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Camminavo tra le rovine di New York, dalle parti del ponte di Brooklyn.

Cristo, dal giorno del Cataclisma nel 2012 il panorama era drasticamente cambiato; ora siamo nel 2014 e non so nemmeno in quale fottuta via della mia citt natale ci troviamo! Quel giorno, il 14 ottobre 2014, in ricognizione cera il mio gruppo formato da 6 operatori: il Sergente Bill Jones, i soldati semplici Norman Harrison, Jackye Snake Holden, Luois Gary, il medico James Doc Oak e io, loperatore radio, Allen Rookie Corsetti. -Movimento a destra. Snake, Louis con me; gli altri rimangano qua a coprire la ritirata.- comand il sergente. Detto questo, si allontan con Snake e Louis dirigendosi verso una stradina pi stretta molto poco illuminata. -Maledetto coglione, ci far ammazzare tutti!- esclam Norman, appena il sergente non fu pi a portata dorecchio. -Zitto, Norm.- disse il medico. Per qualche strano motivo, Norman ce laveva con il sergente Bah, storie vecchie risalenti a prima che entrassi nella squadra, non mi impicciavo. Allimprovviso un urlo e alcuni spari giunsero alle nostre orecchie. Poco dopo il sergente e Holden sbucarono fuori correndo dal vicolo. Holden si gir e sparo a raffica verso il buio, le tenebre con sul suo M4, fucile dordinanza dell(ex) esercito americano. -CHE CAZZO SUCCEDE?!- url Norm. -Scappate! VIA DA QUESTA CAZZO DI STRADA!- rispose il sergente di rimando. Appena detto questo 3 infetti rabbiosi, un uomo di mezzet, un vecchio sullottantina e un ragazzo, brutti come la morte, sbucarono dalle rovine e saltarono addosso a Doc, a Snake e a Norman. Doc si stava girando per andarsene in quel momento, ma quel bastardo appena ebbe atterrato il medico gli morse il collo e lo prese a pugni in faccia. Il suo scopo era solo quello di uccidere: con quella forza James mor dopo alcuni minuti di botte. Snake fu pi fortunato: linfetto lo disarm mentre il giovane soldato gli puntava contro il suo fucile, ma lui ebbe il tempo di prendere la M9 Beretta dalla fondina cosciale e scaricare un intero caricatore sullinfetto, che cadde morto. Non vidi quello che successe, perch un colpo violento al fianco mi fece cadere a terra, subito mi ritrovai con un mostro addosso in una posa non molto sensuale. Il fucile ormai era lontano da me, tentai di raggiungere la Glock17 nella fondina cosciale, ma dopo un paio di tentativi desistetti: non riuscivo a tenere lontano il mostro con una sola mano. Gli occhi assassini che mi guardavano. Desiderava la mia morte. Solo quella. Nientaltro. Il fucile ormai era lontano da me. Urla intorno a me. A quel punto realizzai che da l a poco sarei morto

-AHHHH, AIUTO!- ero io che urlavo cos? Non me ne resi conto. Il mostro era a 5 centimetri dalla mia faccia. La mia fine era vicina BOOM! Il cervello dellinfetto mi esplose in faccia. Alzai la testa. Norman puntava la sua Colt 1911 45. ACP nel punto in cui pochi secondi prima cera la testa del mostro. -Gra Grazie-Andiamocene da qua, okay?-Aspetta e gli altri?-Quali altri, merda? Vedi qualcuno vivo?!Mi guardai intorno. Tutti morti.

Tutti.

15 minuti dopo eravamo davanti alle fortificazioni della base. Il tenente Cole, un nero sui 45 anni, ma che ancora manteneva il suo tocco personale nelluccidere, ci venne incontro. -RapportoCi mettemmo sullattenti. -Plotone 6, signore, di ricognizione nel settore 54. Ci hanno attaccato gli infetti, siamo gli unici due sopravvissuti ecco le piastrine.- detto questo prese 4 piastrine sporche di sangue dal una tasca del Gilet tattico e le porse al tenente. Merda, il terzo plotone attaccato in due giorni beh almeno qua se n salvato qualcuno pens Cole mentre prendeva le piastrine. -Spassatevela ragazzi, avete il resto del giorno libero- gir sui tacchi se ne and. -Oddio oddio tutti morti, non ci credo- dissi, incredulo. -Facci labitudine, non sar la prima volta- detto questo, Norm si allontan verso il centro della citt. Due secondi dopo avere detto questa frase, lorrore mi assal. Lo shock per aver perso tutta la mia squadra. Non ce la facevo a stare in piedi, no. Provai a sorreggermi al fucile. Mi buttai a terra e, scosso da singhiozzi, vomitai. Tutti morti tutti non riuscivo a realizzarlo

Sono passati due anni da quando il virus, un ceppo della rabbia, scoppiato in Europa. Poi villaggio dopo villaggio, citt dopo citt, stato dopo stato, nazione dopo nazione si diffuso in tutto il mondo. Non si sa la sua origine, ma in poche settimane riuscito a mettere in ginocchio il genere umano. Quello che resta dellumanit, di quanto ne so, o vaga per il mondo in piccoli gruppi di sopravvissuti o, come noi, si organizzato in piccole citt o unit territoriali difese da ci che rimane dellesercito. In questo margine di terra noi siamo circa 15.000: 12.000 civili, pi o meno, e 3.000 tra soldati e poliziotti addetti alla sicurezza. Il potere detenuto da una giunta militare. Per entrare nel Punto Sicuro di New York ci sono due vie daccesso: protette dal centinaia di soldati e dai pochi carri armati rimasti. Per il resto siamo circondati dallacqua; da una parte un bene perch non possono attaccarci da nessuna altra via. Ma anche una problema: nello sfortunato caso in cui gli infetti entrino in citt, non ci sarebbero vie di fuga. E nessuna via di fuga equivale a morte certa.

Ore 6.30 a.m. del giorno 15 ottobre 2014. Mi sono appena svegliato, ho dormito malissimo: incubi per tutta la notte. Gi la prima brutta notizia: la citt di Boston sotto attacco gi da qualche ora e sono allo stremo delle forse, con circa l80% delle perdite militari e il 90% civili. E un massacro, Dio! E per noi risulta una notizia spiacevole visto che la maggior parte del sostentamento ce lo fornisce quella citt in cambio di manodopera e sicurezza (visto che ci sono meno soldati in quella citt). Stanno raccogliendo alcune divisioni da inviare in supporto delle truppe stanziate a Boston. E io sono tra quelli che vanno; si parte tra circa 6 ore in elicottero, delle voci dicono che saremo circa 500, 1/6 delle nostre forze.

