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Numero 28 Anno II
27 luglio 2010
edizione stampabile
www.arcipelagomilano.org
Editoriale LBG - UNIT DITALIA. LA MORATTI PERDE TRE A ZERO Approfondimenti Walter Marossi - AI PRIMORDI DEL CENTROSINSTRA: IL 1900 Economia Giuseppe Ucciero - LAFFAIRE POMIGLIANO O DELLARTE DI FARSI DIRE DI NO. Ambiente e scienza Mario De Gaspari - SANTA GIULIA. PAGARE E MORIRE AVVELENATI Urbanistica Giorgio Goggi - MORATTI LA SMEMORATA DI PIAZZA MEDA Architettura Filippo Beltrami Gadola - LUTOPIA E LA DENSIT INFINITA DallArcipelago Giulio Rubinelli - AHMADINEJAD E IL POLIPO PAUL Primo Piano Carlo Dalla Chiesa - LA NDRANGHETA E A MILANO Citt Giovanni Zanchi - LA MORATTI SPEGNE MILANO Mobilit Luca Carra - IL CASO SANT'AMBROGIO
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola CINEMA- a cura di Giulio Rubinelli TEATRO a cura di Guendalina Murroni
grazione imponente e continua, anche quelli che si possono dire gli ultimissimi venuti hanno diritto al voto, o le prove dintelligenza e le ragioni di censo per il corpo elettorale sono mantenute nei limiti irrisori, quando qualche ragione deconomico malessere, affatto indipendente dalle amministrazioni civiche, grava su di un paese, ben si comprende come le masse sobillate da pochi o col verbo socialista o col verbo repubblicano, si buttino nel fallace sogno di un migliore avvenire [...] inoltre vi un generale abbassamento del livello distruzione invano coperto dallorpello di unistruzione impartita al proletariato in modo tanto deficiente da renderla assai pi pericolosa che utile. Insomma era colpa degli immigrati, dellignoranza e del governo nazionale che non sapeva gestire bene la crisi economica. Bossiani ante litteram?) Sindaco viene eletto Giuseppe Mussi, il pi vecchio e autorevole leader del radicalismo milanese. I socialisti i repubblicani non entrarono In giunta, ma danno lappoggio esterno: laccordo con i democratici era infatti tuttaltro che organico. Gli esordi non furono entusiasmanti: nata pi che altro come un blocco antireazione, la nuova maggioranza non aveva preparato un programma di governo cittadino e aveva eletti privi di esperienza amministrativa. Solo dopo qualche mese si trovarono gli accordi su alcuni punti qualificanti: la questione della costruzione di alloggi popolari, la refezione scolastica Ma persisteva il dissenso sul ruolo economico gestionale del municipio. Repubblicani e socialisti erano infatti favorevoli a una campagna di intensa ed estesa municipalizzazione. Eugenio Chiesa chiese alla giunta di sciogliere il contratto con lUnion des gaz, unimpresa a prevalenza di capitale francese, che forniva lilluminazione pubblica al Comune e successivamente propose la municipalizzazione dellenergia idrica gestita dalla Edison. La parte moderata della Giunta Mussi era per contraria alla municipalizzazione, e il sindaco
minacci le dimissioni se la municipalizzazione fosse passata in consiglio. Tanto pi che secondo il sindaco la municipalizzazione sarebbe costata troppo per il Comune gi in disavanzo; la questione della contrapposizione tra favorevoli e contrari al deficit spendig fa la sua prima vittima nelle sinistre. Infatti L Avanti critic la giunta provocando la crisi: Lamministrazione democraticissima di Milano ha messo il codino e la parrucca; con tutte le diavolerie della modernit. La municipalizzazione diventata per essa un atto di sovversione; e dire che in Inghilterra la municipalizzazione lhanno fatta i liberali! Nella colta Milano, invece, la democrazia preferisce il contratto privato. Ora la nostra attenzione richiamata dal fatto che qualcuno che dirige la manovra di opposizione alla proposta di municipalizzazione grande azionista della societ cui vantaggio si vuole rinnovare il contratto. Le grandi idealit della democrazia borghese si eclissano davanti al Dio affari. Questa sopraffazione degli interessi privati sul pubblico un vero atto di camorra amministrativa che vale a provare che mentre tutte le accuse