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Mario Colombo

FOIBE
QUELLO CHE ABBIAMO DIMENTICATO

Ass. Nazionale Partigiani dItalia


Ente Morale D.L. 224 del 5 Aprile 1945

A.N.P.I.

Gorla Minore & Maggiore Provincia di Varese


ennis3@alice.it

25 Aprile 2012

Rileggere il passato per costruire il futuro, questo il motivo di questa pubblicazione. Mentre in questi ultimi mesi siamo stati testimoni a una campagna tesa a stravolgere alcuni punti della nostra storia, a cancellare il significato della lotta di liberazione, ovvero dare una nuova interpretazione della Storia Italiana di questo secolo, tentando di riqualificare il regime fascista e la repubblica Sociale Italiana, e contemporaneamente delegittimare la Resistenza, ad esempio sulla questione delle foibe, per citare uno degli innumerevoli casi, non solo la stampa nazionale, ma anche autorit politiche ed istituzionali non sempre si esprimono in termini precisi sia sotto il profilo storico sia sotto quello dellinformazione, un esempio, sul caso foibe, la grande maggioranza della stampa, la radio e la televisione hanno fornito e continuano a fornire notizie distorte non rispettose della verit storica. Per questo siamo spinti dallesigenza di pubblicare questi documenti con una breve bibliografia essenziale a dimostrazione della impossibilit morale e storica della pretesa di mettere sullo stesso piano aggrediti e aggressori o torturati e torturatori, a denuncia del tentativo di strumentalizzare dopo sessantanni una tragedia le cui origini vanno ricercate e non ignorate. Concludendo, per parte nostra vogliamo riaffermare ancora che necessario rivolgersi alla Resistenza, ai suoi valori Storici, al suo messaggio, non solo per impedire che ne sia deturpata la memoria, ma per garantire con sicurezza lavvenire Democratico dellItalia.

Mario Colombo

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- FOIBE QUELLO CHE ABBIAMO DIMENTICATO


Foiba deriva dal latino fovea, parola che significa fossa. Ha assunto il terribile significato che ha oggi soltanto dopo la seconda guerra mondiale, quando centinaia di abitanti della zona di Trieste, della Dalmazia e dellIstria vennero infoibati, ovvero gettati in queste cavit naturali a forma di imbuto rovesciato, le foibe presenti in questa zona, arrivano a profondit di circa 200/300 metri e nascondono al loro interno tenebre, abissi tortuosi, gallerie e fiumi sotterranei che ne hanno causato lerosione. Non tutte le foibe, per, erano cavit naturali. La pi tristemente famosa, infatti la foiba di Basovizza, era nata come un pozzo scavato nei primi anni del 900 alla ricerca di carbone e profonda 256 metri. A poco a poco abbandonato, a causa dellinutilit di tali ricerche, gli abitanti avevano iniziato ad utilizzarlo come discarica, facendo scomparire al suo interno oggetti ingombranti, difficili da eliminare. Le foibe iniziarono ad avere collegamenti con la guerra gi nel primo conflitto mondiale, quando gli austriaci vi gettarono detriti, cannoni inutilizzabili, carcasse di cavalli ecc. Negli anni 1943 e 1945 in questa localit trovarono la morte molti italiani abitanti nella zona, uccisi in modo terribile, legati tra loro da catene e filo di ferro venivano spinti sullorlo dellabisso, una scarica di mitra uccideva alcuni, mentre gli altri, ancora vivi, precipitavano per centinaia di metri e arrivavano al fondo, magari senza trovarvi la morte istantaneamente. Fu un terribile massacro del quale si sempre parlato poco. Il perch non difficile da capire, stava nascendo la guerra fredda, inglesi e americani speravano solo a staccare definitivamente Tito dallinfluenza sovietica. Cos tutti tacquero, pur per motivi diversi, ma strettamente legati ad una specie di real politik che suggeriva di non sollevare troppi problemi sia agli inglesi e americani e alla stessa Unione Sovietica. Cera stata anche la vicenda delluccisione dei partigiani che si batterono per lintangibilit dei confini italiani e quelli che invece, volevano dar mano ad ogni costo, allannessione di queste terre al regime Iugoslavo di Tito. La tragedia delle foibe e dei profughi giuliani e dalmati, (1) scivol via, tra le pieghe della storia. Dunque terre contese dai vari nazionalismi, e dalla prepotenza risalente fin dalla fine della prima guerra mondiale. Cos, Croazia e Slovenia, Dalmazia e Montenegro, subirono la violenta aggressione, negli anni venti del cosiddetto fascismo di frontiera che impose, arrest, obblig, per ottenere la snazionalizzazione totale dei non italiani. Fu un dramma terribile che nessuno dimentic pi. Con la seconda guerra mondiale e loccupazione italo-tedesca, la situazione precipit ulteriormente, fino al nascere dei partigiani e della resistenza iugoslava. Poi dopo lotto settembre 1943, molti militari italiani si unirono ai titini per combattere contro i nazisti. Ma sul finire del conflitto mondiale, i soldati di Tito occuparono le zone italiane e fu la strage delle foibe. Niente pu e deve giustificare quei massacri terribili, ma quel che era accaduto prima, pu, comunque, aiutare a capire, spiegare, far chiarezza, rimane anche un preciso dovere di lealt e verit, un modo pulito e giusto di fare storia. In Italia per il 10 febbraio di ogni anno, stato fissato un giorno del ricordo per gli esuli che dovettero abbandonare le loro case e per gli straziati nelle foibe. E giusto ricordare questo, ma non dobbiamo far finta di non sapere o di non capire il dolore degli altri e di cosa

