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Oltre il Mare, un Oceano di persone: Il Cairo Impressioni di viaggiatori nel XIV secolo.

Centro quasi obbligato per accedere al Basso Egitto, nodo cruciale per traffici e carovane Il Cairo si sviluppato a gradi, una sequela di citt agglomeratesi e ricostruitesi nei secoli. Prima della conquista islamica sorgeva Babilonia, una citt fortificata greco-romana fondamentale per il controllo del delta del Nilo. A nord di Babilonia nel 671 fu fondata dagli invasori arabi al-Fustt, un accampamento militare che doveva fungere da base da appoggio per le spedizioni in Egitto e che nel corso dellVIII secolo si svilupp come centro di commercio fluviale con la nascita di empori, un porto, un arsenale e la moschea di Amr al quale si andavano ad aggiungere vari edifici pubblici e la sede del governo. A questo primo insediamento si susseguirono quelli di al-Askar(750), fondata da generali abbasidi e comprendente mercati, una nuovo palazzo del governo ed una grande moschea, e di al-Quati(879), ovvero Le concessioni, fondata da Ibn Tulun, governatore abbaside e capostipite di una dinastia indipendente che cre questo nuovo insediamento per ripartirlo tra ufficiali e servitori, costruendo oltre ad un nuovo palazzo ed una moschea anche un ippodromo. Solo nel 969 avvenne la fondazione di Al-Qira, il Cairo, quando il califfo fatimide al-Muizz decise di stabilire la sua residenza a nord dei primi insediamenti costruendo alcuni quartieri che con la loro monumentalit tradivano le grandi ambizioni della nuova dinastia. Circondata da mura e isolata dalle principali zone residenziali, costituiva essenzialmente un centro governativo, con il palazzo, le caserme delle armate fatimidi e la nuova Grande moschea di al-Azhar. Al-Qira si un ben presto, tramite una serie di costruzioni e nuclei abitativi spuntati come funghi, agli insediamenti a sud e col progressivo affermarsi dei Fatimidi si impose come la nuova capitale artistica e culturale dellIslam (approfittando del declino di Baghdad). La vecchia al-Fustt divenne il centro di unintensa attivit manifatturiera e commerciale coprendo un ruolo di primissimo piano fino a quando fu praticamente distrutta dal grande rogo, fatto appiccare

il 22 novembre 1168 dal visir fatimide Shwar per impedire che cadesse nelle mani dei crociati di Amury, re di Gerusalemme. Gli abitanti abbandonarono al-Fus alle fiamme per cinquantaquattro giorni e solo poche zone si salvarono, lasciando cos il futuro della citt alla sola Al-Qira. Durante la dominazione ayyubide, sotto Saladino (1169-1193), i resti di al-Fus vennero integrati nella Cittadella, complesso difensivo che andava ad estendersi a sud della citt. Fu proprio attorno alla cittadella che dal 1250 si costru il potere dei Mamelucchi che faranno de Il Cairo la propria capitale. Subentrati allo scomparso califfato abbaside, questi servi addestrati alla guerra si assicurarono il controllo della Mecca e di Medina estendendo il proprio dominio fino all'Anatolia, alla Nubia e alla Libia. Strenui difensori dell'ortodossia sunnita contro Mongoli, Franchi e Armeni cristiani vollero affermare l'accresciuta potenza della dinastia con opere di utilit pubblica, edifici di culto e universit teologiche, erette in forme che volutamente si rifacevano agli esempi dei potentati islamici del passato1. Il Cairo crebbe senza posa, capitale del Regno Mamelucco e residenza della sua classe dominante, punto dincrocio degli scambi e delle tratte commerciali dal Mar Rosso al Nilo, dal Maghreb e dallAfrica Occidentale sub-sahariana era anche terra di rifugio per gli esiliati delle terre orientali, i sovrani mamelucchi erano gli unici ad aver fermato lavanzata dei Mongoli alla met del 200. Costruita per la maggior parte di pietre e mattoni (il legno era rarissimo oltre che estremamente costoso), disseminata di alte abitazioni, piazze e mercati sui quali si alza il castello del Sultano, delimitata dal Nilo, dal deserto e con il profilo delle piramidi a disegnare lorizzonte2.

