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Ingegneria Sanitaria Ambientale 2 2003/2004

Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 1


Prof. Ing. Francesca Malpei DIIAR Politecnico di Milano
Corso di INGEGNERIA SANITARIA AMBIENTALE 2
Sede di Cremona
A.A.: 2003/2004
Copia lucidi
Emissioni in atmosfera e tecniche di controllo
inquinanti gassosi
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PRINCIPALI INQUINANTI ATMOSFERICI
MACROINQUINANTI
(presenti in aria in concentrazioni di g/m
3
)
SO
2
dallo zolfo inorganico e organico presente nei combustibili
NO
X
prodotto indesiderato delle combustioni ad alte temperature
CO caratteristico della combustione incompleta
PM
10
polveri con diametro inferiore a 10 m frazione inalabile
PTS polveri totali sospese
PM
2,5
, PM
0,1
problemi alla respirazione, pericolose per gli
inquinanti che contengono
O
3
si forma in seguito a complesse reazioni fotochimiche
MICROINQUINANTI
(presenti in aria in concentrazioni di ng/m
3
)
Metalli pesanti cancerogeni, mutageni, teratogeni
(Cd, Pb, CrVI, Se)
Hg non un metallo pesante ma molto tossico
Composti organoclorurati (es. diossine, PCB, )
Composti organici volatili (es. benzene, toluene)
Altri composti specifici organici e inorganici (idrocarburi, IPA,
HCl)
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Composti Organici Volatili (COV)
Sostanze organiche che si trovano in forma gassosa a
temperatura ambiente.
Miscela molto eterogenea di sostanze, con caratteristiche di
reattivit atmosferica e di nocivit per la salute molto differenti.
Metano (composto poco reattivo e con lunghi tempi di
residenza in atmosfera) effetto serra.
NMCOV (COV non metanici): specie diverse dal metano
inquinamento fotochimico.
Esempi di composti e classi di composti appartenenti a NMCOV:
ACETALDEIDE AMMINE ETILENE
ACETALDEIDE ANIDRIDI FENOLI
ACETATO ETILICO ANILINE FORMALDEIDE
ACETILENE A-PINENE GLICOLI
ACETONE ARENI GLIOSSALE
ACIDI BENZENE ISOPRENE
ACIDO ACETICO B-PINENE N-BUTANO
ACIDO FORMICO CHETONI OLEFINE
ALCANI EPTENE PARAFFINE
ALCHENI ESENE PENTINI
ALCHINI ESINO PROPANO
ALCOL ETILICO ESTERI PROPILENE
ALCOL METILICO ESTERI CARBOSSILICI PROPRIONALDEIDE
ALCOLI ETANO STIRENE
ALDEIDI ETIL-AMMINE TERPENI
AMMIDI ETIL-BENZENE TOLUENE
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EFFETTI DEL PM
10
Da dati statistici-epidemiologici
Episodi acuti di inquinamento atmosferico da PM
10
determinano
un aumento della mortalit giornaliera.
Aumento di 100 g/m
3
PM
10
Aumento della mortalit del
510% a seconda degli studi
Ipotesi OMS (1999)
Ogni incremento unitario giornaliero delle concentrazioni di PM
10
(misurato in g/m
3
) determina un aumento della mortalit nello
stesso giorno pari a 0,07%.
(a partire da 20 g/m
3
standard ambientale?)
Obiettivo di qualit del DM 25/11/96: 40 g/m
3
Non ancora chiaro il meccanismo fisiopatologico dellazione
del PM
10
(turbamento della funzione cardiaca; insorgenza di
aritmia; aumento della viscosit del sangue, ).
Si tratta solo di unanticipazione dei decessi (per popolazioni gi
in condizioni di salute molto critiche), che sono quindi concentrati
nei giorni di maggior inquinamento, o c un effettivo aumento
totale del numero di morti nellanno?
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PARTICOLATO
Costituito da particelle solide o liquide aventi dimensioni
comprese in un ampio intervallo e che si differenziano in:
polvere (1 m 10 mm): particelle di origine naturale
(incendi, vento, ecc.) o antropogenica (traffico,
movimentazione materiali, ecc.);
fuliggine (0,03 0,3 m): si forma per condensazione di vapori
di sublimazione distillazione, calcinazione (esempi: ossidi di
azoto e piombo);
nebbia (0,5 3 m): condensazione di vapori di liquidi o per
reazione chimica;
fumo (0,05 1 m): particelle solide formatesi per incompleta
combustione di materiale organico.
Particelle aventi dimensioni 1 mm vengono rimosse in tempi
brevi per deposizione al suolo.
Le particelle con dimensioni < 10 m (PM10, PM2,5)
costituiscono le particelle respirabili, cio quelle che arrivano agli
alveoli polmonari rappresentando di per s un fattore di rischio.
Possono inoltre cedere gli inquinanti adsorbiti e sono perci
particolarmente pericolose.
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Fonti di inquinamento atmosferico
Processi antropogenici
q Combustioni
fisse (energia)
mobili (autotrazione)
q Emissioni da processi industriali
q Emissioni da attivit agricole
Processi naturali
q Eruzioni vulcaniche
q Processi biologici in mezzi acquatici o nel suolo
q Reazioni fotochimiche in atmosfera
q Incendi
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LA COMBUSTIONE
Trasforma lenergia immagazzinata nei legami chimici in
energia termica.
(valgono le considerazioni gi fatte per lincenerimento dei
rifiuti)
Principi chimici
H
2
+ O
2
H
2
O
CH
4
+ 2 O
2
CO
2
+ 2 H
2
O
C + O
2
CO
2
C
m
H
n
+ (m + n/4) O
2
m CO
2
+ n/2 H
2
O
S + O
2
SO
2
Calore prodotto da:
entalpia di formazione dei reagenti,
potere calorifico del combustibile.
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Cause dellinquinamento da combustioni
1 COMBUSTIONE INCOMPLETA
Cause:
combustione riducente nel complesso,
zone di combustione riducente (turbolenza),
tempo di permanenza ad elevate temperature insufficiente,
zone a bassa temperatura.
TTT = Turbolenza, Tempo di contatto, Temperatura
Prodotti della combustione incompleta:
CO,
idrocarburi,
particelle carboniose e fuliggini,
intermedi di ossidazione.
Lemissione di CO pu essere considerata un tracciante della
buona combustione.
Lemissione di CO rappresenta anche una perdita di energia.
CO + O
2
CO
2
+ energia
2
CO CO
CO
EF
+

