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L’età Napoleonica

L’età Napoleonica
Napoleone Bonaparte
Napoleone Bonaparte (1769-1821) è un
giovane ufficiale di origine corsa, senza
retroterra familiare di rilievo, che inizia la
carriera già durante la fase giacobina della
Rivoluzione:

Grazie alle sue sorprendenti doti


personali e militari riuscirà a:

» imporsi come uomo l’uomo forte


capace di ridare ordine e stabilità
alla Francia;
» controllare gran parte dell’Europa
continentale.

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La campagna d’Italia
Nel 1796 il Direttorio, che ha ripreso la guerra contro
l’Austria, affida al giovane generale il comando
dell’esercito nella campagna d’Italia.

Napoleone riesce a sconfiggere ripetutamente il


nemico e, nel giro di pochi mesi, ridefinisce l’assetto
politico della penisola.

Con l’appoggio dei giacobini italiani nascono le


cosiddette “Repubbliche sorelle”:
» la Cispadana (dicembre 1796);
» la Ligure (giugno 1797);
» la Cisalpina (luglio 1797).

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Il trattato di Campoformio
Nell’ottobre 1797 Napoleone firma con l’Austria il trattato di Campoformio, che sancisce
la fine della guerra.

Il risultato per i patrioti italiani, che hanno visto in Napoleone il “liberatore” della penisola,
è però deludente:
» Venezia, trattata come mera merce di scambio, viene ceduta all’Austria
in risarcimento della perduta Lombardia;
» l’Austria, in cambio, accetta l’occupazione francese del Belgio e
della zona sinistra del Reno e riconosce la neonata Repubblica cisalpina.

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La spedizione in Egitto
Sconfitta l’Austria, l’unico nemico della
Francia resta l’Inghilterra, che mantiene il
controllo dei mari.

Per bloccare i traffici inglesi verso le Indie, il


Direttorio organizza nel 1798 una spedizione
in Egitto, che viene affidata ancora a
Napoleone.

Il generale francese trionfa nella battaglia


delle Piramidi, ma la successiva vittoria della
flotta inglese ad Abukir rende impossibile
all’esercito francese il ritorno in patria.

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La seconda coalizione
Approfittando delle difficoltà francesi, le
monarchie europee danno vita a una
seconda coalizione antifrancese e
sconfiggono le truppe del Direttorio.

La guerra riprende anche in Italia: davanti


all’avanzata austriaca cadono le repubbliche
giacobine.

In particolare, si assiste al drammatico crollo


della giovane Repubblica partenopea, che
viene osteggiata dai “sanfedisti” (cioè
difensori della Santa Fede), realisti e fedeli
ai Borbone, guidati dal cardinale Ruffo.

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Il colpo di Stato del 18 Brumaio
A Parigi le sconfitte militari accelerano la
crisi politica del Direttorio, sempre più stretto
tra l’opposizione monarchica e i giacobini.

Mentre i francesi vengono cacciati dall’Italia


nell’ottobre del 1799, Napoleone riesce ad
aggirare il blocco inglese e torna in Francia.

Il 18 Brumaio (9 novembre) 1799 l’esercito,


con un nuovo colpo di Stato, assume il
controllo di Parigi utilizzando come pretesto
il rischio di presunti moti insurrezionali.

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Napoleone Primo console
Il Parlamento viene trasferito fuori Parigi per
motivi di sicurezza e Napoleone, forte della
sua immagine
di uomo d’ordine e comandante vittorioso,
assume i pieni poteri.

Abolito il Direttorio, infatti, l’esecutivo passa


in mano a tre consoli.

Il 25 dicembre 1799 viene approvata una


nuova Costituzione che mette il potere
legislativo sotto il controllo dell’esecutivo.

Napoleone diventa Primo console


(nel 1802 la carica diverrà vitalizia) e
assume anche il controllo dell’esercito.

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Gli anni del Consolato
Diventato console, Napoleone punta a rafforzare lo
Stato borghese sia contro le pressioni democratiche
giacobine sia contro le tentazioni di restaurazione
monarchica:
» sul piano amministrativo riorganizza lo Stato
in modo centralistico;
» riforma il sistema scolastico puntando sulla
formazione della classe dirigente;
» risana il bilancio dello Stato;
» stipula un Concordato per regolare i rapporti
con la Santa Sede.

