DM 2/4/1968 n. 1444 con gli standards e le zonizzazioni ivi previsti in maniera inderogabile e non modificabile; b) determina le condizioni di sostenibilit degli interventi e delle trasformazioni pianificabili; c) definisce i limiti dello sviluppo del territorio comunale in funzione delle sue caratteristiche geomorfologiche, idrogeologiche, pedologiche, idraulico-forestali ed ambientali; d) disciplina luso del territorio anche in relazione alla valutazione delle condizioni di rischio idrogeologico e di pericolosit sismica locale come definiti dal piano di assetto idrogeologico o da altri equivalenti strumenti; e) individua le aree per le quali sono necessari studi ed indagini di carattere specifico ai fini della riduzione del rischio ambientale; f) individua in linea generale le aree per la realizzazione delle infrastrutture e delle attrezzature pubbliche, di interesse pubblico e generale di maggiore rilevanza; g) delimita gli ambiti urbani e perurbani soggetti al mantenimento degli insediamenti o alla loro trasformazione; h) individua gli ambiti destinati allinsediamento di impianti produttivi rientranti nelle prescrizioni 10 di cui al D.Lgs 17 agosto 1999, n.333 ed alla relativa disciplina di attuazione;
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i) definisce per ogni Ambito, i limiti massimi della utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile nonch i requisiti quali-quantitativi ed i relativi parametri, le aree in cui possibile edificare anche in relazione allaccessibilit urbana, la aree dove possibile il ricorso agli interventi edilizi diretti in ragione delle opere di urbanizzazione esistenti ed in conformit alla disciplina generale del Regolamento Edilizio Urbanistico; i) delimita e disciplina gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche del territorio; ne individua le caratteristiche principali, le peculiarit e le eventuali condizioni di degrado e di abbandono valutando le possibilit di recupero, riqualificazione e salvaguardia; j) delimita e disciplina ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale ad integrazione del Piano di Ambito, se esistente, oppure in sua sostituzione, se non esistente e raccorda ed approfondisce i contenuti paesistici definiti dalla Provincia; k) qualifica il territorio agricolo e forestale in allodiale, civico e collettivo, secondo le specifiche potenzialit di sviluppo; l) individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano valutando il rinvio a specifici piani delle politiche di riqualificazione, gestione e manutenzione; m) individua le aree necessarie per il Piano di Protezione Civile; n) individua e classifica i nuclei di edificazione abusiva, ai fini del loro recupero urbanistico nel contesto territoriale ed urbano; o) indica la rete ed i siti per il piano di distribuzione dei carburanti in conformit al piano regionale; p) individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse. 4. Per garantire la realizzazione delle finalit di cui al comma 2, il P.S.C. deve essere integrato da: a) una relazione geomorfologica, corredata di cartografia tematica sufficientemente rappresentativa delle condizioni di pericolosit geologica e di rischio di frana, di erosione e di esondazione, elaborata da tecnico abilitato iscritto allalbo professionale cos come previsto dalla legge 64/7411; b) studi e indagini geologiche di dettaglio, ove necessario, comprendenti studi tematici specifici di varia natura, indagini geognostiche, prove in sito e di laboratorio, atti alla migliore definizione e caratterizzazione del modello geologico tecnico ambientale, per ambiti urbanizzabili con riconosciute limitazioni connesse a pericolosit geologiche, funzionali alla verifica della sostenibilit in rapporto ai livelli di pericolosit, con particolare riguardo alla risposta sismica locale. Nelle aree esposte a rischio, con particolare attenzione per il rischio sismico dove diventa necessario attivare le procedure per la identificazione dei rischi e per la individuazione degli interventi di mitigazione competenti a livello di Piano le indagini dovranno consentire di dettagliare i gradi di pericolosit a livelli congrui, nel rispetto della normativa vigente.
