2 marzo 2012
Settimanale, Supplemento al numero odierno - Da vendersi esclusivamente con il quotidiano la Repubblica Sped. Abbon. Post. - articolo 1 Legge 46/04 del 27/02/2004 - Roma
QUATTRO STORIE IN TV SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE. CINQUE STORIE VERE DELLE ATTRICI PROTAGONISTE. E UNINCHIESTA SU QUELLO CHE SUCCEDE NEL CHIUSO DELLE CASE ITALIANE
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ADESSO BASTA
di PAOLA ZANUTTINI, FEDERICA LAMBERTI ZANARDI e CLAUDIA ARLETTI con un commento di NICLA VASSALLO
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SEGRETI DI FAMIGLIA
DA SINISTRA, CAROLINA CRESCENTINI, BARBORA BOBULOVA, STEFANIA ROCCA, ANTONIA LISKOVA E FRANCESCA INAUDI: SONO LE ATTRICI DEL CICLO DI FILM MAI PER AMORE, IN PRIMA SERATA SU RAIUNO TRA QUALCHE SETTIMANA
VIOLENZA
GLI STUPRI. LO STALKING. I MALTRATTAMENTI. LA CRUDELT MENTALE. LO SFRUTTAMENTO... ABUSI SPESSO INVISIBILI. I DATI SUI DELITTI DOMESTICI SONO STORIE DELLORRORE. CHE ORA TRE REGISTI E CINQUE ATTRICI CELEBRI RACCONTANO IN TV. E CHE VEDREMO IN PRIMAVERA
di PAOLA ZANUTTINI foto di MAURIZIO VALDARNINI
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SEGRETI DI FAMIGLIA
utti uguali, gli uomini che fanno male alle loro donne. Che sia male fisico o psicologico, non cambia, perch chi picchia e massacra comincia sempre dalle violenze pi subdole, quelle mentali. Quando mi picchiava attraverso la coperta, pensavo che lo facesse per non farmi troppo male. Poi ho capito che era solo per non lasciarmi i segni: nessuno doveva sapere. La storia di Cinzia e di tante altre che subiscono per venti, trentanni, ha dellincredibile. Perch lescalation della cattiveria e della manipolazione sembra regolata da un meccanismo a orologeria, come se questi uomini avessero letto lo stesso manuale di crudelt. Ma i referti medici, i rapporti di polizia, le sentenze dimostrano che tutto vero. Cinzia, 52 anni, la moglie separata di un ufficiale dellAeronautica militare. Dice che la moglie del soldato, se il soldato di quelli Mi picchiava che alzano le mani, una attraverso la coperta: credevo vittima predestinata. Lo segui ovunque e tagli i fosse per non ponti con parenti e amici. farmi male. Non lavori. Vivi in un Era per non lasciare segni ambiente chiuso, conformista e, visti i continui trasferimenti, non stabilisci lintimit che consente di confidarti con le altre mogli. Se chiami i carabinieri dopo lennesima aggressione, quelli, militari pure loro, minimizzano, ti sconsigliano di fare scandali. Lho incontrata a Roma, nella sede di Differenza Donna, organizzazione che, da pi di ventanni, si occupa delle vittime della violenza di genere. Lei ci arrivata grazie a un poliziotto del pronto soccorso di Anzio: la vedeva sempre in ospedale, reduce dai soliti incidenti domestici, e lha convinta a sporgere denuncia. Cinzia aveva conosciuto il marito agli esami di maturit: Allinizio mi faceva pena: si vergognava dei genitori mezzadri. Appena entrato in Aeronautica, linsicurezza diventata arroganza: io ero lo zero assoluto. Si era preso i miei soldi guadagnati prima del matrimonio, aveva un bello stipendio, ma mi dava giusto il necessario per la spesa, giorno per giorno. E controllava gli scontrini.
