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Introduzione 1. 2. Un nuovo approccio al management Categorie valoriali e schemi di sintesi in economia dimpresa 2.1.

Alcune delle categorie valoriali con i riferimenti di contesto:


AMBIZIONE (dalla rassegnata rinuncia al desiderio smodato) CONOSCENZA (dalledonistica erudizione alledificante saggezza) FEDELT (dallopportunismo alla devozione) GIUSTIZIA (dallenfasi sui diritti allenfasi sui doveri) ONEST (dalla non rispettabilit alla impeccabilit) RESPONSABILIT (dalla cieca obbedienza alla lucida consapevolezza) SOLIDARIET (dalla mera condivisione al sentito coinvolgimento) UTILIT (dalla ricerca del vantaggio personale allimpegno per la sussidiariet) COERENZA (dalla volubilit alla fissazione) CREATIVIT (dalla sterile piattezza alla vulcanica effervescenza) FIDUCIA (dal sentirsi obbligato allessere coinvolto) LEALT (dalla correttezza alla faziosit); Merito (dal sentirsi inadeguato allesser pretenzioso) POTERE (dalla ricerca del consenso al delirio di onnipotenza) RISPETTO (dallimposto ossequio al convinto apprezzamento) TRADIZIONE (dalla avversione per linnovazione al concepire la storia come fonte per il progresso civile e sociale)

2.2.
fattoriale 3.

Individuazione di categorie valoriali latenti attraverso lanalisi

Alcuni Schemi interpretativi operanti in economia dimpresa Lorientamento alla sopravvivenza Il procedere del divenire: lidea, il progetto, lazione La prospettiva interna e quella esterna La distinzione tra il decidere e lagire Il dilemma tra il collaborare ed il competere La ricerca delleccellenza Lipotesi dellesistenza di una one best way Il profitto come fine unico possibile L analisi dei fattori interni ed esterni (fdom) Lanalisi dei bisogni (Maslow)

3.1. Schemi interpretativi generali e loro derivazione 3.1.1. 3.1.2. 3.1.3. 3.1.4. 3.1.5. 3.1.6. 3.1.7. 3.1.8. 3.2.1. 3.2.2.

3.2. Schemi interpretativi di sintesi ed il loro contesto tipico

3.2.3. 3.2.4. 3.2.5. 3.2.6. 3.2.7. 3.2.8.

Il rapporto tra la domanda e lofferta (Abell) Il vantaggio competitivo (Porter) Il focus su logistica ed approvvigionamenti (Kraljic) L approccio sistemico vitale (Golinelli) Alcuni schemi di analisi finanziaria Alcuni schemi statistico matematici

4. Possibili applicazioni di Categorie valoriali e Schemi interpretativi ad alcuni ambiti problematici 4.1. Nella formulazione delle strategie 4.1.1. 4.1.2. 4.1.3. 4.2.1. 4.2.2. 4.2.3. 4.3.1. 4.3.2. 4.3.3. 4.3.4. 4.4.1. 4.4.2. 4.4.3. 4.4.4. 4.5.1. 4.5.2. 4.5.3. La pianificazione strategica Lindividuazione delle aree strategiche (ASA) La creazione di valore Le tecnologie produttive La gestione dei materiali Il controllo di qualit Marketing plan La segmentazione e il posizionamento La customer satisfaction Le ricerche di mercato Il budgeting Lanalisi economico finanziaria Le decisioni di investimento La valutazione dimpresa I diversi stili di management Le scelte di make or buy Il BPR (Business Process Reengineering)

4.2. Nella gestione della produzione

4.3. Nelle attivit di marketing

4.4. Nella gestione finanziaria

4.5. Nelle azioni organizzative

4.6. Nelle dinamiche di programmazione e controllo

4.6.1. 4.6.2. 4.6.3. 4.7.1. 4.7.2. 4.7.3. 4.7.4.

I sistemi informativi Lo zero base budget Il project management Il ConsulCuboaSv Interventi inerenti il Governo Interventi inerenti la Gestione Interventi connessi alla patologia

4.7. Nella consulenza aziendale

"Un uomo che vuole la verit diventa scienziato; un uomo che vuol lasciare libero gioco alla soggettivit diventa magari scrittore; ma che cosa deve fare un uomo che vuole qualcosa di intermedio tra i due?" Robert Musil Luomo senza qualit

I contenuti del presente volume (Parte seconda) dellopera intendono introdurre allapplicazione del modello presentato nel primo volume (Parte prima) alle problematiche decisionali tipiche delle organizzazioni imprenditoriali. Dalla premessa, pi volte ribadita e condivisa, che vede il processo decisionale riconosciuto come momento fondante della dinamica delle organizzazioni e, pertanto, come elemento da considerare prioritario nelle attivit manageriali1, si procede con il presupporre che lazione decisoria debba ritenersi imprescindibile dalle attivit di percezione, di apprendimento e, quindi, di sviluppo delle conoscenze. Come ulteriore premessa metodologica, si evidenziato che la conoscenza sia, in ogni caso, da riferire soggettivamente ad un contesto, nel senso che non possa essere rappresentata se non in ragione di premesse cognitive proprie del soggetto che la esprime e del contesto in cui essa, di volta in volta, viene ad essere espressa2.
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Mintzberg H., The nature of managerial work, Harper e Row, N.Y., 1973. Butler R., Progettare le organizzazioni, McGraw Hill, 1998, pag. 206.

Le ragioni atte a giustificare la possibilit di ricondurre le decisioni dimpresa in particolare quelle definite come appartenenti ad un ambito complesso allimpianto concettuale dellapproccio sistemico vitale sono molto diffuse e facilmente rinvenibili negli studi manageriali e, pi in generale, nella letteratura economico aziendale. Laffermazione: le organizzazioni possono fronteggiare le crisi che mettono a rischio la loro sopravvivenza, i decisori diventano consapevoli del bisogno di cambiare struttura ed ideologia. In particolare, cambiare ideologia pu essere laspetto pi difficile da perseguire ma una parte essenziale delle trasformazioni organizzative3 sintetizza molti elementi di connessione con lASV. Anzitutto, evidenzia la conclamata fondamentale caratteristica delle organizzazioni imprenditoriali: la volont di sopravvivere e permanere nel proprio contesto4. Poi, richiama il concetto di struttura e, quindi, di relazioni e di norme (schemi interpretativi). Infine, pone lattenzione sullideologia, definendola come essenziale nei processi di cambiamento, ed esprime una precisa posizione circa la resistenza che essa pone rispetto ad una sua eventuale modificabilit. facile ricondurre il concetto di ideologia alle credenze forti, al sistema di valori caratterizzanti lindividuo, in sostanza, a quanto abbiamo definito con il concetto di categorie valoriali. Sulla base di tali considerazioni risulta evidente che, nel rispetto delle conoscenze teoriche e procedurali del paradigma manageriale consolidato, occorre immaginare una ridefinizione dellapproccio al management, quantomeno relativamente allambito problematico definibile come complesso. questo lintento che il volume si propone. In particolare, larticolazione dei contenuti sviluppata sulla base delle condizioni di seguito elencate. Premesso che: il momento decisionale deve ritenersi come lazione fondante del processo manageriale;
Ibidem pag. 206 I sistemi ambiscono a sviluppare favourable transactions of input and output with the environment in order to survive over time. Cfr. Nadler, D.A., Concepts for the Management of Organisational Change. In Mayon-White, B., (Ed.), Planning and Managing Change. Harper & Row, London, 1993, p. 86.
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le attuali condizioni dellambiente socio economico sono caratterizzate da incertezza ed evanescenza rispetto ad ogni possibile riferimento consolidato, nonch da forte imprevedibilit delle dinamiche interazionali con gli attori presenti e attivi nel contesto; gli schemi tipici del sapere manageriale consolidato si rivelano spesso non adatti ad affrontare le problematiche emergenti; il tradizionale approccio oggettivista allo studio delle organizzazioni risulta essere superato da una prospettiva che contempli il punto di vista dellosservatore; la cultura condivisa, nel suo valor medio, riscontra e ritiene fondamentale il distinguo concettuale esistente tra latto dellosservare un contesto rispetto a quello dellosservare da un contesto5; si rileva una consistente accelerazione nei tempi connessi alle dinamiche evolutive, e quindi di cambiamento, associabili tanto allanatomia quanto alla fisiologia delle imprese; la rideterminazione di schemi strategici e operativi utili alle mutate e mutanti condizioni richiede, con sempre maggiore evidenza, un recupero progressivo di prospettive socio economico di lungo periodo, basate su visioni ampie, non egoistiche, caratterizzate da riferimenti a valori radicati, capaci di reinfondere motivazione e speranza nel futuro ritrovando una prospettiva storica incentrata su una magnificazione del destino delluomo; quanto meno opportuno tentare di agevolare il processo evolutivo verso forme organizzative fluide, capaci di realizzarsi in configurazioni pro tempore costanti, ispirate a specifiche emergenze, potendo poi riscomporsi agevolmente e senza pathos, predisponendosi a successive ricombinazioni; forme organizzative capaci di auto-organizzarsi sulla base di un codice non genetico bens valoriale, guidate da principi di ricerca continua di condizioni di risonanza con il contesto di riferimento;

diviene opportuno elaborare un modello di management che consenta:


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Polany M., Conoscere ed essere, Armando, 1981, pag.

1. di rappresentare, attraverso un formalismo di generale applicabilit, gli attori dei processi sociali, ai diversi livelli di aggregazione, e le relative dotazioni (materiali e immateriali) disponibili; 2. di recuperare un unico comune denominatore capace di assimilare attori e dotazioni, di cui al punto precedente, in ragione del fattore informazione, inteso come elemento espressivo universale di ogni fenomenica del reale; 3. di articolare la descrizione strutturale della conoscenza individuale, per poter meglio descrivere le dinamiche decisionali e i conseguenti accadimenti derivanti dallinterazione delle organizzazioni attive in un determinato contesto; 4. di stabilire i riferimenti concettuali per spiegare il comportamento decisionale in condizioni di incertezza e imprevedibilit, circostanziando i fattori a cui ricondurre, in termini generali, la natura delle procedure utilizzate dai decisori.

In linea con i punti evidenziati, il volume, inquadrandosi nel paradigma concettuale noto come ASV (approccio sistemico vitale) e sulla base della Parte prima, procede ad individuare le dimensioni di una Variet informativa in riferimento alle organizzazioni imprenditoriali. Sviluppa la trattazione delle Categorie valoriali, poi degli Schemi interpretativi generali e, infine, degli Schemi interpretativi di sintesi. Dopo aver evidenziato il rapporto esistente tra i modelli, le tecniche e gli strumenti consolidati nel sapere manageriale e gli Schemi interpretativi, procede alla esplicitazione del rapporto esistente tra contesto decisionale e sovra sistemi ritenuti rilevanti dal decisore. Illustra come le condizioni di Consonanza e di Risonanza intervengono nella determinazione di Categorie valoriali e Schemi interpretativi prioritari nella individuazione delle scelte. Infine, nel capitolo conclusivo, viene esposta la dinamica che conduce alla definizione delle strategie e delle tattiche tanto a livello delle organizzazioni nel loro complesso, quanto a livello delle relative aree funzionali. La Parte prima introduce ad un modello di rappresentazione del contesto decisionale delle organizzazioni sociali in genere

e delle imprese in particolare. Il modello distingue, pur riducendole ad un unico denominatore, tra problematiche in ambito certo (semplificato), complicato, complesso e caotico: le quattro C. Nel precisare che le decisioni in ambito semplificato e complicato finiscono per ricondursi a processi di Problem solving, viene affermata, relativamente alla casistica decisionale delle imprese e, pi in generale, delle organizzazioni sociali, la assoluta preminenza delle problematiche in ambito complesso: tutte le decisioni di governo e talvolta anche alcune decisioni di gestione sono configurabili come decisioni in ambito complesso. Viene circostanziata la limitata efficacia dei metodi tradizionali rispetto a tale tipo di decisioni. Inoltre, dopo aver evidenziato il ruolo fondamentale che le Categorie valoriali (sistema di valori) e gli Schemi interpretativi generali e di sintesi, del decisore e dei rappresentanti dei sovrasistemi rilevanti, svolgono nelle decisioni in ambito complesso, si descrivono le dinamiche di una Variet informativa. Particolare rilievo viene assegnato alle diverse traiettorie evolutive ottenibili in ragione dei livelli di Consonanza e di Risonanza del sistema con il contesto. In quel che segue viene proposta una ricognizione, alla luce dei concetti ricordati, delle principali Categorie valoriali e degli Schemi interpretativi generali tipici delle imprese, procedendo poi ad una rilettura degli ambiti problematici riconducibili alle organizzazioni imprenditoriali il contesto e, quindi, i sovrasistemi rilevanti, nonch i possibili gradi di consonanza e di risonanza in modo da evidenziare il significativo impatto , che essi hanno sulle decisioni cosiddette complesse. Lintento quello di rendere fruibili in ambito manageriale le linee guida dellapproccio Sistemico vitale (ASV), in modo che sia possibile una preventiva valutazione della bont delle scelte, non in termini di ottimo, tanto assoluto quanto relativo, bens in termini di condivisa accettazione della scelta da parte degli attori di contesto. La descrizione delle Categorie valoriali e degli Schemi interpretativi (generali e specifici) in uno con larticolazione degli ambiti problematici proposti non esauriscono certamente lampia casistica delle problematiche ricadenti in

area complessa rinvenibili nelle dinamiche imprenditoriali, n tantomeno compendiano la corposa e articolata produzione scientifica degli studi manageriali. La trattazione svolta si propone semplicemente di fornire una guida utile per poter applicare i concetti presentati nella Parte prima e per poter agevolare il decisore aziendale, in caso di decisioni complesse e in attesa che si sviluppino strumenti tecnici adeguati, nella fase di selezione di sovrasistemi rilevanti, nella valutazione dei livelli di Consonanza e, infine, nelle modalit di realizzazione dei percorsi di Risonanza con gli attori di contesto. La trattazione fornisce una rassegna delle principali Categorie valoriali dellagire imprenditoriale, con un inquadramento delle stesse attraverso lesposizione di riferimenti etimologici e di contenuti semantici, giungendo, in conclusione, allindividuazione di alcune macro categorie riepilogative, che accorpano pi categorie valoriali. Sono introdotti alcuni degli Schemi interpretativi generali, esplicitando la loro presenza in molti degli Schemi interpretativi di sintesi tipici delleconomia dimpresa. Tra questi ultimi sono ricordati quelli che pi ricorrono nelle pratiche manageriali, richiamando brevemente le condizioni storico sociali in cui si sono sviluppati, illustrandone gli aspetti tecnico operativi originari ed evidenziandone limplicito contenuto di indirizzo (inteso come modalit di approccio ai problemi)6. Quindi, si procede con linquadrare lutilizzo degli
6 Per implicito indirizzo alla modalit di approccio ai problemi si intende riferirsi al fatto, ampliamente spiegato nella Parte prima, che uno schema interpretativo di sintesi contiene in s delle disposizioni implicite difficilmente rilevabili anche da chi ha dimestichezza con limpiego dello stesso. Come esempio, si pensi alla nota analisi FDOM (forze, debolezze, opportunit, minacce); tale schema contiene alcune direttive implicite che possono condizionare fortemente lanalisi dei problemi in ambito complesso. Anzitutto, stabilisce una distinzione netta tra interno ed esterno dellimpresa, evitando di considerare che esistono fasce di maggiore di maggiore o minore contiguit dellambiente con limpresa, capaci di determinare effetti e impatti significativamente differenziati. Inoltre, presuppone che le forze e le debolezze siano da considerarsi proprie dellimpresa, della sua struttura, indipendentemente dal contesto di riferimento. Come dire che il punto di forza di un atleta sia la lunghezza della falcata senza tener conto del fatto che sia impegnato in una gara di velocit, di resistenza, di salto in lungo o in alto o, addirittura, di nuoto o di boxe. Altro esempio pu esser quello della competizione alla Porter che implicitamente sostanzia lapplicazione sociale della teoria darwiniana, secondo la quale nella societ, come nella natura, alla

