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DEI BREVETTI, DELLE PATENTI, DEI PASSAPORTI E DEI DOCUMENTI RELATIVI AL RICONOSCIMENTO NELLA MASSONERIA UNIVERSALE CAPO I DEL

GENERE Ogni Oriente, Ordine, Obbedienza o Loggia pu redigere i propri Documenti di Riconoscimento, purch rientrino nei Canoni della Tradizione. I Canoni della Tradizione sono enunciati nel libello REGULAMQUE AUREAM MUTUAM RECOGNITIONEM del 1691, sfortunatamente non riconosciuta e non completamente tramandata successivamente alla Costituzione di James Anderson (Grand Lodge of England 1717), probabilmente per la volont di tagliare con il passato degli Ancient, a conferma che la Gran Loggia dInghilterra nasca proprio a tal fine, oppure, pi semplicemente, in quanto tradizione ormai quasi esclusivamente orale e persa nel marasma dei nuovi regimi regolamentari della Massoneria moderna. Lemissione dei documenti personali e degli atti associativi (costituzionali e di affiliazione) aveva infatti, precedentemente (ma tra il XVIII ed il XIX secolo restano strascichi di detti usi) alla nascita della Massoneria Speculativa, un carattere esoterico marcatissimo e regole assolutamente ferree. Relativamente al citato libello del 1691 permangono tracce nelle copie didattiche delle Logge statunitensi del XIX secolo (ne sono una prova le Patenti rilasciate dalle Logge dellepoca), da cui Macoy (tipografo ufficiale della documentazione riconosciuta negli States) trae le basi per le proprie stampe (tralasciando, forse perch sconociute, le Reali ed Antiche Proporzioni a cui si riferiva il libello in questione). Sempre lo stesso libello stabiliva la norma, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti di falsificazione, di inserire in ogni documento gli occulta signorum noti ai soli Prediletti Figli della Vedova (Maestri). Tali segni occulti riguardavano sia i simboli riportati sui documenti, le loro proporzioni ed anche (allepoca non esistevano le odierne tecniche anticontraffazione) errori apparenti che sfuggissero allocchio di un, seppur abile, falsificatore. Inoltre, per evitare il do-it-yourself, ove si fossero ritrovate stampe (generalmente da incisioni su rame o xilografiche) originali intonse, carta, compilazione e sigilli avevano delle caratteristiche ben precise. CAPO II DELLA CARTA Nei frammenti della Regula a noi rimasti, figura luso di vellum (pergamena) preferibile per i documenti che dovevano avere un lungo corso (ad esempio le Bolle di Fondazione), mentre la carta era indicata per tutti gli altri documenti. La pergamena doveva avere, in corrispondenza delle marche, tre minuscoli fori allinizio del nastro e tre minuscoli fori in corrispondenza del sigillo (ceralacca o xilo), il tutto in Proporzione Reale.

La carta doveva essere fabbricata appositamente e contenere una finem et abscondita perficio, ovvero una fine ed occulta filigrana che fosse individuabile solo in determinate condizioni di luce. Nella stampa, il tipografo doveva porre attenzione affinch un simbolo della filigrana fosse contenuto in unarea ben precisa e circoscritta. Ovviamente il produttore della carta doveva mantenere il segreto e dunque, molto spesso, era un vero e proprio affiliato. CAPO III DELLA COMPILAZIONE Si sa per certo che la compilazione dei documenti doveva essere manuale, ovvero (a prescindere dal fatto che allepoca di stesura del libello non fossero note altre tecniche di scrittura assistita, se non la stampa) di pugno dello scriba addetto a tale compito. La calligrafia utilizzata nelle Americhe era generalmente gotica o cancelleresca, mentre in Europa era molto pi utilizzata la notarile corsiva (che differisce dalla cancelleresca per gli ornamenti). Nella compilazione, poi, era usuale inserire (lontano dai sigilli) in una parte dedicata e generalmente a lato dello spazio per la firma del Fratello titolare del documento, un acronimo segreto noto solo ai Maestri Venerabili, che veniva trasmesso oralmente (E..QU..FRA..VE.. ovvero EO QUOD FRATER VESTER) e scritto con succo di limone e latte di fico, quindi visibile solo al braciere, CAPO IIII DEI SIGILLI I sigilli, ovviamente, dovevano essere depositati, ovvero riconosciuti mutuamente. A tale proposito la Regula consigliava un archivio segreto noto ai soli Dignitari (Segretari e Copritori), al fine di non divulgarne origine e significato. Di norma, erano dedicati a due scopi: lasseveramento di documenti tra Officine diverse e lindicazione relativa ai primi tre Gradi Simbolici. Il sigillo asseverante era normalmente affidato al Gran Segretario, che aveva il compito di suggellare e registrare tutti i documenti. I sigilli riservati al grado avevano (generalmente) tre forme diverse: un rettangolo verticale per lApprendista (lo scalpello), un rettangolo orizzontale per il Compagno (la livella) ed un triangolo isoscele per il Maestro (il compasso). Questi sigilli dovevano sempre essere asseverati. CAPO V DELLE PROPORZIONI Non essendovi allepoca degli standard nel tagli della carta (ancor meno per le pergamene), se non i famosi pieghi dal formato atlantico (che corrispondeva allincirca a 52x41.5 cm), possiamo solo fare riferimento a quanto, in termini di documenti finiti e tradizionali, fino a noi arrivato.