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2 REAZIONI SECONDARIE
Formazione di ossidi di azoto NO
X
.
Fonti di azoto:
atmosfera (79% dellaria),
azoto organico del combustibile.
N
2
+ O
2
2 NO
NO + O
2
NO
2
Di solito si hanno miscele di NO
2
e NO chiamate NO
X
:
NO circa il 9095% degli NO
X
.
NO
2
pi dannoso alla salute.
Complesse cinetiche di formazione degli NO
X
che dipendono
dalla temperatura e dal tempo di contatto.
La formazione degli NO
X
dipende fortemente dalla temperatura
controllo della temperatura di fiamma (raffreddamento con
aria).
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3 IMPUREZZE DEI COMBUSTIBILI
CENERI (residuo che non brucia perch inorganico, minerale)
carbone: 520%
olio combustibile: 0,010,15%
gas: 0%
Le ceneri (chiamate anche ceneri volanti o polveri o particolato)
entrano nellatmosfera con i fumi di combustione.
Sono ricche di metalli pesanti (polveri inorganiche); possono
anche contenere residui organici (polveri organiche) dovute alla
cattiva combustione.
Il materiale particolato caratterizzato da particelle di dimensioni
non uniformi distribuzione granulometrica.
OSSIDI DI ZOLFO
S + O
2
SO
2
SO
2
+ O
2
SO
3
H
2
SO
4
A seconda del tipo di combustibile (solido, liquido) possibile
che una parte di S si fermi nelle ceneri.
Il controllo avviene passando a combustibili con un minore tenore
di zolfo o depurando i fumi
nafte > oli > gasoli > benzine > gas
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Calcolo delle emissioni
EMISSIONE
Massa di inquinante (grammi, kg o tonnellate) che viene emessa
nellunit di tempo (secondi, ore o anno).
Lunit di misura di unemissione sar ad esempio g/s, kg/h,
ton/anno,
Metodi di stima delle emissioni in atmosfera
Dai fattori di emissione, per tipo di processo e
(eventualmente) tecnologia di depurazione.
Dalle concentrazioni degli inquinanti nei fumi, misurate dai
sistemi di monitoraggio o da misure periodiche.
In assenza di dati misurati si pu fare riferimento alle
concentrazioni massime nei fumi imposti dalle normative.
FATTORE DI EMISSIONE
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emissione riferita allunit di attivit della sorgente
(es.: quantit di inquinante emesso per unit di combustibile
consumato)
I dati dipendono dal tipo di impianto, dal combustibile e dalle
tecnologie di depurazione dei fumi.
Esempi di fattori di emissione per combustioni fisse (g/kg)
Civile CO NO
X
COV Polveri SO
2
olio combustibile 0.4 4.8 0.4 0.4 20S
gas naturale 0,6 2,4 0,6 0,03 0,01
gasolio 0,6 2,5 0,4 0,1 20S
carbone 1 1,5 0 8,1 20S
legna 85 1,7 13 14 0,2
Industriale CO NO
X
COV Polveri SO
2
olio combustibile 0,7 5,7 0,16 0,4 20S
gas naturale 0,9 2,6 0,2 0,03 0,01
gasolio 0,5 47 5.9 12 20S
carbone 3 5,2 0,9 1,3 20S
Termoelettrica CO NO
X
COV Polveri SO
2
olio combustibile 0,8 2,4 0,15 0,6 20S
gas naturale 0,9 2,9 0,04 0,07 0,01
carbone 0,6 1,9 0,3 0,5 19,5S
S = tenore di zolfo nel combustibile (% in peso)
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Stima delle emissioni Fattori di emissione
Q = A FE (1 ED)
Q = emissione (portata emessa di inquinante) es.: g/h
A = indicatore di attivit es.: ton/h
FE = fattore emissione es.: g/ton
ED = efficienza dei sistemi di depurazione (solo sistemi a
valle del punto in cui stato calcolato il fattore di
emissione) %
Per stimare lemissione NON devo conoscere:
temperatura dei fumi,
quantit di aria utilizzata nella combustione (% O
2
nei fumi).
Lindicatore di attivit dato, nel caso delle combustioni, dalla
quantit di combustibile utilizzato. Il consumo di combustibile
dipende dalla potenza della sorgente: se non noto pu essere
ricavato dalla potenza del focolare.
Consumo combustibile = potenza del focolare / potere calorifico
[kg/h] [MJ/h] [MJ/kg]
La potenza effettivamente prodotta dipende dal rendimento
energetico:
potenza prodotta = potenza del focolare efficienza termica
[MJ/h] [MJ/h] []
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Esempio
IMPIANTO CIVILE Consumo di gasolio = 20 kg/h
Emissione di CO = A FE = 20 0,6 = 12 g/h
Emissione di NO
x
= A FE = 20 2,5 = 50 g/h
Se non specificato, i fattori di emissione si intendono a monte di
ogni sistema di depurazione. Quando presenti, nel calcolo
dellemissione deve essere considerata lefficienza ED di tali
sistemi:
e depurazion di sistema al entrata in inquinante
e depurazion di sistema dal rimosso inquinante
ED
e depurazion di sistema al entrata in inquinante
e depurazion di sistema dal uscita in inquinante entrata in inquinante
ED
Q
out
= Q
in
(1 ED)
esempio:
Entrata al sistema di depurazione = 50 kg/h
Efficienza di depurazione (ED) = 80% = 0,8
Uscita dal sistema di depurazione = 50 kg/h (1 0,8) = 10 kg/h
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Stima delle emissioni Concentrazione degli
inquinanti nei fumi
Q = PF C
Q = emissione (portata emessa di inquinante) es.: g/h
PF = portata fumi es.: m
3
/h
C = concentrazione di inquinante nei fumi es.: g/m
3
La portata dei fumi in uscita da un camino si calcola come:
4
V D
PF
2

