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CRACK
PROCESSO
MORALE AL PAESE
CHE HA FATTO
di Antonio Sgobba
N
on potevo credere allincompetenza e alla mancanza di pro-
fessionalit mostrata dai politici nellarontare i problemi
quando sono emersi. Per non parlare dello stile di vita ecces-
sivo e stravagante tenuto dagli stessi banchieri che avevano
depredato dallinterno gli istituti di cui erano proprietari.
Quella del professor Vilhjlmur rnason non unimpres-
sione o uno sfogo emotivo. Le considerazioni del losofo direttore del
Centro per letica dellUniversit di Reykjavk sono il frutto di unattenta
analisi delle cause che hanno portato al collasso dellIslanda nel .
Non stiamo parlando di derivati o altri prodotti nanziari. Certo, la
causa principale del disastro economico dellisola stato il tracollo di
Lehman Brother. Tre anni fa, la bancarotta della societ di investimenti
port al crack i principali istituti di credito del Paese. Kaupthing, Glit-
nir e Landsbanki. Tre banche che da sole si ritrovarono con
un debito dieci volte pi grande del Pil nazionale (). Il fatto
che i capitali dei pi grandi investitori col tempo fossero di-
ventati cos tanto pesanti rispetto alleconomia nazionale ha
avuto eetti devastanti su tutti i settori della societ, dice
oggi il losofo che poco pi di un anno fa ha ricevuto linca-
rico dal Parlamento di presiedere una speciale commissione
dinchiesta, il Working Group on Ethics. Il compito era im-
pegnativo: analizzare le cause morali della caduta del Paese.
Nella lettera inviata dal presidente del Parlamento islande-
se ai membri del gruppo si diceva che non avremmo dovuto
limitarci allanalisi della moralit del settore nanziario, ma
01
PRIMA DEL TRACOLLO
LE TRE PRINCIPALI
BANCHE ISLANDESI
SONO ARRIVATE A
CAPITALIZZARE 140
MILIARDI DI DOLLARI,
PI DEL 100% DEL PIL.
UNDEBITOPROCAPITE
DA 160MILA DOLLARI.
Dopo il fallimento dellIslanda, un losofo a capo
della commissione dinchiesta sulletica perduta:
Eravamo tutti ciechi di fronte agli apparenti successi
dei banchieri, ci credevamo i primi della classe
Una visione anima le
speranze dello statista
Konrad Adenauer:
dopo le amme e le
macerie del Novecento
solo unEuropa unita
pu garantire pace sul
Vecchio Continente.
Insieme a Jean
Monnet e ad Alcide De
Gasperi stabilisce le
tappe per realizzare
il sogno. Come i primi
passi dellunicazione
della Germania
muovono dallunione
dei mercati dei ducati
cos sarebbe successo
allEuropa. Eppure
oggi una compagine
politica edicata solo
sullunione doganale
dei membri si dimostra,
come lidra acefala,
incapace di agire.
Luomo un animale
politico, si diceva per
giusticare autoritarismi
e totalitarismi del
Novecento. Basta con
la strumentalizzazione
di Aristotele (384 a.C.-
322 a.C.). Se lo Stagirita
aerma la centralit
della politica, non pensa
di certo al Leviatano
moderno. Del losofo
greco va recuperato
il non detto per
inquadrarne la riessione
nel mondo delle polis.
La politica non si riduce
cos solo allazione degli
Stati, ma vive anche
dellesuberanza delle
comunit intermedie a
cui si richiamano sia il
municipalismo libertario
alla Murray Boockin
sia il neofederalismo.
ARISTOTELE KONRAD ADENAUER
384 322 A.C 1876 1967
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che la nostra indagine andava estesa anche alla politica e alla societ
civile, racconta oggi rnason. Nel suo campo unautorit riconosciu-
ta: si occupato a lungo di bioetica ed membro eletto del Clare Hall
College dellUniversit di Cambridge. Per capirci, come se la Camera
e il Senato italiano, subito dopo il crollo della prima Repubblica avesse
incaricato Norberto Bobbio di presiedere una commissione sulla mora-
lit degli italiani che avevano appoggiato il sistema di potere appena
crollato. Pu essere utile per un Paese unindagine morale, oltre a quelle
giudiziarie? Gli islandesi hanno pensato di s.