il fascismo italiano si rese responsabile, prima negli anni venti e poi durante loccupazione nella seconda guerra mondiale. Ovviamente, nessun crimine pu essere ridotto o giustificato con un altro, ma la terribile verit sulle foibe ha la sua contestualit storica, che non dobbiamo trascurare se davvero desideriamo parlare della verit e se cerchiamo che quella verit confermi e nobiliti i nostri dispiaceri. Perch le falsificazioni e le omissioni umiliano e offendono. Il quotidiano Il Piccolo (5 IX 2001) di Trieste riporta la testimonianza dellebreo Raffaele Camerini classe 1924, era ai lavori forzati in Istria alla vigilia della capitolazione dellItalia nel luglio 1943, cosi scrive:( la cosa peggiore che mi successe, fu quella di prendere gli antifascisti uccisi, uomini, giovani e vecchi, scaricarli dai camion buttarli nelle fosse di Vignes, Chesano ed altre localit limitrofe, per poi cospargere i loro corpi con la calce vivaerano stati i fascisti a scoprire il sistema delle foibe per eliminare e terrorizzare, poi fu ribellione fu vendetta). Molti dicono che non si pu capire lodio contro gli italiani, ma non possiamo neanche pensare che gli slavi fossero nati con lorrore per i vicini di casa, se non si tornava indietro, cio alla fine della prima guerra mondiale, alla politica di annientamento antislavo del fascismo di frontiera e del periodo successivo, gia nel 1920 Francesco Giunta con i finanziamenti dellarmatore Cosulich e da ambienti finanziari e assicurativi protetti dalle Guardie Regie, creano un vero e proprio partito fascista armato, allo scopo di offrire alla borghesia triestina e agli ambienti liberalnazionali giuliani limmagine di una sicura forza antislava e antioperaia. Lincendio e la devastazione del Balkan e degli altri edifici fu linizio di una dura e violenta politica di oppressione etnica, che il fascismo e il nazionalismo triestino e giuliano prosegui per tutto il ventennio nei confronti della minoranza slava, slovena e croata. Fu linizio di unopera di snazionalizzazione violenta e capillare, di italianizzazione e di fascistizzazione della Venezia Giulia. Ma la nuova amministrazione italiana fu incapace di comprendere la specificit della situazione triestina e giuliana, e rispose con numerose condanne che acquistarono carattere non solo di classe, ma anche razziale, e con deportazioni in Sardegna, nel luglio agosto del 1919, di un migliaio di intellettuali, sacerdoti, insegnanti e funzionari statali considerati austriacanti o filoslavi. Sulla stampa gli scioperanti vennero costantemente accusati di essere antinazionali, antiitaliani, agenti iugoslavi ecc. Ad esempio a Trieste per lo sciopero dei ferrovieri del febbraio 1919 vennero emesse 50 condanne per complessivi 120 anni di carcere, a Pola i metalmeccanici, che scioperarono nel gennaio 1920, subirono condanne anche a 25 anni di carcere, con laccusa di cospirazione contro lo stato e incitamento alla guerra civile. Oltre ai processi, ben presto le autorit di occupazione adottarono, specie contro sloveni e croati il sistema delle deportazioni nel meridione e in Sardegna, senza alcuna disposizione della magistratura, solo sulla base di semplici delazioni. Subirono questa sorte insegnanti, sacerdoti, intellettuali slavi e persino il vescovo della citt di Veglia. A Pola nei confronti della popolazione croata ci furono arresti di capi politici croati, arresti e eliminazione di croati da amministrazioni comunali e loro sostituzione con elementi italiani, chiusura di scuole elementari e medie croate, soppressione del giornale croato di Pola Hrvatski List divieto di telefonare al di l della linea di armistizio, che voleva dire con la nascente Iugoslavia, dove i cosiddetti allogeni, e non solo loro, avevano relazioni di parentela e di affari. Da parte di squadre fasciste vennero date alle fiamme le case dei villaggi di Arnica e di Mackolje, nel complesso 134 furono gli edifici della Venezia Giulia distrutti fra il 1919 e il 1920. Mussolini scriver sul Popolo dItalia del 24 settembre 1920, In altre plaghe dItalia i Fascisti di combattimento sono appena una promessa, nella Venezia Giulia sono lelemento preponderante e dominante della situazione politica. Dopo le elezioni del 1921, che videro a Trieste e in Istria il successo del Blocco Nazionale capeggiato dai fascisti, che superarono anche i candidati liberal-nazionali, ripresero le aggressioni e le spedizioni squadristiche. Un esempio tra i tanti lo offr un episodio accaduto nel giugno 1921, pochi giorni dopo linaugurazione di un monumento degli alpini sul Monte Nero, si diffuse la voce che gli slavi lo avevano oltraggiato, numerosi gruppi di squadristi, provenienti anche dal Veneto e dallEmilia, si radunano a Tolmino e Caporetto e scatenarono una violenta rappresaglia fra le popolazioni slave di quella zona, molte persone vennero percosse e arrestate, case saccheggiate ecc.. In seguito uninchiesta governativa appur che a danneggiare il monumento era stato un fulmine. Questo episodio rappresenta bene il carattere presuntuoso di persecuzione razziale che acquistarono le azioni squadristiche in quei primi anni del dopoguerra.

Dopo che Mussolini assunse la carica di primo ministro e giunse al potere, il fascismo nella Venezia Giulia, senza abbandonare i metodi delle spedizioni punitive, degli assassinii e delle aggressioni sistematiche a persone e di devastazioni di sedi di organizzazioni slave, si present con un preciso programma legale di snazionalizzazione nei confronti di circa 500.000 sloveni croati che il trattato di Rapallo aveva destinato a vivere dentro i confini dello Stato Italiano. Cos la guerra allo slavismo divenne laspetto politico maggiormente caratterizzante e anche pi appariscente del cosiddetto fascismo di confine. Senza aspettare le leggi speciali fasciste, che avrebbero conculcato le libert democratiche e le libert di stampa e di associazione in tutto il Paese, gli sloveni e i croati videro chiudere, uno dopo laltro, con disposizioni amministrative e atti di violenza, i loro centri culturali, vennero proibite tutte le pubblicazioni gia esistenti sul territorio, compreso il catechismo, vennero costrette a sciogliersi le societ sportive e ricreative e con il RDL n. 1796 del 15 ottobre 1925 s proibiva tassativamente luso di lingue diverse dallitaliano in tutte le sedi giudiziarie. Tutti gli atti redatti in lingua diversa da quella italiana sono da considerarsi come non presentati. Analoghi provvedimenti vennero presi per tutti gli uffici pubblici, nei negozi e nei locali pubblici venne proibito luso delle lingue locali, persino le confessioni dovevano essere fatte in italiano, nei cimiteri le lapidi dovevano essere scritte in italiano, il nome del defunto doveva essere italianizzato, ed il controllo fu esercitato dalle squadre fasciste, come dice il seguente manifesto affisso sui muri delle case di Dignano:

