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Contro-inchiesta sul debito pubblico italiano

e la sua sostenibilit La presente inchiesta vuole rispondere alle seguenti sei domande: Che cos il debito pubblico? Quali le sue cause? A quanto ammontano il debito e il servizio sul debito (gli interessi annui che lo Stato deve rimborsare ai suoi creditori)? Chi sono questi creditori?E "sostenibile questo debito, pu lItalia riportarlo sotto la soglia che i Trattati di Maastricht e il recente Patto di stabilit ritengono tollerabile? E plausibile la ristrutturazione del debito italiano? Infine spiegheremo perch il suo annullamento la soluzione necessaria.
di Moreno Pasquinelli

Contro-inchiesta sul debito pubblico italiano e la sua sostenibilit


di Moreno Pasquinelli

La presente inchiesta vuole rispondere alle seguenti sei domande: Che cos il debito pubblico? Quali le sue cause? A quanto ammontano il debito e il servizio sul debito (gli interessi annui che lo Stato deve rimborsare ai suoi creditori)? Chi sono questi creditori?E "sostenibile questo debito, pu lItalia riportarlo sotto la soglia che i Trattati di Maastricht e il recente Patto di stabilit ritengono tollerabile? E plausibile la ristrutturazione del debito italiano? Infine spiegheremo perch il suo annullamento la soluzione necessaria. E notizia di due settimane fa che la virtuosa Germania ha tolto allItalia il terzo posto come paese pi indebitato nella classifica mondiale. Il debito pubblico tedesco infatti aumentato di colpo nel 2010 di ben 319 miliardi di euro. Si innalzato cos a 2.080 miliardi, primo debito europeo ad andare oltre la soglia dei 2mila miliardi, sorpassando a tutto gas quello italiano. Quello tedesco dunque diventato il terzo debito pubblico lordo pi alto del mondo in valore assoluto, scavalcando di 236 miliardi quello dell'Italia, sceso cos al quarto posto. (1) Di ci si subito rallegrato Tremonti-Pinocchio, come a dire mal comune, mezzo gaudio. Gli analisti hanno risposto con una pernacchia, viste le differenze macroscopiche tra i fondamentali economici della Germania e quelli dellItalia, il cui debito pubblico non esplosivo solo per il suo ammontare, ma per natura e fenomenologia.
PARTE 1: la tabella 1 mostra laumento del debito pubblico italiano, cresciuto negli ultimi anni al 120% del Pil. Le politiche economiche di "rigore" seguite dai governi nell'ultimo ventennio (non da una stagione), consistite in privatizzazioni e dismissioni delle propriet pubbliche, pubbliche tagli alla spesa sociale e aumento delle imposte, a poco sono servite. servite La presente inchiesta vuole rispondere alle seguenti sei domande: 1) Che cos il debito pubblico? 2) Quali le sue cause?

3) A quanto ammontano il debito e il servizio sul debito (la cifra degli interessi annui che lo Stato deve rimborsare ai suoi creditori)? 4) Chi possiede questo debito? Esso sostenibile, ovvero pu davvero lItalia riportarlo sotto la soglia che i Trattati di Maastricht e il recente Patto di stabilit ritengono tollerabile? 5) E plausibile la ristrutturazione del debito italiano? 6) Perch il suo annullamento la soluzione?

Che cos il debito pubblico? - E un fatto che il debito privato italiano, quello delle aziende e delle famiglie, inferiore di circa trenta punti percentuali rispetto alla media europea, e decisamente pi basso di paesi come Regno Unito o Olanda dove la propensione allesposizione debitoria tradizionalmente alta e non tanto perch sono popoli cicala, quanto per la natura cosiddetta marked oriented dei sistemi bancari e finanziari. Si guardi al peso della borsa italiana (il rapporto tra capitalizzazione di Borsa e Pil del 28%): lo Stivale in coda alla classifica mondiale, 45 posto, dietro a paesi come Per o Sri Lanka (Il Sole 24 Ore, 23 aprile 2011). Per questo Tremonti ha tanto insistito ai vertici della UE dellanno passato nel chiedere che venga considerato il debito aggregato (somma tra il Debito Pubblico e quello Privato) e non solo quello sovrano. Il commissario europeo per gli Affari Economici, Olli Rehn, rispose a suo tempo che sarebbe comunque stato il parametro del debito pubblico a contare in prima battuta per decidere eventuali sanzioni. La Commissione europea potr considerare anche altri fattori (tra cui il debito privato) per avere una visione d'insieme sulla sostenibilit del debito. Tutto qui.