A Reykjavk furono i primi a cadere, sono stati i primi a tentare di
rialzarsi. E bisogna riconoscere che la loro exit strategy unica sotto
molto punti di vista. Un procuratore speciale nominato dal Governo
ha accusato pi di duecento funzionari bancari, niranno tutti a pro-
cesso. Per quel che riguarda la politica, invece, e alla sbarra ci sar un
solo uomo: lex primo ministro Geir Haarde. Laccusa di violazio-
ni commesse dal febbraio allottobre 2OO8, di proposito o per
banale disinteresse. A processarlo sar il Landsdomur, il tri-
bunale speciale per i rappresentanti del Governo. Istituito nel
1@O, non si era mai davvero riunito nella storia dellisola.
S, siamo un caso particolare, conferma rnason. Per di-
verse ragioni. Anche se il modello di business delle banche
probabilmente molto simile a quello di altri Paesi europei, la
stretta relazione che c da noi tra banchieri, politici e media
fuori dal comune. Basti pensare alla gura di Dav Oddson.
Mentore del capro espiatorio Geir Haarde, stato primo mi-
nistro dal 1@@1 al 2OO(, poi presidente della Banca Centrale,
oggi direttore di Morgunblai, potente giornale a sostegno
dellIndipendence Party, il partito che aveva governato no alla crisi e
che ora allopposizione.
Secondo molti lui il vero responsabile del collasso: Lui il re, e
noi stiamo impiccando il principe, dicono alcuni. rnason riconosce
le colpe di una lite inadeguata: Certo, i politici che hanno governa-
to negli ultimi dieci anni sono responsabili per le politiche che hanno
sostenuto dice il professore , ad esempio un processo di privatizza-
zione delle banche pieno di difetti, per cui gli istituti di credito sono
stati venduti a un ristretto gruppo di individui con molti interessi e
poca esperienza bancaria. Cos come sono responsabili della crescita
senza controllo del settore: gli organismi di vigilanza sono stati deboli
e inecaci. Ma il discorso non pu limitarsi a questo. Dobbiamo an-
che ricordare che tutti questi attori erano immersi in un sistema di ca-
pitalismo globale e credevano in unideologia politica onnipervasiva,
aggiunge il losofo.
Ed era facile credere che il gioco funzionasse. Nel 2OO/ lIslanda era il
quinto Paese pi ricco al mondo per reddito procapite, disoccupazione
inesistente, crescita del Pil del 6 per cento annuo. Un sogno per i OOmi-
la abitanti di una nazione che ha sempre avuto uneconomia basata per
l8O per cento sulla pesca (). Eravamo ciechi di fronte agli apparenti
successi dei banchieri, erano ammirati e sostenuti dal nostro presidente
e da altre eminenti gure nella cultura e nella politica. Erava-
mo una nazione ignorante continua impietoso rnason ,
non sapevamo che cosa stava accadendo nella nostra societ
pesantemente consumistica e seguivamo la corrente. Questo
ci che la gente ha fatto anche in molti altri Paesi; noi lo
abbiamo solo portato alle estreme conseguenze. Il tutto ac-
compagnato da una nazionale mancanza di rispetto per leg-
ge e ordine, un tratto tipico dellIslanda, secondo il losofo.
Siamo una societ in cui il nepotismo largamente diuso
e dominano i favori personali e la contiguit tra gure che
dovrebbero essere distanti. Come chi lavora in banca e chi
negli organismi di vigilanza. Abbiamo un tasso di corruzione
endemica tale per cui mancano del tutto la determinazione e il distacco
professionali necessari per la regolazione eciente del sistema.
Ecco come accaduto che i pescatori si sono tramutati in squali.
Eppure non tutta colpa dellavidit, dice il professore. Perch? Sa-
rebbe una conclusione superciale. La nostra analisi ha enfatizzato la
relazione tra il sistema di premi e incentivi nelle banche e la condotta
02
IL PIL PARI A 12
MILIARDI DI EURO
OGGI COMPOSTO
PER IL 69% DA
SERVIZI, 24,6%
DALLINDUSTRIA, E
PER IL 5,5% DA PESCA
E AGRICOLTURA
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dei singoli banchieri. Per questo lavidit intesa come vizio morale non
va considerata un fenomeno primario ma il sintomo e un prodotto del
sistema sociale. Se ci riferiamo allavidit come a una caratteristica in-
dividuale, non spieghiamo niente. Bisogna collegarla a un contesto pi
ampio, tutti fattori motivazionali che avrebbero potuto essere regolati.