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CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO Superficie complessiva mq 9.080.000 ( Kmq 9,08 ) TERRITORIO URBANIZZATO URBANIZZABILE FORESTALE AGRICOLO TOTALI SUPERFICIE mq. 448.810 203.570 1.151.095 7.276.525 9.080.000 PERCENTUALE 4,94% 2,24% 12,68% 80,14% 100,00%
C L A S S IF IC A ZIO N E D E L T E R R IT O R IO
8 .0 00 .0 0 0 7 .0 00 .0 0 0 6 .0 00 .0 0 0 5 .0 00 .0 0 0 4 .0 00 .0 0 0 3 .0 00 .0 0 0 2 .0 00 .0 0 0 1 .0 00 .0 0 0 0 S U P E R F IC IE
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Le due aree in localit Pietrogualtieri e Stazione San Pietro Apostolo, sempre in continuit alle Zone PIP, destinate ad insediamenti per carburanti, se utilizzate, saranno sistemate a cura e spese dei richiedenti, pertanto senza aggravio per il Comune. Delle aree individuate per gli standards urbanistici, quali F1 ed F2, la maggior parte erano presenti nel PRG, le nuove sono state inserite per consentire il potenziamento di servizi pubblici. Per alcune di esse sono stati gi definiti i progetti preliminari e richiesti fondi per lattuazione. Tutte le aree individuate come urbanizzabili, a ridosso del centro abitato, sono inserite in un contesto urbano gi delineato nel corso degli anni e con il susseguirsi degli strumenti di pianificazione urbanistica. Non sono previsti cambiamenti significativi. Nel PSC sono state riviste le nuove strade di piano, limitando la previsione a solo a due, gi previste nel PRG. Si tratta di una bretella di collegamento fra Via Piana e Via Immacolata, necessaria per consentire un potenziamento viario del centro abitato sulla Via Marconi, Via Piana e Via Termini, verso Via Immacolata. Laltra strada prevista fra Via Immacolata e Via Umberto I, necessaria a creare un collegamento fra le due zone del centro abitato, attualmente servite da una vecchia strada a forte pendenza (Via dietro Immacolata). Entrambe queste strade si rendono necessarie ai fini della protezione civile, potendo consentire interventi sulle zone servite, in caso di calamit naturali o accidentali.
6.3.3 LIMITI DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO COMUNALE IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE, PEDOLOGICHE, IDRAULICO-FORESTALI ED AMBIENTALI
La pianificazione urbanistica del Piano Strutturale Comunale, ha tenuto presente le caratteristiche morfologiche del territorio. Sono state individuate le zone a forte pendenza, quelle sottoposte a rischio idrogeologico del PAI, i vincoli ambientali, i corsi dacqua principali e secondari, le aree boscate. In tutti gli ambiti sopra individuati non sono previsti nuovi insediamenti o realizzazione di nuove strade o altre infrastrutture. La nuova edificazione sia pubblica che privata stata individuata nelle aree che non presentano particolari situazioni geomorfologiche.
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6.3.4 USO DEL TERRITORIO IN RELAZIONE ALLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO E PERICOLISTITA SISMICA.
Il rischio idrogeologico stato classificato dallAutorit Regionale di Bacino, in seguito alla pubblicazione del P.A.I. ( Approvato dal Comitato Istituzionale del 31/07/2002 e aggiornato 11/05/2007) ai sensi dellart. 1.bis della L. 365/2000, della L.183/89, dellart.1 L.267/98. Nel Comune di Cicala sono presenti aree a rischio frana del Tipo R2, individuate principalmente nel centro abitato. Aree di attenzione lungo i corsi dei fiumi Corace e S. Elia, aree a rischio idraulico del Tipo R2,R3,R4 lungo il fiume Corace nei pressi della Stazione di San Pietro Apostolo. Per quanto riguarda le aree a rischio frana R2, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.
Art. 18 (Disciplina delle aree a rischio R2, R1 e delle aree in frana ad esse associate) 1. Nelle aree predette: a) la realizzazione di opere, scavi e riporti di qualsiasi natura deve essere programmata sulla base di opportuni rilievi e indagini geognostiche, di valutazioni della stabilit globale dellarea e delle opere nelle condizioni ante, post e in corso dopera effettuate da un professionista abilitato; b) sono consentite le operazioni di estirpazione di cespugli, taglio ed estirpazione di ceppaie di piante appartenenti a specie forestali compresa la macchia mediterranea. Debbono comunque essere salvaguardate le piante isolate di interesse forestale o comunque consolidanti, a norma di quanto previsto dal R.D.L. n. 3267/1923 e successive modificazioni e integrazioni. Inoltre nelle aree a rischio o con pericolo di frana, si estendono i vincoli o i divieti di cui agli articoli 10 e 11 della legge 21.11.2000 n. 353, qualunque sia la vegetazione percorsa dal fuoco; c) l'autorizzazione degli interventi di trasformazione delle aree boscate dovr tenere conto delle finalit del PAI.
Per quanto riguarda le aree a rischio idraulico, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.
