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GIU' LE MANI DALL'ART.

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controlacrisi.org di CONTROLACRISI.ORG - 16 marzo 2012 miogiornale.com

LAVORO: MONTI E PD-PDL-UDC TROVANO ACCORDO SU ART.18. LICENZIAMENTI A GO GO!


16/03/2012 (controlacrisi.org)

La Fornero che spara c..., i sindacati in silenzio stampa, confindustria che vuole tornare al medioevo sui diritti dei lavoratori... Ma alla fine Super Mario Monti a mettere tutti d'accordo, a ristabilire l'ordine. Bisogna tranquillizzare i mercati, non ricordate? Bisogna continuare a mantenere le promesse fatte alla Bce in risposta alla sua lettera dello scorso anno, non ricordate? Ed ecco che chiama al rapporto Pd, Pdl e Udc per mettere in cassaforte un accordo bipartisan sull'articolo 18. Il modello per la riforma, a quanto apprende l'Ansa, dovrebbe essere quello tedesco . Marted (20 marzo) l'ultimo scoglio per il governo: l'accordo con le parti sociali. Ma se Super Mario ha convocato i sindacati vuol dire che si tratter molto probabilmente solo di una formalit, l'accordo c' e i segretari generali stanno facendo carte false in queste ore per farlo digerire all'interno delle proprie organizzazioni. Ma qualcuno si sar chiesto cosa pensano i lavoratori? Sono davvero convinti che tutti accetteranno di rischiare il posto di lavoro perch lo chiede la Bce? Pensare di sacrificare diritti e tutele per attirare investimenti di avvoltoi esteri pura follia. Invece di fare qualcosa per fermare l'aumento della disoccupazione con politiche industriali serie, la si alimenta per lanciare un chiaro messaggio al mercato: "venite e investite in Italia perch da oggi potete fare quello che volete, i lavoratori accetteranno di lavorare di pi, con meno soldi e senza rompere i coglioni perch non hanno neanche pi l'articolo 18"! P.s.: la foto che vedete stata scattata da Casini, una "foto di famiglia" per chiarire che sono tutti uniti e che il governo Monti non solo una parentesi...

PETIZIONE POPOLARE PER DIFENDERE ART.18 DELLA FDS. FIRMANO IN MIGLIAIA, DA RINALDINI A DE MAGISTRIS
16/03/2012

Di seguito il testo della petizione e l'elenco dei primi firmatari. Per aderire CLICCA QUI Petizione Popolare P er la difesa e l'estensione dell'articolo 18 Noi sottoscritti/e consideriamo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori una norma di civilt. L'obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato garanzia per ogni singolo lavoratore ed al tempo stesso il fondamento per l'esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose. Se l'articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precariet e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del

La Federazione della Sinistra ha lanciato negli scorsi giorni una petizione popolare per la difesa e l'estensione dell'articolo 18, raccogliendo migliaia di firme. Marted 20 marzo dalle 15, a Roma, si terr un presidio di fronte a Montecitorio per la consegna delle firme alle istituzioni.

datore di lavoro. Se l'articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilit e libert sindacali. Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell'articolo 18. L'articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione. Vittorio Agnoletto, Ciro Argentino, Giovanni Barozzino, Francesco Barra, Riccardo Bellofiore, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Alberto Burgio, Loris Campetti, Francesco Caruso, Luca Casarini, Adelmo Cervi, Paolo Ciofi, Giorgio Cremaschi, Alessandro Dal Lago, Don Vitaliano Della Sala, Luigi De Magistris, Rossana Dettori, Oliviero Diliberto, Piero Di Siena, Antonio Di Stasi, Mario Dondero, Angelo D'Orsi, Roberta Fantozzi, Gianni Ferrara, Paolo Ferrero, Luciano Gallino, Don Andrea