Sono le 12.43. Sono su un elicottero Black Hawk con altre 5 persone e dellequipaggiamento pesante che comprende alcune mitragliatrici Browning cal. 50 anticarro, lanciarazzi Law, mitragliatrici leggere MG4 e molte munizioni. Tempo di arrivo stimato: unora e trenta minuti circa. Boston per ora resiste fortunatamente. Siamo arrivati, molti pennacchi di fumo si alzano dal vari punti della citt. Salto gi dallelicottero. Un capitano ci viene incontro e ci informa della situazione. -Ci hanno circondato, ad Est alcuni plotoni si sono asserragliati in un vecchio ospedale ma non trasmettono pi da qualche ora, ma siamo riusciti a far crollare alcuni edifici nelle arterie principali e per ora gli infetti sono bloccati. Siamo riusciti a bloccare il loro avanzamento anche da Ovest e da Nord con alcuni carri armati e per ora la situazione stabile, stanno alzando una barricata da quella parte- e indica un punto imprecisato a Nord - a Sud c il vero problema: l erano stanziate solo reclute e sono stati sopraffatti alcuni minuti fa, ora i sopravvissuti stanno ripiegando. Il punto di rendez-vous qui tra 10 minuti indica una piazza sulla cartina che tiene in mano - Mandate almeno 40 soldati qui e bloccate quei figli di puttana.-Okay ragazzi, 6 plotoni si dirigano immediatamente in questa piazza. Gli altri attendano quaGrida il tenente Jones. Io sono nel plotone 54, cos ci dirigiamo di corse verso il punto designato. Dopo circa 8 o 9 minuti arriviamo. Cristo, un inferno! Per terra giacciono decine di cadaveri, tra soldati, civili e infetti; poi bossoli che luccicano sotto la luce del sole, caricatori, armi, equipaggiamento, sangue Sul margine Sud della piazza ci sono delle trincee e alcune decine di soldati, armi in pugno, che sono rivolti verso un ampio piazzale, dove non c anima viva. -Ehi voi, venite qua-grida un sergente maggiore. Cazzo era ora! Abbiamo subito pesanti perdite ma per ora la situazione stabile. Voi dovete rinforzare il lato sinistro con quelle Browning e le altre mitragliatrici. Tra poco torneranno, vogliono ammazzarci tutti e arrivare al centro di Boston. Ma noi non glielo permetteremo! HOO-AH ! -HOO-AH - rispondiamo in coro, subito dopo ci dirigiamo verso la trincea pi a sinistra. Qui tutto sporco di sangue: sembra che almeno una volta gli infetti siano riusciti a passare. 2 ore dopo. -Qua non arriva nessuno, mi sono rotto di stare qui, fanculo!- esclama un soldato di un altro plotone. -E non rompere, Denny!-Ma che cazzo stiamo a fare qui?! Non ti sembra pi rag. OH CAZZO!Un nutrito gruppo di mostri sbuca da un vicolo che d sul viale. Subito scoppia una baraonda generale: fucili che sparano, voci che gridano ordini, soldati che chiedono aiuto Gli infetti sono vicini. Troppo. Le armi sono tante quei bastardi di pi. Il fucile mi rincula contro la spalla. Ho una buona mira 3 4 5 infetti uccisi. Ma sono troppo vicini, e sono troppi. Un urlo e la trincea a fianco alla nostra sopraffatta. Gli spari si spostano. -Ahhh, Cristo.- Denny, il ragazzo di prima, urla dietro di me: uno di quei bastardi, che evidentemente hanno superato anche la nostra barricata, ha morso il soldato al braccio. Sposto il tiro. Il fucile spara per tre volte, poi CLICK. Scarico. Un mostro si dirige verso di me. Tre metri. Tutto rallenta: abbasso il braccio e raggiungo la pistola alla fondina. Due metri. Sgancio la pistola.

Un metro. La estraggo. BOOM! Allimprovviso il suo fianco esplode. -Wow, che schifo!- Norm appare al mio fianco. Dai andiamo, ormai ci hanno travolto. Dobbiamo ripiegare.E cos ci mettiamo a correre verso la strada da dove eravamo venuti, intorno a noi vedevo il finimondo: soldati travolti dalla furia omicida dei mostri, un cingolato BTR preso da chiss dove da dove uscivano urla disperate e entravano infetti, sacche di resistenza disperate In 20 minuti circa siamo tornati al punto di rendez-vous. C una gran caos. A quanto pare si presa la decisione di evacuare i sopravvissuti verso New York. Per alcuni elicotteri, due su ottorimasti, sono gi stati distrutti. -Ragazzi, siete gli ultimi soldati ancora vivi, dovete presidiare questa zona per dare il tempo di evacuare i civili rimasti e il personale medico. Andate!- grida un tenente da vicino un elicottero. Mi guardo intorno e mentre gli altri si mettono in posizione conto circa una ventina di soldati: abbiamo subito perdite spaventose! La mia squadra decimata e dispersa, cos mi unisco a un altro paio di soldati che si dirigono a una mitragliera posizionata dietro a dei sacchi di sabbia al lato nord-est della piazza; il primo ad arrivare sono io, mi posiziono dietro alla cal. 50 e mando il primo colpo in canna. Nellattesa di vedere comparire i primi bastardi nel mirino a croce della mitragliatrice, mi guardo attorno: per terra ci sono centinaia di bossoli che brillano sotto la luce del sole al tramonto, inoltre noto che su questo lato della piazza, oltre a noi tre, ci sono solo altri sei o sette soldati, numero decisamente esiguo e praticamente inutile per ostacolare lavanzata di quei cosi. Ma ora il numero non conta. No. Ora conta soltanto quasi di quei fottuti bastardi far a pezzi. FUOCO!

La mitragliatrice rincula violentemente, mentre decine di quei bastardi vengono fatti a pezzi, dopo essere inquadrati nel mirino. Centinaia, migliaia di enormi bossoli incandescenti sono espulsi fuori ogni volta che la leva darmamento torna indietro. C sangue dappertutto, volano pezzi di carne in ogni direzione. Il fuoco combinato di una Browning M2 pi unaltra decina di armi leggere fa male. Molto. La mitragliatrice per a qual punto smette di sparare, inceppata. Merda, succede una volta su cento e proprio a me doveva capitare?! -Cazzo, si inceppata!- grida un soldato al mio fianco. Tiro indietro lotturatore che espelle un paio di bossoli vuoti. Ri-armo larma e ricomincio a sparare. I proiettili falciano quelle bestie assatanate. -Hanno sfondato dietro, spostate il fuoco!Prendo il fucile a terra, mi giro, inquadro il primo bersaglio nel mirino metallico e faccio fuoco. Il proiettile gli trapassa il cranio, il mostro si ferma bruscamente e cade a terra. Sposto il selettore su Auto e falcio i mostri dietro a un generatore distrutto. Avere un fucile con poco rinculo e mediamente potente un gran bel vantaggio: permette un tiro rapido e preciso. Allimprovviso un esplosione. Poi il buio infinito. La morte sopraggiunge?

-Ehi, amico, sveglia! Soldato! Dio, non si sveglia caporale. Che faccio?!-

-MEDICO!... MEDICO, CAZZO!Apro gli occhi. La luce mi colpisce, mi acceca. Le orecchie mi fischiano e la testa mi scoppia. Polvere e detriti. Ho il sapore del sangue in bocca. Sputo. Sangue e saliva. -Ehi ehi, che succede?...- chiedo debolmente -Oh, sei sveglio. Che succede? Non lo vedi da te? Siamo nella merda. Semplicemente questo Cho, Cho, Cristo! Cho, spara! Usa quel fottuto fucile!- urla linterlocutore misterioso, non leggo il nome visto che ho ancora gli occhi velati e sono ancora mezzo stordito. Subito dopo il rumore inconfondibile delle pale di un elicottero. Qualcuno grida. Mi rendo conto ora che mi stanno trasportando in barella. Poi sento qualcosa appeso al collo; la tocco. Sono gli occhiali di protezione standard. Sono in frantumi, solo fortuna se le schegge di vetro non mi sono finite negli occhi. Mi rendo conto anche che ho perso gran parte del mio equipaggiamento, tra cui fucile e zaino. Mentre penso a tutto ci, mi caricano sullelicottero (o almeno cos mi sembra). Intorno a me unorchestra di suoni indefiniti: urla, ringhi, fucili e pistole che sparano Unaltra esplosione. Tutto nero, di nuovo. Stavolta forse per sempre.

Sono le 18.53. (Fortunatamente) mi sono risvegliato, ci significa che sono ancora vivo. Bene. -Ragazzi abbiamo un problema bello grosso, cazzo- esclama il pilota Richard Able. -Di che genere, tenente?- ribatte un caporale. -Non so come, ma perdiamo carburante. Ne abbiamo per unaltra decina di kilometri. E ne mancano ancora tanti per arrivare a New York- fa una pausa. - prover un atterraggio demergenza quando siamo agli sgoccioli su un di quelli edifici, ma non prometto niente. Siate comprensivi-Okay, Marines, avete sentito? Tenetevi forte! Mi alzo (per quanto mi permetta la fusoliera) dalla barella e mi guardo intorno, con una faccia ebete causata dal trauma di due esplosioni: ci sono, escluso me, circa 5 soldati. Sono conciati male, stanchi e affamati scommetto anche, e sulle facce di alcuni leggo disperazione, paura Mi lego a un sedile. Non sono mai stato molto credente, ma trovo lo stesso tempo per qualche preghiera. -TRENTA SECONDI!- urla il tenente addetto al pilotaggio del Black Hawk per farsi sentire sopra al rumore dei rotori. -Tenersi.- dice il caporale (sospetto che sia quello di grado pi alto dopo il tenente). -QUATTRO SECONDI. TRE.DUEUNCRASH! Buio.

