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Francesco Lamendola

La caduta di Santiago di Cuba nel 1898 segna il tramonto della presenza spagnola in America
La guerra ispano-americana del 1898, che segn la definitiva espulsione della Spagna da quel che restava del suo antico e glorioso impero coniale in America e in Asia, sostanzialmente una guerra dello zucchero ed inserisce gli appetiti imperialisti statunitensi nel quadro della pluridecennale lotta per lindipendenza del popolo cubano, offendo agli Stati Uniti il pretesto ideale per presentarsi nella rispettabile veste di paladini dei popoli oppressi dal colonialismo europeo. La legge Dingley, votata dal Congresso americano nel marzo 1897, su convocazione del neo-eletto presidente Mac Kinley, rafforza la tradizionale politica protezionista degli Stati Uniti, stabilendo la pi alta tariffa sulle merci straniere fino allora praticata dal governo federale. Cos, il Partito repubblicano pone deliberatamente le premesse per un conflitto con la Spagna, che nellemisfero occidentale possiede ancora le isole di Cuba e Porto Rico e, in quello asiatico, larcipelago delle Filippine, pi una serie di vasti arcipelaghi dellOceano Pacifico: le Caroline, le Marshall, le Palau e le Marianne. Sia a Cuba che nelle Filippine sono in corso delle dure lotte indipendentistiche e la Spagna, finanziariamente stremata, non in grado di conservare nemmeno questi ultimi coriandoli della sua passata grandezza coloniale; il Partito repubblicano statunitense, daltra parte, desidera portare alle estreme conseguenze la cosiddetta Dottrina Monroe, enunciata fin dal lontano 1823, secondo la quale lAmerica deve essere degli Americani (un elegante eufemismo che significa in realt: lAmerica deve essere degli Stati Uniti). Cuba, vasta isola tropicale di quasi 120.000 kmq., scoperta da Colombo nel 1492 e da allora sottoposta al dominio spagnolo, una forte produttrice di frutta, tabacco, caff, cotone e soprattutto canna da zucchero. Lo zucchero cubano diretto principalmente verso il mercato statunitense e si capisce, perci, come esso faccia una concorrenza quasi insostenibile a quello prodotto negli Stati Uniti. Tuttavia, se Cuba diventasse un possedimento americano, la tariffa Dingley non costituirebbe pi un problema Cuba, insieme alle Filippine, nel 1898 gi insorta contro la Spagna e sta per sfuggirle di mano; perch non approfittarne, dunque? In effetti, da molto tempo la maggiore isola caraibica fa gola agli Americani. Gli schiavisti del Sud vi avevano visto un efficace contrappeso alle pretese abolizioniste del Nord; tanto che lo stesso presidente Franklin Pierce aveva cercato di addivenire in modo equo allannessione dellisola. Veterano della guerra contro il Messico, che aveva fruttato agli Stati Uniti met del territorio di quella nazione, Pierce aveva una spiccata propensione per le annessioni di territorio straniero: nel 1854, durante il suo mandato, era stato sottoscritto il trattato di Glasden, con il quale il presidente messicano Santa Ana cedeva al potente vicino la Valle di Mesilla, 76.800 kmq. di territorio nel sud dellArizona e del New Mexico, in cambio di una grossa somma di denaro, atta a ripianare i debiti della sua sconsiderata amministrazione. Sempre nel 1854, Pierce aveva inviato a Madrid un suo incaricato speciale, P. Soul, con mandato di stipulare la cessione dellisola dietro pagamento in dollari sonanti. La missione per, era fallita per lintransigenza del governo spagnolo e Soul, nel dorso di una riunione con gli ambasciatori americani a Londra e Parigi (il cosiddetto manifesto di stenda) aveva dichiarato seza mezzi termini ce, se Cuba non fosse stata ceduta dalla Spagna con le buone, gli Stati Uniti avrebbero anche potuto prendersela con la forza. Ne era seguita una crisi diplomatica fra i due Paesi, sopita da una pronta (e insincera) sconfessione del governo di Washington. 1