di camorrismo si scagliano contro il Mezzogiorno, se Messena piange, Sparta non ride. Le polemiche sul conflitto di interesse di diversi consiglieri, con accuse che si scambiavano maggioranza e opposizione, nonch allinterno della maggioranza e dellopposizione, rendevano il clima incandescente. Mussi stanco e malato si dimette a succedergli viene eletto Giovan Battista Barinetti una figura minore del radicalismo milanese. Nella nuova giunta, fatto di fondamentale importanza nella storia cittadina, entrano i socialisti: Majno assessore anziano, Filippetti allo Stato civile e Arienti ai lavori pubblici. Per la prima volta rappresentanti di un partito non risorgimentale e da molti ritenuto eversivo amministravano la citt. Si trattava di un successo di tutti i socialisti ma in particolare della corrente riformista, impegna-
ta in quegli anni anche nel sostegno al governo Zanardelli Giolitti, forse il pi importante tentativo riformatore del 900. Per la nuova giunta le municipalizzazioni diventano parte del programma. Lingresso dei socialisti in giunta coincise per anche con la sconfitta dei riformisti nel partito tant che in citt esistevano in pratica due PSI: la federazione che era controllata dai sindacalisti rivoluzionari mentre i riformisti si erano organizzati nei Gruppi socialisti: i due gruppi spesso presentavano candidati contrapposti nelle elezioni politiche che si svolgevano sulla base di un sistema maggioritario a collegio. La spaccatura tra i socialisti (come curiosamente avverr anche nel secondo dopoguerra) confermata al congresso nazionale di Bologna, acceler la fine dellesperimento di amministrazione democratico della citt riconsegnando la citt alle destre. Nel settembre 1904 dopo un eccidio di minatori avvenuto a Buggerru in Sardegna proprio lala pi radicale del Psi, proclama il primo sciopero generale nazionale, che tra blocchi stradali, blocco della luce e del gas si protrae per circa una settimana. Milano lepicentro di uno scontro che si conclude con una secca sconfitta dei rivoluzionari. I conservatori della che avevano pensato di sfruttare la paura della piazza dopo il 1898, pensano di ripetere lo schema; ma mentre allora la citt aveva reagito agli eccessi dei militari questa volta reagisce agli eccessi degli scioperanti. Alle elezioni amministrative (parziali) la destra capeggiata dal senatore Ettore Ponti si presenta con la neonata Federazione elettorale milanese, che raccoglieva diverse associazioni: lAssociazione fra commercianti ed esercenti; il Circolo industriale; lAssociazione proprietari di case e di terreni; il Collegio capimastri e imprenditori; la Societ proprietari salumieri; lUnione industriali arti grafiche; la Societ fra albergatori; il Consorzio proprietari macellai; i Comitati elettorali monarchici; il Consiglio federale delle associa-
zioni cattoliche; la giunta sostenuta da una lista comune tra I radicali e i riformisti (che schierano anche Filippo Turati e il banchiere Luigi Della Torre) mentre una terza lista raccoglie i socialisti rivoluzionari. La sconfitta per i riformisti pesante: il 28 novembre Giovanni Battista Barinetti e la sua Giunta si dimettono. Le divisioni in quello che possiamo chiamare il primo centro sinistra erano ormai profonde e nonostante vi
fosse ancora, grazie ai voti di 4 anni prima una maggioranza in consiglio, si va allo scioglimento del consiglio. Il 7 febbraio 1905 venne eletto il nuovo sindaco espressione della nuova maggioranza moderata. Il Corriere della sera a proposito della sconfitta della coalizione riformatrice scrive: E a Milano che la prima unione dei partiti popolari si formata, e da Milano partito il contagio dellesempio per altre coalizio-
ni consimili. La condanna che Milano ieri ha inflitto alla rinnovata unione dei partiti popolari imposto dai radicali de il secolo e dai turatiani de il Tempoavr la sua eco anche altrove. Lestremismo conservatore aveva fatto vincere i riformisti, lestremismo rivoluzionario aveva fatto vincere i conservatori.