Art. 21 (Disciplina delle aree a rischio d'inondazione R4) 1. Nelle aree a rischio R4, cos come definite nellart. 11, il PAI persegue lobiettivo di garantire condizioni di sicurezza idraulica, assicurando il libero deflusso della piena con tempo di ritorno 20 50 anni, nonch il mantenimento e il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dellalveo. 2. Nelle aree predette sono vietate tutte le opere e attivit di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico e edilizio, ad esclusiva eccezione di quelle di seguito elencate: a) interventi di demolizione senza ricostruzione; b) interventi sul patrimonio edilizio esistente, di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, cos come definiti dall'articolo 31, lettere a), b) e c) della legge 5 agosto 1978, n. 457, senza aumento di superfici e di volumi; c) interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro, di abbattimento delle barriere architettoniche, nonch interventi di riparazione di edifici danneggiati da eventi sismici e di miglioramento e adeguamento sismico; d) interventi finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture, delle reti idriche e tecnologiche, delle opere idrauliche esistenti e delle reti viarie; e) interventi idraulici volti alla messa in sicurezza delle aree a rischio, previo parere dell'ABR, che non pregiudichino le attuali condizioni di sicurezza a monte e a valle dell'area oggetto dell'intervento; f) interventi volti a diminuire il grado di vulnerabilit dei beni e degli edifici esistenti esposti al rischio, senza aumento di superficie e di volume; g) ampliamento e ristrutturazione delle opere pubbliche o d'interesse pubblico riferite ai servizi essenziali e non delocalizzabili, nonch la sola realizzazione di nuove infrastrutture lineari o a rete non altrimenti
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localizzabili, compresi i manufatti funzionalmente connessi, a condizione che non costituiscano ostacolo al libero deflusso, o riduzione dell'attuale capacit d'invaso, previo parere dell'ABR; h) le pratiche per la corretta attivit agraria, con esclusione di ogni intervento che comporti modifica della morfologia del territorio o che provochi ruscellamento ed erosione; i) interventi volti alla bonifica dei siti inquinati, ai recuperi ambientali e in generale alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati e all'eliminazione dei fattori d'interferenza antropica; j) occupazioni temporanee, se non riducono la capacit di portata dell'alveo, realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumit in caso di piena; k) interventi di manutenzione idraulica ordinaria, di idraulica forestale, di rinaturazione come definiti nelle linee guida predisposte dallABR. 3. Non richiesto il parere di cui al R.D. 523/1904 rilasciato dall'autorit competente in materia idraulica relativamente agli interventi di cui alle lettere a), b), c), d), h) del precedente comma.
Art. 22 (Disciplina delle aree a rischio di inondazione R3) 1. Nelle aree predette, il PAI persegue l'obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza idraulica, mantenendo o aumentando le condizioni d'invaso delle piene con tempo di ritorno di 200 anni, unitamente alla conservazione e al miglioramento delle caratteristiche naturali e ambientali. 2. In tali aree sono vietate tutte le opere e attivit di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico e edilizio, ad esclusiva eccezione di quelle di seguito elencate: a) tutti gli interventi consentiti nelle aree a rischio R4; b) gli interventi di cui alla lettera d) dell'art. 31 della L. 457/1978, a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione dell'attuale capacit d'invaso delle aree stesse senza aumento di superficie e volume; c) gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per necessit di adeguamento igienico-sanitario; d) i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attivit estrattive autorizzate, da realizzarsi secondo le modalit prescritte dai dispositivi di autorizzazione. Art. 23 (Disciplina delle aree a rischio di inondazione R2 e R1) 1. Nelle aree a rischio R2 e R1 non consentita la realizzazione di locali sotterranei e/o seminterrati ad uso abitativo e commerciale.
Per quanto riguarda le aree di attenzione per pericolo dinondazione, si osserver quanto previsto dalle Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I.
Art. 24 (Disciplina delle aree d'attenzione per pericolo d'inondazione) 1. LABR, nel triennio 2002-2004, sulla base dei finanziamenti acquisiti ai sensi della L.183/89, provvede ad effettuare gli studi e le indagini necessarie alla classificazione dell'effettiva pericolosit e alla perimetrazione delle aree di cui allart. 11. 2. I soggetti interessati possono effettuare di loro iniziativa studi volti alla classificazione della pericolosit delle aree dattenzione di cui allart. 9 comma b. Tali studi verranno presi in considerazione dallABR solo se rispondenti ai requisiti minimi stabiliti dal PAI e indicati nelle specifiche tecniche e nelle linee guida predisposte dallABR. 3. LABR, a seguito degli studi eseguiti come ai commi 1 o 2, provvede ad aggiornare la perimetrazione di tali aree secondo la procedura di cui allart. 2 comma 2. 4. Nelle aree di attenzione, in mancanza di studi di dettaglio come indicato ai commi 1 e 2 del presente articolo, ai fini della tutela preventiva, valgono le stesse prescrizioni vigenti per le aree a rischio R4.