Gli insegnanti per poter continuare la loro opera nelle scuole italianizzate dovevano superare un esame entro laprile 1924, ma molti vennero allontanati prima, essendo i licenziamenti in massa iniziati gi dallottobre del 1923. Un ostacolo alla soppressione allinsegnamento dello slavo e del croato fu costituito dai sacerdoti che, come si legge da uno scritto del provveditore agli studi della Venezia Giulia e di Zara inviato ai prefetti il 29 maggio 1926 scrive < traendo profitto dalla circostanza che hanno lincarico di impartire linsegnamento della religione nelle classi elementari del luogo, aprono scuole clandestine per linsegnamento della lingua slovena, con levidente proposito di eludere le disposizioni del Governo Nazionale sulla riforma linguistica . Il fascismo poggia su tre cardini: Dio, Patria, Famiglia. Il fascismo dunque religioso e difende la fede> e prosegue ..ci sono in questa regione sacerdoti che non sono Italiani e non comprendono cosa significhi essere italiano e cocciutamente insistono nel celebrare le funzioni religiose in lingua slovena. Noi invece affermiamo che in Italia si pu pregare solo in italiano. Per questa loro cocciutaggine numerosi preti stavano subendo aggressioni e violenze da parte di squadre fasciste>. Dopo il concordato del 1929 i vescovi di Gorizia mons. Borgia-Sedej, e di Trieste mons. Luigi Fogar, non ossequenti alla politica antislava del regime, furono costretti a ritirarsi. Dopo la distruzione della vita rurale e politica della popolazione slava inizi lannientamento del movimento cooperativistico, inizi cosi il programma di espulsione dei contadini slavi dalla terra, indebitati con alcuni istituti finanziari italiani ed in particolare con lIstituto per il Risorgimento delle Tre Venezie, vennero messi allasta terreni, fabbricati civili ed agricoli, bestiame ecc. e venduti a prezzi bassissimi. Ad esempio, nel comune di San Vincenti cerano 170 piccoli proprietari agrari, di questi nel giugno del 1937 ne rimanevano solo 60, tutti gli altri erano stati espropriati, una met a favore dellEnte Tre Venezie, e unaltra met a favore di tre agrari italiani. Ma ormai la guerra era alle porte e ogni progetto di bonifica etnica non pote pi essere attuato. Le zone rurali slave rimasero slave. I tribunali speciali del regime lavoravano a pieno ritmo, a Trieste nel dicembre 1941 venne celebrato un processo contro 60 imputati accusati di cospirazione armata contro la sicurezza dello Stato e di spionaggio politico e militare. Il P.M. chiese 12 condanne a morte, il tribunale ne commin 9, di cui 5 eseguite e 4 commutate in ergastolo, degli altri 23 vennero condannati a trentanni di carcere, altri a pene minori per un cumulo complessivo di 666 anni di reclusione, questi non furono i soli, nel complesso i processi furono 131 e videro 544 imputati, su 42 condanne a morte emesse dal tribunale speciale, ben 35 riguardarono sloveni e croati. Il 6 aprile 1941 56 divisioni tedesche, italiane, ungheresi e bulgare attaccarono da ogni parte il regno di Iugoslavia, la debole resistenza dellesercito aggredito venne subito sopraffatta, lo stato croll, e lesercito si sciolse ed il paese venne smembrato, la slovenia settentrionale venne assegnata al Reich, quella meridionale con Lubiana, complessivamente 340.000 abitanti venne annessa allItalia come provincia di Lubiana. LItalia ingrand a spese della Croazia la provincia di Fiume e quella di Zara, annettendo anche la parte centrale della Dalmazia, la Croazia fu dichiarato stato indipendente e Aimone di Savoia ne fu proclamato re, mentre il governo fu affidato al fascista Ante Pavelc(2) e agli Ustascia. Il Montenegro divenne un protettorato civile italiano, trasformato ben presto in Governatorato militare dopo linizio della rivolta popolare e della resistenza. A Lubiana il commissario Grazioli con lordinanza n. 97 dell11 settembre 1941 istituiva il Tribunale Straordinario e introduceva la pena di morte non solo per coloro che fossero stati sorpresi con esplosivo, armi da fuoco, ecc. ma anche per coloro che avessero posseduto materiale di propaganda, o partecipassero a riunioni di carattere sovversivo, e subito dopo il 10 ottobre si ebbero le prime 3 condanne a morte. In 29 mesi di occupazione italiana solo in provincia di Lubiana vennero fucilati circa 5.000 civili, ai quali vanno aggiunti i 200 bruciati o massacrati vivi, 900 invece i partigiani catturati e fucilati. A questi si devono aggiungere altre 7.000 persone, in gran parte donne, bambini e anziani morti nei campi di concentramento italiani, complessivamente oltre 13.000 morirono, su una popolazione di 340.000 persone.

Zona di occupazione italiana 27 luglio 1942 citt di Zavrh Cerknica (nei pressi di Postumia), fascisti della Brigata Nera fucilano quattro cittadini. Come si vede nelle foto, sono costretti a scavarsi la fossa prima dellesecuzione

Zavrk Cerknica Latto finale

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Jugoslavia 25 luglio 1942 Foto sopra Il gruppo di comando delle Camicie Nere batt. Montagna Foto sotto - Le Camicie Nere del magg. Guardia portano sul luogo dellesecuzione i partigiani Franceska Jane e Francesco Prijatelj il primo a sinistra nella foto il maresciallo Foi

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Jugoslavia 25 luglio 1942 foto sopra- il maresciallo Foi della Brigata Nera batt. Montagna benda gli occhi al partigiano Prijatelj prima dellesecuzione. Foto sotto lattimo dellesecuzione dei due partigiani

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Slovenia - Camicie Nere e Ustascia in marcia per seminare morte tra le popolazioni

Camicie Nere italiane e Ustascia di Ante Pavelic posano per la foto ricordo dopo lesecuzione di civili sloveni

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Dove passano le Camicie Nere di Mussolini bruciano i paesi sloveni, seminando morte tra i civili

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A questi vanno aggiunti quelli che subirono analoga sorte nei territori occupati della Croazia e del Montenegro, 33.000 persone vennero deportate nei campi di Gonars (Udine), Monito (Treviso), Chiesanuova (Padova), Grumello (Bergamo) e nellisola di Rab (Arbe) nellarcipelago dalmata, in tutto il territorio italiano nel 1942 si contavano 202 campi di internamento per croati e sloveni. Gli abitanti di interi paesi vennero deportati, come dimostra una richiesta di rinforzi avanzata il 30 luglio 1942 dal comando raggruppamento Camicie Nere Montagna allXI Corpo dArmata; <lo sgombero della popolazione totale appartenente ai paesi di Breg, Pako e Goricica. Le popolazioni complessive dei tre paesi si aggirano fra le mille-milleduecento persone. La delegazione trasporti non pu sgomberare pi di 400 persone al giorno, ne consigliabile fare affluire in Lubiana gli evacuati per via ordinaria, data la distanza, e perch fra i medesimi ci saranno molte donne, vecchi e bambini.Il bestiame dovr essere riunito come ordini ricevuti, in un campo di raccolta..Per le suppellettili e valori domestici indispensabile siano comandati i RR. CC. Per prenderli in consegna >.