PF = portata fumi es.: m


3
/s
D = diametro camino es.: m
V = velocit uscita fumi dal camino es.: m/s
PF e C dipendono da:
temperatura dei fumi,
quantit di aria utilizzata nella combustione (% O
2
nei fumi),
infatti, dalla legge dei gas perfetti:
PV = nRT P/nR = T/V = cost. per trasformazioni a P=cost.
T
1
/V
1
= T
2
/V
2
V
2
/V
1
= T
2
/T
1
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COMBUSTIONI MOBILI
Si hanno due tipi di emissione:
Emissioni allo scarico: dipendenti dal combustibile e dalle
condizioni di combustione, a loro volta dipendenti dal regime di
funzionamento, dallet e dallo stato del motore. Sono:
CO, COV, NO
X
, SO
2
, Polveri
Benzina combustione in fase omogenea + miscela ricca
sensibile presenza di CO, COV, NO
X
Diesel combustione in fase eterogenea + miscela
povera
ridotte emissioni di CO e COV
particolato dovuto al combustibile ed alla
combustione
SO
2
dovuto al combustibile
Emissioni evaporative: dipendono dal tipo di combustibile e
dalla temperatura ambiente. Problema tipico dei motori a benzina
COV
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PERCORRENZE A FREDDO: Rapporto fattori di emissione freddo/caldo
Rapporto tra emissione a freddo ed emissione a caldo (e
f
/e
c
) per valori della temperatura ambientale
(T
a
) compresi tra -10C e 30C per alcune tipologie di veicoli passeggeri (< 2,5 tonnellate).
CO COV NO
X
Polveri Consumo
Benzina
convenzionali
3,7 0,09T
a
2,8 0,06T
a
1,14 0,006T
a
1,47 0,009T
a
Closed Loop
(catalizzate)
9,04 0,09T
a
12,59 0,06T
a
3,66 0,006T
a
1,47 0,009T
a
Diesel 1,9 0,03T
a
3,1 0,09T
a
1,3 0,013T
a
3,1 0,1T
a
1,34 0,008T
a
GPL 3,66 0,09T
a
2,24 0,06T
a
0,98 0,006T
a
1,47 0,009T
a
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Combustioni mobili: interventi alle emissioni
Interventi sui combustibili es.: gasolio a basso contenuto di
S, sostituzione del Pb oppure combustibili alternativi, come
alcoli, GPL, H
2
.
Interventi sui motori volti a migliorare la combustione ed a
ridurre le emissioni di CO, COV, NO
X
(benzina), polveri e
NO
X
(diesel) es.: sistemi di iniezione, controllo elettronico
dellalimentazione, geometrie della camera di combustione,
ricircolo dei gas di scarico.
Trattamento dei gas di scarico marmitta catalitica a tre vie,
che consente riduzioni superiori al 90% delle emissioni di CO,
COV, NO
X
, benzene sui motori a benzina, ma che presenta le
seguenti problematiche:
perdita funzionalit nel tempo,
bassa efficienza a freddo,
reazioni secondarie di formazione di NH
3
, N
2
O, SO
3
,
smaltimento dei catalizzatori, che contengono metalli tossici.
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 1
TECNICHE DI CONTROLLO
DELLE EMISSIONI GASSOSE
Materiale particolato
Cicloni
Elettrofiltri
Filtri a tessuto
Depolveratori ad umido
Inquinanti gassosi
Assorbimento
Adsorbimento
Combustione
Termica
Catalitica
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DEPOLVERAZIONE
Rimozione materiale solido (particolato o
polveri) da una corrente gassosa
Materiale particolato caratterizzato da
particelle di dimensioni non uniformi
distribuzione granulometrica
Efficienze dei depolveratori variabili con
le dimensioni del materiale da rimuovere
+ piccole + difficili da rimuovere
Efficienza totale depolverazione
dipendente da
tipo di depolveratore
granulometria polveri





) d ( d ) d ( f ) d ( E E
p p
0
p d T

depolveratore granulometria
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 3
CARATTERISTICHE PARTICOLATO
Morfologia particelle
Sferiche lisce
Cubiche
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 4
MECCANISMI DI SEPARAZIONE DEL
PARTICOLATO
Intercettazione delle particelle con ostacoli
Diretta (rallentamento e blocco)
Inerziale (particelle pesanti)
Diffusionale (moti Browniani particelle piccole)
MEZZI FILTRANTI, SCRUBBER AD UMIDO
Azione di forze esterne (gravitazionali, centrifughe,
elettriche)
CICLONI, ELETTROFILTRI
A.

B.

