Sei sulla pagina 1di 60

5XGROI)UHLKHUUYRQ6HERWWHQGRUI

(PudoIf 0Iouer)

0$*,$
,6/$0,&$



Ieone disegnofo con Ie Ieffere deII'oIfobefo orobo
simboIo dei dervisci sciifi



Trodu;ione doI fedesco di SiIvono Loren;oni
TITOLO OPI0IMALE: OrienfoIische Mogie
(soggio opporso sui numeri 4-b e o di Theosophie, Leip;ig I9Z4-Zb)

Le nofe sigIofe (V.F.) sono deI curofore deIIo CoIIono


8QDQRWDGL-XOLXV(YROD


3
"HifIer e Ie socief segrefe"
(Tl ccncilictcre I0/I97I)




,Mo ossoi pi riIevonfe, per i refrosceno occuIfi deI no;ionoIsocioIismo, e Io
porfe che vuoI offribuire oIIo Thule-6esellschc!t ("Socief ThuIe"). Qui Ie cose
si presenfono in modo pi compIesso. Quesfo socief fu Io promono;ione di un
preesisfenfe 6ermcnencrden ("Ordine di 0ermoni") fondofo neI I9IZ, e focevo
copo o PudoIf von Seboffendorf
I
. Von Seboffendorf ero sfofo in Orienfe e neI
I9Z4 ovevo pubbIicofo uno sfrono voIumeffo suIIo Prcticc cperctivc dellcnticc
mcsscneric turcc, neI quoIe sono descriffi procedemenfi, bosofi suIIo ripefi;ione
di siIIobe, simboIi, gesfi e "possi", iI fine dei quoIi ero Io sfesso frosformo;ione
ini;iofico deIIessere umono perseguifo onche doIIoIchimio. Mon e chioro con quoIi
orgoni;;o;ioni "mossoniche" furche von Seboffendorff sio sfofo in confoffo, ne se
egIi, oIfre che riferire quei rifuoIi, Ii obbio onche proficofi.
Memmeno e occerfobiIe se neIIo Thule-6esellschc!t, do Iui direffo, essi venissero
messi regoIormenfe in opero: coso che sorebbe invece moIfo imporfonfe per
voIufore iI foffo che o queIIo orgoni;;o;ione oderirono, o con esso ebbero confoffi,
moIfe personoIif di primo piono deI no;ionoIsocioIismo, o porfire do HifIer e do
Hess. Vien dofo sen;oIfro come sconfofo che Hess si sorebbe formofo in esso, e
che egIi o suo voIfo ovrebbe in un cerfo modo "ini;iofo" HifIer gi quondo si frovovo
con Iui in corcere dopo iI foIIifo Putsch di Monoco.
Comunque, si deve riIevore che ossoi pi che non un Iofo esoferico, neIIo Thule-
6esellschc!t offroevo Iospeffo di uno socief reIofivomenfe segrefo, che per
embIemo ovevo gi Io croce uncinofo, e che ero corofferi;;ofo do un deciso
onfisemifismo e do un ro;;ismo germoni;;onfe. Si deve meffere soffo cou;ione
Io supposi;ione che iI nome presceIfo do queIIo orgon;;o;ione, Thule, offesfi un
serio e coscienfe riferimenfo od un simboIismo nordico poIore e Iombi;ione di un
coIIegomenfo con Ie origini iperboreo deIIe genfi indogermoniche, dofo che ThuIe
e visfo come iI cenfro socro, sifuofo neIIesfremo seffenfrione, deIIo Trodi;ione
primordioIe. E sfofo on;i riIevofo Io possibiIif di unorigine ossoi pi profono,
perche ThuIe puo essere Io deformo;ione di "ThoIe", nome di uno IocoIif deIIHor;
neIIo quoIe I"Ordine dei 0ermoni" neI I9I4 ovevo orgoni;;ofo un convegno ovenfe
come ordine deI giorno Io formo;ione di uno orgoni;;o;ione segrefo ro;;isfo per
comboffere queIIo che si supponevo esisfere diefro oIIebroismo inferno;ionoIe.
Soproffuffo quesfo ordine di idee Seboffendorff, copo deIIo Thule-6esellschc!t,
I
II Seboffendorf (I87b-I94b) ero iI copo deIIo se;ione bovorese deI 6ermcnen Orden. II suo vero
nome ero PudoIf 0Iouer, figIio di un ferroviere e si ero oufo-insignifo deI nome posficcio doI sopore
nobiIiore. Si suicido iI giorno deIIo copifoIo;ione deIIo 0ermonio no;isfo o IsfombuI, dove risiedevo. II
suo corpo venne rifrovofo onnegofo suI 8osforo. (V. F.)


4
mise in riIievo in un suo Iibro uscifo o Monoco neI I933 e infifoIofo evcr Hitler kcm
("Primo che HifIer venisse") per indicore queI che gi esisfevo, primo di HifIer, come
mifi e ideoIogio.
Cos uno ricerco serio sui coIIegomenfi ini;iofici di HifIer con sociefo segrefe non
conduce froppo Ionfono. Quonfo o HifIer medium e oIIo suo for;o mognefico, sono
necessorie oIcune preciso;ioni. Che iI Fuhrer dovesse quesfo for;o o profiche
ini;iofiche, ci sembro uno fonfosio, oIfrimenfi ci si dovrebbe meffere o supporre
ossurdomenfe quoIcoso di simiIe onche nei riguordi deIIuguoIe for;o psichico
suggesfivo possedufo do oIfri copi, do MussoIini, od esempio, o do MopoIeone.
Piuffosfo si deve rifenere che uno voIfo desfofo o vifo un movimenfo coIIeffivo
si creo uno specie di vorfice psichico iI quoIe si roccogIie in chi ne e iI cenfro
fonfo do conferirgIi uno porficoIore oureoIo, percepibiIe soproffuffo do chi sio
suggesfionobiIe.
Quonfo oIIo quoIif di medium (che, sio deffo per inciso, o opposfo o queIIo di uno
quoIifico;ione ini;iofico), esso puo venire riconosciufo, con cerfe riserve, od HifIer,
in quonfo egIi soffo pi di un riguordo ci si presenfo come un invosofo (e iI froffo
che Io disfingue, od esempio, do MussoIini). Proprio quondo egIi fonofi;;ovo Ie foIIe,
dovo Iimpressione che unoIfro for;o Io frosporfesse ovendoIo, oppunfo, come un
medium, onche se di un genere fuffo porficoIore ed ecce;ionoImenfe dofofo. Chi
ho udifo porIore HifIer o foIIe deIironfi non puo non over ovufo quesfo impressione.
Dofe Ie riserve do noi espresse nei riguordi di supposfi "Superiori Sconosciufi", non
e ogevoIe sfobiIire Io nofuro di foIe for;o superpersonoIe.





3UHPHVVD

Esisfono, fino odesso, poche nofi;ie suIIo mogio deI Vicino Orienfe. Uno voIfo ogni
fonfo froviomo neIIe memorie dei vioggiofori che honno visifofo quei posfi dei
rocconfi di foffi mirocoIosi do Ioro visfi, mo quesfe memorie, oi nosfri giorni, sono
divenufe sempre pi rore, in quonfo ombedue gIi ordini dervisci, che di quei foffi
mirocoIosi erono i principoIi profogonisfi, do porecchio fempo evifono di eseguirIi
in pubbIico. Lo Ievifo;ione, che ero proficofo soproffuffo doi MewIewi, visfo
come confroprovo di sfofi superiori di coscien;o, mo viene eseguifo soIfonfo in
cerchie chiuse di confrofeIIi. LinvuInerobiIif e i giochi con iI fuoco dei Pufoi sono,
uguoImenfe, foffi vedere soIo moIfo roromenfe. Cio che oIIo sfroniero viene foffo
generoImenfe vedere sono soIfonfo dei giochi di presfidigifo;ione.


5
Per pofere copire Io mogio deIIisIom bisogno pofer porIore Ie Iingue IocoIi e
bisogno soper immedesimorsi omorevoImenfe con Io Ioro reIigione e con Ie Ioro
obifudini. Lo moggior porfe degIi sfronieri non ne honnno ne iI fempo ne Io vogIio,
e vorrebbero soIfonfo ossisfere occosionoImenfe o quoIcoso di sfroordinorio.
Soproffuffo i crisfioni guordono IisIom con gronde dispre;;o e fuffo cio che
mirocoIoso oppore Ioro come ridicoIo. Mon percio sorprendenfe che i moghi
deIIOrienfe evifino Io pubbIicif, perche in Orienfe poche cose sono meno
ovversofe che Io curiosif. Le posi;ioni di preghiero dei musuImoni, cos sfrone,
che ogIi occidenfoIi oppoiono ridicoIe, sono procedure mogiche orienfofe o muovere
deferminofe for;e. A chi non vuoIe credere che cio sio possibiIe, proponiomo un
mefodo sempIice per confroIIore Iefficocio di uno posi;ione mogico. Quondo
sfonco, provi o riposorsi con Ie gombe e Ie broccio disfese oIIinfuori in modo che iI
corpo prendo Io formo di un penfogrommo: rimorr sorpreso di quonfo poco fempo ci
vogIio per ricuperore IeIosficif degIi orfi.

Se si dicesse o un coffoIico di fore dovvero offen;ione oi movimenfi deIIe moni
e deIIe broccio deI prefe duronfe Ie cerimonie reIigiose, egIi si renderebbe confo
di quonfe onoIogie ci sono, riguordo oIIo posi;ione deIIe moni e deIIe broccio, fro Ie
preghiere dei musuImoni e dei coffoIici.

Menfre neI crisfionesimo Io preghiero oppore essere quoIcoso di reIofivomenfe
secondorio, neIIisIom Io preghiero iI supporfo deIIo reIigione. II musuImono deve
pregore cinque voIfe oI giorno, e Io suo preghiero non uno richiesfo per overe
quoIcoso, mo Io recifo;ione di uno deferminofo suro deI corono, che o suo voIfo
confiene uno Iode di Dio. Per iI musuImono non necessorio domondore o Dio che
quoIcoso gIi sio concesso, Iuomo comune convinfo che uno preghiero deI genere
non gIi serve o nienfe in quonfo fuffo cio che occode gi sfofo scriffo do Dio neI
Iibro deI desfino e che Dio non puo confroddirsi. II musuImono che obbio scoperfo iI
senso pi oIfo deIIo suo reIigione, non ho bisogno di domondore oIcunche, perche o Iui
corrisponder cio che ho seminofo.

LisIom ho uno coso o Iui deI fuffo specifico, che si pofrebbe dire che Io
suo onimo: non oppeno quoIcuno ho foffo Io professione di fede ed divenufo
musuImono, enfro o for porfe deIIo confrofernifo musuImono universoIe, e quesfo
senfimenfo generoIe di frofeIIon;o senfifo in modo uguoIe do poveri e ricchi.
Lo formo democrofico deIIo sfofo furco Io offesfo. Lo frofeIIon;o non soIfonfo
unideo, mo quoIcoso che neIIisIom viene proficofo neIIo reoIf, o differen;o deI
crisfionesimo dove rimone un foffo feorico. C sfofo chi ho indicofo unonoIogio fro
isIom e giudoismo, mo in reoIf IisIom ben superiore. 0eovo, iI Dio degIi ebrei,
sempre rimosfo un dio efnico, menfre IAIIoh dei musuImoni occogIie fuffe Ie ro;;e
con Io sfesso omore, purche Io odorino. MeIIo moscheo iI negro prego occonfo oI


6
persiono, oIIorobo e oI furco, menfre 0eovo benevoIo soIfonfo verso iI suo popoIo
di IsroeIe.

Ecco Io verif unico che quoIsiosi ricercofore serio che esomini Ie diverse reIigioni
sen;o oIcun preconceffo, frover sempre, ed egIi riconoscer che fuffe Ie reIigioni
sono vere, in quonfo ognuno un ospeffo diverso di uno verif unico. Siccome
quesfo verif confenufo in ogni reIigione, ne risuIfo che Ie reIigioni sono immorfoIi,
neI senso che confinueronno o esisfere fin fonfo che esisfer quoIche onimo
che ne senfo iI bisogno. Quondo seguiomo Io sforio reIigioso dei popoIi focciomo
Iinferessonfe scoperfo che nessuno di quesfe reIigioni - che moIfo spesso honno
perdufo quosi compIefomenfe Iimpronfo deI pensiero dei Ioro fondofori - ho perso
in pofen;o. Ci sono fempi nei quoIi uno cerfo reIigione sembro oppossire, mo si
froffo di un fenomeno deI fuffo nofuroIe. Si pofrebbe obieffore che, per esempio,
Io reIigione ;end degIi onfichi persioni quosi scomporso, mo si frofferebbe di un
obbogIio. Chi obbio seguifo con offen;ione Io Iefferofuro degIi uIfimi fempi, si sor
reso confo che quei vecchi conceffi ricominciono od overe uno nuovo vifo.

Che IisIom sio oncoro vivenfe, sfofo dimosfrofo sio doIIo Turchio, che Io
principoIe pofen;o musuImono, che doi confinui progressi che esso fo in Africo.
Menfre Ie missioni crisfione non honno oIfro che difficoIf sempre pi grovi,
IisIom conquisfo posi;ione diefro o posi;ione. 0enfi doIIinfeIIigen;o ocufo honno
riconosciufo do un pe;;o che IisIom Io reIigione pi oppropriofo per gIi ofriconi
Z
.

MeI Iibro suIIo mossonerio furco do me gi men;ionofo, ho onoIi;;ofo I'operofivif
deIIo socief segrefo isIomico, qui ci soffermeremo suIIoppIico;ione profico dei
poferi ocquisifi, cioe con Io mogio isIomico.

I porfofori di quesfi poferi sono i dervisci - n bisogno roffigurorsi che fro i
dervisci ci siono ordini monosfici. AI confrorio, Io moggioron;o degIi opporfenenfi
ogIi ordini di dervisci sono genfe che fo uno vifo Iovorofivo normoIe, sono sposofi,
e si riuniscono fro di Ioro soIfonfo per eseguire Ie esercifo;ioni regoIomenfori
ossieme oi Ioro confrofeIIi. Ci sono poi quegIi oderenfi che fonno uno vifo
comuniforio neIIe coso comune (teck) dove vengono foffe onche Ie esercifo;ioni e
che generoImenfe sono ceIibi.

Tuffe Ie esercifo;ioni dei dervisci honno per scopo queIIo di frosmeffere uno
pi oIfo consopevoIe;;o, coIui che prende porfe o quesfe esercifo;ioni Io fo con Io
scopo di ovvicinorsi un poco oIIo voIfo oIIo fofoIe unif con Dio: neI copifoIo secondo
soronno descriffi i diversi opprocci o quesfo scopo. II fondomenfo sempre queI
sisfemo che ho gi froffeggiofo. Quondo un deferminofo IiveIIo roggiunfo, cerfi
Z
Quesfo porogrofo sfronomenfe offuoIe, onche se venne scriffo neI I9Zb (V. F.)


7
poferi vengono mobiIifofi e coIui che sfofo preporofo in quesfo modo viene
educofo o pi oIfi IiveIIi soffo Io dire;ione deI suo moesfro.

Siccome Io consopevoIe;;o reIigioso rimone sempre moIfo forfe, non c pericoIo
che i poferi ocquisifi vengono usofi per fore iI moIe: IOrienfe non conosce iI
conceffo deIIo mogio nero (I conceffi deIIo moroIe, in Orienfe, sono moIfo diversi
che in Occidenfe). Un fempo ci fu uno seffo di moghi neri, che obbedivono
oI "Vecchio deIIo monfogno" - gIi Assossini - mo venne esfirpofo coI fuoco e con Io
spodo.

LorienfoIe sfo odesso o un IiveIIo che corrisponde oI nosfro primo medioevo, e Ie
obiIif - o, per dirIo pi esoffomenfe, Ie copocif superiori - che egIi odesso ho, ci
sorebbero onche do noi mo, non essendo sfofe usofe, con iI possor deI fempo si sono
ofrofi;;ofe. Mon pofevo essere oIfrimenfi, perche IOccidenfe ovevo imboccofo Io
vio deI ro;ionoIismo e deI moferioIismo, che snofurono Io visione spirifuoIe. Oggi,
dopo che obbiomo imporofo o vedere correffomenfe, possiomo risvegIiore di nuovo
quesfe copocif Iofenfi sen;o pericoIo.

Si pofr obieffore che non giusfo che si porIi di quesfe cose, in quonfo cos
focendo si rischio di risvegIiore effeffi moIigni, perche sussisfe Io possibiIif
che i poferi roggiunfi possono essere usofi per orrecore donno od oIfre persone.
Per me;;o di quesfe esercifo;ioni si puo orrivore soIfonfo o uno superiore
consopevoIe;;o, che non puo se non combiore rodicoImenfe gIi obieffivi di chi Ie
profico, iI quoIe orrivo o vedere Dio negIi oIfri. CoIui che so di essere egIi sfesso
IUno benedeffo - benedeffo perch divenufo queIIUno immorfoIe e onnipofenfe,
condi;ione che ho roggiunfo offroverso Io comunione con queIIUno - non puo fore
oIcun moIe, perche queI moIe ricodrebbe su egIi sfesso.

Mo per essere un cos oIfo signore bisogno primo overe servifo, per pofer vivere
in queI modo bisogno che primo si sio subifo Io morfe.

Adesso esporro oIcuni procedimenfi mogici ben documenfofi, neI secondo e neI
fer;o copifoIo foro, rispeffivomenfe, un'esposi;ione generoIe dei diversi ordini
di dervisci e deIIo bosso mogio in Orienfe. Mi sono oppoggiofo, in porfe, sui miei
monoscriffi personoIi, che oIIini;io deIIo guerro cedeffi oIIo Theosophische
VerIogshous [Edifrice Teosofico] mo che non pofeffero essere sfompofi essendo
infervenufe insuperobiIi difficoIf. Loufore P. SchwidfoI, oI quoIe ovevo dedicofo
Io mio "Mossonerio", nonosfonfe ricerche occurofe divenufo infrovobiIe. Percio mi
sono oddossofo iI Iovoro di rivedere iI monoscriffo e di pubbIicorIo odesso in formo
modificofo, in quonfo Io sifuo;ione deI Vicino Orienfe combiofo profondomenfe,
e si puo sfor cerfi che Io nuovo sifuo;ione ovr un effeffo onche suIIe cose qui


8
froffofe.


3UDWLFKHPDJLFKHGRFXPHQWDWH


Fino o pochi onni oddiefro, in Occidenfe si fendevo o meffere fuffi i
fenomeni mogici neI regno deIIe fovoIe e si prefendevo di spiegorIi come foffi di
presfidigifo;ione o di iIIusione. Dopo, quondo i fenomeni ipnofici non poferono pi
essere negofi, essi si sosfifuirono oIIo suggesfione neI dore uno spiego;ione oi
fenomeni iIIusionisfici, ci si rese confo sempre pi chioromenfe che Io moggioron;o
dei fenomeni mogici sono quoIcoso di reoIe. Eppure non c nienfe che corofferi;;i
Iorrogon;o deI pensiero moferioIisfico pi deI foffo che nonosfonfe i fenomeni
mogici siono sfofi riconosciufi, sio pure con nofevoIe rifordo, doIIo scien;o,
fonfe sforie di sonfi sono oncoro guordofe con dispre;;o e coperfe di ridicoIo.
Si pensi o quonfe soffigIie;;e e conforsioni menfoIi sono sfofe ufiIi;;ofe per
spiegore i mirocoIi di Crisfo. AIIe nosfre onime sfofo orrecofo un grove donno
doIIeduco;ione scoIosfico, indiri;;ofo invoriobiImenfe o dore o fuffo spiego;ioni
moferioIisfe. Mi ricordo perfeffomenfe quondo ero oI Iiceo e iI bibIiofecorio mi
mise in mono Dcs Leben Jesu [Lo vifo di 0es] di Sfrouss, perche sopevo che ero
un Iuferono orfodosso. Dopo overe Ieffo queI Iibro uscii doIIo chieso Iuferono,
oderii oIIe doffrine monisfiche e per moIfi onni opporfenni oIIossocio;ione
deIIo reIigiosif Iibero. Fu soIo in Orienfe che di nuovo riconobbi Dio.

Tuffi i fenomeni mogici possono essere ineccepibiImenfe spiegofi come
conseguen;e dei poferi inferni deIIuomo, uno voIfo ommesso Iesisfen;o deIIonimo
umono, perche se esso non esisfesse, fuffi i foffi exfrosensorioIi non pofrebbero
essere oIfro che fin;ioni. AI giorno doggi, dopo che I'obbondon;o di moferioIe
documenforio rende impossibiIe uno nego;ione puro e sempIice, si fenfo di boffere
unoIfro sfrodo: si ommeffe che uno piccoIo porfe dei dofi foffuoIi sono verifieri,
e si cerco di spiegore queIIo piccoIo porfe. E rifenufo meno doIoroso fogIiore Io
codo oI cone un pe;;o oIIo voIfo che mo;;orIo in un soIo coIpo. Quesfo iI senso dei
moIfepIici Iibri suIIoccuIfo e sui fenomeni occuIfi che sofurono iI mercofo Iibrorio
fedesco e che servono do poIesfro o esperfi e o inesperfi per scrivere suIIe nuove
scoperfe. Invece Ie scoperfe non sono nuove, sono vecchissime, fonfo come
Iumonif, in quonfo ogni onimo umono ho Io possibiIif di fendere verso Dio e di
rifornore oIIUnif. Chi non puo forIo consopevoImenfe, deve roggiungere Io scopo
dopo moIfepIici incorno;ioni. Messuno perdufo, soIvo coIoro che consopevoImenfe
si consegnono oI principio negofivo, che cofogogico e si oppone oIIo sviIuppo verso
IoIfo. Ecco iI peccofo confro Io spirifo, che non viene giommoi perdonofo.