Il Campo di Arbe (Isola di Rab) Arcipelago Dalmata. I prigionieri costretti a vivere sotto delle tende in condizioni disumane

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Campo di Arbe, Isola di Rab, arcipelago dalmata, linternato sloveno Janez Mihelcic poco prima della sua liberazione

1942 Bambini rinchiusi nel campo di Arbe (Isola di Rab)

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Alcuni internati, quelli in pi gravi condizioni, venivano fatti rientrare, ne riportiamo una stralcio di quello che scrisse il commissario Grazioli il 15 dicembre 1942 al comando dellXI Corpo dArmata; <Mi viene riferito che in questi giorni rientrano continuamente elementi civili internati nei campi di concentramento militari, e particolarmente da Arbe. Il medico provinciale ha avuto occasione di visitare il 14 corrente un gruppo di tali internati rientrati da Arbe, riscontrando che presentavano nellassoluta totalit i segni pi gravi della inazione di fame e cio: dimagrimento patologico con assoluta scomparsa delladipe anche orbitario, ipotonia e ipotrofia grave dei muscoli, edemi da fame degli arti inferiori, emeralopia, intolleranza alimentare (vomito e diarrea o grave stipsi), lieve atassia, autointossicazione febbrile. Tale stato di cose potrebbe apportare gravi conseguenze alle condizioni sanitarie della Provincia, gia precarie in relazione alla particolare situazione del territorio.> Ed il generale Gastone Gambara il 17 dicembre seguente con foglio manoscritto dava indicazioni al suo ufficio per la risposta: Logico ed opportuno che campo di concentramento non significa campo di ingrassamento. Individuo malato individuo che sta tranquillo. Qui allegato riportiamo in fotocopia loriginale manoscritto del generale Gambara.

La sua macabra ironia doveva far seguito alle centinaia e centinai di morti nei campi di concentramento, creati con lillusione di piegare un popolo che si batteva per la libert del proprio paese

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Foto sopra una panoramica del Campo di Jasenovac Donja Gradina soprannominato LIndustria della Morte Sotto, mappa del campo di Jasenovac - dal campo centrale venivano separate le madri dai figli per avviarli nei campi limitrofi

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Larrivo dei deportati, donne e bambini al campo di Jasenovac

Bambini separati dai genitori vengono avviati al campo secondario di Jasenovac Donja Gradina

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I bambini isolati nel campo di Jasenovac Donia Gradina

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Bambini nel campo di Jasenovac Donja Gradin (Foto archivio U.S. Holocaust Memorial Museum N.Y.)

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Questi metodi furono deplorati anche dal plenipotenziario tedesco in Croazia il gen. Delle SS Edmund Glaise von Horstena, ne leggiamo in un rapporto da lui inviato a Berlino (rapporti che a Berlino vennero sempre ignorati) :( ..visitando un campo di concentramento gestito dalle Camicie Nere italiane ho trovato cose che facevano vomitare, ho visto molte donne e bambini, con vestiti inadatti e taluni completamente nudi, costretti di notte a dormire sulla nuda pietra, in un altro locale vi erano una cinquantina di bambini soli completamente nudi, molti muoiono di malattiaho chiesto di visitare anche il campo di Jasenovac, dicono che sia il peggiore, ma non mi fu permesso in quanto per questo campo non permettono a nessun essere mortale di visitarlo.. .) Anche il Vaticano intervenne con una nota nel novembre 1942 per richiamare le autorit fasciste ad avere un trattamento pi umano nei confronti degli internati: << i lattanti diverse decine sono nati negli accampamenti stessi non possono vivere con il nutrimento che ivi hanno a disposizione. Di latte non ne possono avere neppure una goccia. Per questa ragione i bambini muoiono>> Le rappresaglie La citt di Lubiana sub dure rappresaglie, durante i quali tutta la popolazione, 80.000 persone, venne passata al setaccio, poich le autorit di occupazione erano convinte che i comandi della resistenza si trovavano in citt, fecero circondare Lubiana da un lunghissimo recinto di filo spinato, requisirono tutte le biciclette per impedire i rapidi movimenti, requisirono tutti gli apparecchi radio, nel solo rastrellamento dei giorni 27, 28, 29 e 30 giugno 1942, vennero fermati 20.000 uomini dei quali 2.858 arrestati. Il comando della Divisione Granatieri di Sardegna nella relazione conclusiva cos dichiarava < La citt di Lubiana conta circa 80.000 abitanti: di questi met circa sono donne. Dei 40.000 maschi sono state prese in considerazione le classi dai 16 ai 50 anni, cio 34 classi trascurando circa altre 40. Passando al vaglio 20.000 maschi si pu affermare che sono stati esaminati uno per uno tutti gli uomini validi sia sotto laspetto militare che quello politico.> La deportazione delle persone veniva sempre accompagnata dalla requisizione del bestiame, dalla confisca dei beni e alla distruzione delle abitazioni. Ad esempio a Cernomelj il 23 luglio 1942 vennero deportate 73 famiglie di persone passate a far parte di bande comuniste. Cos continua la relazione <sono state nel complesso internate 73 famiglie per un totale di 253 persone, stato confiscato un numeroso bestiame e molto materiale di arredamento, nonch tutto il materiale esistente in un negozio di orologeria di Cernomelj. Il valore delle cose confiscate rilevante>. Il 2 agosto 1942 ebbe luogo a Kocevje una riunione del Comandante dellXI Corpo dArmata generale Robotti con tutti i comandanti di divisione, nel corso di tale riunione, si legge nel verbale; <Il Duce ha approvato le modalit esecutive delle operazioni. I grandi accerchiamenti non sono possibili. Il terrore della popolazione verso i capi partigiani, le caratteristiche del terreno ed il fatto che i ribelli siano in buona parte gli stessi abitanti del posto, costituiscono difficolt fortissime al raggiungimento di risultati integrali. E per questo che abbiamo adottato il provvedimento successivo di sgomberare tutti gli uomini validi ad Arbe. Non importa se nellinterrogatorio si ha la sensazione di persone innocue. Ricordarsi che, per infinite ragioni, questi elementi possono trasformarsi in nostri nemici. Quindi sgombero totalitario. Dove passate levatevi dai piedi tutta la gente che pu spararci nella schiena. Non vi preoccupate dei disagi della popolazione. Questo stato di cose lha voluto lei. Quindi paghi. Fare una politica economica contro tutti i partigiani. Resta inteso che il problema dellinternamento non elimina il provvedimento di fucilare tutti gli elementi colpevoli o sospetti di attivit comunista. Non limitarsi negli internamenti. Le autorit superiori non sono aliene dallinternare tutti gli sloveni e mettere al loro posto degli italiani (famiglie dei feriti e dei caduti italiani). In altre parole far coincidere i confini razziali con quelli politici>. Alle deportazioni ed ai saccheggi si aggiunsero gli incendi di interi paesi e di edifici di uso agricolo. Furono complessivamente distrutte 12.773 case e danneggiate altre 8.850 su un complesso di 54.042 edifici costituenti lintero patrimonio edilizio della provincia di Lubiana.