Il mondo gira, mentre un fischio lungo e acuto mi percuote le orecchie, stordendomi. Qualcuno mi scuote, cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco. Un urlo. Forte. Acuto. Poi degli spari. Ritento di aprire gli occhi e stavolta ci riesco, anche se per poco. La luce mi ferisce, mi acceca. Li richiudo subito.

Dopo alcuni secondi li riapro e stavolta li riesco a tenerli aperti il tempo necessario per vedere cosa sta succedendo: la fusoliera un ammasso di plastica e lamiere. Ci sono un paio di cadaveri su cui le mosche hanno gia iniziato a posarsi. Un pezzo di lamiera esce dal torace di uno di loro. In cabina c un corpo legato a un seggiolino: il pilota. riverso, per quanto renda possibile la cintura, sulla console dei comandi. Non vedo il copilota. Da fuori provengono degli spari e delle urla soffocate. Mi slaccio dal seggiolino, sfortunatamente per le mie gambe non hanno la forza necessaria per teneri in piedi e cado per terra. Sento scendere una goccia di sangue dalla fronte. Ho un gran mal di testa, e forse anche un lieve trauma cerebrale. Supino a terra riseco a vedere delle figure indistinte che si muovono fuori. Il sole intanto sta tramontando. Un uomo compare davanti a me. Distinguo solo la sagoma: se uno di quei mostri sono finito. Non ho forze di difendermi, e non so neanche se ho ancora qualche arma. -Mettiti in piedi soldato! L fuori siamo rimasti solo in 2.- ordina il misterioso soldato passandomi una pistola e un paio di caricatori. Dopo questo mi prende da sotto le ascelle e mi solleva. Mi porta fuori e mi lascia dietro alla coda dellelicottero. -Copri questo lato. Io e laltro soldato siamo dietro di te e ti copriamo le spalle. Abbiamo un ferito grave e stiamo cercando di medicarlo, okay? OKAY?!Accenno a un debole s. Il caporale (sospetto sia lui, vista la voce uguale a quella del caporale nellelicottero) sia allontana a passo svelto verso una specie di barriera fatta da rocce e detriti lontana una decina di metri da me. Appena arriva, un mostro della categoria infetti e grassi si avvicina correndo verso di me; con due colpi della pistola lo metto a tacere. Sfortunatamente per il suono della Beretta M92 si propaga in tutto il quartiere, e ci probabilmente attirer un sacco di quei bastardi. I primi due minuti circa passano con relativa tranquillit. E dopo questi, come volevasi dimostrare, almeno una decina di quei bastardi esce dalloscurit e si mette a correre verso di noi. La pistola pronta nella mia mano: svuoto il caricatore verso almeno 4 o 5 di quelli sfigati. 3 cadono a terra, feriti mortalmente. Un altro continua ad avanzare zoppicando; premo il tasto di espulsione della pistola. Il caricatore per si inceppa. -Oh, Cristo. Merda, merda, merda. Inceppato! OddioForzo il caricatore, invano. Okay, vaffanculo, vieni qua, stronzo! penso mentre tiro fuori il coltello dal tattico. La bestia mi raggiunge e con tutta la forza e lodio mi si butta contro. Prima che mi subtti contro riesco a vedere i suoi occhi: sono pervasi da uno sguardo spento, cupo, da metterti i brividi. Cadiamo a terra e rotoliamo per alcuni metri. Metto una mano sotto la sua bocca, stando molto attento a non farmi infettare dalla sua saliva, e gli tengo la testa ferma. Con laltra mano cerco di mettere a segno alcuni colpi, ma riesco solo a farlo incazzare. -AHHHH, STRONZO! FATTI AMMAZZARE!- urlo. Gli do una ginocchiata, resa pi potente dalle ginocchiere, alle palle. Lui si lamenta e molla la presa che blocca la mano con il coltello. Subito gli do una testata sui denti con lelmetto, poi alzo il coltello da combattimento e glielo pianto cinque o sei volte nelle costole. Finalmente cade su di me con un rantolo, sanguinando fluidi infetti sulla mimetica. Lo sposto subito e mi alzo. Zoppicando raggiungo la mia posizione e mi accascio a terra, allo stremo delle forze. Qualcosa punta contro la coscia, abbasso lo sguardo e, imprecando trai baffi, mi accordo che la mia Glock17 l, pronta.

-Okay, caporale, che facciamo?- chiede Cho, il secondo soldato sopravvissuto alla schianto. -La prima cosa da fare capire dove ci troviamo, poi dobbiamo tornare alla Fortezza.- sentenzia il caporale Anderson. Che cosa abbiamo con noi?-3 Fucili dassalto standard, molte munizioni, 3 pistole, una paio di granate e provviste per circa due giorni- rispondo. -Kit medici?-NienteAllo schianto eravamo sopravvissuti io, Cho, il caporale e il copilota, un certo Samuel Cornell. Questultimo morto un paio di ore fa. Lesioni interne troppo gravi, fegato distrutto e polmoni perforati. -Okay, ci muoveremo solo con il sole. Ora dobbiamo cercare un riparo. Qualche idea?-Ci sono cresciuto in questo quartiere. Un paio di isolati pi in l c una caserma della polizia. Possiamo stabilirci l per questa notte.- ci informa Cho. -Buona idea. Tu vai in avanscoperta. Recluta, ehm Allen, tu stai in retroguardia Muoviamoci-

Ed cos che iniziamo a camminare verso il distretto della N.Y.P.D. Non c anima viva per strada, eppure sono sicuro che ci stanno osservando dagli edifici bui e decadenti. Dopo circa 15 minuti arriviamo: ledificio un casermone grigio e buio, con finestre infrante e la porta sfondata. Allinterno c una caos incredibile: fogli, resti di cadaveri, ossa, sangue, schegge delle scrivanie, lampade e bossoli di vario calibro. Facciamo un giro delledificio, che, a parte alcuni topi neri, si rivela totalmente vuoto. Nellarmeria non rimasto quasi niente; alcune pistole, un fucile a pompa e alcuni dei fucili di precisione Remington 700. Per prima cosa barrichiamo lentrata con scrivanie, sedie e un distributore automatico di merendine in cui non rimasto pi niente, solo il vetro infranto. -Bene. Faremo turni di guardia di 2 ore ciascuna. Inizia tu, Cho, poi Allen e tra quattro ore svegliatemi che inizio io. Ricevuto?-Ricevuto- rispondiamo insieme io e il soldato. Due minuti dopo il caporale caduto in un sonno profondo e senza sogni. Io non riesco a dormire, cos cerco di fare conversazione con il mio nuovo compagno di squadra e di viaggio. -Bella situazione di merda eh?!- attacco. -Gi... gli unici sopravissuti non ci posso credere-Eh gi. E qual il tuo vero nome? Di dove sei?-Mi chiamo Cho Sangueki, sono nato a New York, ma i miei genitori sono emigrati dalla Cina. Te?-Allen Corsetti, originario italiano, piacere-Piacere mio- risponde con un sorriso -Qualche specializzazione?-Prima del giorno in cui and tutto a puttane ero un cecchino, poi, dopo aver visto il mio Spooter e molti altri amici fatti a pezzi, ho deciso che avrei fatto pi male a quei bastardi di merda con un fucile a rafficaCapisco che una storia che non gli va di raccontare e cambio discorso. -Hai figli? Moglie?-AvevoMio Dio, la situazione sociale di questo una merda! Comunque parliamo di argomenti neutrali per unaltra oretta, fino a quando non arriva il mio turno e lui se ne va a dormire.