F
v
0
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori centrifughi
Principi di funzionamento
separazione per azione della forza centrifuga sviluppata
allinterno dellapparato imprimendo un moto circolare
al gas tramite ingressi tangenziali o alette sagomate
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 6
RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori centrifughi
Principi di funzionamento
bilancio forze agenti su polveri (centrifuga, attrito)
determina stabilizzazione su orbite di raggio r differenziate
in funzione del diametro d
p
della particella
efficienza cresce con
diametro polveri d
p
r prop. a d
p
2
velocit ingresso gas (perdite di carico)
diminuzione diametro ciclone D multicicloni multicicloni

d
p1
d
p2
r
1
r
2
D ciclone
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Multicicloni
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori centrifughi
Vantaggi
bassi costi di impianto e di gestione (perdite di carico
modeste)
semplicit (assenza organi in movimento)
recupero polveri secche tal quali
modeste richieste di spazio
Svantaggi
basse efficienze ( < 80%) per polveri fini (< 5 )
rischi di erosione, abrasione, intasamento (polveri
adesive)
applicazioni tipiche per
polveri grossolane (> 20-30 )
pretrattamento
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Principi di funzionamento
separazione per azione di forze elettriche sviluppate
allinterno dellapparato mantenendo elevate differenze
di potenziale (30-100 kV) tra due elettrodi
di emissione filiforme
di raccolta piano o cilindrico
Processi elementari
carica polveri ad opera di ioni prodotti dalla ionizzazione
del gas vettore in prossimit dellelettrodo di emissione
migrazione e deposito polveri su elettrodo di raccolta
distacco polveri con sistemi a secco (percussione,
vibrazioni) o umido (velo dacqua) e raccolta in
tramogge
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Principi di funzionamento
equilibrio forze agenti su particella di polvere
forza elettrica F
e
forza dattrito F
a
w
d
velocit di migrazione
Stato stazionario F = 0
w
d
prop. E
2
d
p
Velocit migrazione ( efficienza efficienza) cresce con
diametro polveri d
p
intensit campo elettrico E
w
d
F
e
F
a
Campo elettrico E
F
g
(trascurabile)
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Efficienza del sistema
descrizione basata sullequazione di Deutsch-Anderson
A = superficie di raccolta [m
2
]
Q = portata da trattare [m
3
/s]
necessit di conoscere distribuzione granulometrica
polvere per valutare E totale
approcci empirici valutazione sperimentale velocit
migrazione complessiva polvere w
e
per tipologia sorgente
E
A
Q
w
d d

1
]
1
1 exp
Superficie specifica di raccolta (ft
2
/1000 ft
3/
min)
E
f
f
i
c
i
e
n
z
a