INSIDE FOTO/OLYCOM
LE DONNE IN PIAZZA A ROMA PER LA MANIFESTAZIONE DEL MOVIMENTO SE NON ORA QUANDO?, IL 13 FEBBRAIO 2011. IN BASSO A DESTRA. LILIANA CAVANI
OMA. Pensiamo sempre che non possa accadere a chi ci vive accanto: alle nostre amiche, sorelle, colleghe. E, invece, nel silenzio delle famiglie normali, ci sono donne che subiscono violenze quotidiane. Cos, ho voluto raccontare come, in nome dellamore, vengano commessi abusi terribili che, con lamore, nulla hanno a che fare. Liliana Cavani sembra soffrire mentre parla di Troppo amore, uno dei quattro film che Ciao Ragazzi! di Claudia Mori e RaiFiction hanno realizzato proprio per portare in prima serata, allattenzione di un pubblico molto vasto, un tema difficile come la violenza sulle donne. Oltre a Cavani hanno partecipato al progetto (che si chiama Mai per amore e andr in onda in primavera) Margarethe von Trotta (La Fuga di Teresa con Stefania Rocca) e Marco Pontecorvo (Helena & Glory con Barbora Bobulova e Ragazze
in Web con Carolina Crescentini e Francesca Inaudi). Le sceneggiature sono state scritte con la collaborazione di Andrea Purgatori e hanno affrontato ognuna un aspetto della violenza: stalking, prostituzione forzata, molestie psicologiche, gelosia ossessiva, fino agli omicidi. Le vittime sono sempre le donne, i carnefici gli uomini. In una sorta di copione gi scritto che si fa fatica a pensare vero nel terzo millennio (ma lo , eccome) e con personaggi spesso colti, intelligenti, apparentemente civili. Come Umberto (Massimo Poggio), il protagonista maschile del film di Liliana Cavani, un affascinante quarantenne, professore universitario, che pian piano tesse una ragnatela di attenzioni e lusso per far cadere in trappola Livia (Antonia Liskova), una ragazza di 28 anni, allegra ed emancipata. Fra i due nasce quello che sembra un grande amore, ma dopo poco tempo lui comincia a farle delle scenate di gelosia terribili, picchiandola senza piet. Il suo film racconta una storia
IL VENERDI DI REPUBBLICA
DAL PORTIERE DI NOTTE AL FILM TELEVISIVO SULLA VIOLENZA. LA REGISTA RACCONTA COME SI PU PARLARE DI COSE DIFFICILI IN PRIMA SERATA. E SU RAIUNO
Nel 2005 le donne uccise dai compagni di vita sono state 84; nel 2006, 101; nel 2007, 107; nel 2008, 113; nel 2009, 119. E pensi che, in caso di maltrattamenti, il 93 per cento delle vittime non denuncia. Perch ancora tutta questa resistenza? Sulle vittime ci sono pressioni di ogni genere. Si mettono in mezzo i genitori, i suoceri che dicono: Ma che fai, rovini una famiglia, copri di vergogna tutti? Pensa ai figli. Ma le donne devono capire che se un uomo le picchia non le ama. Sei solo un suo oggetto. Tu gli appartieni fisicamente. E quindi ha il diritto, se vuole, di distruggerti. Ma perch anche donne colte, intelligenti e indipendenti subiscono cos? N la scuola n la societ n la famiglia danno alla donna la sensazione di essere una persona completa, con il pieno diritto di gestirsi. Con le dovute differenze, lo stesso meccanismo per il quale ci sono poche donne ai posti di comando, nella politica, nelle aziende, in ogni settore. Nel 1974 lei girava Il portiere di notte, dove una donna
da vittima diventa carnefice. Ricordo che, quando lavoravo a Il portiere di notte, il montatore abitava in via di Ripetta, a Roma, proprio vicino al liceo artistico. Alcune studentesse avevano attaccato uno striscione con su scritto lo slogan del tempo: Io sono mia. E lui, che pure non era giovane, rideva dicendo: Hanno proprio ragione. Oggi, bisognerebbe tornare a scriverlo sui muri. Cosa pensa della cultura femminista di quel tempo? Quella cultura non era popolare. Non stata davvero raccolta e poi diffusa. Deve cambiare unintera classe politica, ci vogliono nuove agenzie di cultura, i programmi televisivi, i film... cos, attraverso un lungo processo, che una societ muta nel profondo. Non ci consola neppure il governo Monti: ha poche donne, bench in posti chiave... Per ha scelto tre ministre molto in gamba, che hanno fatto carriera grazie al loro cervello. Un segno di cambiamento.