Dellex-cecchino capisco varie cose: siamo molto simili, sia fisicamente che per altre cose. Occhi marroni, stessa et (24 anni) capelli neri tagliati a spazzola, nessuno dei due fuma Abbiamo anche alcune conoscenze in comune. Forse lui la persona a cui posso affidarmi per il tempo necessario alla fine di questa nostra avventura Offlimits. Del caporale si sa ben poco, dalle poche parole che ho sentito da lui, dal punto di vista psicologico se ne ricava ben poco. So solo che il suo nome Vincent Anderson, ha 27 anni, era stanziato a Boston (quindi non era con il nostro gruppo di supporto) e che gli piace molto fumare, visto che ha due pacchetti di sigarette attaccati allelmetto sotto cinturino degli occhiali.

Il mio turno stato abbastanza tranquillo, di tanto in tanto si vedeva qualche figura indistinta nel buio, ma niente di preoccupante spero. Ora comunque sono le 6.00 e stiamo per andare. -Okay, la formazione sar la stessa dellaltra volta, evitate di sparare se non avete silenziatori, e non li avete sicuramente, perch senn attireremo tanti di quelli infetti che ci faranno la pelle in pochi secondi. Riducete le conversazioni al minimo. Intesi?-Capito-Anchio-Okay, andiamoIn pochi minuti mi ritrovo fuori dalla caserma. Camminiamo per circa un ora senza inconvenienti, li vedo muoversi nei palazzi. Al buio. Tramano Il paesaggio sempre lo stesso; incidenti stradali terribili lungo le vie, ossa e resti vari, bossoli, posti di blocco, segni di combattimento... Siamo passati anche vicino ad alcuni giganteschi ossari che offrivano uno spettacolo terribile. Vedere la citt totalmente morta fa effetto. A stento ho trattenuto lacrime di disperazione. Ormai siamo soli. Lumanit andata. Quanto ci resta ancora? Dopo circa 5 kilometri, mentre siamo allo stremo visto che abbiamo minimo una decina di kili di equipaggiamento e siamo sotto il sole, incappiamo in un campo di combattimento di due isolati circa. Ma la cosa che ci lascia letteralmente a bocca aperta un enorme Humvee, con la sua immancabile calibro 50 sul tettuccio. Fantastico! In pi sembra in buono stato. E ai margini della battaglia, cos credo fosse rimasto restio al grosso della battaglia. Quei bestioni possono durare anni! -Oh cazzo Oddio non ci credo- balbetta Anderson. -Che aspettate?! Saliamo!- urla Cho, al settimo cielo. Dopo questo si reca di corsa verso il veicolo. Il portellone posteriore socchiuso. -Oh Cristo, no! Cho togliti da l! ASPETTA! Choo- urla il caporale. Troppo tardi. Il soldato non sembra sentirlo nemmeno. Il portellone socchiuso. Basta tirare. Unombra dentro lHumvee. Cho apre.

Non capisco bene quello che avviene dopo: so solo che vengo colpito pesantemente da dietro e, come al combattimento prima di partire, mi ritrovo a combattere corpo a corpo. Il problema che al primo infetto se ne aggiunge un altro. Vicino a me sento delle grida, ma non riesco a capire cosa dicono. Spari. Con una mano tengo fermo il primo infetto dal collo, mentre sferro ancora una volta un calcio alle palle allaltro mostro, che per non sembra sentire il minimo dolore. Il primo infetto di divincola dalla mia presa e per un istante ci guardiamo negli occhi: i suoi sono rossi, iniettati di sangue. C solo rabbia. Oddio. Ma non ho tempo di pensare: alla velocit della luce raggiungo la Glock e la sfilo dalla fondina, la punto verso il bastardo. Premo il grilletto. SBAM! La sua testa esplode in una fontana di sangue e materia cerebrale. Il secondo bruttissimo figlio di puttana, mi travolge con un placcaggio degno di un giocatore di Rugby mentre il colpo esce dalla canna della pistola, cos il proiettile sfiora soltanto il bersaglio. Mi ritrovo di nuovo a terra, ma fortunatamente il bastardo deve aver battuto la testa da qualche parte su di me, visto che il suo tempo di reazione diminuisce sensibilmente. Il tempo necessario di ficcargli in bocca la gomitiera per impedirgli di mordermi. Con la coda dellocchio vedo laltro infetto buttarsi verso di me per darmi il colpo finale Cazzo!

Nella mia fine il mio principio. Come frase nel contesto ci sta! Per qualcuno l sopra decide di farmi vivere ancora un p. Una raffica di mitra fa sbocciare dei fiori di sangue sul petto del mostro. Rimango incredulo ma non riesco a capire chi ha sparato perch laltro mostro su di me cerca di darmi un pugno; non so neanchio come ma riesco a schivare il suo pugno Ma la situazione rimane sempre bloccata. O almeno rimane tale fino a quando unombra usa un fucile come mazza. Fa cadere il calcio (quindi tiene il fucile dalla canna) sulla nuca del mostro, come farebbe un boia con la sua ascia. Si sente un sonoro scricchiolio mentre il mostro lancia un urlo e subito cade di fianco. A quel punto non ho pi forze voglio solo restare per terra, a vedere il sole che mi illumina la faccia.. che bellissima sensazione sorrido... Cazzo i miei nervi stanno andando proprio a puttane, me ne rendo conto ora Ma quella sensazione non dura molto: unombra si frappone tra me e il sole. -Ehi Allen, alzati da l - dice una voce familiare, ma nonostante questo non capisco ancora chi sia linterlocutore. Cristo, Allen. Alzati da quel fottuto pavimento -continua il misterioso interlocutore. -ora siamo rimasti in due-

-Oddio, no!... Lui no! CAZZO! PERCHE LUI?!- ero disperato, in pochi secondi avevo perso un amico, Cho, per una semplice cazzata! Da quanto mi aveva detto il caporale, che a differenza di me aveva assistito alla morte del soldato, un mostro era uscito dallHumvee e aveva attaccato Sangueki, non aveva avuto tempo di difendersi. Poco dopo gli sono saltati addosso altri due infetti, ma a quel punto il caporale non ha avuto tempo di vedere perch stato attaccato anche lui. Il corpo era ridotto a una massa di carne insanguinata, una maschera di sangue e dei morsi lungo il collo e le spalle. Le mani non avevano alcuni diti e gli altri erano spezzati e piegati nelle pose pi strane potrei continuare per molto ma ho deciso di fermarmi qua E uno spettacolo orribile orribile le lacrime mi scendono gi dalle guance, mentre piango in silenzio, nella disperazione pi totale. Un altro giorno in questa situazione di merda e io parto, sono sfottuto Anderson mi mette un mano sulla spalla e, seppure gentilmente, mi spinge via. Dopo questo dal suo zaino prende una coperta militare, e, prima di stenderla sul cadavere martoriato di Cho, gli stacca la piastrina. -Andiamo usiamo lHumvee-Ehi, ehi un momento non possiamo lasciarlo qui dove cazzo credi di and- il caporale, veloce come un lampo, fa con un passo il mezzo metro che ci separa, mi prende per il colletto. -E cosa diavolo vuoi che faccia?! Eh?! Non so te, ma io voglio vivere se vuoi farlo anche tu, allora seguimi. Senn v via, mi sei solo dintralcio Intesi?- dice a denti stretti. Detto questo mi lascia andare con uno strattone e si allontana verso il mezzo. Guardo il corpo del mio amico. Lacrime salate mi rigano le guance e cadono sulla coperta. Disperazione. Dopo alcuni minuti mi alzo, lancio un ultimo sguardo a Cho. Mi allontano. Il caporale sul sedile di guida a fumare. I pochi istanti di tranquillit vanno goduti mi siedo sul sedile del passeggero. Linterno del veicolo sporco di liquido marroncino, sangue coagulato. Caricatori. Bossoli. Puzza di muffa. Ossa -Vedi se la mitragliera funziona.Esamino la M2. Il nastro poco, la mitragliatrice impolverata. Faccio scorrere lotturatore e mando il primo colpo in canna. Sembra funzionante. -Credo di s, ma ci sono pochi colpi.-Fatteli bastare.Mette in moto e partiamo. Sono le 2.15 di pomeriggio.