t
o
t
a
l
e

d
i

d
e
p
o
l
v
e
r
a
z
i
o
n
e

(
%
)
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 12
RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Tipologie impiantistiche
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 13
RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Tipologie impiantistiche
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 14
RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori elettrostatici
Vantaggi
efficienze elevate (> 99%) anche per granulometrie fini
perdite di carico modeste
possibilit di trattare portate elevate
esercizio ad alte T (sino a 1100C) e P (sino a 40 atm)
recupero polveri secche tal quali
Svantaggi
alti costi di impianto
rischi di incendi, esplosioni e derivanti dallalta tensione
gestione e manutenzione complesse
impegni di spazio
sensibilit a variazioni di portata e T
applicazioni tipiche per
ampi intervalli granulometrici
depurazioni spinte
ampi intervalli portate e temperature
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Filtri a tessuto
Principi di funzionamento
filtrazione gas ad opera di tessuti con blocco e cattura
delle polveri da parte del tessuto stesso e dello strato di
particolato che si accumula sulla sua superficie
strato di polvere sul tessuto crescente con il procedere
delloperazione
incremento efficienza
aumento perdite di carico
necessit di periodici interventi di pulizia dei tessuti
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Filtri a tessuto
Efficienza del sistema
meccanismi di separazione attivi
deposito diretto per rallentamento velocit
impatto inerziale
cattura per diffusione browniana (polveri fini)
effetto setaccio (fibre, ponti di particelle)
molteplicit meccanismi di separazione
efficienza praticamente indipendente da granulometria
massime efficienze complessive
elemento di base descrizione prestazioni sistema
velocit di filtrazione v (rapporto aria/tessuto)
v = Q/A
Q = portata gas [m
3
/s]
A = superficie filtrante [m
2
]
compromesso tra buona captazione (v alta) e perdite di
carico non troppo elevate (v contenuta)
valori dipendenti dal tipo di polvere e dal mezzo filtrante
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Filtri a tessuto
Tipologie impiantistiche
comparti in parallelo elementi filtranti a forma di maniche
o sacchi
possibilit esclusione comparto singolo per pulizia e/o
manutenzione
F.Malpei Ing. Sanitaria Ambientale 2002/2003 Politecnico di Milano DIIAR Sez. Ambientale 18
RIMOZIONE PARTICOLATO
Filtri a tessuto
Materiali filtranti
naturali (cotone, lana)
sintetici
elevate caratteristiche di resistenza meccanica, chimica e
termica
costi
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Filtri a tessuto
Vantaggi
efficienze elevate (> 99%) per tutte le granulometrie
prestazioni indipendenti dal carico di polveri
possibilit di additivazione assorbenti per rimozione gas
impegni di spazio ridotti per pulizia in continuo
recupero polveri secche tal quali
Svantaggi
rischi di incendio per polveri incandescenti
rischi di deterioramento tessuti per gas caldi e/o aggressivi
intasamento tessuti e difficolt pulizia per polveri
igroscopiche e/o adesive
necessit controllo rigoroso T ed umidit gas
applicazioni tipiche per
depurazioni spinte granulometrie fini (microinquinanti
condensabili)
gas compatibile con tessuti disponibili (aggressivit
chimica, termica e meccanica)
concentrazioni polveri non troppo elevate (< 20 g/m
3
)
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori ad umido
Principi di funzionamento
cattura polveri per inglobamento in fase liquida
opportunamente dispersa
atomizzata (goccioline fini)
velo su idonei supporti
meccanismi
intercettazione diretta
impatto inerziale
diffusione browniana
fasi del processo
dispersione massa liquida incremento superficie di
interfaccia
urto e cattura polveri
