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Linfluenza sociale di Stanislao Smiraglia

Possiamo inizialmente guardare allinfluenza sociale come ad un insieme di processi e di dinamiche che si manifestano per il semplice motivo che siamo animali sociali. Da questo punto di vista essere sociali non una scelta; essere sociali una necessit che deriva dalle forze biologiche che impongono alla specie di perpetuarsi e, nello specifico, dallesigenza che di tutti i gruppi e di ogni individuo di assicurarsi le risorse per la sopravvivenza alimentare e la tutela del territorio, anche al fine di garantire le migliori opportunit di sviluppo della prole. Tutto questo richiede allindividuo una sostanziale adesione ai principi-base del comportamento condiviso ed alle regole dinterazione generalizzate. E ci come avviene per la pi parte delle altre forme complesse di vita animale. Oltretutto in particolare per un lungo periodo ad inizio della nostra vita noi siamo inetti, ovvero incapaci di un rapido adattamento allambiente naturale ed il supporto sociale la condizione essenziale della nostra sopravvivenza. Da qui scaturiscono le ragioni del ruolo fondamentale delle cure parentali (la famiglia), della differenziazione delle attivit e dei ruoli, della cooperazione nei gruppi sociali e delle appartenenze identitarie. Lindividuo, nascendo in un certo gruppo, sviluppa relazioni significative con gli individui che compongono il gruppo ed il suo comportamento rifletter le dinamiche delle relazioni apprese. Linfluenza sociale che si sviluppa in forma di reciprocit tra gli individui per tutte queste necessit di interazione, sostegno e cooperazione , dunque, primaria ed inevitabile. Le persone hanno generalmente consapevolezza dellappartenenza allordine biologico, anche se, poi, in pratica manifestano uno spiccato bisogno di rimozione e negazione delle implicazioni di tale premessa. Seppure si riconosca limportanza della socialit e la forza della dipendenza dal sistema delle relazioni, si tende poi a rifiutare lidea che la nostra individualit possa essere sottoposta alla pressione di meccanismi ancestrali, di pressioni ed influenze di cui non siamo interpreti consapevoli e protagonisti. Siamo animali sociali che si riconoscono in un sistema complesso di relazioni e scambi comunicativi con gli altri individui della specie; ed un sistema talmente complesso da rinforzare nelluomo della strada lidea di essere profondamente diverso da un qualsiasi altro animale e, dunque, poco soggetto alla generalit delle leggi che si impongono nellecosistema e che influenzano fino quasi a determinarlo totalmente, il comportamento delle altre forme biologiche. Eppure non cos, lo sappiamo bene. Da Charles Darwin (1809-1882) in poi la storia delluomo in quanto individuo biologico stata completamente riscritta, strappandola allidea di una discendenza diretta dal Dio creatore ed imponendo levidenza di una straordinaria competizione per la sopravvivenza al pari di tutte le altre specie e mettendo in luce il lungo e tormentato processo evolutivo che caratterizza la storia dellumanit, dalla preistoria alla postmodernit. Laffermazione della mente e ledificazione culturale sono sempre parte di un percorso evolutivo strategicamente congruente con le premesse biologiche della specie: sono strategie della specie finalizzate al dominio biologico. Dico tutto questo per sottolineare un primo aspetto da tenere presente quando si discute dellinfluenza sociale: non un aspetto secondario della discussione il fatto che sul comportamento sociale umano intervengano le stesse forze che hanno, in tempi remoti, plasmato ed orientato la costruzione delle complesse societ come sistemi culturali. Le forze biologiche sono forze inerziali che continuano ad agire sul comportamento dellindividuo ben oltre i limiti della sfera biologica, limiti che solo banalmente possiamo identificare con i bisogni primari della sopravvivenza e della riproduzione.1
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Un esempio costituito dallevoluzione delle strategie della comunicazione pubblicitaria.