Dallanalisi di detti documenti (e dagli stralci della Regula) sappiamo che, generalmente, venivano utilizzati due o tre formati. Il pi piccolo tra i formati riconducibile alloctavo (15x22 cm circa). Lo si riscontra in verticale per Patenti di ingresso e in orizzontale per inviti e comunicati (gli inviti si riscontrano anche in sedicesimo). Patenti di 2.. e 3.. sono stampati normalmente in quarto (24x30 cm circa), ma importanti Patenti si riscontrano anche in formato maggiore, fino a in folio (30x38 cm circa). Si nota inoltre che tutte le Patenti (antiche) dal 3.. sono sempre stampate in verticale, mentre le altre (moderne) in orizzontale. In merito alle proporzioni, si sa (da stralci delle didattiche gi menzionate) che non erano quelle del foglio ad essere prese in considerazione, bens quelle del disegno. Precedentemente al XVIII secolo sappiamo (ed abbiamo campioni) che tutti i documenti di riconoscimento erano provvisti di cornice a stampa con proporzioni gotiche. Successivamente tali proporzioni si mantennero solo nel cuore del documento e scomparvero, anche, le cornici. In ogni caso si riscontrano sempre proporzioni relative a: Apprendista: 36 Compagno: Maestro: 1.. 312 2.. 612 72 144 [3] [5] )\ ( \ 5/72 ) - 1 ( / 7/144 ) / 3/36 3 4 5 10 10 10

3.. 1212 [7]

Ovviamente, a chi sono note le regole del computo del triangolo esoterico semplice rilevare i lati delle cornici e gli epicentri dei documenti. Una nota caratteristica: quasi sempre (se non vi sono eccessive mancanze di carta nel documento ed i sigilli non sono troppo pesanti) uno degli epicentri del documento corrisponde anche al suo baricentro (ma questo non fondamentale, perch porterebbe a considerare, anche, le proporzioni del foglio, che in realt non sono significative). CAPO VI DEI CONTENUTI La Regula, essendo antecedente alla comunione speculativa, trattava esclusivamente i gradi simbolici, ma si riscontrano (soprattutto ad opera di Revere) anche Diplomi e Patenti relativi ai gradi successivi.

1.. Regolo + Maglietto + Scalpello 2.. Squadra + Livella + Piombo 3.. Sisaro + Matita + Compasso Va rilevato che tali simboli non sono riferiti alle allegorie presenti nel documento, bens al titolare dello stesso, quindi il loro posizionamento vincolante affinch si identifichi il livello della Patente. 1.. Regolo + Maglietto + Scalpello Squadra SU Compasso 2.. Squadra + Livella + Piombo Squadra X Compasso 3.. Sisaro + Matita + Compasso Compasso SU Squadra Nord J Sud B 3 gradino tra J e B

In genere questi simboli si confondono tra le altre allegorie o possono essere sostituite da: 1.. Perpendicolare 2.. Livella 3.. Cazzuola In ogni caso, ad identificazione delleffettivo grado raggiunto, importante la posizione degli strumenti allinterno del grafico. Tale artifizio consentiva la verifica della Patente qualora contraffatta nellentit della Paga. CAPO VII DELLE CONCLUSIONI Riportiamo con orgoglio del tutto italico il fatto che le Proporzioni Architettoniche di detti documenti sono state derivate dagli studi dellArchitetto italiano (da Vicenza) Vincenzo Scamozzi. Naturalmente non dimentichiamo il londinese Lambert, il tedesco Nunzer, il naturalizzato Revere, ecc, che trasformarono le idee simboliche in Arte. (trad. Tradition of Masonic Engravings USGL 1991)

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