tesi B, di gran lunga preferita da Marchionne: troppo forte la resistenza degli operai, troppo ottusa la FIOM, troppo grandi i rischi di una guerriglia sostenuta dai diritti costituzionali (finch ci sono). Certo chi si esposto a sostegno del grande investimento di Pomigliano, chi ha siglato patti con FIAT, ora chiede a gran voce lo sviluppo dello stabilimento: ma come un bambino che parla forte nel buio per farsi coraggio, ben sapendo che FIAT si astutamente preparata tutte le ragioni per fare il contrario di quanto promesso. Cos si suona la grancassa al grido di la Panda a Pomigliano, ma i dubbi sulla concreta realizzazione della parola dordine restano sul tappeto. Co-
sa ci attende allora in futuro, nei mesi prossimi, e negli anni pi vicini? Lo scenario pi probabile ci parla di una FIAT che agisce su scala mondiale, alla ricerca da brava multinazionale delle condizioni pi efficaci per fare profitto, cosa che faceva anche finora, ma che far con ben altra determinazione e spregiudicatezza. LItalia, e gli stabilimenti FIAT, vedranno una riduzione di investimenti, giustificata dalla presenza di fattori produttivi migliori in altri Paesi: manodopera meno costosa e pi debole, tutele ambientali meno rigide, tassazione pi favorevole, insomma paradisi capitalistici. A chi chieder conto, FIAT indicher pronta con il dito il Capro Espiatorio.
Nel mezzo, un gran dibattito, una gran polemica, se si vuole una contrapposizione feroce tra chi pensa che si deve cedere una parte dei diritti (leggi ridisegno delle relazioni industriali) e chi intende difenderli, ma alla fine non sa bene come. Entrambi con qualche parte di ragione, entrambi effettivamente indifesi davanti alle mosse di un capitalista che intende cogliere, senza porre tempo in mezzo, le grandi opportunit di profitto della deregulation su scala mondiale: del doman non v certezza. Nel frattempo, giganteggia con il suo maglione blu il grande manager, quello che diceva di s, facendo di tutto per farsi dire di no.
soldi, tutti sapevano che nuovi centri commerciali non servono. E tutti erano davvero poco interessati alle bonifiche. Tanto che il relativo progetto, voluminoso diversi faldoni, fu approvato da tutti pi o meno tra Natale e capodanno. Torniamo un secondo sull'aspetto urbanistico. Santa Giulia: i cittadini che hanno acquistato casa in edilizia convenzionata, hanno risparmiato rispetto ai prezzi dell'edilizia libera.
Per l'edilizia libera non si far pi e quindi quel parametro di riferimento del tutto fasullo. Chi li risarcir della truffa subita? Senza contare poi che la casa che hanno acquistato era in teoria inserita in un contesto progettuale che determinava in buona parte il valore dell'alloggio stesso. Chi compra casa prende in considerazione una molteplicit di fattori, oltre allo specifico manufatto: il contesto appunto, i servizi di vicinato, i
trasporti, la sicurezza del quartiere, eccetera. A Santa Giulia cambiato tutto, ma i prezzi sono rimasti quelli e le banche, che prima hanno foraggiato Grossi e Zunino, pretendono a scadenza le rate dei mutui. A Santa Giulia e sotto i terreni della Sisas c' ancora tanta porcheria, ma nelle istituzioni lombarde e nel mondo della finanza immobiliare ce n' sicuramente di pi.