Tutto questo si presenta agli occhi dei viaggiatori del trecento in un unico istante, una folla di persone, di edifici, stratificati attraverso i secoli, che li lascia spesso inebetiti davanti lOceano Cairo.
1 Per la storia de Il Cairo: Cairo,Il, in Enciclopedia del Medioevo, Milano, Garzanti, 2007. p. 278. In Linea;[ http://www.treccani.it/enciclopedia/cairo_(Enciclopedia-dell'-Arte- Medievale)/](consultato il 08/11/2012) P.GALETTI, Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente, Roma, LaTerza, 2004. pp. 197- 200. 2 P.GALETTI, Op.cit.

Seguiremo (molto) in breve le orme di tre pellegrini fiorentini che nel corso del Trecento si diressero verso la Terrasanta imbattendosi cos nella metropoli egizia. Lionardo Frescobaldi e Simone Sigoli, nobili fiorentini, rampolli di famiglie guelfe dedite al commercio e allattivit bancaria, e Giorgio Gucci, fiorentino di famiglia popolana con allattivo una lunga carriera negli uffici pubblici del comune. I tre compagni di viaggio, insieme ad Andrea Ruccini, partirono alla volta del 13843. Lenormit de Il Cairo proprio la prima evidenza che si pone di fronte gli occhi dei viaggiatori. Il porto della citt lascia senza parole Frescobaldi, anzi, usa parole abbastanza chiare: nel porto cerano navigli quanti ne vidi mai tra nel porto di Genova e di Venezia e dAncona, non contando i legni di due coverte, non sarebbono il terzo di quegli cherano quivi4 e come se non bastasse pare al viaggiatore che tutte le navi siano grandi di portata di quattrocento botti in gi5. Esagerazione? Tutti i viaggiatori concordano che mai si pu vedere tanta gente come al Cairo, per attraversare la citt partendo da un capo allalba si arriverebbe verso il tramonto alla parte opposta, camminare per le strade impossibile, la folla mura gli accessi. Sigoli e Gucci, stimano in circa 3 milioni gli abitanti della capitale mamelucca6. Tanto pi sono devastanti le epidemie, esibite come controprova della densit abitativa del luogo: durante la peste del 1348, scrive il Gucci, morirono in pochissimi giorni circa 100.000 persone, tanto da spingere il sultano a informare Ugo IV di Cipro che fece scolpire una lapide per ricordare tale catastrofe7. In realt le notizie riguardo le epidemie, numero di decessi e date si confondono spesso nelle pagine dei viaggiatori occidentali: riferendosi ad unepidemia del 1363 Sigoli usa pi o meno la stessa statistica, di nuovo il Gucci descrivendone una del 1383 parla di 30.000 decessi al giorno. Se queste stime possono essere facilmente gonfiate e ripetutamente enfatizzate per rendere chiara labnorme dimensione demografica della citt rendono sicuramente bene lidea dellampiezza e della moltitudine che la abita8. O almeno quanto doveva
3 A. LANZA , M. TRONCARELLI (a cura di), Pellegrini scrittori. Viaggiatori toscani delTrecento in Terrasanta, Citt di Castello, Ponte alle Grazie (1990). 4 L.FRESCOBALDI, Viaggio in Terrasanta, in LANZA, TRONCARELLI, Ibid.., p. 182. 5 Ibid. 6 D.BALESTRACCI, Terre Ignote strana gente. Storie di Viaggiatori Medievali, Roma, Laterza (2008)pp. 142-149. 7 G.GUCCI, Viaggio ai luoghi santi, in LANZA, TRONCARELLI, Op. Cit. ., p 266. 8 D.BALESTRACCI, (Op.Cit.).