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ECCO
Diceva che era normale. Se obiettavo, per cento da sconosciuti. Come dire che botte. Per invisibili. Colpiva la testa, il tetto famigliare non tanto sicuro. Lo mi schiacciava le costole, mi torceva i aveva gi dimostrato lindagine Istat del polsi, mi soffocava. Lho sposato per- 2007: nel 67 per cento dei casi, la violench mi aveva convinto che senza lui za ripetuta inflitta dai partner. Ora non esistevo. Ma prima delle nozze lindagine riparte e vedremo cosa hannon era cos feroce. Non sembrava vio- no prodotto questi anni di Bunga Bunlento come mio padre. ga. Nei centri antiviolenza di tutta ItaIn primo grado, il top gun stato con- lia ripetono tutte la stessa cosa: pu dannato per maltrattamenti e violenza capitare a ogni donna, in ogni ambiensessuale. E per detenzione di armi da te, in ogni area geografica. In Inghilterguerra e munizioni. Che non utilizzava a ra, il massimo delle violenze si verificanorma di regolamento: Dopo il cesa- no la domenica sera, dopo le partite. E reo, non gli andavo pi bene, fisicamen- avere unistruzione, un lavoro, unautote. Il sesso diventato sempre pi vio- nomia economica pu aiutarti a uscirlento. E, visto che era anche insoddisfat- ne, ma non ti evita di finirci dentro. to delle sue dimensioni, usava i proietti- Ho visto un sacco di infermiere che ci li. Diceva che tutte le coppie li usavano e sono cascate: il lavoro di cura se lo porche, se mi davano dolore o disturbi, era tano anche negli affetti dice Orietta colpa mia. Perch ero marcia. Paciucci, del Centro antiviolenza delTutto questo si potrebbe liquidare lAquila, molto preoccupata che i fondi con la follia. Ma allora siamo in pieno post terremoto per le donne maltrattaComma 22: o i bombardieri te finiscano alla Curia, pi vengono messi in mano a dei interessata a salvare la fapazzi o imporre queste mo- Su 127 donne miglia che le vittime. struosit a una moglie non ammazzate Al centro Safiya di Polinel 2010, un comportamento da pazzi. oltre la met gnano a Mare ho incontrato Infatti dalla perizia psichia- stata vittima tre donne: due sui cinquanta, trica del marito di Cinzia del partner senza grandi titoli di studio, non emerso nulla. E, stati- o di un ex inguaiate coi soldi, ma finalsticamente, solo il venti per mente libere dai loro carneficento dei mariti violenti rici; laltra, giovane, borghese, sulta avere disturbi mentali. laureata, ancora impigliata in Non centrano lalcolismo, la follia, il un matrimonio violento. Quando racdisagio sociale o la disperazione: trop- contava il suo caso, le cinquantenni anpe volte la stampa giustifica un uxori- nuivano: quella storia, con poche vacida sostenendo che era depresso per- rianti, era la loro. Il Safiya rischia di ch lei laveva lasciato. Questi elementi chiudere. A Polignano, con i fondi della possono acutizzare la violenza, che pe- regione amministrata da Nichi Vendola, r gi l dice lavvocato Titti Carra- il comune di centrodestra ha aperto un no, presidente di D.i.re, rete nazionale centro antiviolenza. Il Safiya non ha di sessanta centri antiviolenza. E Lau- partecipato al bando perch non ha la ra Maffre, responsabile della casa Ma- struttura gigantistica richiesta. C il riree di