In particolare bisogna osservare che le aree a rischio idraulico R3 ed R4, in localit Vicario, in parte interessano il Lotto PIP della localit omonima, gi inserito nella variante al PRG approvato con D.D.G. n.69 del 02/08/1999 e successivamente ampliato con la Variante (Parziale) al Piano Regolatore Generale ed approvata con decreto del D.P.G. n. 15507 del 19/10/2005. Per
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tale area fu redatto uno studio idraulico acquisito in data 05/05/2001 prot. n. 1168 ed integrato in data 27/02/2003 prot. n. 542 In seguito a tale studio lAutorit Regionale di Bacino ha rimodulato la carta relativa al rischio idraulico trasmettendo le decisioni in data 06/10/2003 con relativa carta modificata Tav. 14-C4.25 Cicala. Per gli interventi edificatori in tale zona si rimanda alle norme Norme di Attuazione e misure di Salvaguardia del P.A.I e al successivo studio idraulico
La pericolosit sismica del territorio comunale stata definita nello studio geologico-tecnico, allegato, per quanto attiene i caratteri generali e le possibili situazioni di amplificazione, per come indicato dal D.M. 14/01/2008. Il Comune non dotato di Studio di Microzonizzazione Sismica, ai sensi della L.R. n. 35 del 19/10/2009, pertanto non stato possibile al momento indicare eventuali altre situazioni di pericolosit.
6.3.5 AREE PER LE QUALI SONO NECESSARI STUDI ED INDAGINI DI CARATTERE SPECIFICO AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE
Il Comune di Cicala non ha porzioni di territorio sottoposti a particolari vincoli ambientali, oltre quelli gi indicati e previsti dal D.Leg.vo n. 42/2004 e s.m.i ( Codice dei Beni Culturali e del paesaggio) art. 142 comma 1 lettere c-g. individuati e cartografati nelle tavole del PSC. Non sono in atto procedure previste dallart. 136 per la individuazione di Immobili ed aree di Notevole interesse pubblico. Non sono presenti vincoli imposti dal P.T.C.P. e dal Q.T.R.P..
6.3.5 AREE PER LA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE, DI INTERESSE PUBBLICO, E GENERALE
Le aree individuate nel PSC per la realizzazione di opere o infrastrutture pubbliche, sono localizzate nei pressi nel centro abitato. La maggiore consistenza si trova in localit Immacolata a completamento delle aree gi presenti, di propriet Comunale, e destinate ad attivit sportive e servizi sociali. Altre sono state individuate alla fine di Via Umberto I, in loc. Colle dellAia, ed anche in questo caso rappresentano un completamento di quelle gi presenti e destinate a servizi di uso pubblico, vasca per irrigazione rurale e verde pubblico. Nuove aree sono state individuate in localit Castaneto-Pendio del Mulino, nelle zone in cui si prevede un ampliamento delle aree edificabili.
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Infine resta confermata larea destinata ad attivit sportive in localit Copparelle-Squadalupo utilizzata per linsediamento del campo di calcio.
6.3.6 AMBITI URBANI E PERIURBANI SOGGETTI AL MANTENIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI O ALLA LORO TRASFORMAZIONE
Nel PSC come descritto nei paragrafi successivi e nelle tavole grafiche, sono stati individuati gli ambiti urbanizzati ed urbanizzabili. Lambito urbanizzato stato a sua volta suddiviso in ambiti soggetti alla conservazione e recupero urbano ed ambiti soggetti alla qualificazione e recupero urbanistico. In particolare gli ambiti individuati con la lettera A, rappresentano le aree del vecchio nucleo abitato con costruzioni realizzate fino agli anni 40. Quelle individuate con la lettera B1, rappresentano aree edificate fino agli anni 2000. In tali ambiti non si prevedono nuovi incrementi edilizi finalizzati alla residenza, ma interventi finalizzati al recupero e alla conservazione. In particolare per la Zona A, oggetto di studio del Piano di Recupero, sono vigenti le Norme Tecniche di Attuazione di questultimo, revisionate di recente. Le zone B1, pur non avendo caratteristiche di particolare pregio architettonico, sono ormai definite e ben inserite nel contesto urbano, per esse si prevedono interventi finalizzati al miglioramento ed armonizzazione estetica ed in alcuni casi al completamento.