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Gallo, Fabrizio Gatti, Vladimiro Giacch, Alfonso Gianni, Michele Giorgio, Alfiero Grandi, Dino Greco, Haidi Giuliani, Margherita Hack, Carlo Guglielmi, Wilma Labate, Antonio La Morte, Mimmo Locasciulli, Giorgio Lunghini, Giacomo Marramao, Citto Maselli, Maria Grazia Meriggi, Gianni Min, Dino Miniscalchi, Roberto Musacchio, Giovanni Naccari, Nicola Nicolosi, Manuela Palermi, Fulvio Vassallo Paleologo, Mimmo Pantaleo, Ulderico Pesce, Valentino Parlato, Gianpaolo Patta, Francesco Piccioni, Marco Pignatielli, Felice Roberto Pizzuti, Franca Rame, Carla Ravaioli, Gianni Rinaldini, Roberto Romano, Anna Maria Rivera, Massimo Rossi, Franco Russo, Cesare Salvi, Giancarlo Saccoman, Pasquale Scimeca, Patrizia Sentinelli, Marino Severini, Tommaso Sodano, Antonella Stirati, Fabrizio Tomaselli, Nicola Tranfaglia. MARTED 20 MARZO ALLE 15 PRESIDIO DAVANTI A MONTECITORIO E CONSEGNA DELLE FIRME

Col nuovo regime la copertura sar di 12 mesi e di 18 per chi ha pi di 55 anni. E la platea interessata sar sostanzialmente la stessa. I disoccupati cronici ed i precari che lavorano meno di un anno su due non avranno niente, altro che reddito i cittadinanza. E non a caso tutta la trattativa fondata sulla attenuazione di questi tagli per i pi anziani colpiti dalla controriforma delle pensioni. e non a caso si cerca di rinviare il pi a lungo possibile l' inizio di questa riforma che penalizzer tutti e in particolare i giovani. - L'articolo 18 non c' pi. Esso resta integrale solo per i licenziamenti esplicitamente discriminatori, quelli di un padrone cosi stupido da cacciare un dipendente perche ateo o comunista o vegetariano..nella mia lunga esperienza sindacale non ne ho incontrati mai. Per tutte le altre forme di licenziamento il potere deterrente dell'articolo 18 minato alla radice e non difficile immaginare il clima alla Marchionne che dilagher nei luoghi di lavoro. Ammesso che sia sindacalmente e moralmente accettabile uno scambio sui diritti, qui non ce ne neanche mezzo, tutti perdono qualcosa. Si diceva che si voleva rompere l'apartheid nel mondo del lavoro tra garantiti e no, ma lo si fa estendendo a tutti discriminazione e precariet. Sappiamo che la propaganda di regime esalter questo come un grande accordo, ma ci siamo abituati E' la stessa propaganda che spiegava che era interesse dei lavoratori perdere la scala mobile sui salari, che oggi sono tra i pi bassi d Europa e vengono travolti dalla inflazione. E' quello che faremo.

Riforma mercato del lavoro, Rete 28 aprile: "Un accordo a perdere su tutti i punti"
16/03/2012 (rete 28 aprile)

Le osservazioni della Rete 28 aprile al documento consegnato dal Governo alle parti sociali . - la conferma di tutte le forme contrattuali della legislazione di questi anni comprese le pi assurde e devastanti. Tutto questo in cambio di una lotta alle truffe che si dovrebbe fare comunque e che non dovrebbe essere merce di scambio per nulla; e di un po di tasse in pi sul lavoro a termine che fanno arrabbiare le imprese senza dare alcun giovamento ai lavoratori. - La riforma degli ammortizzatori sociali in realt una controriforma come sulle pensioni. Oggi chi perde il lavoro in una fabbrica ha diritto nella realt, tra Cig e mobilit, da tre a cinque anni di copertura salariale.

