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Vino...divino...

Se dovessi dare un profumo alla mia infanzia padana, passata sulle rive casalasche del fiume Po, questo avrebbe le note selvatiche del fieno tagliato e gli afrori dei campi, sui quali incontrastato dominava laroma del lambrusco. Questo colorava di rosso le mensa di mia nonna che, con gran disappunto di mia madre, mi somministrava regolarmente una dose di quellambrosia rubino perch faceva buon sangue, e poco contava se avevo appena tre anni. Sono cresciuto a lambrusco, e ancora oggi, sulla mia tavola metropolitana, troneggia, presenza costante, una bottiglia di quel vino, panacea divina, nettare di Bacco. Negli ultimi anni si molto rivalutato il valore nutritivo, preventivo e curativo del vino, soprattutto il rosso. E emerso, infatti, che i nostri cugini doltralpe, nonostante la loro cucina sia tendenzialmente ricca di grassi animali, salse, besciamella e panna, non hanno le stesse percentuali di accidenti cardiovascolari di noi Italiani, da qui il nome di "paradosso francese". Questo succede perch loro amano soprattutto i vini rossi . Il vino rosso ha unazione antiaggregante piastrinica, antiossidante, abbassa il livello delle ldl e, secondo alcuni studi, pare inibisca anche la carcinogenesi. Il vino, nella storia delluomo, ha sempre occupato un posto di primaria importanza. Unito a erbe e miele, era utilizzato per disinfettare, lavare le ferite e favorirne la cicatrizzazione. Il Vangelo ci offre un esempio di questa applicazione nellepisodio del buon samaritano. Gli antichi Greci lo diluivano con lacqua, e lo servivano abbondantemente nei loro banchetti o lo impiegavano come

stimolante prima delle battaglie, anche amorose. Fu tramite il vino somministrato a Polifemo che il prode Ulisse riusc a sfuggire, con i suoi compagni dalle grinfie del ciclope. Nella Bibbia viene segnalato il primo "viticultore e vinaiolo", No, che fu anche il primo uomo della storia a cadere vittima delle lusinghe di Bacco ubriacandosi. Mons. Giovanni Defuk, un vescovo tedesco del primo secolo dopo il mille, deciso a godere piu' dei vantaggi turistici e dionisiaci della spedizione di Enrico V, che di quelli politici, si faceva precedere, in ogni borgo, dal suo coppiere Martino con il compito di selezionare i vini delle migliori cantine. Giunto a Montefiascone, Martino non trovo' sufficiente scrivere "Est!", ossia qui c, vicino alla porta dell'osteria per indicare la presenza del vino buono. Il segnale convenuto non faceva giustizia della bonta' di quanto vi aveva degustato e, non avendo concordato altrimenti, penso' di ripetere tre volte quell'"Est!", rafforzandone l'importanza e la perentorieta'. Nacque quel giorno la fama e la gloria dell'Est! Est!! Est!!!, dal momento in cui Defuk assaggio' il vino e, rapito dalla sua soavita', prolungo' la sosta per ben tre giorni, tornandovi poi al termine della missione imperiale e restandoci fino alla morte, coronata dalla sepoltura nel locale tempio di San Flaviano e dall'usanza, perpetuata per qualche secolo, di rovesciare ogni anno un barile di vino sulla sua lastra sepolcrale. La vite, nei millenni, anche per labilit degli uomini, ha attecchito quasi in tutto il mondo; pi recentemente nelle Americhe ed in Australia, che si sono subito messi in gara per produrre vini ottimi; la

California con Sonoma Valley e lAustralia con lo Shirah. La storia del vino e la sua evoluzione hanno avuto maggiore impulso in Europa prima e nel Nuovo e Nuovissimo continente poi; in Asia, infatti, non molto gradito al palato, essendo da secoli abituati al t. Il legame simbolico vino/sangue non cosa recente. Nellultima cena, Cristo, innalzando il calice, ne paragona il contenuto al proprio sangue offerto in sacrificio per la salvezza dellintero genere umano e ancora oggi, nel mistero dellEucarestia, il vino associato simbolicamente al sangue di Ges. Nonostante lalcolismo mieta vittime quotidianamente e provochi danni maggiori di sostanze quali la marijuana e lhashish, nessuno si sognerebbe mai per fortuna- di proibirne luso. Per celebrare un evento fausto o per festeggiare non c nulla di meglio che un gioioso brindisi e le frizzanti note degli spumanti celebrano lanno nuovo in unesplosione di tappi che rallegrano le feste di Capodanno. Il brindisi sempre stato un atto conviviale, di benvenuto, di augurio, di commiato, momentaneo o definitivo. Alla faccia di chi, paladino della moderazione e della continenza, al bacio morbido del mitico figlio di Zeus preferisce percorsi analcolici e sobri, adducendo come scusa gli epinici della ragione e del pensiero positivo, il vino, da tempi memorabili, ha segnato la storia delluomo, accompagnandolo e talvolta guidandolo nei percorsi della conoscenza alla ricerca della verit. Nietzsche, nella sua opera Ecce homo, riconosce nel fenomeno dionisiaco la radice di tutta larte greca, trasformando Socrate, per la prima volta nella storia, in un tipico decadent, strumento della

