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Don Milani e una

proposta pedagogica
contro corrente
Responsabilità e impegno
civile dal Mugello al mondo
Italo Fiorin considera Don
Milani un “rivoluzionario”

- Secondo voi perchè?

- Cosa sappiamo del Priore?

- Quale Il suo messaggio?

- Quale era la struttura della


scuola di ieri?

E quella di oggi?
La scuola al centro
Don Lorenzo inizia la sua
esperienza scolastica a San
Donato:

I primi anni della scuola sono


stati molto difficili. (…) Qui a san
Donato, dopo 6 anni, la scuola
s’è abbastanza affermata
nell’opinione pubblica da far
considerare furbi quelli che
lasciano il gioco per la scuola e
non viceversa come si pensava
qualche anno fa. (Esperienze
Pastoriali)
Don Milani…le
motivazioni della notorietà

Come mai un prete di campagna diventa


ispiratore e modello per la scuola italiana?
San Donato - Calenzano
Don Milani riceve il suo primo incarico. Inizialmente si dedica ai
giovani anche attraverso dimensione ludica…ma capisce che così
non va…
Decide di aprire un dopo scuola, rivolto ai figli dei
contadini e degli operai: “Devo tutto quello che so ai
giovani operai e contadini cui ho fatto scuola…. Io ho insegnato
loro soltanto a esprimersi mentre loro mi hanno insegnato a
vivere….. Io non era così  e perciò non potrò mai dimenticare
quel che ho avuto a loro” (p. 235)

Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e


come faccio a averla piena. ……Sbagliano la domanda,
non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per
fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter
far scuola. ……Bisogna aver le idee chiare in fatto di
problemi sociali e politici. Non bisogna essere
interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dell’ansia di
elevare il povero a un livello superiore. Non dico a un
livello pari a quello dell’attuale classe dirigente. Ma
superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più
Quale idea di scuola?
Bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero ad un livello
superiore. Non dico a un livello pari dell’attuale classe dirigente.
Ma superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più di
tutto.
(Esperienze pastorali pag. 239)

Nel 1952-53 avevo ormai superato ogni interiore


esitazione: la scuola era il bene della classe operaia, la
ricreazione era la rovina della classe operaia…..” (p.128)

Da quel che abbiamo detto sul dislivello culturale tra


classe e classe, discende la necessità di ordinare le
nostre scuole parrocchiali con criteri rigidamente
classisti. A noi non interessa tanto colmare l’abisso di
ignoranza quanto l’abisso di differenza. Se noi
aprissimo le nostre scuole, conferenze, biblioteche
anche ai borghesi verrebbe dunque a cadere lo scopo
stesso del nostro lavoro. Si accettano forse i ricchi alle
nostre distribuzioni gratuite di minestra? Il classismo in
questo senso non è dunque una novità per la Chiesa”
La mia è una parrocchia di montagna.
Quando ci arrivai c’era solo una scuola
elementare. Cinque classi in un’aula
sola. I ragazzi uscivano dalla quinta
semianalfabeti e andavano a lavorare.
Timidi e disprezzati. (lettera ai giudici)

Barbiana quando arrivai, non mi sembrò


una scuola. Né cattedra, né lavagna, né
Barbiana e don
banchi. Solo grandi tavoli intorno a cui si
faceva e si mangiava. Lorenzo
Il fatto:
a Barbiana arriva
un articolo di
giornale, nel
quale i cappellani
militari si
scagliano cntro
l’obiezione di
coscienza
Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi
piacciono queste divisioni. Se voi però avete il
diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri
allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho
Patria e reclamo il diritto di divider il mondo in
diseredati e oppressi da un lato, privileggiati e
oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria,
gli altri I miei stranieri. E se voi avete il diritto,
senza essere chiamati dalla Curia, di insegnare
che italiani e stranieri possono lecitamente, anzi
eroicamente squartarsi a vicenda, allora io
reclamo il diritto di dire che anche i poveri
possono e debbono combattere i ricchi. E almeno
nella scelta dei mezzi sono migliori di voi: le
armi che voi approvate sono orribili machine per
uccidere, mutilare, distruggere fare orfani e
vedove. Le uniche armi che approve io sono
nobili e incruente: los ciopero e il voto (Lettera ai
cappellani militari)
 I problemi diventano oggetti di
approfondimento ed incontro con la realtà.
 La parola rende uguali: ogni parola, così
come idea viene studiata
 Non c’è ricreazione
Lo stile della  I tempi sono dilatati: a scuola ci si va 365

scuola di giorni all’anni, 7 a settimana per 12 ore al


giorno

Barbiana  Tutti hanno diritto a dire la propria opinione.