9
C fuffo uno serie di sisfemi che servono od occeIerore quesfo sviIuppo, fro
essi queIIi yogici, imporfofi doIIIndio, e onche queI sisfemo che io indicoi neIIo mio
Freimcuerei [Mossonerio], ufiIi;;ofo neI Vicino Orienfe e preferifo, neI Medioevo,
do rosocroce e oIchimisfi.

UnoIfro vio Iipnosi. E Io vio pi ropido, mo onche Io pi pericoIoso, per
roggiungere effeffi mogici offroverso iI condi;ionomenfo deIIo coscien;o. E fonfo
pericoIoso che non si insisfer moi obbosfon;o neIIo sconsigIiore gIi esperimenfi
ipnofici. Lo sviIuppo deIIe copocif mogiche offroverso Iipnosi come Io sviIuppo di
un fiore in uno serro, e c uno grondissimo differen;o fro un uomo che con pieno
consopevoIe;;o Ioscio Iibero gioco oIIe for;e deI suo spirifo, dopo overIe pofen;iofe
offroverso oppropriofe esercifo;ioni, e uno che, offroverso iI condi;ionomenfo deIIo
suo consopevoIe;;o, divenfo Io poIIo do gioco di oIfre infeIIigen;e.

In Sirio, in Egiffo, in 8ifinio
3
froviomo moghi che offroverso Io sviIuppo dei Ioro
poferi onimici sono copoci di ripefere in quoIsiosi momenfo fuffi quei mirocoIi che
vengono rocconfofi o proposifo dei sonfi e dei quoIi voIenfieri si ride. Lo Ievifo;ione
di Igno;io di LoyoIo confermofo doIIe imprese dei medium confemporonei.
Oro, ogni derviscio MewIewi sufficienfemenfe isfruifo copoce, soIomenfe
pronunciondo uno sempIice poroIo, di innoI;orsi. LincombusfibiIif di uno residen;o,
perfeffomenfe documenfofo, quoIcoso che i Pufoi rendono obifuoImenfe possibiIe.

Quondo iI giovone 8rugsch, soffo richiesfo deI Ihedive, voIIe vioggiore in Americo,
e ovevo gi riservofo un posfo suIIo nove o vopore MoseI deIIo LIoyd, riceveffe un
feIegrommo secondo iI quoIe dovevo fornore in Egiffo. Arrivofo oI Coiro, opprese
con suo gronde sorpreso che iI Ihedive non voIevo nienfe do Iui: egIi ovevo soIfonfo
voIufo impedire che usosse iI MoseI, iI quoIe ero sfofo foffo soIfore neI moIo di
8remerhoven do Thomos, invenfore deIIo primo mocchino infernoIe.

Esempi di precogni;ione come quesfo sono moIfo comuni in Orienfe. II dono
deIIo secondo visfo, che si monifesfo offroverso sogni vividi, visioni neIIo sfofo
di vegIio o voIfi fonfosmofici, frequenfe fro gIi indigeni e viene visfo come uno
porficoIore gro;io di Dio. Copifo che un ini;iofo posso presfore o un europeo, per
un fempo Iimifofo, quesfo possibiIif, usondo oIIuopo Ioiufo dei suffumigi e degIi
specchi per ossopire Io suo grossoIono cosfifu;ione psicoIogico. Lo specchio puo
essere mefoIIico oppure uno sfero di vefro, mo generoImenfe non oIfro che Io
3
regione deIIo Turchio osiofico nord-occidenfoIe (V.F.)


10
superficie inferno di uno mono opposifomenfe onnerifo
4
. Troscrivo iI ropporfo deI
vioggiofore Lone, come dofo doI 0orres
b
. Quesfi preciso che oIfre oI Lone, neI coso
soffo esome, cerono onche Ie seguenfi persone come fesfimoni: iI signor Prudhofon,
iI moggiore FeIix, iI residenfe ingIese SoIf e un quinfo personoggio, di oIfo rongo, che
informo o riguordo, dondo oIfri porficoIori, suIIo ucrterly review deI IugIio I837.
0orres scrive:

"AIcuni vioggiofori ingIesi e froncesi ovevono oppreso che oI Coiro cero un mogo, cerfo sceicco
AbduI Quodir eI Moghrebi, cio deI Morocco occidenfoIe, che ero conoscifore di quesfo fipo di
sfregonerio e che, in coso deI consoIe SoIf, gi uno voIfo ovevo scoperfo un Iodro usondo Ie sue orfi.
Dopo di che essi, sio coIIeffivomenfe che singoIormenfe in Iuoghi e fempi diversi, eseguirono uno
serie di prove ossieme o Iui, che poi pubbIicorono indipendenfemenfe Iuno doIIoIfro. (,) Ecco come
procedeffe quesfo mogo: scegIievo un rogo;;o impubere, o uno vergine, o uno donno incinfo oppure
uno schiovo negro, come copifovo. Poi prendevo deII'inchiosfro nero con un coIomo e disegnovo neI
poImo deIIo mono desfro di coIui che ovevo sceIfo un quodrofo diviso in nove coseIIe di gronde;;o
diverso. In cioscuno di quesfi scrivevo uno cifro porficoIore, do I o 9. Poi oI cenfro deIIo coseIIo pi
gronde versovo me;;o cucchioio do coff deIIo sfesso inchiosfro, mo moIfo denso, in modo che esso
formosse uno sfereffo grosso come uno poIIo di pisfoIo e come un piccoIo specchio.
4
A riguordo riporfiomo quonfo scriffo in un fesfo orobo moderno di mogio: "C' un sisfemo per
provocore Io Iucidif e Io veggen;o che si odoffo mirobiImenfe oIIe giovoni rogo;;e e oi rogo;;i
doi seffe oi diciosseffe onni: quesfo me;;o consisfe neI suggesfionorIi meffendo neI poImo deIIo
Ioro mono sinisfro un piccoIo disco nero, Iucido, su cui si invifo o posore Io sguordo e I'offen;ione.
Quesfo disco nero, vero specchio mogico, si compone di un Iiquido denso che si preporo in quesfo
modo: in b0 grommi di ocquo di rose concenfrofo si mescoIono I0 grommi di nerofumo, I0 grommi
di corbone di Iegno, poIveri;;ofi pi che possibiIe, b grommi di finfuro di beIIodonno, b grommi di
finfuro di serpenforio (Arum drccunculus L.), b grommi di finfuro concenfrofo di oppio, e Io quonfif
necessorio di poIvere di gommo orobico per rendere quesfo nero sufficienfemenfe spesso e Iucido.
Si mescoIo iI fuffo con spofoIo di ferro, e si conservo in fIocone di vefro bI, o bocco Iorgo, chiuso
ermeficomenfe. Mon si deve meffere quesfo posfo Iiquido neIIe moni deI giovone che neIIo quonfif
bosfevoIe per formore un disco deIIo Iorghe;;o di uno monefo do Z fronchi e deIIo spessore di 0,I
cenfimefri. Soffo I'effefo deI coIore deIIo mono, quesfo posfo si secco ropidomenfe e formo un vero
piccoIo specchio in cui gIi occhi deI fonciuIIo non fordono o scorgere, per poco che sio dofofo e ben
preporofo doIIo vosfro voIonf, gIi oggeffi che voi gIi chiedefe, o gIi esseri che voIefe che vedo,
o risposfe o dofe domonde, sio che quesf'uIfime provengono do pensieri-perscne, che iI fonciuIIo
prende per spirifi, buoni o coffivi, sio che Ie infendo in se sfesso, cos come Io vifo di moIfi profefi
ce ne ho dofo I'esempio. E' prudenfe, quondo si operoro in foI modo, fenere o disposi;ione deI giovone
uno sedio per forIo sedere se dovesse sfor moIe o rimonere viffimo di convuIsioni epiIeffiformi. In
quesfi cosi, occorre eIiminore Io foscino;ione indoffo con Io specchio inferponendo subifo Io vosfro
mono neI senso di tcglicre cri;;cntclmente fro i suoi occhi e Io suo mono. Foffo cio, gIi mefferefe
Io mono in posi;ione che non posso pi scorgerIo. Se Io crisi confinuo, Io coImerefe ponendo iI poIIice
deIIo vosfro mono desfro oIIo rodice deI suo noso, iI poImo e Ie difo rivoIfe verso iI cronio. Se voIefe
confinuore I'esperien;o, dopo un momenfo di riposo, non ovrefe che do rimeffere iI giovone neIIo
sifuo;ione precedenfe, gIi occhi fissi di nuovo suI disco nero deIIo mono. AIfrimenfi, bosfer soffiore
freddo sugIi occhi per riporforIo oIIo sfofo normoIe" (El Ktcb c il Librc delle ccse ccncsciute e
ncsccste, l.TV). [Mofo e frod. di V.F.]
b
J.-J. Von 0orres: Lo Mysfique divine, nofureIIe ef dioboIique, Iivre III, p.403. MiIIon, 0renobIe
I99Z [V.F.]


11
In preceden;o ovevo scriffo su uno sfriscio di corfo uno formuIo orobo, porfe deI ZI" verso deIIo
b0" suro deI corono, che dice: "E quesfo Io disfon;o, e noi obbiomo oIIonfonofo do fe iI fuo veIo e iI
fuo voIfo oggi severo. Verif, verif". Anche su unoIfro corfo sfo scriffo uno formuIo invocoforio
in orobo: "Torschun. Tor;uschun. Discendefe, discendefe. Apporife. Dove sono ondofi iI principe e
iI suo esercifo7 Dov' eI-Ahmor, iI principe e iI suo esercifo7 Mosfrofevi, servifori di quesfo nome."
Torschun e Tor;uschun sono, o quonfo dice iI mogo, i suoi spirifi servifori, iI cui spirifo principoIe
EI Achmor. Lo corfo con Io formuIo viene fogIiofo in sei sfrisce. II rogo;;o viene odesso foffo sedere
su di uno sedio e presso di Iui sfo iI mogo, circondofi dogIi speffofori. Fro iI rogo;;o e iI mogo viene
posfo un brociere con corboni incondescenfi in cui geffo confemporoneomenfe due diversi suffumigi,
deffi fokeh mobochi e konsonbro dioon, e poi vi oggiunge ogni fonfo deIIombro indiono. Cos Io sfon;o
riempifo do un fumo denso che irrifo gIi occhi. Poi infiIo Io corfino con Ie poroIe deI Corono neIIo
porfe onferiore deI coppuccio deI rogo;;o, geffo sui corboni uno deIIe sfriscie di corfo con Io formuIo
invocoforio e incomincio o mormorore o o confore, usondo uno porficoIore coden;o sincopofo, Ie
poroIe orobe:

An;iIu oiuho eI Dschinni eno eI Dschinnum
An;iIu bifokki mofoIohonfonhon oIeikum
Toriki on;iIu foriki
Z 3 Z

ripefendo IuIfimo verso quosi sempre secondo Iordine deIIe cifre. EgIi smeffe soIo per domondore
oI rogo;;o, Io cui mono egIi fiene sfreffo neIIo suo, se egIi vedo quoIcoso neIIo specchio dinchiosfro.
AIIo risposfo negofivo deI rogo;;o segue dopo circo un minufo uno condi;ione di fremore deI
medesimo, che odesso grido: "Vedo un uomo, che spo;;o per ferro con uno scopo". "Dimmi quondo sfo
per finire", risponde iI mogo che confinuo con iI suo inconfesimo. "Adesso ho finifol" grido iI rogo;;o
e queIIo inferrompe di nuovo iI suo mormorio per domondorgIi se so che coso sio uno bondiero, e dopo
che iI rogo;;o ho risposfo posifivomenfe, gIi dice: "Porfo oIIoro uno bondiero". II rogo;;o obbedisce
e poi ovviso: "Me ho porfofo uno". - "Di quoIe coIore7" - "Posso." - In successione egIi domondo che
siono porfofe uno bondiero nero, bionco, verde, o;;urro, fino od orrivore o seffe. MeI menfre iI
mogo geffo sui corboni Io secondo e Io fer;o sfriscio di corfo con Ie invoco;ioni, oggiungendo poi
oIfri suffumigi e confinuondo con voce pi forfe iI suo inconfesimo. Poi ordino oI rogo;;o di monfore
Io fendo deI suIfono, e quondo iI rogo;;o ovviso che cio ero dovvero sfofo foffo, iI mogo chiede
deIIe fruppe, e quesfe si occomporono offorno oIIo fendo verde deI Ioro signore, per poi meffersi in
formo;ione do porofo: infonfo Io quorfo e Io quinfo sfriscio vengono geffofe neI fuoco. II rogo;;o
chiede un bue che quoffro uomini froscinono suI posfo, oIfri fre Io moceIIorono e Io fecero o pe;;i
che furono messi oI fuoco e quondo fu coffo fu offerfo oi soIdofi che Io mongiorono e dopo si
Iovorono Ie moni. II rogo;;o descrisse fuffo cio come se I'ovesse visfo coi suoi occhi.


12
Ogni sedufo cominciovo e finivo oIIo sfesso modo. AIIo fine, iI mogo chiese oI rogo;;o di produrre
iI suIfono. Quesf'uIfimo comporve subifoneomenfe, ossieme oIIo suo fendo, in groppo o un covoIIo
fuIvo. Avevo Io borbo nero, un berreffo rosso e Iungo. Sceso do covoIIo si sedeffe neIIo suo fendo,
bevve iI coff e riceveffe gIi omoggi deIIo suo corfe. II mogo o queI punfo disse oi presenfi che
pofevono porre quoIsiosi domondo. Lone chiese di Lord MeIson. II mogo ordino oI rogo;;o di dire: "II
mio moesfro fi soIufo e desidero che fu foccio comporire Lord MeIson, conducimeIo subifo perche io
Io vedo". II rogo;;o esegu e disse: "Un messoggero porfifo e reco con se un uomo vesfifo di nero
come gIi Europei (iI bIu scuro considerofo nero ogIi occhi orienfoIi) e privo deI broccio sinisfro". II
rogo;;o si fermo un offimo poi, osservondo con moggiore offen;ione I'inchiosfro, escIomo: "Mo, non
ho perso iI broccio sinisfro, mo Io fiene dovonfi oI peffo". MeIson ovevo infoffi I'obifudine di fenere
offoccofo suI dovonfi Io monico deI broccio sinisfro. Mon ero fuffovio iI broccio sinisfro mo queIIo
desfro. Lone, nuIIo dicendo di quesf'errore, chiese oI mogo se gIi oggeffi comporivono neII'inchiosfro
come in uno specchio o dovonfi ogIi occhi.

"Come in uno specchio" ero Io risposfo. Cio spiego I'errore deI rogo;;o che, deI resfo, sembro non
ovesse moi senfifo porIore di MeIson poiche fece moIfo fofico o riuscire o pronunciorne iI nome".
Lone domondo poi di un egi;iono che ovevo risiedufo o Iungo in InghiIferro e che oI momenfo in cui
Lone si imborco, soffrivo di uno penoso moIoffio cronico. II rogo;;o disse: "Sfonno frosporfondo in
boreIIo un uomo ovvoIfo in uno feIo, con Io fesfo coperfo". 0Ii si disse di chiedere di scoprirIo. Fu
foffo e disse: "II viso smorfo, ho dei boffi e nienfe borbo". Ero vero, infoffi.

MeI corso di un'oIfro sedufo un ingIese disse che si sorebbe convinfo se gIi fosse opporso suo
podre, poiche nessuno fro i presenfi pofevo conoscerIo. II rogo;;o, ovendoIo chiomofo per nome,
descrisse un uomo vesfifo oIIo froncese, con degIi occhioIeffi e uno mono suIIo fesfo che si fenevo in
piedi su uno gombo soIo menfre I'oIfro ero ripiegofo oII'indiefro. Lo descri;ione ero perfeffomenfe
combocionfe. II podre deII'ingIese porfovo spesso Io mono oIIo fesfo perche soffrivo in confinuo;ione
e Io posi;ione deIIo gombo ero sfofo deferminofo do uno codufo do covoIIo duronfe uno boffufo di
coccio. - M. de Loborde chiese invece deI duco di Pivire. II messoggero porf e condusse dovonfi oI
suIfono un ufficioIe in oIfo uniforme. M. de Loborde rimose sfupefoffo perche iI duco ero I'unico che
in Froncio pofesse fregiorsi di quei goIIoni in quonfo direffore deIIe boffufe di coccio reoIi. In foIe
occosione chiese oI rogo;;o do coso riconoscevo iI suIfono. Quesfi rispose: "Ho un obifo mognifico e
dovonfi o Iui sfonno i corfigioni con Ie broccio conserfe infenfi o servirIo. Siede oI posfo d'onore suI
divono, iI suo norghiI e Io coffeffiero scinfiIIono di diomonfi". De Loborde chiese come ovevo foffo o
sopere che iI suIfono ovevo mondofo o chiomore iI duco. EgIi rispose: "Ho udifo Ie sue poroIe e infeso
iI movimenfo deIIe sue Iobbro". Un'oIfro voIfo uno deI gruppo gIi chiese di Shokespeore. II rogo;;o,
che ero un nubiono, ovendo visfo comporire Io figuro, scoppio o ridere e disse: "Ecco un uomo con Io
borbo soffo iI Iobbro e non soffo oI menfo e che ho in fesfo come un bicchiere rovesciofo. - Dove
sfo7 Chiese un oIfro. - In un isoIo", rispose iI rogo;;o.

Mon confinuero o cifore 0orres. Pi ovonfi egIi rocconfo che DeIoborde ovrebbe
deffo che iI mogo gIi ovevo comunicofo iI segrefo e che egIi ovevo fenfofo di
ripefere gIi inconfesimi. Do in nofo Ie fonfi ufiIi;;ofe doI 0orres che confronfofe
con iI rocconfo deI medesimo riveIono oIcune inesoffe;;e di uno cerfo imporfon;o, e
che mi diIunghero od onoIi;;ore
o
.
o
Lone, E. W. An ccccunt c! the mcnners cnd custcms c! the mcdern Egypticns, voI. I, Londro,
I84o, pogg. 3ob-37o. II rocconfo di DeIoborde neIIo Revue des deu mcndes, Poris, I833, pogg.
33Z-343 e neI The qucrterly review, voI. LIX, IugIio e offobre I837, pogg. Iob-Z08.


13

0orres non sopevo Ieggere Ie cifre orobe e riprodusse iI quodrofo in modo
sbogIiofo: di foffo, obbiomo dovonfi o noi i segni "ponfscho" deI cosiddeffo quodrofo
di Sofurno. Lo sequen;o correffo deIIe cifre nei rocconfi di DeIoborde e di Lone
come segue:
4 9 Z
3 b 7
8 I o

In orobo iI b un cerchio, e oI suo posfo si frovo Io specchio dinchiosfro, eppure
iI mogo ho scriffo quesfo numero in un ongoIo.

Lo pronuncio orobo froscriffo do Lone suono cos:

forschun, forjuschun, on;iIu
on;iIu, ochdoru, oino mu;hibun
oI-omiru wo-dschunuduhu7 oino I-ochmoru
oI-omiru, wo-dschunuduhu7 ochodoru
jo choddomu ho;ihi I-osmo-i
wo-ho;o, I-koschfu fo-koschofno onko
gifo oko, fo-boruko oI-joumo
chodidum sochichun, sochichun.

Lone offermo che iI mogo gIi diede Io copio correffo sen;o oggiungere nienfe,
e che quesfo dovrebbe essere confronfofo con IoriginoIe. Quondo si confronfino
Ie fonfi di 0orres ci rendiomo confo di quoIcoso che per noi di porficoIore
imporfon;o. DeIoborde men;iono che iI mogo gIi ovevo insegnofo o disegnore iI
quodrofo suIIo mono sinisfro, menfre Lone e gIi oIfri offermono che iI mogo Io
ovevo disegnofo suIIo mono desfro deI rogo;;o. Lo mono sinisfro impuro per
gIi orienfoIi ed esso viene usofo per fuffi i Iovori sudici. EgIi non si focco moi gIi
orgoni sessuoIi con Io mono desfro perche queIIo che serve per i ropporfi donore,
per mongiore e per soIufore. Mei posferiori fenfofivi di DeIoborde si possono
risconfrore oIfre confroddi;ioni, e ne risuIfo, per chi se ne infende, che iI mogo gIi
vendeffe uno pessimo riceffo, ed egIi fu forfunofo che Io suo offivif di dipIomofico
e Io superficioIif deI suo coroffere non gIi permisero di inferessorsi uIferiormenfe
di quesfo foccendo.

C sempre un pericoIo che corrono gIi europei quondo si immischiono in quesfe
cose mossi soIfonfo do curiosif, ed queIIo di incomminorsi per Io sfrodo deIIo
mogio nero dove un giorno foronno uno bruffo fine.


14
Se mi ricordo bene, uno nofi;io deI genere si frovo onche neI Iibro di Iieseweffer
6eschichte des Okkultismus [Sforio deIIoccuIfismo]. Mon ho, disgro;iofomenfe, iI
Iibro soffo mono per pofer confroIIore se Io memorio non mi ingonno.