quindi lidea, poi tradita nelle intenzioni, del Foro Bonaparte: non quel forse banale semicerchio di abitazioni per la ricca borghesia post-unitaria che vediamo oggi, quanto piuttosto un ambiziosissimo progetto che intendeva dotare Milano degli spazi pubblici e delle strutture allaltezza delle proprie aspettative. Da allora, fino a oggi, si sono delineati due percorsi che destinati a divenire sempre pi distanti uno dallaltro: da un lato le sconfinate capacit progettuali e immaginifiche di alcuni milanesi, dallaltro un debolissimo sistema di supporto in grado di portarle effettivamente a compimento. In breve, strutturalmente e storicamente, a Milano tra il dire e il fare non ce di mezzo solo il mare ma piuttosto un oceano infinito e incolmabile. Dai tempi del Foro Bonaparte, tuttavia, Milano cresciuta ed cambiata, seguendo anche in questo caso un processo per molti aspetti dicotomico. Da una parte si assiste allo spettacolo dellintelligentsia dellarchitettura milanese, nomi celebri e ricorrenti ampliamente supportati dai mezzi di informazione impegnati in un dibattito high profile sulle possibili trasformazioni di alcune e sparute aree privilegiate e di rappresentanza della citt. Una per tutte la piazza del Duomo, ridisegnata e riprogettata un numero imprecisato di volte ma che ha poi nei fatti finito col rivelarsi un campo
sterile e improduttivo: spazi pubblici che sono cresciuti e hanno poi trovato una definizione autonoma in assenza di un disegno coerente. Dallaltra si osserva invece il lavoro di una massa di professionisti quasi sconosciuti, che in silenzio ha finito poi col portare dignitosamente a compimento intere parti di Milano, come per esempio Citt Studi. La metropoli tangibile e reale, le strade che oggi percorriamo, sono frutto di un lavorio quasi sotterraneo che si sempre sottratto, o che non ha mai attirato lattenzione dei dibattiti high brow. Forse, per riprendere laforisma gi citato, a Milano chi dice molto, finisce col fare poco e chi dice poco finisce col lavorare parecchio. Nulla o quasi nulla rimane dei grandi progetti ideali tanto cari alla storiografia delle idee, capisaldi della cultura progettuale e urbanistica milanese; una lunga lista costituita da racchette, autostrade urbane, centri direzionali, porti di mare: vicende ed eventi ampliamente riportati nei libri di testo, note ai pi, ma forse poi irrilevanti rispetto ai processi che governano e hanno governato effettivamente la crescita e lo sviluppo di Milano. A Milano esiste indubbiamente una tradizione progettuale dotata di strumenti produttivi non comuni, caratterizzata poi anche da una sconfinata ambizione, regolarmente tradita da unincapacit strutturale di saper o
voler tradurre lidea in fatto concreto e concluso. Ed appunto questo enorme divario tra il saper pensare e il voler concludere che rende il fenomeno ancora pi evidente. Non solo: oggi, molti di noi rimangono oggi ancora irrimediabilmente legati allidea che luoghi come limpluvium del Palazzo della Triennale siano lombelico del mondo e la stanza dei bottoni: unimmagine triste e malinconica. Cos come vuole quindi il copione, la citt continua a produrre visioni gigantesche, fantasmagoriche, immaginifiche, irreali e surreali di se stessa a rappresentare le proprie ambizioni inconfessate, mentre nella realt dei fatti la maggior parte dei laureati negli ultimi ventanni ha vissuto e sopravvive di sparute ristrutturazioni di appartamenti, quando va bene. Forse ci troviamo di fronte al variopinto epilogo della cultura architettonica milanese, confinata ed emarginata in spazi sempre pi angusti: una cultura che ancora non ha imparato davvero a parlare linglese, che non ha studiato allestero, che ama citare soprattutto se stessa piuttosto che accettare un qualsiasi confronto a scala planetaria. Sorridiamo di fronte a questo cortocircuito architettonico bello e colorato, quanto assolutamente effimero, senza direzione e in fondo, tristemente, senza speranza.