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Schemi interpretativi trattati in alcuni dei possibili ambiti problematici dellimpresa, al fine di dimostrare che le scelte sono fortemente influenzate dal fatto che il decisore disponga o meno di schemi interpretativi. Lultimo capitolo si conclude evidenziando e ci costituisce elemento innovativo e fondante del contributo teorico e pratico che il volume intende proporre negli studi di management il ruolo rilevante giocato dalle Categorie valoriali e dagli Schemi interpretativi generali nella determinazione da parte del soggetto decisore del grado di consonanza con i sovrasistemi rilevanti e dei possibili conseguenti percorsi di risonanza. In termini diversi, si segnala che le scelte di successo debbono essere necessariamente condivise dai decisori con quanti si ritiene abbiano influenza nel contesto di riferimento e che dette scelte debbano, nei limiti del possibile, contribuire ad accrescere il livello generale di accettazione e condivisione degli indirizzi manageriali.

lunga sopravvivono solo gli organismi pi adatti, quelli che accettano di competere per il diritto alla vita e che riescono a prevalere sui propri concorrenti, senza considerare che mentre il contesto naturale sostanzialmente stabile e inalterabile nel tempo, i contesti sociali sono caratterizzati, oggi in particolare, da una elevata variabilit.

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Categorie valoriali e Schemi interpretativi generali e di sintesi in economia dimpresa


Come chiarito nella Parte prima, la Consonanza tra due sistemi vitali viene ad essere determinata dalla specifica composizione della Variet informativa degli stessi. Si anche detto che le tre componenti della Variet Unit informative, Schemi interpretativi (generali e di sintesi) e Categorie valoriali sono strettamente interconnesse, in un intreccio paragonabile a quello esistente tra la trama e lordito di un tessuto. Infatti, cos come nei tessuti lordito costituito dallinsieme di pi fili organizzati secondo uno schema orizzontale e la trama da un unico filo trasversale ai primi e che li lega insieme, nella composizione della conoscenza, in ottica sistemico vitale, le informazioni (i fili) sono organizzate secondo Schemi interpretativi (lordito) e pervase dalle Categorie valoriali (la trama). Nella metafora proposta, la Consonanza pu essere intesa come la maggiore o minore possibilit di abbinare fili che sono diversi tra di loro tanto per tipologia di filato quanto per colorazione (Figura 1.1). A questo punto, diviene rilevante valutare il contributo delle tre dimensioni della Variet informativa alla capacit di Consonanza: quanto pesano le Unit informative rispetto agli Schemi interpretativi e alle Categorie valoriali? Sono pi consonanti Variet informative che hanno Unit informative e Schemi interpretativi coincidenti oppure Variet informative che hanno Categorie valoriali simili, mentre tutto il resto

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differisce? Come si detto nella Parte prima, limpalcatura della nostra costruzione teorica si fonda sul ritenere che le Categorie valoriali e gli Schemi interpretativi generali (il nucleo del metaforico atomo riportato nel 3 capitolo del primo volume) siano determinanti nellemersione della Consonanza. Quindi, se la Consonanza responsabile della sintesi decisionale in ambito complesso, ne discende che le Categorie valoriali e gli Schemi interpretativi generali sono i fattori determinanti per indirizzare le scelte in regime di forte indecisione.

Figura 1.2 In sintesi, al solo scopo di fornire una rappresentazione dimensionale che renda evidente il diverso peso dei tre fattori, potremmo dire che la Consonanza tra le Variet informative influenzata dai tre fattori che compongono la stessa in ragione ponderata sulla base dei volumi di ognuno dei fattori. Pertanto, ai fini del calcolo del grado di Consonanza, la funzione rappresentativa della Variet informativa di un sistema vitale potrebbe avere la seguente formulazione. Siano i volumi rispettivamente delle Unit informative, degli Schemi interpretativi di sintesi, degli Schemi interpretativi generali e delle Categorie valoriali, avremo che:

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Cos costruita, la formula evidenzia con chiarezza che il peso attribuito alle Categorie valoriali notevolmente e progressivamente superiore rispetto a quello attribuito agli Schemi interpretativi generali, agli Schemi interpretativi di sintesi e alle Unit informative. Graficamente, considerando la rappresentazione di Figura 1.3 e confrontando coppie di Variet informative, potremmo dire che la Consonanza riscontrabile nel caso (c) di gran lunga superiore a quella rilevabile negli altri tre casi (d), (b) e (a), nei quali la consonanza via via minore.

Figura 1.3 Quale esempio concreto di quanto fin qui asserito, si consideri il caso del consiglio di amministrazione di una piccola banca locale impegnato nel dover deliberare sulla seguente pratica.

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Lazienda Zeta, unanimemente riconosciuta nella piccola comunit di riferimento della banca come leader nel settore delledilizia, vive un momento di particolare difficolt dovuta soprattutto alla congiuntura sfavorevole tra condizioni dei mercati finanziari (in ordine allaccesso al credito da parte delle famiglie di impiegati e operai) e lungaggini amministrative (relative alla concessione di licenze edificatorie). I consiglieri di amministrazione sono informati sulle notevoli consistenze patrimoniali dellazienda Zeta, ma sanno anche che le entrate da rendita di patrimonio sono scarse e discontinue. Essi sono altres convinti che, in ragione di prossima approvazione del piano regolatore della citt capoluogo, si assister ad una ripresa del mercato immobiliare. Ci nonostante, in ragione di morosit reiterate, la pratica pervenuta allattenzione del consiglio richiede di deliberare unazione giudiziaria per il recupero del credito. I consiglieri, pur coscienti che un tale provvedimento rientra nella applicazione delle regole creditizie contrattualizzate con i clienti della banca, considerano anche che tale azione porterebbe al fallimento dellazienda Zeta. Su cosa baseranno la propria decisone i consiglieri? facile dedurre che ulteriori informazioni circa la specifica situazione di insolvenza potranno poco influire sulla decisione; come pure poco influenti sarebbero informazioni sulle dimensioni del mercato immobiliare prospettico. Certo, maggiore influenza avranno i criteri (gli schemi interpretativi) con cui ognuno dei consiglieri analizzer i dati a propria disposizione. Alcuni organizzeranno i dati secondo uno schema contabile, altri seguiranno uno schema giuridico, altri sociologico, altri ancora si regoleranno sulla base di esperienze personali pregresse. Quindi, alcuni si limiteranno a vedere ci che traspare dai conti, altri ci che limpresa rappresenta come organizzazione produttiva, altri ancora vorranno

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verificare se nelloperato dellazienda possono essere individuate illegittimit. Ci che tuttavia finir per influire in modo significativo sulla decisione riconducibile alle categorie valoriali dei soggetti; esse finiranno per tradursi in vincoli alla possibile scelta. Cos, alcuni, ritenendo che non esista possibilit alcuna di derogare alle regole (rilevanza del sovra sistema giuridico istituzionale), voteranno per procedere legalmente; altri, ritenendo che lazienda Zeta sia principalmente unorganizzazione che retribuisce centinaia di dipendenti (rilevanza del sovrasistema etico sociale), saranno propensi a prorogare i termini di incasso. Altri ancora, ritenendo che la banca al pari di altre imprese debba massimizzare i propri profitti (rilevanza del sovrasistema della propriet), suggeriranno di prorogare i termini di incasso ma di intervenire sul tasso di interesse considerata la notevole disponibilit patrimoniale dellazienda. Sulla base di tali considerazioni, diviene di immediato interesse individuare le principali Categorie valoriali che ricorrono nella formazione delle scelte imprenditoriali, sia pure nei limiti di una possibile tassonomia. Il paragrafo che segue descrive alcune tra le pi significative Categorie valoriali dellagire imprenditoriale. Esse certo non esauriscono la gamma delle possibili Categorie valoriali presenti nei processi decisionali delle organizzazioni imprenditoriali. Molte di esse altro non sono che la composizione di Categorie valoriali pi elementari. Ci che rileva, tuttavia, comprendere la loro importanza nel processo decisionale e il modo in cui esse agiscono. Prima di procedere, dunque, con la descrizione delle principali Categorie valoriali ricorrenti nelle scelte imprenditoriali, ci soffermiamo a meglio precisare quanto appena affermato, al fine di rendere chiare le modalit attraverso cui esse agiscono nellinfluenzare i processi di scelta. Per consentire una pi agevole spiegazione, consideriamo, per ora, solo tre Categorie valoriali, quali, per esempio, lambizione, la coerenza e la creativit, e utilizziamo ancora la

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rappresentazione cromatica, assegnando a ciascuna di esse un colore: il rosso per lambizione; il giallo per la coerenza e il blu per la creativit (Figura 1.4).

Figura 1.4 Anzitutto, occorre considerare che le Categorie valoriali non sono da intendersi come dicotomicamente o assenti o presenti. Non ha senso, ad esempio, sostenere che un sistema vitale possa definirsi o coerenteo non coerente oppure ambizioso o non ambizioso. Nella realt, le Categorie valoriali si presentano nella Variet informativa di un sistema vitale attraverso un gradiente di valori che oscilla in un range compreso tra due estremi che possono considerarsi inclusivi di una gamma continua di sfumature. In tale accezione, la distinzione di colore, molto decisa nella Figura 1.4, meglio espressa attraverso un carattere degradante, come nella rappresentazione della Figura 1.5.

Figura 1.5 Pi in generale, il complesso delle Categorie valoriali concepibile come il continuum cromatico di Figura 1.6, dove le diverse tonalit di colore si dimostrano distinte ma contigue, dotate allo stesso tempo di una identit e di una

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appartenenza. Mescolando pi Categorie valoriali si produce una Categoria valoriale complessiva, allo stesso modo in cui mescolando pi colori si ottiene una tinta che li sintetizza.

Figura 1.6 Il parallelo con i colori fornisce interessanti indizi sulle leggi che condizionano il comportamento delle Categorie valoriali. Cos, per esempio, interessante osservare che la sintesi risultante dalla sovrapposizione di pi elementi non influenzata dalla sequenza temporale con cui si realizza: che si mescoli una tonalit di giallo prima con una tonalit di blu dopo, piuttosto che una tonalit di blu prima con una tonalit di giallo dopo, ci che ne deriva comunque sempre una tonalit di verde. Diversamente, grande rilievo ha lo sfondo sul quale vanno a sovrapporsi i colori; nei nostri termini: il contesto modifica il modo in cui si esprimono le Categorie valoriali. La Figura 1.7 evidenzia come partendo da sfondi diversi si perviene, attraverso la composizione cromatica progressiva, alla possibilit di cambiare lo sfondo stesso, ossia di passare da un contesto iniziale al suo opposto.

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Figura 1.7 Ritornando ai sistemi vitali, tale evidenza consente di ipotizzare la completa ridefinibilit, attraverso acquisizione reiterata di dotazione informativa, di una qualsivoglia Variet informativa iniziale. Pertanto, i sistemi vitali in generale, quindi anche le organizzazioni imprenditoriali ed i singoli individui, sono suscettibili di completi rivoluzionamenti del proprio modo di interpretare la realt, ossia accadimenti e relazioni. Ne consegue che nessuna situazione che appaia compromessa pu ritenersi irrecuperabile; altres, nessuna situazione idilliaca pu considerarsi al riparo da possibili involuzioni e sconvolgimenti. Al fine di descrivere le modalit attraverso cui si compongono tra di loro le Categorie valoriali, pur ritenendo che una rappresentazione cromatica, opportunamente definita, potrebbe consentire lutilizzo di strumenti matematici evoluti, attraverso le serie di Fourier o lanalisi vettoriale, per i nostri fini pu considerarsi adeguata una rappresentazione discreta. Cos, ogni Categoria valoriale pu essere ricondotta ad un valore discreto, per esempio, un valore compreso tra uno e nove. In particolare, i valori da uno a nove consentono di distinguere, nellambito della stessa Categoria valoriale, la diversa crescente intensit con cui essa si manifesta. Gli estremi inferiore e superiore individuano manifestazioni singolari della Categoria. Cos, per esempio, lambizione varia dalla rassegnata rinuncia dellestremo inferiore (colore

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smorzato) al desiderio smodato dellestremo superiore (colore acceso). La tab. I considera sei Categorie valoriali: lambizione, la coerenza, la creativit, la cultura, la fedelt e la fiducia. Per ognuna di esse definisce un estremo inferiore ed uno superiore e individua un gradiente cromatico che partendo da un colore smorzato, corrispondente alla posizione I, arriva ad un colore acceso, corrispondente alla posizione IX.

A questo punto, occorre esplicitare in che modo le diverse Categorie, nella loro graduata esprimibilit, possono comporsi in una macro Categoria valoriale. La macro Categoria valoriale esprime la sintesi di pi Categorie valoriali. Lazione delle singole Categorie in un contesto decisionale di riferimento si manifesta, infatti, attraverso una pulsione sintetica e complessiva in cui, anche se prevale una specifica Categoria, la sua qualit di certo influenzata in modo significativo dalle altre presenti e attive. Per rappresentare tale processo, ipotizziamo che le sei Categorie valoriali introdotte siano posizionate su di un cubo come quello di Figura 1.8a e che linterazione con altre Variet informative produca ricombinazioni delle Categorie valoriali secondo la modalit rappresentata in Figura 1.8b. Il peso da attribuire ad ognuna delle diverse Categorie valoriali

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determinato dalla quantit di quadratini di un certo colore presenti allinterno di una delle facce del cubo. Per convenzione, riterremo che un solo quadratino equivalga a due gradi della tab. I. Cos, la massima intensit di una Categorie valoriale corrisponder alla presenza di sei quadratini del colore corrispondente, mentre la minima intensit di una Categorie valoriale corrisponder allassenza di quadratini del colore corrispondente. La tab. I indica, in termini qualitativi, quali sono gli opposti estremi nel cui intervallo pu variare una categoria valoriale. La congiunzione con altre categorie valoriali determina prerogative comportamentali.