ALLINSEDIAMENTO
DI
IMPIANTI
Gli ambiti destinati agli insediamenti produttivi non saranno modificati, rispetto agli attuali, salvo i piccoli ampliamenti gi descritti. Resteranno individuati secondo la loro localizzazione, AREA PIP PIETROGUALTIERI Superficie complessiva mq 37.050 LOTTO 1 2 3 TOTALI SUPERFICIE mq. 2700 2300 17000 22000 VOLUME EDIFICABILE mc. 4050 3450 25500 33000
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SUPERFICIE mq. 2320 1920 2400 2500 3900 1400 2550 2300 1990 3400 1990 2600 2300 2750 3450 3850 3450 4250 49320
VOLUME EDIFICABILE mc. 3480 2880 3600 3750 5850 2100 3825 3450 2985 5100 2985 3900 3450 4125 5175 5775 5175 6375 73980
LOTTO 1A 1B TOTALI
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AREA PIP VICARIO STAZIONE F.C. SAN PIETRO APOSTOLO Superficie complessiva mq 49.900 LOTTO 1 2 3 4 5 6 TOTALI SUPERFICIE mq. 9000 10000 5500 5500 5600 4900 40500 VOLUME EDIFICABILE mc. 13500 15000 8250 8250 8400 7350 60750
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6.3.8 AMBITI E LIMITI MASSIMI DELLA UTILIZZAZIONE EDILIZIA Gli ambiti destinati alla utilizzazione edilizia, sono individuati nella tavola 14- Prime ipotesi di assetto, a ridosso del centro abitato, per quanto riguarda gli insediamenti abitativi, commerciali, artigianali, terziario. Sono state inoltre individuate le aree necessarie agli standards urbanistici e ai servizi. Di seguito viene allegata la Tabella relativa agli ambiti territoriali unitari (ATU), con gli obiettivi di piano e con lindicazione degli strumenti di intervento:
AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona B1) (Aree residenziali quasi sature, caratterizzate da insediamenti posti con regolarit lungo la viabilit principale e a ridosso del tessuto edilizio di piu' antica formazione)
AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona B2) (Aree residenziali a densit media, caratterizzate da edifici disposti linearmente sui bordi di strade principali)
Mantenimento delle densit edilizie gi programmate, con migliore individuazione della rete viaria e con potenziamento di quella esistente. Favorire una migliore omogeneizzazione con il tessuto
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urbanistico consolidato. L'obiettivo di PSC/REU quello di far completare tali ambiti, gi serviti dalle opere di urbanizzazione, con inserimenti omogenei per tipologie e parametri urbanistici. Gli interventi strutturali di PSC e regolamentari di REU sono da classificare fra quelli propri del "Territorio urbanizzato", da effettuarsi con modalit dirette e potranno essere oggetto di prescrizioni riguardo obblighi di "allineamenti o arretramenti" per il rispetto di fili dominanti dell'edificato, anche con l'obiettivo di favorire miglioramenti delle qualit urbane di interesse pubblico AMBITO DELLA QUALIFICAZIONE EDILIZIA ED URBANISTICA (Zona C1) (Aree residenziali di espansione derivanti da interventi previsti dal PRG vigente: Piano di lottizzazione realizzato in corso di edificazione) Completamento del programma edilizio, definito con il Piano di Lottizzazione approvato. Le opere di urbanizzazione sono state completamente realizzate. Valorizzazione e riqualificazione degli spazi pubblici previsti dal piano attuativo approvato. Gli interventi si attuano mantenendo le norme tecniche del piano attuativo approvato e con eventuali adeguamenti previsti da norme successive. Mantenere la presenza delle aree produttive nei diversi ambiti territoriali, favorendone l'utilizzo e promuovendone la funzione. Valorizzazione e riqualificazione degli spazi pubblici previsti dal piano attuativo approvato. Gli interventi si attuano mantenendo le norme tecniche del piano attuativo approvato e con eventuali adeguamenti previsti da norme successive. Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei servizi e degli spazi di interesse pubblico, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone F1 - F2 - F4. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Valorizzazione dei servizi pubblici e privati legati alla cultura, alla fruizione turistica e al tempo libero Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune
AREE PER ATTIVITA' DI INTERESSE PUBBLICO NELLE ZONE RESIDENZIALI e/o URBANIZZATE (Aree standards ex-DM 1444/68) (Zona F1)
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(culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE RESIDENZIALI (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1) Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei parcheggi, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone P. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone residenziali. Sono le aree gi utilizzate per attivit di interesse pubblico o edifici pubblici. Obiettivo del PSC e del REU riqualificare e potenziare la dotazione dei servizi e degli spazi di interesse pubblico, mediante interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica, o interventi di sostituzione. Valorizzazione dei servizi pubblici e privati legati alla cultura, al tempo libero, ai servizio socio-assistenzili. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune (culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport
AREE E SERVIZI PUBBLICI GENERALI ESISTENTI PER LE ZONE RESIDENZIALI (Zona F1)
AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE NON RESIDENZIALI (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1)
Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione dei parcheggi, mediante l'utilizzo delle aree gi destinate a tali funzioni nel PRG vigente e distinte in zone P. Tali aree sono state confermate con il PSC ed individuate tutte come F1 Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone non residenziali. Obiettivo del PSC e del REU di potenziare la dotazione del verde sia pubblico che privato all'interno del territorio urbanizzato. In queste aree si prevedono solo interventi di ingegneria naturalistica a
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tutela delle scarpate e della stabilit dei pendii, potenziandole con il reinserimento di piante ed essenze arboree tipiche.