barriera di crisi: appena laureata e gi docente. Don Verze non sbaglia un colpo. Avr chiesto consiglio al polipo Paul, consigliere ben pi affidabile e moderno dellormai superato e antiquato Padre Pio. In proposito si pronunciato anche il leader iraniano Ahmadinejad tre giorni fa, lanciando un nuovo agguerrito attacco verbale proprio allindirizzo dellinvertebrato, definendolo lemblema delle superstizioni dellOccidente. Come dargli torto. E anche le vacanze della Merkel, che la bestia lha in casa, sono andate a farsi benedire. Sperando che Zapatero non sia venuto a conoscenza della spaventosa notizia e che non intenda ritirare la sua offerta di acquistare Paul. Magari trascorrendo qualche giorno di agosto in visita al Prado anzich a inzupparsi i piedi nei fanghi dei mari del nord. E cosi ecco che la povera bestiuola diventata una patata bollente passata freneticamente di mano in mano. Magari riaccendendo antiche fiamme risalenti al periodo della Guerra Fredda. E se il motivo dellaccanimento nei suoi confronti da parte di
Teheran fosse il fatto che sia intimamente di fede ebraica? Paul lebreo! Non sono tentacoli, ma treccine! A proposito di Guerra Fredda, continuano gli scambi di agenti segreti tra i due ex blocchi. Come sono cambiati i tempi anche in questo caso! Scontrini da migliaia e migliaia di dollari di lingerie spesi in Times Square. E Putin: "Ma porca puttana! Chi il cretino che le ha dato la carta di credito a quella li? E Berlusconi di fianco che fa lo gnorri... Fatti che ricordano i ritrovamenti di militari giapponesi abbandonati a se stessi su isole del Pacifico a decenni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Con che coraggio glielo spiegano a uno che intanto si messo a parlare con un pallone da calcio? E intanto si scalda anche il piccolo Kim Il Sun, in vista di un nuovo possibile scontro tra le due Koree, mentre scruta col suo binocolo la frontiera e osserva la Clinton che per lo scambia per un nano da giardino del New England al grido eccitato di: "How many dollars? Insomma, i preparativi per una lunga calda estate impaz-
zano a ogni angolo di mondo. Resta solo da sperare che ogni buon capo di stato si protegga bene la testa con una bandana, e non solo per nascondere una galoppante calvizie, ma per ripararsi dai raggi di sole. Tra laltro: esperti dicono che il buco dellozono si sia richiuso. Gli esperti. Me li vedo, rintanati in Baviera ad aspettare il verdetto di Paul. Il giorno che Berlusconi scoprir le sue doti, il polipo avr smesso di vivere. Passer la legge sulle intercettazioni? Fini camper quanto Andreotti? Mi dovr fare ancora a lungo quelle fastidiose iniezioni al pube? E forse chi avr bisogno di vacanze pi di ogni altro sar proprio il povero Paul, stremato da questo estemporaneo coinvolgimento nelle vite di noi esseri umani. Paul guarda Silvio, Silvio guarda Paul, Paul riguarda Silvio e poi Paul si decide a parlare e a svelargli larcano di ogni nostro dubbio: Non sei tu che sei lunto del Signore. Sono gli altri che ti votano a essere imbecilli!.
La politica, quella che fa le leggi e che governa, arriva dopo. O perch non le conviene o, semplicemente, perch sottovaluta. Sottovaluta perch non ha n gli strumenti culturali n le qualit umane per comprendere cosa accade nella comunit che rappresenta. Fino a qualche mese fa, il Sindaco Moratti dichiarava che a Milano la mafia non esisteva. Anche il Prefetto Lombardi affermava la stessa cosa. E il ViceSindaco De Corato, altrettanto: Il problema sono gli immigrati, mafia non ce n', rispondeva alle domande di qualche giornalista libero. Nella migliore delle ipotesi, quindi, hanno sottovalutato il fenomeno. Basti pensare che nel marzo 2009, in Consiglio Comunale era stata istituita la Commissione di Vigilanza Antimafia. A distanza di due mesi, la delibera che l'aveva istituita veniva revocata tra mille polemiche. Dopo le ultime vicende, l'opposizione - soprattutto i capigruppo del PD e della Lista Dario Fo, Pierfrancesco Majorino e Basilio Rizzo - hanno riproposto l'urgenza di tale Commissione in Consiglio Comunale. Niente da fare. Silenzio prima e silenzio dopo. Silenzio anche da parte di un pezzo