Stiamo camminando da alcune ore. Sono le 6.37 di pomeriggio. -Quanto manca?-Non lo so, ma non meno di 40 kilometri alla Barricata Distrutta.La Barricata Distrutta un insieme di alcuni di quartieri usati come avamposto allaltra sponda e caduti alcuni mesi dopo la costruzione delle fortificazione. Si dovuto far saltare un ponte per arrestare lavanzata degli infetti. Ci sono stati quasi 2.000 vittime tra unit militari e civili. Un massacro - merdaPassiamo altri e dieci minuti in silenzio.

Affianco a noi sfilano centinaia di edifici immersi ne buio, auto distrutte, blindati, resti di vario genere Alcuni dei non-morti si fanno vedere sporadicamente per le vie, ma al nostro passaggio rientrano nelle tenebre dei casolari abbandonati. Dei resti di un bombardamento ci obbligano a cambiare strada un paio di volte. Nella prima via c una banca, o ci che ne rimane, e dei negozi. Svoltiamo alla seconda curva. -Oh Dio- sussurra il caporale Anderson appena vede cosa c dopo la curva. Io non parlo, non proferisco parola. Non ci riesco. Lorribile spettacolo che si erge davanti a noi mi lascia shockato, letteralmente. Mi rendo conto di avere una faccia da ebete, ma non riesco a cambiare espressione.

Davanti a noi la morte in tutta la sua imponenza. Davanti a noi una massa impenetrabile di infetti schierati in due o pi file che occupavano tutta la via. Respirano ansimando. Emettono versi gutturali. Molti di loro sono insanguinati e hanno mutilazioni terribili, ma nonostante ci camminano ancora. Il caporale torna in s giusto il tempo per incazzarsi a morte. Dai Dai venite, venite! Avete fatto a pezzi la mia famiglia, la mia squadra, i miei amici; avete distrutto la mia citt, lumanit, il pianeta ora tocca a me VENITEEEE!Proferite queste parole, pigia sullacceleratore. Scattiamo in avanti. Partono anche i mostri. Premo il grilletto istintivamente facendo a pezzi i primi. A quelli che tralascio ci pensa il parafango dellHumvee. Le enormi ruote schiacciano i mostri, vivi o morti che siano. La mitragliatrice vomita proiettili sulla quasi impenetrabile massa che si fa avanti. Cominciano a fischiarmi le orecchie. Il frastuono incredibile. Un improvviso sbalzo rischia di farci ribaltare di lato. Ci incliniamo pericolosamente da un lato, e quando iniziamo a raddrizzarci un botto improvviso ci inclina a 35, facendomi sbattere il fianco contro il tettucio e togliendomi il respiro. Comincia ad ansimare e torno dentro. Il caporale sta bestemmiando in tutte le lingue: risulterebbe anche una scena comica se non fosse stato per il fatto che siamo in una citt quasi del tutto morta, circondati da simpatici individui che ci vogliono fare a pezzi e poi forse divorarci e in pi se non stiamo attenti potremmo anche morire di un incidente automobilistico! Altre due colpi di violenza inaudita si abbattono sulla fiancata destra, deformando la lamiera del veicolo. La botta pazzesca, do una craniata a un sedile e sento il dolore attraverso lelmetto. Ci incliniamo definitivamente a 90. Il mondo si tinge di nero ancora una volta

Come tante altre volte in questi ultimi giorni, mi sveglia un fischio prolungato nelle orecchie. Un rivolo di sangue mi scende sulla palpebra. La testa mi scoppia. Vedo rosso. Dal finestrino davanti a me si vedono degli infetti che cercano di entrare nellHumvee, mentre decine e decine di mani battono sulla lamiera deformata. -CapCaporale- sussuro sputando sangue. Cerco di raddrizzarmi per quello che mi permette il veicolo e arrivo in cabina. Il caporale riverso su un fianco, sanguina dalla bocca e dalla testa. Cerco di sentire le pulsazioni: respira ancora. Comincio a scuoterlo. Sputa sangue e mette una mano sulla mia. -Soldato non riesco a muovermi mi hanno morso - Le parole che mi gelano il sangue.

-Cosa?... Che cazzo? No, non ci credo!- non riesco a crederci, nella mia testa c un uragano di cose: sto solo in una citt che a momenti non conosco pi, in un Humvee rovesciato su un fianco, con a fianco lunico mio compagno di viaggio che a momenti passer a miglior vita, e poi ancora cercher di farmi a pezzi No, non pu succedere a me. NON STA SUCCEDENDO A ME VERO?! -Sono sfottuto, lo capisci, vero?- dice il caporale tra uno sputo di schiuma rossa e laltro. -No non pu morire, io ora che cazzo faccio?!-Ci sono delle granate in quel contenitore- indica un contenitore verde vicino al posto del passeggero. - fa come ti dico io ora, stammi a sentire.No, cazzo, no non ci credo, lei un cazzo di sopravvissuto, non pu lasciarmi cos io sono solo una maledetta recluta catapultata nellInferno, arruolata a forze, strappata dalla sua famiglia lei invece si diverte a uccidere quei bastardi l fuori, il suo mestiere, CAZZO!. Vorrei dire cosi, ma lo penso solo -Si, okay.- dico invece tra una lacrima e laltra. -Ora tu prendi due granate e le butti l fuori, quando esplodono tu ti butti la fuori e corri via. Corri, capito? Non ti fermare, qualunque cosa succeda Vendi cara la tua pelle! Hoo-ah ?Ci mettono un p a rispondere, lincredulit tanta. Non credo di farcela a fare quello che mi ha appena detto Vincent, ma comprendo che non c alternativa. -Hoo-ah , signore E stato un onore conoscerla e combattere al suo fianco. Addio. -Vale lo stesso per me, soldato. Addio- mi sorride.

Con quelle parole in caporale mi congeda. Prendo le 4 granate: sono sferiche ma non ricordo il nome. Ne lascio una al mio compagno e mi ritiro nella parte posteriore del mezzo. Fuori si sentono i gemiti dei mostri che, invano, cercano di entrare nel veicolo. Il fatto di non riuscirci li fa incazzare, presumo. Per prima cosa devo rompere il vetro in alto, in modo da lanciare le granate in mezzo alla piccola folla che ci circonda; prendo cosi la pistola e la punto in altro. Due spari risuonano mentre rimbomba il frastuono del vetro che si rompe. I gemiti diventano pi forti. Faccio il segno della croce. Ho 5 secondi una volta tolte le sicure delle granate, anche se gira voce che gli inneschi durino solo 3 secondi. Tolgo la sicura alle granate. 4 secondi Le lancio fuori dal finestrino. 3 secondi.. In mezzo alla folla... 2 secondi Mi copro le orecchie. 1 secondo