apparire ad un cittadino toscano in viaggio e quanto diversi dovevano apparire gli abitanti stessi. Per il Sigoli circa 10.000 persone vagabondano vestite esclusivamente di un perizoma e 50.000 non hanno alcuna dimora e dormono allaperto, come se il clima caldo e asciutto fosse una benedizione per gli indigenti9. In citt si pu trovare assolutamente di tutto, saltimbanchi, danzatori, venditori di ogni genere di prodotto conosciuto o meno (o anche esistente o meno), addestratori che fanno ballare cammelli e cani, chi propone giochi di fortuna, chi declama ad alta voce le guerre fra arabi ed egiziani e il tutto si mescola in una bolgia di suoni e visioni. Questa bolgia ha una particolarit, ha un prezzo. Meglio dire: ha una richiesta. Lelemosina, la mancia: tutti coloro che circolano per le vie de Il Cairo chiedono un obolo, chi perch si esibisce, chi perch rende un servizio, chi perch esiste. Si avvisano i futuri viaggiatori che non il caso di far tappa sulle sponde del Nilo se si preoccupati di tenere chiusa la borsa, tra un giocoliere e un truffatore tutto viene dilapidato10. Come contraltare alla fiumana di mendicanti i viaggiatori pongono il Sultano. Non si pu non visitare il palazzo del principe, lasciare che la testa giri davanti la sfarzosa esibizione della corte. Un edificio enorme, collocato in alto come in alto collocato il Sultano che ha sotto di se una moltitudine di signori. Cos potente il sultano da poter trattare come bestie questi potenti uomini, almeno stando alla descrizione del Frescobaldi: La signoria del soldano grandissima e ha molti re sotto a s, e sono di tanta obbedienza che assai volte il soldano ha mandato un suo famiglio col suo segnale e con una catena di ferro appiccatavi una gogna, e fattala mettere a uno di questi re e menatolo a lui come un cane. 11 Il Sigoli invece ci mette al corrente di quanto inimmaginabile la sua ricchezza. Il Sultano si cambia tre volte al giorno e indossa ogni costosissimo abito una sola volta dopodich la regala ai suoi dignitari ha sette mogli ed impossibile calcolare le concubine e quando si sposta per cacciare trascina con se un padiglione che numera tante di quelle
9 S.SIGOLI, Viaggio al monte Sinai, in LANZA, TRONCARELLI, Op. Cit., p.230 10 D.BALESTRACCI, (Op. Cit.) 11 L.FRESCOBALDI, (Op. Cit.) p.185

stanza che impossibile sapere, di volta in volta, in quale il prode cacciatore si riposi12. I viaggiatori non possono ovviamente farsi mancare i mirabilia, senza stravaganze un viaggio non un viaggio, mancherebbe del quid necessario. Il primo legato proprio al Sultano, un signore cos potente tuttavia sottomesso a qualcun altro che lo batte in grandezza. Il Prete Gianni, il favoloso dominatore delle Indie cristiane che tanto ha affascinato i cristiani in lotta contro lIslam, obbliga il gran signore ad un tributo annuo sotto la minaccia di vedere altrimenti le sue terre alluvionate, cos: Il soldano gli manda ogni anno una palla doro con una croce suso di valuta di bisanti tre mila doro13. Giusto per essere lasciati tranquilli. Ma ovviamente legati ai luoghi ci sono ben altre meraviglie, il Frescobaldi ed il Gucci assicurano che nella chiesa di Santa Maria della Scala ci sia un miracolo permanente e ripetuto a scadenze regolari: la domenica mattina, quando si dice messa, appare la Madonna con un libro in mano e si vede una luce strana sullaltare. Se tanti altri si accontentano di vedere alcune cose bizzarre il fulcro delle meraviglie , forse banalmente, la presenza delle piramidi. La loro funzione originale del tutto dimenticata, e le gigantesche tombe dei faraoni dono etichettate e catalogate come magazzini di grano. Certo, magazzini particolari fabbricati da Giuseppe in vista dei sette anni di abbondanza, ma sempre magazzini ed proprio cos che i viaggiatori da noi incontrati li descrivono, un po discordi sulle dimensioni e sul numero ma senza dubitare del loro essere granai14.