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Questo sconvolgente documento conservato presso il Gabinetto del Ministero degli Esteri Italiano e, in copia presso il Centro Documentazione Ebraico di Milano. Come si pu vedere nella riproduzione fotografica qui allegata, reca in calce il nulla osta di Mussolini, il che dimostra come gi nel 1942, quando lItalia non era ancora occupata dai tedeschi, il duce abbia dato esplicito assenso alleliminazione degli ebrei croati, pur sapendo perfettamente che sarebbero stati eliminati.

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Slovenia Nelle due foto, partigiani del 3 Batt. Brigata Cankarjeva, catturati e passati per le armi in localit Kocevje il 16 03 1943 Foto sopra -Si nota sulla divisa del primo ufficiale a destra le insegne di fascista <Marcia su Roma>

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Camicie Nere mentre osservano soddisfatti le loro opere in un villaggio sloveno

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LO STERMINIO NAZIFASCISTA IN SERBIA In un solo giorno 7.000 morti nella piccola regione della Sumedija tra le citt di Kralievo e Kragujevac la Marzabotto iugoslava. In quel lontano 1941 ci vollero ben tre giorni, 21, 22 e 23 ottobre, per completare quello sporco lavoro, in quelle settanta ore tra le colline di queste citt, oltre 7.000 persone persero la vita, c chi dice siano diecimila i fucilati, il numero esatto non mai stato possibile stabilirlo, anche perch i carnefici occuparono ancora per anni la terra iugoslava, di certo non fecero lelenco degli assassini commessi. La rappresaglia inizia il 21 ottobre 1941 bruciando i paesi di Grosnica, Meckovac e Marsic, 423 uomini muoiono, a Meckovac, donne e bambini sono costretti ad assistere allesecuzione dei propri famigliari, lo stesso macabro rituale imposto anche negli altri paesi, dove si distinguono i fascisti serbi di Dimitrjie Liotic, a Grosnica quel giorno si celebra la festa del patrono, i fascisti serbi entrano in chiesa, strappano dallaltare il Pope con il vangelo ancora in mano, i fedeli stringendo ancora tra le mani i pani benedetti della comunione ortodossa, vengono trascinati fuori dalla chiesa e l falciati tutti con le mitragliatrici. Cos intorno a queste citt, Kralievo e Kragujevac si fatto un cerchio di morte, la prova generale compiuta, ora si passa al gran massacro. Migliaia di cittadini verranno prelevati nei posti di lavoro, nelle strade, nelle scuole, uomini, donne e bambini indistintamente dalla loro et, scolari prelevati con i loro insegnanti, persino invalidi e donne incinte, trasportati con camion sulle colline e sistemati in baracche e casette di legno, raggruppati a gruppi in attesa del loro turno di fucilazione. Questo luogo dopo la liberazione verr dichiarato Parco della Rimembranza e lUNESCO lo decret Parco dei Martiri alla Resistenza al Nazifascismo.

Il cerchio indica larea dichiarata dallUNESCO < Parco dei Martiri alla Resistenza al Nazifascismo>

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Foto scattate sulle colline di Kragujevac nei giorni tra il 21 e il 23 ottobre 1941 Fucilazioni in massa di civili, ad opera di reparti tedeschi (Foto- Military Museum Belgrade)

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Foto scattate sulle colline di Kralievo nei giorni 21 22 23 ottobre 1941 Mostra lesecuzione di civili ad opera delle Camicie Nere di Mussolini

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Foto archivio Military Museum Belgrade foto No. 20835 e 20849 Kralievo- ottobre 1941, ostaggi, con donne e bambini avviati presso la Fabbrica Locomotive di Kralievo, dove verranno tutte sterminate - opera del 724th Reparto Wehrmacht al comando del magg. Paul Konig. Alla strage parteciparono anche le Camicie Nere di Mussolini. E gli Ustascia di Ante Pavelic. Il numero dei fucilati si aggira tra i 4.000 e 5.000 individui.

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23 ottobre 1942 - Kralievo gli ostaggi dopo lesecuzione

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UNA VERGOGNOSA SEQUENZA FOTOGRAFICA


Foto- Landesarchiv Schleswig-Holstein Abt. 353 -Lichtbildmappe

Un fascista Camicia Nera italiano inveisce contro un civile mentre viene avviato alla fucilazione

Zona di occupazione italiana in Jugoslavia 1942 Civili in attesa di essere fucilati dalle Camicie Nere

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La Scarica

Il gruppo dopo lesecuzione

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IL COLPO DI GRAZIA - La freccia indica la mano che spara. Come si vede riconoscibile sulla manica linsegna di appartenenza al battaglione Camicie Nere <Marcia su Roma>, vedi sotto il particolare ingrandito

Un Milite toglie lanello dal dito a una vittima

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La barbarie ha raggiunto il culmine a Renziano vicino a Gorizia


Alla decapitazione di un partigiano assistono compiaciuti nazisti e fascisti

La conseguenza di questi provvedimenti e della situazione che avevano creata fu la ripresa del sentimento irredentista slavo nel contesto del parallelo rafforzamento delle reti clandestine antifasciste italiane della regione. Anche i primi gruppi partigiani regionali che fino tutto il 1942 erano ancora deboli, trovarono nel nazionalismo il momento di coagulo e quel consenso che i partiti politici non

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sarebbero stati in grado di raccogliere. E il programma di rivendicazione nazionale, ossia la ricostruzione della Grande Slovenia con linclusione di tutta la Venezia Giulia accompagner durante tutta la lotta il movimento di liberazione sloveno e ne diverr uno dei tratti fortemente caratterizzanti. Le organizzazioni fasciste avevano perso la capacit di controllare il territorio e le azioni che seppero esprimere, come lassalto a Trieste a negozi slavi e a quelli ebrei, la caccia in citt a chi parlava slavo, erano chiaramente segnate da rabbia ed impotenza, e proprio per questo divennero pi feroci. Gli stessi metodi, gli stessi sistemi usati nella provincia di Lubiana vennero usati dai prefetti nella Venezia Giulia. Un esempio fu la devastazione con il fuoco del paese di Pothum. Nella provincia di Fiume il prefetto Temistocle Testa aveva introdotto, nei territori annessi ed in alcune altre localit, un coprifuoco rigidissimo che imponeva alla popolazione di poter uscire da casa solo dalle 8,00 alle 10,00 antimeridiane, cosi si leggeva sul proclama: <Le popolazioni possono circolare soltanto dalle 8 alle 10 antimeridiane. Per le ore 10 tutti i negozi e gli esercizi dovranno essere chiusi. Chiunque trovato a circolare dopo le 10 e prima delle 8 sar passato per le armi>.