Tre violente esplosioni risuonano allesterno del veicolo, tra lassembramento di morti viventi. Urla Mi isso fuori, da quel momento la mia sopravvivenza nelle mani della mia pistola e di una buona dose di fortuna. -Ci vediamo allInferno, amico!- sento dire il caporale prima di buttarmi gi. Tre zombie si fanno avanti. A uno di loro manca mezza faccia, gli altri e due per quanto vedo sembrano integri. Il tempo rallenta. Tendo il braccio con la pistola e premo il grilletto una, due, tre, quattro volte. La pistola mi rincula contro il palmo della mano. Il primo mostro, un ragazzo sui 17 anni, cade a terra con due fiori di sangue nel petto e un p di piombo nel cervello. Colpisco il secondo nemico alla spalla. Faccio fuoco unaltra volta. Il proiettile 9mm gli trapassa il cervello e fuoriesce dalla nuca; il nonmorto si arresta allistante e si accascia a terra. Il terzo mostro scavalca i cadaveri dei compagni e si fa avanti. Uno sparo e un altro proiettile fuoriesce dalla Glock, insieme a una fiammata color arancio. Il colpo si arresta violentemente nella cassa toracica, probabilmente trapassando il cuore. Anche questo essere cade a terra. Tutto questo in appena 10 secondi. Rimango qualche decimo di secondo a contemplare la scena con il braccio ancora teso, terrorizzato e, al tempo stesso, estasiato per chiss quale ragione; finalmente il mio cervello si rimette in moto. Listinto primordiale di autoconservazione mi urla di togliermi da quel casino. Le mie gambe si mettono in moto e prima ancora di rendermene conto sto correndo verso una casa di medie dimensioni, con sei finestre circa, di cui 2 o 3 rotte, che si affacciano sulla strada. Uno zombie si dirige di corsa verso di me. Sparo senza pensare due colpi e lo colpisco al fianco e alla spalla, quanto basta per bloccarlo. Due metri mi separano dalla portauno quando sono praticamente davanti agli scalini dingresso li salto con un salto e, dopo aver inciampato, entro ruzzolando nella casa. Una volta dentro, da per terra chiudo la porta con un calcio, che si blocca con un tonfo. Con la pistola ancora puntata verso luscio mi alzo in piedi; sento gi i primi pugni abbattersi sulla porta in legno e ferro battuto, ma fortunatamente molto resistente. Mi guardo attorno. Qualcuno ha trasformato questa casa, in una via di una citt dimenticata da Dio, in un fortino. O almeno ci ha provato: le finestre sono sprangate con assi di legno. Qualche spazio tra unasse e laltra lascia passare qualche debole raggio di luce, che per basta a illuminare la maggior parte della casa. Credo che quegli spazi siano stati usati come feritoia In basso, il pavimento costellato di resti di vario genere: bossoli di piccolo e medio calibro, tra i quali molti di fucile a pompa, poi sangue rappreso (tanto sangue, Dio solo sa cos successo in quella casa) e qualche resto umano in un angolo un teschio mi guarda con un ghigno beffardo. C un odore leggermente acido. Putrefazione, suppongo. Il destino del caporale mi torna alla mente tutto dun lampo, facendomi vergognare di essermene dimenticato. Corro alla finestra pi vicina che d sulla strada. L rimango a guardare la lenta fine del mio ex compagno di viaggio, nella disperazione pi totale.

Il caporale Samuel J. Anderson, numero di matricola 164-5689-4526-SA, arruolato nei Marines, ventiseiesimo ricognizione, si ritrov incastrato in quel veicolo militare del tipo Humvee in una stradina di New York City , a soli 20 km dalla Barricata Distrutta. Cos vicino e al tempo stesso cos lontano pens. Voleva mettersi in una posizione pi comoda, ma il sedile e altri ostacoli glielo impedivano. Cos si ritrov ruotato a 90 dal terreno, insieme a tutto il veicolo. Beh, dopo tanto finalmente aveva un p di tempo per pensare BOOM!

Un violento colpo contro il parabrezza da parte di un infetto lo costrinse a mettere da parte i pensieri e a mettere mano allMP5 trovato tra i due sedili. Anteriori. Gli rimaneva ancora mezzo caricatore e quella granata. I mostri lo avevano lasciato in pace per un p, attirati da Allen fuori dallHummer. Ma ora erano tornati sperava che il soldato ce lavesse fatta, ma oramai non importava pi nulla. Sped indietro quel bastardo che cercava di entrare con 3 fori nel petto, mandando in frantumi il parabrezza. Altri due esseri si fecero avanti, bocca insanguinata da cui uscivano solo alcuni versi sconnessi. Li falci con una decina di colpi. Adoperava larma con una sola mano a causa della posizione e non riusciva a prendere la mira. Un bastardo gli apparve davanti e il soldato 36enne gli fece saltare la testa in una fontana di sangue e materia cerebrale. A quel punto uno spento CLIC usci dallinterno dellarma. Butt il fucile di lato e sganci la fondina, tir fuori la pistola e continu a sparare. Otto, nove, dieci colpi CLIC anche da quellarma. Inceppata. Non perse neanche tempo a cercare di estrarre il colpo inceppato. La butt di lato. Aveva abbattuto circa dieci mostri. Beh, niente male per un uomo - non un soldato ma un uomo - prossimo armai alla morte. Un attimo di pausa Dopo molti anni prov una sensazione di serenit Pace Pens a Mary e a suo figlio Jamie pens alle ultime parole della moglie prima di morire Ti amo. Ora sparami ti prego. Lui non ce laveva fatta e lei era morta dopo atroci sofferenze lo stesso per il suo piccolo amore di 6 anni. Due anni due anni dalla loro morte. Due anni in bilico sul filo del rasoio del suicidio. Due anni di rimorso! pens. Una piccola folla si avvicinava lentamente, pregustando gli ultimi attimi della paura della loro preda, una decina di metri al massimo La granata sferica in mano. Tolse la sicura. Ti amo anchio, Mary. Sto arrivando.

Era stato terribile. Gli ultimi attimi del caporale in diretta, signori! Il giovane aveva visto tutto: da quando il caporale aveva cominciato a sparare con un fucile di piccolo calibro mentre i mostri cadevano uno dopo laltro; poi aveva visto, o meglio sentito, quando gli spari erano diventati pi deboli e non pi a raffica, uno dopo laltro. E poi la fine era giunta, la ciliegina sulla torta un attimo di silenzio e poi una forte esplosione. Aveva distolto lo sguardo il giovane soldato, e quando era tornato a guardare il veicolo era ridotto a un ammasso informe di lamiere e la strada era costellata di corpi. Due minuti dopo era per terra e vomitava. Dieci minuti dopo era di nuovo in piedi, deciso a esplorare la casa e trovare un rifugio sicuro per la notte. Il giorno dopo avrebbe provato a contattare il comando con la radio.

Sto salendo le scale, la pistola spianata. Arrivato sul pianerottolo davanti a me si apre un corridoio, con circa cinque porte. Due sono spalancate, una un bagno e laltra una camera da letto. Dentro non c niente. La prima porta a destra. Mi avvicino, contro fino al tre e do un calcio alla serratura ormai marcia. La porta si spalanca di colpo mostrandomi unaltra cameretta da letto. C un letto in messo, ormai coperto da uno spesso strato di polvere. Ci sono due scaffali con varie cianfrusaglie. Il pavimento cosparso di bossoli, caricatori di pistola e una strana sostanza marrone, ma che non sembra sangue. Sui vetri sporchi delle finestre ci sono alcuni schizzi scuri obliqui. Sangue. Mi allontano pensando a cosa trover nelle altre stanze.

La seconda a sinistra. La spalanco con un calcio e constato che si tratta di un bagno sporco fino allinverosimile. La terza e ultima porta si trova in fondo a tutto, sulla destra. Mi avvicino lentamente con la Glock puntata davanti a me. Una volta davanti conto fino a tre e tiro un calcio. Il colpo rimbomba per il corridoio ma la porta non si apre. Allora punto la pistola verso la serratura e sparo due colpi, poi tiro un calcio sfondando la porta e faccio un balzo in avanti come farebbe un agente della S.W.A.T. durante un irruzione. Ma, a differenza dellagente, io rimango fermo, impietrito dalla scena davanti ai miei occhi.