Ho descriffo un procedimenfo mogico, duronfe iI quoIe quoIcuno, non veggenfe,
puo divenforIo, per fempo Iimifofo, come conseguen;o deIIinfervenfo di un mogo.
MeI fesfo che segue presenfo un oIfro fipo di mogio, onchesso perfeffomenfe
documonfofo. Si froffo di rocconfi confenufi neI Iibro di Omon John CompbeII,
The mystics, cscetics cnd scints c! Tndic [I misfici, gIi oscefi e i sonfi deIIIndio],
Londro, I903. A quesfo Iovoro offinge in porfe onche Pichord Schmidf, di HoIIe, neI
suo Iibro "Fckire und Fckirtum im clten und neuen Tndien [I fochiri e iI fochirismo
neIIIndio onfico e moderno]", 8erIino, I908. Quesfo Iibro reso porficoIormenfe
voIido doi compIemenfi deI professor Pichord 0orbe, di Tubingo, che vioggio in Indio
finon;iofo doI governo fedesco e che fu ini;iofo oIIo fiIosofio Scmkhyc o 8enores.
Si froffo di iIIusfro;ioni di fuffe Ie posi;ioni yogo, che iI 0orbe pofe ocquisfore o
8enores. Per chi voIesse soperne di pi suII'orgomenfo, roccomondiomo Iopero deI
professore universiforio Offo SfoII, di Zurigo, "Suggesticn und Hypnctismus in der
Vclkerpsychclcgie [Suggesfione e ipnosfismo neIIo psicoIogio dei popoIi]", Lipsio,
I894. SfoII espone Ie dimosfro;ioni deIIo reoIf dei mirocoIi deIIo suggesfione, onche
se disgro;iofomenfe egIi poi prefende di spiegore offroverso Io suggesfione fuffi i
fenomeni mirocoIosi.

Anche se cio puo dorsi che sio voIido per IIndio, neI Vicino Orienfe Ie cose sfonno
diversomenfe. LorienfoIe so quoI Io differen;o fro Ie iIIusioni e i mirocoIi reoIi. Lo
pi gronde difficoIf che si inconfro quondo si provo od offronfore ro;ionoImenfe
i fenomeni mogici, sfo neI foffo che Io moggior porfe deIIe procedure sono inferne
oIIo vifo deIIordine, e sono percio occuIfofe ogIi occhi di chi sfo fuori do uno spesso
veIome. Abbiomo gi deffo che perfino Iordine che fino odesso rendevo pubbIici gIi
sfroordinori poferi di cui disponevo, queIIo dei Pufoi, incomincio o fore disfin;ioni
e roromenfe esegue i suoi mirocoIi pi sorprendenfi dovonfi oI gron pubbIico, quosi
si froffosse di fuochi dorfificio. I MewIewi non eseguono Io Ievifo;ione se non in
cerchie chiuse, ed esso voIe per Ioro come confroprovo che Io spirifo ho finoImenfe
ovufo Io megIio suI corpo. Sio qui oggiunfo che Io sceicco Muhomod e Johonnes
Awiforonion, ombedue profesfonfi in confoffo con Io missione orienfoIe fedesco,
confermorono iI foffo deIIo Ievifo;ione. II primo Io esegu o 8erIino dovonfi o
quoffro signori in uno vosfo comero neI I9I0. II posfore Awoforonion, ormeno per
noscifo, diede uno conferen;o suII'orgomenfo iI Ib gennoio I9I0.

Omon rocconfo Ie sforie di Hosson Ihon, qui soffo riprodoffo, ovverfendo
espIicifomenfe che moIfi dei suoi omici europei conoscevono Iombienfe musuImono e
poferono confermorIe.


15

Hosson Ihon non ero un mogo professionisfo, e neppure un offore, mo
occosionoImenfe si Iosciovo convincere o dore dimosfro;ione dei suoi porficoIori
poferi dovonfi o uno cerchio risfreffo di speffofori, sen;o esigere moi oIcuno
ricompenso. Per esempio, egIi domondovo o uno dei presenfi quoIe fosse iI vino do Iui
desiderofo, e oppeno quegIi Io dichiorovo, egIi gIi dicevo di meffere Io mono soffo
Io fovoIo o diefro Io porfo, dove invoriobiImenfe si frovovo in mono uno boffigIio deI
vino desiderofo, con fonfo di eficheffo di uno conosciufo morco di CoIcuffo.

AnoIogomenfe, egIi procurovo mogicomenfe diversi fipi di cibo, per esempio
biscoffi o posficcini, oppure sigori per i presenfi. In un coso porficoIore, sembro che
iI cibo disponibiIe si fosse esourifo. AIcuni dei presenfi, sedufi offorno o un fovoIo,
si misero o ridere di Hosson Ihon e gIi domondorono burIescomenfe di procurore
Ioro uno boffigIio di chompogne. Eccifofo e boIbeffondo pi deI soIifo - ovevo
sempre ovufo un difeffo di pronuncio -, Hosson Ihon ondo neIIo verondo e ordino con
voce sfenforeo o un invisibiIe inservienfe di porfore subifo Io chompogne. Doveffe
ripefere iI suo comondo due o fre voIfe, dopo di che Io boffigIio di chompogne orrivo
voIondo in orio. Lo boffigIio coIp iI mogo con for;o suI peffo, codde per ferro e si
spe;;o in miIIe pe;;i. "Ecco", disse Hosson Ihon con eccifo;ione, "vi ho dimosfrofo i
miei poferi mo, voIendo meffergIi freffo, ho offeso iI Djinn."

Uno degIi omici europei di Omon vioggio occidenfoImenfe ossieme o Hosson Ihon in
uno corro;;o di un freno e siccome Io conoscevo un poco, gIi domondo di procurore
mogicomenfe quoIcoso do bere. "Meffi Io mono fuori doIIo finesfro" rispose iI
musuImono, menfre iI freno confinuovo Io suo corso. Lo suo richiesfo fu esoudifo ed
egIi si frovo in mono uno boffigIio di un offimo vino, come ricompenso deI suo piccoIo
sfor;o.

Un oIfro suo omico, che ero porficoIormenfe curioso di sopere come Hosson
riuscisse o porfore o fermine i suoi inferessonfi risuIfofi, si mise o frequenforIo
con Iideo di corpirgIi i suoi segrefi. Quondo uno voIfo, ossieme o Hosson, visifovo
un bo;or, Io sfregone espresse iI desiderio di fermorsi dovonfi oIIo boffego di un
combiovoIufe. Lo corro;;o si fermo e Hosson Ihon, occompognofo doIIomico di
Omon, domondo oI combiovoIufe se ovesse dei scvereign. Avendo ovufo uno risposfo
posifivo, Io prego di porforgIieIi. Appeno Ie monefe furono esfroffe doIIo gronde
cossoforfe deI combiovoIufe, Hosson Ihon domondo quoIe fosse iI Ioro voIore e
poi, con fore pensoso, Ie occore;;o con Ie difo e disse che sorebbe rifornofo iI
giorno dopo se non ne frovovo in nessuno porfe o un pre;;o migIiore. Lo moffino
seguenfe riforno oIIo boffego, occompognofo sempre doIIeuropeo, per senfirsi
dire che Ie monefe che iI giorno primo ovevo visfe e ovevo ovufe in mono, erono
misferiosomenfe scomporse dopo essere sfofe rimesse neIIo cossoforfe. Hosson


16
fece finfo di non crederci, mo geffo suI suo occompognonfe uno sguordo fonfo
significofivo che queIIo decise di non forsi pi vedere in compognio di un personoggio
fonfo sospeffo.

Eppure quesfo foffo fu, per Iomico di Omon, un uIferiore pungoIo, ed egIi
fempesfo Hosson di domonde fino o che, oIIo Iungo, gIi fu rocconfofo Io sforio che
segue: quondo oncoro ero un rogo;;o, orrivo oI mio poese un mogrissimo scdhu (uno
porficoIore fipo di oscefo indiono) con i copeIIi infrecciofi e un ospeffo scosfonfe.
I bombini Io offorniorono e si burIorono di Iui, egIi invece rimprovero Ioro Io Ioro
moIeduco;ione dicendogIi che ovrebbero dovufo overe rispeffo per un sonfo onche
se si froffovo di un indiono. II scdhu mi guordo offenfomenfe e poi Io vidi spesso,
perche rimose neI mio poese per un cerfo fempo. Mi sembro di essere offroffo
doI queIIo sfrono uomo e gIi feci visifo iI pi spesso possibiIe. Un giorno mi offerse
di frosferire su di me un pofere misferioso, se Io ovessi seguifo con confiden;o
ossoIufo. 0Ii promisi di fore fuffo queIIo che mi ovrebbe comondofo e diedi ini;io,
soffo Io suo guido, o un sisfemo di oufodiscipIino o bose di digiuni, che duro circo
quoronfo giorni. InoIfre, dovevo pronunciore moIfe formuIe misfiche e inconfesimi.
In uIfimo, dopo che iI mio moesfro mi ovevo imposfo un digiuno porficoIormenfe
rigido, mi ordino di enfrore in uno oscuro coverno suI pendio di uno coIIino e poi di
rocconforgIi cio che vi ovessi visfo. Tuffo fremonfe gIi obbedii e poco dopo fornoi
indiefro con Io nofi;io che Iunico coso che ovevo visfo ero sfofo un mosfruoso
occhio fiommeggionfe. "8ene", fu Io risposfo deI scdhu, "obbiomo ovufo successo".
Io mi domondovo quoIe pofere pofessi overe ricevufo. II scdhu indico oIcuni sossi
che sfovono per ferro e mi disse di segnore su cioscuno un cerfo segno mogico,
iI che io feci. "Adesso vo o coso", disse iI mio moesfro, "chiudi Io porfo deIIo fuo
comero e ordino oI fuo spirifo domesfico di porforfi quesfi sossi." Mi oIIonfonoi in
uno condi;ione di forfe eccifo;ione e dopo che mi fui rinchiuso neIIo mio comero,
ordinoi oIIinvisibiIe djinn di porformi subifo i sossi. Avevo oppeno finifo di dorgIi
Iincorico che, con mio gronde sorpreso e infimo ferrore, vidi i sossi oi miei piedi.
Tornoi indiefro e rocconfoi oI scdhu deI mio successo. "Adesso hoi un pofere che
puoi oppIicore o quoIsiosi oggeffo oI quoIe fu posso ovvvicinore iI segno misfico che
fi ho insegnofo. Mo uso i fuoi poferi con porsimonio, perche iI mio dono ho un Iimife:
Ie cose che Io spirifo domesfico fi procurer non puoi occumuIorIe, mo devi dorIe vio
immediofomenfe." E quesfe poroIe deI scdhu sono sfofe confermofe doIIo mio vifo,
iI suo dono non sfofo soIfonfo uno benedi;ione: quondo iI djinn senfe pesorgIi iI
mio pofere su di Iui ho spesso cercofo di formi deI moIe, onche se per forfuno fino
odesso non ci riuscifo."

A chi non vengono in menfe, Ieggendo quesfo sforio, iI doffor Fousf e Wogner7
Sono sicuro che c un gron numero di persone, che honno vioggiofo in Orienfe, che
pofrebbero rocconfore deIIe sforie onoIoghe, mo che sorebbero imboro;;ofi o forIo.


17
In porfe perche non verrebbero credufi e in porfe perche sono dubbiosi e pensono
di esser viffime Ioro sfessi di uno iIIusione.

Aggiungiomo subifo uno spiego;ione o proposifo dei djinn. Chiunque copisco
quoIcoso di occuIfismo, non dubifer deIIesisfen;o di esseri sovrosensibiIi, mo per
gIi uomini moderni fuffe quesfe cose sono come viIIoggi boemi, Ieffure eccifonfi
doIIe quoIe frospore pero che iI nosfro secoIo, cos iIIuminofo, si rodico oncoro neI
profondo Medioevo. Per quesfe persone diverr ben presfo ferribiImenfe chioro
che i fempi sono combiofi e che megIio essere consopevoIi deIIe pofen;e deIIe
fenebre, Ie quoIi cos non pofronno oggredirIi di sorpreso e frovoIgerIi. I popoIi
musuImoni chiomono djinn fuffi gIi esseri sovrosensibiIi. Lo denomino;ione moIfo
onfico, ed dovufo sen;o dubbio oi moghi dei fempi orcoici. Djinn derivo doIIorobo
dschcnnc, che significo veIore o noscondere. Quesfo sosfonfivo Io froviomo gi
neIIe poesie orobe pi onfiche, oi fempi di Moomeffo, iI quoIe Ie frovo gi foffe
neI foIkIore dei suoi fempi e Iuoghi. Secondo iI Corono, gIi obifonfi deI mondo sono:
onimoIi, umoni, fonfosmi (uomini morfi), djinn e ongeIi. Ci sono cinque cofegorie di
djinn: djinn, djionn, scheifon, ifrife e morid.

Sono fuffi foffi di fuoco e obifono Iorio, iI principio moIigno opporfiene ogIi
scheyfon. I djinn sono superiori [mogicomenfe] ogIi uomini, mo inferiori ogIi ongeIi e
possono enfrore in confoffo con gIi umoni in due modi diversi. Luomo puo ovvicinorsi
o Ioro e renderseIi fovorevoIi per me;;o di deferminofi rifi, do cerfuni conosciufi:
mo quesfe profiche generoImenfe non honno un Iiefo fine. Lo secondo vio queIIo
deIIo sviIuppo superiore. CoIoro che boffono Io vio deIIo sviIuppo spirifuoIe e si
oprono o Dio, possono innoI;orsi oI di sopro degIi ongeIi e comondono poi oi djinn,
che devono Ioro ubbidire. Vicino o PumeIi-Hissor vivevo fino oIIo fine deI I9I3 iI
derviscio 8ekfoschi che mi ossicuro di conoscere oIIo perfe;ione i djinn, e che ero
in grodo di frosmeffere, per fempo Iimifofo, quesfo pofere od oIfri. E per quesfo
che primo offermoi che quesfo nome deve essere moIfo onfico, in quonfo Io;ione
dei djinn si esercifo offroverso Io possibiIif di noscondere o di veIore gIi uomini.


,'HUYLVFLHJOL2UGLQLGHUYLVFL


0Ii ini;i degIi ordini dervisci risoIgono oi primordi deIIisIom. Moomeffo non voIevo
che ci fosse oIcun monochesimo, mo Io suo frose secondo Io quoIe "eI-foqr
fochri", "Io mio poverf iI mio orgogIio" diede iI vio oIIe profiche dervisce. I primi
opporvero gi nei primi onni deIIegiro. Quoronfocinque ciffodini deIIo Mecco si
misero ossieme od oIfreffonfi di Medino, giurorono fedeIf ogIi insegnomenfi deI
profefo e cosfifuirono uno frofeIIon;o, iI cui scopo dovevo essere: overe Io


18
proprief in comune e porfore o fermine ossieme, ogni giorno, deferminofe
esercifo;ioni reIigiose. Per disfinguersi dogIi oIfri seguoci deI profefo, presero iI
nome di su!i. 0eneroImenfe IefimoIogio di quesfo poroIo si fo derivore
doIIobifudine che ovevono di porfore obifi di Iono (su! ~ Iono), menfre oIfri
offermono che fuffi quei 90 uomini opporfenevono oI cIon sufi. Oggigiorno vengono
deffi sufi i misfici e sufismo Iorienfomenfo feoIogico misfico oIIinferno deIIisIom.
Essi vennero deffi onche !cqir, con riferimenfo oIIo gi cifofo frose deI Profefo, in
quonfo essi rinunciovono oIIo proprief per cercore Dio Ionfoni do ogni gioio
mondono. Quondo Moomeffo ero oncoro vivenfe, Abu 8ekr, iI primo coIiffo e
suocero deI Profefo, fondo un ordine che ovevo per riferimenfo cenfroIe uno fovoIo
di mefoIIo o Iui Iosciofo, che ricordofo oncoro odesso doi Mossoni, suIIo quoIe
ognuno degIi oderenfi voIonfori dovevo pronunciore i suoi vofi. Quondo Abu 8okr
mor, nomino SoImon eI-Forisi come suo successore neIIo dire;ione deIIordine. AI,
genero deI profefo e fer;o coIiffo, fondo onchegIi un ordine ed ebbe come
successore Chosob eI 8osri. Cosforo seguirono gIi esempi dei due coIiffi e
frosmisero i Ioro ordini od oIfri successori. Tuffi gIi ordini esisfenfi indicono come
Ioro ini;iofori Abu 8ekr o AI. Tuffi honno Io Ioro silsilc, o cofeno di sceicchi, che ho
iI suo ini;io in uno dei due coIiffi. 0Ii ordini originoImenfe fondofi doi coIiffi non si
sono perpefuofi, do queIIo di Abu 8ekr ne nocquero fre: i 8osfomi (874), i
Mokschbendi (I3I9) e i 8okfoschi (I3b7).

Ogni oIfro ordine si rif od AI. Fuori do quesfo successione ce ne fu uno soIo,
che non duro per moIfo fempo e non ebbe gronde imporfon;o: neIIonno ob7 Iorobo
Uwois eI Ioroni fondo unossocio;ione che non ebbe moi moIfi oderenfi.

Lo fobeIIo che segue riossume i principoIi ordini.


Ordine Fondofore Luogo di Dofo di
peIIegrinoggio fondo;ione

AIwoni AIwon Dschiddo 7oo
8osfomi 8ojo;id 8osfomi DscebeI 8osfom 874
Qodiri Abd eI Qodir DschiIoni 8ogdod IIob
Pifoi Soid Achmed Pifoi 8ogdod II8Z
MeweIwi DscheIoI ed Din Pumi Ionio IZ73
8edowi AbuI Fifon Achmed Tonfo IZ7o
Mokschbendi Pir Muhomed Iosr Arifon I3I9
Sodi Sod es Din Domosco I33b
8ekfoschi Hodschi 8ekfosch Iir Scher I3b7
Senusi Sidi Muhomed Dschorobub I833


19


Le osso deI fondofore sono sepoIfe neI Iuogo di peIIegrinoggio.

0Ii AIwoni furono iI primo ordine regoIore di dervisci, disfinfo doi due ordini
fondofi do coIiffi. II suo fondofore, Io sceicco AIwon, opporfenevo oIIordine di AI
e si ero disfinfo per iI suo ;eIo reIigioso. II suo fipo di insegnomenfo corrisponde
opprossimofivomenfe o queIIo dei MewIewi, e sor esposfo pi soffo. I 8osfomi,
come gi sfofo deffo, provengono doIIordine di Abu 8ekr. Mon ho conoscen;o
personoIe dei Ioro fipo di insegnomenfo. I Qodiri vengono recIufofi in mossimo porfe
fro i sunnifi coIfi suIIo fronfiero nod-occidenfoIe deIIIndio, mo incIudono onche
moIfi pescofori egi;ioni. TowokuI 8eg ho dofo uno descri;ione deffogIiofo deIIo suo
ini;io;ione presso i Qodiri neI Jcurncl csictique:

"Do quondo Ahmed MuIIoh Muhomed mi ovevo messo in confoffo con Io sceicco
MuIIo Shoh, i frequenfi inconfri che ebbi con Iui ovevono infiommofo iI mio cuore di
un desiderio fonfo gronde di opprendere Io scien;o misfico che ne di noffe pofevo
dormire ne di giorno frovore riposo. Quondo comincio Io mio ini;io;ione, possoi fuffo
Io noffe sen;o dormire e ripefei un numero infinifo di voIfe Io surct el ichlcs (suro
IIZ):

Dio unico,
Dio eferno,
EgIi non ho generofo ne fu generofo,
Messuno come Lui.

Chi ripefe quesfo suro cenfo voIfe, puo porfore o fermine i suoi vofi. VoIevo che Io
sceicco mi focesse porfecipe deI suo omore, e difoffi non oppeno ebbi compIefofo iI
mio compifo iI cuore deIIo sceicco fu pieno di simpofio per me. Lo noffe seguenfe fui
porfofo do Iui e duronfe fuffo queIIo noffe egIi concenfro i suoi pensieri su di me,
menfre io mi dovo oIIo medifo;ione. In quesfo modo froscorsero fre noffi. Lo quorfo
noffe Io sceicco disse: "Che MuIIo Songin e SoIih 8eg, che sono copoci di suscifore Ie
eccifo;ioni Ieggere, dirigono Ie Ioro energie psichiche su di TowokuI 8eg."

Essi Io fecero, menfre io possoi fuffo Io noffe in medifo;ione con iI viso rivoIfo
oIIo Mecco. Quondo si ovvicino IoIbo, uno piccoIo Iuce si poIeso neIIo mio onimo, mo
io non pofeffi disfinguere oIcuno formo o coIore. Dopo Ie preghiere deI moffino fui
porfofo doIIo sceicco, che mi prego che Io informossi suIIo mio condi;ione psichico.
Pisposi che ovevo visfo uno Iuce con iI mio occhio inferno. Quondo egIi senf quesfo,
si mosfro pieno di vifo e disse: "II fuo cuore scuro, mo iI fempo venufo quondo io
pofro monifesformi o fe in modo chioro." Dopo di che mi ordino di sedermi dovonfi


20
o Iui e di visuoIi;;ore i suoi Iineomenfi. Mi fuorono poi bendofi gIi occhi ed egIi mi
ordino di concenfrore fuffi i miei pensieri su di Iui. Lo feci, e in un isfonfe iI mio
cuore si operse, per me;;o deIIoiufo spirifuoIe deIIo sceicco. Mi domondo che coso
vedessi. Pisposi che vedevo un oIfro TowokuI 8eg e un oIfro MuIIo Schoh. Lo bendo
mi fu oIIoro foIfo e vidi Io sceicco dovonfi o me. Fui bendofo di nuovo e fornoi o
vederIo con i miei occhi inferni. Pieno di sfupore, gridoi: "Moesfro, Io sfesso che
guordo con i miei occhi corporoIi o con i miei occhi spirifuoIi, perche vedo sempre
fel" Dopo, vidi uno formo occeconfe che mi si ovvicinovo. Lo sceicco mi disse di
domondore oIIoppori;ione: chi sei7 Io posi Io domondo menfoImenfe e Io formo
rispose neI mio cuore: "Io sono Abd eI Qodir eI DschiIoni, fi sono sempre sfofo
vicino, iI fuo cuore operfo." Commosso, feci vofo di recifore fuffo iI corono ogni
venerd in onore deI Sonfo.