della stessa opposizione. D'altronde anche gli assessori Brembilla e Oliverio, entrambi della Giunta di Filippo Penati, sono risultati coinvolti in vicende di 'ndrangheta. Sono anni che gli osservatori sulla legalit, i magistrati ai convegni, le associazioni contro le mafie (Libera su tutti) denunciano la presenza della criminalit organizzata sul nostro territorio. Le indagini per le ultime inchieste sono partite nel 2006 presso la Procura di Monza dopo aver seguito una pista investigativa per un c.d. reato spia (quelli ora interessati dai divieti introdotti dal ddl sulle intercettazioni). I cittadini, almeno quelli ben informati, sapevano. Bastava ascoltare Alberto Nobili o Armando Spataro a un dibattito. Oppure assistere agli innumerevoli incontri che i volontari di molteplici associazioni hanno tenuto e continuano a tenere in tutta la provincia. In citt si sa che determinati ristoranti di bufale, cozze e pomodorini non sono altro che lavanderie di denaro sporco. Eppure ne spuntano di nuovi a ogni angolo e le licenze fioccano. Le Istituzioni cittadine, come si diceva, in silenzio. Prima e dopo. E' un silenzio che la-
scia esterrefatti. Perch di fronte al perpetrarsi del silenzio, avanza un dubbio. Che non si tratti di semplice sottovalutazione. Altrimenti non si spiegherebbe come mai alla commemorazione di Paolo Borsellino, Osnato abbia pubblicamente (e vigliaccamente) attribuito ad Armando Spataro la decisione di non istituire una Commissione di Vigilanza. Non si spiegherebbe neppure perch la Moratti nella stessa occasione abbia affermato che "il Comune di Milano ha fatto della lotta alla mafia, alla corruzione e al malaffare, una priorit" quando, invece, la sua stessa maggioranza ritiene che le ultime vicende non costituiscano altro che una gogna mediatica. E dunque collusione o sottovalutazione? Facciamo che sia semplice sottovalutazione. Con unavvertenza per. Che a sottovalutare le drammatiche conseguenze di un territorio in mano alla criminalit organizzata (dove le vittime hanno pi paura delle ritorsioni piuttosto che subire un procedimento penale per favoreggiamento), non si fa la figura degli sprovveduti o degli irresponsabili. No. Si fa la figura dei farabutti.
come unica soluzione al degrado. necessario diversificare, creare pi occasioni di aggregazione sociale, occasioni che devono essere create soprattutto nei quartieri periferici. Come spesso accade nel periodo estivo che l'estro della giunta di centro destra si manifesta in tutto il suo splendore. Fortunatamente ci stato risparmiato lo scempio della cancellata attorno al sagrato della basilica di San Lorenzo, che comunque dovrebbe arrivare in ottobre. I poveri turisti che sceglieranno Milano come
meta avranno a disposizione un'enorme citt fantasma. Negozi chiusi, locali chiusi, poche e scomode iniziative, sono l'offerta milanese ad agosto. Sono troppi passi indietro per una citt con l'ambizione di essere protagonista a livello internazionale. Per riuscire ad aprirsi al mondo, bisogna cominciare a tenerne il passo. L'Expo si avvicina e suona sempre pi come l'ultima chance. anche l'esempio migliore dellincapacit di Letizia Moratti: dopo averne cavalcato il
successo, fregiandosene come se fosse solo merito suo, ignorando quanto il governo Prodi lavor per ottenerla, la sta umiliando regalandoci l'immagine della pi becera lite da cortile. Alla faccia della gloria internazionale. Senza dimenticare che il provincialismo di questa giunta ha portato a considerare l'evento come una questione del tutto locale, trascurando l'importanza che l'Esposizione rappresenta per l'Europa. Milano deve riaccendersi, Milano merita di pi. Molto di pi.
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.Marco Ponti
Cesare Serratto
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RUBRICHE
MUSICA
Questa rubrica curata da Paolo Viola rubriche@arcipelagomilano.org
Buona estate
Cari lettori, in una lettera indirizzata a Goethe, parlando dei critici teatrali che gi allora imperversavano, Schiller scriveva ... si tratta di coloro i quali, in una rappresentazione, cercano soltanto le loro idee ed elogiano ci che dovrebbe essere altrettanto elevato: quindi una questione di princpi e sarebbe impossibile venire a patti con loro e pi avanti ... appena mi accorgo che qualcuno, in procinto di giudicare una rappresentazione poetica, considera qualsiasi cosa pi importante dellintima Necessit e della Verit, non ho pi nulla da dirgli. Prima di congedarci per lestate, nel vuoto fra le programmazioni invernali e i festival estivi, mi permetto