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Laffermazione della musica e senzaltro dovuta alla varieta delle impressioni capace di gene- rare allascolto.

Sin da Pitagora si usa il termine consonanza per indicare un insieme di suoni tale da essere ascoltato volentieri 1. Egli trovo che questa proprieta risiedeva nella lunghezza delle corde che emettevano i suoni, o per dirla nel linguaggio moderno, nelle loro frequenze fondamentali di vibrazione: due suoni armonici consuonano quando il rapporto tra le frequen- ze dei loro fondamentali e semplice, ovvero costituito da due numeri interi piccoli. Cio, come von Helmholtz (1885) indico per primo, e legato ad alcuni fenomeni percettivi. Egli dapprima ha mostrato che un suono armonico e scomponibile nella somma di piu suoni puri, ovvero sinusoidali, di frequenza multipla di una fondamentale, e ha poi sfruttato tale risultato per affermare che la consonanza dipende da due fattori: 1. la vicinanza di due parziali e la conseguente formazione di battimenti e di ruvidita sono causa di dissonanza; 2. una grande coincidenza di armonici comporta affinita ( Tonverwandtschaft) tra i suoni e quindi consonanza. Negli stessi anni Stumpf (1911) ha ripreso un altro concetto importante: due suoni sono tanto piu consonanti quanto piu si fondono fino a sembrare un suono solo. Va da se che un alto grado di fusione si puo ottenere solo se ce grande coincidenza di armonici e assenza di battimenti e ruvidita. E da sottolineare inoltre che la prima condizione implica la seconda ma non e sempre vero il viceversa: due suoni che abbiano numerose parziali in comune hanno pochi armonici che battono ma due suoni che non generano battimenti non hanno automaticamente molti armonici in comune (ad esempio potrebbero averli molto distanziati). Nonostante questa evidenza, le ricerche degli scienziati si sono incentrate sullo studio degli effetti di ruvidita e dei battimenti: si vedano nel testo le sezioni riguardanti i lavori di Plomp e Levelt (1965), di Kameoka e Kuriyagawa (1969a,b). Nella dissertazione si propone invece un modello basato sulla ricerca degli armonici comuni e sulla loro capacita di contribuire alla realizzazione di un tutto armonico. Viene sviluppato a partire dalle idee di Frova (1999) e poi confrontato con un secondo modello, incentrato sui meccanismi reali di percezione. I due modelli portano agli stessi risultati: si dimostrera inoltre che sono teoricamente correlati. Per concludere si tenta unestensione del modello allo studio di accordi composti di piu suoni.

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