Figura 1.8 Sulla base di tale ipotesi, il processo di ricombinazione deve necessariamente produrre una permutazione delle posizioni (una miscelazione delle Categorie valoriali) che risulta essere del tipo di quella presentata in Figura 1.9. Le risultanti della ricombinazione di nove elementi su sei facce producono un numero significativo di alternative. Le possibili rappresentazioni esprimibili dal cubo di Figura 1.8a sono un numero enorme, dato dalle permutazioni delle 54 caselle visibili sul totale delle sei facce del cubo.

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Figura 1.9 Il calcolo deve considerare che un cubo ha dodici spigoli e che gli stessi possono ruotare in due distinte direzioni e pertanto: . Occorre inoltre considerare che sono presenti otto angoli che possono assumere tre posizioni diverse e pertanto: . Le possibili combinazioni sono il prodotto delle configurazioni degli spigoli e degli angoli e, in considerazione della simmetria, il prodotto deve essere dimezzato:
.

Il risultato consente di comprendere quanto enorme possa essere il numero di sfumature valoriali che dinamicamente un sistema vitale - una Variet informativa - pu assumere. Per esemplificare, ipotizziamo che le Categorie valoriali, nel loro miscelarsi, producano delle rappresentazioni di sintesi espresse dalla sola faccia superiore del cubo svolto di Figura 1.9. In sostanza, le combinazioni possibili inducono macro Categorie riassumibili dal quadrante estratto come in Figura 1.10.

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Figura 1.10 Una tale semplificazione consente di ricondurre il numero di possibili alternative ad una sintesi delle Categorie valoriali, ossia ad una macro Categorie valoriale7. Cos, per esempio, facendo variare la coerenza incrociata con la creativit, essa pu manifestarsi, nel caso di valori di creativit bassi o medi, come mancanza di iniziativa nellestremo inferiore e come estrema pedanteria nellestremo superiore, mentre pu trasformarsi, nel caso di valori medio-alti di creativit, in interessante progettualit non realizzata nellestremo inferiore ed in esasperato artistico perfezionismo nellestremo superiore. Ricordiamo, a questo punto, che le differenti Categorie valoriali condizionano lintervento degli Schemi interpretativi, determinandone la qualit della performance, come chiarito nel Primo volume. Per esempio, consideriamo uno Schema interpretativo di sintesi tipico delleconomia dimpresa, quale quello dellanalisi FDOM (forze, debolezze, minacce, opportunit). Il decisore indotto a costruire in modo completamente diverso il
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Alle

disposizioni

con

ripetizione di 6 elementi su nove posizioni: dove ognuna delle differenti disposizioni

rappresenta

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prospetto FDOM in ragione del prevalere di una delle due seguenti possibili macrocategorie valoriali: a) Una ambizione significativa caratterizzata da buona dose di creativit e da un limitato senso di appartenenza (Figura 1.11a); b) Un orientamento alla coerenza con accettazione dei propri limiti in un clima di monotona appartenenza (Figura 1.11b).

Figura 1.11 evidente che, seppur in presenza di uno specifico e definito ambito problematico e di un preciso contesto di appartenenza, se il decisore caratterizzato da una Variet informativa in cui domina una macrocategoria valoriale corrispondente a quella rappresentata dalla faccia del cubo di Figura 1.11a, allora plausibile ritenere che lelaborazione di unanalisi di tipo FDOM conduca ad un prospetto che risulta orientato da: a) forte enfatizzazione delle opportunit con realizzazione di percorsi strategici innovativi e possibilmente in linea con la mission aziendale. Se, invece, il decisore influenzato dalla macrocategoria valoriale b), allora il prospetto FDOM risultante improntato a: b) limitata iniziativa con poca enfasi sulle potenzialit interne e accondiscendenza nei confronti dei sovrasistemi. evidente che i due diversi orientamenti condizioneranno lelaborazione del prospetto FDOM e che i dati nella loro presunta oggettivit finiscono per essere interpretati da una volont soggettiva che condizionata dalle macrocategorie valoriali. Per esempio, un semplice credito esposto in bilancio,

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il cui recupero possa definirsi oggettivamente incerto, nel caso a) viene considerato come unentrata altamente probabile e utile per la realizzazione di qualsivoglia progetto; nel caso b) viene considerato recuperabile solo in via residuale e probabilmente collocato nei prospetti di sintesi tra le possibili risorse, soltanto nel caso in cui la volont dei sovrasistemi di riferimento sia quella di rendere pi interessante il prospetto stesso. Un ulteriore esempio pu essere dato dalla valutazione della capacit di rendita di un bene aziendale. Nel caso a) possibile che si pervenga alla formulazione di ipotesi anche non usuali di impiego del bene, che ne magnificano la valutazione in ragione della possibile rendita. Nel caso b) la mancanza di fantasia e la volont di non esagerare comprimono la valutazione della capacit di reddito derivante dallimpiego del bene fino al valore minimo. Da quanto esposto possibile comprendere come le categorie valoriali agiscono nel determinare le modalit di impiego degli schemi di sintesi e, quindi, nel delineare i percorsi decisionali attuabili dal soggetto decisore. Inoltre, possibile comprendere come una forte diversit tra le categorie valoriali del soggetto decisore e quelle dei sovrasistemi di riferimento, che in termini sistemico vitali definibile come scarsa Consonanza, conduce, inevitabilmente ad operare scelte che non contribuiscono al recupero di un proficuo clima aziendale. Se, per esempio, il soggetto decisore orientato da una macrocategoria come quella di Figura 1.11, mentre il sovrasistema di maggiore rilevanza (ad esempio, la propriet) orientato da una macrocategoria quale quella di Figura 1.11b, comprensibile che la stesura del prospetto FDOM possa divenire lazione prodromica alla richiesta di rimozione del management board da parte degli azionisti. SPIEGARE PROSSIMA FIGURA

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Figura 1.11 In quel che segue, nella consapevolezza che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non risulta possibile formalizzare le dinamiche inerenti al governo delle Categorie valoriali e della loro capacit di comporsi insieme, procediamo con il prospettare le caratteristiche di alcune tra le principali Categorie valoriali dellimpresa, auspicando che studenti e addetti ai lavori possano trarne vantaggio nelladozione dellapproccio proposto. La trattazione delle Categorie valoriali ne propone, innanzitutto, una definizione lessicale ampia, con la precisazione dei contenuti riferiti al lemma e con lindicazione dei sinonimi e contrari8. Viene, inoltre, riportata una casistica dellaccezione spontanea della Categoria valoriale in contesti comuni, attraverso il recupero di proverbi, aforismi e citazioni. Infine, rispetto alla definizione degli estremi interpretativi, che non pu che essere soggettiva in quanto sentita dallautore, vengono sinteticamente tratteggiati i possibili effetti che la Categoria valoriale in questione pu determinare se inclusa nella macrocategoria valoriale sintetizzata dal soggetto decisore. Poi, nel paragrafo 1.2, attraverso limpiego della tecnica dellanalisi fattoriale, si procede alla determinazione di
8

Per le definizioni: www.garzantilinguistica.it e

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alcune Categorie valoriali di sintesi che saranno utilizzate nel prosieguo dei capitoli. Inoltre, la descrizione ulteriore di Schemi interpretativi generali e di sintesi, nonch il riferimento a modelli tipici delleconomia dimpresa, consentono di descrivere la articolata dinamica che consente la continua ridefinizione della conoscenza posseduta da un sistema vitale (Figura 1.11?). Usufruendo di tale dinamica i sistemi vitali apprendono, definiscono i contesti, individuano i problemi, selezionano i percorsi risolutivi, decidono e quindi agiscono.

1.1. Alcune delle categorie valoriali con i riferimenti di contesto


AMBIZIONE
(DALLA

RASSEGNATA RINUNCIA AL

DESIDERIO SMODATO)

Definizione: Volont di ottenere qualcosa che si desidera ardentemente: ambizione di ben figurare, di riuscire; l'ambizione della carriera | assol. brama di potere, di successo e sim.; in senso buono, viva aspirazione a migliorare, a eccellere: una persona rovinata dall'ambizione; un giovane pieno di ambizione; L'ambizione un vizio o una virt, secondo le vie che sceglie, secondo il bene o il male che produce (CUOCO) | la cosa che si ambisce: la carica di sindaco era la sua ambizione. Sinonimi: (lessere ambizioso): bramosia, brama, smania, desiderio, fame, sete (la cosa ambita): mira, obiettivo. Contrari: Modestia, semplicit. Citazioni, aforismi e proverbi: Bench l'ambizione sia vizio tuttavia spesso causa di virt. (Quintiliano)

L'ambizione non un vizio da gentucola. (Michel de Montaigne) La gratitudine guarda al passato e l'amore al presente; paura, avarizia, lussuria e ambizione guardano al futuro. (Clive Staples Lewis) Quello che ha perso Napoleone l'ambizione. Se fosse rimasto un semplice ufficiale d'artiglieria, sarebbe ancora sul trono. (Henri Monnier ) L'ambizione l'ultimo rifugio del fallito. (Oscar Wilde) L'ambizione non che una semplice vanit passata di grado. (Jerome Klapka Jerome) Chi vuol salir pi su di quel che possa, sente poi nel cascar maggior percossa. L'ambizione la radice della discordia. L'ambizione e l'ira fanno impazzire gli uomini. L'ambizione e l'odio sono cattivi consiglieri.

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L'ambizione inebria al pari del vino. L'ambizione non fa mai buon frutto. Se temi il delirio, fa di non dare accesso all'ambizione. Spesso l'ambizione invece di salire in alto, precipita in basso.

Uomo ambizioso uomo crudele. Brevi note e considerazioni: Che cosa spinge luomo al successo? Molti concordano ne ritenere che il concetto di ambizione sia adeguato a sintetizzare gli elementi di una simile pulsione. L'ambizione sembra essere un tratto evolutivo della specie umana ed in ogni strato sociale di una qualsivoglia etnia, cultura, ubicazione planetaria di comunit umane sono rinvenibili individui che risentono in modo pi o meno significativo di una simile pulsione e che perseguono in modo pi o meno aggressivo i propri obiettivi. Lambizione il principio ispiratore di gran parte dellumano agire, in alcuni casi inducendo gli esseri umani a prodursi in azioni meritevoli, in altri portandoli a realizzare azioni decisamente riprovevoli e da condannare. difficile stabilire quali siano i processi che conducono lambizioso a sviluppare percorsi virtuosi piuttosto che viziosi. Non stato stabilito se esiste un carattere stabile di ambizione nellessere umano. Probabilmente ognuno di noi ha attraversato e attraversa fasi di maggiore o di minore ambizione. Sappiamo solo che esiste e che in alcune condizioni di contesto scatta come una molla e ci induce a focalizzarci su di un obiettivo privilegiato facendoci dimenticare tutto il resto e mantenendoci in uno stato di tensione costante verso il raggiungimento dello scopo

prefisso. Per i darwinisti sociali e per la cultura prevalente di management l'ambizione ha una precisa finalit evolutiva creando i presupposti per la sopravvivenza del pi forte. Oltre alla capacit di tener testa agli ostacoli e resistere alle delusioni, in cui sarebbe sufficiente parlare di forza di volont piuttosto che di ambizione, il contesto in cui appropriato luso del concetto quello strategico, quello in cui, stabilita la finalit della sopravvivenza, si procede alla individuazione del percorso adeguato per perseguirla. [] Cos pu accadere che due individui evidentemente determinati e ambiziosi come Steve Jobs e Steve Wozniak, i fondatori della Apple, abbiano preso strade cos diverse pur partendo dallo stesso punto. Oggi, chi pi si ricorda del genio Wozniak che a 34 anni si ritrovato multimiliardario e ha mollato tutto? Mentre il collega Jobs non manca di stupire di anno in anno con continue e ambiziosissime iniziative (dalla riforma della Disney all'i-Pod fino alla Pixar). palese che nel cervello dei due ci sono cose diverse9. Ci che risulta rilevante linterazione dellambizione con altre categorie valoriali. Dallintreccio mai definitivo in cui non possibile stabilire il contributo della singola categoria valoriale, ma al pi riconoscibile una momentanea e pi o meno stabile predisposizione ad agire in un certo modo, deriva una intenzionalit che sottende al decidere e allagire. Da ci discendono atteggiamenti e, quindi, comportamenti quali un certo grado di fiducia in se stessi,
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Tratto da Cicerone P.E., Malati di ambizione, in LEspresso, 16 ottobre 2006. www.espresso.repubblica.it

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piuttosto che lorientamento a sopravvalutare o a sottovalutare le risorse disponibili, oppure la disponibilit ad accettare o a sottrarsi alle sfide, a soverchiare o a soccombere sotto il peso di situazioni stressanti. evidente che leducazione, la cultura, il sistema di valori in generale possono e debbono contribuire al formarsi nelle menti degli individui di un giusto tasso di ambizione. La giusta misura tra laccontentarsi e il desiderare non uguale per tutti. Essa deve necessariamente essere ricondotta alla ricerca di un equilibrio (livello di consonanza) tra il sistema vitale considerato e il suo contesto. Non appare corretto ritenere che la valutazione del livello di adeguatezza riconosciuto allambizione nellindirizzare un individuo verso questo o quellobiettivo sia da ricondurre al se lobiettivo sia stato raggiunto o meno. Ha poco senso giustificare ex post e in base al successo o meno della scelta ambiziosa, se fosse opportuno o meno perseguirla. Lambizione non pu essere buona o cattiva, lecita o illecita soltanto in ragione della circostanza che il risultato prefissato sia raggiunto con successo o meno. L'ambizione demone e angelo. la forza che ci guida alla realizzazione di noi stessi. Ma anche la ragione di un perpetuo inappagamento10. Ci che conta, e si ritiene di averne spiegato le ragioni nella parte prima, che il sistema vitale intento a perseguire i propri obiettivi, ambiziosi che siano rispetto ad un comune sentire, abbia, con il proprio agire, contribuito ad accrescere le condizioni di consonanza con il
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Cfr. Alloni M., Lettere sull'ambizione, 2005, Liberilibri.