Dunque, una parte importante dei processi dinfluenza sociale sono derivanti dalla semplice appartenenza biologica alla specie umana. Partire da questa premessa, alla luce della mia esperienza didattica, produce sconcerto e resistenze negli studenti. Il tema dellinfluenza sociale inevitabilmente si ricongiunge a quello della libert e dellautonomia. Accettare lidea dellinfluenza sociale, soprattutto se associata a quella della nostra appartenenza alla specie, entra peculiarmente in conflitto con il nostro ideale di persone autodeterminate che non si fanno influenzare dagli altri. Daltra parte, lo si deve riconoscere, non certamente priva di senso lobiezione che noi siamo individui pensanti e consapevoli e che, dunque, sebbene animali sociali siamo soprattutto persone e produttori di cultura, sicch le radici delle nostre azioni si differenziano profondamente da quelle degli altri animali. Tale obiezione sposta lattenzione dallinfluenza sociale come processo puramente biologico allinfluenza sociale prodotta dai processi culturali. Ed in effetti anche la psicologia, lantropologia, la sociologia riconoscono la premessa biologica alle ragioni del comportamento sociale umano e dellinfluenza che ne deriva ma poi, comprensibilmente, valorizzano ampiamente le motivazioni personali e quelle culturali, e le determinanti storiche. Oltretutto, lo sviluppo culturale trova una ragione profonda nellesigenza di liberarci dai vincoli e dalle limitazioni proprie dello stato di natura. Ma proprio questa istanza liberatoria a rivelare la sussistenza e rilevanza di una diversa accezione di ci che linfluenza sociale e nello stesso tempo a ribadirne la consistenza. Il secondo livello a cui si manifestano le forze dellinfluenza sociale rappresentato proprio dalle determinanti differenziali delle societ umane in quanto sistemi culturali. La specie uomo ha evidenziato nel corso dellevoluzione la capacit di costruire sistemi di segni e significati, associati a strumenti di produzione materiale e comunicazione simbolica che hanno favorito la differenziazione sociale sia rispetto allordine arcaico sia tra i diversi gruppi estesi, in termini di culture e strutture sociali coesistenti in tempi storici. In questo senso linfluenza sociale deriva dalla specifica caratterizzazione dei sistemi socio-culturali che si sono andati costituendo: ci in termini di leggi e regole, esplicite ed implicite, che influenzano il comportamento dellindividuo in quanto appartenente ad un determinato sistema sociale. Dunque oltre ad una biologia dellinfluenza sociale, esiste anche una antropologia dellinfluenza reciproca. Laffermazione delle culture non nega affatto i presupposti dellinfluenza sociale pi arcaica, piuttosto aggiunge nuove condizioni processuali alla spiegazione del comportamento individuale e collettivo. Le culture ci forniscono unulteriore conferma dellinfluenza che implicita nei processi relazionali, ovvero nelle dinamiche interpersonali, gruppali e comunitarie. Linfluenza sociale sempre e comunque ispirata dalle forze biologiche e dalle pressioni culturali di cui ciascun individuo sociale portatore ed interprete. proprio la considerazione dellenorme pressione che esercitano sugli esseri umani le forze biologiche e le forze socioculturali che porta immediatamente a fronteggiare la prima questione critica su ci che potrebbe porsi nellinterpretazione dellinfluenza sociale: quella di un processo che costringe gli esseri umani a rispondere deterministicamente a impulsi interni o stimoli esterni che ne modellano le risultanti comportamentali. Questa non certamente unidea recente, emersa in modo definito nel corpo della visione psicoanalitica di Sigmund Freud (1856-1939) con Il disagio della civilt (1929).

Lincremento della competizione tra i prodotti e tra i comunicati pubblicitari stessi, tipica di questa fase epocale, produce una spiccata propensione ad elevare il livello dei richiami sessuali. Levoluzione dei prodotti e la competizione degli strumenti, dunque, si accompagnano a forme di richiamo che si potrebbero per alcuni aspetti definire regressive: si tratta di richiami che in realt non sono regressivi perch non sono mai scomparsi dalla comunicazione interpersonale. La loro adozione dipende dalle caratteristiche del territorio, nel nostro caso: il mercato.