Roma, aggiunge: Non sono le schio che lantiviolenza diventi un bumenti degli uomini violenti a essere siness per le cooperative pi inserite o malate, ma la cultura patriarcale, che finisca tra le paterne braccia della Chiereputa la donna cosa sua. sa o di quelle amministrazioni pubbliche Seppur dato per morto e sepolto, il che trattano la violenza di genere come patriarcato continua a far danni: secon- un disagio sociale qualsiasi. A Belluno, do una ricerca della Casa delle donne la casa rifugio smantellata per manper non subire violenza di Bologna, su canza di fondi. E mentre il Consiglio 127 morte ammazzate del 2010, oltre la dEuropa raccomanda allItalia di gamet risultano uccise dal partner o dal- rantire 5.700 posti letto alle donne mallex partner; quasi un quarto dal padre, trattate, ce ne sono solo 500. dal fratello o dal figlio; e solo il quattro La prima volta che mi ha da20
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to due schiaffi gli avevo chiesto di tenere in braccio la nostra prima figlia, perch ero stanca morta. Rimasi senza parole racconta Marianna, 36 anni, rumena, assunta in una coop di pulizie, a lungo ospite della casa rifugio di Differenza Donna. Non fu uno scatto di rabbia, ma linizio di un calvario. Che, in tribunale, il marito spieg al giudice sostenendo linferiorit della donna. Violentava Marianna davanti ai figli per insegnarle il vero ruolo delle mogli. Succede spesso, durante le gravidanze (soprattutto precoci) o dopo la nascita del primo figlio, che certi mariti mostrino la loro vera faccia. La fragilit della madre, lantagonismo con il neonato, i dubbi sulla paternit e la certezza di avere la donna in pugno sono il lasciapassare. Ma perch il copione sempre lo stesso? Dove lhanno imparato? I figli e le figlie di famiglie violente hanno una maggiore possibilit di riprodurre La prima volta quello che hanno visto. che mi ha dato Ma perch anche chi due schiaffi gli avevo chiesto viene da una famiglia normale diventa una vitdi tenere tima o un carnefice? la bambina Patrizia Romito, psiin braccio cologo sociale dellUniversit di Trieste, unautorit sulla violenza di genere, dice che ci sono diverse interpretazioni e nessuna esclude laltra. E approfondisce: La cultura della colonizzazione organizzata in modo che chi dominato non percepisca fino in fondo la sua oppressione, anche perch il dominatore fa di tutto per impedirglielo. E la cultura coinvolge fenomeni lontani fra loro. Una ricerca sulla distribuzione dei serial killer negli Stati Uniti dimostra che varia in base alla legittimazione della violenza nei diversi Stati: cresce dove ci sono tifoserie agguerrite, o punizioni corporali consentite. Ma la cultura si cambia, con leducazione. AllUniversit, abbiamo un sito per adolescenti, www2.units.it/noallaviolenza, dove smontiamo gli stereotipi maschili e femminili. Per esempio? La gelosia del fidanzato o la reputazione femminile. Valori in rimonta, fra le ragazze.
PAOLA ZANUTTINI
GUIDI FU/EIKONA
Otto marzo, giornata internazionale della donna. Scrivo il pezzo che state leggendo assai prima che accada, dunque non so come andr: molti o pochi individui, donne e uomini, in piazza? Incresciosi e gradevoli episodi? Richieste dequit ed eguaglianza?