contesto. In tale prospettiva, trovano convergenza molte delle apparentemente incoerenti conclusioni cui studiosi di psicologia e sociologia sono pervenuti. Infatti, per alcuni, lambizione smodata, lestremo superiore che abbiamo definito delirio di onnipotenza, porterebbe ad attivare un circolo vizioso per cui chi versa in tale stato finisce per non essere gratificato dall'obiettivo in s ma dallo sforzo per raggiungerlo e, in tal senso, continua a porsi traguardi sempre pi impegnativi e rischiosi. Di contro, altri ritengono che sia la posizione che abbiamo definito di rassegnata rinuncia ad essere particolarmente nociva in ragione del senso di impotenza che avvertono coloro che si sentono in trappola, incastrati dal loro senso di rassegnazione e senza possibilit di progredire. Si propensi a ritenere che le persone, in ragione del grado di ambizione che le caratterizza, siano pi vulnerabili alle cardiopatie o ad altri malanni: i primi, quelli con delirio di onnipotenza, a causa della continua attivazione, che non lascia margini di recupero; i secondi, invece, quelli della rassegnata rinuncia, sarebbero predisposti a disturbi emozionali, neurovegetativi e stress correlati, poich, essendo patologicamente rinunciatari, subiscono l'aggressivit di chi ha meno scrupoli. Tali supposizioni non sono condivisibili secondo i principi dellApproccio Sistemico Vitale: lASV considera lazione, indipendentemente dalle pulsioni che la originano, come finalizzata al miglioramento delle condizioni di consonanza attraverso lo sviluppo di dinamiche di risonanza e, in tal senso, riunifica le posizioni estreme spiegando che la deriva patologica pu essere conseguenza non del successo o dellinsuccesso

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dellazione, non del fatto che si agisca con rassegnata rinuncia piuttosto che con desiderio smodato, bens dei livelli di consonanza precedenti e conseguenti allazione stessa. In sintesi, se la consonanza di contesto aumenta ne derivano condizioni di benessere; solo nel caso contrario ci si predispone alle patologie. Questa conclusione vera in generale ed valida e ha senso per ognuna delle possibili categorie valoriali. Pertanto, anche se non sar riproposta nellambito della trattazione delle altre categorie valoriali, il lettore deve considerarla come acquisita per tutte.

COERENZA
FISSAZIONE )

(DALLA

VOLUBILIT ALLA

Definizione: L'essere coerente: una persona di grande coerenza; la coerenza di una teoria, di un enunciato. Sinonimi: congruenza, uniformit, fedelt, costanza, logicit Contrari: contraddittoriet, incoerenza, incongruenza Citazioni, aforismi e proverbi: L'ultima cosa che mi preoccupa di essere coerente con me stesso. (Andr Breton) La coerenza contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti. (Aldous Huxley) Un atto coerente isolato la pi grande incoerenza. (Don Lorenzo Milani) Una stupida coerenza l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non ha, semplicemente,

nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro. Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penser con parole altrettanto dure, per quanto ci possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi. (Ralph Waldo Emerson) Il serpente che non pu cambiare pelle muore. Lo stesso accade agli spiriti ai quali s'impedisce di cambiare opinione: cessano di essere spiriti. Friedrich Nietzsche (filosofo tedesco, 18441900). N la contraddizione indice di falsit n la coerenza segno di verit (Blaise Pascal) Brevi note e considerazioni: [] Ciascuno di noi impastato di sogni, desideri, aspirazioni, passioni contraddittorie. L'anima ci che unifica tutte queste forze, le armonizza, d loro un senso e una meta. Il lavoro dell'artista, dell'imprenditore, del professore il prodotto di tutte le sue esperienze, dell'amore, dei figli, delle difficolt, delle ansie. Ma solo quando unificato da un'anima diventa forma, stile. Per plasmare armonicamente il mondo attorno a noi dobbiamo trovare la nostra unit profonda. Prendete, come esempio, quella donna: voleva intensamente tre cose diverse. Voleva amare, affermarsi nella carriera ed essere madre. Riesce a farle tutte e tre con serenit e buonumore. Perch ha in s una energia unificante che le armonizza. E riesce a farle tutte bene. La sua anima si realizza in queste attivit come in un'opera d'arte. L'anima, per, non esiste prima delle attivit in cui si oggettiva. Noi costruiamo la nostra anima agendo. L'artista scrivendo, dipingendo, componendo,

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l'imprenditore creando nuovi prodotti, la persona innamorata organizzando la vita quotidiana per s e per il suo amato. Quando lo scrittore, il pittore, il musicista critica, corregge la propria opera per renderla perfetta non pensa al pubblico. Non si domanda che cosa piacer o non piacer al pubblico. Cerca ci che piace a lui stesso. D espressione alla sua anima e, esprimendola, la costruisce. Quando ascolta il parere degli altri solo per scoprire qualcosa che gli sfuggito, qualcosa che avrebbe dovuto vedere. I consigli, gli studi lo aiutano ad essere meglio se stesso. Svilupparci significa diventare noi stessi, sempre di pi noi stessi. E questo vale per tutti, anche per un padre, una madre, un marito, una moglie. Anche le famiglie, anche le imprese, perfino le nazioni hanno un'anima. L'anima una coerenza, una fedelt interiore, una forza unificante che va verso una meta, realizza un compito. Le grandi imprese sanno di avere una missione, una vocazione. Sanno che chi le resta fedele vince, chi se ne allontana si smarrisce. Se l'impresa ha un'anima, i suoi prodotti sgorgano logicamente dal suo sapere, dalla sua tradizione, dalla comprensione dei bisogni dei clienti. L'impresa cresce in modo organico, mettendo a frutto tutti i progressi tecnologici, le nuove scoperte. Incomincia producendo delle scarpe, poi crea un marchio e con essi si espande al resto dell'abbigliamento. Dalla lavorazione del latte si allarga alla produzione dei formaggi, agli yogurt, ai succhi di frutta. Se l'impresa ha un'anima, il gruppo dirigente unito, coeso, entusiasta, creativo. Il capo si identifica con l'impresa e l'impresa con lui. C' una coerenza interna, un confluire di tutte le forze separate, di tutti i tentativi nella stessa direzione, in

modo che gli sforzi si sommano. Allora l'impresa cresce come una pianta, con un solido tronco, solidi rami, capaci di reggere una folta chioma. Fonte: Alberoni F., Soltanto se ha unanima limpresa pu crescere bene, Il Corriere della Sera, 25 gennaio 1999. www.corriere.it/alberoni. importante comprendere che essere coerenti non presuppone lessere virtuosi. Si pu essere coerenti anche nel non avere virt. Certo, a questa affermazione si potrebbe obiettare che essere coerenti nel non avere virt determina comunque il possedere una virt: quella della coerenza appunto. Non essendo interessati, in questo momento, ad introdurre e a risolvere paradossi logici, opportuno limitarsi ad osservare che la coerenza e le altre categorie valoriali prima e di seguito introdotte riferiscono a contesti soggettivi, sono ambientate in situazioni definite e, pertanto, non sono da ritenersi valide in assoluto, indipendentemente dagli attori e dallo scenario. In tal senso, augurandoci di non essere fraintesi, sono da considerarsi coerenti i comportamenti di manager spregiudicati che, dopo aver per anni gonfiato immeritatamente i propri compensi, nel momento in cui stanno per essere scoperti, tentano di falsificare i dati contabili; o i comportamenti di professionisti impegnati negli ambiti socio economici pi disparati, dalla sanit alla finanza e allecologia, i quali, nel valutare non pi raggiungibili i propri obiettivi, tradiscono i propri ideali ed indulgono in malversazioni, frodi o ruberie di bassa lega. Quindi, la coerenza di un soggetto decisore pu essere considerata come la capacit di attuare comportamenti, nelle diverse attivit sistemiche in cui si

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impegnati, in linea con il valor medio delle categorie valoriali che nel tempo il soggetto stesso ha determinato. Ci non significa che questo valor medio non possa cambiare: non vero in assoluto che un lupo possa perdere al pi il pelo ma non il vizio, vero , tuttavia, che se un lupo coerente rimane probabilmente lupo per sempre, mentre solo un lupo incoerente pu sperare di divenire, anche se con molto sforzo, un cane da pastore (si vedano le citazioni e gli aforismi sopra riportati).

CREATIVIT

(DALLA

STERILE PIATTEZZA ALLA

VULCANICA EFFERVESCENZA)

Definizione: Capacit di creare, di inventare con libera fantasia: creativit di ingegno; stimolare la creativit. Sinonimi: Fantasia, estro, inventiva; poiesi (filos.). Contrari: Banalit, piattezza. Citazioni, aforismi e proverbi: La responsabilit ci che ci attende fuori dell'Eden della creativit. (Nadine Gordimer) La vera creativit comincia spesso dove termina il linguaggio. (Arthur Koestler) Il talento una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso. Brevi note e considerazioni: Un risultato nuovo ha valore, se ne ha, nel caso in cui stabilendo un legame tra elementi noti da tempo, ma fino ad allora sparsi e in apparenza estranei gli uni agli altri, mette ordine, immediatamente, l dove sembrava regnare il disordine [...] Inventare consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire unicamente quelle utili, che sono un'esigua minoranza.

Inventare discernere, scegliere [...] fra tutte le combinazioni che si potranno scegliere, le pi feconde saranno quelle formate da elementi tratti da settori molto distanti. Non intendo dire che per inventare sia sufficiente mettere insieme oggetti quanto pi possibile disparati: la maggior parte delle combinazioni che si formerebbero in tal modo sarebbero del tutto sterili. Ma alcune di queste, assai rare, sono le pi feconde di tutte. [...] Quel che pi lascia colpiti il fenomeno di queste improvvise illuminazioni, segno manifesto di un lungo lavoro inconscio precedente [...] a proposito delle condizioni in cui avviene il lavoro inconscio, vi un'altra osservazione da fare: esso impossibile, e in ogni caso rimane sterile, se non preceduto e seguito da un periodo di lavoro cosciente. Le ispirazioni improvvise [...] non avvengono mai se non dopo alcuni giorni di sforzi volontari, che sono sembrati completamente infruttuosi [...] come vanno le cose, allora? Tra le numerosissime combinazioni che l'io subliminale ha formato alla cieca, quasi tutte sono prive di interesse e senza utilit; ma proprio per questo motivo non esercitano alcuna influenza sulla sensibilit estetica: la coscienza non arriver mai a conoscerle. Soltanto alcune di esse sono armoniose - utili e belle insieme. Fonte: J. H. POINCAR (a cura di C. Bartocci), Scienza e metodo, Einaudi, 1997.

FEDELT
DEVOZIONE)

(DALLOPPORTUNISMO

ALLA

Definizione: Costante rispondenza alla fiducia accordata da altri o ad un impegno liberamente assunto. Rispondenza alla verit, alla realt dei fatti; conformit alloriginale.

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Sinonimi: Attaccamento, dedizione, costanza, perseveranza, conformit, corrispondenza, devozione, esattezza. Contrari: Distrazione, infedelt, incostanza, volubilit, imprecisione, inesattezza, arbitrariet. Citazioni, aforismi e proverbi: Chi fedele nel poco lo anche nel molto e chi disonesto nel poco lo anche nel molto. (Ges) la fede degli amanti | come l'Araba Fenice | che vi sia ciascun lo dice | ove sia nessun lo sa. (Pietro Metastasio) Fedelt: la virt tipica di quelli che stanno per essere traditi. (Ambrose Bierce) La costanza, tiranna del core, detestiamo qual morbo crudele, sol chi vuole si serbi fedele; non v'ha amor, se non v' libert. (da Rigoletto di Giuseppe Verdi) La violenza che ci facciamo per rimanere fedeli a coloro che amiamo, non meglio di un'infedelt. (Franois de La Rochefoucauld) Non vi sposa fedele [...] che almeno con gli occhi non abbia tradito il coniuge parecchie volte. (Aldo Palazzeschi) Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede [fedelt] e vivere con integrit e non astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienza n nostri tempi quelli prncipi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno con l'astuzia saputo aggirare e cervelli delli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati sulla lealt (Niccol Machiavelli)

Solo chi ha fede in se stesso pu

essere fedele agli altri. (Erich Fromm) Il talento una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso. Chi non fedele a Dio, non fedele neanche agli uomini. Di cortesia e fedelt nessuno se ne penti mai. La fedelt e la fede valgono pi dell'oro sonante. La fedelt un raro ospite: se ti capita in casa, non lo lasciar pi uscire. La fedelt non mai rimeritata abbastanza e l'infedelt non mai abbastanza punita. La fedelt si compra con la fedelt. La fedelt attesa. Brevi note e considerazioni: [] La nozione di persona doveva necessariamente condurmi a quella di fedelt. Come concepire, infatti, lo sviluppo personale o interpersonale? Bisogna cercarlo nella rottura o nella continuit? [Ndoncelle, 1963, N.d.A.] Lopzione si risolve a favore del regime della fedelt: essa indispensabile allessere umano e possiede uno statuto ontologico, tale per cui i nostri atti sono anticipati da un insieme di leggi che ci legano al mondo delle coscienze. La relativit, pertanto, non ha pi ragione desser quando la fedelt concerne le persone [] Ndoncelle stabilisce una connessione immediata della fedelt con il valore, asserendo che per essere fedeli si deve credere in un valore, ossia in uneccellenza da preferire. Di l dalla scelta oggettiva dei valori da rispettare, vi una disposizione soggettiva comune nellatto di essere fedeli a tali valori. In questa linea lautore

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attribuisce alluomo una facolt singolare assente nelle altre forme viventi. La ricerca dei valori trova nellessere personale unespressione sistematica. Solo alluomo, infatti, dato attuare i valori, in modo tale che questi si avverino per il tramite di quello. I valori sono un appello e un compito che ognuno trova gi in s come ineludibile esigenza. Lazione etica, in questo modo, conferisce senso allesistenza [] La fedelt ai valori, in questo orizzonte, emancipatrice []. Fonte: Amadini M., Ontologia della reciprocit e riflessione pedagogica: saggio sulla filosofia dell'amore di Maurice Ndoncelle, Vita e Pensiero, 2001, pagg. 264 e 265. Ndoncelle M., Della fedelt, Edizioni Paoline Roma, 1963, pagg. 5 e 6. Con il passare del tempo ci accorgiamo che le persone e le cose importanti della nostra vita sono quelle a cui siamo rimasti fedeli. Zecchi S., Fedelt, Mondadori, 2001, seconda di copertina.