PARTE 2: 2 Il Debito Pubblico definito come il debito del settore pubblico ovvero il debito accumulato da uno Stato e dai suoi diversi enti nei confronti di determinati creditori. Solitamente i governi contraggono prestiti mediante l'emissione di obbligazioni (in Italia di titoli di Stato come Bot o Cct) destinate a ripianare il deficit pubblico e a coprire il fabbisogno finanziario statale. Per dirla con le parole del Ministero dellEconomia: Il debito pubblico pari al valore nominale di tutte le passivit lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici). Il debito costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni esclusi gli strumenti finanziari derivati e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95 (Il Sole 24 Ore, 23 aprile 2011).

Il debito italiano tuttavia composto per pi dell80% da Titoli di Stato. .Si tranquillizza il paese, sostenendo che grazie alla crescita Non ci sar alcuna manovra lacrime e sangue, non c stata durante la crisi e non ci sar nel periodo 2013-2014. Ma che queste speranze siano realistiche, tutto da vedere. vedere Resta che il destino del paese tutto appeso a questa fantomatica crescita. Se essa sar pi bassa (Il Governatore della Banca dItalia infatti pi prudente: Se continuiamo a crescere all1% allanno ci vorranno 5 anni per raggiungere i livelli precrisi. Mario Draghi, Il Sole 24 Ore del 14 aprile 2011), o se addirittura avessimo una nuova recessione, facile intuire che le lacrime e il sangue scorreranno copiosi. C' poi un altro fattore ostativo a questa fantomatica "crescita", la composizione anagrafica anagrafica della forza lavoro italiana, sempre pi anziana, anziana per cui, o si fanno affluire frotte di migranti, o si allunga l'et lavorativa a 80 anni, o un mix di tutte e due le cose. Riguardo ai presunti poteri taumaturgici della crescita del Pil varrebbe la pena entrare nel merito dei parametri aleatori e perversi con cui esso oggi si calcola. Notiamo che oramai anche analisti ed economisti non certo sovversivi contestano radicalmente radicalmente i criteri standardizzati. E un fatto che, anche considerando validi certi parametri, la composizione del Pil italiano non promette nulla di buono, dato che quasi il 50% di esso composto da settori improduttivi, quali quelli del credito, della speculazione, della rendita finanziaria. finanziaria Sempre restando al Pil vanno considerati

altri due fattori il peso delleconomia criminale o illecita che si calcola fatturi 100 miliardi lanno, e la cosiddetta economia sommersa la quale si dice ammonti (dati Istat 2008) a 260 miliardi di euro, ovvero circa il 15% del Pil. PARTE 3: 3: Quali sono le cause del debito pubblico? - Se il debito di uno Stato aumenta perch evidentemente esso non ha altre risorse per coprire laccresciuta spesa pubblica, dato le sue entrate sono inferiori alle uscite. Si considerino le curve del Pil e del debito dal 1970 al 2009, ovvero nel quarantennio in cui il debito pubblico aumentato di ben 18 volte. Si vede che tra Pil e Debito c una relazione biunivoca, dalla quale si pu evincere che il Pil finanziato o il Pil. cresciuto grazie al secondo, che il debito ha finanziat Pil

Questo ci aiuta a capire qual stata una tra le cause primarie dellaumento esponenziale del debito: grazie ad esso stato sorretto, diciamo drogato, il ciclo economico, la qual cosa ha permesso alle aziende capitalistiche di vendere le loro mercanzie sorreggendo quindi i propri declinanti tassi di profitto. profitto E stato quindi il Capitale, in barba alle esecrazioni ufficiali dei suoi analisti, che ha goduto di questo debito. Come sappiamo, negli altri paesi, Usa anzitutto, il ciclo economico stato invece sorretto dallaumento enorme del debito privato, stratagemma per sostenere uneconomia basata sui consumi di massa a tasso calante dei salari e dei redditi del ceto medio. Qui debito pubblico, l privato: privato due diverse modalit per contrastare la medesima tendenza, la crisi di sovrapproduzione combinata con la diminuzione del potere dacquisto dei salari, due modi per fermare la crescente valorizzazione (svalutazione) del capitale causata dalla caduta generale del saggio di profitto.