Anche la Louisiana era stata comperata dalla Francia di Napoleone, del resto, e la Florida era stata comperata dalla Spagna; dunque, perch non Cuba e Portorico, le isole dello zucchero? Negli Stati Uniti, finita la guerra di secessione, linteresse dellopinione pubblica torna a rivolgersi verso di esse, abilmente orientato da una campagna giornalistica senza precedenti da parte del gruppo di William Randolph Hearst. Ogni giorno il bravo borghese di New York, di Chicago e di Philadelphia pu deliziarsi con gli articoli sensazionalistici e truculenti che descrivono le atrocit commesse dal generale spagnolo Valeriano Weyler contro i poveri Cubani indifesi. In realt, Weyler sta facendo esattamente quello che faranno i Britannici in Sudafrica, contro i Boeri, appena un paio danni dopo: allestisce campi di concentramento per la popolazione cubana, mano a mano che riesce a pacificare una provincia dellisola. Ma il suo torto quello di non guardare in faccia a nessuno e di rinchiudere nei campi di concentramento anche un certo numero di cittadini americani. Peggio ancora: i suoi sistemi, per quanto brutali, indubbiamente funzionano, ed egli riporta una serie di successi che irritano ed esasperano lormai bollente opinione pubblica statunitense. Non passa giorno che i giornali del gruppo Hearst non escano con un titolo a caratteri cubitali in cui si parla di Weykler, il macellaio. In effetti, lisola di nuovo in subbuglio. Mentre limpero spagnolo nelle Americhe si sfasciava, fra il primo e il terzo decennio dellOttocento, a Cuba non era creato alcun movimento indipendentista, ad eccezione di una sanguinosa rivolta di schiavi nel 1812, guidati da un certo Jos Aponte, nel 1812. Ma, nella seconda met del secolo, linsofferenza dei Cubani verso la madrepatria spagnola si era fatta pi acuta e nel 1868 era scoppiata una vera e propria guerra per lindipendenza, sotto la guida di un proprietario terriero creolo, Carlos Manuel de Cspedes, e di altri capi, in coincidenza con i tumultuosi avvenimenti della madrepatria: il pronunciamiento spagnolo e la deposizione della regina Isabella. La guerra era stata durissima ed era durata una decina danni, tanto che viene oggi ricordata dai Cubani come la guerra dei dieci anni (1868-78). Alla fine gli Spagnoli erano riusciti a riprendere il controllo della situazione, non senza che contrabbandieri statunitensi rifornissero dami gli insorti, ragion per cui alcuni di essi, catturati, erano stati condannati a morte e ci aveva provocato le proteste del governo americano. Con la Convenzione di Zanjn, la Spagna aveva concesso lamnistia agli insorti e la libert agli schiavi che avevano combattuto con le truppe cubane; ma, dimentica delle promesse di riforma, essa aveva tentato ben presto di reintrodurre i suoi inveterati sistemi di governo autoritari e assolutistici. Nel 1895 la guerra scoppia di nuovo: questa volta ad animarla un personaggio di grande levatura intellettuale e morale: il poeta Jos Mart, che, pur cadendo sul campo di battaglia poche settimane dopo, infiamma lanimo dei suoi compatrioti, ormai determinati a scrollarsi per sempre dalle spalle il dominio coloniale spagnolo. Gli insorti costituiscono un governo provvisorio che proclama lindipendenza e spedisce propri rappresentanti allestero, prima di tutto negli Stati Uniti, come uno Stato pienamente sovrano. Cos, nel 1898, quando gli Stati Uniti decidono di intervenire, la seconda guerra dindipendenza cubana gi molto avanti sulla via del successo e gli insorti, probabilmente, potrebbero farcela anche da soli; cos come, de resto, sta avvenendo nelle Filippine, allaltra estremit del mondo, sotto la guida del capo guerrigliero Aguinaldo, che ormai sul punto di mettere lassedio alla capitale, Manila, quando la squadra navale statunitense di presenta davanti alle vetuste fortificazioni spagnole. La pressione diplomatica statunitense cos forte che il presidente del Consiglio spagnolo, Cnovas del Castillo, decide di richiamare in patria il generale Weyler e di avviare le tanto attese riforme; ma gli manca il tempo di andare oltre, perch cade sotto i colpi dellanarchico italiano Michele Angiolillo, l8 agosto 1897 (sorte che toccher poi anche al presidente Mac Kinley, il 14 settembre 1901, per mano di un anarchico di origine polacca, Czolgosz). In questo clima incandescente, con lopinione pubblica americana sempre pi isterica e con i giornali sempre pi preoccupati per la sorte dei cittadini americani a Cuba e per quella dei loro beni, 2

