Possiamo immaginare i motori di ricerca come delle sentinelle
del web. Ogni giorno questo spazio online – già molto pieno – è inondato di nuovi contenuti: immagini, video, testi e altro ancora. Il motore di ricerca deve conoscere tutto quello che il web contiene. E come fa? Analizzandolo. Esistono infatti i cosiddetti crawler o spider o robot che sono software del search engine in grado di scandagliare il web in modo automatico e osservare tutto quello che è presente, analizzandolo in base a determinati parametri. Indicizzazione L’indicizzazione è la fase successiva all’analisi. I crawler sparsi per il web analizzano i contenuti e contemporaneamente creano una copia di ciò che trovano nei loro vastissimi database indice. Creando una copia fanno indexing, ossia indicizzano i contenuti per potervi accedere in un secondo tempo nel più breve tempo possibile. Ranking o posizionamento Il ranking o posizionamento è la fase finale del lavoro del motore di ricerca. Consiste nell’attribuire un punteggio per parola chiave a ciascuna pagina del web di modo da poter stabilire un ordinamento. Fare ranking infatti significa ordinare, stabilire una graduatoria, dare un dato posizionamento a ogni contenuto del web in riferimento a una data query. In effetti quando digitiamo una query sul motore di ricerca, ad esempio una parola chiave oppure un’intera domanda – come avviene sempre più spesso quando la ricerca è vocale e avviene da mobile – il sistema ci restituisce le SERP, ossia le pagine con i risultati della ricerca. Al loro interno i link ai diversi siti sono ordinati in un ordine decrescente. Al primo posto si trova il contenuto che ha ricevuto il maggior punteggio di ranking per qualità, per aderenza alle regole SEO, per numero di visite e altro ancora. Via via troveremo nelle altre posizioni contenuti che hanno ricevuto un punteggio minore. Il funzionamento di tutte queste operazioni viene effettuato tramite l’applicazione di specifici algoritmi, che in sostanza sono le regole che il software che opera indicizzazioni e ranking segue per analizzare i contenuti trovati e dargli una graduatoria in riferimento a ciascuna query. Gli algoritmi vengono aggiornati continuamente, cosicché è quasi impossibile per gli utenti anche più esperti sapere esattamente come una certa pagina verrà indicizzata e posizionata nelle SERP. Inoltre non sempre in lingue diverse gli algoritmi vengono applicati in modo equivalente a quello che accade su un testo scritto in inglese, perché le differenze morfologiche, sintattiche e semantiche delle varie lingue possono portare gli algoritmi ad agire in modo non sempre uniforme. A complicare le cose, ultimamente ci sono una quantità di altri fattori che sono correlati a ciascun utente. Chi naviga online lascia cospicue tracce del suo comportamento, che vengono immagazzinate in cookie o altri sistemi di raccolta di dati. Per esempio, navigando nel web con Chrome dopo avere fatto l’accesso all’account Google, si dà modo ai sistemi dello stesso Google di assumere informazioni precise sui gusti, gli interessi, le abitudini, ecc. dell’utente che ha eseguito l’accesso e si è identificato. A questo utente verranno restituite SERP particolari in ogni ricerca effettuata, che dipendono dal suo comportamento online. Se per esempio cercando “scarpe” la prima volta si entra solo in un certo sito presente in seconda pagina delle SERP e vi si rimane a lungo senza cercarne altri, con ogni probabilità nelle ricerche successive che hanno a che fare con la stessa parola chiave questo sito potrà essere posizionato più in alto rispetto a come apparirebbe a qualsiasi altro utente. Google ha infatti imparato che a questo utente piace quel sito e glielo mostrerà con maggiore evidenza. Altri effetti derivano dalla posizione geografica dell’utente che effettua la ricerca. Da cellulare per esempio il sistema di georeferenziazione satellitare è in grado di rilevare la posizione esatta di un utente. Questa informazione viene prelevata anche dagli algoritmi di Google, che restituiranno SERP legate proprio al luogo in cui ci si trova. Chi cerca “ristoranti” e si trova a Pavia avrà una risposta diversa da Google rispetto a chi fa la stessa ricerca a Palermo: Google mostrerà subito i ristoranti della città in cui si trova l’utente. Se non si usa un cellulare ma si è al PC, il luogo geografico in cui ci si trova può essere desunto dall’indirizzo IP della connessione a Internet, che identifica il punto fisico in cui ci si connette in Rete. Un ultimo aspetto che influenza il posizionamento è il dispositivo utilizzato per effettuare la ricerca: la stessa parola chiave può dare esiti differenti se si usa un cellulare o un PC. Questo perché Google valuta anche il modo in cui i siti vengono visualizzati nello schermo di un cellulare. Può succedere che uno stesso sito abbia un eccellente posizionamento rispetto a una certa parola chiave quando si fa una ricerca da PC, mentre si trovi molto più in basso nella SERP quando si cerca la stessa parola chiave con uno smartphone, perché il sito in questione non è ottimizzato per essere visitato con i browser per mobile.
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