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FORGETMMENOTES 1 PHOTEK feat.

Maria Jos Jongerius, GLAMOURAMA, da Solaris, Science 2000


NO, NON C' NESSUNA FESTA.

Comprai Solaris di Photek perch lo trovai in nice price in un negozio che non trattava elettronica ed evidentemente desiderava sbarazzarsene. Avevo diciotto anni e il suddetto aveva gi sfornato album come Modus Operandi e Form & Function, due gran bei lavori di Drum & Bass e a me la DnB piaceva. Solaris un disco house quindi lo ascoltai una volta e poi lo misi a prendere polvere. Ero ancora fortemente legato al concetto di genere, e la house era una musica per fighetti pieni di donne e soldi. Carente di entrambi questi requisiti in definitiva odiavo la house music. Non avevo ancora capito che esistono solo due generi musicali: la musica bella, e la non musica. Perch se la musica musica non pu che essere bella, altrimenti altro. Pochi anni dopo passai un periodo in cui avevo un cd portatile e fondamentalmente andavo in giro ascoltando soprattutto quei dischi che non erano nella mia personale top ten. Una mattina di gennaio, vicino al mio compleanno, faceva freddo, non volevo ma dovevo uscire. L'avvicinarsi del compimento del mio ventunesimo anno mi rendeva triste, non sono tuttora un grande fan di questo genere di ricorrenze. Di conseguenza non sapevo proprio cosa ascoltare: presi Solaris non lo so nemmeno io perch. Camminavo, ricordo, senza prestare troppa attenzione alla musica, perso in una miriade di pensieri dissonanti, mentre mentalmente valutavo i tragitti da compiere per non venir preso a rasoiate da quel vento gelido. Insomma, ero proprio triste, di una tristezza brutta. E fu allora che ascoltai per la prima volta Glamourama. La prima volta che ascolti una canzone non la prima volta che la incontri, un po' come la prima volta che fai sesso non la prima volta che fai l'amore. Sono cose diverse. Ricordo che correvo -da ragazzo correvo sempre- e che mi fermai. Finch il pezzo non fu finito. Poi per il resto del giorno ascoltai solo quella canzone. Perch Glamourama una delle canzoni pi tristi e belle che ho mai incontrato. Glamourama la musica per una festa che non dovrebbe esserci, e calzava a pennello con quel compleanno che non volevo. un pezzo dance, ha la cassa che spinge, il basso che salta, ma non ti fa venire voglia di ballare, e capisci subito, da come comincia, che qualcosa non va. Sopra quella cassa e quel basso si muovono degli accordi che non risolvono mai, come se qualcuno stesse sostituendo tutta la punteggiatura di una frase con dei punti interrogativi. E poi il pezzo comincia a parlare. C' questa ragazza, che non italiana, potrebbe essere portoghese, o albanese, ad ogni modo il suo accento storpia l'italiano in maniera grottesca, ricordo lo trovai disgustante. S, perch Photek inglese, ma la canzone, senza motivo, in italiano. Questa ragazza parla come una prostituta minorenne, mi dissi. La sua voce non ha alcun apparente rapporto con la musica sottostante, come se il tecnico del suono avesse messo per errore l'audio di qualcos'altro e il disco fosse uscito comunque cos com'era, per motivi di tempo e danaro. Al terzo minuto stavo per fermare tutto ma la canzone mi anticip, bloccando apparentemente a caso quella marcia sbilenca che fino a quel momento era stata, e rest lei. L'amore una delusione grandiosa. Odio l'innocenza con cui ho vissuto. Mi metto sul letto, in cerca di restituire ai miei sensi il piacere che stato proibito. Non sapevo pi se provavo piacere o disgusto. Poi lontana -sudavo. Improvvisamente vicino alle tue orecchie -tremavo. E poi la marcia riparte, cos come se n'era andata, impietosa, crudele, noncurante, magnifica. Prima il basso, freddo e bellissimo come qualcuno che ti ha appena lasciato -l'amore,

entra la batteria, schiacciante, asciutta come la gola. Glamourama una canzone su qualcuno che parla, e tu che non lo ascolti. Il non dialogo tra voce e musica, le occasionali storpiature delle parole, spesso ottenute con effetti scontati, sono disperate. l'uso del banale, del freddo, del crudo: una canzone che disgusta per la totale noncuranza del concetto di dignit. una maniera difficile per dire che dietro c' una prova di coraggio altissima e dolorosa. E alla fine ogni giorno quando mi sveglio sento freddo, poi la parola freddo si ripete, annegando nel delay, ed una delle conclusioni pi commoventi che ho sentito. Tutto nel pezzo apparentemente casuale e sciatto, dopo mille ascolti tutto perfetto e altissimo, e non sai perch. Resta il retrogusto di una fragilit nascosta, quella consapevolezza di un equilibrio talmente instabile -ma risoltoda far ammutolire, come quando al circo il trapezista finge di cadere e ne sbuca un altro che lo salva. Ricordo che prestai quel disco. Mi venne restituito il giorno dopo, bollato come una cazzata house per fighetti pieni di soldi.

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