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LA LIBERTA FEMMINILE NON HA ANCORA TROVATO UNA CASA, MA VIVE ANCORA IN UNA STANZA!

5/26/12

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La violenza sulle donne non ha tempo n confini, endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia. Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, perch al di l di quello che tutti i giorni viene mostrato dai media il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro. Secondo lOms una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo.

LE CAUSE DELLA VIOLENZA


Determinate principalmente da un

FATTORE CULTURALE che vede

DONNA OGGETTO
propriet)

(come

Affermazione del dominio delluomo 5/26/12 Perdita del dominio

Perdita del dominio


dipende da:
CADUTA DEL SISTEMA PATRIARCALE

Donna pi emancipata sia socialmente sia economicamente


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Tutti gli uomini e tutte le donne sono soggetti alla cultura patriarcale ma alcuni agiscono comportamenti di violenza aggravata . Quali

spiegazioni sono possibili ?

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PSICOLOGICA E VERBALE:

Paternalismo:

Far credere alla donna di essere immatura, incapace di badare a se stessa, sottraendole ogni tipo di autorit e di autonomia. Le si fa credere che tutto ci sia una prova daffetto, dimodoch non si ribelli.
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Affettiva:

FISICA E SESSUALE
Molestie e stupri: la forma di violenza di cui le donne fanno pi fatica a parlare, eppure si verifica in diversi casi. Molte donne accettano rapporti sessuali che non desiderano purch luomo smetta di tormentarle. Lumiliazione che suscita nella donna, non altro che una variante della violenza mentale. Maltrattamenti: 5/26/12 La donna viene spinta,

ECONOMICA:

Dipendenza economica dalluomo:

Proibizione e impedimento alla donna di procurarsi un lavoro per ridurla ad uno stato di totale dipendenza economica. Le si lesina quotidianamente il necessario per se stessa e per la conduzione della famiglia.
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Indipendenza economica:

VIOLENZA ASSISTITA

Violenza effettuata su persone che siano di riferimento per il bambino

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IL BAMBINO PUO ESSERE VITTIMA INSIEME AL GENITORE AGGREDITO

DIVENTA OSSERVATORE 5/26/12ATTIVO O PASSIVO

NEL BAMBINO SI SCATENANO:


Comportament SINTOMI POSTFughe da REAZIONI: casa ali : VIOLENZA: Suicidio aggressivit e isolamento svogliatezza Uso di Sociali : sostanze delinquenza stupefacenti Emotivi : Rifugio depressione e nellalcool ansia Fisici :

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Il bambino IMPARA e PENSA che:


Colui che ti ama ti picchia Il pi forte vince Per raggiungere un fine bisogna usare la violenza Bisogna controllare le emozioni esclusa la rabbia Nella fase dellegocentrismo il 5/26/12 bambino pensa che sia colpa sua

IL CICLO DELLA VIOLENZA

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CONSEGUENZE PSICOLOGICHE
Dopo levento traumatico le donne presentano vari disturbi

PSICOLOGICI
Depressione Bassa autostima di se Negazione della realt Incapacit di prendere decisioni Acquisizione di comportamenti succubi

FISICI
Alcolismo Disturbi alimentari Tossico dipendenza

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STRATEGIA DI DIFESA

ATTIVA

PASSIVA

Nuova definizione Rassegnazione e accettazione del dellevento problema e risoluzione del (depressione) problema

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Buona autostima Placamento del Nuova immagine

L utilizzo di strategie passive o attive dipende da:

violenza o
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Come uscire dalla violenza?

CENTRI ANTIVIOLENZA In quasi tutte le regioni italiane


presente un centro antiviolenza. Sono associazioni che si danno come fine la lotta alla violenza sulle donne e sui minori. Questi possono garantire:

AIUTO PSICOTERAPEUTICO
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AIUTO E CONSULTO GIURIDICO

Individuare la violenza: Dare un nome alla violenza: Decolpevolizzare la persona: Rafforzare lautostima: Imparare a porre limiti: Analizzare la storia individuale:

AIUTO PSICOTERAPEU TICO

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INDIVIDUARE LA VIOLENZA
La prima tappa consiste nellammettere che si tratta di violenza . La maggior parte non immagina che ci che subiscono sia violenza. Per consentire a una persona di liberarsi dal plagio necessario farle capire in che modo caduta in trappola. In genere ci non per niente facile. Le vittime fanno fatica a 5/26/12 riconoscere che ci che hanno