si colloca lepisodio dellincrociatore corazzato Maine, di 6.600 tonnellate, che giunge in visita amichevole a LAvana ai primi di febbraio del 1898, in realt per accentuare la pressione intimidatoria sul governo spagnolo. Il 15 dello stesso mese, allimprovviso, la nave da guerra salta in aria per una misteriosa esplosione che uccide gran parte delequipaggio: 253 marinai perdono la vita e 115 rimangono feriti. Anche se le commissioni dinchiesta non giungeranno a una conclusione definitiva, i giornali americani non aspettano di sentirne gli esiti e gridano tutta la loro indignazione contro la perfidia spagnola, invocando pronta e implacabile vendetta. Dovranno passare molti anni perch una indagine dellammiraglio Rickover dimostri, in modo inoppugnabile, che lesplosione non era stata provocata da una mina, come allora tutta lopinione pubblica americana credeva, per la semplice ragione che era avvenuta allinterno della nave e non allesterno. A partire da quel momento, il conflitto praticamente inevitabile. Ricordatevi del Maine diventa il motivo sciovinista e guerrafondaio ricorrente, assumendo toni sempre pi esasperati e bellicosi. Non si vuole giustizia e tanto meno si vuole conoscere la verit: si vuole vendetta, puramente e semplicemente. Anche gli intellettuali si uniscono al coro generale, con toni roboanti e patriottardi che, invece di richiamare alla ragione, fanno leva sullemotivit: ne citiamo uno per tutti, il filosofo George Santayana (che, ironia della sorte, era spagnolo di nascita, anzi, addirittura madrileno). E qui non possibile passare oltre senza fare una sia pur breve riflessione sulleccezionale tempismo con cui episodi come quello del Maine si sono verificato ogniqualvolta il governo statunitense si trovato nellimminenza di attuare un intervento militare o una dichiarazione di guerra: dallaffondamento del Lusitania da parte di un sottomarino tedesco durante la prima guerra mondiale, allattacco giapponese a sorpresa (si fa per dire) di Pearl Harbor, fino agli attentati terroristici dell11 settembre 2001 che alcuni studiosi, come Webster Griffin Tarpley, ritengono fabbricati dai servizi segreti americani nel quadro di un terrorismo sintetico che nasce da una precisa strategia mirante ad acquisire il pieno sostegno di una opinione pubblica depistata, ingannata e illimitatamente manipolata. Ma torniamo al Maine e al febbraio del 1898. Mentre i tamburi di guerra rullano sempre pi forte, da New York a San Francisco, l11 aprile il presidente Mac Kinley rivolge un vibrato messaggio al Congresso, sostenendo che gli Stati Uniti hanno lobbligo morale di non restare indifferenti alle vicende cubane e di intervenire per porre fine al malgoverno spagnolo; il tutto (parole testuali) in nome della causa della libert contro la barbarie e per porre fine allo spargimento di sangue, alla carestia e alla miseria che esistono a Cuba (sembra di sentire le parole che il presidente George Bush junior rivolger al Congresso per annunciare la decisione di invadere lAfghanistan, nel 2001). Infine, il presidente afferma che lattuale situazione a Cuba una minaccia costante alla pace del nostro Paese e ci costringe a enormi spese. Sarebbe vano cercare, fra gli storici americani delle ultime generazioni, una valutazione un po pi serena e meno retorica di quegli avvenimenti. Morison e Commager, ad esempio, autori di una celebratissima Storia degli Stati Uniti, pur riconoscendo il ruolo svolto dalla stampa e gli inconfessabili interessi dei piantatori americani di canna da zucchero, finiscono per scivolare anche loro nella solita enfasi nazionalistica e fortemente acritica, quella stessa che gi allepoca fece parlare di una little, splendid war, cio di una piccola, magnifica guerra che consent agli Stati Uniti di vincere una volta per tutte i loro complessi dinferiorit nei confronti delle vecchie potenze europee. Dopo il discorso di Mac Kinley al Congresso, approvato il 19 aprile, lambasciatore spagnolo a Washington chiede il passaporto e rientra immediatamente in patria; la dichiarazione ufficiale di guerra viene consegnata ufficialmente il 21 al governo di Madrid. Dal punto di vista militare, la campagna viene risolta in brevissimo tempo dalla netta superiorit tecnica della marina statunitense, la quale, padrona degli oceani, mette lesercito spagnolo a Cuba nellimpossibilit di protrarre le operazioni.