separazione gas/liquido con particelle inglobate
Tipologie impiantistiche
torri di lavaggio
sistemi Venturi
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori ad umido
Torri di lavaggio
a spruzzo: colonne cilindriche con rampe di ugelli
nebulizzatori, in configurazione controcorrente o
equicorrente
cattura polveri per urti con goccioline
semplici, basse perdite di carico
efficienze modeste
a riempimento: riempite con supporti fissi o flottanti
(meno rischi intasamento) ad elevata superficie specifica
per favorire formazione velo liquido
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori ad umido
Sistemi Venturi
atomizzazione liquido in goccioline finissime nella gola di un
condotto convergente-divergente (Venturi) ad opera di elevate
velocit della corrente gassosa (50-150 m/s)
inglobamento polveri in gocce nella gola e nel primo tratto della
sezione divergente
separazione gas/liquido a valle cicloni ad umido, torri di
lavaggio
efficienze di cattura molto elevate dispersione liquido
efficientissima
perdite di carico elevate velocit gas per atomizzare
necessit di distribuire uniformemente liquido in gola sezioni
non troppo elevate limiti su portate
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Efficienza del sistema
cattura dipendente da:
velocit relativa gas-liquido v
dimensioni ostacolo goccia dacqua d
a
elevate efficienze elevate velocit gas
perdite di carico costi di esercizio
RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori ad umido Venturi
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RIMOZIONE PARTICOLATO
Depolveratori ad umido
Vantaggi
possibilit di rimuovere anche componenti gassosi
efficienze elevate (> 99%) per granulometrie fini con
Venturi
possibilit di trattare gas caldi ed umidi
adatti per polveri adesive
costi di impianto contenuti
ingombri modesti
assenza di rischi di esplosioni ed incendi
Svantaggi
costi di gestione (perdite di carico) per sistemi Venturi ad
elevata efficienza
gestione fasi liquide e fanghi prodotti
polveri recuperate come fanghi
problemi di corrosioni, inrostazioni, intasamenti
raffreddamento e saturazione umidit (pennacchi
bianchi) fumi emessi
applicazioni tipiche per
ampio intervallo portate (anche variabili)
polveri adesive
disponibilit impianto trattamento scarichi liquidi
gas a rischio di incendio e/o esplosioni
Ingegneria Sanitaria Ambientale 2 2003/2004
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Rimozione di uno o pi composti uno o pi composti da una miscela miscela
gassosa gassosa tramite contatto con un liquido solvente liquido solvente
Principi del processo
assorbimento fisico (dissoluzione) o chimico del
componente gassoso in un opportuno liquido
equilibrio del processo
legge di Henry relazione di proporzionalit
a T e P costante tra concentrazione y in fase
gas ed x in fase liquida
y = H x
H = solubilit
velocit del processo
N = kA (y - y
eq
) = kA (y - H Hx)
N = velocit trasferimento (kg h
-1
)
k = coefficiente di scambio (turbolenza)
tipologia apparecchiatura
A = superficie di scambio tipologia
apparecchiatura
y - yeq = forza motrice tipologia
apparecchiatura, solubilit solubilit e/o reattivit e/o reattivit
gas/liquido (solvente) gas/liquido (solvente)
RIMOZIONE GAS
Assorbimento
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Applicazioni tipiche
rimozione di gas acidi (HCl, HF) da emissioni
combustione rifiuti tramite lavaggio con acqua
desolforazione gas di combustione con soluzioni alcaline
controllo emissioni maleodoranti con soluzioni acide,
basiche e/o ossidanti
rimozione COV con solventi organici
Solventi utilizzati
elevata solubilit
disponibilit a bassi costi
basse volatilit e corrosivit
stabilit chimica
basse infiammabilit e tossicit
acqua per composti idrofili (HCl, HF, NH
3
)
soluzioni acquose di composti che reagiscono