Cerchiamo di capire quali sono queste ragioni. La collusione pervasiva
tra la societ islandese e lingenua ducia dei funzionari pubblici nei
confronti della banche e della nanza spiega rnason : non abbiamo
riscontrato nessuna resistenza da parte della societ civile nei confron-
ti delle storie di successo raccontate dai banchieri; se cerano critiche
si reagiva con sospetto e irritazione. Il losofo non emette sentenze,
non era questo il compito della sua commissione. Per questo adesso
dice: Molti vorrebbero spiegare il crollo accusando un pugno di catti-
vi ragazzi nelle banche. Ma questa solo una parte della storia. vero,
ci sono stati individui in campo nanziario, amministrativo e politico,
che hanno mostrato negligenza e comportamenti biasime-
voli che andavano sanzionati duramente. Ma la lezione pi
importante da trarre sulla debolezza delle strutture sociali
e delle istituzioni pubbliche. Il comportamento di quei cat-
tivi ragazzi stato possibile grazie alla politica, ai media e
allapprovazione della societ.
Nel il bel gioco si rompe. Un anno dopo, la reazio-
ne politica. La cosiddetta rivoluzione delle pentole, tutti in
piazza a scacciare il corrotto Indipendence Party (). A capo
del Governo arriva Jhanna Sigurardttir, lesbica e prima
donna premier della storia del Paese. Ma il risveglio non sta-
to solo questo: Le tendenze nazionalistiche sono cresciute.
Ma mutato il richiamo identitario: prima eravamo vincitori,
ora vittime. Pi che imparare dal collasso e raorzare le no-
stre istituzioni democratiche diventato popolare credere che siamo
stati raggirati dagli altri Paesi. Ne sanno qualcosa inglesi e olandesi,
tra i principali investitori nelle banche fallite. Lo scorso aprile si sono
visti negare da un referendum la possibilit di avere un rimborso del
loro debito. Ed segno della stessa didenza il dicile percorso di av-
vicinamento alleuro: voluto dai politici ma contrastato da gran parte
dei cittadini, pescatori su tutti.
Che cosa possono imparare gli altri Stati dalla lezione islandese?
Non dovremmo permettere al settore nanziario di crescere cos tan-
to e senza il controllo degli organismi nazionali per la regolazione del
mercato. La crescita delle banche non stata un caso, dato che era parte
di unideologia del laissez faire adottata dal Governo, dice rnason.
Le conclusioni del gruppo di lavoro da lui presieduto sono state presen-
tate nel giugno . Il rapporto era lottavo volume dei risultati delle
indagini fatte dalla Sic, la speciale commissione dinchiesta sulla crisi.
Abbiamo ricordato che in una societ democratica i cittadini sono re-
sponsabili per i politici, sottolineando per che, a causa della debolezza
dei media, per i cittadini era davvero dicile essere informati su quello
che stava realmente accadendo. Guardando avanti, sar responsabilit
comune della nostra nazione costruire una societ democra-
tica ben funzionante, sottolinea il losofo.
Il Paese ha risposto con una riforma costituzionale per
certi aspetti rivoluzionaria: la Carta fondamentale scritta in
crowdsourcing. La prima costituzione scritta dai cittadini via
social network. suciente per dire che, a distanza di poco
pi di un anno dalla ne dellindagine, qualcosa cambiato?
Ci sono stati alcuni tentativi allinterno della pubblica am-
ministrazione, nelle categorie professionali e in molte com-
pagnie, di accrescere la consapevolezza e migliorare le pra-
tiche di lavoro. Sono stati introdotti codici etici e seminari
sulle buone pratiche, concede il losofo. Ma una nazione
non pu cavarsela con cos poco. Giudicando dallesterno,
dicile pensare che le cose siano davvero cambiate. Questo
comprensibile e, in un certo senso, prevedibile. Avevamo concluso
che la cultura era corrotta; non solo negli aari, ma anche nella politi-
ca e nella societ. Ci vuole molto tempo per cambiare una cultura, un
anno non basta.
03
UNA SALA CONCERTI
DA 1.800 POSTI
E UN PARCHEGGIO
SOTTERRANEO
PER 6.000 AUTO.
LA MEGA OPERA,
SIMBOLO DELLA
CRISI, HA SCATENATO
LA RABBIA DEI
CITTADINI
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