Non era scontato che le cose sarebbero andate in quel modo. In molti pensavano, allepoca, che lesercito spagnolo avrebbe dato una severa lezione a quello americano, formato da poche migliaia di volontari e male organizzato dal punto di vista logistico e sanitario. Nellisola di Cuba vi sono da 200 a 300.000 soldati spagnoli che, se riuscissero a concentrarsi e ad operare in modo coordinato, potrebbero infliggere dei colpi tremendi al piccolo corpo di spedizione statunitense. Invece linsipienza dei comandi fa s che la campagna venga decisa in poche settimane e che le forze spagnole, nei brevi ma sanguinosi scontri che portano allassedio e alla caduta di Santiago (Las Guasimas, El Caney, San Juan), si trovino a combattere sistematicamente in condizioni di inferiorit numerica (una situazione, sia detto fra parentesi, che ricorda in modo curioso quella che si verificher nellAfrica Orientale Italiana, invasa dalle truppe britanniche durante la seconda guerra mondiale). Ad ogni modo, lesito della guerra viene deciso sul mare; e qui la superiorit americana , come si detto, netta, non solo sul piano quantitativo (230.000 tonnellate di stazza complessive contro 123.000 della flotta spagnola), ma soprattutto su quello qualitativo. Le navi della flotta americana 5 corazzate, 2 incrociatori corazzati, 5 monitori a due torri, 13 monitori a una sola torre, 2 guardacoste, 8 incrociatori di prima classe, 8 incrociatori di seconda classe, 25 cannoniere di cui 15 protette, 19 torpediniere - sono pi veloci, pi robuste, pi moderne, pi efficienti e, soprattutto, meglio comandate. La marina spagnola possiede una squadra navale nelle Filippine, forte di dieci unit, al comando dellammiraglio Patricio Montojo: una forza imponente, ma solo sulla carta, perch si tratta di navi assai antiquate e scarsamente protette. Unaltra squadra, al comando dellammiraglio Pascual Cervera, riceve lordine di partire immediatamente dalla Spagna alla volta di Cuba; una terza forza navale, coordinata dallammiraglio Manuel De La Cmara, deve raccogliersi a Cadice con le unit di riserva, per intervenire, a seconda degli eventi, nelluna o nellaltra direzione. La squadra americana dellEstremo Oriente, agli ordini del commodoro George Dewey, si trova in quel momento nella base navale dei cugini inglesi, ad Hong Kong. La notte del 30 aprile 1898 essa penetra nella baia di Cavite, davanti a Manila, e il 1 maggio vi sorprende la squadra spagnola di Montojo, colandola a picco interamente, senza subire alcuna perdita e ponendo poi il blocco alla citt, mentre le forze di Aguinaldo la stringono dalla parte di terra. A partire da quel momento, spazzata via la presenza navale spagnola dallEstremo Oriente e dal Pacifico, le operazioni si concentrano sullisola di Cuba, dal cui possesso dipende lesito finale della guerra. Lammiraglio Cervera traversa lAtlantico e giunge nel Golfo del Messico quando il disastro di Cavite gi avvenuto e, zigzagando in modo da mantenere segreta la sua destinazione finale, giunge senza incidenti nel porto di Santiago, che sorge in fondo ad una baia cos profonda da somigliare ad un vero e proprio fiordo. Un eccellente rifugio che, per, potrebbe facilmente trasformarsi in una trappola mortale: il che accade non appena lammiraglio William T. Sampson si porta al largo di Santiago con la sua potente squadra navale, deciso a impedire che Cervera riprenda il mare. Questultimo, in teoria, potrebbe svolgere azioni offensive contro le coste atlantiche degli Stati Uniti; di fatto, preferisce andarsi a cacciare da solo nella situazione da cui non uscir pi. Cos Renato Rinaldi descrive la campagna