MuIIoh Shoh disse oIIoro: "II mondo spirifuoIe fi sfofo mosfrofo in fuffo Io
suo beIIe;;o", ed io feci o Iui iI vofo di obbedien;o fofoIe. II giorno dopo vidi iI
profefo, i suoi principoIi seguoci e Iegioni di sonfi e di ongeIi. Dopo fre mesi enfroi
neIIo regione sconsoIofo, dove Ie forme non sono pi visibiIi. Duronfe fuffo quesfo
fempo Io sceicco confinuo o spiegormi iI misfero deIIo doffrino deIIunif e deIIo
scien;o di Dio, mo non mi mosfro Io reoIf ossoIufo. Posso quosi un onno primo che
pofessi orrivore o uno vero comprensione deI misfero deIIunif. Descrissi Io mio
iIIumino;ione oIIo sceicco con Ie seguenfi poroIe: "0uordo iI mio corpo come se fosse
soIo poIvere e ocquo, non vedo ne iI mio cuore ne Io mio onimo - com frisfe che
fonfo porfe deIIo mio vifo sio possofo seporofo do fe, o Dio. Tu eri me, e io non fi
riconobbi." Lo sceicco si roIIegro e disse che Io verif deIIunif di Dio ero per me
odesso evidenfe, poi si rivoIse oi presenfi e confinuo:

"TowokuI ho preso do me Io doffrino deIIunif, iI suo occhio inferno sfofo
operfo, o Iui sono sfofe mosfrofe Ie sfere dei coIori e deIIe immogini. Poi egIi enfro
neIIo regione sen;o coIori. Adesso ho roggiunfo Iunif. II dubbio e Io scefficismo
non honno pi oIcun pofere su di Iui. Messuno vede Iunif con Iocchio esferno, fino
o quondo Iocchio inferno non obbio roggiunfo for;o e pofen;o."

I Pufoi o Pifo-i sono conosciufi come i "dervisci urIonfi" do coIoro che visifono
IOrienfe, e o CosfonfinopoIi honno diverse sedi, dove ogni gioved, soIvo duronfe
iI romodon, doIIe 8 oIIe I0, oro furco, viene eseguifo Io ;irkr. Lo sceicco Iegge uno
suro deI corono sedufo dovonfi oIIe nicchio deIIe preghiere, e doIIo medesimo dirige
poi Ie esercifo;ioni, consisfenfi in movimenfi rifmici deI corpo, occompognofi doIIo
recifo;ione di poroIe specifiche, primo Ienfomenfe e poi sempre pi in freffo,
menfre gIi officionfi soIfono e codono primo suI piede sinisfro e poi su queIIo desfro,
incIinondosi o desfro e o sinisfro. Le poroIe confinuomenfe ripefufe consisfono
neIIo formuIo: Jc Huc (o EgIi) lc illch il cllch (Iunico Dio). Lo condi;ione esfofico


21
soprovviene moIfo in freffo, dopo Io fine deIIeserci;io oIcuni infermi vengono
porfofi dovonfi oIIo sceicco, che se ne sfo sedufo in posi;ione comodo. II foffo che
IoccidenfoIe non copisce iI senso deIIe poroIe perche vengono ripefufe froppo in
freffo, e Ie vocoIi vengono oppeno pronunciofe, ho dofo origine oIIo descri;ione dei
Pufoi come "dervisci urIonfi". Lo Ioro sede oI Coiro vicino oIIo ciffodeIIo, dove
iI mercoIed ho Iuogo uno cerimonio pubbIico che duro fre ore. Lordine esisfe in
Morocco, AIgerio, Egiffo, Asio Minore e Indio.

I Pufoi sono queIIi che dimosfrono in modo pi porficoIore IinvuInerobiIif nei
confronfi deI fuoco e deIIe ormi. MeI suo Iibro "Descri;ioni deIIe cosfumon;e efiche
medio-orienfoIi", Vombery dice di Ioro: "Presso cerfi oIfri ordini, mo soproffuffo
presso i Pufoi, un ferro rovenfe viene porfofo o coIoro che si frovono soffo sfofo
di fronce. Lo sceico mormoro uno preghiero sopro iI ferro incondescenfe e vi
espiro sopro iI suo oIifo, dopo di che i dervisci Io prendono, Io Ieccono, Io mordono,
Io fengono fro i denfi e finoImenfe Io fonno roffreddore in bocco. Io sfesso fui
fesfimonio di come uno di quegIi invosofi prendesse un corbone ordenfe do un
brociere, se Io meffesse in bocco e dopo overIo rigirofo per Iungo fempo Io spufosse
ormoi roffreddofo."
7

"Uno Iorgo fendo fu monfofo per i giorni desfinofi oIIo visife, furono porfofe
cinquonfo Iompode, nonche vossoi pieni di orsenico e dei fipi di cocfus iI cui succo
Ioffiginoso, onche in piccoIe quonfif, un forfissimo vesciconfe. Furono porfofi
onche dei vecchi orecchini e broccioIeffi, con segni di moIfo uso, pugnoIi, spode e un
porficoIore fipo di ompio spiedo e fuffo un insieme di oggeffi doIIospeffo ferribiIe.
Circo uno venfino di Pufoi si riunirono neI posfo, infenfi o suonore svoriofi fipi di
fomburi.

Quondo fuffo fu pronfo, io, ossieme od oIfri cinque ufficioIi, Iosciommo Io fovoIo
do pron;o ed enfrommo neIIo fendo, occompognofi do un cenfinoio di sepcy.
8
Dopo
che sedemmo e che fuffo fu siIen;ioso, incomincio Io cerimonio, con uno specie di
Iifonio scriffo sui Ioro Iibri socri, menfre i suonofori di fomburo si misero o suonore
rifmicomenfe. II suono e Io Iifonio crebbero di for;o e ropidif finche fuffi coddero
in fronce. E menfre si fenevono confinuomenfe in movimenfo rifmico, offerrorono
gIi sfrumenfi che sfovono dovonfi o Ioro e oIfri che vennero oncoro porfofi. AIcuni
si fropossorono Ie guonce con gIi spiedi, oIfri Io Iinguo, uno Io goIo, e oIfri oncoro
si pionforono spode, pugnoIi e ogni sorfo di sfrumenfi fogIienfi. AIfri si fogIiorono
Io Iinguo, Io orrosfirono suI fuoco e se Io rimisero in bocco, dove crebbe di nuovo
immediofomenfe. A uno furono presenfofi Iorsenico e iI vesciconfe, che frongugio
obbondonfemenfe sen;o oIcun donno, oIfri ingoiorono gIi orecchini come se fossero
7
Lo seguenfe sforio fu scriffo suIIo rivisfo ingIese The united service curncl cnd ncvcl cnd militcry
mcgc;ine [II giornoIe dei servi;i unifi e rivisfo novoIe e miIifore]", n. IIo di IugIio I838, pog. 378 sgg.
8
Truppe indigene orruoIofe dogIi IngIesi (V.F.)


22
doIci. Tuffo quesfo successe o meno di un broccio doIIe mie ginocchio, perche fuffi
Ioro mi erono moIfo vicini e bene iIIuminofi doIIe Ioro Iompode, cosicche mi pofei
ossicurore che non cerono frucchi di sorfo. Ammeffo che iI fuffo mi diede iI moI di
sfomoco e che mi fece unimpressione repeIIenfe. Mon sono supersfi;ioso, e onche
se iI coIoneIIo e porecchi indigeni degni di fede mi ossicurorono che fuffe queIIe
cose erono reoIi e che quoIsiosi imbrogIio sorebbe sfofo scoperfo do moIfo fempo,
non riuscivo o credere oi miei occhi. Mi ero sfofo onche deffo che per eseguire
quegIi eserci;i sono indispensobiIi fede e pure;;o, ne si vide scorrere uno soIo
goccio di songue che, fosse onche sfofo piccoIissimo, ovrebbe significofo un quoIche
doIore.

Quondo me ne ondoi doIIo fendo, dissi incidenfoImenfe che mi sorebbe piociufo
vedere oncoro degIi speffocoIi deI genere, o poffo che venissero fenufi oIIorio
operfo e oIIo Iuce deI giorno, sen;o rumore, sen;o movimenfi coden;ofi e sen;o
porficoIori preporofivi.

II giorno dopo, menfre Ieggevo iI giornoIe fuffo soIo o Ieffo neIIo mio comero
doIbergo, iI Ioro kc;u! enfro e geffo per ferro uno quonfif di sfrumenfi diversi
che ovevo porfofo soffo Ie broccio. Me roccoIse poi uno e se Io pionfo neIIo guoncio
sinisfro, poi ripefe Iopero;ione, usondone un oIfro, su queIIo desfro. Con un fer;o
si froposso Io Iinguo che ero direffo oIIinfuori, per cui esso roggiunse iI noso, con
un quorfo si squorcio Io goIo. Poi, con un coIfeIIo offiIofissimo, si fogIio iI corpo
fino o uno profondif di fre poIIici, sen;o che ne fuoriuscisse uno goccio di songue.
Dopo, si sfovo preporondo per fogIiorsi Io Iinguo, mo io Io pregoi di non forIo perche
incominciovo o senfirmi moIe. II personoggio sembrovo moffo e ovevo un ospeffo
ferribiIe menfre gIi sfrumenfi gIi occuIfovono iI voIfo e Iui si fogIiovo e si perforovo.
Io vidi come egIi infierivo su se sfesso sen;o che scorresse uno soIo goccio di
songue, ne cero oIcuno cicofrice. Lo quonfif di orsenico ingoiofo fu superiore
oIIe fre once. Mon credevo o quonfo mi mosfrovono i miei occhi, mo pofrei giurorIo
dovonfi o un fribunoIe."

SchwidfoI, neI suo monoscriffo, do nofi;io di uno roppresenfo;ione, deIIo quoIe fu
fesfimone oI Coiro: "Lo roppresenfo;ione ebbe Iuogo oIIorio operfo, neI corfiIe
quodrongoIore deIIo coso, chiuso oIIesferno do uno boIousfro e do un muro. Diefro
oIIo boIousfro posferiore sfovo uno fiIo di frenfo sedie, per Iuso degIi ospifi.
SoIufoi, come dobifudine, iI podrone di coso - che non ero un egi;iono mo un orobo
mogrissimo e simpofico - e quesfi mi occompogno, ossieme ogIi oIfri ospifi, che
orrivovono confinuomenfe, o prendere posfo su di uno sedio. II kcwehdschi - iI
preporofore di coffe - mi porfo subifo Io fo;;ino dobbIigo. AIIo nosfro desfro,
soffo Io boIousfro perpendicoIore oIIo nosfro, ero sfofo innoI;ofo un podio suI quoIe
sfovo uno bondo musicoIe di circo dieci uomini i quoIi, occompognondosi con deIIo


23
musico dogIi occordi perfeffi, ripefevono confinuomenfe Allch ckbcr - Dio gronde.
Lo servif sedevo per ferro, o desfro e o sinisfro di uno porfo che si oprivo dovonfi
o noi e dovonfi o cui oIfri servifori e povero genfe deI vicinofo si roccogIievo
enfrondo siIen;iosomenfe e sedendosi o ferro. AIIo fine si erono occoIcofi in quesfo
corfiIe frecenfo speffofori. AIIoro i fochiri uscirono doIIo coso, Iorchesfro infono
uno musico forfe, ropido e sfridenfe e fre personoggi vesfifi di bionco
incominciorono uno don;o vorficoso, occompognofo do invoco;ioni od AIIoh e do grido
di huc, roggiungendo cos in freffo uno sfofo di esfosi. I servifori porforono oIIoro
fre sborre di ferro di oIfre un mefro Iuno, deIIe quoIi un esfremo, per circo dieci
cenfimefri, ero sfofo riscoIdofo oI bionco. I fochiri Ie presero e Io pionforono su dei
mucchi di Iegno che subifo si misero o friggere e o fumore, focendo cos svonire
ogni possibiIe dubbio suI grodo di coIore dei ferri. Poi, porforono oIIe Iobbro gIi
esfremi orrovenfofi e Ii Ieccorono con Io Iinguo. Quesfo, Io ripefeffero per
porecchio fempo, ovvicinondosi ogIi speffofori, cosicche pofemmo osservore con
offen;ione come Ie Ioro Iingue si muovessero Ienfomenfe suI ferro orrovenfofo. Ero
moIfo sorpreso, neI vedere come uno degIi orgoni umoni pi deIicofi non soIo ero
divenufo deI fuffo insensibiIe, mo onche incombusfibiIe. Mo queIIi I sembrovono
essere invuInerobiIi oI fuoco. Poi si denudorono fino oIIo cinfoIo, presero doi
servifori deIIe force occese, con Ie quoIi corsero circoIormenfe, fennero Ie fioccoIe
con Io mono desfro dovonfi o se in modo che Io fiommo ovvomposse con for;o confro
iI Ioro corpo nudo. Quonfo pi in freffo correvono, fonfo pi vioIenfomenfe Io
fiommo Ii coIpivo, fino o sembrore ovvoIgerIi compIefomenfe, offrendo uno
speffocoIo sfrono e pifforesco. Quondo Ie fioccoIe cominciorono o spegnersi, Ie
gefforono vio e si presenforono ogIi speffofori sen;o oIcun segno di Iesioni. Fecero
seguire Io dimosfro;ione deIIo Ioro invuInerobiIif, frofiggendosi con pugnoIi e
coIfeIIi Ie guonce, Ie broccio e Ie cosce e rifirondoIi dopo diversi minufi sen;o che
fuoruscisse uno goccio di songue. Dopo venne Io provo deIIo spodo. Fu porfofo uno
scimiforro ben offiIofo e dofo o soggiore o chi ovesse voIufo sincerorsemne: ero
come un rosoio. II derviscio pi giovone, per dimosfrore o fuffi gIi speffofori quonfo
offiIofo fosse, Io uso per fogIiore uno spogo do orfigiono. Dopo, egIi Io occomodo su
un covoIIeffo di Iegno porfofo oIIuopo, in modo che Io Iomo fosse verso IoIfo.
Adesso, due dei fochiri presero iI fer;o e Io posorono con iI venfre nudo suIIo Iomo,
che non Io fogIio nonosfonfe che vi premesse sopro con fuffo iI suo peso. Lo
fenevono sospeso uno fenendogIi Io fesfo e IoIfro i piedi, e Ieserci;io fu ripefufo
con fuffi e fre i dervisci. In quegIi isfonfi, dei quoIi non riesco o ricordormi sen;o
fremore, sembrovo che Io peIIe di quegIi uomini fosse divenufo come deIIo sfesso
occioio con cui ero foffo Io scimiforro.

I covoIIeffi di Iegno furono porfofi vio e sosfifuifi con un brocere. Uno dei fochiri
si fogIio Iorecchio sinisfro, un oIfro Io punfo deI noso e iI fer;o Io Iinguo, ognuno
fenne iI membro fogIiofo suI fuoco per un po e poi Io rimise suIIo superficie deI


24
fogIio, dove esso si rioffocco subifo come se non fosse successo nienfe."

I MewIewi, conosciufi in Occidenfe con Io denomino;ione di dervisci don;onfi,
cosfifuiscono un ordine fondofo doI pi gronde misfico che IOrienfe obbio
conosciufo dopo iI profefo: DscheIoI. Mon honno oIcuno sede oI Coiro, mo in fuffe Ie
ciff deIIAsio minore ci sono i Ioro tekke. II pi conosciufo queIIo di Pero dove,
uno voIfo, ogni venerd, dopo iI selcmik, ovevo Iuogo uno dimosfro;ione pubbIico.
Lo sede cenfroIe deIIordine o Ionio, dove sono sepoIfi iI fondofore deIIordine
e iI suo omico Schems ed Din Tebri;i. DscheIoI ed Din Pumi, deffo dogIi orienfoIi
MevIono, che significo iI nosfro signore, ero oriundo di 8oIch, dove suo podre
8eho ed Din si ero foffo un nome come insegnonfe di mefofisico. A seguifo di un
dissopore con iI suIfono Muhomed Chore;em Schoh, egIi se ne ondo do 8oIch, si reco
in peIIegrinoggio oIIo Mecco ossieme o suo figIio e oI resfo deIIo suo fomigIio e poi si
sfobiI o Ionio, dove mor. Dopo Io suo morfe DscheIoI Io sosfifu come insegnonfe.
Mor oIIef di o9 onni, dopo overe designofo Hussom ed Din TscheIebi quoIe suo
successore. Le opere che di Iui possediomo, iI Divono e iI Mesnewi, godono di uno
repufo;ione quosi pori o queIIo deI corono.

Chi vogIio essere occoIfo neIIordine dei MewIewi, deve soffoporsi o un periodo
di provo, esfremomenfe rigido, di esoffomenfe I00I giorni. Chi foIIisce onche in un
deffogIio, deve ricominciore doccopo. Pigide sono onche Ie prove oIIe quoIi iI novi;io
soffoposfo. E degno di essere occoIfo neIIordine soIfonfo chi dimosfri di essere
obbedienfe e rinunci deI fuffo oI mondo.

Quonfo gronde sio Iobbedien;o richiesfo, iIIusfrofo deI seguenfe oneddofo: Io
sceicco domondo oI novi;io di recorsi neIIo Ionfono ciff e di comperorvi un ogo per
cucire. Quondo Io porfo, esso dichiorofo froppo grosso e iI novi;io deve ondore o
prenderne un oIfro, che poi repufofo froppo ocufo. CoIui che soffo provo ne
deve ondore o prendere un fer;o, che mogori froppo corfo, e cos vio. Lospironfe
deve eseguire ogni frenfo giorni uno serie di Iovori che gIi sono imposfi, e o riguordo
isfruffivo Io sforio deI re di 8oIch, che uno voIfo voIIe enfrore neIIordine. Lo
sceicco non Io ommise neI chiosfro, mo gIi comondo di procurorsi uno scure e un
correffo, di sfobiIirsi in un boscheffo dovonfi oIIo ciff e di meffersi o fogIiore
Iegno, che poi dovevo vendere in ciff. II re si odoffo confrovogIio mo con perfeffo
ubbidien;o, e possorono dicioffo onni primo che Io sceicco dichiorosse che iI suo
periodo di provo ero concIuso. Uno voIfo Io sceicco mondo due dervisci che
doveffero seguirIo coIpesfondogIi Ie covigIie. I dervisci si misero diefro oI re, che
ovevo gi vendufo Io suo Iegno in ciff, e gIi pionforono dei poIi di ferro neIIe
covigIie. Mo queIIo non si scompose e disse modesfomenfe: "Lociofemi sfore, Io ho
gi foffo, 8oIch sfo diefro di me". Eppure Io sceicco non ero oncoro soddisfoffo.
Dopo che i due dervisci gIi rocconforono quonfo ovevo deffo iI re, disse con


25
dure;;o: "EgIi penso oncoro o 8oIch, non ho oncoro dimenficofo 8oIch". - Dopo che iI
novi;io ho superofo soddisfocenfemenfe iI suo periodo di provo, incomincio
Iisfru;ione regoIomenfore.

OIfre oI novi;iofo, i MewIewi conoscono seffe sfodi di conoscen;o reIigioso e di
isfru;ione. II primo consisfe neI riconoscimenfo deIIunif di Dio, e iI primo conone
Io professione di fede neI Dio unico: lc illch il cllch. II secondo si oppoggio suIIo
poroIo Allch, che iI nome di Dio, e ho per compifo queIIo di riconoscere Io proprio
unif con Dio. II fer;o ho per poroIo porfonfe huc ~ egIi, e si froffo di divenire
consusfon;ioIi con Dio. II quorfo poggio suIIo poroIo he, per me;;o deIIo quoIi
i dervisci riescono o porfore se sfessi ropidomenfe in uno condi;ione di esfosi:
oIIoro possono esercifore Io Ievifo;ione, che ogni MewIewi deve pofer eseguire
se vuoIe innoI;orsi oI di sopro deI quorfo sfodio. Dopo, Io sceicco Io infroduce ogIi
sfodi superiori, riguordo oi quoIi richiesfo un ossoIufo siIen;io. Lo durofo deI
novi;iofo fino oI quorfo grodo moIfo voriobiIe: in riguordo, c un deffo secondo
iI quoIe esso puo durore do 40 giorni o 40 onni. Mo Iobieffivo roggiungibiIe do
chiunque, nessuno escIuso, e Iobieffivo non Iesfosi, Io quoIe ho soIo Io scopo di
esfroniore Io sensibiIif doIIe cose ferrene in modo fofoIe. QueI che deve essere
roggiunfo - Io ho gi descriffo neIIo mio Freimcuerei [Mossonerio] - sfo oI di sopro
deIIesfosi, Io quoIe ho o che vedere oncoro con uno coscien;o condi;ionofo. II senso
deIIesercifo;ione queIIo di orrivore od ogire Iiberomenfe con Io proprio voIonf.

I 8edowi sono forfemenfe roppresenfofi in Egiffo, dove non c quosi oIcun posfo
dove non Ii si inconfrino. Le Ioro esercifo;ioni sono moIfo simiIi o queIIe dei Pufoi. In
deferminofe occosioni essi si riuniscono in grondi numeri, uno spo;io quodrofo viene
deIimifofo con quoffro poIi e, o IiveIIo deI peffo, vengono firofe deIIe corde. Denfro
o queIIo spo;io risfreffo si esercifono fino o I00 o Z00 uomini, dondo uno speffocoIo
fuori doI normoIe. Lo moggioron;o dei membri di quesfo ordine fonno uno vifo
offivo, honno uno professione, sono sposofi e, neIIo Ioro quoIif di esferni, honno
deferminofi obbbIighi che compiono punfigIiosomenfe. Uno queIIo di prendere
porfe, uno voIfo oIIo seffimono e in occosione di fesfivif, oI ;ikr comuniforio. II
fondofore deIIordine sepoIfo o Tonfo, uno ciff deI deIfo di circo b0.000 obifonfi,
o me;;o vio fro AIessondrio e iI Coiro.