E quindi considerando la causa del debito, la sua crescita esponenziale e la sua fenomenologia, che si pu comprendere a pieno la metamorfosi conosciuta dal sistema capitalistico e imperialistico in Occidente, consistito nel definitivo passaggio ad un neo-sistema contraddistinto dal fatto che la rendita finanziaria, ovvero il modo di moltiplicare guadagni e denaro saltando le fatiche del processo di creazione del valore, valore ha preso il sopravvento sul capitale produttivo dove per produttivo -- con Marx, deve intendersi quel capitale che crea merci (materiali o immateriali) le quali soltanto incorporano plusvalore, ovvero l'eccedenza in cui consiste la ricchezza della societ capitalistica. Si parla a questo proposito della crescita abnorme della speculazione finanziaria, definizione corretta, solo a patto di considerare che essa non una patologia momentanea, unalterazione maligna di un corpo sano, quanto invece il modus essendi e operandi del sistema capitalistico occidentale giunto al suo estremo grado di bulimia. Qui sta il busillis: siamo in presenza di sistema segnato dalla tendenza compulsiva a fare profitti ma oramai incapace a creare plusvalore su larga scala, scala ovvero della metastasi per cui la sfera finanziario-creditizia, cresciuta in misura mostruosa, non pi un supporto alla creazione di plusvalore, ma un gigantesco parassita che capta e succhia plusvalore alla sfera produttiva per ingrassare quella improduttiva. Il fatto che tra il parassita e la sua vittima si stabilita una relazione simbiotica, cos cos che i due non sono separabili. PARTE 4: 4 Ma la relazione biunivoca tra aumento del debito e crescita del Pil, nasconde una relazione altrettante biunivoca tra capitale e classe dei salariati, poich anche questultima ha partecipato alla gozzoviglia, si ingrassata grazie al debito, cosi che il reddito dei lavoratori dipendenti non venuto pi solo a dipendere dallo scambio col capitale ma, appunto, anche da micro-rendite di varia forma. In Italia, in particolare, derivanti da risparmio, acquisto di titoli e obbligazioni, polizze vita, propriet immobiliari, ecc. Ove questa ceto-medizzazione del proletariato non c stata per spontanea germinazione ma stata anzitutto la risposta politica e sociale del capitale e del suo personale politico allondata straripante di lotte sociali degli anni 70. A quanto annui che corrisposti ammonta il servizio sul debito, ovvero ovvero qual la cifra degli interessi lo Stato deve rimborsare ai suoi creditori? - La spesa per gli interessi ai detentori delle obbligazioni statali detta "Servizio del Debito".

Nel 2003 il costo del debito, ovvero quanto lo Stato doveva pagare in interessi, era circa 70 miliardi, quasi il 5% del Pil di allora, che gi equivaleva a tre manovre finanziarie (Franco Morganti, Il Sole 24 Ore del 26 maggio 2005). In cifre la spesa per interessi che ha gravato sul deficit pubblico stata nel 2008 pari a 80 miliardi di euro. Nel 2010 scesa a 70,1 miliardi. Tale spesa in flessione rispetto ai valori del 2000 quando rappresentava il 6,4% del PIL. Non ci si illuda sulla causa di questa diminuzione, essa stata dovuta principalmente alla discesa dei tassi di interesse favorita dalla politica monetaria espansiva promossa dalla Banca Centrale Europea. Va da s che una politica monetaria restrittiva, ovvero laumento dei tassi di interesse della Bce causa automaticamente un aumento degli interessi sul debito. In effetti questi tassi della Bce, visto che erano scesi quasi a zero, non possono che aumentare, ci che la Bce ha in effetti fatto il 7 aprile scorso quando ha deciso di alzare di 0,25 punti il tasso dinteresse dellarea Euro, portandolo all1,25%. PARTE 5: Ecco perch secondo le proiezioni del Ministero dellEconomia il servizio sul debito destinato nei prossimi anni a crescere, passando dagli attuali 70 miliardi ai 97.605 nel 2014, il che farebbe, ferma restando lipotesi ottimistica di una crescita costante del Pil dell1,5 annuo, ben il 6% del Pil per la spesa per interessi si prevede il 4,8% del Pil nel 2011, il 5,1% nel 2012, il 5,4% nel 2013. (Documento di Economia e Finanza, Il Sole 24 Ore del 14 aprile 2011) Ognuno Ognuno capisce quanta parte di ricchezza (la cui fonte, non scordiamolo, resta pur sempre il lavoro) va in malora solo per pagare gli interessi passivi. passivi Chi possiede questo debito? - Fino agli inizi degli anni 90 il debito italiano era quasi intermente un debito interno. Negli ultimi quindici situazione profondamente mutata. La quota dei esteri di titoli di pubblico anni la detentori stato