Paradiso celeste, le rive del Cairo rivali non hanno nel resto del mondo! Questo lincipit di una poesia di Nasir al-Din ibn Nahid riportata da Ibn Battuta nei suoi Viaggi15; un piccolo assaggio di unaltra visione della citt, da un visitatore non del tutto estraneo. Se la citt era apparsa agli occhi dei viaggiatori cristiani fantastica non viene restituita meno
12 S.SIGOLI, (Op. Cit.) p. 231 13 S.SIGOLI, Ibid., p. 234 14 D.BALESTRACCI (Op. Cit.) 15 C.M. TRESSO (a cura di), IBN BATTUTA, I Viaggi, Torino, Einaudi, 2006. Pp. 36-50.

lucente dalle pagine del viaggiatore per eccellenza del dar-al-Islam. Arrivato al Cairo sotto il sultanato di Malik al-Nasir nella prima met de Trecento offre una descrizione pi dettagliata e precisa della grande citt. Se si esclude il farne antica residenza di Faraoni il rapporto di Ibn Battuta ci porta pi realmente nella capitale mamelucca, senza che questa ne venga danneggiata a confronto con il tiro al rialzo dei viaggiatori occidentali. 36 000 navi circolano sul Nilo, vera benedizione per quella terra e i Cairoti son gente allegra, che ama divertirsi e far baldoria16. Il viaggiatore ci parla anche di un ospedale, sito Fra i Due Palazzi, di una bellezza indescrivibile, ben fornito di comodit e farmaci17, situato a pochi passi dalla grande moschea di al-Amr. Altri sono i monumenti descritti, i templi e il complesso funerario di al-Quarafa, ma anche il Tangerino si sofferma sulle piramidi ma non crede siano granai anzi: Le piramidi sono costruzioni di pietra dura e ben tagliata. Estremamente alte, hanno pianta circolare e sono ampie alla base e strette di cono; non hanno porte e non si sa come siano state erette. Fra quanto si narra a tal proposito vi che, prima del diluvio, un certo re egiziano fece un sogno spaventevole che lo indusse a costruire le piramidi sulla riva occidentale del Nilo come luogo dove custodire i principi del sapere e le spoglie dei re18. Le piramidi e le citt possono cambiare a seconda di chi guarda, ascolta e scrive.

16 C.M. TRESSO (a cura di), IBN BATTUTA, (Op. Cit.) p. 37 17 C.M. TRESSO (a cura di), IBN BATTUTA, (Op. Cit.)p. 38 18 C.M. TRESSO (a cura di), IBN BATTUTA, (Op. Cit.)p.44

Bibliografia: AA.VV., Enciclopedia del Medioevo, Milano, Garzanti, 2007


BALESTRACCI D., Terre Ignote strana gente. Storie di Viaggiatori Medievali, Roma, Laterza (2008) GALETTI P. , Uomini e case nel Medioevo tra Occidente e Oriente, Roma, LaTerza, 2004. LANZA A. , TRONCARELLI M. (a cura di), Pellegrini scrittori. Viaggiatori toscani delTrecento in Terrasanta, Citt di Castello, Ponte alle Grazie (1990). TRESSO C.M. (a cura di), IBN BATTUTA, I Viaggi, Torino, Einaudi, 2006.

FONTI: IBN BATTUTA, I Viaggi, L.FRESCOBALDI, Viaggio in Terrasanta G.GUCCI, Viaggio ai luoghi santi S.SIGOLI, Viaggio al monte Sinai

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