chimicamente con il componente da assorbire
soluzioni alcaline (Ca(OH)
2
, CaCO
3
, NaOH) per gas acidi
(SO
2
, H
2
S, acidi organici, fenoli)
soluzioni acide (solforico, nitrico) per gas alcalini (ammine)
RIMOZIONE GAS
Assorbimento
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ASSORBIMENTO
Colonna a piatti
Contatto intermittente gas-liquido su piatti con
dispositivi di dispersione (campanelle, fori,
valvole) per incrementare supeficie di contatto e
turbolenza
Elevata efficienza
Bene per gas con particolato
Bene per assorbimento con reazione (buon
contatto sui piatti)
Costi
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ASSORBIMENTO
Torre a riempimento
Uscita gas
Liquido
in
Scarico
liquido
Ingresso gas
Riempimento
Distributore
liquido
Anello ridistribuzione
liquido
Supporto riempimento
Contatto gas-liquido su elevate superfici di
contatto (corpi di riempimento) efficienza
Gas/liquido controcorrente efficienza
Gas con particolato rischi occlusione
Perdite di carico costi
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RIMOZIONE GAS
Assorbimento
Processi a secco/ Processi a secco/semisecco semisecco
chemiassorbimento (assorbimento con reazione)
additivazione reagenti allo stato secco o in soluzioni
concentrate
produzione di residui (prodotti di reazione, eccessi di
reagente) allo stato secco (polveri)
necessit di depolverazione a valle per rimozione
residui del processo (possibilit rimozione simultanea
particolato)
Applicazioni tipiche Applicazioni tipiche
rimozione gas acidi (HCl, HF, SO
2
) da processi di
incenerimento rifiuti tramite neutralizzazione chimica
con reagenti alcalini
calce (Ca(OH)
2
) CaCl
2
, CaF
2
, CaSO
3
bicarbonato di sodio (NaHCO
3
) NaCL, NaF, Na
2
SO
3
rimozione SO
2
da processi di combustione
convenzionale
additivazione diretta calce in camera di combustione letti
fluidizzati
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RIMOZIONE GAS
Assorbimento
Vantaggi
elevati rendimenti
consumi energetici contenuti
possibilit recupero sostanze assorbite (strippaggio liquido
esausto)
Svantaggi
trattamento residui liquidi (costi di gestione)
raffreddamento e saturazione gas trattati (pennacchi
bianchi)
problemi di incrostazioni e corrosioni
controllo processo (assorbimento con reazione)
consumo assorbente per gas caldi
applicazioni tipiche per
composti idrofili e/o facilmente solubili
effluenti concentrati
composti difficilmente combustibili
contemporanea presenza di polveri
ampio intervallo portate gas
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RIMOZIONE GAS
Adsorbimento
Rimozione componenti gassosi tramite
trasferimento trasferimento (non reversibile) sulla superficie di superficie di
un solido adsorbente un solido adsorbente
adsorbimento
fisico (forze di Van der Walls) rapido, esotermico,
reversibile
chimico (legami chimci) fortemente esotermico, non
sempre reversibile
Vantaggi
elevate efficienze
recupero sotanze adsorbite
assenza sottoprodotti (se rigenerazione in loco)
Svantaggi
pretrattamenti gas (occlusione polveri)
deterioramento adsorbente
smaltimento residuo in assenza di rigenerazione
applicazioni tipiche per
composti difficilmente combustibili
composti adsorbibili su carbone
effluenti diluiti (odori)
interesse a recupero inquinante (solventi)
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RIMOZIONE GAS
Conversione termica e catalitica
Principi del processo
trasformazione chimica inquinanti in prodotti di scarsa
rilevanza ambientale
ossidazione COV in CO
2
ed H
2
O
riduzione NO
x
ad N
2
cinetica del processo
schematizzabile con reazione del 1 ordine
Legge di Arrhenius
A = fattore di frequenza
E
a
= energia di attivazione
R = costante dei gas
T = temperatura
= efficienza di conversione
dC
dt
kC C kt C
t 0
exp( )
k = A exp(-
E
RT
a
)
C C
t
A
E
RT
t
C C
C
A
E
RT
t
a
t
a