In effetti, quellidea maturava nellambito di una concezione sacrificale della societ, coerente con le caratteristiche proprie della cultura vittoriana da cui lanalisi freudiana prendeva le mosse. Gli istinti e le pressioni biologiche da un lato e le regole della civilt agirebbero in forma contrastante e conflittuale per lindividuo, generando nevrosi ed infelicit individuali a vantaggio del corpo sociale, nellinteresse della societ come sistema sovraordinato. Se luomo contemporaneo il dio-protesi che , come lo definisce lo stesso Freud, egli tale per la risposta sociale di potenziamento delle risorse naturali del fragile individuo biologico della specie homo.2 Lessenza della civilt, attraverso la civilizzazione, dunque nella sostituzione del potere della comunit a quello del singolo, a rispecchiare quanto avviene nellambito dellevoluzione naturale dove il privilegio dellindividuo sottoposto al privilegio della specie. Possiamo dunque accogliere lidea di una complessiva dinamica, tra conflitto e co-finalit, che vede le ampie spinte biologiche e culturali interagire per incrementare attraverso il vantaggio sociale, sia a livello individuale sia dei gruppi sociali, la capacit di adattamento e sopravvivenza. Ed in questo spazio che assumono concretezza le pratiche d'influenza sociale; intese non tanto e soltanto come forze antecedenti allindividualit, quanto forze che si esprimono nelle relazioni sociali che gli individui stabiliscono proprio per recuperare il vantaggio potenziale derivante dal primato della specie e della comunit. Dunque lindividuo non subisce soltanto le pressioni biologiche e culturali, ma proprio lui un agente dellinfluenza nei confronti dei suoi simili perch agisce nellintento primario di assicurare la sopravvivenza a se stesso e ai diversi gruppi, piccoli ed estesi, a cui di volta in volta egli partecipa o a cui si lega per elevare le proprie chances di successo esistenziale. Vi poi un terzo livello su si cui si pu sviluppare lanalisi dei processi dinfluenza sociale ed un livello basilare in psicologia sociale. Esso riguarda le modalit specifiche attraverso cui gli individui ed i gruppi si relazionano al fine di assicurarsi un vantaggio strategico nel corso della propria vita: una compagna o un compagno ad elevata compatibilit, situazioni di successo personale e lavorativo, vantaggi nellaccesso alle risorse alimentari e, in generale, nella gestione delle risorse materiali nonch nel controllo ambientale. Tutte cose che non sono lontane dalle richieste dellordine biologico e che sono alla base delle relazioni (sia conflittuali sia collaborative) che sono suggerite dai sistemi sociali, in quanto organizzazioni funzionali. Linfluenza sociale come ambito di interesse psicologico riguarda in particolare le strategie dinfluenza attivate da individui e gruppi per conseguire un vantaggio relativo ed i cambiamenti di equilibrio delle percezioni, delle cognizioni, dei sentimenti e dei comportamenti di singoli individui e/o di individui in gruppo per effetto della presenza reale o simbolica di altri individui e della relazione con gruppi.3 Al riguardo, una questione essenziale relativa al controllo pi o meno intenzionale ed ai fini pi o meno consapevoli che gli individui ritengono di attribuire alla componente persuasiva delle loro relazioni. Come comprensibile, i processi e le dinamiche che si manifestano nellambito delle relazioni interpersonali e gruppali possono infatti essere pi o meno riconoscibili dai protagonisti/soggetti dellinfluenza. La nostra idea che, nellambito delle relazioni, si sviluppano sempre e comunque fenomeni di influenza, ovvero che ogni interazione o comunicazione tra gli individui riflette unistanza di influenza, anche laddove gli individui ritengono di non volere influenzare nessuno. In questa prospettiva si tratta di riprendere il primo paradigma della pragmatica della comunicazione umana4 che asserisce che impossibile non comunicare, e convenire sul fatto che proprio perch linfluenza il prodotto e la
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Freud S. [1929], Il Disagio della Civilt, Opere, Boringhieri, Torino 1989, vol. X; pag. 582

In effetti per Gordon Allport lo studio della Psicologia sociale coincide con quello dei processi di influenza. Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D. [1967], Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma 1971; pag.41
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premessa del nostro essere specificamente sociali non possibile non influenzare. La questione di fondo non sta, dunque, nel chiedersi se linfluenza sia una costante pervasiva, quanto piuttosto nel riconoscere come influenziamo e quali sono le condizioni, le costanti e le variabili significative dei processi dinfluenza.

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