SACCONI ESULTA PERCHE' E' STATO SPEZZATO TABU' ART.18. GRAZIE AL PD!
16/03/2012

Sacconi esulta, sulla pelle dei lavoratori. Esulta grazie all'accordo di ieri sera tra PD, UDC e PDL. L'intesa tra governo e partiti che lo sostengono in materia di lavoro costituisce una base minima di convergenza. Il tab dell'art.18, dopo il primo atto di riforma attraverso il rinvio alla capacit della contrattazione aziendale (art.8 della manovra estiva), stato ulteriormente spezzato anche se con una scelta di fiducia in quella giurisprudenza che si rivelata parte del problema. Questo quanto dice con toni trionfalistici l'ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Circoscrivere in modo certo la sanzione della reintegrazione, tempi pi brevi del processo e attuazione dell'arbitrato ne saranno il necessario complemento. Importante, a maggior ragione, diventa una linea di semplicit regolatoria dell'apprendistato e dei contratti a termine e ad orario modulato al fine di non complicare le modalit di ingresso nel mercato del lavoro. Decisiva la scelta di non accrescere il costo del lavoro, soprattutto nelle piccole imprese. Alla base di questi interventi, non lo si dimentichi, deve essere la liberazione di una maggiore propensione ad intraprendere ed assumere in un tempo di aspettative incerte. L'ulteriore, conclusiva, fase di dialogo con le parti sociali deve consentirci di comprendere in particolare se le imprese ritengono le norme ipotizzate migliorative o meno di questa propensione perch i posti di lavoro nascono da imprenditori che, nonostante tutto vogliono andare avanti e costruire ricchezza e lavoro attraverso il migliore coinvolgimento dei lavoratori nelle fatiche e nei risultati di percorsi aziendali condivisi. Pensare a riforme contro le loro rappresentanze sarebbe impossibile per ragioni legate alla crescita interna e alla credibilit europea ed internazionale dell'Italia.

ART. 18, FERRERO (PRC FEDERAZIONE DELLA SINSITRA): "IL PALAZZO

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CONTRO I LAVORATORI E IL PD DENTRO IL PALAZZO".


16/03/2012 (rifondazione.it)

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ? FdS, ha dichiarato: "La foto del vertice di ieri sera la rappresentazione plastica della situazione italiana: la foto del palazzo contro i lavoratori con il PD dentro il palazzo. Con il massacro sulle pensioni e la manomissione dell?articolo 18 il governo Monti dimostra di aver dato luogo al quadro politico pi antioperaio di tutta la storia repubblicana. Questo perch c? una cosa peggiore di un governo di destra ed un governo di destra privo di opposizione parlamentare. Di queste scelte e di questo quadro politico il PD porta piena responsabilit essendosi arruolato armi e bagagli al carro della destra tecnocratica di Monti. In questo contesto invito ancora una volta la Cgil a proclamare lo sciopero generale: non si pu assistere alla demolizione dei diritti dei lavoratori senza muovere un dito, occorre strappare con la lotta la foto di Palazzo Chigi?. Roma, 16 marzo 2012 Ufficio stampa Prc

MERCATO DEL LAVORO, LA CGIL SI SPACCA SULL'ART. 18. IL 21 IL DIRETTIVO CHE DECIDERA'
15/03/2012 di fabio sebastiani

Sullarticolo 18 si addensano nubi nere in casa Cgil. E il primo round tra Susanna Camusso e i segretari di categoria e territoriali segna sicuramente un meno uno per la leader della Cgil. Il vero e proprio regolamento dei conti rimandato direttivo, convocato per il 21 marzo. Chi ha avuto la fortuna di entrare, visto che allopposizione interna