FIDUCIA

(DAL

SENTIRSI OBBLIGATO

ALLESSERE

COINVOLTO)

Definizione: Sentimento di sicurezza che deriva dal confidare in qualcuno o in qualcosa: fiducia piena, incondizionata, assoluta; avere fiducia in Dio,... Sinonimi: Abbandono, aspettativa, assegnamento, confidenza, convinzione, credito, fede, fratellanza, sicurezza, speranza, affidamento, certezza, convincimento, credenza, garanzia. Contrari: Diffidenza, dubbio, sfiducia, perplessit,riserva, scoramento, pessimismo, scetticismo,

abbattimento, avvilimento, discredito, disistima. Citazioni, aforismi e proverbi: Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia (Tot) La fiducia nella bont altrui una notevole testimonianza della propria bont (Michel de Montaigne) Non dipendere dagli altri, ma conta invece su te stesso. La vera felicit nasce dalla fiducia in se stessi (Codice di Manu) Riponi la tua fiducia in Dio, e tieni asciutta la polvere da sparo (Oliver Cromwell) Non credere sempre a chi ti d notizie: bisogna avere poca fiducia di chi parla molto. Noli tu quaedam referenti credere semper: exigua est tribuenda fides, qui multa locuntur. Catone il Censore (uomo politico latino, 234-149 a.C.), Distico. Non bisogna fidarsi di quegli uomini che danno le loro assicurazioni mettendosi la mano sul cuore. Man mu keinem Menschen trauen, der bei seinen Versicherungen die Hand auf das Herz legt. Georg Christoph Lichtenberg (scienziato e scrittore tedesco, 1742-1799.), Osservazioni e pensieri. Chi custodir i custodi? Quis custodiet ipsos custodes.Giovenale (poeta latino, 50/65-140), Satire. Non fidarti della momentanea bonaccia: fa presto il mare ad agitarsi. Lucio Anneo Seneca (filosofo latino, 4 a.C.-65 dC), Lettere a Lucilio. Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello non dormir molto. The lion and the

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calf shall lie down together but the calf won't get much sleep. Woody Allen (attore e regista statunitense,1935), Without Feathers, The Scrolls. Brevi note e considerazioni: Come si fa a capire se di una persona ci si pu fidare oppure se ci tradir? La prima regola sarebbe di sapere come se si comportata nel passato, ma molto difficile ottenere informazioni su cose cos delicate. Comunque informarsi non fa mai male e noi tutti lo facciamo troppo poco. Poi bisogna tener conto della prima impressione e sforzarsi di analizzarla. Quando incontriamo una persona per la prima volta siamo come una pellicola non impressionata e, poich laltro non ci conosce, non pu presentarsi nel modo pi efficace. Senza accorgersene ci rivela con la gestualit, lo sguardo, la mimica, le parole ed i lapsus, aspetti che avrebbe tenuto celati. In seguito lunico modo per conoscerlo veramente di guardarlo ogni tanto come se fosse la prima volta distanziandosene emotivamente e analizzando i suoi comportamenti come se fossero "sintomi" di motivazioni nascoste. Per esempio, quando entra nel vostro studio dove si siede? In un posto nascosto o in vista? E a tavola? Come si comporta con la sua segretaria, in modo gentile o autoritario? Come parla al telefono? Come si rivolge allinserviente che gli porta la borsa: chiede per favore, ringrazia oppure no? La persona aperta e leale in vostra assenza, si comporta come se voi foste presente. Laltra no. Con voi ha un comportamento ossequioso, ma quando non ci siete magari vi critica, ha scoppi di collera, oppure usa un linguaggio osceno. Gli amici, le segretarie queste cose le sanno ma non hanno il coraggio di

riferirvele. Bisogna avere il coraggio di informarsi, sia pure con estrema prudenza per evitare pettegolezzi e maldicenze. Queste persone hanno poi dei comportamenti tipici. Non dicono tutto, tengono dei segreti, fanno conciliaboli riservati. Prendono iniziative personali e vi fanno trovare di fronte al fatto compiuto. Inoltre chiedono, chiedono sempre di pi e si lamentano, mettono il broncio se non glieli concedete. Vogliono cariche, riconoscimenti formali. Infilano i propri scagnozzi dappertutto. Approfittano immediatamente dei privilegi di cui voi non approfittereste mai. Per esempio se voi, per discrezione usate poco la macchina di ordinanza, loro la usano sempre, ne chiedono una pi lussuosa, al posto di una vogliono tre segretarie, un ufficio smisurato. Dilagano. Infine operano in modo da monopolizzare il vostro tempo, la vostra attenzione, dividendovi dagli amici, isolandovi. E quando siete isolati siete perduti. Fonte: Alberoni F., Fidarsi o no? Ecco come smascherare i traditori, Il Corriere della Sera, 23 ottobre 2006. http://www.alberoni.it/articoli_corrie re-2006.asp

GIUSTIZIA
SUI DOVERI)

(DALLENFASI

SUI DIRITTI ALLENFASI

Definizione: Valore etico-sociale in base al quale si riconoscono e si rispettano i diritti altrui come si vuole che siano riconosciuti e rispettati i propri:... Sinonimi: Bene, equilibrio, equit, correttezza, coscienziosit, imparzialit, legalit, legittimit, diritto, giurisprudenza, magistratura, tribunale, lealt, morale, moralit, onest, ragione, giusto, legge, giustezza, obiettivit,

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rettitudine, virt, comportamento, condotta, costumatezza, etica, incorruttibilit, liceit, civilt, esattezza, precisione, propriet, purezza, costituzione, norma, regola. Contrari: Disonest, ingiustizia, iniquit, favoritismo, nepotismo, arbitrariet, arbitrio, immoralit, oppressione, abuso, angheria, coartazione, dittatura, prepotenza, prevaricazione, strapotere, taglieggiamento, tirannia, tirannide, vessazione, violenza. Citazioni, aforismi e proverbi: La legge uguale per tutti gli straccioni. Carlo Dossi (scrittore italiano, 1849-1910.), Note azzurre. La pace pi importante di ogni giustizia; e la pace non fu fatta per amore della giustizia, ma la giustizia per amore della pace. Martin Lutero (teologo tedesco, 1483-1546), Del matrimonio. Beati gli affamati di giustizia perch saranno giustiziati (Cecchelin Angelo) Con la giustizia si contraccambi il male e con il bene si contraccambi il bene (Confucio) Corona magnifica la canizie, ed essa si trova sulla via della giustizia. (Salomone) L'inferno per i puri; questa la legge del mondo morale. Esso infatti per i peccatori, e peccare si pu soltanto contro la propria purezza. Se si una bestia, non si pu peccare e non si sente nulla di un inferno. Cos stabilito, e certamente l'inferno tutto popolato soltanto da gente per bene, il che non giusto; ma che cos' mai la nostra giustizia! (Thomas Mann) L'ingiustizia in qualsiasi luogo una minaccia alla giustizia ovunque (Martin Luther King)

L'iniquo accetta regali di sotto il

mantello per deviare il corso della giustizia. (Salomone) La giustizia non ardore giovanile e decisione energica e impetuosa: giustizia malinconia (Thomas Mann in Disordine e dolore precoce) Non esiste il caso, perch il caso la Provvidenza degli imbecilli, e la Giustizia vuole che gli imbecilli non abbiano Provvidenza. (Lon Bloy) Non vero che in Italia non esiste giustizia. invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bens al deputato, al ministro, al giornalista, all'avvocato influente. La cosa si pu trovare: l'indirizzo sbagliato (Giuseppe Prezzolini) Poco con onest meglio di molte rendite senza giustizia. (Salomone) Brevi note e considerazioni: "La giustizia - scrive Rawls - il primo requisito delle istituzioni sociali, cos come la verit lo dei sistemi di pensiero. Una teoria, per quanto semplice ed elegante, deve essere abbandonata o modificata se non vera. Allo stesso modo, leggi e istituzioni, non importa quanto efficienti e ben congegnate, devono essere riformate o abolite se sono ingiuste". Ma come identificare i principi in base ai quali valutare la giustizia di leggi e istituzioni? Certamente, risponde Rawls, va scartata la soluzione avanzata dagli utilitaristi (da J.S. Mill, e soprattutto da J. Bentham), secondo i quali giusta quella politica che persegue il maggior benessere possibile per il maggior numero di persone possibile. E ci perch "ogni persona possiede una inviolabilit fondata sulla giustizia su cui neppure il benessere della societ nel suo complesso pu

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prevalere. Per questa ragione la giustizia nega che la perdita della libert per qualcuno possa essere giustificata da maggiori benefici goduti da altri". Ecco allora che il filosofo statunitense, rifacendosi al contrattualismo di Locke, Rousseau e soprattutto Kant, escogita un originale esperimento mentale per individuare in modo imparziale i principi generali di giustizia. Immaginiamo che gli individui si trovino in una condizione presociale, cio ignari dei ruoli che ricopriranno nella societ, del loro status sociale e pi in generale delle caratteristiche della societ. Collocati sotto questo "velo di ignoranza", i singoli non sono in possesso di informazioni che li possano indurre a prendere decisioni che li avvantaggeranno nella loro vita sociale. Sono egoisti ugualmente razionali, reciprocamente interessati "a valutare i principi soltanto in base a considerazioni generali". Trovandosi in questa "posizione originaria", ognuno sar garantito da due principi universali di giustizia: a) "un uguale diritto alla pi estesa libert fondamentale compatibilmente con una simile libert per gli altri"; b) ammettere soltanto quelle "ineguaglianze economiche e sociali, come quelle di ricchezza e di potere", che "producono benefici compensativi per ciascuno, e in particolare per i membri meno avvantaggiati della societ". Con il primo principio gli individui convengono nel fissare pari dignit di cittadinanza civile e politica nella distribuzione delle libert fondamentali: libert di coscienza e di pensiero; libert di riunione; libert dalla detenzione arbitraria; diritto al voto e all'accesso alle cariche pubbliche; diritti di propriet. "Le persone spiega Rawls - hanno la libert di fare una cosa, quando sono libere

da certi vincoli che riguardano il farla o il non farla, e quando il farla o il non farla protetto contro l'interferenza di altre persone". Ci sar, ad esempio, una effettiva libert di coscienza quando "gli individui sono liberi di perseguire i loro interessi morali, filosofici e religiosi, senza che vi siano restrizioni legali che richiedono loro di impegnarsi o di non impegnarsi in una qualunque particolare forma di pratica religiosa o di altro genere, e quando gli altri uomini hanno il dovere legale di non interferire". Sar quindi ingiusta quella societ nella quale c' discriminazione, o comunque differenza, nella distribuzione di questi diritti e nel loro esercizio; e "una deviazione dalle istituzioni di uguale libert, richieste dal primo principio, non pu essere n giustificata n compensata da maggiori vantaggi sociali ed economici. La distribuzione del reddito e della ricchezza - spiega Rawls - devono essere compatibili sia con uguali diritti di cittadinanza sia con l'uguaglianza delle opportunit". La Costituzione e le leggi si devono conformare a quella che gi Herbert Spencer aveva definito "la legge delle uguali libert", alla quale tutti devono essere soggetti, a cominciare dallo stesso potere politico, le cui degenerazioni hanno storicamente rappresentato la pi pericolosa minaccia per le libert individuali. Il principio delle uguali libert va dunque continuamente riaffermato e difeso, in primo luogo dagli intolleranti, la cui libert deve essere comunque limitata "solo quando i tolleranti credono sinceramente e con ragione che siano in pericolo la loro sicurezza e quella delle istituzioni di libert". Con il secondo principio di giustizia - "le diseguaglianze sociali ed economiche devono essere

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combinate in modo da essere (a) per il pi grande beneficio dei meno avvantaggiati, (b) collegate anche a posizioni aperte a tutti in condizioni di equa eguaglianza e appartenenza" - questi "spettatori imparziali", come li avrebbe definiti Adam Smith, fissano i principi di una pari dignit di cittadinanza sociale (distribuzione del reddito, della ricchezza, del potere). Essi non si sentono tutelati dal principio utilitaristico secondo il quale sono giuste quelle politiche o quelle istituzioni che sacrificano gli interessi dei pochi al fine di assicurare un vantaggio ai molti, poich, essendo sotto "il velo di ignoranza", tali individui non sanno se rientreranno tra i "pochi" o tra i "molti". "Storicamente - osserva Rawls nelle varie societ ci sono sempre stati individui svantaggiati; ci un dato di fatto che di per s non n giusto n ingiusto. Quello che invece giusto o ingiusto il modo in cui le istituzioni trattano questi fatti". E ci che rende giuste quelle istituzioni, leggi, misure governative, ecc., le quali non sono dirette a sanare le disuguaglianze sociali il fatto che esse contribuiscano a migliorare "la situazione dei meno fortunati". Per cui sarebbe ingiusta una legge che limitasse i vantaggi dei pi abbienti se tale limitazione recasse un danno ai meno abbienti. D'altra parte, sarebbe giusta quella legge che, migliorando le prospettive dei pi avvantaggiati, contribuisse ad elevare le prospettive dei pi svantaggiati. Una simile "concezione generale della giustizia - sintetizza Rawls non impone restrizioni sul tipo di ineguaglianze consentite; essa chiede soltanto che sia migliorata la posizione di ciascuno". Su questi principi, ad avviso di Rawls, c' un consenso generale perch tutti gli

individui posti sotto il "velo di ignoranza" hanno interesse ad assicurarsi contro la cattiva sorte e quindi a qualificare come morale qualsiasi politica o istituzione che comunque migliori la condizione dei pi svantaggiati. Con una potente architettura teorica incentrata su due semplici principi generali e universali la generalit e complessit della quale da un lato hanno indubbiamente esercitato un grande fascino in questo trentennio e dall'altra sono state viste come forse il punto pi debole della costruzione rawlsiana - il filosofo americano ci propone un liberalismo inteso come teoria della giustizia, ed una giustizia intesa come equit, nell'accesso e nella ripartizione dei "beni principali" della societ, e pi in generale nella distribuzione delle opportunit tra i singoli cittadini. Tuttavia, conscio dell'impossibilit di realizzare una uguaglianza sostanziale tra tutti i membri della societ, Rawls ritiene giuste quelle istituzioni, e pi in generale quell'organizzazione sociale, che non necessariamente riducono le disuguaglianze, ma che invece migliorano certamente le condizioni dei meno fortunati. Per questo suo sistematico tentativo - che il filosofo americano compie servendosi di un imponente arsenale teorico - di giustificare una politica a favore dei ceti meno abbienti, al liberalismo normativo di Rawls hanno guardato con interesse, negli ultimi decenni, alcuni settori della Chiesa cattolica americana e la sinistra liberale, socialdemocratica e socialista che ha visto nella teoria della giustizia del filosofo americano una consistente e pi difendibile base teorica per la legittimazione del welfare state. Fonte: Editoriale RAWLS Giustizia bene assoluto e irrinunciabile della societ. Le basi per un liberismo