Il suo capolavoro più grande, come statista,


è il Codice civile del 1804.

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La situazione internazionale
Poiché la stabilità interna è condizionata da
quella internazionale, Napoleone decide di
concludere le guerre intraprese
consolidando le posizioni francesi dopo gli
ultimi rovesci:
» riprende dunque la guerra in Italia
contro l’Austria (che ha violato gli
accordi di Campoformio) e la
sconfigge a Marengo (giugno 1800);
» stipula poi un accordo di pace ad
Amiens con l’Inghilterra (marzo
1802).

La pacificazione dell’Europa sembra ormai compiuta.

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Napoleone diventa imperatore
Nel marzo del 1804 viene sventata una congiura realista:

Napoleone allora fa approvare la Costituzione dell’anno XII e si proclama imperatore dei


francesi.

Questa decisione viene giustificata con la


necessità di mettere la Francia rivoluzionaria
definitivamente al riparo dalla restaurazione
borbonica e, quindi, dal ritorno all’Antico
Regime.

Il 2 dicembre 1804, nella cattedrale di Notre-


Dame a Parigi, Napoleone riceve la corona
imperiale dal papa, ma con un gesto molto
significativo se la pone sul capo da solo.

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Le coalizioni antinapoleoniche
A più riprese nascono nuove coalizioni antifrancesi,
ma Napoleone:
» esce sempre vincitore dalle varie
guerre;
» si accorda con lo zar per spartire
l’Europa in due aree di influenza;
» annette parte dell’Italia del Nord
e del Centro alla Francia;
» affida a membri della propria
famiglia i troni di Spagna, Olanda
e dell’Italia meridionale;
» divorzia, infine, dalla sua prima
moglie e sposa Maria Luisa
d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria.

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Il sistema napoleonico
L’assetto politico europeo viene profondamente modificato e nasce un “sistema
napoleonico” formato dagli Stati che ruotano nell’orbita della Francia, ormai egemone sul
continente.

Restano fuori dal sistema solo


l’Inghilterra e il grande Impero russo,
che subisce però ridimensionamenti
territoriali.

Per danneggiare economicamente


l’Inghilterra, rimasta sola a combattere
l’egemonia francese, Napoleone
impone il blocco continentale, che
vieta a tutti gli Stati il commercio con
gli inglesi.
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La campagna di Russia
Poiché lo zar Alessandro I infrange il blocco
continentale, nel giugno del 1812 Napoleone
decide di attaccare la Russia
e allestisce un formidabile esercito di 650.000
uomini.

I russi, però, di fronte alle truppe francesi


arretrano facendo terra bruciata alle loro spalle.

Arrivato a Mosca praticamente senza


combattere, Napoleone è costretto a ritirarsi dal
sopraggiungere dell’inverno.

Quando a novembre l’esercito francese lascia


la Russia è ridotto a soli 18.000 uomini affamati
e allo stremo delle forze.

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La sconfitta di Lipsia e l’esilio all’Elba
Approfittando della debolezza di Napoleone, nel 1813 gli Stati europei formano una sesta
coalizione e nella battaglia di Lipsia (16-19 ottobre) l’esercito francese viene per la prima volta
sconfitto in campo aperto.

Il 6 aprile 1814 Napoleone abdica e viene


esiliato all’isola d’Elba.

Sul trono di Francia viene chiamato Luigi


XVIII di Borbone (fratello di Luigi XVI) e i
confini della Francia tornano quelli del 1792.

Nel settembre del 1814 a Vienna si apre un


Congresso internazionale per normalizzare
la situazione dell’Europa.

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Waterloo e l’esilio a Sant’Elena
Nel 1815 Napoleone fugge dall’Elba e
rientra trionfalmente a Parigi, da dove riesce
a governare ancora per cento giorni.

Contro di lui, però, si forma la settima


coalizione, che il 18 giugno 1815 lo
sconfigge a Waterloo.

Napoleone viene esiliato sull’isola di


Sant’Elena, nell’Oceano Atlantico al largo
delle coste africane, dove muore il 5 maggio
1821.

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