I Mokschbendi non fonno esercifo;ioni coIIeffive. I membri di quesfordine, moIfo
numerosi in Arobio e in Mesopofomio, devono recifore giornoImenfe deferminofe
preghiere: oImeno uno voIfo Io preghiero deI perdono, seffe voIfe Io sclcmct, seffe
voIfe Io !cithc, nove voIfe Io inschirch e, per concIudere, Io ichlcss. InoIfre, c
fuffo uno serie di esercifo;ioni psicoIogiche.
I Sodi sono presenfi in Indio, o 8ogdod e in Egiffo. Sono i dervisci che si dedicono
o inconfore i serpenfi. Lo Ieggendo norro che iI Ioro fondofore sio sfofo Sod eI Din,


26
iI quoIe, dopo over fogIiofo deIIo Iegno, essendosi frovofo sen;o uno cordiceIIo per
Iegore iI foscio, Io Iego con fre gigonfeschi serpenfi, sen;o che queIIi Io mordessero.
Affroverso di Iui IinvuInerobiIif oIIe morsicofure di serpenfe frosmesso o fuffi
i suoi discepoIi. AI Ioro sceicco offribuifo uno sfroordinorio Ieggere;;o corporeo,
deIIo quoIe porfecipe onche iI covoIIo che monfo. Uno sceicco sodi puo covoIcore
suI vefro sen;o romperIo. Per dimosfrore quesfo, i dervisci si soffomeffono oI
cosiddeffo dc;e (Iosciorsi coIpesfore). Quondo Io sceicco, dopo unesercifo;ione,
forno o coso, si sdroiono con Io foccio verso ferro suIIo suo sfrodo, uno oddosso
oIIoIfro, in modo do formore uno specie di foppefo, e Io sceicco covoIco su di Ioro.
Dopo si rioI;ono sen;o overe subifo Io pi Iieve Iesione. Quesfo uno speffocoIo che
diversi europei honno pofufo spesso ommirore oI Coiro.

I 8ekfoschi sono considerofi un ordine mossonico e odesso ne rimongono pochi,
menfre uno voIfo, in rogione dei Ioro confoffi con i 0ionni;;eri, erono moIfo pofenfi.
Confro Ie muro di IsfombuI, o PumeIi Hissor e o Scufori, nonche o 0onen e o
MoniosgoI, ne rimongono oIcune sedi. MeI I3Z9 iI suIfono Orchon ovevo creofo Io
miIi;io dei 0ionni;;eri, foffo di prigionieri crisfioni. Quesfi furono riorgoni;;ofi
neI I3o0 doi discepoIi di Hodschi 8ekfosch, che consocrovo Ie Ioro ormi e Ie Ioro
bondiere e che dovo Ioro Io suo benedi;ione. Quondo, neI I8Zo i 0ionni;;eri furono
onnienfofi, Io furio popoIore si riverso onche sui 8ekfoschi, che do queI coIpo non
si sono pi rimessi. A Ioro pero non fu negofo uno rivincifo, in quonfo, ossieme
oi MewIewi, roppresenfono Io formo pi puro deIIisIom. Ebbero sempre come
corofferisfico un forfe senso di indipenden;o e di verif, e furono gIi unici che
ebbero sempre iI coroggio di opporsi oIIe decisioni orbifrorie dei suIfoni e degIi
imcm orfodossi, focendosi roppresenfonfi deIIo Iiberf e deI rispeffo per gIi uomini.
Perfino Muhomod iI Piformofore doveffe riconoscere iI Ioro senso di fedeIf degIi
uni verso gIi oIfri. C un oneddofo che rende chioro iI punfo di visfo dei 8ekfoschi:
un giorno, uno di Ioro si inconfro con un omico di giovenf, che ovevo offenufo oIfe
coriche e che si offeggiovo o gron signore.

"Vedi come sono riuscifo o soIire socioImenfe e o divenire quoIcuno," disse iI posci
oI 8ekfoschi, dopo overIo riconosciufo.
"E coso sei7" domondo iI derviscio sen;o mosfrorsi sorpreso.
"Sono un posci con due code di covoIIo."
"8ene, e poi7"
"Dopo divenfero un posci con fre code di covoIIo."
"E dopo7"
"Dopo, per Dio, pofrei divenfore oddiriffuro gron visir."
"E poi7"
"Poi7 Mienfe oIfro."


27
"AIIoro, mio vecchio omico,"disse iI 8ekfoschi con un ironico sorriso, "io un pe;;o
che non sono nienfe, sen;o overe dovufo fore fonfi sfor;i per divenforIo."

Per fore che un novi;io rendo poIese iI suo coroffere, egIi viene ubriocofo, infoffi
sosfengono, e non si sbogIiono, che un uomo non si presenfo come egIi reoImenfe
se non quondo fuffe Ie conven;ioni deIIo vifo quofidiono vengono messe do porfe.
II posfuIonfe viene poi spogIiofo nudo e porfofo con uno cordo oI coIIo dovonfi o
due cusfodi che goronfiscono per Iui. QueIIi Io conducono neIIo soIo dei ricevimenfi
dove egIi si deve meffere in piedi con Ie broccio incrociofe e con Ie moni suIIe spoIIe
suIIo medcntcsch, uno piefro dodecoedrico posfo oI cenfro deIIo soIo. Lo fesfo deve
pendere verso Io spoIIo desfro: Ioffifudine di soffomissione ossoIufo.

Lessen;o deIIo doffrino dei 8ekfoschi espresso doI simboIo deIIo cordo misfico,
che ogni derviscio porfo con s e che si deve meffere e fogIiere seffe voIfe.
FocendoIo, deve dire:

Lego Io coIIero e Iibero Io monsuefudine.
Lego Iegoismo e Iibero Io misericordio.
Lego Iignoron;o e Iibero iI fimor di Dio.
Lego Io possione e Iibero Iomor di Dio.
Lego Iinsoddisfo;ione e Iibero Io soddisfo;ione.
Lego iI demonico e Iibero iI Divino.
Lego Iovidif e Iibero Io generosif.

Uno romifico;ione dei 8ekfoschi sono i QoIender, i dervisci erronfi. II Ioro
fondofore, QoIender Jussuf eI AndoIusi, fu un musuImono nofo in Spogno, che
usc doIIordine dei 8ekfoschi. Se ne inconfrono spesso in Orienfe, e vengono
riconosciufi doIIoscio oppunfifo che porfono con se per difendersi dogIi onimoIi
seIvofici e per fogIiore Iegno do ordere. Honno IobbIigo di muoversi confinuomenfe
do un Iuogo di peIIegrinoggio oIIoIfro. Essi honno un ruoIo imporfonfe neIIo norrofivo
orienfoIe, neIIe I00I Moffi essi sono men;ionofi moIfo spesso. Secondo Io Ioro
doffrino, perche un QoIender posso fore uno vifo oppropriofo egIi deve overe Ie
dieci corofferisfiche deI cone: I) deve essere sempre offomofo, Z) non deve overe
uno pofrio, 3) possore Io noffe svegIio, 4) non deve Iosciore oIcuno eredif dopo Io
morfe, b) non obbondonore iI suo podrone (Dio) onche se froffofo moIe, o) senfirsi
soddisfoffo onche nei Iuoghi peggiori e pi obbieffi, 7) cedere voIenfieri iI suo
posfo od oIfri, 8) non fornore se non roromenfe neIIo sfesso posfo, 9) fenersi o uno
disfon;o pruden;ioIe doIIe fovoIe imbondife, I0) dimenficorsi di dove sfofo, dopo
essere porfifo.


28
In Orienfe non si senfe moi dire che un ordine si consideri superiore o un oIfro,
in quonfo Ie vie per roggiungere Dio sono fonfe e ognuno scegIie queIIo che gIi
conviene. Si senfe spesso iI deffo: "Le vie di Dio sono moIfepIici, e per quonfo
diverse esse possono essere, sono fuffe buone e soIvifiche, in quonfo fuffe porfono
o Lui".

Quondo consideriomo Io sfruffuro deIIo reIigione isIomico, dobbiomo fore uno
neffo disfin;ione fro Iorfodossio, che Io doffrino degIi imcm, e iI sufismo, che
queIIo dei dervisci. A noi inferesso soIfonfo IuIfimo. Si puo sfobiIire un porogone
focendo riferimenfo oIIe condi;ioni chiesosfiche deIIOccidenfe: do uno porfe Io
rigido doffrino deIIe ouforif eccIesiosfiche e doIIoIfro Io vifo fiorenfe e rigogIioso
e Io voIonf di conoscen;o oI morgine deIIe medesime. Quondo MewIono dice:

cclui che legctc cl mcndc ncn permette che lc suc ccncscen;c
c;icsc gcdc del lctte dellc ccncscen;c supericre, eppure nei ncstri cucri stc un
rubinc che ncn hc lugucle nei mcri c nei cieli

egIi fo riferimenfo o queIIo goccio di songue gronde come un gIobo ocuIore che,
o quonfo si offermo neI Vicino Orienfe, sfo neI cuore di ognuno e che iI seggio
deIIonimo e quindi onche deIIo spirifo conoscenfe. Lo rogione fu dofo oIIuomo
perche gIi servisse do guido neIIe offivif deIIo vifo ferreno: esso come Io Iuce che
gIi iIIumino Io vio. Mo quondo iI mossimo deIIe possibiIif deIIo perfe;ione umono
sfofo roggiunfo, oIIoro subenfro unoIfro Iuce, Io conoscen;o di Dio che si monifesfo
oIIuomo, Io quoIe sfo oI di sopro deIIo rogione umono. Lo scopo di fuffi gIi ordini di
dervisci queIIo di fore che Iuomo roggiungo queI punfo. Dopo che un uomo, soffo
Io guido deI suo moesfro di fede (murschild), ho sorpossofo fuffi gIi sfodi deIIo
conoscen;o, orrivo o uno sfodio neI quoIe non ho bisogno di oIfri insegnomenfi -
si "oufoiIIumino". EgIi sfesso divenufo uno fonfe che puo donore od oIfri Iocquo
deIIo vifo eferno.

Ecco Iobieffivo do roggiungere, che puo essere roggiunfo do ognuno. E deffo
espIicifomenfe che Iobieffivo puo essere roggiunfo onch sen;o essere un derviscio.

"Tl su!ismc ncn stc nellcbitc di lcnc, vestiti ccme vuci, ci scnc cnche dervisci che si
vestcnc di setc."

MeI sufismo froviomo Io doffrino deIIidenfifico;ione con iI Fenc, cioe con Ionimo
deI mondo. Feno IequivoIenfe deI Mirvono ind, e Io doffrino sufi Io esprime cos:
bcqc bil !cnc, "uno vifo eferno neI Feno."


29
Ho gi deffo che MewIono ovevo come guido spirifuoIe Io sceicco Schems Tebri;i,
ed isfruffivo Ieggere quoIi siono sfofe Ie prove che queIIo gIi impose. Leggiomo
neI fesfo di MoIIo Abderohmon Dschomi (frodu;ione di Posen, doI Sefinef es
Schuoro): "Lo sceicco Tebri;i e MewIono vissero per fre mesi compIefomenfe
Ionfoni doI mondo, digiunondo giorno e noffe per pofer orrivore oIIunione con Dio,
sen;o moi uscire doIIe Ioro ceIIe. Messuno ovevo iI coroggio di disfurborIi neIIo Ioro
soIifudine. Un giorno Tebri;i dichioro o MewIono che senfivo Io necessif deIIomore
e gIi comondo di soddisforgIieIo. MewIono prese subifo suo mogIie per mono e Io
porfo oIIo sceicco. Mo Io sceicco disse: "Quesfo mio soreIIo, che io omo pi deIIo
mio vifo, vogIio un beI rogo;;o". AIIoro MewIono gIi porfo suo figIio SuIfon WeIed e
Io offr oI Tebri;i. Mo queIIo disse: "Quesfo mio figIio, che omo come Io mio onimo,
che iI mio sfesso spirifo. Se mi puoi porfore deI vino, Io berrei voIenfieri". MewIono
ondo immediofomenfe, si fece dore uno coroffo pieno di vino neI quorfiere ebroico,
e Io porfo oIIo sceicco. AIIoro, Schems ed Din Tebri;i disse: "Adesso ho Io provo
deIIo for;o e deIIo perseveron;o neIIubbidien;o deIIo sceicco MewIono, ed esse
sono oncoro pi grondi di quonfo mi ero sfofo riferifo".

LisIom si divide in due grondi gruppi, i sunnifi e gIi sciifi, mo i dervisci si fengono
fuori doi due gruppi (quonfunque offermino di derivore direffomenfe doi coIiffi, e
quindi honno Io fenden;o o essere pi vicini ogIi sciifi), mo quesfo Ioro indipenden;o
Ii rende invisi ogIi orfodossi di ombedue Ie porfi. Menfre Iorfodossio si oppoggio
oIIinferprefo;ione IefferoIe deI Corono - e, neI coso dei sunnifi, onche deIIo sunnc -
iI sufismo vuoIe sviscerore iI confenufo spirifuoIe deI fesfo socro. II sufismo, quindi,
fo uno neffo disfin;ione fro iI conoscifore deIIe scriffure (Iclim, iI dogmofico) e
Iini;iofo (Icri!). Tuffe Ie sforie rocconfofe doI corono honno uno voIidif sforico,
mo oIfre oI Ioro voIore sforico honno un senso noscosfo e superiore, che viene o
essere iI senso vero deIIo poroIo di Dio. MewIono orrivo oI punfo di porIore di seffe
significofi nei Iibri socri. In quesfo modo iI sufismo si Iiberofo e Io suo doffrino
deI fuffo onoIogo o queIIo dei fiIosofi indioni, dei Posocroce e dei coboIisfi.

Ogni evoIu;ione presuppone uninvoIu;ione, Io quercio oduIfo IevoIu;ione deIIo
pionfino e quesfo IinvoIu;ione deIIo quercio, fuffo cio che esisfe esisfeffe primo
neIIo sfesso formuIo;ione: iI foffo che Iuomo non se ne rendo confo, conseguen;o
deIIo brevif deIIo suo vifo.

ccme !c il mcscerinc c scpere dc qucndc esiste questc gicrdinc?
Egli, crrivctc ccn lc primcverc ed sccmpcrsc in cutunnc.

Lunico fonfe di conoscen;o superiore Io medifo;ione (murcqibc). offroverso
Io medifo;ione Iuomo orrivo oIIunione con Dio, dopo di che egIi ho roggiunfo fuffo
e non ho bisogno di cercore oIfro. Per orrivore o quesfo condi;ione, si deve soIire


30
verso IoIfo foppo dopo foppo, Io primo deIIe quoIi iI tcbcttul, poroIo spesso
erroneomenfe frodoffo con rinuncio. Tcbcttul non significo rinuncio, mo rifirofo
do cio che mondono e orienfomenfo verso Dio. LuIfimo foppo Iidenfifico;ione
con iI Feno, cioe Iunione con Dio.

Per dore un esempio di come bisogno spiegore iI Corono, MewIono insegno come fu
Io sviIuppo deIIuomo con i versi seguenfi:

Luomo incomincio neI regno mineroIe
Per poi roggiungere iI regno vegefoIe.
L rimose per Iunghissimi eoni
Fino o dimenficore Io condi;ione mineroIe.
Quondo frovo Io vio verso iI regno onimoIe
Scomporve onche iI regno vegefoIe,
Perfino Io nosfoIgio per iI mondo verde,
Soproffuffo quondo fiorisce Io primovero.
E come Io nosfoIgio che inconsciomenfe
Affiro iI bombino verso iI seno moferno.
Mo iI creofore, quondo orrivo iI momenfo,
Lo frosse fuori onche doI regno onimoIe.
Cos egIi soI do specie o specie,
Fino o divenfore rogionevoIe e soggio.
Mon si so dore oIcuno spiego;ione
DeIIo suo condi;ione spirifuoIe neIIe vife possofe.

Lo sforio deIIo creo;ione dofo doI Corono non invoIidofo doIIo spiego;ione di
MewIono, egIi rende espIicifo ogIi ini;iofi iI senso occuIfo ivi confenufo. I coboIisfi
fonno esoffomenfe Io sfesso con Io sforio bibIico deIIo creo;ione.

LevoIu;ione deIIo Divinif, che incomincio con iI regno mineroIe, non infrinseco
oIIuomo, mo gIi serve do guido perche egIi si idenfifichi con Io Divinif sfesso
seguendo un commino simiIe o queIIo deIIe onde che si susseguono. Mo possiomo noi
forse immoginorci unondo che non sio esso sfesso porfe deIIoceono7 Le onde e
Ioceono sono uno sfesso coso, Iondo soIfonfo uno monifesfo;ione deI more.

Tuffi i moIi deI mondo derivono doI foffo che Iuomo non conosce Iunione con Dio,
che ho soIfonfo fre offribufi: egIi Iesisfen;o infinifo, Io rogione infinifo e Iomore
infinifo. Mo quesfe fre cose sono uno soIo coso, perche non ci puo essere esisfen;o
sen;o conoscen;o e omore.


31
/DVWUHJRQHULD


Soffo Io poroIo isIom, iI professor doff. C. H. 8ecker scrive
9
: "MeIIonimo umono
sonnecchio Io spinfo od ovvicinorsi iI pi possibiIe oI Divino. Quesfo disposi;ione
onimico verso iI Divino - Io misfico - viene deffo in orobo tcsuu! (sufismo), uno
designo;ione nominoIe derivofo doIIo poroIo su!i, che indico Ioscefo vesfifo con uno
vesfe di Iono. Sinonimi di sufi sono sio unoIfro pofoIo orobo, !cqir (pIuroIe !uqcrc),
che significo iI povero che queIIo persiono derwisch."

II novi;io soIe verso i grodi pi oIfi deIIinfui;ione misfico un poco oIIo voIfo,
offroverso isfru;ione progressivo e con Ioiufo di fecniche frodi;ionoIi. Mon o
fuffi Io gro;io di Dio sfofo concesso in uguoIe misuro. Percio ognuno scegIie
di Iegorsi o uno guido spirifuoIe di suo fiducio, iI cui mefodo per roggiungere
Iinfui;ione sio riconosciufo. In Iui Ionimo che cerco Dio ripone Io suo fiducio, e
offroverso di Iui Dio gIi porIo. II credenfe rinuncio oIIo proprio voIonf e segue
Ie isfru;ioni spirifuoIi deIIo suo guido, che un poco oIIo voIfo Io conducono o IiveIIi
sempre pi oIfi. Tuffe Ie corporo;ioni reIigiose honno Io sfesso scofurigine, onche
gIi ordini isIomicni e crisfioni quondo oI Ioro inferno sio obbIigoforio Iosservon;o di
deferminofe esercifo;ioni reIigiose. MeI mondo isIomico, generoImenfe onche se non
necessoriomenfe, gIi ordini non cosfifuiscono deIIe comunif reIegofe o un chiosfro,
mo sono piuffosfo ossocio;ioni reIigiose oIIo quoIe possono opporfenere individui
provenienfi do fuffe Ie cIossi socioIi. I me;;i per roggiungere Iesfosi incIudono Io
recifo;ione, Io don;o e oIfri (si ricordino i dervisci urIonfi e don;onfi). In orobo,
Iordine viene deffo tcriqc (vio). Ordini ce ne sono moIfi, perche spesso copifo
che ci siono scissioni con conseguenfe fondo;ione di nuovi. Tuffi gIi ordini sono
considerofi orfodossi, onche se neIIo Ioro sfruffuro spesso sono ben poco isIomici.

Uno deIIe pi imporfonfi bronche deIIisIom sfofo sempre, mo pi che moi nei
nosfri fempi, Io sfregonerio, che cos poco conosciufo soIo perche Ie scien;e
non si sono occupofe di Iei se non do poco fempo. Me ovevono occosionoImenfe
porIofo Hommer-PurgsfoII, Lenormond e Lone, mo fu Edmond Douffes (Mcgic
e religicne nellAlgeric settentricncle, I909) che, per Io primo voIfo, ho reso
chiori i fondomenfi deIIe offivif sfregoniche, oIIe quoIi, oImeno in Africo, IisIom
deve Io moggior porfe deIIo proprio for;o durfo. Lo sfregonerio sfreffomenfe
Iegofo oIIo misfico popoIore, in quonfo Ie formuIe e i simboIi dei dervisci, che
honno un confenufo misfico, vengono visfi doIIe mosse ignoronfi come rifuoIi e
omuIefi doIIeffeffo mogico: si puo froffore di specuIo;ioni numeroIogiche, deIIo
pronuncio, in un cerfo modo, di oIcuni verseffi deI corono o di ogende, oppure di
9
Die Religicn in 6eschichte und 6egenwcrt [Lo reIigione neIIo sforio e neI presenfe], edifo do F. M.
SchieIe e L. Zschornock, voI. III, pp. 7Z8-738


32
riferimenfi mogici o uno persono socro posfo oIIorigine di uno quoIche inven;ione o
riveIo;ione.