una digressione personale sul senso di questa rubrica, che ho tenuto con sincera passione, ininterrottamente, dal primo numero del giornale. Le parole di Schiller sono stati i moli guardiani di questo modesto ma intenso lavoro; ho cercato di tenere lontano da me, appunto, ogni genere di princpi, ritenendo che questi debbano trovare spazio solo quando si tratti di ben altri argomenti che non il nostro egoistico diletto di ascoltatori; e, ancor pi, credo di non aver considerato mai nulla, di ogni esecuzione musicale di cui vi ho riferito, pi importante della necessit e della verit che potessero riscattarlo dalla banalit della routine. Se questi sono stati i rischi da cui ho cercato di star lontano, quali sono stati invece i fari che hanno guidato la rotta? Sono partito da unosservazione: tutte le volte che durante lintervallo, o alla fine di un concerto, ci scambiamo le impressioni sulla qualit della musica appena ascoltata e della sua esecuzione, ci accorgiamo di alcune cose: che abbiamo unintima necessit di confrontare i nostri giudizi con quelli di chi riteniamo essere pi competenti di noi; che i pareri che raccogliamo sono quasi sempre molto discordi, talvolta inspiegabilmente opposti; che non sempre il giudizio che alla fine esprimiamo coincide con il livello di godimento che ci ha accompagnato; che i programmi di sala raramente ci forniscono strumenti adeguati per la comprensione di ci che abbiamo ascoltato; che spesso non riusciamo a trarre dallascolto tutto il godimento che avremmo provato se avessimo avuto pi informazioni o pi conoscenze sulla struttura musicale e sulle prassi esecutive. Mettendo insieme queste sensazioni, anche contraddittorie, e osservando come le reazioni e le riflessioni degli ascoltatori siano sempre tanto diverse fra loro, sono pervenuto a una curiosa ipotesi, che cio esista una professione dellascoltatore, quella di coloro che nellascolto della musica pongono un impegno in qualche misura paragonabile a quello del musicista, pur senza esserlo e pur non avendo adeguata preparazione. In altre parole che esistano tanti modi di ascoltare musica, con maggiore o minore consapevolezza, con diversi livelli di competenza, dominati pi dalla passione o pi dalla logica, con una partecipazione pi emotiva o pi razionale; ma che vi sia spesso un impegno che rasenta la professionalit (ad esempio quella professionalit con la quale facendolo anche solo per hobby - possiamo collezionare francobolli o andare in barca a vela). Acquisendo un minimo di competenza.Daltronde si scrive e si esegue musica al di l della necessit e della ricerca della verit perch qualcuno la ascolti, ed quantomeno logico che esita una sorta di simmetria fra questi tre mestieri: scrivere, eseguire (interpretare), ascoltare. Fino a ieri il terzo mestiere veniva in qualche modo monopolizzato dal critico, una curiosa figura di giudice dei musicisti e dinterprete delle reazioni del pubblico: ascoltava per noi. Questo ruolo andato un po fuori corso, forse perch sono cambiati i supporti (i media) sui quali operava, forse pi semplicemente perch il pubblico non ha pi bisogno di un interprete dellinterpretazione, pi preparato e preferisce esprimere i propri giudizi in autonomia. Uscito di scena (quasi) il critico musicale, lascoltatore cos rientrato a pieno titolo nel ruolo di autentico partecipe del rito triangolare musicista-interprete-fruitore con una sua propria professionalit. Saper ascoltare non unattivit di rango inferiore rispetto a quelle dello scrivere o delleseguire; daltronde, rovesciando il tema, che senso avrebbe scrivere musica ed eseguirla se nessuno lascoltasse? O peggio se lo ascoltassero solo i critici e cio altri addetti ai lavori, portatori di loro princpi e di proprie necessit e verit? Credo che esista una capacit e una qualit dellascoltare che possono dare grande dignit al ruolo del pubblico. Ecco dunque i fari che hanno suggerito la mia rotta. La ricerca della qualit dellascolto e laffinamento della capacit di ascoltare, senza la minima pretesa di essere musicisti, con la consapevolezza dellessenzialit, intrinseca alla musica, di questa funzione. Se fossi riuscito solo a incoraggiare i miei pochi e coraggiosi lettori ad ascoltare la musica con questattenzione e questo impegno, mi sentirei pi che pago del mio modesto lavoro. Grazie dellascolto e buona estate a tutti.