di Santiago di Cuba e la relativa battaglia navale nella sua ampia opera Storia degli Stati Uniti dAmerica (Milano, Armando Curcio Editore, 1966, vol. 1, pp. 360-365): Lannuncio degli avvenimenti di Manila e Cavite provoc entusiasmo indescrivibile negli Stati Uniti e costernazione in Spagna. Lammiraglio Cervera, riuscendo a mantenere un perfetto segreto sui movimenti delle sue navi, era salpato il 29 aprile da Capo Verde e, dopo aver varie volte dirottato in Atlantico e nel Mar delle Antille, per non far conoscere la sua precisa destinazione, aveva ormeggiato la squadra a Santiago di Cuba.

Il porto di Santiago era stato ben scelto; provvisto di un ricco deposito di carbone e di bacini di carenaggio, si trovava al fondo di uninsenatura a forma di bottiglia, facilmente bloccabile alle incursioni del nemico. Santiago offriva anche il vantaggio di poter disporre di comunicazioni telegrafiche con lEuropa, perch vi passavano due cavi, uno francese e uno inglese, che non potevano essere interrotti per le norme di protezione internazionale sulla telegrafia. La zona era, tuttavia, mediocremente fortificata, ma lammiraglio Cervera, per maggior sicurezza, fece affondare, nel mezzo del canale di accesso alla baia, il vecchio incrociatore Reina Mercedes. Due modesti tentativi americani di sbarco, a Cardenas e a Cienfuegos, fallirono, grazie alla pronta reazione di unit della flotta spagnola presenti in quelle rade. Falliti i primi tentativi di sbarco, malgrado laiuto prestato dagli insorti e in vista della salda protezione naturale offerta dalla rada di Santiago alla squadra spagnola, vera da prendere una decisione: trasformare il rifugio di Cervera in una trappola. Quando, poi, sarebbero arrivate le truppe di terra in approntamento a Key West, si sarebbe operato uno sbarco in forze, proprio nei pressi di Santiago. [] A Key West, il generale Shafter aveva ultimato la radunata delle truppe da sbarco destinate a Cuba. Il 20 giugno, i trasporti americani giunsero nelle acque di Santiago, sotto la protezione delle navi di Simpson. Dopo apposito consiglio di guerra, si decise di effettuare lo sbarco a Daiquiri, a diciassette miglia a est di Santiago. Alle ore 9 del 22 giugno, le prime truppe americane prendevano terra, mentre la flotta di Sampson compiva un poderoso tiro di sbarramento sulle colline circostanti, per evitare qualsiasi concentramento nemico. Le forze americane trasportate a Cuba ascendevano a sedicimila uomini circa, compresi i servizi, oltre il reggimento Rough Riders, formato da volontari del West, mobilitati e comandati dal colonnello Wood e dal tenente colonnello Theodore Roosevelt, dimessosi da segretario aggiunto alla Marina per partecipare alla guerra con effettivo comando di reparto. Le truppe del movimento dinsurrezione cubana si unirono a quelle americane per proseguire insieme le operazioni. I Rough Riders prima dellimbarco avevano lasciato i loro cavalli; a Cuba bisognava combattere a piedi. Il 24 giugno, proprio i Rough Riders ebbero uno scontro a Las Guasimas riuscendo a respingere un rabbioso attacco nemico. Il 30 giugno, il generale Shafter ordin alle sue forze di muovere contro le posizioni spagnole di El Caney nei pressi di Santiago. Lo scontro fu sanguinoso, le perdite americane superarono i mille uomini, ma alla fine il nemico fu ricacciato dalle sue posizioni. Lo stesso giorno, altre forze, tra cui i Rough Riders, attaccavano San Juan. Lassalto fu comandato dal colonnello Roosevelt; la sera del 2 luglio, le truppe americane erano schierate a Est di Santiago. Tuttavia, gli Americani non erano in una situazione facile; le fortificazioni