Lesecuzione di un giovane croato, eseguita dalle Camicie Nere italiane in collaborazione con i fascisti Ustascia di Ante Pavelc A Trieste venne istituito lIspettorato speciale per la sicurezza per la Venezia Giulia, diretto dallispettore Giuseppe Gueli ed in cui emerse per sadica ferocia il vice commissario Gaetano Colloti, la sede centrale venne situata in una villa di via Bellosguardo, rimasta tristemente famosa come luogo di torture efferate, altre sedi vennero dislocate a Pisino e ad Albona in Istria, lispettorato era un reparto di polizia speciale politica e operava in tutta la Venezia Giulia sia con azioni militari, sia con arresti di civili che venivano costretti a parlare sotto tortura.

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Con lavvento dell8 settembre, la resa incondizionata dellItalia, il crollo dellesercito e delle istituzioni portarono il Friuli e la Venezia Giulia anche formalmente al di fuori della sovranit Italiana. Al 10 settembre con ordinanza di Hitler venne cos costituita la Zona dOperazione Litorale Adriatico, comprendente le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, e Lubiana. Tutti i poteri militari, civili e giudiziari, vennero affidati ad un supremo commissario tedesco, i tedeschi impedirono ogni autonomia politica della Repubblica Sociale Italiana e usarono le poche formazioni fasciste per lattivit poliziesca, delatoria e antipartigiana sotto il comando delle SS. Nel complesso si inaspr anche la resistenza allinvasore nazista, fu una lotta dura, i caduti sloveni nella guerra di liberazione furono 20.000 su 89.800 combattenti, ai quali vanno aggiunti, partigiani e civili scomparsi nei campi di sterminio nazisti e nella risiera di San Sabba, dei quali non si conosce il numero ma che di qualche migliaio, oltre ai 7.000 morti nei campi di internamento italiani. Con il rafforzamento della resistenza allinvasore, si cre anche un clima turbolento, violento e con la riconquistata libert il sentimento nazionale a lungo soffocato, prese corpo in alcuni dirigenti e insorti croati, con la volont di una resa dei conti con gli italiani-fascisti. Si diffuse lequazione italiani=fascisti, e cominciarono le persecuzioni ed uccisioni. Anche italiani innocenti subirono violenze, furono uccisi e infoibati semplici addetti e impiegati comunali presi quasi a simbolo del potere dominante italiano oltre a commercianti ritenuti sfruttatori, a piccoli gerarchi locali, ma furono colpite anche numerose persone con le quali questo o quellimprovvisato comandante di gruppi partigiani e di insorti aveva avuto screzi personali in passato o conflitti di interesse. Alcuni di questi giustizieri, emersi da una condizione di anonimato politico e sociale, apparvero ubriachi da un senso di potere e di forza che li spingeva a decidere sulla vita delle persone senza indugi e ripensamenti. Dopo una ricerca fatta di recente a Fiume ed in alcune zone dellIstria si pu avere conferma che molte uccisioni erano vendette personali e non ideali, segnalando cos persone italiane e croate uccise per malvagit e per altri oscuri motivi. Secondo il Rakovac in un articolo riportato da <La Voce del Popolo> del 28 settembre 1990 nega che le vicende foibe fossero opera di comunisti, ma fu opera degli stessi istriani. Quando gli italiani fascisti ed altri vennero infoibati soprattutto prima dellarrivo dei tedeschi nellottobre 1943, non vi erano allora in Istria tra i dirigenti dellinsurrezione e tra gli insorti, ne commissari serbi e neppure croati, dunque secondo Joakim Rakovac, le foibe del 1943 furono un fatto specificamente istriano e non di importazione esterna da parte del movimento partigiano iugoslavo. Dalle esumazioni compiute nel 1943 e 1944 dai Vigili del Fuoco di Pola al comando del maresciallo Harzaric, in molte foibe istriane in cui giacevano i corpi delle vittime, risult che non poche di esse erano state oggetto di fosche vendette ed estranee alle violenze fasciste, risult anche che furono seviziate prima dellesecuzione, fra i numerosi casi accertati, esemplare fu quello della studentessa universitaria Norma Cossetto, colpevole solo di chiedere notizie del padre arrestato dai partigiani.

NORMA COSSETTO

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Arrestata, a sua volta fu seviziata a lungo e violentata prima di essere uccisa, una targa apposta dallUniversit di Padova che frequentava, ne ricorda la tragica fine e ci per volont del prof. Concetto Marchesi del P.C.I. latinista insigne e rettore dellUniversit stessa. I Vigili del Fuoco di Pola recuperarono dalle foibe 206 corpi, di cui una parte pote essere identificata (fra questi fu identificato anche il corpo della Cossetto). Fra essi anche una ventina di tedeschi, ma le vittime furono almeno 500 in maggioranza italiani, ma anche croati. E indubbio che ci fu una presenza di autentici criminali fra gli insorti che sfogarono i loro istinti brutali infierendo sui prigionieri, rare furono le ammissioni da parte slava. La maggioranza delle violenze di allora avvennero nelle parti dellIstria abitate da croati oltre che da italiani. Da parte croata si sostenne che nelle foibe finirono non solo gli sfruttatori e assassini fascisti italiani, ma anche i traditori del popolo croato, i fascista ustascia di Ante Pavelic. Le foibe non furono che lespressione dellodio popolare sviluppatosi in decenni di oppressione e sfruttamento, che esplose con la caratteristica violenza delle insurrezioni di popolo.

1944 Vigili del Fuoco di Pola estraggono i primi cadaveri dalle foibe

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I famigliari cercano i loro cari tra i cadaveri recuperati dalle foibe Ma questa era una parte della verit che cancellava laltra che per la sua efferatezza suscit forti emozioni, anche fra la popolazione croata che il comunicato coinvolgeva con la formula dellodio popolare, furono quelli del dopoguerra quando arresti, deportazioni, sparizioni furono in gran parte gestiti dalla polizia di Tito la OZNA UBDA, colpendo molti innocenti colpevoli di non condividere la politica comunista iugoslava o che militavano in gruppi della resistenza italiana contraria allannessione di Trieste e tutta la regione allIugoslavia. Se le foibe di cui entrambi le parti si servirono anche come sbrigativa sepoltura dei nemici, crearono in molti italiani, insieme allorrore che la morte in questi abissi provocava, la sensazione di una minaccia alla loro esistenza nazionale, tuttavia non determinarono allora un consistente esodo verso Trieste ed altri luoghi pi sicuri come avverr nel primo immediato dopoguerra.

