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Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA

1.2

Funzioni Complesse

Una funzione complessa di variabile complessa f : E C , EC

` unapplicazione che associa un numero complesso f (z) ad ogni z E, con e E sottoinsieme del campo C. Useremo la seguente notazione: f: z w = f (z) z E , E C , w C , z = x + iy w(z) = u(x, y) + iv(x, y) . Quindi dare la f ` equivalente a specicare due funzioni reali di due variabili e reali: u = u(x, y) e v = v(x, y) . Analogamente a quanto accade nel caso di funzioni reali, una funzione complessa di variabile complessa f (z) ` detta continua se e
zz0

lim f (z) = f (z0 )

ovvero se > 0 > 0 / |f (z) f (z0 )| < , z I (z0 ) ,

dove I (z0 ) ` un intorno di raggio del punto z0 e |f (z) f (z0 )| ` il modulo e e del numero complesso f (z) f (z0 ). Esempi 1) f (z) = z 2 = (x + iy)2 = x2 y 2 + 2ixy u(x, y) = x2 y 2 v(x, y) = 2xy . In coordinate polari z = rei w = r2 e2i . 8

2) f (z) = z = x iy u(x, y) = x v(x, y) = y . In coordinate polari z = rei w = rei .

1.2.1

Derivata di una funzione complessa di variabile complessa

Denizione: una funzione f (z) si dice derivabile nel punto z se esiste il limite per h 0 (h C) del rapporto incrementale f (z + h) f (z) h considerato come funzione della variabile complessa h. Tale limite deve essere quindi indipendente dal modo in cui h 0. Esistono infatti innite direzioni lungo le quali h pu` tendere a 0 (si veda Fig 1.5) o La funzione f ` derivabile se tutte queste direzioni danno lo stesso risule tato per il limite del rapporto incrementale. In questo caso il limite si chiama derivata di f rispetto a z: df (z) f (z + h) f (z) = f (z) = lim . h0 dz h

1.2.2

Condizioni di Cauchy-Riemann

Consideriamo una funzione f (z) = u(x, y) + iv(x, y) 9

Figura 1.5: Direzioni del rapporto incrementale

tale che nel punto z = x + iy sia la sua parte reale u(x, y) che la sua parte immaginaria v(x, y) siano di classe C 1 , cio` continue con le loro derivate e prime: u(x, y) u(x, y) v(x, y) v(x, y) = ux , = uy , = vx , = vy . x y x y Teorema 1: le condizioni di Cauchy e Riemann (CR)

u(x, y) v(x, y) = x y u(x, y) v(x, y) = y x

(1.1)

sono condizioni necessarie e sucienti anch la funzione f (z) sia derivabile e nel punto z. Dimostrazione Dimostriamo dapprima che le condizioni di (CR) sono necessarie, ossia

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che f (z) derivabile (CR) . Per ipotesi la derivata di f (z) f (z) = lim f (z + h) f (z) h0 h

esiste ed ` indipendente dalla direzione di h = hx +ihy . In particolare si potr` e a scegliere h puramente reale (h = hx ) o puramente immaginario (h = ihy ). Se h = hx f (z) = f (z + hx ) f (z) hx u(x + hx , y) + iv(x + hx , y) u(x, y) iv(x, y) = lim hx 0 hx u(x + hx , y) u(x, y) v(x + hx , y) v(x, y) = lim + i lim hx 0 hx 0 hx hx u(x, y) v(x, y) = +i . (1.2) x x
hx 0

lim

Se h = ihy f (z) = f (z + ihy ) f (z) hy 0 ihy u(x, y + hy ) + iv(x, y + hy ) u(x, y) iv(x, y) = lim hy 0 ihy u(x, y + hy ) u(x, y) v(x, y + hy ) v(x, y) = lim + i lim hy 0 hy 0 ihy ihy u(x, y) v(x, y) = i + . (1.3) y y lim

Uguagliando ora le parti reali e immaginarie delle espressioni (1.2) e (1.3) per la derivata f (z) otteniamo le condizioni di Cauchy-Riemann: ux = v y uy = vx . Dimostriamo ora che le condizioni di CR sono sucienti per la derivabilit` a di f (z), ossia (CR) f (z) derivabile . 11