spagnole intorno a Santiago erano salde, la flotta di Cervera avrebbe potuto agevolmente concentrare il suo tiro contro di loro con sicuro effetto e, oltre tutto, la febbre gialla gi cominciava a mietere vittime, senza che si potesse disporre di sufficienti mezzi ospedalieri, per deplorevole deficienza di organizzazione. Ma Cervera non pensava di agire in appoggio alle forze spagnole a terra. Egli meditava solo come uscire dalla trappola; Santiago era esposta ormai allattacco nemico, da unora allaltra poteva verificarsi una rottura del fronte; bisognava portare la squadra in mare aperto. Il 3 luglio, il generale Shafter si era recato sulla nave ammiraglia New York per conferire con Sampson sulla critica situazione dei reparti schierati dinanzi a Santiago. Ma, proprio quella mattina, alle 9, la flotta di Cervera, troppo frettolosa di trarsi dimpaccio, e senza fiducia nelle forze spagnole di terra, tent di prendere il largo. La prima a uscire dalla rada fu lammiraglia Maria Teresa, seguita dal Vizcaya, dal Coln, dallOquendo e dalle unit minori. Il comando delle navi americane era, in quel momento, affidato al commodoro Schley. Immediatamente esse si gettarono allinseguimento delle unit spagnole, le batterono in velocit, e le impegnarono presto in combattimenti isolati.

Gli Spagnoli reagorono con bravura facendo fuoco sino allestremo. Ma furono sconfitti, totalmente sconfitti; lammiraglio Cervera, ferito, fu fatto prigioniero. La flotta che io comando offre alla nazione, come dono per la festa del 4 luglio, la distruzione di tutta la flotta dellammiraglio Cervera. Nessuna nave riuscita a sfuggire. La flotta spagnola ha tentato la sortita alle nove del mattino, e alle due del pomeriggio, lultima nave, la Cristobal Coln, si era incagliata a sessanta miglia a Ovest di Santiago. LInfanta Maria Teresa, la Vizcaya e lOquendo sono state costrette ad arenarsi, poi si sono incendiate, saltando in aria a venti miglia da Santiago. Il Furor e il Plutn sono stati distrutti a circa venti miglia dal porto. Le nostre perdite sono di un morto e di un ferito. Le perdite del nemico si elevano a molte centinaia di uomini, colpiti dal tiro, dalle esplosioni o feriti in mare. Abbiamo fatto circa milletrecento prigionieri, compreso lammiraglio Cervera. Questo era il resoconto della battaglia inviato telegraficamente a Washington dallammiraglio Sampson. Il disastro subito da Cervera disorient i difensori di Cuba. Il maresciallo Blanco rivolse loro un ottimistico proclama, ma nessuno nutriva pi illusioni. Sin dal giorno 7 il generale Torral, comandante la piazza di Santiago, aveva chiesto una tregua darmi per aver tempo di collegarsi col governatore generale, e per chiedere istruzioni. Allo scadere della tregua, il giorno 9, gli Americani investirono la citt con tiri dartiglieria, dalla terra e dal mare. Nuovi rinforzi erano intanto arrivati dagli Stati Uniti; intorno a Santiago erano schierati ventiduemila uomini. Il 14 luglio, il generale Shafter sincontr col generale Torral, per esaminare la precaria sorte dei civili di Santiago, rifugiatisi in campo americano, in numero di diciottomila. La citt bruciava. Torral non esit a intavolare con Shafter trattative di resa. Dopo il convegno, i due generali informarono i propri Comandi. Il giorno 17 aluna del mattino la resa era formata: i rifugiati in campo americano sarebbero rientrati A Santiago; i servizi sanitari dellesercito americano avrebbero dato assistenza alle truppe spagnole, le truppe spagnole della provincia di Santiago accettavano la resa, tranne diecimila uomini che, accampandosi fuori della citt, avrebbero atteso