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LA FELICITÀ: IL SIGNIFICATO

ETIMOLOGICO
L A P A R O L A F E L I C I T A ’ D E R I VA D A L G R E C O
EUDAIMONÌA 'FELICITÀ, BENESSERE', COMPOSTO DA
EU 'BUONO' E DAIMON 'GENIO, DEMONE'.
IL CONCETTO DI FELICITÀ NELLA
FILOSOFIA
 Antica  Moderna
Con la filosofia socratico-platonica e poi con Nell’età moderna, la felicità si deve invece trovare
quella aristotelica la felicità viene dissociata dalla individualmente. Dunque il messaggio è: che
fortuna e legata alla virtù, fondata sulla capacità ciascuno se la cerchi da sé. Dei filosofi moderni,
dell’individuo di svincolarsi dalle maglie della Hobbes ritiene che la felicità è avanzare con minimi
necessità e del destino e di affermare liberamente impedimenti verso traguardi avanzati. La felicità
la sua aspirazione al “bene”. moderna è infatti in movimento, è dinamica.
Questi filosofi greci hanno ritenuto, dunque, che L’uomo è un essere che vive prima di
gli uomini potessero sottrarsi alla imprevedibilità tutto la realtà terrena, ed essa assume maggiore
della sorte e diventare ‘custodi’ di se stessi rilevanza
progettando e costruendo una vita moralmente rispetto all’aldilà. Vennero esaltati il piacere, il
buona, ispirata a ideali di moderazione e denaro e la gioia.
contenimento razionale dei desideri e delle
passioni: si è felici solo se si agisce bene, se cioè,
Dopo secoli di immaterialismo la vita sembrò
operando mediante azioni e intenzioni virtuose, si riacquistare la concretezza ed un significato in sé.
merita la felicità.
La felicità è collegata al comportamento ovvero
uno stato che viene raggiunto con atteggiamenti
conformi a ciò che è eticamente giusto ed è
«bene».
I PENSIERI DI EPICURO E NIETZSCHE
SULLA FELICITA’
« il piacere è principio e fine della vita beata » « Che cos’è la felicità? Il sentimento che
lettera a Meneceo. la potenza cresce , che un ostacolo viene
Epicuro è il filosofo greco che è più collegato al superato. Non contentezza, ma più
concetto di felicità e di piacere, ovvero l’unica potenza; non pace in generale, ma guerra;
sorgente della felicità è il piacere, inteso come
non virtù, ma eccellenza.»
assenza di dolore (in greco aponia) e l’assenza
di turbamento dell’anima (atarassia). Una vita La felicità non è il benessere.
felice è quindi una vita non volta ad inseguire Quest’ultimo, se inteso come il semplice
piaceri fugaci ma una vita, indirizzata verso “stare bene”, non soffrire, non avrebbe
piaceri naturali e necessari che, la rendono nulla a che vedere con la felicità. Non
serena e duratura. La felicità è qualcosa che è essere affetti da alcun dolore o riuscire a
perseguibile da tutti in quanto tutti desideriamo vivere senza intoppi, non dipende da noi,
di essere felici e questo spinse Epicuro ad
accogliere nella sua scuola schiavi e donne per
ma dalla casualità degli eventi e cioè dal
la prima volta e per questo fu molto criticato dai fattore della fortuna.
suoi contemporanei. L’uomo per essere felice deve elevarsi
sopra se stesso superando i propri limiti e
le proprie debolezze.

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