passata dal 5,59% del 1991 al 51,4% del 2009. 2009 Un balzo enorme. E questa quota certamente cresciuto nellultimo biennio. La cosa pu sembrare secondaria, ma non cos. Se uno Stato in debito coi suoi cittadini, questo vuol dire che tra il primo e i secondi si stabilisce una relazione di reciprocit se non proprio di coincidenza, visto che i secondi non possono avere alcun interesse al collasso del primo. La musica diversa quando i creditori di uno Stato sono invece esterni, soprattutto se si tratta di grandi investitori finanziari, i quali ultimi possono avere tutto linteresse a speculare vendendo e ricomprando titoli, o semplicemente a cedere titoli in portafoglio per andare a cercare altrove pi lauti guadagni. In poche parole tanto pi consistente il debito estero di uno Stato, tanto minore la sua effettiva sovranit nazionale. Ma le cose sono radicalmente mutate anche per quanto riguarda la composizione del 50% di debito in mano italiana. Chi sono infatti i possessori di titoli di stato? In gran parte si tratta di banche, assicurazioni e fondi pensione o di altra natura, i quali cos danno copertura alle obbligazioni loro proprie che hanno rifilato ai clienti. La fuga delle famiglie dai titoli di Stato come forma principale di risparmio facilmente comprensibile, vista la caduta dei tassi di interesse, ovvero solo chi ha una grande liquidit pu assicurarsi rendite apprezzabili da notare che a questa fuga delle famiglie dai titoli di stato ha corrisposto un vero e proprio boom di acquisti di obbligazioni (guarda caso anzitutto delle banche, che in questo modo hanno tenuto su i loro bilanci). bilanci) (In 14 anni, dal 1991 al 2005, sono state le obbligazioni bancarie ad aver registrato un vero e proprio boom, crescendo da 79, 108 miliardi di euro a 432,366 miliardi di euro del 2005, per superare 451 miliardi di euro ad aprile del 2006. Fonte: Studio dellADUSBEF su dati Bankitalia, ottobre 2006). PARTE 6: 6 Lenorme debito pubblico italiano nei portafogli di banche, assicurazioni ed altre istituzioni finanziarie estere per l86,34 per cento, contro il 13,66 per cento in mano alle famiglie. Il rigoroso studio dellAdusbef sui detentori di titoli di stato italiani (elaborazioni dati Bankitalia), dimostra che cambiata, anche per la caduta tendenziale dei tassi di interesse e la minore attrattiva di rendimento, la fisionomia dei possessori dei titoli del debito pubblico italiani: mentre nel 1991 le famiglie avevano il 58,64 dello stock complessivo del debito pubblico (362 miliardi di euro) riducendole sette anni dopo al 21,60 per cento nel 1998 (234 miliardi di euro), nel 2005 hanno ridotto tale tipologia di investimento al 13,66 per cento ossia a 179 miliardi di euro; le banche che nel 1991 il 25 per cento del debito,pari a 159 miliardi, hanno aumentato le quote nel 1998 al 39,77 per cento (432 miliardi di euro) per ridurre gli investimenti in BOT e BTP (in

precedenza ci facevano i bilanci) dal 39,77 al 21,32; le assicurazioni hanno leggermente aumentate dal 7,29 al 10,34 %; ma sono gli investitori esteri ad aver aumentato i loro portafogli con titoli italiani,dal 29,12 % del 1998 (era il 5,99 nel 1991) al 53,31% del 2005, con quasi 700 miliardi di euro investiti. (Ibidem Studio dellADUSBEF su dati Bankitalia, ottobre 2006). E dunque chiaro che tutti gli enormi sacrifici che si richiedono per pagare debito e interessi servono a tener su i bilanci del sistema bancario-finanziario italiano, nonch quelli delle banche, degli Hedge fund e dei lupi della speculazione internazionale. E sostenibile questo debito, ovvero pu davvero lItalia riportarlo sotto la soglia del che i Trattati di Maastricht ritengono tollerabile? tollerabile? - Ricordiamo che in base alle direttive recentemente stabilite dal Patto di stabilit europeo la regola numerica impone ai paesi con debito superiore al 60% del Pil di ridurre lo scostamento del 5% ogni anno. Draghi da parte sua ha affermato: Questa riduzione del debito non drammatica, se cresciamo al 2% (Mario Draghi, Il Sole 24 Ore del 14 aprile 2011), il che significa implicitamente far capire che se la crescita sar meno consistente e la situazione sar drammatica. drammatica Pi che drammatica, almeno dal punto di vista dei ceti meno abbienti, visto che essi il dramma lo vivono gi. Carlo Batastin non ha peli sulla lingua: I prossimi anni saranno estremamente severi per chiunque governi la politica economica. La politica di bilancio sar pi restrittiva di quanto non sia mai stata nel dopoguerra e la politica monetaria finir di stimolare la crescita. Entrambe le politiche saranno sorvegliate o dettate da Bruxelles e da Francoforte Con gli accordi del Consiglio europeo di fine marzo sono stati fissati paletti di rigore fiscale che, a un calcolo approssimativo, per lItalia possono significare una correzione di oltre 10 punti di Pil da qui al 2015 a crescita economica invariata. (Il Sole 24 Ore dell 8 aprile 2011). PARTE 7: 7 Al fondo la domanda se il debito italiano sia sostenibile. Lo davvero? Perch ove non lo fosse, date le sue dimensioni, la crisi del debito, che potrebbe manifestarsi in un aumento improvviso degli interessi da pagare per potere