lordine di rientrare in Spagna; tutte le forze spagnole sarebbero state disarmate. Dunque, il 17 luglio la guarnigione di Santiago firma la resa; il 18, senza perdere neanche un giorno, Mac Kinley istituisce a Cuba un governo militare, con grave scontento del capo degli insorti cubani dopo la morte di Jos Mart, Inigo Calixto Garcia, che protesta, ma invano, presso il generale americano Shafter. Il 26 luglio ha inizio lo sbarco delle forze statunitensi sulla piccola isola di Porto Rico, i cui 20.000 difensori rinuncioarono ad ogni resistenza; tanto che questa breve campagna venne ironicamente definita dalla stampa americana un week-end al chiaro di luna. Ormai la Spagna ripone tutte le sue ultime speranze nella squadra dellammiraglio La Cmara, diretta a tutto vapore verso lEstremo Oriente, per tentar di rovesciare in extremis le sorti della guerra nelle Filippine. Ma a Port Said le navi spagnole non ottengono dalle autorit egiziane il carbone necessario per proseguire la crociera: la longa manus britannica si fa sentire, anche in questo caso, in appoggio agli Stati Uniti. Il 4 agosto giungono davanti a Manila, provenienti da San Francisco, via Honolulu, le truppe americane destinate alloccupazione dellarcipelago; il 13 agosto la squadra di Dewey riprende il bombardamento della capitale filippina, mentre il comandante spagnolo, Augusti, fugge a bordo di una nave da guerra tedesca. Quella sera stessa la guarnigione spagnola si arrende e gli Americani possono fare il loro ingresso a Manila, catturando 12.000 prigionieri e ingenti quantit di armi e munizioni. Anche in questo caso, le forze insorte locali, capitanate da Aguinaldo, non ricevono il permesso di costituire un governo e, anzi, nemmeno quello di entrare in citt. Ne segue una lunga e durissima guerriglia contro le forze doccupazione americane, destinate a salire fino a 75.000 uomini (una 6

escalation paragonabile a quella del Vietnam degli anni Sessanta del Novecento), che proseguir fino al 1901, con la cattura dello stesso Aguinaldo e la sua resa. Il 12 agosto, intanto, sono stati firmati i preliminari di pace fra Spagna e Stati Uniti, che porteranno, con la mediazione dellambasciatore francese a Washington, Jules Cambon, alla firma del trattato di pace vero e proprio, il 10 dicembre 1898. Le Filippine rimangono agli Stati Uniti e cos pure Porto Rico, che viene dichiarato possesso degli Stati Uniti, pur non facendone parte. Per Cuba vi una occupazione militare che durer fino al 1901 e alla quale seguir il cosiddetto emendamento Platt, in base al quale gli Stati Uniti si riservano il diritto di intervenire militarmente ogni qualvolta lo ritengano necessario; e, inoltre, ottengono la concessione di due basi strategiche, a Baha Honda e a Guantanamo; questultima, come noto, tuttora in loro possesso. Cos finisce la presenza coloniale spagnola in America e cos si innalza lastro degli Stati Uniti quale nuova potenza mondiale. Lopinione pubblica europea, a parte quella britannica, ha seguito la guerra parteggiando per la Spagna e si perfino parlato di una alleanza delle maggiori potenze per venire in suo soccorso; ma, naturalmente, non se ne fa nulla, anche per la inaspettata rapidit del collasso spagnolo, che, in quella nazione, provoca un cocente senso di umiliazione. Si dice che il principe di Bismarck, osservando come la guerra abbia preso una piega cos veloce e cos inusitatamente favorevole agli Americani, abbia fatto questo commento: Evidentemente esiste una speciale Provvidenza per proteggere i pazzi, gli ubriachi e gli Stati Uniti dAmerica.

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