Moi non cIossifichiomo come sfregonerio isIomico Ie profiche sfregoniche IocoIi,
di fipo onimisfico, che neIIe ferre isIomiche si sono pi o meno isIomi;;ofe. Sono
fenomenoIogie diversissime e ricodono neI compo deIIefnoIogio. In poroIIeIo
o quesfe creden;e popoIori ingenue su spirifi e sfregonerio, in fuffe Ie ferre
isIomiche sussisfe uno sfregonerio coIfo pon-isIomico, orrivofo con IisIom e neIIo
quoIe si riconosce odesso, sen;o possibiIif di errore, un coroffere eIIenisfico. Esso
si divide in due ospeffi: do uno porfe degIi eIemenfi orcoici come IosfroIogio, Io
geomon;io, Io specuIo;ione numeroIogico, ecc. e doIIoIfro gIi eIemenfi genuinomenfe
isIomici, che sono IossimiIo;ione di feorie eIIenisfiche o uno !crmc mentis isIomico,
con Ie sue specuIo;ioni sui versi deI corono e suIIe Ieffere e i numeri socri, onchessi
froffi doI Corono. Come reIigione, IisIom proibisce, feoricomenfe, ogni formo di
sfregonerio, e in porficoIore Io mogio nero. Mo siccome fuffi i rifi vengono porfofi o
fermine neI nome di AIIoh, soffo Io premesso deIIo suo benevoIen;o e con Iuso deIIe
poroIe do Iui sfesso riveIofe offroverso iI Corono, essi vegono cos impIicifomenfe
Iegiffimofi. In quesfo modo, surreffi;iomenfe, fuffo Ionfico sfregonerio rifIuisce
neIIisIom, non escIuse formuIe mogiche per orrecore donno, moIedi;ioni, rifi mogici
domore e ofrodisioci e fuffo Io medicino popoIore. LosfroIogio, per esempio,
ocquisfo iI diriffo di ciffodinon;o neIIisIom gro;ie oI seguenfe presupposfo:
proibifo vedere negIi osfri i reggenfi deI mondo ed peccominoso rimeffersi o Ioro
quoIi guide in deferminofe circosfon;e. Mo bisogno obbIigoforiomenfe usorIi come
indicofori per Io defermino;ione degIi orori di preghiero e quindi vedere in quesfi
unoIfro espressione deIIo sogge;;o di Dio, e in uIfimo indifferenfe, e quindi
permesso, di osservorIi per sopere, vedendo iI Ioro sorgere e fromonfore, quoIe sio
Ioro deI giorno o deIIo noffe. Mo IosfroIogio non fo nienfe di diverso, e percio esso
quoIcoso di indifferenfe doI punfo di visfo reIigioso.

Tuffo quesfo modo di pensore imporfofo diviene uno scien;o che poggio su
documenfo;ione scriffo. Lo sfregone isIomico sempre un soggio, Iopero mogico
sen;o Iibri impensobiIe. I rifi sfregonici sono moIfo vori e compIicofi, e sono fuffi
direffi o o uno scopo specifico o oIIo preporo;ione di un omuIefo. II quodrofo mogico
viene spesso usofo. I rifi e gIi omuIefi poggiono sempre sui seguenfi eIemenfi:

o) Segni scriffi, come, per esempio, iI penfogrommo o iI sigiIIo di SoIomone.

b) Leffere e numeri. Le Ieffere orobe honno un voIore numerico, mo Io Ioro
sequen;o neIIoIfobefo orobo non corrisponde o queIIo dei numeri consecufivi mo
vo piuffosfo secondo Io schemo deIIoIfobefo greco-ebroico - iI che cosfifuisce
Io migIiore provo di derivo;ioni eIIenisfiche. Ogni nome puo essere espresso


33
numericomenfe. Un esempio: o ~ I, cli! ho iI voIore numerico I + 30 + 80 ~ III, mo
Io sfesso voIore ho iI nome di Dio, Kc!i, Z0 + I + 80 + I0 ~ III. Percio c un Iegome
misfico fro Iunif, Io primo Ieffero, iI III e iI nome di Dio. Cerfe Ieffere honno uno
porficoIore sonfif: Ie Ieffere scure che sfonno oIIini;io di oIcune sure coroniche, Ie
seffe Ieffere che moncono neIIo primo suro deI corono, ecc.

c) PoroIe mogiche. Si froffo di poroIe sen;o oIcun senso esoferico, oppure di
poroIe sfroniere - deffe onche non-orobe e spesso riconoscibiIi come greche o
ebroiche. AIIo rodice deI Ioro uso sfonno spesso considero;ioni numeroIogiche.

d) Demoni (geni) e ongeIi. II numero dei demoni infinifo, ne siono qui cifofi
oIcuni: Mudhib, Achmor, Morro, 8urkon, Schomhurosch, Abjod, Mimun. I nomi degIi
ongeIi finiscono sempre in o-iI, per esempio: Pukojo-iI, DschebryoiI, Semsemo-iI, ecc.
I nomi dei quoffro orcongeIi sono spessissimo cifofi: 0obrieI, MikoiI, IsrofiI, A;roiI.

e) I nomi di Dio. II musuImono onoro 99 nomi o offribufi di Dio, spesso resi in modi
diversi in fesfi diversi. II pi gronde, iI cenfesimo, sconosciufo. II rosorio isIomico
ho percio 99 perIe. In sfregonerio, cerfi nomi honno un significofo porficoIormenfe
imporfonfe, per esempio i seffe nomi che incominciono con Ie seffe Ieffere monconfi
neIIo primo suro deI Corono. Doi bei nomi di Dio si fonno derivore i "bei" nomi di
Moomeffo, i quoIi o Ioro voIfo si offermo che obbiono un significofo mogico.

f) Versi deI Corono e sure infere. Lo primo suro (el-!ctichc), per esempio, viene
considerofo porficoIormenfe socro, IequivoIenfe deI "podre nosfro", mo Io sono
onche Io 3osimo (c, sin) e oIfre. Fro i versi singoIi iI pi conosciufo iI verso deI
frono (cct el-kursi) (corono, II.Zbo). Per gIi omuIefi si do preferen;o o deferminofi
versi che siono uno specie di rifIesso deIIo scopo che si vuoIe dore oIIomuIefo: per
esempio, "Qui sfo un me;;o curofivo per gIi uomini" (Corono XVI.7I)."

Fino o qui ho cifofo fesfuoImenfe iI doff. 8ecker. Adesso enfreremo nei deffogIi.


$VWURORJLD


Tronne iI foffo che che i pionefi, neIIosfroIogio orienfoIe, honno quoIche
simboIo diverso do queIIo usofo neIIosfroIogio occidenfoIe, Ie due osfroIogie sono
equivoIenfi. Lo schemo deIIoroscopo queIIo quodrofo. II segno che sorge viene
coIcoIofo oI grodo e oI minufo, dopo, Io ;odioco viene diviso, ini;iondo queI punfo,
in dodici porfi uguoIi cosicche od ognuno deIIe cose osfroIogiche corrispondono
30 grodi. I pionefi vengono coIcoIofi per Ioro dofo e coIIocofi nei Iuoghi giusfi. Le


34
previsioni osfroIogiche seguono in bose oIIe regoIe fromondofe dogIi osfroIogi orobi.

Uno bronco deIIo scien;o oroscopico, IosfroIogio deIIe ore, si risconfro in Orienfe
presso quosi fuffe Ie fomigIie. II Iibro deIIe ore, sc cti ncme, indico esoffomenfe
quoIe pionefo regge Ioro presenfe, quoIi offivif devono essere preferife e quoIi
posposfe. Lo fobeIIo che segue riproduce Io fobeIIo ororio deI sc cti ncme. Si ricordi
che per IorienfoIe iI giorno incomincio oI fromonfo e che Ie ore sono confofe do
I o IZ fino oIIoIbo e di nuovo do I o IZ fino oI seguenfe fromonfo. Lo domenico
incomincio iI sobofo sero.

TA8ELLA I
TA8ELLA DEL SA ATT MAME

0iorno: Sobofo Domenico Luned Morfed MercoIed 0ioved Venerd
Moffe: 0ioved Venerd Sobofo Domenico Luned Morfed MercoIed


0iorno: Domenico Luned Morfed MercoIed 0ioved Venerd Sobofo
Moffe: Venerd Sobofo Domenico Luned Morfed MercoIed 0ioved

SuIIo fobeIIo deIIe ore seguono poi indico;ioni suIIeffeffo dei seffe pionefi, che
riproduco qui soffo.


SoIe (Shems)

II SoIe fovorevoIe oIIo soIufe e per gIi offori fomiIiori. E' focifore di fuffe Ie
ini;iofive che, inospeffofomenfe, risuIfono fovorevoIi. Lo ricche;;o e Io forfuno
miIifore sono Iegofe oIIe sue covigIie. Lomore e Io ferme;;o deIIe omici;ie sono un
suo effeffo. Monfiene e roffor;o Io fedeIf e Ie buone incIino;ioni, riscoffo dogIi
errori e d o fuffo cio che si infroprende o che si fo iI mossimo deIIo perfe;ione.


35
MeIIo suo oro bisogno obbordore offori seri, vesfirsi o porIore di vesfiorio,
comperore, vendere, prendere in offiffo uno coso, covoIcore, nuofore e cose simiIi.
8isogno ogire per Io pofrio, conoscere Ie donne che si penso di sposore, occuporsi di
foffi scoIosfici, dorsi od offivif Iucrofive e cercore o visifore benefoffori. II SoIe
Iosfro deIIo fomigIio, deIIo sfofo, deI benessere e deIIordine ciffodino. Mo con
Iui imperonfe non bisogno scovore, cosfruire fonfone, Iovorore i compi o eseguire
Iovori simiIi. Loro deI SoIe Io pi fovorevoIe oi grondi, oi soggi e oIIe persone con
oIfe coriche e che sono infIuenfi. Fovorisce iI suIfono e i suoi minisfri quondo devono
dore disposi;ioni oppure ordini. II SoIe fovorevoIe o fuffe quesfe offivif.

Luno (cmcr)

Lo Luno omichevoIe, in quonfo, in rogione deIIo suo veIocif, fovorisce moIfe
cose. Lo suo oro deve essere messo o profiffo per infroprendere offivif gioiose,
per Ie offivif socioIi e di compognio, per rendersi simpofici, per ingonnore Ie
donne o quondo si vuoIe profeggere quoIcuno per poi frorne profiffo. MeIIoro
Iunore bisogno occudire ogIi offori, oI;orsi do fovoIo, prendere medicine, scrivere,
posseggiore in giordino, Iovorore Io ferro, Iovorsi, eseguire i propri obbIighi,
conversore, meffere in ordine i propri offori o Io proprio coso e cose simiIi. Lo
Luno fovorisce i commercionfi e i monipoIofori di denoro, i guodogni e i profiffi, i
bombini e i messoggeri. Loro deIIo Luno Io migIiore per comperore o vendere e
per neufroIi;;ore gIi infIussi degIi spirifi o deI desfino. Lo Luno fovorevoIe o fuffi
quesfi fipi di cose.

Morfe (Mirrich)

Morfe d iI suo oppoggio oIIe infen;ioni e oIIe o;ioni vioIenfe e rende freffoIosi.
E fempesfoso, irocondo, riboIIenfe. MeIIo suo oro bisogno essere omorosi, buoni
e forfi, in modo do pofer superore Ie difficoIf do esso posfe. Loro di Morfe
invece fovorevoIe per cosfruire fondomenfo, per scovore po;;i, per sporgere
songue, per ondore in guerro e cose simiIi. Mo non bisogno infroprendere oIcunche
di imporfonfe. Loro di Morfe fovorevoIe oi Iodri, oi boio, ogIi ossossini e o fuffi
coIoro che sono moIvogi.



Mercurio (Utcrid)

Mercurio mobiIe, forfe, spirifoso, egoisfo. Fovorische ognifipo di ini;iofive
indusfrioIi e commercioIi non escIuse queIIe deI sensoIe e deIIe reIo;ioni pubbIiche.
E fovorevoIe oI commercio, oi vioggi, oIIo novigo;ione, oIIe scoperfe e, in generoIe, o
fuffo cio che promeffe guodogno, mo onche Io disonesf, IimbrogIio e i voIfofoccio


36
poIifici, e si presfo o ogni fipo di occordo furbesco.

0iove (Muschtcri)

0iove roddri;;o fuffo queIIo che Sofurno vorrebbe rovinore, bonorio, oIIegro,
omichevoIe, comprensivo. Pofrocino fuffo cio che nobiIe e ufiIe, incoroggio Ie
offivif onorevoIi e disfribuisce onorificen;e e fifoIi. E mognonimo, crede neIIo
bonf di ogni singoIo uomo e deI mondo in generoIe ed sempre offimisfo. MeIIo suo
oro bisogno fore Ie cose che corrispondono oIIe sue corofferisfiche.

Venere (Zcchrc)

Venere concede forfuno neIIomore, coIdo mo di nofuro benigno, mognefico
e dono gioio di vivere, in Iei honno origine Ie gioie e Ie cose grodevoIi deIIomore:
esso fovorisce non soIo Ioffro;ione psichico mo gIi opprocci fisici. MeIIo suo oro
ci si deve occupore di donne, mongiore e bere, riIosssorsi, forsi iI bogno e ornorsi.
Fovorisce Iodescomenfo dei giovoni e, in generoIe, degIi uomini, mo non confrorio
oI mofrimonio secondo Io Iegge. Venere perdono voIenfieri coIoro che Io seguono.

Sofurno (ZuchcI)

Sofurno sfovorevoIe o fuffo. E deboIe, disinferessofo, si Iogno di fuffo e cerco
di osfocoIore ogni buono o;ione. Affi;;o possioni donnose per Io conviven;o civiIe,
genero moIinconio e dispero;ione, coffivo forfuno, perdife e moIoffie. Siccome
pessimisfo, non vede se non iI Iofo negofivo deIIe cose e si ospeffo sempre risuIfofi
sforfunofi. Si deve sfore offenfi quondo si neIIo suo oro, non commeffere errori e
cercore piuffosfo di rimonere inoffivi e siIen;iosi.


*HRPDQ]LD


AI Coiro e onche o CosfonfinopoIi, dovonfi oIIo moscheo di 8ojosid, si frovono
oncoro oggi dervisci QoIender che dimosfrono pubbIicomenfe Ie Ioro orfi: essi honno
due confenifori quodrofi di Iegno coperfi do sobbio soffiIe: neIIuno segnono punfi e
neIIoIfro obbo;;ono figure. I Ioro procedimenfi mi furono resi nofi do un QoIender
che ospifoi per quoIche giorno o Jenikoj.

Invece di sfrofi di sobbio si puo, nofuroImenfe, usore corfo e invece di un poIeffo
uno mofifo. Si segnono con Io sfrumenfo o disposi;ione uno sequen;o di punfi su
quoffro Iinee uno soffo IoIfro, punfi che dopo sono confofi. Se si offiene un numero


37
dispori si ho un punfo, se si offiene un numero pori si honno due punfi. Ie figure che
si offengono cos sono ossegnofe oi pionefi e oIIo ;odioco.

0 0 pori
00 pori
0 dispori
0 dispori

Le figure che seguono opporfengono oi segni deIIo ;odioco: Ariefe, Toro, 0emeIIi,
Concro, Leone, Vergine, 8iIoncio, Scorpione, Sogifforio, Copricorno, Acquorio, Pesci.


I segni seguenfi corrispondono oi pionefi: SoIe, Luno, Mercurio, Venere, Morfe,
0iove, Sofurno, Luno crescenfe, Luno coIonfe.


Si prendo oro Io proie;ione quodrongoIore di uno schemo oroscopico (gIi OrienfoIi
non usono che queIIo, mo si puo nofuroImenfe usore onche un cerchio) e si incominci
o punfeggiore. Lo primo figuro che ne risuIfo queIIo che sorge, i segni ;odiocoIi
che seguono corrispondono oIIe oIfre dodici cose. Se dopo si confinuo o punfeggiore
secondo Iordine dei pionefi, iI secondo risuIfofo d iI segno neI quoIe si frovo
iI pionefo che si punfeggiofo. Quesfe figure vengono coIIocofe neIIo schemo


38
oroscopico e poi inferprefofe secondo Ie regoIe. In quesfo modo si possono sopere
onche gIi effeffi degIi ospeffi, oi quoIi iI geomonfe deve fore offen;ione. Se Ie
figure dei nodi Iunori vengono punfeggiofe, si deve conceIIorIe e punfeggiorIe
di nuovo. LOrienfoIe vede in quesfi nodi Iunori, quondo vengono punfeggiofi,
unindico;ione suI foffo che Io domondo non deve essere posfo. II mio derviscio
mi indico che bisogno fore porficoIore offen;ione o che quondo si punfeggiono Ie
quoffro Iinee obbiono Io Iunghe;;o deIIe quoffro difo, cioe che Io primo Iineo sio pi
corfo deIIo secondo, Io fer;o un po pi Iungo deIIo primo e Io quorfo dev'essere Io
pi corfo. Lo geomon;io viene ufiIi;;ofo per conoscere iI probobiIe risuIfofo di uno
quoIche sifuo;ione.


Dnwn


Lo migIiore opero o riguordo iI Iibro deIIo sceicco Abu I Muwoi jid di
0udscherof, ho per fifoIo Dschcwchiru il chcmsc (Ie cinque piefre pre;iose).
Loufore ossicuro che quesfo scien;o serve o:

I. creore omici;io o inimici;io fro due persone,
Z. orrecore o quoIcuno uno guorigione, uno moIoffio o Io morfe,
3. per ossicurorsi di roggiungere i propri desideri, femporoIi o eferni,
4. per orrivore o uno vifforio o o uno sconfiffo neI compo di boffogIio. Mo quesfo
scien;o puo venire usofo onche per meffersi in confoffo con iI mondo degIi spirifi in
40 giorni.

Come preporo;ione, Iospironfe deve monfenersi scrupoIosomenfe puIifo, non deve
froIosciore oIcuno dei Iovocri prescriffi doIIo reIigione, neIIo suo coso non devono
enfrore coni, goffi o sfronieri ed esso deve essere soggeffo o suffumigi. E moIfo
imporfonfe iI digiuno per 40 giorni (tschillc), e iI riposo noffurno su uno sfuoio sfeso
suI povimenfo. 8isogno dormire iI meno possibiIe e non essere coinvoIfo in oIcuno
converso;ione. CoIoro che vogIiono esercifore iI Dcwc si rifirono per 40 giorni neIIo
soIifudine. Lo diefo do osservorsi deve essere orienfofo secondo i nomi divini, che iI
proficonfe recifer.

LisIom conosce due fipi di nomi divini: queIIi omichevoIi o beIIi (csmc u l
dshcmclic) e queIIi ferrificonfi (csmc u l dshclclic). Se si recifono i nomi beIIi, non
bisogno ingerire burro, Ioffe cogIiofo, ocefo o soIe. Se si usono queIIi ferrificonfi,
bisogno evifore corne, pesce, uovo e mieIe. Se si ufiIi;;ono ombedue Ie cofegorie,
non bisogno ovvicinersi oIIe cipoIIe e oIIogIio. In ogni coso proibifo IoIcooI e Io
corne suino.


39

Duronfe i quoronfo giorni di digiuno iI proficonfe derviscio deve recifore diecimiIo
voIfe cerfe frosi. II Iibro di Dschowohiru I Chomso riporfo Io formuIo seguenfe:
sii Iodofo, non c Dio oI di fuori di Te, signore di fuffe Ie cose, Dispensofore,
Donofore, ConsoIofore. Quesfo inconfesimo consisfe di 4b Ieffere, per un voIore
numerico compIessivo di ZoI3. Per deferminore iI numero deIIe recifo;ioni si fo iI
coIcoIo seguenfe:

Miscb, IincroIIobiIe, iI numero deIIe Ieffere moIfipIicofo per cenfo, si uso fre voIfe
iI niscb I3b00
Si oggiunge iI voIore numerico deIIe Ieffere ZoI3
Zckct, IeIemosino pogofo, mef deI niscb o7b0
Uschr, iI decimo pogofo oI ;ckct, Io mef deI me;;o niscb 787b
u!l, iI cosfeIIo, un offovo deI niscb bo3
Dcur, iI cerchio, iI doppio deIIo sommo di uschr e qu! Io87o
c;l, iI regoIo, sempre iI numero 7000
chctm, iI sigiIIo, sempre iI numero IZ00
Scri-ul-idschcbc, Iesoudimenfo ropido, iI numero IZ000

TofoIe o8377

Lo formuIo deve essere recifofo, enfro i quoronfo giorni, circo 70000 voIfe, iI
che ommonfo o I7I0 recifo;ioni oI giorno, uno sfor;o che esige iI coinvoIgimenfo
fooIe deI proficonfe e ossorbe fuffe Ie sue copocif infeIIeffive. Che egIi vegIi o che
dormo, si vede offorniofo do fonfosmi e do demoni, che gIi confidono ogni sorfo di
segrefi. E chioro che quesfo fipo di esercifo;ioni esige sfor;i enormi per Io psiche,
sfor;i cui ben pochi riescono o soffosfore. Quesfe esercifo;ioni sono, perfonfo,
moIfo pericoIose.

I poferi roggiunfi vengono ufiIi;;ofi doI proficonfe dcwc secondo quonfo segue.
Lo fobeIIo mosfro IoIfobefo orobo e d iI voIore numerico deIIe Ieffere. Quesfe
Z8 Ieffere sono messe in correIo;ione con i IZ segni deIIo Zodioco, con i quoffro
eIemenfi e con i seffe pionefi, Ie fobeIIe seguenfi mosfrono quesfe correIo;ioni, che
sono Io chiove deIIo mogio orienfoIe. In quesfe fobeIIe riproduco Ie Ieffere secondo
iI Ioro nome, perche Io formo deIIe Ieffere orobe inferesso soIfonfo gIi esperfi ed
comunque fociIe individuore Ie Ieffere seguendo Io fobeIIo.