AMBITO DELLE AREE RESIDENZIALI DI NUOVA EDIFICAZIONE (Zona C2) (Aree residenziali di nuova espansione)
AMBITO DELLE ATTIVITA' INDUSTRIALI PIANO CARBURANTI (Zona D2) (Aree destinate alla distribuzione dei carburanti)
ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI LOCALI DI PROGETTO (Zona F2) (Attrezzature e servizi pubblici di nuova previsione e per la verifica degli standards ex-DM 1444/68)
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amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport -- parcheggi Definire norme REU basate su principi di sostenibilit/concertazione/perequazione come criterio base per l'urbanizzazione delle aree AREE PER PARCHEGGI NELLE ZONE RESIDENZIALI (Urbanizzabili) (Aree standards -DM 1444/68) (Zona F1) Sono le aree gi individuate per parcheggi nel vigente PRG, ma situate fuori dal perimetro delle aree urbanizzate e confermate nel PSC. Creazione di nuovi parcheggi, con intervento sia pubblico che privato. Le aree standards di Piano saranno classificate F1 ed articolate nelle categorie relative a: -- parcheggi nelle zone residenziali.
ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI LOCALI DI PROGETTO (Zona F2) (Attrezzature e servizi pubblici gi previsti nel P.R.G. per la verifica degli standards ex-DM 1444/68)
Sono le aree gi individuate dal vigente PRG, come F1-F2-F4, confermate dal PSC e REU, fuori dal perimetro delle aree urbanizzate, necessarie per il potenziamento della dotazione dei servizi, individuate come F1. Saranno articolate nelle categorie relative a: -- istruzione (asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo) -- attrezzature di interesse comune (culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, ecc.) -- spazi di verde pubblico naturale o attrezzato per il gioco e lo sport Definire norme REU basate su principi di sostenibilit/concertazione/perequazione come criterio base per l'urbanizzazione delle aree
ATnU - AMBITI NON URBANIZZABILI OBIETTIVI DI PIANO E Territorio Agricolo e STRUMENTI DI Forestale (TAF) INTERVENTO
AMBITO FORESTALE - AREE CON BOSCO NATURALE DA CONSERVARE Mantenimento delle aree boscate come presidi di biodiversit e di salvaguardia ambientale Favorire la coltivazione del castagno valorizzando le specie autoctone, ripristino della viabilit interpoderale, dei sistemi di regimazione delle acque, ripristino dei terrazzamenti in pietrame a secco, recupero del patrimonio edilizio esistente e del suo potenziamento. Favorire e promuovere i prodotti e la lavorazione delle castagne, gli allevamenti zootecnici connessi, l'agriturismo.
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Mantenimento delle aree boscate e potenziamento con essenze autoctone, finalizzate alla stabilit dei versanti. Mantenimento delle aree boscate e potenziamento con essenze autoctone, finalizzate alla stabilit dei versanti. Coltivazione e successivo recupero ambientale con impianto di essenze autoctone.
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Le zone VR Verde di rispetto, sono ampie zone comprese fra aree destinate alla edificazione, per la loro morfologia non si prestano a modifiche o ad utilizzi edilizi, dovranno pertanto essere migliorate e conservate, con interventi di ingegneria naturalistica e piantumazione.
Lattuale area per il piano dei carburanti individuata con delibera di C.C. n. 47 del 27/08/2001 ai sensi del D. Leg.vo 32/88 modificato dal D. Leg.vo 346/99, in seguito allo studio geomorfologico, stata ritenuta non idonea.
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Pertanto sono state individuate le due aree gi descritte al punto 6.3.7, al fine di favorire l'insediamento dei distributori di carburanti.