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La polizia iugoslava (OZNA) sempre pi onnipotente e talora sorda alle richieste di dirigenti sloveni impegnati a creare localmente gli organi ed i poteri civili di governo con caratteristiche rivoluzionarie, ma interessati ad allargare i consensi, assunse spesso e sbrigativamente le accuse generiche di reazionario e di fascista come titolo sufficiente per la deportazione o per lesecuzione sommaria degli indiziati italiani, a sua volta la IV Armata iugoslava, giunta a Trieste il I maggio 1945 ad insurrezione ancora in corso, dopo aver infranto con duri e cruenti scontri gli sbarramenti tedeschi fra Fiume e Trieste, fece fucilare alcune centinaia di italiani, i cui corpi vennero sepolti nel pozzo della miniera di Basovizza ed in diverse foibe del Carso.

Recupero di cadaveri da una foiba in Istria

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Specchietto delle Foibe esplorate dalla Polizia Civile V.G. in collaborazione con i Vigili del Fuoco, e con reparti Artificeri e speleologi del Comitato Recupero Salme di persone infoibate. (Tratto da Il Piccolo del - 03 09 1996)

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DIAGRAMMA DELLA FOIBA DI BASOVIZZA

FONTI DI RICERCA
# Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione:Caduti, Dispersi e Vittime civili dei Comuni della regione Friuli Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale, vol III. # Alberto Buvoli: Il Fascismo nella Venezia Giulia e la Persecuzione Antislava # Galliano Fogar: Le Foibe in Istria del settembre ottobre 1943 Venezia Giulia 1943 1945 # Centro isotino di ricerca e documentazione storica e sociale Leopoldo Gasparini, Gorizia # Collezione Erminio Delfabro, Comune di Gradisca dIsonzo # Archivio Muzej Novejse Zdgodovine Slovenije, Lubiana # Archivio - Komisija za ugotavljanje zlocinov ocupatorjev in njihovih pomagacev za Slovenijo # Simon Wiesenthal Centre Online Multimedia Learning Centre Ante Pavelic # U.S. Army - File Ante Pavelic - Rome Area Allied Command to the C.I.C.

(1) - LEsodo Nel settembre 1946 il Presidente della Commissione Politica e Territoriale per lItalia a Parigi scrive una lettera alle segreterie dei ventuno paesi presenti alla Conferenza della Pace, chiedendo che la frontiera fra i due Paesi Italia e

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Jugoslavia sia tracciata seguendo la linea etnica che deve essere determinata tenendo conto della volont delle popolazioni della zona in contestazione, proponendo in pratica un referendum. Ma tale richiesta, avendo lItalia perso la guerra, passa sotto silenzio e il 16 ottobre 1946 la conferenza dei Ventuno a Parigi approva la linea francese che sancisce il passaggio alla Jugoslavia di Pola e dellIstria centro-meridionale. La popolazione, appreso dei risultati della conferenza di Pace, decide di trasferirsi in Italia e il 24 dicembre il piroscafo Toscana parte da Pola con il suo primo carico di 700 italiani, ha cos inizio ufficialmente lesodo. Caricher poi fino a 2.000 persone per ogni viaggio e far 12 viaggi tra Pola, Venezia ed Ancona. Il Comune di Venezia aveva messo a disposizione dei profughi i padiglioni della Biennale come magazzini per le masserizie e il Patriarca di Venezia allo stesso scopo aveva offerto il convento di SantApollinare. Il 10 febbraio 1947 viene firmato a Parigi il trattato di pace tra lItalia e le potenze alleate. Viene istituito il Territorio Libero di Trieste diviso in zona A e zona B. mentre Pola e tutta la parte Sud-orientale dellIstria passano definitivamente alla Repubblica Jugoslavia. 8 ottobre 1953- Nota bipartita di Stati Uniti e Gran Bretagna, con la quale i due Paesi annunciano ai governi italiano e jugoslavo di voler ritirare le loro truppe dalla zona A e di voler affidare lamministrazione al Governo italiano. Nella zona B scoppiano forti tensioni segnate dal moltiplicarsi di episodi di violenza, di espulsioni, di pressioni combinate, esplicitamente rivolte a sollecitare lallontanamento degli italiani. 5 ottobre 1954 A Londra viene firmato il Memorandum dintesa tra i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Jugoslavia, che pone fine al governo militare nelle due zone del Territorio Libero di Trieste, e che predispone il ritiro delle forze armate, successivamente alla ratifica della linea di demarcazione. La linea viene di poco modificata, rispetto alla linea Morgan, a favore della Jugoslavia, cui concessa parte del territorio dellex zona A nel comune di Muggia. Inizia il grande esodo della zona B, vale a dire la partenza compatta delle comunit italiane, che si conclude alla fine dellaprile 1956. Dalla fine della guerra la zona B perde i due terzi della popolazione residente, circa quarantamila persone. 26 ottobre 1954 La zona A del T.LT. passa allamministrazione civile dellItalia, la zona B a quella della Jugoslavia. 10 ottobre 1975 A Osimo, presso Ancona, Italia e Jugoslavia firmano il trattato che pone fine alla controversia sui confini, riconoscendo lappartenenza della ex zona A de T.L.T. allItalia e della zona B alla Jugoslavia. 1 Aprile 1975 In seguito al trattato di Osimo, entra in vigore il confine definitivo tra Italia e Jugoslavia.

Pola Dicembre 1946, profughi in attesa dellimbarco

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Pola - Dicembre 1946 Limbarco sul Piroscafo Toscana dei primi profughi