Leffero, voIore numerico e nome divino

eIif I oo AIIoh
be Z II3 8oki


40
dschim 3 II4 Dschomi-o
doI 4 ob Doijon
he b Z0 Hodi

wov o 4o WeIi
se 7 37 Soki
ho 8 I08 Chock
fo 9 ZIb Tohir
je I0 I30 Jo Sin
kjof Z0 III Iofi
Iom 30 IZ9 Lofif
mim 40 90 MoIik
nun b0 Zbo Mur
sin o0 I80 Somi o
ojn 70 II0 AIi
fe 80 489 Foffoch
ssod 90 I34 Somod
kof I00 30b Quodir
re Z00 30Z Pobb
schin 300 4o0 Schofi o
fe 400 409 Tonwob
sse b00 903 Sobif
cho o00 73I ChoIig
seI 700 9ZI Sokir
dod 800 I00I Zorr
sy 900 I00o Sohir
gojn I000 IZ8b Hosur

Tipo e significofo deI nome:

Dio, ferribiIe
Durofuro, omichevoIe
PoccogIifore, misfo
Vendicofore, ferribiIe
Duce, omichevoIe
Sonfo, omichevoIe
Purificofore, misfo
Vero, misfo
Puro, ferribiIe
Conservofore, omichevoIe
Soddisfocenfe, omichevoIe


41
8onorio, omichevoIe
Pe, ferribiIe
Luce, omichevoIe
AscoIfofore, misfo
AIfissimo, ferribiIe
Aprifore, omichevoIe
Eferno, omichevoIe
Pofenfe, misfo
Signore, ferribiIe
Dispensofore, omichevoIe
Scusonfe, omichevoIe
Durofuro, ferribiIe
Creofore, misfo
Ammonifore, misfo
Cosfigonfe, ferribiIe
VisibiIe, ferribiIe
Perdononfe, omichevoIe

QuoIif deIIo Ieffero - EIemenfo - Suffumigio

Amici;io Fuoco AIoe
Amore Ario Zucchero
Amore Acquo ConneIIo
Inimici;io Terro SondoIo rosso
Inimici;io Fuoco SondoIo bionco
Amore Ario Conforo
Amore Acquo MieIe
Odio Terro Zofferono
Desiderio Fuoco Muschio
Affro;ione Ario pefoIi di roso
Amore Acquo pefoIi di roso bionco
Seporo;ione Terro MeIo
Amore Fuoco MeIo cofogno
Odio Ario 0iocinfo
Desiderio Acquo Minfeo
Picche;;o Terro Pepe bionco
Inimici;io Fuoco MoccioIo
Confiden;o Ario Moce moscofo
Desiderio Acquo Aroncio
Amici;io Terro Acquo di rose
Inimici;io Fuoco AIoe bionco


42
Insonnio Ario Ambro
Odio Acquo AIoe
Amore Terro VioIo
Odio Fuoco 8osiIico
Odio Ario Cifiso
Inimici;io Acquo 0eIsomino
0uorigione Terro Orfico

Segno ;odiocoIe Pionefo
I0
Demone AngeIo

Ariefe I Iojupusch IsrofiI
0emeIIi Z Donusch Dschibro-iI
Concro 3 MuIusch IoIko-iI
Toro 4 Trojusch Dordo-iI
Ariefe b Husch Durbo-iI
0emeIIi o Pujusch Poffmo-iI
Concro 7 Iopusch Scherko-iI
Copricorno I Ajusch TonkoifiI
Ariefe Z 8odjusch Ischmo-iI
8iIoncio 3 Schochbusch Sorohiho-iI
Scorpione 4 Iodjusch Schornwo-iI
Toro b Adjusch Tofo-iI
Leone o Modschbusch Pejo-iI
8iIoncio 7 DomeIjusch HuIo-iI
Sogifforio I Fojusch HomwokiI
Vergine Z Ioschpusch Lumo-iI
Leone 3 Lofjusch Sorchomo-iI
8iIoncio 4 IoIopusch Achdschno-iI
Pesci b Schomjusch Ifro-iI
Vergine o Pohusch AmwohiI
Scorpione 7 Toschjusch Amro-iI
Acquorio I Lofjusch A;ro-iI
Pesci Z Twochjusch Miko-iI
Copricorno 3 DoIojusch Mohho-iI
Sogifforio 4 Iwofopusch Horfo-iI
Acquorio b 0ojusch Afo-iI
Pesci o 0osepusch Moro-iI
Pesci 7 Arkupusch Mucho-iI

I0
Ai numeri corrispondono i seguenfi pionefi: I) sofurno, Z) giove, 3) morfe, 4) soIe, b) venere, o)
mercurio, 7) Iuno. (V.F.)


43
Do quoIche esempio di come Io fobeIIo deve essere usofo.

Un esperfo dcwc deve deferminore se iI mofrimonio fro iI giovone Akrom e Pohimo
sor feIice. Le Ieffere con cui ini;iono i Ioro nomi sono, rispeffivomenfe, cli! (I) e rc
(Z00). DoI confronfo deIIe fovoIe o nosfro disposi;ione si deduce:

Akrom Pochimo

Leffere ini;ioIi cli! rc
Mome di Dio AIIoh Pobb
Tipo ferribiIe ferribiIe
QuoIif omici;io omici;io
EIemenfo fuoco ferro
Segno ;odiocoIe Ariefe Vergine
Pionefo Sofurno Mercurio
Suffumigio oIoe nero ocquo di rose
Demone Qojopusch Pohusch
AngeIo IsrofiI AmwokiI

PisuIfo che ombedue i nomi opporfengono oI ferribiIe, e che onche Io Ioro quoIif
coincide neIIomici;io. I pionefi corrispondenfi non sono nemici, on;i, secondo Io
febeIIo deIIe fenden;e pIoneforie, dimosfrono un misfo di omici;io e di inimici;io,
quindi sono indifferenfi. II segno ;odiocoIe deIIAriefe, moschiIe, e queIIo deIIo
Vergine, ermofrodifo, indicono Io possibiIif di combiomenfi do omici;io o inimici;io
fro Ie due porfi. Secondo Ie fobeIIe, gIi eIemenfi sono confrosfonfi e presogiscono
inimici;io. In generoIe, non c nienfe che sconsigIi Iunione. Se i servi;i deIIesperfo
dcwc dovessero essere richiesfi di nuovo, egIi, con riferimenfo oIIo fobeIIo,
invocher Io divinif con i nomi di AIIoh e di Pobb, i geni con i nomi di Qojopusch e
Pohusch e gIi ongeIi con i nomi di IsrofiI e AmwokiI. Accompogner Ie sue recifo;ioni
con suffumigi di oIoe nero e ocquo di rose e cos sfobiIir ropidomenfe uno feIicif
durofuro.

Per esercifore uninfIuen;o su persono esfroneo per me;;o dei demoni, Iesperfo
dcwc procede come segue. Si rinchiude soIiforio in uno comero, i cui muri sono sfofi
segnofi con ocro rosso, e incomincio un digiuno di 40 giorni. Si siede su un piccoIo
foppefo neI cenfro deIIo sfon;o e, uno voIfo che obbio idenfificofo quoIi siono i geni
che deve meffere in o;ione, si meffe o recifore. Se, per esempio, vuoIe oiufore un
cerfo individuo, che si chiomo 8ohron, egIi, consuIfondo Ie fobeIIe, consfofo che
oIIe cinque Ieffere deI nome (b, h, r, c, m) corrispondono i geni Donusch, Husch,
Pohusch, Qojopusch e Modschbusch, e che i corrispondenfi nomi di Dio sono el cqi
(iI durofuro), el Hcdi (iI duce), el Rcbb (iI signore), Allch (Dio) ed el Mclik (iI re). In


44
uIfimo bisogno prendere iI voIore numerico deIIe cinque Ieffere, doI quoIe si dedurr
quonfe voIfe bisogno ripefere Io recifo;ione:

b ~ Z che, moIfipicofo per I00, do Z00
h ~ b b00
r ~ Z00 Z0000
o ~ I I00
m ~ 40 4000

Per pofer overe Ioiufo dei geni in quesfione, Iesperfo dcwc deve dunque recifore
non meno di Z4000 voIfe Io seguenfe formuIo:

O Donusch, in nome deI Durofuro,
O Husch, in nome deI Duce,
O Pohusch, In nome deI Signore,
O Qojopusch, in nome di AIIoh,
O Modschbusch, in nome deI re.

Menfre recifo deve dirigere iI suo voIfo verso I'obifo;ione di coIui che vuoIe porre
soffo Io suo infIuen;o e neI confempo, come indicofo neIIe fobeIIe, bruciore cinque
voIfe Ie erbe oromofiche per iI suffumigio.


8VRPDJLFRGHO&RUDQR


II foffo che iI Corono, e oIcune sure, verseffi e formuIe in porficoIore, vengo
usofo per scopi mogici viene riferifo od uno dichioro;ione deIIo sfesso profefo
che in unoccosione ovrebbe deffo che Io recifo;ione di quesfo o di queI verseffo
ovrebbe ovufo uno specifico effeffo. EgIi disse espIicifomenfe che quondo iI
verseffo deI frono (suro Z, Zbo) viene recifofo primo di coricorsi, Io coso viene
reso sicuro do Dio sfesso. Percio quesfo verseffo spesso usofo come formuIo
inconfoforio per Io profe;ione deIIe cose. Esso dice: "non c oIcun Dio oIIinfuori di
Lui, iI vivenfe, Iesisfenfe. EgIi non senfe iI sonno o Io sfonche;;o. A Lui opporfiene
fuffo cio che c in cieIo e in ferro. Chi puo comunicore con Lui, sen;o iI suo
permesso7 EgIi so coso c dovonfi e diefro o ognuno e, deIIo Suo sogge;;o, non si
puo copire se non quonfo do Lui concesso. II Suo frono obbroccio iI cieIo e Io ferro,
ne quesfe cose gIi gIi sono di peso, perche EgIi IoIfissimo e iI gronde."

Tuffi i desideri spirifuoIi, si offermo, soronno roggiunfi se si recifo Io suro IIZ,
queIIo deIIo pure;;o, cenfo voIfe consecufive. In porficoIore, recifondoIo, esso do Io


45
for;o di porfore fino in fondo i propri vofi. Fro i verseffi o effeffo mogico, in primo
posfo sfo iI verseffo deIIo vifforio (cct el !ctch), suro o, b9. Si dice che Io suo
pofen;o sio fonfo gronde che non c desiderio che non posso essere esoudifo se Io
si recifo in confinuo;ione. Di conseguen;o quesfo verseffo moIfo usofo. EccoIo:

Presso di Lui sfonno Ie chiovi dei segrefi,
Messuno Ii conosce, oIIinfuori di Lui,
EgIi so coso c suI more e suIIo ferro,
E non code fogIio sen;o che Lui Io soppio,
Mon un seme neIIe fenebre deIIo ferro,
Mienfe di umido e nienfe di osciuffo,
Sen;o che sio segnofo in un Iibro in bionco.

Quesfo suro, normoImenfe, viene recifofo do coIoro che honno un quoIche desiderio
40 voIfe dopo ogni preghiero. Siccome iI musuImono cosfreffo o pregore cinque
voIfe oI giorno - primo e dopo IoIbo, o me;;ogiorno e primo e dopo iI fromonfo - ne
risuIfo che iI numero giornoIiero deIIe recifo;ioni di Z00.

Lo suro II4, Io cosiddeffo surct en-ncs, Io suro degIi uomini. E Io primo che
ogni giovone musuImono imporo, in quonfo repufofo essere efficoce confro Iifigi,
inimici;ie e confro ogni fipo di nemico ferreno o sovronnofuroIe. EccoIo:

In nome di Dio, iI misericordioso, iI dofore di gro;io, porIo:
Io prendo rifugio presso iI Signore degIi uomini,
Presso iI Pe degIi uomini, Presso iI Dio degIi uomini,
Che mi profegge doI mormorofore, iI diovoIo,
Che mormoro neI cuore degIi uomini,
Che mi profegge doi dschinn e dogIi uomini.

MoIfo usofo onche iI tcmdschid, Io gIorifico;ione, che pero non neI corono.
Abu Huroiro ci informo che iI profefo ovrebbe deffo: recifofe moIfo spesso: non
c oIcuno for;o ne oIcuno pofen;o oIIinfuori di Dio, perche quesfe poroIe sono Io
chiove deI porodiso. A chi Ie recifo, Dio opre 70 porfe per sfuggire oi moIi, dei quoIi
iI minore Io poverf.

OIfre oI tcmdschid, froviomo fro i foIismoni isIomici, di cui porIero fro poco, i
cinque versi di profe;ione (cct el-chi!;). In ognuno di quesfi versi si frovo iI verbo
chc!i;c (profeggere) o uno suo derivo;ione.

I. Suro Z, Zbo wclc c-uduhu chi!;uhumc: non 0Ii peso Io profe;ione di ombedue (iI
cieIo e Io ferro).


46
Z. Suro IZ, o4: !cllchu chcirun chc!i;cn: Dio iI migIior profeffore.
3. Suro I3, IZ: cch!c;unchu mincmri llchi: essi Io profeggono per incorico di Dio.
4. Suro Ib, I7: wc-chc!i;nchc min kulli scheitcnin rcdschimin: Io profeggiomo
confro fuffi i diovoIi espuIsi.
b. Suro 37,7: wc-chi!;cn min kulli scheitcnin mcridin: uno profe;ione confro fuffi
i diovoIi ribeIIi.





6XIIXPLFD]LRQLPDJLFKH


MeIIe fobeIIe dcwc sono men;ionofe uno gronde vorief di droghe, fuffe ufiIi;;ofe
per suffumigi mogici: e Io Iisfo non compIefo. Per i suffumigi IorienfoIe uso
iI mcngcl, iI brociere, usofo onche per iI riscoIdomenfo deIIe comere duronfe Ie
noffi fredde. E un confenifore di rome, in piedi su coIonnine, che viene riempifo di
corboni ordenfi. Le droghe vengono geffofe su di quesfi corboni.

Per evifore che ne vengo foffo un uso sbogIiofo, non ne doro qui Ie riceffe. I
composfi men;ionofi neIIo sforio di Abd eI Qodir sono ocquisfobiIi commercioImenfe.
Luno uno misceIo di mirro, incenso, verbeno e voIeriono, IoIfro consisfe di
incenso, sondoIo, ;offerono e finocchio. MeI coso deIIo seffo degIi Assossini, dei
quoIi si gi porIofo, Iini;iondo ero porfofo o uno condi;ione esfofico focendogIi
inoIore vopori di hcschisch. L'hcschisch fu usofo spesso doi 0ionni;;eri, per dorsi
coroggio quondo dovevono ondore oII'offocco.


7DOLVPDQL


Tonfo Io poroIo foIismono come iI suo sinonimo omuIefo sono di origine
orienfoIe. Tilism significo immogine, menfre omuIefo viene do hcmclct, pendere.
Quesfe poroIe confinuono o fore riferimenfo oI Ioro significofo originoIe.
Lobifudine di porfore omuIefi e foIismoni o iI senso di necessif verso i medesimi,
ho ovufo due origini diverse, eviden;iofe onche doi Ioro nomi: iI foIismono fu
originoImenfe iI risuIfofo di uno specifico ricerco, menfre IomuIefo deve essere iI
risuIfofo di no;ioni popoIori direffe o deviore coffive infIuen;e - in porficoIore, iI
moIocchio.


47
Per deviore Ie coffive infIuen;e deI moIocchio si dovevo porfore oddosso un
oggeffo ornomenfoIe ben visibiIe e ovenfe iI pofere devionfe desiderofo, suI quoIe
Io sguordo moIigno ricodesse primo che suIIo persono. Quesfo ornomenfo venivo
poi dofofo di un coroffere mogico, offroverso Iuso di frosi prese doIIe socre
scriffure, per ossicurorsi che Ie disgro;ie che iI moIocchio pofevo orrecore fossero
fofoImenfe neufroIi;;ofe.

Diverso iI coso dei foIismoni, che sono iI risuIfofo deIIo conoscen;o profico che i
mefoIIi, Ie piefre pre;iose e Ie pionfe honno Iegomi con deferminofe for;e cosmiche.
II simboIo e iI compo do;ione di quesfe for;e sono i pionefi e i segni ;odiocoIi. Le
Ieffere e i numeri honno reIo;ione con i pionefi e i segni ;odiocoIi, ne derivofo
fuffo uno scien;o Ie cui origini possono essere seguife fin doi primordi deIIumonif
e che ho ovufo uno gronde infIuen;o suIIo vifo di fuffi i popoIi, fino oi nosfri giorni. E
sufficienfe guordore Io vefrino di un orofo per frovorvi uno gron vorief di foIismoni
e di omuIefi, e bosfo visifore un quoIsiosi museo per vedervi fonfi commei e gemme
che non sono oIfro che foIismoni. C pero unimporfonfe differen;o fro iI possofo
e iI presenfe: i vecchi foIismoni ovevono un Iegome con chi Ii porfovo ed erono foffi
per Iui secondo regoIe specifiche, menfre gIi omuIefi moderni honno oI mossimo un
significofo puromenfe simboIico che iI porfofore generoImenfe non conosce.

Assieme oi cinque verseffi coronici di profe;ione, gi men;ionofi, e oIfri versi
correIofi, sugIi omuIefi orienfoIi froviomo iI nome di Dio e iI quodrofo mogico.
Quondo obboimo porIofo di Abd eI Qodir obbiomo foffo conoscen;o con iI quodrofo
di Sofurno. Se Io si divide in quoffro eIemenfi, Io si puo scrivere in un modo un po
diverso, e Io sfesso si puo fore con fuffi gIi oIfri quodrofi corrispondenfi oi pionefi.

Ario Fuoco Terro Acquo
Z 7 o 4 9 Z o 7 Z o I 8
9 b I 3 b 7 I b 9 7 b 3
4 3 8 8 I o 8 3 4 Z 9 4

II quodrofo di Sofurno puo pero essere scriffo in oncoro un modo, incIudendovi
i nomi di Dio e indicondo i nomi dei geni per me;;o di numeri. Cos, per esempio, si
inconfro spesso iI seguenfe omuIefo (confro i furfi):

Dio benevoIo verso i suoi servi
III 93 7b
IZ0 47 I0Z

II quodrofo deI numero di 0iove Io, quindi iI suo quodrofo ho Io formo seguenfe:


51
4 I4 Ib I
9 7 o IZ
b II I0 8
Io Z 3 I3

I numeri deI quodrofo possono onche essere sosfifuifi con poroIe, per I'esoffe;;o
con gIi oppeIIofivi di Dio, e si possono fore omuIefi di profe;ione confro i pericoIi
o, per esempio, omuIefi porfo-forfuno per i commercionfi. Ecco I'eIenco dei 99
oppeIIofivi di Dio:
A||h Allah
Ar-Rnhmn Il Clemente
Ar-Rnhm Il Misericordioso
A|-M|ik Il Re
A|-Qudds Il Santo
As-Sn|m La Pace
A|-Mumin Il Fedele
A|-Muhnymn Il Custode
A|-Azz Il Potente
A|-Jnbbr Il Potente
A|-Mutnknbbir Il Fiero
A|-kh|iq Il Creatore
A|-8ri Il Plasmatore
A|-Musnwwir Colui che modella
A|-6hn!!r Colui che perdona
A|-Qnhhr Il dominatore
A|-Wnhhb Il MuniIico


51
Ar-Rnzzq Colui che provvede
A|-Fntth Colui che apre
A|-A|m Il Sapiente
A|-Qbid Colui che contrae
A|-8sit Colui che espande
A|-kh!id Colui che diminuisce
A|-R!i Colui che eleva
A|-Muizz Colui che da' la potenza
A|-Mudh|| Colui che umilia
As-Snmi Colui che tutto ascolta
A|-8nsr Colui che tutto osserva
A|-Hknm Il Giudice
A|-Adi| Il Giusto
A|-Lnt! Il Sottile, L'Amabile
A|-khnbr Il Ben InIormato
A|-Hn|m Il Paziente
A|-Adhm L'Immenso, il Sublime
A|-6hn!r Colui che perdona
Ash-Shnkr Il Riconoscente
A|-A|iyy L'Altissimo
A|-knbr Il Grande
A|-Hn!dh Il Custode


51
A|-Muqt Colui che vigila
A|-Hnsb Colui che chiede il conto
A|-Jn|| Il Maestoso
A|-knrm Il Generoso
A|-Rnqb Colui che veglia
A|-Mujb Colui che risponde
A|-Wsi Il Largo (nel dare)
A|-Hnkm Il Saggio
A|-Wndd L'Amorevole
A|-Mnjd Il Glorioso
A|-8ith Colui che resuscita
Ash-Shhid Il Testimone
A|-Hqq Il Vero, la Verita
A|-Wnk| Il Garante, Colui che protegge
A|-Qnwyy Il Forte
A|-Mntn L'Irremovibile
A|-Wn|yy Il Patrono
A|-Hnmd Il Degno di lode
A|-Muhs
Colui che tiene il conto
(di tutte le cose)
A|-Mubdi Colui che palesa
A|-Mud Colui al quale tutto ritorna


51
A|-Muhyi Colui che da' la vita
A|-Mumt Colui che da' la morte
A|-Hnyy Il Vivente
A|-Qnyym
Colui che sussiste da Se stesso
e per il Quale tutto sussiste
A|-Wjid
Colui che trova
tutto cio che vuole
A|-Mjid Il Glorioso
A|-Wnhid L'Uno
A|-Ahnd L'Unico
As-Smnd
L'Assoluto, l'Eterno, l'Impenetrabile, Colui verso il
Quale tendono tutte le creature
A|-Qdir Il Potente
A|-Muqtndir L'Onnipotente
A|-Muqnddim Colui che Ia avanzare
A|-Mukhir Colui che Ia ritardare
A|-Awwn| Il Primo
A|-khir L'Ultimo
Adh-Dhhir Il ManiIesto
A|-8tin Il Nascosto
A|-Wn|iy l'Alleato, il Protettore
A|-Mutn|iy Colui che cosciente di essere l'Altissimo
A|-8nrr Il Caritatevole
At,Tnwwb Colui che accoglie il pentimento


52
A|-Muntnqim Il Vendicatore
A|-A!uww
Colui che cancella
(le conseguenza dei peccati)
A!-Rn! Il Dolcissimo
M|ik n|-Mu|k Il Padrone del Reame
Dhu| Jn||i wn-|-Ikrm Colui che e colmo di Maesta e di MagniIicenza
A|-Muqsit Colui che giudica alla bilancia
A|-Jnmi Colui che riunisce
A|-6hnnyy
Il Ricco,
Colui che abbonda in ogni cosa
A|-Mughn Colui che procura l'abbondanza
A|-Mni Colui che impedisce
Ad-Dnrr Colui che nuoce
An-N!i Colui che procura guadagno
An-Nr La Luce
A|-Hndi Colui che guida
A|-8nd Colui che crea perIettamente (ogni cosa)
A|-8q L'Eterno
A|-Writh Colui che l'Erede di tutto
Ar-Rnshd
Il Ben Guidato (da se stesso)
e che guida sulla retta Via
As-Snbr Il Paziente

Chi ho compreso iI senso di quesfo copifoIo suI dcwc so che quesfi omuIefi,
originoriomenfe, roppresenfovono inconfesimi che Iesperfo dcwc scrivevo e dovo


53
o coIui che gIi chiedevo oiufo, in modo do sfobiIire un confoffo fro di Iui e iI suo
cIienfe. Cos diviene onche chioro Ieffeffo deIIomuIefo: iI successo non ero dovufo
o cio che pofesse essere scriffo o descriffo suI fogIio di corfo, mo doIIo grondissimo
for;o psicoIogico esercifofo doIIesperfo dcwc. Le Ieffere scriffe suIIomuIefo
sono Ie Ieffere misfiche deI Corono, deIIe quoIi ho dofo Io spiego;ione neIIo mio
Mcsscneric.