Consideriamo a questo scopo il rapporto incrementale f (z + h) f (z) u(x + hx , y + hy ) + iv(x + hx , y + hy ) u(x, y) iv(x, y) = . h hx + ihy (1.4) Poich le funzioni u e v sono per ipotesi continue con le loro derivate prime e in z, esse sono dierenziabili e si pu` quindi scrivere nellintorno del punto o (x, y): u(x + hx , y + hy ) = u(x, y) + hx ux (x, y) + hy uy (x, y) + o(|h|) v(x + hx , y + hy ) = v(x, y) + hx vx (x, y) + hy vy (x, y) + o(|h|) . Sostituendo questi sviluppi nel rapporto incrementale (1.4) si ottiene hx ux (x, y) + ihx vx (x, y) + hy uy (x, y) + ihy vy (x, y) + o(|h|) f (z + h) f (z) . = h hx + ihy Utilizzando ora le condizioni di Cauchy-Riemann (1.1) e prendendo il limite per hx , hy 0 si ha f (z + h) f (z) = hx ,hy 0 h hx ux (x, y) + ihx vx (x, y) hy vx (x, y) + ihy ux (x, y) + o(|h|) = lim hx ,hy 0 hx + ihy (hx + ihy )[ux (x, y) + ivx (x, y)] lim = ux (x, y) + ivx (x, y) = f (z) . hx ,hy 0 hx + ihy (1.5) lim La derivata di f (z) ` quindi denita univocamente indipendentemente dalla e direzione di h: la funzione ` pertanto derivabile e la sua derivata ` e e f (z) = ux (x, y) + ivx (x, y) . [q.e.d.] Utilizzando le condizioni di Cauchy-Riemann ` possibile dare quattro e espressioni equivalenti della derivata di una funzione in termini delle sue parti reale e immaginaria: f (z) = = = = ux (x, y) + ivx (x, y) vy (x, y) iuy (x, y) ux (x, y) iuy (x, y) vy (x, y) + ivx (x, y) .

N.B. Dalle ultime due espressioni si deduce che per calcolare la derivata di f (z) ` suciente conoscerne o la parte reale u o la parte immaginaria v. e 12

1.2.3

Funzioni analitiche

Denizione Una funzione f (z) f : F C F C

si dice analitica (o regolare, o olomorfa) in una regione aperta E F ` se essa ` derivabile, con derivata continua, in ogni punto z E. E quindi e necessario e suciente anch f (z) sia analitica in E che siano soddisfatte e le seguenti condizioni in tutti i punti di E: 1) parte reale u(x, y) e parte immaginaria v(x, y) siano di classe C 1 ; 2) siano soddisfatte le condizioni di Cauchy-Riemann (1.1). Una funzione f (z) si dice analitica in un punto z0 se esiste un intorno I(z0 ) in cui f (z) ` analitica, ovvero se z0 ` interno ad un insieme aperto E e e in cui f (z) ` analitica. (N.B. non ` suciente che le condizioni di CR siano e e soddisfatte solo nel punto z = z0 .) I punti in cui f (z) ` analitica si dicono punti di analiticit` o punti regolari e a della funzione. I punti in cui f (z) non ` analitica si dicono punti singolari o singolarit` e a della funzione.

1.2.4

Esempi

Esempio 1 f (z) = costante = c = cx + icy u(x, y) = cx , c C, cx , cy R

v(x, y) = cy

u x = uy = v x = v y = 0 La funzione f (z) ` continua in tutto il piano complesso C, le funzioni u e v e sono continue e derivabili e le condizioni di Cauchy-Riemann sono vericate z C. Quindi una funzione costante ` analitica in tutto il piano complesso e e la sua derivata ` zero: e f (z) = ux + ivx = 0 13

Esempio 2 f (z) = z = x iy u(x, y) = x , ux = 1 , v(x, y) = y vy = 1

La funzione f (z) = z non ` analitica. Si pu` infatti mostrare che il rappore o to incrementale dipende dalla direzione dellincremento h. Sia h = ei in rappresentazione polare. Allora il rapporto incrementale f (z + h) f (z) (z + h) z h ei = = = = e2i h h h ei dipende dallangolo . La derivata di z non esiste in alcun punto di C. Esempio 3 f (z) = 1 1 x iy = = 2 z x + iy x + y2 v(x, y) = y x2 + y 2

u(x, y) =

x , x2 + y 2

Le funzioni u e v sono continue e derivabili in C {0}. Le condizioni di CR ux = y 2 x2 , (x2 + y 2 )2 2xy , + y 2 )2 vy = y 2 x2 = ux (x2 + y 2 )2 2xy = uy + y 2 )2

uy =

(x2

vx =

(x2

sono soddisfatte. La funzione f (z) ` quindi analitica in C {0}. La sua e derivata ` e f (z) = ux + ivx = y 2 x2 + 2ixy (y + ix)2 1 = = 2 . 2 + y 2 )2 2 (y ix)2 (x (y + ix) z