continuare a piazzare i titoli, causerebbe una vera e propria catastrofe economica. La gran parte degli analisti sistemici esclude, o sarebbe meglio dire esorcizza, leventualit di una catastrofe, ma non spiega a quali condizioni essa evitabile. Proviamo ad elencarle queste imprescindibili condizioni: (a) nei prossimi decenni il ciclo economico italiano si dovrebbe stabilizzare ad una media di crescita del Pil di almeno il 2% annuo e non conosca recessioni serie; (b) contestualmente ad un aumento della produttivit generale i salari reali (non solo solo dei dipendenti pubblici) diminuiscano (quindi un tasso alto e costante di disoccupazione) per permettere alle aziende di ottenere pi alti tassi di profitto, profitto senza cui nessun circolo virtuoso di accumulazione capitalistica possibile; (c) un attacco in profondit alla rendita e alla speculazione finanziaria per impedire che essa continui a captare plusvalore sottraendolo alleconomia produttiva; (d) debbono crescere le entrate fiscali dello Stato in misura tale da permettere non solo il rimborso del servizio sul debito, ma pure la riduzione degli interessi passivi; (e) si deve perseguire unininterrotta e implacabile linea di tagli della spesa pubblica che riduca non solo il deficit ma porti il saldo in attivo; attivo (f) dato lineluttabile calo dei consumi interni si dovr fare affidamento alle esportazioni sui mercati esteri; (g) stante ladesione allEuro lItalia si deve augurare che la Bce non alzi in maniera sensibile i tassi dinteresse, visto che ogni loro aumento accresce automaticamente il debito e il suo servizio; (h) non deve infine accadere un crollo di altri paesi delleurozona (il rischio non riguarda solo i cosiddetti PIGS), poich un eventuale contagio sarebbe letale e vanificherebbe sia la crescita, che le politiche di rigore. Queste sono, in astratto, le otto condizioni imprescindibili affinch il paese, considerando politiche economiche che rispettino le compatibilit dellattuale sistema, esca davvero dalla crisi del debito sovrano. Per le masse popolari, non solo per i lavoratori salariati, anche ammessa una crescita media del Pil al 2%, decenni di sacrifici e forse di stenti, con il rischio in agguato che il tutto sia vanificato da una perturbazione esterna, da qualche altra bolla bancariafinanziaria. Di qui la nona condizione supplementare ma davvero cruciale: che la popolazione lavoratrice e meno abbiente se ne stia a cuccia, facendo duri sacrifici e accettando, contestualmente ad una riduzione delle capacit dacquisto, un drastico taglio dei servizi pubblici. pubblici Quindi un qualitativo peggioramento delle condizioni generali di vita.

