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Jürgen Habermas

Sociologia dei Processi culturali

A.A. 2021-2022
La vita (I)

 J. Habermas nasce a Düsseldorf nel 1929

 Studia a Gottinga, Zurigo e Bonn, dove nel 1954 si laurea con una
Tesi sulla filosofia di Schelling

 Nel 1961 consegue a Marburgo l’Abilitazione e si reca a insegnare


Filosofia ad Heidelberg, dove terrà la cattedra fino al 1964
La vita (II)

 Dal ‘64 al ‘71 è docente di Filosofia e Sociologia a Francoforte

 Nel 1981 esce la Teoria dell’agire comunicativo

 Nel 1983 torna a Francoforte, da cui si era allontanato, e vi diviene


Professore emerito nel 1994
Scienze della natura
e scienze dell’uomo

 Habermas distingue tra scienze della natura e scienze dell’uomo

 Le scienze della natura sono mosse da un interesse tecnico verso


l’esteriorità agire strumentale

 Le scienze dell’uomo sono il luogo dell’interpretazione, dell’intesa


reciproca, e tradiscono se stesse se promuovono un sapere utile al
controllo e alla manipolazione delle interazioni umane attraverso le
ingerenze della tecnica agire comunicativo
La specificità dell’umano
e del sociale

 La razionalizzazione, infatti, secondo Habermas agisce in modalità


specifiche:
 a livello tecnico
 a livello economico
 a livello sociale

 La legittimità di ogni modalità di azione dipende dall’applicarsi della


razionalizzazione ad ambiti altrettanto specifici: la logica tecnico-
economica non può invadere la sfera umana e sociale, violando
l’ambito del discorso finalizzato alla intesa reciproca
Veritas, non auctoritas facit legem

 In Teoria e critica dell’opinione pubblica Habermas ricostruisce la


genesi dell’opinione pubblica:
 attraverso la riunione in spazi privati di incontro come caffè, club,
circoli, si delineò un «luogo» indipendente dallo Stato e dalla famiglia;

 il borghese vi assunse la percezione di essere un individuo libero, e nelle


interazioni comunicative il criterio di legittimità venne a fondarsi sulla
forza dell’argomento;

 l’opinione privata del singolo si trasformò in pubblica attraverso il


confronto razionale con le opinioni altrui
Linguaggio e comunicazione

 In gioco, in questo frangente, vi sono le regole che governano la


comunicabilità di un contenuto, dunque acquista un ruolo
preminente la competenza comunicativa

 La comunicazione è interattiva e pragmatica, nonché dominata


dalla logica dell’intesa

 La normatività interna al linguaggio è identificabile attraverso tre


pretese di validità: verità, sincerità e correttezza
Teoria dell’agire comunicativo

 In Teoria dell’agire comunicativo Habermas individua due specifici


ambiti, quello dei sistemi sociali (agire tecnico-strumentale per il
successo) e quello dei mondi della vita (agire comunicativo per
l’intesa)

 Habermas identifica tre principi sociali di organizzazione


riconducibili a tre fasi dello sviluppo sociale: centralità delle
strutture di parentela; progressivo affermarsi dello Stato; sviluppo
dell’economia di mercato e dell’impresa capitalistica razionalizzata

 Il rischio più grande rimane comunque la colonizzazione del mondo


della vita ad opera della logica dei sistemi sociali
La democrazia deliberativa
 Nel tentativo di definire un modello di democrazia capace di garantire
autonomia ai mondi della vita, Habermas fa presente che la
razionalizzazione passa sempre attraverso un processo di
universalizzazione che superi i particolarismi

 Il principio U è il principio di universalizzazione: una norma morale


è valida se potenzialmente accettata da tutti sul piano delle
conseguenze di una sua applicazione universale

 Il principio D: sono valide le norme d’azione potenzialmente


approvate da tutti gli interessati all’interno di un discorso razionale. È
il principio democratico della democrazia deliberativa, che si
configura come una grande arena pubblica nella quale tutti i cittadini
partecipano alla definizione di ciò che è bene per la propria vita in
comune
Un nuovo illuminismo

 Il progetto illuministico proposto da Habermas è un progetto


pubblico, a differenza dell’idea di T. Adorno

 Illuminista è colui che sappia usare la sua ragione


pubblicamente, uscendo così dallo stato di minorità (Kant)

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