stata negata la partecipazione, parla di discussione molto articolata con molti interventi diversi rispetto allimpostazione del segretario generale. Ma i non possumus, soprattutto sullArticolo 18, sono stati tanti: da Mimmo Pantaleo a Rossana Dettori, passando per alcuni segretari della Sardegna dellEmilia Roma, e per finire a Nicola Nicolosi, membro della segreteria nazionale - sono fortemente contrario, dichiara e a Donata Canta, leader della Cgil di Torino. Se non fosse stata lassemblea della maggioranza al governo in Cgil si potrebbe parlare di levata di scudi. Particolarmente acceso lintervento del leader della Fiom Maurizio Landini che nel corso della manifestazione del 9 marzo aveva gi fatto balenare lidea dello sciopero generale. La critica dei dissidenti contro la bozza di accordo per la parte che riguarda lArticolo 18 che si in presenza di un indebolimento che equivale alla cancellazione. E se sugli ammortizzatori sociali, che pure tengono fuori i precari, si pu ragionare, sui principi non si pu transigere. Del resto stata la stessa Cgil, e la stessa Susanna Camusso, a ribadirlo allultimo Comitato direttivo nazionale. A scricchiolare parecchio anche la cosiddetta riduzione delle figure contrattuali. Non c nessuna riduzione delle 46 tipologie contrattuali - sottolineano i sindacalisti - perch se il Governo pensa di cavarsela con un sistema di disincentivi sul contratto a tempo determinato non si cambia proprio niente nella condizioni di chi costretto vivere la frammentaria e lincertezza totale del posto di lavoro. Oramai chiaro infatti che lesercizio fondamentale in corso - sottolinea Giorgio Cremaschi, leader della Rete 28 aprile - quello della propaganda bipartisan per piegare il sindacato confederale a firmare una sconfitta superiore persino a quella subita per le pensioni. I capisaldi del possibile accordo sono infatti agli occhi di tutti, altro che riservatezza!. Alla fine la partita sar tutta politica. E passer da una parte per la fedelt al capo in Cgil e per la tenuta del Pd, visto che per far passare la cosiddetta riforma del mercato del lavoro stavolta si

speso direttamente Pier Luigi Bersani. Del merito non interessa niente a nessuno. Non interessa a tal punto che sono disposti anche a veder naufragare lultima possibilit, difendendo larticolo 18, di mantenere la possibilit nei luoghi di lavoro di dar vita a una organizzazione sindacale.

LA BCE ORDINA: ESSENZIALE MODERAZIONE SALARIALE E PI FLESSIBILIT MERCATO LAVORO


15/03/2012

La moderazione salariale e la flessibilit del mercato del lavoro sono essenziali per ridurre la disoccupazione nei paesi dell'area dell'euro dove l'aumento del costo del lavoro stato relativamente sostenuto nel lungo periodo, in particolare allo stadio attuale, considerando che gli indicatori a breve termine segnalano un ulteriore indebolimento delle condizioni sul mercato del lavoro. A sostenerlo la Bce nel bollettino mensile sottolineando che il contenimento salariale cruciale per sostenere i livelli occupazionali.

Un accordo sui diritti va sottoposto al voto


16/03/2012

Intervista a Sergio Cofferati di Francesco Piccioni Il confronto in atto tra le parti sociali sta maturando un risultato pericoloso. A cominciare dall'art. 18. Parla Sergio Cofferati, il segertario generale della Cgil che 10 anni fa era riuscito a sventare l'assalto berlusconiano alla prima delle tutele per ogni lavoratore. Come vedi questa trattativa sulla riforma del mercato del lavoro? Mi pare che sia stata caricata di significati politici impropri, come quelli che riguardano la vita

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futura del governo e che sia anche avvolta ancora da un po' di nebbia. Nel corso degli ultimi giorni siamo passati da momenti di ottimismo ad arretramenti pesanti nell'umore dei negoziatori; ora tornato l'ottimismo. Ovviamente un accordo avrebbe senso, ma deve rispettare i diritti fondamentali delle persone e rafforzare i sistemi di protezione. Sono le due condizioni perch abbia senso: non so se sono a portata di mano dei negoziatori. C' un'anomalia di partenza: oggi la priorit non la riforma del mercato del lavoro, ma la mancanza di lavoro; e di conseguenza la crescita. Discutere a lungo su come organizzare una cosa che non c' perlomeno singolare. Questo riguarda tutta Europa... Politiche di crescita non ci sono in Europa n in Italia. C' questa idea - sbagliata - che basti assicurare stabilit e controllare il debito per avere effetti positivi. Sono due elementi importanti, ma da soli non risolvono nulla. E non durano nel tempo, se non sono figli di una crescita economica. Se sono l'effetto di azioni di contemento molto dure - come quelle messe in atto in molti paesi europei - il rischio evidente che non solo non ci sia un approdo duraturo per quanto concerne la stabilit, ma che ci siano fortissime tensioni sociali a causa del contenimento senza crescita. L'aumento della disoccupazione e della povert sono purtroppo dati comuni in Europa e in Italia; e sono segnali robustissimi, che dovrebbero far riflettere di pi non solo le istituzioni europee, ma anche i governi nazionali. Hai visto le proposte di riforma degli ammortizzatori sociali? Una soluzione che riduca gli effetti delle protezioni perch ne