Equit ed eguaglianza ci vorrebbero, di fatto, non solo di diritto. A fatica tentiamo di superare un ventennio (trentennio?) sciagurato, contrassegnato, tra laltro, da donne e uomini standardizzati, o addirittura disgraziati: e la dignit? In quanto a equit ed eguaglianza tra donne e uomini, non contiamocela su. La franca classifica del Global Gender Gap Report posiziona il nostro Paese al settantaquattresimo posto, con molte nazioni arretrate che ci battono alla grande. Vedere per credere: www3.weforum. org/docs/WEF_GenderGap_Report _2011.pdf. Certo, non ha aiutato
IL CO MME NTO
di NICLA VASSALLO *
Francesca Monaldi, che in questura ha diretto praticamente tutto e ora parla con orgoglio dei suoi tre anni alla IV, mentre mostra la sala delle audizioni. Intitolata a Nicola Calipari, una stanza di pochi metri quadrati, con il parquet chiaro, mensole di giocattoli e un tavolo con matite e pennarelli. Serve soprattutto per ascoltare i bambini, ma in alcuni casi anche le donne che hanno subito violenza. Apparecchiature discrete registrano immagini e audio, riprodotti nel computer di un ufficio qualche passo pi in l. Alcune vittime non avevano mai pensato che potesse esserci una via di uscita. Sembrano stupite di sentire la propria voce, come se appartenesse a qualcun altro. Il protocollo rigido, si lavora in coppia un investigatore e una psicologa (poliziotta); si fa in modo di non restare mai soli con la vittima. Meglio darsi subito del tu. Ci mettiamo in ascolto. Personalmente, ogni volta mi domando: io, come vorrei essere trattata?. La storia pu andare avanti qualche ora, o qualche giorno. Poi si cercano i riscontri, si ascoltano i parenti, il datore di lavoro, ci si procura i referti, che, nel caso di percosse gravi e ripetute, possono essere disseminati per gli ospedali. Se in pericolo
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di vita, uscita dalla questura la vittima andr in una struttura protetta, anche con i figli. Altrimenti, in caso di necessit, dovr specificare al 113 che il suo caso gi trattato dalla Squadra mobile, un dettaglio per chiarire che una vera emergenza dice un investigatore, io do anche il numero del mio cellulare, ma innanzitutto si deve chiamare il 113 e spiegare la situazione. Il tempo, il timore di ritrovarsi per le mani un caso di omicidio, lossessione di tutti. Secondo Monaldi, tra i meriti della legge anti stalking, c la possibilit di mettere subito uno stop a situazioni che potrebbero degenerare. Talvolta basta lammonimento, ovvero la prima e la pi soft delle misure previste ma si capisce che la convocazione in questura non un invito a far merenda. Lobiettivo chiudere il cerchio, arrivare alla condanna. Inevitabilmente, tra chi racconta e chi in ascolto la relazione cessa presto di essere asettica, distante. A proposito di una giovanissima vittima, fatta oggetto per anni di crudelt inaudite, Monaldi rammenta lintervento del gip in aula per motivare larresto dellaguzzino: Disse che la sua ferocia era paragonabile a quella messa in atto durante il secondo conflitto mondiale o nelle guerre civili e interetniche. Un lampo negli occhi, lo vede, ricordo ogni parola a memoria, poi mostra le mani aperte: Questi siamo noi, questo ci che possiamo offrire.
CLAUDIA ARLETTI
2 MARZO 2012
quel nostro femminismo a senso unico che, appoggiato da un certo establishment cattolico (perch no?), predica da anni imperterrito la differenza sessuale, segregando gli uomini da una parte, e le donne da tuttaltra: uomini attivi, culturali, forti, maschi, oggettivi, razionali; donne passive, naturali, deboli, femmine, soggettive, irrazionali. Prediche neanche troppo provinciali, IMPERIA, 1963. INSEGNA altrimenti FILOSOFIA lidiozia di Gli TEORETICA
qualche differenza si d, pure nella pubblica intimit: ricordate il superbo orgasmo simulato al ristorante da Meg Ryan in Harry ti presento Sally? Un uomo vi riuscirebbe? Ma, tra le commedie, non dimentico la celebre battuta di Miranda Hobbes, cinico e tenero avvocato in carriera di Sex and the City: Il movimento femminile? Mio Dio, non ho ancora preso il caff. Battuta in sintonia con il post femminismo. Ancora di moda il post? Anyway, ne parliamo dopo il tuo caff, Miranda, magari in un viaggio nel tempo. Per tornare a Campo de Fiori, esattamente l8 marzo di giusto quarantanni fa. Oltre a Jane Fonda, cerano manifestanti con cartelli e scritte: Legalizzazione dellaborto, Liberazione omosessuale, Matrimonio = prostituzione legalizzata. Le forze dellordine ricorsero al manganello. Aborto, omosessualit, matrimonio, prostituzione, e non solo: temi seri, da discutere ancora, soprattutto oggi, con competenza, senza manganelli teorici di alcun genere. Con un bel mazzo di mimose gialle in mano, nel desiderio dellimminente primavera. Alla faccia di chi aspira a un otto marzo diviso tra presenzialismi e consumismi.
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