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- i miglioramenti del tenore di vita, comporteranno minore concentrazione della popolazione nel vecchio nucleo abitato, con conseguente richiesta di suoli nelle zone di completamento;
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- lutilizzo ed il recupero dei fabbricati inseriti nella Zona A, avverr mediante accorpamento di pi unit abitative, confinanti, al fine di ottenere una dotazione di vani adeguata alle attuali esigenze, con conseguente diminuzione della densit ab/mq; - non tutti gli eventuali impianti artigianali si sposteranno nelle arre del P.I.P., molti, come avvenuto in passato, utilizzeranno i piani terra delle abitazioni per svolgere queste attivit.
Per le attrezzature scolastiche si verificato il dimensionamento seguendo i seguenti criteri: - le scuole esistenti nel centro abitato, servono attualmente lintero territorio comunale; - successivamente, in fase di attuazione del Piano Strutturale Comunale, nellambito dei piani dei piani attuativi unitari PAU, per le zone C, saranno reperite nuove aree da destinare alle attrezzature scolastiche;
Si proceduto a due tipi di verifiche, per la scuola materna, elementare e media: - verifica delle strutture esistenti, secondo le previsioni del Piano Strutturale Comunale, in rapporto allattuale popolazione scolastica; - verifica del dimensionamento delle stesse in rapporto alla popolazione scolastica totale prevista nel 2032, e verifica delle superfici individuate nelle zone A e B, Pertanto i dati dimensionali e le verifiche sulla base della circolare 425 Appendice C - risultano:
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Scuola infanzia
Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria 18 mq/alunno Superf Attuale Abitanti 2032 al Totale Alunni Sup. min necessaria Superficie Prevista
991
29
2,92
522
518
1191
35
630
960
Scuola primaria
Alunni/100 abitanti Sup. min. necessaria 15 mq/alunno Superf Attuale Abitanti 2032 al Totale Alunni Sup. min necessaria Superficie Prevista
991
47
4,74
705
688
1191
56
840
960
991
34
3,43
510
640
1191
41
615
2215
98 __________________________________________________________________________
6.4.2
PREVISINI DIMENSIONALI
POPOLAZIONE
%di incremento 1%
VANI ATTUALI
2.138
indice
Vani popolazione
incremento
TOTALE VANI
2.138
-----------
200
2.338
99 __________________________________________________________________________
200
400
600
Vani esistenti
Vani Emigrati
TOTALE VANI
2.138
200
400
2.738
100 __________________________________________________________________________
6.4.3 CONFRONTO DIMENSIONALE FRA IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE ED IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE
TABELLA DI CONFRONTO
PIANO REGOLATORE VIGENTE (Variante e variante Parziale ) Z.T.O. Superficie It If Volume Mq Mc/mq Mc/mq
A
(1)
VARIAZIONI
Volume
69.155
B1 69.155 B BT B1 23.200 47.710 13.660 84.570 18.553 18.300 121.423 155.480 155.480 E 2,00 1,20 2,00 46.400 57.252 27.320 130.972 C1 C2
49.670 102.105
1,20
59.604 59.604
B2 B3
2,00 2,00
C1 C2
D1 D2
PC
5.860
F1 F2 F4 P
F1 F2
91.830 41.835
F3
43.900 43.900
101 __________________________________________________________________________
VOLUME MASSIMO
A B
259.168
Destinazione
Dotazione necessaria
F1- F2 - F4 - P
TOTALE
144.800
4,5 2 15 2,50 24
F1 - F2
133.665
Per le zone C gli standards dovranno essere reperiti nellambito delle lottizzazioni nella misura mimima di 24 mq/ab oltre 7,00 mq per viabilit (minimo).