_
,

1
]
1

_
,

1
]
1
0
1
0
0
exp exp
exp exp
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RIMOZIONE GAS
Conversione termica e catalitica
Principi del processo
ruolo tempo di permanenza e temperatura su efficienza di
conversione
tempo di permanenza costi di impianto (volume
reazione)
temperatura costi di gestione (combustibile)
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RIMOZIONE GAS
Conversione termica
Parametri di processo Parametri di processo
T = 700-1200C
t = 0,75-2 s
Efficienze > 99%
Gas da trattare
Aria
Combustibile
Gas trattato
Camera di
miscelazione
(turbolenza)
Camera di
combustione
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RIMOZIONE GAS
Conversione catalitica
Conversione catalitica Conversione catalitica
utilizzo di un substrato catalitico (metalli nobili: Ru, Rh,
Pd, Pt) che, riducendo E
a
, consente cinetiche adeguate per
temperature pi basse
risparmio combustibile costi di gestione
catalizzatore costi di investimento
Parametri di processo Parametri di processo
T = 300-500C
Efficienze > 99%
Problematiche
avvelenamento catalizzatore (pretrattamento gas)
Gas da trattare
Aria
Combustibile
Gas trattato
Camera di
miscelazione
(turbolenza)
Catalizzatore
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RIMOZIONE GAS
Conversione termica NO
x
Rimozione NO
x
tramite riduzione selettiva
non catalitica (SNCR) a base di
ammoniaca
4NO + 4NH
3
+ O
2
4N
2
+ 6H
2
O
urea
2NO + CO(NH
2
)
2
+ 1/2O
2
2N
2
+ 2H
2
O + CO
2
Caratteristiche del processo
efficienze di conversione = 50%- 70%
intervallo ottimale di T = 900 - 1050C
necessit di garantire adeguata miscelazione e
tempi di contatto fumi/reagenti nellintervallo
ottimale di T
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RIMOZIONE GAS
Conversione catalitica NO
x
Rimozione NO
x
tramite riduzione catalitica
selettiva (SCR)
4NO + 4NH
3
+ O
2
4N
2
+ 6H
2
O
Caratteristiche del processo
intervallo T = 250 - 350C
efficienze di conversione > 80%
Configurazioni di impianto
High dust a monte depolveratori
assenza riscaldamento (risparmio combustibile
ausiliario)
sporcamento catalizzatore minori superfici
specifiche, minor vita media (aumento costo
catalizzatore)
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Configurazioni di impianto
Tail end a valle depolveratori
necessit riscaldamento preliminare (consumo
combustibile ausiliario, complessit linea)
minor sporcamento catalizzatore maggiori superfici
specifiche, maggior vita media (riduzione costo
catalizzatore)
RIMOZIONE GAS
Conversione catalitica NO
x
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RIMOZIONE GAS
Conversione termica e catalitica
Processi termici
Vantaggi
rimozione di gas e particolati fini, purch combustibili
non richiede particolari pretrattamenti
semplicit impiantistica, con impegni ridotti di spazio e
possibilit di automazione
possibilit di recupero termico (PCI combustibile
ausiliario e/o sostanza ossidata)
Svantaggi
costi di gestione elevati in assenza di recuperi termici
rischi di incendi ed esplosioni
produzione inquinanti per disfunzione del sistema
Processi catalitici
Vantaggi
costi di gestione contenuti (se vita catalizzatore lunga)
rischi ridotti di incendi ed esplosioni
ridotte necessit di coibentazione
Svantaggi
costi di installazione elevati
rischi di avvelenamento catalizzatore
eventuale pretrattamento gas
rigenerazione e/o smaltimento finale catalizzatore esausto
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G
A
C
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