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economico dal volto umano, Il Tempo.it http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegn a/010902b.htm

LEALT

(DALLA

CORRETTEZZA ALLA FAZIOSIT)

Definizione: L'essere leale; onest, sincerit: lealt d'animo; dare prova di lealt; comportarsi, gareggiare con lealt. Sinonimi: Bene, fedelt, attaccamento, dedizione, correttezza, equit, franchezza, schiettezza, onest, devozione, sincerit, chiarezza, giustizia, moralit, rettitudine, virt, attendibilit, attenzione, carit, cura, piet, religione, disinvoltura, innocenza, semplicit, verit, civilt, esattezza, precisione, propriet, purezza, coscienza, pulizia, evidenza, serenit, legge. Contrari: Disonest, doppiezza, slealt, infedelt, scorrettezza, falsit, tradimento, capziosit, ipocrisia. Citazioni, aforismi e proverbi: Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealt del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacit, una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza (Mohandas Karamchand Gandhi) A volte la lealt una zavorra pesante. (Stephenie Meyer) La lealt una virt, ma solo quando si basa su dei principi. La lealt concessa senza riserve a una causa, a una fede o a un individuo cosa negativa, perch per sua stessa natura viene con troppa facilit

trasformata in uno strumento per agire male; anzi, poich le istruzioni seguite ciecamente risultano potenziate, amplifica il male. (Anthony Clifford Grayling) La pi intensa lealt, osando il restauro dell'irreparabile, coincide con la contraffazione. (Erri De Luca). La lealt, la lealt un debito, e il pi sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri. Tradire orribile. Tradire orribile. (Luigi Pirandello) Brevi note e considerazioni: Ci sono persone leali, che mantengono le promesse, che tengono fede alla parola data e che, anche in caso di competizione, rispettano le regole del gioco. Altre che non lo fanno. Da bambino sono rimasto molto colpito, studiando la storia di Roma, dall'episodio di Attilio Regolo. Caduto prigioniero dei cartaginesi, stato rimandato a Roma per proporre la pace dopo aver dato la sua parola che sarebbe ritornato a Cartagine. Il console non fece la pace ma rispett la parola data: torn a Cartagine dove venne ucciso in modo atroce. E sono stato molto colpito dal comportamento dei turchi che, nell'assedio di Famagosta, hanno promesso agli eroici difensori veneziani gli onori militari e la libert. Ma quando il comandante Marcantonio Bragadin uscito dalla fortezza lo hanno preso, lo hanno scuoiato vivo e fatto morire fra i dolori pi spaventosi. Ho fatto questi due esempi della storia che veniva insegnata ai piccoli per mostrare come siano profondi, nella tradizione dell'Occidente, il valore della lealt e il disprezzo per il tradimento della parola data. Durante tutto il Medioevo l'orrore della guerra stato temperato dalle regole dell'onore cavalleresco e, in mancanza di un

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sistema giuridico e di un apparato statale, l'economia ha funzionato soltanto sulla base della fiducia e del credito. Ma anche oggi, in presenza di un consolidato apparato statale e giudiziario, la societ non potrebbe funzionare se i singoli individui non avessero profondamente interiorizzato i principi morali. La legge pu colpire il disonesto, ma non pu insegnare la lealt, la sincerit, il rispetto della parola data, la buonafede. Sono cose che il bambino impara da sua madre e suo padre che sono sinceri con lui, non lo ingannano, mantengono le promesse e pretendono che egli faccia altrettanto. Le impara nei rapporti con gli amici, con chi ama. questo substrato etico che fa funzionare la societ. Per il consenso etico di base, nel secolo scorso, stato insidiato dalla diffusione di ideologie che non riconoscono l'autonomia della morale, ma la subordinano alla politica. Tutto lecito se politicamente utile. L'ideologia crea una comunit invisibile di attivisti che vivono nella societ civile senza condividerne i valori. [] Fonte: Alberoni F., La lealt si impara in famiglia, Il Corriere della Sera, 9 febbraio 2004. http://archiviostorico.corriere.it/200 4

MERITO

(DAL

SENTIRSI INADEGUATO ALLESSER

PRETENZIOSO)

Definizione: Ci che rende degno di stima, di ricompensa; diritto alla gratitudine, alla stima, alla ricompensa acquistato con le proprie... Sinonimi: Benemerenza, favore, grazia, lode, materia, dote, onore, pregio, premio, qualit, valore, contenuto, virt, nucleo, essenza, nocciolo,

sostanza, apprezzamento, riconoscimento. Contrari: Biasimo, colpa, demerito, detrimento, discapito, discredito, disdoro, disonore, errore, infamia, macchia, riprovazione, vergogna. Citazioni, aforismi e proverbi: una cosa ben schifosa, il successo. La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini (Victor Hugo) La critica un'imposta che l'invidia percepisce sul merito (Duca di Lvis) Non si deve giudicare il merito di un uomo dalle sue grandi qualit ma dall'uso che sa farne (Franois de la Rochefoucauld) Se resistiamo alle nostre passioni, merito pi della loro debolezza che della nostra forza. Subito dopo il creatore di una buona frase viene, in ordine di merito, il primo che la cita (Ralph Waldo Emerson) Il millantatore colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo di cui in realt privo. (Aristotele) Al merito le sue corone, e ai porci le loro fave. Chi non ha meriti propri, non pu giudicare i meriti altrui. I propri meriti sono i migliori antenati. Il merito aspetta a chi comincia, anche se migliora chi vien dopo. Il merito pi grande il pi modesto. Il merito senza fama come sepolto. Merito non conosciuto poco vale. Nessun merito senza fatica. Brevi note e considerazioni: Shakespeare un grande conoscitore dellanimo umano e sa

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che anche fra i malvagi il merito deve essere ricompensato. Nel film di Polansky, Macbeth si appoggia al sanguinario Ross che, come premio, si aspetta un feudo. Ma il re, con noncuranza, lo d ad un altro. Ross passa al nemico e per Macbeth la fine. Anche Riccardo III, offendendo inutilmente il suo complice Buckingham, perde lultimo alleato e va incontro alla rovina. Ho ricordato questi errori fatali perch tutti indistintamente corriamo il pericolo di non saper ricompensare i meriti dei nostri amici, dei nostri alleati, dei nostri collaboratori e spesso premiamo persone che non lo hanno meritato e, in certi casi, perfino chi ci odia. spaventoso, ma spesso ci dimentichiamo proprio di coloro che ci sono stati vicini pi a lungo, che ci hanno aiutato nei momenti pi difficili, che hanno lavorato silenziosamente, con umilt, con discrezione, senza chiedere nulla, timorosi di darci disturbo. Diamo per scontato il loro affetto, la loro disponibilit ed il loro aiuto e dimentichiamo che avevano bisogni, desideri, ambizioni, speranze che sarebbe stato nostro dovere soddisfare se se fossimo stati riconoscenti, se fossimo stati giusti. Un comportamento tanto pi vergognoso perch invece molto spesso finiamo per aiutare individui spregiudicati che ci hanno avvicinato solo per ottenere dei favori e che, appena strappata una promessa di interessamento hanno continuato ad insistere nella loro richieste con arroganza come se quello che chiedevano fosse loro dovuto e noi colpevoli del ritardo. S, troppo spesso premiamo la voracit e limprontitudine, e non premiamo in modo dovuto il valore, la fedelt, la discrezione ed il rispetto. Un altro modo di essere ingiusti lho visto in persone potenti che,

ossessionate dalla competizione e dalla fretta, nel momento del bisogno chiedono ad una persona di valore di aiutarli, e questa lo fa subito, usa tutte le sue capacit e risolve il problema. Ma appena cessato il pericolo, costoro dimenticano tutto e, sempre in preda alla improvvisazione e alla fretta finiscono poi per ricompensare non lui, ma lultimo arrivista che si infila nella loro cricca. Un modo spregiudicato di utilizzare gli uomini che mi fa sempre venire in mente i generali della prima guerra mondiale quando ordinavano quei sanguinosi ed inutili assalti alla baionetta dove sono stati sacrificati milioni di poveri contadini e le migliori intelligenze europee. C poi lerrore di chi usa il premio per sedurre il nemico. Non parlo di chi lo compera, lo paga perch tradisca. Ma di chi cede allillusione che mostrandosi buono, generoso, facendogli dei doni, laltro cambi idea, si converta, passi dalla sua parte. Un errore che di solito fanno persone con unalta opinione di s e che desiderano essere amate da tutti. Ma i nemici non si rabboniscono. Se li tratti bene, se li premi , ti giudicano un debole e ti colpiscono con pi forza. Per di pi, chi agisce cos, mentre rafforza il nemico, getta nello sconforto le persone fedeli che credono in lui e vedono calpestato il pi elementare principio di giustizia. Fonte: Alberoni F., Shakespeare e lerrore fatale dellingratitudine, Il Corriere della Sera, 4 luglio 2005. http://www.alberoni.it/articoli_corrie re-2005.asp

ONEST

(DALLA

NON RISPETTABILIT ALLA

IMPECCABILIT)

Definizione:

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L'Onest (dal latino honestas) indica la qualit umana di agire e comunicare in maniera sincera, leale e trasparente, in base a princpi morali ritenuti universalmente validi. Questo comporta l'astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che si esercita ed all'ambiente in cui si vive. L'onest si contrappone ai pi comuni disvalori nei rapporti umani, quali l'ipocrisia, la menzogna ed il segreto. In molti casi la disonest si configura come vero e proprio reato punibile penalmente, ad esempio nei casi di corruzione e concussione di pubblici ufficiali. L'onest ha infatti una importante centralit nei rapporti sociali e costituisce uno dei valori fondanti su cui si fonda lo stato di diritto. Fantasia, genialit, inventiva, ispirazione, immaginazione, genio, ingegno, talento, estro, idea, stimolo. Sinonimi: Bene, bont, buonafede, chiarezza, correttezza, coscienza, dignit, franchezza, giustizia, integrit, lealt, linearit, morale, moralit, probit, decenza, modestia, attendibilit, equit, onorabilit, rispettabilit, impegno, seriet, pulizia, purezza, rettitudine, serenit, sincerit, trasparenza, virt, diligenza, meticolosit, scrupolosit, rigore, schiettezza, coscienziosit, onore, imparzialit, obiettivit, castit, illibatezza, incorruttibilit, irreprensibilit, morigeratezza, pudicizia, pudore, verecondia, virtuosit, innocenza, spassionatezza, accettabilit, ineccepibilit, legittimit, liceit. Contrari: Delinquenza, disonest, doppiezza, illegalit, immoralit, ingiustizia, libertinaggio, licenziosit, corruzione, dissolutezza,

scorrettezza, slealt, frode, ruberia, perdizione, sporcizia, vizio. Citazioni, aforismi e proverbi: Per il mercante, anche l'onest speculazione. Charles Baudelaire (poeta francese, 1821-1867). Non c' uomo al mondo che, trasformandosi in briccone per mille talleri, non avrebbe preferito rimanere onesto per met della somma. Georg Christoph Lichtenberg (scienziato e scrittore tedesco, 1742-1799.), Osservazioni e pensieri. L'onest lodata da tutti, ma muore di freddo. Probitas laudatur et alget. Giovenale (poeta latino, 50/65-104), Satire. L'onest lodata da tutti, ma muore di freddo (Giovenale) Per il mercante, anche l'onest una speculazione. (Baudelaire) Poco con onest meglio di molte rendite senza giustizia. (Salomone) L'onest lo stato allotropico della morale. (Carlo Maria Franzero) L'onest lodata da tutti, ma muore di freddo. (Giovenale) L'onest nel raccontare compensa moltissimi difetti stilistici mentre mentire il peccato irreparabile in assoluto. (Stephen King) La politica migliore l'onest. (Charles Spurgeon) Le prostitute sono pi vicine a Dio delle donne oneste: han perduto la superbia e non hanno pi l'orgoglio. Non si gloriano di quel nulla di cui la matrona si onora. Posseggono l'umilt, pietra angolare delle virt gradite al Cielo. (Anatole France) Se non vi fossero gli onesti, ma predicanti l'amoralit come

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Nietzsche, il mondo sarebbe d'una insopportabile virt o ipocrisia. (Corrado Alvaro). Per il mercante anche l'onest una speculazione. (Charles Baudelaire) Brevi note e considerazioni: Perch dobbiamo essere onesti, leali, mantenere la parola data, non fare minacce e ricatti quando sappiamo benissimo che, usando mezzi illeciti, molti si sono arricchiti, sono diventati potenti e vengono ammirati ed elogiati? Se molte fortune sono nate dalla genialit degli imprenditori, altre sono il frutto di furfanterie. Gli americani chiamano Robber Barons alcuni loro famosi magnati. Se la disonest paga, perch tante persone continuano ad essere oneste, integre, corrette? Alcuni rispondono che lo fanno per timore della legge. Ma davvero credete che gli onesti siano onesti per timore del magistrato? No. Le leggi sono indispensabili, ma noi non siamo gentili con nostro marito o nostra moglie, non ci prendiamo cura dei nostri figli, non facciamo il nostro lavoro quotidiano, non aiutiamo gli altri per timore della legge. La societ fondata sui costumi, regole morali, valori, legami affettivi e solo quando questi fattori cessano di funzionare deve intervenire la legge. E non sempre con molto successo, come dimostrano le aree di mafia e di camorra Il rigore morale qualcosa che cominciamo a formarci da bambini attraverso l' esempio dei genitori, degli insegnanti, degli amici. una bussola interna che rafforziamo da adolescenti, da adulti, nelle prove della vita. un costrutto personale, il prodotto di una volont, di una autodisciplina come ogni altra virt, ogni altra abilit. Il bravo pianista, il bravo calciatore devono incominciare

presto ma poi continuare a coltivare la propria capacit. Chi non si costruito questa bussola considerer normale ingannare, rubare, tradire. E lo far sempre. Ora domandiamoci: gli onesti, coloro che hanno la bussola dell'integrit, come possono operare in un mondo dove ci sono tanti potenti corrotti e tanti spregiudicati? Non verranno sempre sconfitti? Non detto. Perch chi ha scelto la rettitudine e ha rinunciato a imbrogliare portato a sviluppare altre capacit. Un po' come il cieco che, non vedendo, acquista una straordinaria capacit uditiva tattile e cenestesica. L' onesto sviluppa molto di pi l' intelligenza, la creativit, l' efficienza. Inventa, organizza, costruisce, ispira fiducia, ottiene credito. Quando devi fidarti veramente di qualcuno, vedere le cose fatte bene, sei costretto a rivolgerti a lui. Nessuno, nemmeno il politico pi spregiudicato, pu farne completamente a meno. Questa la sua forza e per questo, alla fine, si afferma e rende vivibile la nostra societ. Fonte: Alberoni F., Perch lonesto pi creativo ed efficiente, Il Corriere della Sera, 12 febbraio 2007. www.corriere.it/alberoni