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(2) Ante Pavelic Biografia


Nato il 14 luglio 1889 a Bradina, 35 Km. a Sud-Est di Sarajevo, capitale della Bosnia- Herzegovina. Frequenta gli studi a Travnik in Bosnia-Herzegovina e presso il seminario Gesuita a Senj, Croazia, laureato poi in legge allUniversit di Zagabria. Nel 1908 entra nel partito di estrema destra HSP (Hrvatska Stranka Prava), al 1 marzo 1919 nominato segretario del partito. Pavelic si batter per uno stato Croato libero, indipendente e legato alle sue origini etniche e alla massoneria internazionale. Con le elezioni de1 l927 ottiene 45.000 voti preferenziali ed entra nel Parlamento Jugoslavo, chieder di creare uno stato federale e rifiuta di riconoscere la sovranit del re. Pavelic nel febbraio del 1929 sar costretto allesilio, recatosi a Vienna, crea il Croat Youth Movement( Movimento Croato Giovanile) con lo scopo di combattere la monarchia Jugoslava, Pavelic entra in contatto con il movimento VRMO (Organizzazione Internazionale Rivoluzionaria Macedone) il cui leader provveder a introdurre Pavelic a Benito Mussolini capo del fascismo. 1932 - Pavelic accetter lofferta di Mussolini di recarsi in Italia per creare un nuovo movimento di terroristi che diverr noto con il nome di (Ustace) Ustascia, Mussolini provveder a dare protezione finanziaria, armamenti e campi di addestramento sul suolo italiano. Crearono un gruppo chiamato Lika Uprisig erano circa una ventina di uomini, con dei motoscafi vennero portati dallItalia a Zadar si stabilirono sui monti Velebit e da l iniziarono operazioni di disturbo alle forze Jugoslave. !934 al 14 ottobre agenti Ustascia di Pavelic assassinano il re Jugoslavo Aleksandar, mentre visita la citt di Marsiglia in Francia. 1935 La Francia chiede lestradizione dallItalia di Pavelic per processarlo per lassassinio del re, ma Mussolini lo rifiuta. 1941 Con lattacco tedesco alla Jugoslavia Pavelic dalla radio italiana invita i militari Croati ad ammutinarsi e di combattere a fianco dei nostri alleati germanici e italiani e di usare le proprie armi contro i soldati e ufficiali serbi. Il 10 aprile con loccupazione da parte tedesca di Zagabria, verr assegnato a Pavelic il comando delle nuove forze armate con il compito di formare un nuovo stato indipendente Croato, il N.D.O. (Nezavisna Orzava Hrvastska) e incorporer Croazia, BosniaHerzegovina e Syrmia.. Pavelic arriva a Zagabria alle ore 17 del 15 aprile e metter fine a 12 anni di esilio. Immediatamente Pavelic inizia la purificazione etnica, elimina circa due milioni tra ebrei, zingari e serbi. I cristiani ortodossi verranno costretti a portare un bracciale con la lettera P (Provoslavac), mentre gli ebrei venivano contrassegnati con la lettera Z (Zidov) Gli Ustascia con il supporto della Chiesa Cattolica Croata e in particolare dellArcivescovo di Sarajevo Ivan Saric, e alcuni Francescani aderenti al movimento Ustascia partecipano alle violenze. I massacri iniziano il 27 aprile nel villaggio serbo di Gudovac e continuer fino alla fine della guerra trasformato in un vero genocidio, anche i preti ortodossi non vennero risparmiati, su un totale di 577 ben 131 vennero uccisi. I metodi di carneficina degli Ustascia erano di sgozzare le proprie vittime e farli morire dissanguati oppure gettarli vivi nelle foibe, o fucilarli. Questi metodi degli Ustascia irritarono persino i comandanti tedeschi, ne leggiamo sul rapporto inviato a Berlino il 17 febbraio 1942 dal Generale delle SS Edmund Glaise von Horstenau comandante generale del N.D.H.: E possibile calcolare a circa 300.000 il numero dei Pravoslavi uccisi o torturati sadicamente a morte dai Croati. Ustascia.In proposito necessario notare che in fondo la chiesa cattolica a favorire tali mostruosit con le sue misure a favore delle conversioni e con la sua politica delle conversione coatte, perseguite proprio con laiuto degli Ustascia.E un fatto che i Serbi che vivono in Croazia e che si sono convertiti al cattolicesimo vivono indisturbati nelle proprie case. Anche il comando italiano dovette protestare contro questo sistema praticato dagli Ustascia. Questa carneficina dur fino al 6 aprile 1945 quando il maresciallo Tito libero tutta la Jugoslavia, parte degli Ustascia con Pavelic fuggirono in Austria, per poi proseguire per Roma, li visse protetto dalla chiesa Cattolica con il permesso dei servizi segreti alleati fino al 12 settembre 1947, quando su ordine dei servizi segreti americani fu trasferito e visse come prete in un convento nei pressi di Castel Gandolfo a 25 Km. Da Roma. Dopo qualche anno il Vaticano lo invia a Buenos Aire in Argentina dove ricostituisce il movimento Ustascia sotto il nome di Hrvatska Drzavotvorna Stranka con lappoggio del

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Presidente argentino Juan Peron, il movimento conta ben 7.250 membri Ustascia rifugiati in Argentina tra il 1946 1948. Con questa organizzazione neofascista Ante Pavelic continua a mietere stragi anche dopo la sua morte. Al 9 aprile 1957 il servizio segreto Jugoslavo del maresciallo Tito tenta di assassinare Pavelic, verr solo ferito, si recher poi in Spagna sotto la protezione del governo fascista di Franco, Pavelic morir a Madrid il 28 dicembre 1959, il suo corpo e sepolto in un luogo segreto in attesa di tempi opportuni per riportarlo a Zagabria. Questo movimento creato da Ante Pavelic viene implicato in numerosi atti di terrorismo in Europa e negli Stati Uniti, che continuarono anche dopo la sua morte, fra il 1962 e il 1966, tre diplomatici Jugoslavi verranno uccisi dagli Ustascia, nel 1968 una bomba nel teatro di Belgrado uccide una persona e provoca 85 feriti, nel 1971 assassinano lambasciatore Jugoslavo in Stockolm. Nel 1972 gli Ustascia dirottano un aereo delle linee svedesi e ne chiedono con successo la liberazione dellassassino dellambasciatore, sempre nel 1972 mettono una bomba sullaereo delle linee Jugoslave JAT che dalla Danimarca andava in Croazia provocando la morte di 26 passeggeri. Nel dicembre 1975 un esplosione allaeroporto Fiorello La Guardia di New York uccide 11 persone e ne ferisce 75, rivendicato dagli Ustascia di Pavelic. Nel settembre 1976 agenti Ustascia tentano di dirottare un aereo della TWA, risultato un agente della sicurezza ucciso, nello stesso anno una bomba viene fatta esplodere allambasciata Jugoslava di Washington, nel 1980 gli Ustascia fanno esplodere una bomba allinterno della statua della Libert in New York. # Questi dati provengono dal Wiesenthal Centre, cartella Ante Pavelic.

Per ricostruire la vita di Ante Pavelic dopo la fine delle guerra, pubblichiamo qui di seguito documenti dellarchivio (U.S. Army Rome Area Allied Command to the C.I.C.) la cui consultazione stata resa possibile solo dopo il 2002 Per non alterare il loro contenuto li riproduciamo in versione originale.

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Una rara foto di Ante Pavelic - Argentina nel 1950

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FOTO DEI PANNELLI DELLA NOSTRA MOSTRA


La Mostra (20 Pannelli cmm. 30x50) disponibile presso la sezione ANPI di Gorla Minore (VA)

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