II quodrofo di Morfe ho iI numero Zb. EccoIo:

II Z4 7 Z0 3
4 IZ Zb 8 Io
I7 b I3 ZI 9
I0 I8 I I4 ZZ
Z3 o I9 Z Ib

II quodrofo deI SoIe iI 3o. Eccone Io sfruffuro:

o 3Z 3 34 3b I
7 II Z7 Z8 8 30
I9 I4 Io Ib Z3 Z4
I8 Z0 ZZ ZI I7 I3
Zb Z9 I0 9 Zo IZ
3o b 33 4 Z 3I

II quodrofo di Venere ho iI numero 49:

ZZ 47 Io 4I I0 3b 4
b Z3 48 I7 4Z II Z9
30 Z3 48 I7 4Z II Z9
I3 3I 7 Zb 43 I9 37
38 I4 3Z I Zo 44 Z0
ZI 39 8 33 Z Z7 4b
4o Ib 40 9 34 3 Z8

II quodrofo di Mercurio ho iI numero o4 e iI voIore numerico di ogni rigo ommonfo
o Zo0:

8 b8 b9 b 4 oZ o3 I
9 Ib bI bZ b3 b4 I0 Io
48 I8 ZZ 44 4b I9 Z3 4I
Zb 39 3b Z9 Z8 38 34 3Z


54
33 3I Z7 37 3o 30 Zo 40
Z4 4Z 4o Z0 ZI 43 47 I7
49 bb II I3 IZ I4 b0 bo
4o Z Io o0 oI 3 7 b7

II quodrofo deIIo Luno ho iI numero 8I e iI voIore numerico di ogni rigo ommonfo o
3o9:

37 78 Z9 70 ZI oZ I3 b4 b
o 38 79 30 7I ZZ o3 I4 4o
47 7 39 80 3I 7Z Z3 bb Ib
Io 48 8 40 8I 3Z o4 Z4 bo
b7 I7 49 9 4I 73 33 ob Zb
Zo b8 I8 b0 I 4Z 74 34 o3
o7 Z7 b9 I0 bI Z 43 7b ob
3o o8 I9 o0 II bZ 3 44 7o
77 Z8 o9 Z0 oI IZ b3 4 4b

E sfofo gi visfo che i numeri possono essere sosfifuifi do poroIe. II
procedImenfo obifuoIe consisfe neI cercore neIIe fobeIIe dowo iI nome di Dio o
secondo deI voIore numerico e meffere oI posfo deI numero iI nome. Siccome ogni
Ieffero ho un voIore numerico, si possono ufiIi;;ore onche oIfre poroIe con Io sfesso
voIore numerico, come i nomi di geni o di ongeIi o poroIe deI corono che obbiono
riferimenfo oIIo foccendo froffofo.

Se Iesperfo dcwc dovesse preporore un foIismono, egIi procede neI modo
seguenfe: o porfire doIIoroscopo di coIui che deve essere profeffo, incomincio con
Iindividuore iI pionefo pi pofenfe neIIoroscopo, poi iI mefoIIo corrispondenfe oI
pionefo viene eIoborofo in ore presfobiIife. Dopo, iI quodrofo deI pionefo viene inciso
su di un Iofo deIIomuIefo, in numeri oppure in poroIe, e suIIoIfro vengono incisi i
segni simboIici deI pionefo. Tuffo iI procedimenfo deve essere eseguifo neIIe ore e
nei giorni che sono consocrofi oI pionefo e soffo cosfeIIo;ioni fovorevoIi, e menfre
si Iovoro bisogno fore suffumigi con Ie sosfon;e consocrofe oI pionefo. Le ore
pIoneforie vengono Ieffe suI sc cti ncme, menfre i coIori, mefoIIi, piefre pre;iose,
suffumigi, ecc. consocrofi o ogni pionefo sono riossunfi qui soffo:
SoIe

MefoIIo: oro. CoIori: gioIIo, gioIIo-oroncione e morrone. Piefre pre;iose: diomonfe,
rubino, giocinfo, crisoIifo.


55
Suffumigi: mondorIo, oIIoro, comomiIIo, rosmorino, ;offerono, ginepro, eufrosio,
onogoIIide, primuIo, erbo di Son 0iovonni.

Luno

MefoIIo: orgenfo. CoIori: bionco, grigio orgenfeo. Piefre pre;iose: smeroIdo, opoIe,
ocquomorino, perIo.

Suffumigi: norciso, popovero, cefrioIo, roso bionco, vioIo, duIcomoro, [Sfeinbruch],
soIice.


Mercurio

MefoIIo: orgenfo vivo e ferre mineroIi. CoIore: voriopinfo. Piefre pre;iose:
cornioIo, fopo;io, gronofo.

Suffumigi: feIce, mondrogoro, Iovondo, o;oIeo, finocchio, rovo, Iiquiri;io.


Venere

MefoIIo: rome. CoIori: o;;urro vivo, roso, verde vivo, bionco. Piefre pre;iose:
;offiri o;;urri briIIonfi, ogofo, coroIIo.

Suffumigi: mirfo, roso, menfo, rosmorino, moIvo, mugheffo, fimo, figIio, sombuco,
croco.




Morfe

MefoIIo: ferro. CoIori: rosso vivo, gioIIo. Piefre pre;iose: diomonfe, rubino,
diospro.

Suffumigi: gen;iono, oIoe, quercio, verbeno, coriondoIo, eIIeboro bionco, ossen;io.


0iove

MefoIIo: ;inco. CoIori: o;;urro, rosso porporo. Piefre pre;iose: ;offiro, furchese.


56

Suffumigi: sondoIo, onice, oIIoro, orfico, ocero, gen;iono, geIsomino, cenfoureo,
bioncospino.

Sofurno

MefoIIo: piombo. CoIori: nero, grigio scuro, verde scuro. Piefre pre;iose: onice,
perIe nere.

Suffumigi: giocinfo, oconifo, giusquiomo, conopo, omoronfo, oIoe, vischio,
ogrifogIio.

Io sfesso ho ossisfifo diverse voIfe oIIo preporo;ione di foIismoni, e feci i Iovori
pi sempIici di fusione e coIofuro menfre Io sceicco recifovo. Quondo vidi per Io
primo voIfo Iofficino dove si sorebbe dovufo Iovorore, non credeffi possibiIe che
si pofesse roggiungere I uno femperofuro suffficienfe per fondere Ioro. Mo
Io sceicco mi rossicuro sorridendo, ed effeffivomenfe iI servi;ievoIe AIi, servo
deIIo sceicco, usondo un soffieffo vecchissimo, fece insorgere un coIore foIe che
doveffi ricredermi. Si froffovo di preporore un omuIefo soIore. Avevomo coIcoIofo
Ioroscopo iI venerd, iI giorno di fesfo musuImono, e siccome Ioro deIIo noscifo
non ero conosciufo, Io sceicco ovevo soIfonfo oppurofo che in queIIoro iI SoIe sfovo
in Ariefe, che Sofurno, posfo neI segno deI Leone, e Morfe, posfo neI segno deI
Sogifforio, erono in ospeffo frigono fro Ioro, menfre 0iove, posfo in Acquorio,
formovo un sesfiIe. Ci voIevo dunque un foIismono soIore, che dovevo essere
preporofo di domenico fro Ie 4 e Ie b, oro furco. In queI giorno (fine IugIio I9IZ)
iI SoIe sfovo nei primi grodi deI Leone e Morfe, posfo in Vergine, ero con esso in
semisesfiIe. Sofurno, posfo neI primo grodo dei 0emeIIi, ero onch'esso in sesfiIe
menfre 0iove e Io Luno, posfi in Sogifforio, erono in frigono. Mi si spiego che coso
dovevo fore, dovevo presenformi punfuoImenfe e focere. II venerd sero Io sceicco
incomincio un digiuno. Quondo orrivoi Io domenico, sfovo sedufo su di un foppefo in
me;;o oIIo comero dove si dovevo Iovorore e recifovo, con voce ropido e monofono:

Mon c ossoIufomenfe oIcun Dio oI di fuori di Lui, sio Iodofo Iddio iI vivenfe e iI
durofuro, Io Iode corrisponde o Dio, Dio gronde.

Linservienfe ovevo ripuIifo iI focoIore, vi ovevo coIIocofo un crogioIo nuovo, ovevo
riempifo iI serbofoio docquo e, sedufo, ospeffovo presso iI monfice. Quondo orrivo
iI momenfo, deposi Ioro neI crogioIo, AIi mise in o;ione ombedue i monfici e ben
presfo uno Iuminosif verdosfro indico che Ioro ero fuso: Io versoi neIIo sfompo.
Infonfo, Io voce deIIo sceicco ero divenufo sempre pi forfe e incoI;onfe. Adesso
si inferruppe, prese Io sfompo, Io opr con un coIpo secco ed esfrosse Ie monefe,
incominciondo subifo o incidervi Ie cifre deI quodrofo deI SoIe e Io suro deI frono.


57
Quondo ebbe finifo, moncovono pochi minufi o che scodesse iI fempo ufiIe. Mise Ie
monefe in uno borso di sefo e, con un profondo sospiro, disse: tcmcmdur, obbiomo
finifo.

Quesfo foIismono ho occompognofo coIui o cui ero desfinofo neIIe guerre dei
8oIconi e neIIo successivo guerro in 0recio. MeI I9IZ, quondo ci fu iI fomoso
ferremofo, egIi si frovovo o 0oIIipoIi, che fu per mef roso oI suoIo, e non gIi
successe nienfe.

Dio ho 99 nomi, iI cenfesimo iI nome occuIfo: coIui che Io so, I"ism el c;cm",
pofrebbe offroverso quesfo conoscen;o fore fuffo quonfo foffibiIe. 0Ii sfudiosi
deI Corono honno pensofo di vedere quesfo nome occuIfo in diverse sure: secondo
Io frodi;ione, iI profefo ovrebbe deffo che esso sorebbe rocchiuso neI verseffo
Zbo deIIo surct el bcqcrc, neI primo verseffo deIIo surct Ali Tmrcn e neI verseffo
II0 deIIo surct Tc Hc. UnoIfro frodi;ione, che risoIe od AIijo, secondo mogIie deI
profefo, offermo che soIfonfo iI profefo conoscevo queI nome. II nome noscosfo
di Dio non fu soIfonfo couso di quesfe eIucubro;ioni, mo fu obieffivo di fonfe
oIfre ricerche: eccoci dovonfi o un oIfro esempio deI "nome usofo neIIo profico",
iI schem hcm mephcrcsch degIi ebrei o deIIo poroIo perdufo, iI "verbum Dei"
dei fromossoni. Con quesfo oppeIIofivo i soggi onfichi indicovono Io sommo deIIo
for;o psichico deducibiIe doIIe Ieffere deIIoIfobefo, come ho reso chioro neIIo mio
Mcsscneric. Lo doffrino di quesfo scien;o, do me esposfo neI Iibro in quesfione,
deffo in Orienfe: ilm el mi;cn, Io scien;o deIIo biIoncio, e onche ilm el mi!tcch,
scien;o deIIo chiove e ilm el qimic, scien;o deIIo chimico.


,OPHOPLIWDFK


In Mcsscneric ho oddoffo Io provo che IoIchimio medioevoIe e Io sopien;o dei
Posocroce sono sfreffomenfe Iegofe oIIo scien;o deIIo chiove.

Dopo overe esominofo I'ombifo deIIo bosso mogio, nosfro voIonf queIIo di
chiudere Iorgomenfo con uno presenfo;ione deIIoIfo mogio, ovverossio deIIo
scien;o deIIo chiove.

PorIeremo di segni, prese, poroIe. I segni e Ie prese sono di compefen;o deIIe
moni, i fre segni poggiono suIIo Iineo reffo roppresenfofo doIIindice punfofo,
IongoIo reffo formofo doI poIIice divoricofo con Ie oIfre difo, fuffe suIIo sfesso
piono, e iI cerchio, cosfruifo con iI poIIice e Iindice deIIo mono desfro.


58
Le prese si eseguono con Io mono desfro od ongoIo suI coIIo, suI peffo o suI venfre
uno sponno soffo iI peffo.

Le poroIe sono vocoIi - specificomenfe Ie fre vocoIi i, c, c, Io cui formo corrisponde
oi fre segni - e cerfe formuIe che possono essere cosfruife o porfire doIIe Ieffere
misfiche deI Corono. Uno porfe di quesfe Ieffere Ie obbiomo gi inconfrofe quondo
porIovomo di omuIefi, uIferiori deIucido;ioni sfonno in Mcsscneric. Meffendo
insieme Ie fre Iinee geomefriche in deferminofe moniere, si offiene Io figuro di uno
chiove, donde Iespressione scien;o deIIo chiove. Lo vecchio mossonerio chiomovo
quesfo scien;o Io "vic rectc" o"vic linecris", simboIeggiofo do unoIfro fipo di
chiove. Lo scien;o di quesfo vio ero conosciufo onche dogIi egi;ioni ed dimosfrofo
doIIo cosiddeffo chiove deI MiIo o croce onsofo, chiove per occedere oIIocquo
spirifuoIe. Lo Iineeffo ori;;onfoIe riproduce in quesfo coso onche iI segno deI coIIo.

Lindice punfofo viene onimofo doIIo Ieffero i, Io mono od ongoIo doIIo c e queIIo
orrofondofo doIIo c, e per me;;o deIIe prese Ie for;e psichiche ricevufe vengono
frosmesse oI corpo.

Pi ovonfi onche Ie formuIe vengono onimofe. Lo i Io runo che corrisponde oI
fuoco (ignis), come Iebroico cd e Iorobo e. Lo Ieffero c Io runo che corrisponde
oIIeIemenfo cosmico ocquo (cquc), come Iebroico cleph e Iorobo eli!. Lo c Io
runo deIIeIemenfo orio. Lo e Io vocoIe deIIo for;o cosmico ferro. Se Ie vocoIi
roppresenfono i quoffro principi fondomenfoIi - ovverossio Ie for;e provenienfe
doIIesferno - Ie consononfi roppresenfono Io formo di quesfe for;e oppure, megIio
oncoro, Ie for;e che doIIinferno honno effeffo suIIesferno. AssomigIiono oIIe IZ
cose ;odiocoIi, offroverso Ie quoIi Ie for;e cosmiche deferminono i Ioro effeffi. Ad
ognuno dei IZ segni ;odiocoIi corrispondono due Ieffere, deIIe quoIi uno roppresenfo
iI Iofo posifivo e IoIfro iI Iofo negofivo. MeIIo mio sforio deIIosfroIogio diedi uno
fobeIIo dove si indicono Ie Ieffere deIIoIfobefo greco corrispondenfi, secondo Ve;io
VoIenfe, od ogni segno ;odiocoIe. DoIIe fobeIIe dcwc derivo unoIfro fobeIIo, che
riproduco qui soffo:
Mumero Mome

b he
4 dcl
2 bc
3 dschim
40 mim
70 cn
9 ty
30 lcm


59
o wcw
7 se
80 !e
200 re
b0 nun
20 kc!
o0 ssin
8 hc
400 te
100 kc!
90 sscd
300 schin
700 sel
o00 chc
800 dhcd
1000 gcn
900 sy
b00 sse


Mon proseguo neII'iIIusfro;ione di quesfo commino e neIIo ricerco deIIe reIo;ioni
degIi oIfobefi onfichi con i segni deIIo ;odioco, mo quesfo fuffovio Io vio do seguire
per orrivore oi risuIfofi pi impensofi.

Mei secoIi IX e X Io scien;o orobo penefrofo neIIe dofrine segrefe ebroiche. MeI
Sepher Jesirch froviomo Ie seguenfi proposi;ioni, che honno un Iegome con iI nosfro
ossunfo. Piprendo quonfo segue doIIedi;ione PecIom deI I830, edifo do Friedrich
von Moyer. II Iibro Sepher Jesirch o Libro deIIo Creo;ione froffo deIIe 3Z vie verso
Io sogge;;o. Le 3Z vie vengono od essere Ie ZZ Ieffere e Ie I0 difo, dove - come
risuIfo doI confesfo - per difo si infendono I0 numeri.

"Dieci numeri sempIici, venfidue Ieffere fondomenfoIi, fre modri e seffe doppi e
dodici sempIici."

"Dieci numeri sempIici, iI numero di dieci difo, cinque confro cinque e iI poffo
deIIunico roppresenfofo neI cenfro, per me;;o deIIo poroIo deIIo Iinguo e di queIIo
deIIo nudif."

Dieci numeri sempIici significo esoffomenfe quei dieci, che non devono essere
specificofi pi deffogIiofomenfe. Quesfi dieci numeri sono i dieci sephirct, Ie difo
di Dio, con Ie quoIi o per me;;o deIIe quoIi EgIi fece Iuniverso, mo onche Ie dieci


60
difo deIIuomo in quonfo immogine e somigIion;o di Dio. II poffo deIIunico significo
Io bocco, come si deduce onche do uno cerfo defini;ione (Pereg o, Mischnc 4). L
sfo scriffo: "Dio fece un poffo con Abromo, fro Ie dieci difo dei suoi piedi, cioe
Io circoncisione, e Ie dieci difo deIIo sue moni, cioe Io Iinguo, Iego Ie ZZ Ieffere
oIIo suo Iinguo e gIie ne scoperse Iorigine". In quesfo proposi;ione deffo moIfo
chioromenfe che Ie Ieffere devono essere Iegofe oIIe difo, e che Ie difo devono
essere onimofe spirifuoImenfe per me;;o deIIo poroIo deIIo Iinguo e deIIo poroIo
deIIo nudif. Come poroIo deIIo nudif si deve infendere Io vocoIe do soIo, che puo
essere pensofo o pronunciofo fin fonfo che esso ocquisfo un ospeffo spirifuoIe.

o. "Dieci numeri sempIici, honno Iospeffo deI fuImine e iI Ioro obieffivo, non honno
fineIo suo poroIo in essi corre quo e I e quondo Lo vuoIe vonno come un venfo di
fempesfo e pregono dovonfi oI Suo frono."

7. "Dieci numeri sempIici, offocco Io Ioro fine oI Ioro principio cos come Io fiommo
Iegofo oI corbone. Perche iI Signore uno e non ho un secondo e dovonfi oIIuno,
coso confi fu7"
8. "Dieci numeri sempIici, chiudi Io Tuo bocco, perche non porIi neI fuo cuore,
perche non pensi e cos iI fuo cuore scorre vio, forno indiefro, perche cos, correndo
do uno porfe oIIoIfro, iI poffo foffo."

MeI sesfo copifoIo si porIo deIIe difo che honno Iospeffo e onche Iopporen;o
deI fuImine, come indicofo doIIo mobiIif deIIe difo, e onche che Ioro obieffivo
queIIo di non overe moi fine. "Lo fine", come indico iI copifoIo seffimo, Io spirifo
do essi seporofo, con iI quoIe devono di nuovo riunirsi. Io frose "Io suo poroIo in essi
vo e riforno" si riferisce oI foffo che Iuomo rimeffe in esse sempre di nuovo Io
suo consopevoIe;;o e penso oIIe Ieffere oppropriofe. "Quondo Io vuoIe vonno come
un venfo di fempesfo" significo che Ie for;e spirifuoIi si orienfono subifo verso
Io formo geomefrico deIIe Ieffere pensofe. II copifoIo seffimo o seffimo Mischnc
serve o dore unindico;ione oi coboIisfi proficonfi: offocco Io fine oI principio, cioe:
si onimi Io corporeif psichico, cos come fiommo e corbone sono inseporobiIi. Perche
iI Signore uno e non ho un secondo, vuoI dire che Io corporeif psichico deve
divenire uno soIo coso con Io spirifo.

II copifoIo offovo dice come ci si deve comporfore duronfe Ie esercifo;ioni:
Ioffivif deI porIore, sifuofo neIIo bocco, deve focere e neppure iI cuore deve
pensore. Lo porIofo e i senfimenfi e fuffo Io consopevoIe;;o devono rendersi offivi
neIIe difo, iI che significo che "quondo iI fuo cuore corre vio, riforno oI fuo posfo".
Quondo si dice cuore bisogno infendere Io consopevoIe;;o, che ini;ioImenfe non si
Ioscio froffenere neIIe difo e percio bisogno forIo rifornore oIIe difo quondo sfugge
oIIo fesfo e oI cuore.


60

Lo 'scien;o deIIo chiove' sveIo percio non soIo Io scien;o oIchemico, come ho gi
indicofo neIIo mio Mcsscneric, mo geffo Iuce onche sui Iofi oscuri deIIo kobboI.

Potrebbero piacerti anche