POTERE

(DALLA

RICERCA DEL CONSENSO AL

DELIRIO DI ONNIPOTENZA)

Definizione: Facolt di fare o di non fare qualcosa: ho il potere di prendere la decisione che voglio | (estens.) potenza, virt.... Sinonimi: Ascendente, balia, braccio, calibro, competenza, controllo, diritto, dominazione, grinfie, libert, magistero, possibilit, potenza, capacit, facolt, dono, dote, dominio, preda, predominio, regia,

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autorit, propriet, virt, potest, signoria, efficacia, fascino, classe dominante, classe politica, potere costituito, uomini di potere, forza d'attrazione Contrari: Proletariato, volgo, deboli, popolo, gente, plebe, popolino, diseredati. Citazioni, aforismi e proverbi: Quanto pi grande il potere, tanto pi grande l'abuso. The greater the power, the more dangerous the abuse. Edmund Burke (politico inglese, 17291797.), Discorso del 7/2/1771. Questa la pi amara sofferenza per un uomo: avere molta conoscenza ma nessun potere. Erodoto (storico greco, 484-430 a.C.), Storie. Il potere non corrompe gli uomini; e tuttavia se arrivano al potere gli sciocchi corrompono il potere. George Bernard Shaw (commediografo irlandese, 1856-1950). Meglio regnare nell'inferno che servire in cielo. Better to reign in hell than serve in heav'n. John Milton (poeta inglese, 1608-1674), Paradise Lost. Quale che sia la superiorit intellettuale di un uomo, non pu mai assumere una supremazia pratica e utile sugli altri, senza l'aiuto di qualche artificio o schermo, che in s sar sempre pi o meno basso e meschino. Herman Melville (scrittore statunitense, 18191891.), Moby Dick. Brevi note e considerazioni: Il sociologo Max Weber ha descritto tre tipi di potere legittimo: il potere tradizionale, quello legale e quello carismatico. Tipico esempio di potere tradizionale quello del re, che diventa tale perch il figlio primogenito del sovrano precedente. Il potere

legale invece viene assegnato in base a una legge, un decreto, un concorso, una elezione regolare. Il terzo tipo di potere, quello carismatico, infine, dipende solo dalle qualit della persona, dal fascino che possiede, dalla fede che sa generare negli altri, dall' entusiasmo e dalla fiducia dei suoi sostenitori. Questi tipi di potere continuano ad esistere anche nella nostra societ. A prima vista sembra di no perch, in una democrazia, ogni potere dovrebbe essere di tipo legale.[] Il capo carismatico puro raro perch appare solo quando nasce un movimento collettivo di cui egli , ad un tempo, il creatore e la creatura. Il movimento nasce in modo esplosivo, cresce rapidamente, ed caratterizzato dall' entusiasmo, dalla fede, dalla speranza in un cambiamento radicale. Il capo carismatico incarna i suoi ideali. Anche nel movimento ci sono gruppi di interesse e si formano dei notabili. Ma per i milioni di semplici seguaci costoro non contano. Essi guardano solo al capo, credono solo in lui e lo amano appassionatamente. Perci guai a toccarglielo! Quando gli avversari lo accusano, lo insultano, lo deridono, diventano furiosi e il loro amore, anzich diminuire, aumenta, proprio come capita agli innamorati quando qualcuno critica o offende il loro amato. Fonte: Alberoni F., Il volto del potere. Cos nasce e vive il capo carismatico, Il Corriere della Sera, 14 luglio 2003. www.corriere.it/alberoni

RESPONSABILIT

(DALLA

CIECA OBBEDIENZA

ALLA LUCIDA CONSAPEVOLEZZA)

Definizione: Il termine responsabilit assume un ampio spettro di significati, a

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seconda delle branche dello scibile in cui lo si consideri. un vocabolo centrale nella filosofia morale, nel diritto, nelle scienze sociali in genere, e perfino nel linguaggio aziendale corrente (sotto questo profilo, in realt, il senso del termine assai peculiare, poich infatti pu essere normalmente ritenuto sinonimo di "direzione", "essere preposti a qualche ufficio", e simili). Occorre anche avvertire che - specie nel diritto commerciale e nell'indicare i vari tipi legali d'impresa - spesso "responsabilit" significa potenziale assoggettamento di un patrimonio all'azione esecutiva da parte di un creditore il cui diritto soggettivo ad una prestazione sia rimasto insoddisfatto. In quest'accezione, "responsabilit" pu essere utilmente confrontata con la nozione di autonomia patrimoniale. (Vedasi anche societ a responsabilit limitata, per un utile esempio). Sinonimi: Causa, colpa, colpevolezza, controllo, gestione, guida, lavoro, parte, dovere, impegno, seriet, scrupolosit, peso, carico, coscienza, coscienziosit, onere, obbligo, reit. Contrari: Irresponsabilit, indolenza, disimpegno, indisciplina. Citazioni, aforismi e proverbi: C' una grande differenza tra la ribellione, e il fatto di rifiutare un qualcosa. Ribellarsi significa contrapporre con dignit e identit a ci cui ci si ribella; il rifiuto solo una fuga senza responsabilit. Il senso del dovere simile ad un'orribile malattia. Distrugge i tessuti del pensiero come certe malattie distruggono i tessuti del corpo. Il catechismo ha da

rispondere di gravi responsabilit (Oscar Wilde) Potremo dire di avere raggiunto la parit tra i sessi quando donne mediocri occuperanno posizioni di responsabilit. (Francois Giroud) Societ: trucco ingegnoso per ottenere individualmente profitti senza responsabilit. (Ambrose Gwinnett Bierce) Un neonato un canale alimentare con una voce ad una estremit e nessuna responsabilit all'altra (Anonimo). Brevi note e considerazioni: "C gente che ha senso di responsabilit ed altra che ne totalmente priva. Qualcuno oggi ne fa lelogio sostenendo che in un mondo come il nostro, dove non ci sono pi solide credenze religiose e ideologiche, ciascuno deve cercare solo di stare bene, di guadagnare e di divertirsi. Invece io sono convinto che esistono delle qualit morali fondamentali per la vita di tutte le societ. Fra queste il senso di responsabilit. [] Il senso di responsabilit un senso del dovere che ti spinge ad occuparti del benessere delle persone che dipendono da te perch occupi una certa carica, o perch hai preso con loro un impegno o semplicemente perch hanno bisogno e si affidano al tuo aiuto. perci una forma di generosit, di altruismo, di dedizione. Ma non un impulso, uno slancio generoso occasionale, mosso dalla piet o dalla commozione . qualcosa che permane anche quando laltro non presente, anche quando non provi piet per lui, anche se non lo ami. Il padre la madre si sentono responsabili del benessere dei propri figli perch li amano, gioiscono delle loro gioie e soffrono dei loro dolori. Diverso il caso

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dellimprenditore che lotta per salvare la sua impresa. Egli pu farlo solo per s, per egoismo, ma pu anche farlo per senso di responsabilit verso le migliaia di dipendenti che rischiano il posto di lavoro. Non si pu dire che li ami, ma considera suo dovere prendersene cura. Perfino in guerra c una differenza abissale fra il comandante responsabile e quello irresponsabile. [] Il senso di responsabilit richiede continua vigilanza, attenzione e la capacit di prevedere razionalmente il futuro. Il miglior genitore non quello che dice sempre si al figlio, ma quello che si preoccupa di formarne il suo carattere. Il capo responsabile quello che prevede in anticipo i pericoli e cerca di prevenirli. E, quando si trova in mezzo alla bufera, non scappa, resta in mezzo ai suoi soldati, li rincuora mentre cerca ogni mezzo per portarli in salvo. Per questo chi ha un forte senso di responsabilit deve avere una grande forza danimo, stringere i denti e resistere alla tentazione di fuggire. Il capitano lultimo a lasciare la sua nave che affonda. Fonte: Alberoni F., Perch ci servono capitani che non lascino la nave, Il Corriere della Sera, 2 gennaio 2006. www.corriere.it/alberoni

RISPETTO

(DALLIMPOSTO

OSSEQUIO AL

CONVINTO APPREZZAMENTO)

Definizione: Sentimento di deferenza e di stima nei confronti di una persona ritenuta degna: nutrire, provare rispetto per qualcuno; incutere,... Sinonimi: Accordo, aderenza, amicizia, ammirazione, concordanza, considerazione, cortesia, disciplina, obbedienza, omaggio, osservanza, riguardo, alta opinione,

apprezzamento, deferenza, devozione, discrezione, educazione, cavillosit, fiscalit, diligenza, risvolto, soggezione, stima, timore, ubbidienza, cura, autorit, attenzione, punto di vista, relazione, aspetto, ossequio, riverenza, paragone, attinenza, ottemperanza. Contrari: Ardire, contravvenzione, disobbedienza, disprezzo, fegato, impertinenza, improntitudine, maleducazione, menefreghismo, noncuranza, discredito, disistima, irrispettosit, irriverenza, indiscrezione, apertura di mente, benevolenza, negligenza, spavalderia, violazione. Citazioni, aforismi e proverbi: C' una sorta di rispetto e di deferenza nel mentire. Ogni volta che mentiamo a qualcuno, gli facciamo il complimento di riconoscere la sua superiorit (Samael Butler) Il rispetto e timore con cui il selvaggio considera la propria suocera sono tra i fatti pi noti in antropologia. (James George Frazer) Il legame che unisce la tua vera famiglia non quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto (Richard Bach) La tolleranza dovrebbe essere una fase di passaggio. Dovrebbe portare al rispetto. Tollerare offendere (Wolfgang Goethe) Le grandi qualit e le grandi virt (se le avete) vi procureranno il rispetto e l'ammirazione degli uomini; ma sono le qualit minori che devono procurarvi il loro amore e il loro attaccamento (Lord Chesterfield)

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Un fedele della Verit non

dovrebbe fare nulla per rispetto delle convinzioni. Deve essere sempre pronto a correggersi e ogni qualvolta scopra di essere nel torto deve confessarlo, costi quel che costi, ed espiare (Mohandas Karamchand Gandhi) Rispetto all'esistenza di un uomo che viva cento anni senza prendere in considerazione la legge suprema, preferibile un solo giorno di vita di colui che invece la rispetta (Buddha). Brevi note e considerazioni: C' una radicale differenza fra l'imprenditore e il politico, fra la concorrenza e la lotta politica. Che cosa fa l'imprenditore? Scopre, intuisce quali sono i bisogni potenziali del pubblico e inventa beni e servizi per soddisfarli. Pensiamo a un prodotto come la Nutella. Il cioccolato o i suoi surrogati venivano venduti in barrette. Ferrero inventa un prodotto che pu essere spalmato sul pane e fa la felicit delle mamme e dei bambini. Il successo dell'imprenditore dipende da ci che offre in quel momento sul mercato, e che il consumatore valuta istantaneamente. Non dipende da programmi o promesse per il futuro. Il politico, invece, per avere successo, per ottenere il voto dei cittadini, deve fare programmi e promesse e deve apparire credibile come persona o come partito. Nello stesso tempo deve convincere gli elettori che i suoi avversari agiscono male e soprattutto che non meritano fiducia, che non meritano credito, che non valgono nulla. Di qui la differenza fra pubblicit e propaganda politica. La pubblicit parla solo del prodotto, lo valorizza, ne suscita il desiderio, ne esalta le qualit. Ma non coinvolge mai la persona del concorrente, non ne mette in discussione la moralit.

La propaganda politica invece ha come oggetto proprio la persona dell'avversario, la sua capacit, la sua attendibilit, la sua onest, la sua moralit. Il linguaggio della lotta politica essenzialmente un linguaggio morale. Ma, nello stesso tempo, l'opposto della morale perch ne ignora i due elementi base: la veridicit e l'imparzialit. Per dare un corretto giudizio morale devi studiare i comportamenti e le intenzioni di una persona senza sapere se dalla tua parte o da quella dell'avversario, se amico o nemico. Nella politica, invece, prima devi sapere da che parte sta. Poi elogi tutto ci che fanno i tuoi e attribuisci loro ogni virt, mentre critichi tutto ci che fanno gli altri e sostieni che non hanno n qualit morali n intellettuali per fare bene nel futuro. Questo modo di agire non deriva dalla malvagit dei politici, ma dal fatto che la politica appartiene alla stessa famiglia della guerra. Von Clausewitz ha scritto che la guerra la politica condotta con altri mezzi. Allo stesso modo si pu dire che la politica una guerra condotta con altri mezzi. Quando la lotta politica si inasprisce, le accuse diventano feroci: il nemico diventa un farabutto, un ladro, un disonesto, un criminale, un mostro. E vengono usati menzogne, imboscate, attacchi alla persona, linciaggi morali. Fino all'uccisione fisica, fino alla guerra civile. La democrazia e la vita ordinata sono possibili solo se la lotta politica non prevale sulle altre dimensioni dell'esistenza, sugli altri valori. Se la gente resta capace di valutare con obiettivit ci che fatto bene e ci che fatto male. Se resta capace di dare un giudizio morale sereno, obiettivo, non condizionato dalla passione di parte. Montesquieu, nel suo fondamentale libro Lo spirito delle leggi, ci ha insegnato che, per la vita civile e il

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buon governo, fondamentale la moderazione. E sono le lites, soprattutto le lites culturali che hanno il dovere di insegnarla, prima di tutto con il loro esempio. Fonte: Alberoni F., Moderazione e rispetto dell'altro, qualit perdute, Il Corriere della Sera, 17 marzo 2003. www.corriere.it/alberoni.