È un’educazione al pensiero critico
 Si hanno due grandi fari: il Vangelo e la
Costituzione
 A Barbiana si prende posizione: i ricchi e i
poveri non sono uguali
Poichè malato il Priore invierà una
lettera ai giudici, senza recarsi a
processo. Anche questa situazione
diventa occasione di studio e
sviluppo del pensiero critico
La scuola
A questo punto mi occorre spiegare il
problema di fondo di ogni vera scuola. E
siamo giunti, io penso, alla chiave di questo
processo, perché io maestro sono accusato
di apologia di reato cioè di scuola cattiva.
Bisognerà dunque accordarci su ciò che è
scuola buona.
La scuola è diversa dall’aula del tribunale.
Per voi magistrate vale solo ciò che è legge
stabilita. La scuola invece siede tra il
passato e il futuro e deve averli presenti
entrambi.
È l’arte delicata di condurri I ragazzi su un
filo del rasoio: da un lato formare in loro il
senso della legalità (e in questo somiglia
alla vostra funzione), dall’altro la volontà di
leggi migliori cioè il senso politico (e in
questo si differenzia dalla vostra funzione).
A Barbiana arrivano maestri,
politici, intellettuali, industriali,
diplomatici

Ad alcuni di loro viene permesso di parlare,


altri possono solo ascoltare. Con pochi Don
Lorenzo intrattiene scambi che rimangono
nel tempo.
È forse l’opera più
nata della scuola di
Barbiana.
Inizia così…
Questo è un invito ad
organizzarsi

Cara signora,
Lei di me non si ricorderà nemmeno il nome.
Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato
spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell’istituzione
che chiamate scuola, ai ragazzi che
«respingete».
Ci rispingete nei campi e nelle fabbriche e ci
dimenticate.
Un atto d’accusa alla scuola di ieri (e a quella
di oggi?)
Diviso in parti:
1. La scuola dell’obbligo non può bocciare
2. Alle Magistrali bocciate pure ma…
Le riflessioni sono accompagnate da dati statici. Gli studenti hanno fatto
una ricerca vera
Dimostrano una realtà interessante: ad essere bocciati sono sempre e solo,
i figli dei poveri
Una proposta conceta pp 81
Il problema però non è come sembra…
Perché bisogna studiare? Pp 132-133
Perché dopo Attualità dei problemi
oltre 50 anni Forza del messaggio – chiarezza
espositiva
parliamo ancora Coerenza del messaggio
dell’esperienza Impatto sulla scuola società italiana

di Barbiana?
 La scuola ha un problema solo. I ragazzi
che perde. La vostra “scuola 
dell’obbligo” ne perde per strada
462.000 l’anno. A questo punto gli unici
Attualità dei incompetenti di scuola siete voi
(insegnanti) che li perdete e non tornate
problemi a cercarli.

Oggi: almeno 150 mila studenti l’anno si


perdono per strada….
• Ho insegnato che il problema
degli altri è uguale al mio.
Sortirne tutti insieme è la politica.
Forza del messaggio Sortirne da soli è l’avarizia.
chiarezza espositiva
• Se si perde loro (gli ultimi) la
scuola non è più scuola. E’ un
ospedale che cura i sani e
respinge i malati.
• La lotta di classe quando la fanno i
signori è signorile. Non scandalizza né
preti né i professori che leggono

Coerenza
l’Espresso.”
• Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la
del politica è tutt’uno. Non si può amare
creature segnate da leggi ingiuste e non

messaggio volere leggi migliori.


• «Non si mangia il pane bianco nelle vie
dei poveri»
Impatto sulla scuola società italiana

• Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come


vuole amare se non con la politica o con la scuola? Siamo
sovrani. Non è più tempo delle elemosine, ma delle scelte.

• Il più vecchio dei maestri aveva sedici anni. Il più piccolo dodici e
mi riempiva di ammirazione.
Milani L., Esperienze pastorali, LEF,
Firenze
Milani L., L’obbedienza non è più una
virtù, LEF Firenze
Scuola di Barbiana, Lettera a una
professoressa, LEF Firenze
Scuola di Barbiana, La parola fa uguali,
LEF Firenze
Landi P., La repubblica di Barbiana. La
mia esperienza alla scuola di don Lorenzo
Milani, LEF Firenze
Gesualdi M, Don Lorenzo Milani L’esilio
di Barbiana, San Paolo Editore, Roma

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