102 __________________________________________________________________________
0 - PREMESSE.............................................................................................................................2 Approvazione P.S.C. (Piano Strutturale Comunale )................................................................6 1 CRITERI E SCELTE DEL PSC E REU.................................................................................8 2 IL TERRITORIO ....................................................................................................................9 2.1 CICALA NEL TERRITORIO PROVINCIALE ................................................................9 2.2 IL TERRITORIO COMUNALE .....................................................................................11 2.3 LA VIABILITA...............................................................................................................14 2.4 LECONOMIA .................................................................................................................16 2.5 IL CLIMA.........................................................................................................................18 2.6 LA SISMICITA...............................................................................................................29 3 LA STORIA.........................................................................................................................32 3.1 LE ORIGINI .....................................................................................................................32 3.2 EVOLUZIONE DEL CENTRO ABITATO.....................................................................33 3.3 LA STORIA RECENTE...................................................................................................34 3.4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA ..................................................................................36 3.5 LE INFRASTRUTTURE..................................................................................................37 3.5.1 La viabilit .................................................................................................................37 3.5.2 Gli Acquedotti............................................................................................................38 3.5.3 La Rete fognaria Depuratori ...................................................................................39 3.5.4 La Rete Elettrica ........................................................................................................40 3.5.5 La Rete Telefonica.....................................................................................................40 3.5.5 La Rete del Gas.........................................................................................................40 3.6 I SERVIZI.........................................................................................................................40 3.6.1 Gli Uffici Pubblici......................................................................................................41 3.6.2 LIstruzione................................................................................................................41 3.6.3 La Sanit ....................................................................................................................41 3.6.4 I Servizi Sociali..........................................................................................................42 3.6.5 Lo Sport .....................................................................................................................42 3.6.6 Il Verde pubblico .......................................................................................................42 3.6.7 I parcheggi .................................................................................................................42 3.6.7 La raccolta dei rifiuti solidi urbani.............................................................................42 3.6.8 Il Cimitero..................................................................................................................42 3.7 LA POPOLAZIONE.........................................................................................................44 Popolazione Cicala 1861-2010 ...............................................................................................44 Popolazione Cicala 2001-2010 ...............................................................................................45 Bilancio Demografico Cicala..................................................................................................46 Cicala - Popolazione per Et...................................................................................................47 Cicala - Coniugati e non .........................................................................................................48 Parco Veicolare Cicala............................................................................................................49 Cittadini Stranieri - Cicala ......................................................................................................50 Cicala: Posizione nelle Classifiche .........................................................................................51 3.8 LE ABITAZIONI..............................................................................................................53 4 LEVOLUZIONE URBANISTICA COMUNALE.............................................................58 3.1 CRONOLOGIA DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA .........58 5 ANALISI DELLO STATO ATTUALE ..............................................................................60 5.1 ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE .........................................60 6 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE .......................................................................71 6.1 IL QUADRO TERRITORIALE REGIONALE ...............................................................72 A VALENZA PAESAGGISTICA .........................................................................................72 103 __________________________________________________________________________
6.2 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE......................74 6.3 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE ....................................................................76 6.3.1 CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO IN URBANIZZATO, URBANIZZABILE, AGRICOLO E FORESTALE...........................................................78 6.3.2 CONDIZIONI DI SOSTENIBILITA DEGLI INTERVENTI E DELLE TRASFORMAZIONI PIANIFICABILI.............................................................................79 6.3.3 LIMITI DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO COMUNALE IN FUNZIONE DELLE CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE, IDROGEOLOGICHE, PEDOLOGICHE, IDRAULICO-FORESTALI ED AMBIENTALI .................................80 6.3.4 USO DEL TERRITORIO IN RELAZIONE ALLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO E PERICOLISTITA SISMICA. .......81 6.3.5 AREE PER LE QUALI SONO NECESSARI STUDI ED INDAGINI DI CARATTERE SPECIFICO AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE...................................................................................................................83 6.3.5 AREE PER LA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE, DI INTERESSE PUBBLICO, E GENERALE...........................................83 6.3.6 AMBITI URBANI E PERIURBANI SOGGETTI AL MANTENIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI O ALLA LORO TRASFORMAZIONE ..................................84 6.3.7 AMBITI DESTINATI ALLINSEDIAMENTO DI IMPIANTI PRODUTTIVI 84 6.3.8 AMBITI E LIMITI MASSIMI DELLA UTILIZZAZIONE EDILIZIA ............87 6.3.9 AMBITI DI TUTELA E CONSERVAZIONE DI PORZIONI STORICHE DEL TERRITORIO.....................................................................................................................93 6.3.10 AMBITI A VALENZA PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE.....................93 6.3.11 TERRITORIO AGRICOLO, FORESTALE, USI CIVICI.................................93 6.3.12 AMBITI DI TUTELA DEL VERDE URBANO E PERIURBANO..................93 6.3.13 AMBITO DELLE AREE PER LA PROTEZIONE CIVILE .............................94 6.3.14 AMBITO DELLE STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE ..........................94 6.3.15 NUCLEI DI EDIFICAZIONE ABUSIVA .........................................................94 6.3.16 AMBITI PER IL PIANO DI DISTRIBUZIONE DEI CARBURANTI.............94 6.4 CRITERI DI MASSIMA PER IL DIMENSIONAMENTO ............................................96 6.4.1 ATTREZZATURE SCOLASTICHE .................................................................98 6.4.2 PREVISINI DIMENSIONALI ...........................................................................99 6.4.3 CONFRONTO DIMENSIONALE FRA IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE ED IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE......................101 6.4.4 AREE PER STANDARS..................................................................................102
104 __________________________________________________________________________