Tre cadaveri, o ci che ne resta, sono distesi sul pavimento ai miei piedi, un altro chino su una scrivania. Come cazzo hanno fatto gli infetti a entrare qui se la sola entrata quella da dove sono entrato, e quella sprangata!? mi chiedo. Poi per unattenta analisi dei corpi mi fa ricredere. I morti non sono entrati affatto Due dei cadaveri indossano la tipica divisa dei poliziotti, gli altri e due morti hanno abiti civili, tutti maschi probabilmente. Mi avvicino di pi ai resti ormai ridotti a cadaveri dei sopravvissuti: i due poliziotti si chiamano Sanchez e Portnoy, questultimo ha una pistola in mano, una 9mm, con i carrello bloccato indietro, segno cio che scarica. Il teschio quasi interamente decomposto ha un foro dentrata alla tempia destra. Esaminando gli altri cadaveri mi accorgo che anche lagente Sanchez gli altri e due civili hanno la stessa ferita. Mi immagino il loro stato danimo dopo aver scoperto che il mondo era andato completamente a puttane! Erano soli, poche munizioni, poco cibo (sempre se ce lavevano) nessuna speranza. Facendo un giro per la stanza noto che sul tavolo vicino al secondo cadavere del civile in abiti sportivi c un registratore vecchio modello. Ormai notte e sono rassegnato a passare la notte in quella casa, cos per passare il tempo premo il tasto PLAY del registratore. Subito una voce metallica, spenta, stanca esce dallapparecchio:

Mi chiamo Cormack Fincher, sono un imprenditore, o almeno lo ero. Ora mi trovo nella mia casa mentre fuori lumanit va a farsi fottere. Mi sono barricato qui da circa due giorni e ormai il cibo finito. Con me ci sono la recluta della polizia Aaron Portnoy, il sergente Donald Sanchez e loperaio Douglas Grant.

Fa una pausa seguita da un sospiro. E qui viene la parte difficile

della storia abbiamo preso unanimemente la decisione peggiore che un uomo normale in circostanze ordinarie possa mai prendere ma queste non sono circostanza ordinarie. Tra alcuni minuti, appena finita questa registrazione, lagente Portnoy sparer in testa a ognuno di noi, per poi ripetere lo stesso trattamento anche con se nessuno di noi vuole trasformarsi in quelle bestie assatanate che girano l fuori. Questa la fine di tutto e di tutti. Di ogni cosa e di ogni essere vivente. Qui Cormack Fincher, addio.

Seguono alcuni spari, poi qualcuno blocca la registrazione. Mi ritrovo a piangere in silenzio, la consapevolezza che rimangono solo alcune migliaia di esponenti del genere umano mi schiaccia con tutto il suo peso. Lacrime salate scavano solchi sulla mia pelle irritata.

Dopo circa unora riesco a ricompormi e mi alzo dal pavimento. Ormai notte fuori, non c un suono, neanche gli uccelli cantano pi. Barrico la porta con alcune sedie e un comodino che sta affianco alla porta. Ho intenzione di dormire qualche ora e poi provare a contattare gli elicotteri per il recupero

Sono le 6.33 di mattina. Non so il giorno. La notte lho passata senza imprevisti, non ho sognato niente. Il mio sonno era troppo profondo. Ho lo stomaco vuoto, non ho mangiato niente anche perch non ho nulla da mettere sotto i denti. Ora esamino la radio. Si accende e sembra che trasmetta, provo tutte le frequenza finch non trovo quella della base. -Qui soldato Allen Corsetti a base operativa della citt di New York. Unico sopravvissuto dellelicottero Uno-sette-sette. Rispondete, passo.- ripeto questo messaggio almeno tre volte prima che qualcuno mi risponda. Qui torre di avvistamento cinque-tre-quattro, lato nord-est della barricata della citt di New York City. Parlate Uno-sette-sette. Un sospiro di sollievo mi scuote. Mi viene voglia di urlare ma mi trattengo. -Torre di controllo, richiedo estrazione immediata, passo.Dove ti trovi, Uno-sette-sette? -Ehmm - dove cazzo mi trovo!?, penso. Mi affaccio alla finestra e tutto mi appare pi chiaro: in questisolato abitavano dei miei amici! -Davanti a me, a circa 100 metri, c la Octus Square. Se non trovate la piazza rintracciate in qualche modo la trasmissione. Venite l, passo!Tempo quindici minuti e siamo l, segnala la tua posizione con il fumogeno. Dice la voce dallaltro capo dellapparecchio. -Ricevuto, base. Avr compagnia probabilmente quando verrete! Passo e chiudo.La mia conversazione si chiude l. Dovr farmi 100 metri di corsa e tenere la posizione! Una cazzata, no? Una cazzata che in queste circostanze pu costarmi , anzi mi coster, vita o morte. Okay guardo lorologio: le 6.46. Poi guardo dalla finestra, mi trovo a due metri e mezzo dal suolo. Per strada non si vede nessuno. Ci sono un paio dauto sul mio percorso ma dovrei riuscire a evitarle senza problemi. Gli intestini sono in subbuglio, sono incredibilmente nervoso. Daltronde chi non lo sarebbe. Una risata isterica mi parte involontariamente. Cazzo, i miei nervi stanno per partire! Carico la Glock portando il carrello indietro e lasciandolo. Questultimo scatta in avanti e manda il primo colpo in canna. Mi restano due caricatori oltre a quello inserito. Cercher di evitare di usare la raffica della pistola per risparmiare colpi. Bevo un sorso dalla borraccia riempita ormai un milione di anni fa alla base cui, se tutto va bene, far ritorno. Okay, la resa dei conti vicina, partir quando poser i piedi a terra e finir quando i miei piedi toccheranno lelicottero. Apro la finestra e inspiro una boccata daria fresca. Prendo nella mano sinistra la mia pala , nel caso di un corpo a copro. Nella mano destra la Glock. Al collo un crocifisso. Uno Due

Tre

Mi catapulto letteralmente fuori, le budella strette in una morsa dacciaio e ogni singolo nervo teso. Atterro a piedi uniti, limpatto pi duro del previsto e mi fa perdere per un attimo lorientamento, mentre il mondo va su e gi a cause del contraccolpo. In un secondo per recupero lequilibrio e scatto verso lo steccato abbattuto; salto la cassetta della posta e mi ritrovo in strada, laria frizzante della mattina che mi entra nei polmoni e me li brucia. Dopo appena dieci metri sono costretto a rallentare e a scartare di lato a causa di due infetti intrappolati in una macchina ferma in mezzo alla carreggiata. Sono innocui, lo so, ma listinto ormai mi dice che meglio ci sto lontano da quei cosi meglio . Dopo alcuni secondi di corsa a piena velocit con 5 chili di equipaggiamento in mano mi sento come se un qualcuno mi stesse appiccando un fuoco nella cassa toracica. Mi viene voglia di urlare. Due zombie compaiono da dietro un furgoncino bianco accappottato, non ho tempo di prendere la mira e sparo istintivamente: colpisco il pi vicino - un uomo di circa 50 anni vestito in quelli che sembrano resti di una canottiera e pantaloncini in faccia e al collo. La forza dei tre colpi lo proietta allindietro. Ma il carrello della pistola rimane indietro dopo aver espulso lultimo bossolo. Cazzo! Istintivamente ancora una volta porto di scatto il braccio sinistro avanti, sbattendo la pala contro la tempia del secondo non-morto. La scena si svolge troppo velocemente per capire cosa succeda esattamente, ma sento solo un forte CRACK e vedo di sfuggita il corpo che cade a peso morto da un lato. Non ho tempo ricaricare ma tengo la pistola in mano e continuo la mia folle corse della speranza, verso la piazza verso la salvezza. Un altro bastardo mi si para davanti e sfortunatamente non riesco a evitarlo, ma prima di cozzare violentemente contro il suo sterno abbasso la testa in modo da trasformarmi in un ariete da sfondamento. Il mio piano funziona solo in parte per, visto che il mostro pi piazzato del solito e cos cadiamo tutti e due a terra. Lui ha difficolt ad alzarsi, io mi tolgo il casco e lo alzo sulla sua testa. Riempio i polmoni e calo il casco con tutta la forza; uno schizzo di sangue mi investe la mimetica (non ho pi il tattico, che ho lasciato nella casa insieme allo zaino) e un altro forte CRACK rimbomba per la strada deserta. Mi rialzo un p ammaccato e continuo a correre, tenendomi con una mano il fianco. Lurto mi ha tolto il fiato ma fortunatamente sono quasi arrivato. -Controllo chiunque sia in ascolto DOVE CAZZO SIETE?!Scariche elettrostatiche seguite da una voce. Stiamo venendo Uno-sette-sette, resisti. Tempo cinque minuti e siamo da te! -Ricevuto, lancio il fumogeno Appena arrivato a una postazione mitragliatrice fatta di sacchi di sabbia posizionata a un margine della piazza rettangolare mi ci butto contro e sfilo il fumogeno verde dal cinturone tattico; sfilo la sicura e lo lancio. Questa operazione mi costa un bello sforzo e mi causa una fitta di dolore al fianco destro. In questi giorni devo aver collezionato un bel p di ematomi, mi sento a pezzi! Con un ultimo sforzo scavalco il basso muro di sacchi e mi faccio cadere ad di l del semicerchio formato dalla piccola fortificazione. Quando cado mi raddrizzo e mi volto alla mia destra, dove un Marines (o un Ranger, difficile da capire), o almeno il suo scheletro, mi guarda beffardamente con gli abiti logori, lelmetto buttato tra le gambe e un foro di proiettile sulla parte superiore del cranio. Rabbrividisco e mi scanso pi in l. Inserisco un nuovo caricatore nella pistola e, prima mettendomi a gattoni, mi alzo in piedi con uno sforzo immane. Sono sfinito!