DARE UN NOME ALLA VIOLENZA


Il terapeuta deve prendere posizione e dire con chiarezza che i comportamenti subiti non sono normali, pu scoprire distorsioni della comunicazione e dare un nome alla violenza. Per consentire alla vittima di uscire dal blocco emotivo non bisogna negare il maltrattamento.
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DECOLPEVOLIZZARE LA PERSONA
E necessario far capire alla persona che lo stato di impotenza in cui si trova non patologico. La tappa successiva per il paziente riuscire a esprimere che il comportamento non accettabile ed attribuirgli le responsabilit delle sue azioni.
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RAFFORZARE L AUTOSTIMA
Prendendo coscienza di aver subito abusi e di essere state manipolate,prima le persone descrivono un senso di vuoto e di inutilit, poi si interrogano. Bisogna lavorare sulla loro autostima. Le umiliazioni lasciano tracce incancellabili ma che possono essere superate se si accetta la propria storia.
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IMPARARE A PORRE LIMITI


Bisogner insegnare alla persona a porre limiti, a rifiutare situazioni che non le giovano. Questo per uscire dalla confusione e proteggere la propria intimit. Una volta che la persona ha indicato con fermezza i propri limiti il partner avverte di non potersi spingere oltre, tuttavia cercher di infrangerli. Dire non 5/26/12 voglio permette di riprendere il

ANALIZZARE LA STORIA INDIVIDUALE Quando la donna ha preso


coscienza della realt del maltrattamento e comincia a porre limiti si possono affrontare con lei i punti della sua biografia che lhanno resa vulnerabile.

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AIUTO E CONSULTO GIURIDICO


Purtroppo la giustizia non agisce mai abbastanza per tutelare le donne. Solamente negli ultimi anni sono state introdotte delle innovazioni legislative . Inoltre la donna viene preparata a rivedere laggressore in aula quindi a rivivere il trauma. La vittima viene aiutata a 5/26/12 ricordare pi dettagli possibili, in

Innovazioni legislative:

L. 66/1996 Norme contro la violenza sessuale. L. 269/1998 Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitu.
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L. 154/2001 Misure di contrasto

Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica,sessuale o psicologica nella loro vita.
v

Oltre il 90% non denuncia i soprusi.


v

Il 36,9% ha subito violenza psicologica da parte del partner.


v

La maggior parte di queste violenza arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri)
v

Solo nel 24,8%dei casi la violenza avviene da parte di uno sconosciuto.


v v

Si abbassa let

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In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner. Secondo i dati diffusi dalla Polizia di Stato nel 2006 sono state uccise 112 donne per mano del proprio partner. Le statistiche Istat ci dicono che 1 donna su 4 subisce violenza nella vita. Secondo un rapporto Eurispes del 2005 le violenze sono aumentate del 300% negli ultimi 9 anni. Nel 2010 le donne uccise in Italia sono state 127, il 6,7% in pi rispetto allanno precedente. Nel 67% dei casi, i delitti si sono consumati in famiglia. I dati, preoccupanti in particolare considerando la crescita dal 2005 a oggi, sono quelli della ricerca sul Femicidio 2010, realizzata dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e anticipata oggi alla stampa. Nella stragrande maggioranza dei casi, gli assassini sono stati i mariti (22%), i compagni e i conviventi (9%) e gli ex (23%), ma anche i figli (11%) e i padri (2%): uomini, insomma, con i quali le donne avevano una relazione molto stretta. I motivi che hanno armato le loro mani apparentemente sembrano i pi svariati. Spiccano lincapacit di accettare le separazioni (19%), la gelosia (10%) e la conflittualit (12%). Ma come sostrato culturale c il pensare la donna quale oggetto di propriet, privandola violentemente di uno spazio decisionale, individuale e attivo. Secondo la Casa delle donne di Bologna, il femicidio non il frutto di unazione improvvisa e imprevedibile, bens lepilogo di un crescendo di violenza, a senso unico. Questi dati, per quanto sottostimati (lindagine si basata solo sulla stampa nazionale e non d conto delle molte donne scomparse, dei ritrovamenti di donne senza nome o dei casi non ancora risolti a livello processuale), confermano che la violenza in famiglia una altissima causa di morte e che questa deve esser considerata solo lapice di altre 5/26/12 violenze subite e taciute, spesso per moltissimi anni.

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QUANDO DICO NO:

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