disgregazione greca. Il filosofo tedesco era dellavviso che la tragedia, figlia di Dioniso, nulla avesse del pessimismo che molti le avevano attribuito, anzi, la sua gioia nellannientare, la poneva proprio allantipodo del pessimismo stesso, facendone una sorta di spinta alla gioia. Nel tardo antico i misteri dionisiaci, a differenza di altri culti precedenti, offrivano agli iniziati una speranza dopo la morte, colorando il tetro regno di Ade della presenza del dio e offrendo ad essi la vita. La conoscenza misterica garantiva dunque, "post mortem", una condizione migliore. Ecco dunque che lellenico dio del disordine, in una logica che trascende la logica stessa, diventa supremo ordinatore e strumento di conoscenza. Secondo un mito1, Dioniso, venne sbranato dai Titani mentre era intento a contemlarsi in uno specchio. Lo specchio il simbolo dell'illusione, perch quello che vediamo nello specchio soltanto un riflesso e non esiste nella realt. Tuttavia lo specchio anche simbolo della conoscenza, perch guardandomi nello specchio io mi conosco. Il tema dell'inganno e quello della conoscenza sono congiunti e Dioniso ne indiscusso signore, la differenza tra i due in quella sottile linea che separa la totale sobriet dallubriachezza, quel limen che, complice il divino nettare del dio del vino, permette lapertura delle porte della percezione, elevando le potenzialit dellanimo umano e spalancandogli le porte alla conoscenza olistica. In vino veritas, dunque, ma non sempre cos, e talvolta la menzogna e lillusione non sono figlie del brioso dio
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Nonno, Dionisiache, VI, 172-173

pagano. Recentemente, a Bordeaux, i migliori degustatori della facolt di Enologia, durante un esperimento universitario, si sono trovati a degustare prima un bianco e poi un rosso. Del primo hanno colto le note fruttate, sentenziandone sfumature di pomplemo, di miele e persino di burro. Del secondo hanno invece notato la violetta, il cacao e qualche sospetto di tabacco. Purtroppo non si erano resi conto che il bianco e il rosso erano lo steso vino, un bianco del 66, vitigni Smillon e Sauvignon, non immaginando che i loro professori avevano usato un colorante inodore e insapore per modificarne laspetto esteriore. Come i discorsi su Dio o sul nulla, quelli sul vino sono inesauribili e si prestano a molteplici interpretazioni, infinite come le possibili variabili del vino stesso e le sue mitiche applicazioni, ora filosofiche ora gastronomiche, ora folkloriche ora mediche. Secondo una leggenda, nel quattordicesimo secolo, durante la terribile peste di Marsiglia il numero dei cadaveri era cos elevato che i monatti a fatica riuscivano a seppellire i corpi delle vittime. Nelle carceri erano stati rinchiusi quattro ladri, accusati di sciacallaggio, che sembrava fossero immuni alla pestilenza. Il magistrato della citt disse loro che avrebbe concesso la grazia se avessero rivelato come riuscivano a restare immuni. Questi, per ottenere la libert, confessarono che il segreto del loro eccellente stato di salute era legato a una particolare ricetta, che pass alla storia come lAceto dei Quattro Ladri. Questo portentoso disinfettante e profilattico era preparato facendo diventare aceto del vino di Borgogna e lasciando macerare

in esso per due settimane alcune erbe particolari fra cui rosmarino, calamo, artemisia, ruta e soprattutto aglio. Facendo un po di storia della medicina, si pu evidenziare che mentre gli orientali, nei secoli scorsi, per potabilizzare lacqua, la bollivano, noi occidentali allungavamo e, senza saperlo, sterilizzavamo lacqua aggiungendovi vino. Senza andare troppo in l nel tempo, i bambini alla nascita si lavavano con il vino e, prima delluso del latte di vacca, la colazione del mattino era la zuppa di pane e vino. Quando mi trovai ad affrontare lesame di maturit, assediato dalla Natura Matrigna di Leopardi e le anime Purganti dellAlighieri, preso da crisi di panico pre-orale, il medico di famiglia mi consigli qualche goccia di ansiolitico per affrontare la fatidica prova. La mattina stessa, anzich versare quelle pallide gocce in un bicchier dacqua, diedi una generosa sorsata di lambrusco: il mio purgatorio divenne un paradiso e superai brillantemente la prova desame, assaporando lestate pi lunga della mia vita col sorriso sulle labbra.

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