Se gli elicotteri non vengono sono fottuto, non ho forze neanche di combattere. Credo mi sparer come il soldato ai miei piedi e i poliziotti nella casa. Alzo lo sguardo e cerco di vedere qualche puntino nero nel cielo, ma non noto nulla. Mi giro e do unocchiata alla strada da ci sono venuto, si sta riempiendo poco a poco: da vicoli, case e veicoli cominciano a uscire decine di quei bastardi. Incominciano ad avvicinarsi a passo lento, poi pian piano accelerando in modo da disporsi tutti su una stessa linea. Sembra che vogliano caricare tutti su una stessa fila ci odiano davvero cos tanto? -No... No!- riesco a mormorare. Incredibilmente per non provo niente: n paura, n rabbia, n disperazione sono solo rassegnato si, rassegnato. Dopo circa due minuti circa 50 infetti si sono disposti su una sola fila e iniziano ad avvicinarsi lentamente: sembra di vedere un assembrano di poliziotti che caricano i manifestanti! Quasi inconsapevolmente tendo il braccio e tolgo la sicura alla pistola. Lascio cadere la pala e afferro larma a due mani, chiudo un occhio e prendo la mira; sparo due colpi sulla folla e comincio a indietreggiare. Faccio due metri e sparo, dopo qualche minuto quindici infetti sono a terra. Gli altri continuano a camminare piano, anche se possono tranquillamente caricarmi in massa. Sembra che la mia presenza non li preoccupi minimamente. Dopo circa 20 metri la pistola scarica: sfilo lultimo caricatore dal cinturone, espello quello esausto e inserisco quello nuovo. Ricomincio a sparare, lodore pungente della polvere da sparo nelle fosse nasali e alcune decine di bossoli luccicanti ai miei piedi Tre colpi sparati, mi giro per allontanarmi ma un dolore acuto e lancinante mi pervade la gamba, provocandomi fitte fortissime. La gamba mi cede a cado a terra, affianco a quello sporco bastardo che mi aveva preso. Lessere, un uomo di mezzet con le gambe maciullate dal ginocchio in sotto, cerca di mordermi di nuovo ma gli do un calcio in bocca - rompendogli la mandibola seguito da un proiettile scintillante 9mm nellocchio destro. Mi rialzo a fatica, sparando in faccia a un altro essere che mi correva contro. Dove cazzo sono gli elicotteri?! Allimprovviso un rombo potente mi entra con forza nelle orecchie, percuotendomi il timpano. Alzo la testa e due Little Bird mi sfrecciano sulla testa, sparando con le mitragliatrici a nastro verso la folla di mostri. Una pioggia di bossoli di grosse dimensioni mi investe. Insieme a quel frastuono mi metto a urlare... Forse per scaricare la tensione, forse per esultare. Ma lo faccio! Alzo il braccio e sparo verso la folla sette o otto colpi in rapida sequenza fino a quando la pistola non scarica. Una macchina esplode, investendomi di minuscoli pezzi di vetro e metallo. Ma non mi importa niente, sono troppo felice! Alzo la mano e la agito, urlando. Intorno a me lapocalisse! In effetti la musica di Apocalipse Now non ci starebbe male, penso. E subito dopo scoppio a rider da solo, pensando che ormai la mia saluta mentale compromessa totalmente. Un enorme Black Hawk si avvicina. Mi riparo dietro i resti di un carroarmato distrutto da tempo. Lo spostamento daria causato dalle pale dellenorme bestione metallico impressionante e devo chiudere gli occhi in mancanza degli occhiali. Dopo alcuni minuti per lelicottero ha terminato la sua manovra di atterraggio e mi riesco a avvicinare. I portelloni sono aperti, la canna unenorme M60 nera e lucente spunta da una specie di feritoia, ma noto che non c nessuno a manovrarla. Allimprovviso una mano guantata esce dalla fusoliera facendomi saltare in aria dallo spavento. Lafferro e riesco a salire sullelicottero. Che bellissima sensazione! Sono finalmente in salvo su un elicottero corrazzato e con una scorta di Little Bird. -Ehi Allen, ti ricordi di me?- stavo quasi per addormentarmi cullato dallelicottero che si alzava quando una voce familiare mi sveglia. Abbasso lo sguardo (tenevo la testa appoggiata al sedile con gli occhi chiusi) e guardo la figura del soldato davanti a me: indossa un casco tattico verde con

occhiali scuri da sottoufficiale di bordo che gli copre quasi interamente il viso; nonostante questo per riconosco in lui una figura familiare. Cerco di parlare ma ho la gola secca e non riesco a emettere suoni. -Okay ti rinfrescher la memoria- dice passandomi una borraccia e slacciandosi il casco. Mentre il soldato si toglie il casco bevo un lungo sorso di acqua fresca dalla borraccia metallica, distogliendo lo sguardo per un attimo dalla figura davanti a me. Quanto tolgo la borraccia da davanti a me, guardo con stupore la faccia magra e pallida del mio vecchio compagno di squadra non ci posso credere, tra tanti soldati proprio lui capitato nella missione di soccorso Davanti a me cera Norman Harrison! Scoppio a ridere scosso da spasmi violenti. Norm, che ci fai qui?!-Quando ho sentito che un soldato di nome Allen se ne andava in giro per i resti di New York, allora mi sono detto che non potevi essere che te. mi spiega con un sorriso stampato in faccia. Poi aggiunge con una calma incredibile e con il sorriso che da raggiante diventa stanco: -Sei un eroe in citt, amico. Congratulazioni!Quella frase mi lascia esterefatto Io? Un eroe? Non poteva essere -Dici davvero?- domando quasi in un sussurro. Ma la sua espressione sulla faccia era diventata come quella di uno che studia un qualcosa. Poi sul suo viso impolverato si dipinge una smorfia dorrore, la faccia diventa bianca. Che diavolo sta guardando? Penso. Seguendo il suo sguardo mi rendo conto che Norman sta osservando la mia gamba. -Che che cazzo ha fatto alla gamba?- mi domanda balbettando, mentre la mano si muove verso il fianco. -Cosa? Che dici?- lo guardo stupefatto. Abbasso lo sguardo che incrocia il mio polpaccio destro, insanguinato e maciullato, con il pantalone della mimetica a brandelli. Sangue scuro mi scende verso gli anfibi. strano per, non sento dolore Poi tutto dun colpo la triste realt dei fatti mi torna in mente! Lo zombie senza gambe che mi mordeva facendomi cadere, il calcio che gli scagliavo in piena faccia e poi la Glock puntata verso lui che faceva fuoco Allimprovviso mi sento mancare, gli intestini stretti in una morsa. Abbasso la testa per guardare meglio la ferita. Dopo alcuni minuti la rialzo e mi trovo davanti la canna scura di una pistola, tenuta in mano dal braccio di Norman. Lo fisso incredulo. Che cazzo stai facendo?- dico in un sussurro. -Mi dispiace mi dispiace davvero- mi dice.

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