PARTE 8: 8 Certo, non detto che tutte e otto queste condizioni negative vengano a maturazione. Potremmo avere uno scenario in cui alcune si manifestano e altre no. Tuttavia a noi pare che la sostenibilit, se non una Mission impossibile, poco ci manca. Lipotesi pi probabile che, dopo i default dei debiti sovrani dei

PIGS, anche lItalia sar costretta ad una ristrutturazione del proprio debito la procedura in base alla quale le condizioni originarie di un prestito (tassi, scadenze, periodo di garanzia) vengono modificate per alleggerire l'onere del debitore, ovvero un eufemismo per dire bancarotta, o un modo per tentare di evitarla. Regger lEurozona davanti al default probabile di Spagna e Italia? No ovviamente. Senza considerare che la variabile della pace sociale potrebbe non realizzarsi, poich potremmo avere una sollevazione generale della povera gente che non solo si opponga al massacro sociale, ma rivendichi una soluzione radicalmente diversa e opposta alla crisi del debito. Unaltra soluzione: lannullamento lannullamento del debito. debito. - Da tempo si va da pi parti sostenendo (Leonardo Mazzei, Proposte per un programma di fase) che la sola alternativa alla catastrofe economica e sociale lannullamento del fardello del debito, la sua pura e semplice cancellazione cancellazione. ne Una simile misura esecrata dalla pletora degli economisti liberali e liberisti, i quali sostengono che sarebbe un attentato alle leggi di mercato, al cui spontaneo gioco occorrerebbe continuare ad affidarsi. E fin troppo facile far notare che sono proprio queste leggi di mercato (in un mercato dominato dalla rendita e dalla speculazione finanziaria) che ci hanno condotto al punto in cui siamo, e che lasciare il cosiddetto mercato libero di fare i fatti suoi, non significa solo affidarsi alla finanza predatoria, ma andare dritti verso il baratro. Altri sostengono che una tale misura irrealizzabile senza rompere le

compatibilit del capitalismocapitalismo-casin. casin Ci esatto, ma la questione appunto che non si uscir dal marasma senza fuoriuscire dal sistema, senza tagliare i condotti con cui la rendita e i settori parassitari e rentier della borghesia pompano ossigeno e ricchezza a spese del paese. PARTE 9: 9 Lannullamento del debito, ci rispondono, implica fare a pezzi il sistema bancario attuale e certamente uscire dallEuro. Anche questo esatto: lannullamento del debito implica infatti tre misure complementari, la riconquista della sovranit monetaria, la nazionalizzazione di Bankitalia e quella del sistema bancario. Le persone di buon senso ci ritengono che tali misure sono rivoluzionarie, e quindi quanto proponiamo assurdo. Comunque sia le masse popolari hanno davanti linferno: esse debbono decidere non se fare durissimi

sacrifici o no, ma per quale finalit, se farli per cambiare sistema o se farli per tenersi questo col rischio di ritrovarsi alle prese con altre e peggiori catastrofi. E assurdo? - Unassurdit, in politica, non per forza uno svantaggio. Non sempre le masse fanno la storia, sicuro che la fanno nei momenti decisivi, quando si decide, non le sorti di questo o quel governo, ma quelle della comunit nazionale o internazionale tutte intere. In questi momenti limpossibile diventa possibile, lassurdo ragionevole. Le intelligenze semplici hanno questo vantaggio, che possono afferrare al volo i concetti pi arditi e quello spirito del tempo che le sottili e capziose menti dei sapienti riescono a riconoscere solo post festum, dopo un inutile vagabondaggio, comunque sempre in ritardo. PARTE 10: 10: nota a margine: margine il trattato di Maastricht se ne andato a puttane in tutta la zona euro, ormai abbandonato dalla commissione europea che fino a un paio di anni fa loi usava per sanzionare le economie che sforavano il famoso tetto del 3% (disavanzo di bilancio inferiore al 3% del PIL). Semplicemente lo hanno sforato tutti anche i "grandi" virtuosi (Francia e Germania in testa). E adesso?... semplice hanno sostituito un totem con un altro: la messa in costituzione delle nazioni della clausola del pareggio annuale di bilancio. Ovvero il bilancio annuale (la sua previsione di spesa e di entrata) non pu per legge costituzionale essere negativo. Bene... ma se nessuno o quasi riusciva a tener dietro a Maastricht... figuriamoci a questo!!!!... solo che prima si interveniva con correttivi e bilanciamenti CONCORDATI E NEGOZIATI tra le varie economie nell'ECOFIN, adesso diventer automatico per ogni economia taglieggiare i cittadini su qualsiasi fronte (cio impoverire i "soliti noti"), tasse. pensioni e welfare. La recessione generalizzata e se ne riconosce l'origine essenzialmente nel mercato finanziario. Questa misura destinata ad annientare definitivamente ogni residua autonomia sovrana di governare il proprio debito.
Articolo di Moreno Pasquinelli, dell 11 maggio 2011 Tratto da: http://anpi.fr/2011/05/contro-inchiesta-sul-debito-pubblico-italiano-e-la-sua-sostenibilita/

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