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FEDERICO II

Piccola introduzione :
Federico 2 di Svevia nasce da Enrico VI di Svevia e
Costanza d’Altavilla a Jesi. L’età avanzata della
madre provocò un certo scetticismo circa la
gravidanza. Federico II divenne re di Germania,
d’Italia, di Gerusalemme e di Sicilia. A Napoli fondò
un’Università, che fu la prima università statale del
mondo occidentale. Attingendo al suo patrimonio
personale fondò molte altre scuole nel suo Regno,
per permettere anche ai più poveri di istruirsi.
Federico II ha una delle storie più affascinanti della storia
medievale. Ultimo imperatore che tentò di costituire un impero
universale che riunisse tutti i domini dell'Europa occidentale.
Aveva una Personalità forte e poliedrica, capace di parlare sei
lingue, cultore delle arti e della poesia, promotore di ideali di pace
e tolleranza, venne chiamato da molti suoi contemporanei “stupor
mundi”.
Aspetti politici e culturali del regno di Federico II

Lui soggiornò poco in Sicilia e la splendida


corte sveva di Palermo. Il re amava definirsi
pugliese ed il dialetto che la scuola poetica
siciliana elevò al rango di lingua letteraria
ovvero il volgare illustre parlato dai colti della
cui esistenza viene citata anche da dante nel
De vulgari eloquentia

Gli interessi culturali di Federico II vanno


chiariti. La cultura per Federico II non fu fine a
se stessa, ma strumento di governo, infatti
essa non usciva fuori dalle concezioni
Castel del Monte, una delle dimore
politiche, economiche e sociali del Medioevo,
preferite di Federico II
compresa anche la concezione dell’impero
universale e dell’ordine piramidale e feudale
della società, mirato a consolidare il consenso Le forme di cultura erano disciplinate, ecco perchè le libere
e la fedeltà di una classe dirigente che manifestazioni erano ritenute pericolose, perchè potevano
perturbare l’ordine costituito. Esse furono proibite da esplicite
garantisse continuità e stabilità al governo.
disposizioni contenute nelle “Assise” di Messina del 1221,
che prevedevano anche pene severe per i trasgressori.
Federico II e la sua Corte

Senza discriminazione di razza e di fede, la sua Corte accolse


tutti i principali uomini di cultura che in quel momento erano
portatori delle teorie di maggiore avanguardia, attingendo
soprattutto dalle più avanzate scuole d’Oriente; tant’è che i
cronisti medievali e gli scrittori di ispirazione cattolica lo hanno
più volte definito un Musulmano battezzato. Questi
atteggiamenti condussero Federico II a circondarsi di illustri
matematici come Leonardo Fibonacci e di studiosi della
nascente astronomia come Michele Scoto; ed anche di musici,
medici, legislatori, filosofi... Nel 1224 fondò l’Università di
Napoli, fonte di scienze, seminario di dottrine, crocevia
culturale del Regno di Sicilia; ma essendo la prima istituzione
statale e laica, libera da ingerenze confessionali, riuscì ad
attirare docenti da ogni parte dell’Impero, fra i quali gli insigni
giuristi Benedetto da Isernia e Roffredo di Benevento.
L’aspetto letterario di Federico II

Federico II raccolse attorno alla Magna Curia la scuola


che fu detta siciliana, alla quale lo stesso Dante
riconoscerà la priorità storica nel poetare in lingua
volgare e nella formazione del nostro linguaggio poetico.
In realtà questa scuola non ha molto di strettamente
siciliano. Questo fatto va peraltro ascritto a maggior
merito dell’Imperatore che seppe accogliere ed integrare
letterati di varie provenienze geografiche; Le liriche
espresse da questa corrente poetica parlano di amore,
lamentano la lontananza dell’amata, celebrano la sua
bellezza. Esse si articolano con una metrica nuova,
raffinata: Jacopo da Lentini è considerato l’ideatore del
sonetto, adottato da allora per oltre sette secoli.
All’Imperatore stesso sono state attribuite tre liriche:
Dolze mio drudo, De la mia disianza e Sospiro e sto ‘n
racura.

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