contrae la durata e ne abbassa il valore sarebbe una soluzione non solo sbagliata perch punitiva, ma anche - ancora una volta negativa sul piano della crescita possibile. Noi abbiamo gi avuto un effetto depressivo, che stiamo misurando adesso, con la manovra iniziale del governo; soprattutto per la parte riguardante la riduzione del valore delle pensioni. Se a questo si dovesse aggiungere un effetto ulteriormente depressivo, perch riduce la capacit di spesa delle famiglie, invece di uscire dal vicolo nel quale siamo e rovesciare una tendenza, questa si accentuerebbe. Con conseguenze sociali difficili da prevedere. Le misure presentate come riduzione della precariet sono efficaci? Noi abbiamo bisogno di una riduzione forte delle tipologie contrattuali, non della manutenzione di ogni singola tipologia. Siamo il paese che ha il numero maggiore di contratti possibile - 46 - dunque lo sfoltimento necessario e possibile molto consistente. E di questo non c' traccia. E per quanto riguarda l'art. 18? L'ipotesi che prospetta il governo svuoterebbe l'art. 18 cos com' arrivato fino a noi. Introdurre la divisione, gi in partenza, tra la discriminazione e la ragione economica ha una ricaduta negativa. Non ho mai conosciuto un imprenditore che abbia licenziato qualcuno dicendo che lo allontava per una ragione politica o sindacale. Se c' un'altra forma per argomentare il licenziamento, e questa addirittura prevista dalla legge, chiaro che tutti utilizzeranno quell'argomento. Credo poi che si sbagliato - anche sul piano dei valori - introdurre la possibilit di

un risarcimento a fronte di una mancanza di giustificazione da parte dell'impresa. Ma possibile fare sindacato senza che i singoli lavoratori abbiano una relativa autonomia e libert di giudizio rispetto alle pretese dell'azienda? Calerebbe nel tempo, oggettivamente, l'autonomia del sindacato. Per autonomia intendo la capacit di rappresentare un punto di vista diverso da quello delle imprese. Il rischio di una china evidente. Per questo la trattativa molto delicata; per tutte le implicazioni che ha anche sul futuro della forma-sindacato e delle funzioni del sindacato. Anche delle modalit di conflitto? Certo, meno autonomia hai nel rappresentare i bisogni e punti di vista delle persone, pi difficile diventa l'attivit conrattuale. Da ex segretario, avresti un consiglio da dare alla Cgil? No, per carit... Sono loro a sapere com' la trattativa. Spero solo che, se ci sar un accordo, questo venga anche accompagnato da un giudizio dei lavoratori. In un accordo su queste materie, quando ci sono diritti in discussione, si impone quel giudizio. la fine del modello europeo? C' una tendenza a mettere in discussione il valore del modello sociale europeo. Secondo me, invece, alla luce proprio alla luce dei mutamenti pi rilevanti nella societ, ha ancora un ragion d'essere. Siamo al paradosso che negli usa Obama pensa a forme di welfare, per proteggere i suoi cittadi, mentre l'Europa mette in discussione i fondamenti del suo welfare. Servirebbe un grammo di saggezza, non molta.

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