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TEATRO
Questa rubrica curata da Guendalina Murroni rubriche@arcipelagomilano.org
Dal vivo
Chiusura estiva per molti teatri come gi sappiamo, ma non per questo mancano appuntamenti da ricordare che abbiano tutte le sembianze di uno spettacolo dal vivo, forse sono semplicemente un po spostati dal calore del centro citt, oppure hanno preso altre forme. Come gi citato a breve si terr il Granara Festival vicino a Parma - e dunque vicino a Milano dal 5 all8 agosto. Laboratori, teatro ragazzi e spettacoli nel villaggio ecologico con le sue numerose attivit. Laltro post-it per ricordare il Summer Jamboree di Senigallia (citato per la terza volta), con il suo inizio il 31 luglio e la sua triste fine l8 agosto. Ma per quanto riguarda la citt di Milano sarebbe da correre a godersi qualche appuntamento di cinema dal vivo, ovvero il cinema allaperto che si messo col suo schermo nel mezzo dei giardini di Porta Venezia, nel Chiostro dei Glicini dellUmanitaria e al Conservatorio, tre arene per i cittadini rimasti a lottare il caldo e le zanzare. Le proiezioni sono iniziate il 30 giugno e continueranno fino ai primi di settembre. Ottima idea, ottima atmosfera ma anche molti film, tra i quali Le quattro volte di M. Frammartino, o altri gi usciti nelle sale pronti per i ritardatari come Invictus e Soul Kitchen. Da non perdere, se viene nuovamente proiettato, Racconti dellet delloro, bizzarre storie e leggende urbane della Romania sotto Ceausescu di H. Hofer. Comunque, per controllare il calendario basta andare sul sito http://www.spaziocinema.info/. Dal vivo sono ovviamente anche tanti concerti in questo periodo. Come tutti gli anni, il Milano Jazzin Festival propone ospiti da tutto il mondo che si esibiscono allArena Civica di Milano, lultima settimana di festival vede sul palco Gary Moore, Dirty Dozen Brass Band e Sa Ding Ding e ha visto passare altri artisti quali Mike Patton, Paolo Nutini, Pink Martini, Dulce Pontes e Norah Jones. Il circolo Magnolia invece incastra i suoi appuntamenti con la solitudine estiva-luglina-agostina di cui si pu soffrire a Milano in questo periodo, Magnolia Estate, ovvero Happy hour che durano molto pi di unora accompagnati da dj set, CHIC-A-GO-GO! Dubai, Surf and lo-fi Hippies il 29 luglio Dorian from London loves (dj set), e il 30 luglio il Reggae Station Night con entrata gratuita. Il tutto continua con Spazio Petardo ad agosto, il continuo dj set di Magnolia Estate, Anguria Gelata Party, e una Ukelele Night. Per consultare il programma basta andare sul sito: http://www.circolomagnolia.it/programma. Ma cosa c di pi spettacolare di una sagra? Ebbene, questo il vero spettacolo e il vero teatro la sagra. Inutile cercarne una che sia ad hoc/vicina abbastanza in macchina da/con il vino che/ma sono intollerante a/ dimentichiamoci la serata media che si vive durante lanno. Basta andare in una qualsiasi sagra che tutto il resto si dimentica. La Lombardia ha lAdda e il Ticino; la Liguria ha pure davanti il mare, scatta la sagra della focaccia zona Recco Pieve Ligure giusto attorno al 30 luglio; sempre tra i vicini si hanno Piemonte ed Emilia. Imbarazzo della scelta, insomma, e comunque sempre una scelta attenta alleconomia, specialmente se si ha giusto quel sabato e quella domenica liberi, quando la voglia di vacanza a mille ma lufficio o il computer o il cuscino appiccicoso e il ventilatore rotto sono ancora i migliori compagni. Forse non il consiglio culturale migliore secondo gli standard Yuppie Milanesi, forse non il miglior consiglio per una rubrica di teatro per il bello, e uno degli elementi pi interessanti, quel retrogusto di Festa dellUnit che anche chi ha vissuto la fine degli anni Ottanta si pu ricordare: le tovaglione a quadri, i cantanti tutti con lo stesso cognome, tutti cugini, il vino rosso che non finisce mai. Non sembra un film, ormai? Non sembra linizio di uno spettacolo da mettere in scena? Non d lidea di poter voler dire altro un minuto dopo? Un po di malinconia? Forse. Ma sicuramente nelle Marche e nella Romagna, in qualche angolino, ancora ci sono. E qui torniamo allinizio. Summer Jamboree di Senigallia. Andate.
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