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Politica di coesione e governance multilivello

M.BAUM D.MAREK 2014


PRINCIPIO DI PARTNERSHIP NELLE
POLITICHE DI COESIONE
• Coinvolgimento di attori sub statali e non governativi per le politiche
di coesione UE
• Dialogo più intenso tra livello comunitario, statale, territoriale e
società civile
• Coprire tutto il ciclo di policy making
• Legato al principio di sussidiarietà
• Ragioni: 1) maggiore trasparenza
2) politiche di maggiore qualità
3) migliore utilizzo dei fondi di coesione
4) includere attori a conoscenza delle priorità e problemi del
territorio
STORIA
• Principio voluto fortemente dalla commissione dal 1965, opposizione
statale
• Inserito nel ciclo 1989-1994 (partecipazione livello regionale)
• Ciclo 1994-1999 vengono consultati attori socioeconomici
• Ciclo 2000-2006 c’è l’inclusione di ogni organizzazione non
governativa che rappresenti la società civile
• Ciclo 2007-2013 è stato istituito un codice di condotta con le «best
practices» che gli stati devono rispettare nel processo di dialogo
DIFFERENZE STATALI
NELL’APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO
• Non rispettato allo stesso modo da tutti gli stati membri :
• Cause: 1) struttura dei governi
2) tradizione governativa
3) capacità negoziale e governativa degli enti sub-statali
• Gli stati con un impianto federale o regionalistico (Germania, Austria,
Belgio, Italia, Svezia, Finlandia) hanno meglio recepito il principio
• Altri stati con tradizione centralista (UK, Irlanda, Grecia, Portogallo,
paesi dell’est) hanno faticato molto di più nel metterlo in pratica
LE DUE DIMENSIONI DEL PRINCIPIO DI
PARTNERSHIP
• Dimensione verticale: cooperazione tra lo Stato e gli altri livelli
territoriali sub statali
• Dispersione decisionale nei vari livelli territoriali (Governance
multilivello)
• Creazione di enti territoriali ove non esistenti
• Dimensione orizzontale: cooperazione tra stato, enti non governativi e
associazioni della società civile
UN PERCORSO IN DIVENIRE
• 1989-1994 Non tutti gli stati membri avevano livelli regionali, ove
presenti essi potevano scegliere con chi negoziare
• Solo un terzo degli stati rispettava il principio di partnership
• Ai territori poveri senza rappresentanza territoriale era impedito di
negoziare ed utilizzare i fondi comunitari ad essi devoluti
• Le regioni ricche e con potere politico trassero grande giovamento
dalla partnership
UN PERCORSO IN DIVENIRE
• 1994-1999 maggiore coinvolgimento degli attori sub statali
• Stati iniziano a delegare a livelli inferiori competenze prima
centralizzate (Governance multilivello)
• Nonostante ciò sono ancora gli stati a decidere gli enti coinvolti nel
processo di programmazione dei fondi strutturali
• 2000-2006 estesa la dimensione orizzontale della partnership
( soprattutto associazioni ambientaliste e gender equality)
• Inclusione di nuovi membri entrati nell’UE nel 2004
UN PERCORSO IN DIVENIRE
• Ciclo 2007-2013 ulteriore decentralizzazione territoriale, ruolo
sempre più attivo delle regioni in sede Europea
• Ciclo 2014-2020 Redatto il codice di condotta e best practices da
parte della commissione, per controllare dialogo stato-regioni
• IV rapporto economico sociale e di coesione territoriale 7/2014 il
dialogo con i partner è di certo aumentato ma non è ancora
sufficiente
GOVERNANCE MULTILIVELLO
• Le politiche di coesione con il principio di partnership hanno
modificato la politica domestica degli stati
• Hanno implementato l’importanza, l’expertice e la capacità negoziale
delle regioni
• Motivi: finanziamenti diretti, creazione enti o potenziamento degli
stessi
• Devoluzione di poteri e competenze a livelli inferiori
• Stato da centralizzato e gerarchico diventa sempre più decentrato e
aperto alla partecipazione nel processo decisionale
MARKS E L’EUROPA DELLE REGIONI
• Ruolo maggiore delle regioni
• Devoluzione potere e competenze da parte dello stato, EROSIONE
SOVRANITA’
• LIVELLO REGIONALE
• LIVELLO COMUNITARIO
• Altri autori sostengono che gli stati sono sempre i gatekeeper e che
possano controllare la politica regionale
• Causa della disomogeneità nei diversi stati membri del principio di
partnership
DIMENSIONE VERTICALE
• Precondizione per avere i fondi di coesione è avere un livello
regionale (almeno NUTS 2)
• La commissione non specifica la natura di questi enti (eletti
democraticamente come anche enti puramente amministrativi)
• Questo ha inevitabilmente modificato il potere e le competenze dello
stato, sviluppando la governance multilivello e riducendo il potere
degli stati centrali, avvicinando l’Europa a un modello più regionalista
• Il percorso è comunque ancora in divenire in quanto la presenza
statale è comunque forte e il suo veto rallenta questo processo
DIMENSIONE ORIZZONTALE DEL
PRINCIPIO DI PARTNERSHIP
• Cooperazione tra lo stato, enti non governativi ed elementi della società civile
(sindacati, camere di commercio, industria, agricoltura)
• Processo iniziato dal ciclo 1994-1999
• Applicazione con numerose differenze tra gli stati membri
• Cause: 1) Sistema istituzionale (centalismo vs corporativismo) (Bache)
2) tradizione amministrativa
3) capacità di influenza di questi soggetti
• Stati del sud e dell’est sono fortemente penalizzati rispetto agli stati con una
tradizione corporativista presente (stati scandinavi)
CONCLUSIONI
• Vista la forbice nell’apprendimento del principio della partnership (sia
verticale che orizzontale) non si può ancora parlare di un principio
ben recepito e predominante nella politica comunitaria
• Stati che hanno appreso meglio (livello regionale forte ed influente,
società civile vibrante)
• Stati che non hanno ancora recepito (stati recentemente
decentralizzati, con società civile debole e ininfluente)
• Non è ancora possibile parlare di Europa delle regioni nonostante ci
siano stati enormi passi in avanti dal 1989

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