Vale pertanto la stessa regola di derivazione valida in campo reale 1 z = 14 1 . z2

Si dimostra, esattamente come nel campo reale, che vale dz n = nz n1 dz per n intero qualsiasi 1 . Le funzioni analitiche in tutto il piano complesso, come, per esempio, i polinomi, la funzione esponenziale e le funzioni seno e coseno, si chiamano funzioni intere. Teorema 2: se f1 (z) e f2 (z) sono due funzioni analitiche nel punto z, allora le funzioni 1) f1 (z) + f2 (z) 2) f1 (z) f2 (z) 3) f1 (z)/f2 (z) se f2 (z) = 0 4) f1 (f2 (z)) sono analitiche in z e valgono le seguenti regole di derivazione a) [f1 (z) + f2 (z)] = f1 (z) + f2 (z) b) [f1 (z) f2 (z)] = f1 (z)f2 (z) + f1 (z)f2 (z) c) [f1 (z)/f2 (z)] = [f1 (z)f2 (z) f1 (z)f2 (z)]/[f2 (z)]2 d)
d [f (f (z))] dz 1 2

df1 df2 df2 dz

La dimostrazione segue banalmente dalla denizione di derivata. Corollario: le funzioni razionali di z sono analitiche in tutto il piano complesso esclusi gli zeri del denominatore. Dimostrazione: Poich le funzioni f1 (z) = 1 e f2 (z) = z sono analitiche e in C, segue dalla propriet` 2) che tutte le potenze di z sono analitiche in C, a e quindi per la propriet` 1) i polinomi di z a
n

Pn (z) =
k=0
1

ck z k = c0 + c1 z + c2 z 2 + ...cn z n

La stessa formula vale per ogni esponente, reale o complesso, ma non ne parliamo qui perch non abbiamo ancora denito z per non intero. e

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sono funzioni ovunque analitiche. Per la propriet` 3) le funzioni razionali a (rapporto di due polinomi Pn e Qm ) R(z) = Pn (z) Qm (z)

sono funzioni analitiche in tutto il piano complesso esclusi i punti zi tali che Qm (zi ) = 0. [q.e.d.] Teorema 3 : se la parte reale (immaginaria) di una funzione analitica ` e costante, anche la sua parte immaginaria (reale) ` necessariamente costante. e Infatti da u(x, y) = costante segue ux = uy = 0 e quindi dalle condizioni di CR segue che: vy = vx = 0 v(x, y) = K = costante . Pertanto f (z) = costante . Nel caso particolare in cui v(x, y) = 0, oppure u(x, y) = 0, ne segue banalmente che una funzione analitica a valori reali (o immaginari puri) ` e necessariamente costante. [q.e.d.] Teorema 4: una funzione analitica di modulo costante ` costante (cio` e e le sue parti reale e immaginaria sono separatamente costanti): f (z) analitica e |f (z)| = cost. f (z) = cost. Dimostrazione Per ipotesi u2 (x, y) + v 2 (x, y) = K . Se K = 0 la dimostrazione ` banale perch ci` implica f (z) = 0; assumiamo e e o quindi nel seguito K = 0. Derivando rispetto a x e a y si ottiene 2ux u + 2vx v = 0 2uy u + 2vy v = 0 . 16

Moltiplicando la prima equazione per u, la seconda per v, sommando membro a membro e utilizzando le condizioni di CR, si ottiene (u2 + v 2 )x u = 0 da cui segue che, poich u2 + v 2 ` per ipotesi costante e diverso da zero, e e x u = 0. Analogamente, moltiplicando la prima equazione per v e la seconda per u, si ottiene (u2 + v 2 )y u = 0. Questa implica che anche y u = 0 e quindi u(x, y) = costante. Dalle CR segue immediatamente che se le derivate parziali di u sono nulle, anche le derivate parziali di v sono nulle, e pertanto f (z) = costante, come nel teorema precedente. [q.e.d.]

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