SOLIDARIET

(DALLA

MERA CONDIVISIONE AL

SENTITO COINVOLGIMENTO)

Definizione: Vincolo di assistenza reciproca nel bisogno che unisce degli individui tra loro; l'insieme dei legami affettivi e morali che uniscono l'uomo singolo alla comunit di cui fa parte, e questa a lui: solidariet umana, sociale ' il condividere con altri sentimenti, opinioni, difficolt, dolori, e l'agire di conseguenza. Sinonimi: Carit, concordia, aiuto, appoggio, sostegno, unione, unit, consenso, partecipazione, intesa, accordo, assistenza, fratellanza, amore, calore, soccorso, umanit, comunanza, comunione, vicinanza, complicit, condivisione, cameratismo. Contrari: Individualismo, egoismo, prevaricazione,ostilit. Citazioni, aforismi e proverbi: Mendicante. Persona che ha fatto affidamento sulla solidariet degli amici (Ambrose Bierce) Brevi note e considerazioni: Dono, solidariet, reciprocit... sembrano parole assai riposanti in un tempo di crisi dei rapporti internazionali, di incertezza economica e politica, di diffidenza e paura. C' un gran bisogno di essere richiamati ai valori ultimi della convivenza in una societ che si presenta (o autorappresenta) perlopi intrisa di interessi ed egoismi, di rivendicazioni e

insensibilit. Di qui il grande credito di cui godono oggi il volontariato e le azioni umanitarie, segnali di un'umanit che non ha ancora perso la capacit di agire a fini altruistici e di solidariet, anche se pi facile mobilitarsi a questo livello per cause eccezionali che nei rapporti ordinari. Eppure a ben guardare si tratta di termini non esenti da limiti e contraddizioni, che partecipano della complessit del tempo presente. Il concetto di solidariet molto pi articolato e controverso del significato che gli attribuiamo nel senso comune. Anzi, ad un'analisi approfondita, possibile assumere il termine "solidariet" come chiave di lettura della societ contemporanea e delle molte ambivalenze di cui si compone. questa la sfida controcorrente alla base del lavoro di due studiosi tedeschi - Kurt Bayertz e Michael Baurmann pubblicato dalle Edizioni di Comunit col titolo: L'interesse e il dono. Il concetto di solidariet L'interesse e il dono. Questioni di solidariet a cura di Pier Paolo Portinaro, Edizioni di Comunit, pp. 170, e 14,50 viene qui rivisitato dal punto di vista filosofico e sociologico, mettendone in rilievo sia la componente altruistica sia l'insieme degli interessi che possono essere sottesi all'azione solidale. Un'ampia introduzione di Pier Paolo. Portinaro (che cura l'edizione italiana) offre una cornice storica e teorica al tema, richiamando l'apporto di classici della sociologia, le posizioni dei teorici della societ industriale, le dispute tra liberalismo e comunitarismo. In tal modo egli ben inquadra il dibattito sulle questioni di solidariet che affronta poi con riferimento ai processi sociali emergenti. Solidariet un termine troppo polivalente per essere impiegato a cuor leggero. C' la

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solidariet tra vicini e quella rivolta ad estranei, una di famiglia e un'altra di categoria, una che riguarda l'altruismo che si produce nelle relazioni di base e una che richiama la solidariet organizzata dal diritto e dallo Stato, ecc. In genere si pensa che l'azione solidale produca eguaglianza ed eviti esclusioni, ma anche questo assunto al centro di non poche dispute. Chi crede a oltranza nei valori della libert teme che gli appelli alla solidariet producano interventi sociali e statali che limitano l'iniziativa dei singoli. Inoltre, la solidariet non mai un orientamento neutro, sovente implica che ci si mobiliti a favore di qualcuno e contro altri. In tutti i casi, la solidariet un concetto moderno, che ha per antenati sia la nozione cristiana della carit, sia quella laica della fratellanza. Proprio con la rivoluzione industriale il dibattito sulla solidariet conosce una nuova fase, con il prodursi di condizioni sociali che alimentano in vasti gruppi di popolazione la percezione dell'oppressione, la domanda di diritti comuni, la possibilit di mobilitazioni conflittuali. Lo sviluppo dello Stato sociale in parte risponde a queste domande. La solidariet diventa istituzione, articolando maggiormente i rapporti sociali e manifestando non poche tensioni e rigidit. Il bisogno di solidariet in forte crescita nella societ contemporanea, a fronte dello sconcerto prodotto dai processi di globalizzazione, della crisi dello Stato sociale, del prevalere della logica del mercato, di societ sempre pi abitate da stranieri e da diversi. In questo non facile quadro, c' chi ritiene che si possa raggiungere un equilibrio soltanto a tre mani, con quella della solidariet che pu contrastare la mano invisibile del mercato e

rafforzare la mano della giustizia e dello Stato. Siamo qui nel cuore della societ post-moderna, che col suo bagaglio di pratiche di indifferenza e di esclusione, di individualismo e di burocrazia, rende pi acuta la domanda di coesione e integrazione. Ma quando scatta la solidariet ? E che tipo di solidariet pu essere pi efficace in societ che si scoprono sempre pi plurali dal punto di vista etnico, culturale e religioso? Nel far fronte alla prima questione, Bayertz prende le distanze dall'idea che sia possibile realizzare una fraternit universale, che ha a cuore i diritti di un ipotetico uomo planetario, che si mobilita sulla base di un astratto ethos collettivo. pi realistico ipotizzare che la gente sia sensibile ad una solidariet di comunit, dal momento che nella nostra coscienza morale coesistono di regola orientamenti universalistici e particolaristici. La comunit pu essere il luogo che permette agli individui di trovare un proprio radicamento pur aprendosi a prospettive pi ampie, che favoriscono il riconoscimento dei bisogni e dei diritti degli altri. Quanto al secondo quesito, evidente che nelle societ multiculturali, la presenza di stranieri e diversi rende pi difficile la coesione. Le riserve di solidariet tendono a prosciugarsi in un contesto in cui la solidariet pubblica si riduce (con la crisi del welfare) e in cui molti stranieri domandano cittadinanza. In questo caso si diffonde - come Baurmann osserva - la solidariet mediata dal mercato (dettata da motivi di interesse) e quella del volontariato caritatevole (che fa leva sullo spirito di sacrificio), ma si appanna la solidariet per equit, la sola che favorirebbe un'efficace integrazione dei molti gruppi che affollano la societ aperta. Non tutto si pu

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risolvere con la beneficenza, n grazie a una logica di puro interesse. Molte di queste istanze positive, osserva ancora Portinaro, sembrano veicolate dal privato sociale, da quell'insieme di gruppi e organizzazioni di volontariato che producono beni e servizi non per profitto n su comando. Anche quest'area sociale pu essere esposta a fenomeni regressivi, chiudendosi in se stessa o diventando semplice impresa o cedendo a tentazioni lobbistiche. Ma questo comunque un settore che ha al suo interno molte potenzialit, capace di valorizzare le istanze di solidariet che provengono dalla societ civile, mediandole con l'azione dello Stato e del mercato. Fonte: Garelli F., C un gran bisogno di solidariet per bilanciare mercato e giustizia, La Stampa 16 agosto 2002. www.swif.uniba.it/lei/rassegna/0208 17b.htm.

Mantenere una tradizione anche

TRADIZIONE

(DALLA

AVVERSIONE PER

LINNOVAZIONE AL CONCEPIRE LA STORIA COME FONTE PER IL PROGRESSO CIVILE E SOCIALE )

Definizione: La trasmissione del patrimonio culturale delle generazioni passate (leggi, consuetudini, memorie, notizie storiche ecc.), attraverso la documentazione scritta o la comunicazione orale, l'esempio: un fatto noto per antica tradizione [] fam.) regola, abitudine Sinonimi: Abitudine, consuetudine, costume, credenza, legge, modo, morale, rituale, folclore, leggenda, usanza, uso, trasmissione, regola, ricordo, rito. Contrari: Irritualit, anomalia, irregolarit. Citazioni, aforismi e proverbi:

valida atrofizzare il pensiero che si trasforma nella durata; ed insensato voler esprimere sentimenti nuovi in una forma "conservata" (Alfred Jarry) Brevi note e considerazioni: Delle vecchie tradizioni ideologiche sono rimaste solo le bucce. Ovvero gli abiti, le abitudini e le forme mentali, non la loro anima n la loro mente. Sotto l'involucro non c' niente. Del comunismo, del fascismo, del clericalismo, perfino del liberalismo (corteccia retorica di moda trasversale), sono rimaste le bucce. Sono rimasti i comportamenti intolleranti, la logica del branco, la presunzione storicista di essere dalla parte della verit e la faziosit del credente. Sono rimaste le divise e le divisioni che consentono di far gruppo. Non c' pi l'altare ma la sacrestia. E la politica in mancanza di contenuti antagonisti, si accende facendosi le bucce a vicenda, ovvero rinfacciandosi reciprocamente la tradizione di provenienza, che restano ancora l'ultima distinzione superstite. Sono icone che indicano un sito vuoto. Un paese senza tradizione rischia di scivolare sulle bucce del passato. [] Non la clinica e rituale denuncia sulla crisi degli intellettuali che torna in altre vesti: la pi preoccupante scomparsa dell'intelligenza, del senso critico e fondativo, della curiosit verso idee e avvenimenti, dell'indagine culturale, della passione civile, della paziente lettura ed esegesi dei testi, del legame tra il pensiero e il senso comune. Gli intellettuali ci sono, mancano invece le idee. Perduta la fiducia nell'antico non sorta nemmeno l'attesa del nuovo, ma un pigro assuefarsi alle tendenze in atto. La supremazia del trend, appunto. [] Eppure liberati

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da ogni tradizione, si dovrebbero inventare nuovi linguaggi, dar luogo a percorsi inattesi, incrociare saperi diversi, contaminare forme d'espressione finora distanti, avviare esperienze ed esperimenti intentati, attingere ad altre dimensioni di vita, altri piani. Non fermarsi, non accontentarsi, rimettersi in discussione, sapersi distruggere nell'impresa. []. Ora tutto questo pu avere varie ragioni contingenti, ma la prima, pi originaria di tutte ci riporta al tema da cui siamo partiti: l dove ci si collega ad una tradizione, ad un orizzonte di senso comune, rielaborato nel corso del tempo e immerso nell'esperienza della vita e della storia, tutto muore senza lasciare una traccia, tutto si spegne ancor prima di venire alla luce. La perdita della tradizione non libera le energie creative, ma produce il loro inaridimento...[] La tradizione, imperniandosi sul paragone con altri modi e modelli di vita, passati e presenti, consente di trascendere la situazione immediata. La tradizione soprattutto trascendenza, ovvero possibilit di varcare la solitudine dell'io e la prigione dell'istante, collegandosi al mondo e alla storia. Anche se sono solitudini globali e prigioni senza muri, colme di libert. Si tratta di riannodare il filo d'Arianna delle generazioni, capire che il mondo non nato con noi e per noi e non finir con noi. questa la prima, elementare percezione della tradizione, uscendo dal soggettivismo assoluto. Fonte: Veneziani M., In mancanza di idee, vincono solo i trend, Il Messaggero, 6 ottobre 2001. http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegn a/venezian.htm.

UTILIT

(DALLA

RICERCA DEL VANTAGGIO

PERSONALE ALLIMPEGNO PER LA SUSSIDIARIET)

Definizione: Lessere utile, vantaggioso. Sinonimi: Beneficio, bont, comodit, convenienza, efficacia, giovamento, interesse, pro, profitto, ricavato, frutto, validit, aiuto, vantaggio, vantaggiosit, guadagno, tornaconto, utile, opportunit, funzionalit, praticit, resa, efficienza, provvidenza. Contrari: Disutilit, improduttivit, inefficacia, danneggiamento, danno. Citazioni, aforismi e proverbi: L'esperienza ha l'utilit di un biglietto della lotteria dopo l'estrazione (Csar Alphonse D'Houdenot) Brevi note e considerazioni: Oggi [] Ci sono meno soldi, si pensa al risparmio energetico. In realt cambiato lo spirito dei tempi. Alla gente d sempre pi fastidio lo spreco, la speculazione, la chiacchiera e il disordine. Vuole semplicit, regole chiare e risultati pratici. Rifiuta l'economia di carta e chiede economia reale. Quando non la trova se la costruisce da sola. Molti hanno riscoperto il gusto di fare le cose con le proprie mani. Stanno sorgendo boutique che offrono vestiti, scarpe, accessori diversi da quelli della distribuzione di massa e delle grandi griffe mondiali. Nel campo informatico, cinematografico e pubblicitario i giovani creano delle piccole imprese che fanno prodotti e svolgono servizi di alta qualit e a basso prezzo. Altri hanno creato imprese agricole specializzate in primizie e prodotti biologici per un mercato sempre pi diffidente verso le sofisticazioni ed i cibi importanti. Altri hanno organizzato societ di pulizia e di catering di eccellente livello a costi contenuti. Altri ancora si stanno occupando

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del settore energetico, per esempio installando i pannelli solari. Nella scienza vi sono ricercatori che con mezzi modesti ottengono importanti risultati. Tutte persone che hanno capito che, con la recessione, la gente diventer pi esigente, non vorr buttare via il proprio denaro in sciocchezze e porcherie e chieder prodotti e servizi migliori e meno cari. Ma lo spirito del tempo si esprime anche nelle emozioni, nelle relazioni fra le persone, nei valori. Ritorna importante l'amicizia, la lealt, la fedelt, il rispetto della parola data. Vengono sempre meno tollerati gli eccessi, l' alcolismo, la corruzione.

Anche nei film, nelle fiction, negli spettacoli televisivi. E' su questi temi che, nei prossimi anni, si selezioneranno la nuova imprenditorialit e la nuova classe dirigente. Riusciranno quelli che studiano, che lavorano, che si preparano, che si prodigano, che capiscono quali sono le esigenze di tutti e sanno risolvere rapidamente i loro problemi. Fonte: Alberoni F., La crisi fa riscoprire i valori, Il Corriere della Sera, 24 novembre 2008. www.corriere.it/alberoni

1.2. Individuazione di Categorie valoriali latenti attraverso lanalisi fattoriale


Nel precedente paragrafo sono state riportate alcune tra le Categorie valoriali che risultano pi rilevanti e comuni nelle dinamiche comportamentali dei decisori dimpresa. Ai nostri fini, tuttavia, ci che interessa non tanto individuare e descrivere le possibili Categorie valoriali dellagire imprenditoriale, quanto piuttosto illustrare come esse agiscono nella formazione e nellattivazione di Schemi interpretativi generali e di sintesi. Nella modellizzazione che si intende proporre, gestire cos tante ed articolate Categorie valoriali rende difficile, se non impossibile, lincrocio delle stesse con gli Schemi interpretativi generali e di sintesi particolarmente significativi in economia dimpresa. Per questo motivo, sarebbe utile poter ridurre, lasciando nei limiti del possibile immutata la capacit di rappresentazione, le Categorie valoriali descritte nel precedente paragrafo, riassumendole in macrocategorie. Nelle scienze sociali, ci si trova di sovente a dover affrontare lesigenza di ricerche in cui, essendovi una sovrabbondanza di misurazioni ed avendo la necessit di comprendere meglio il fenomeno che si sta studiando, occorre recuperare una visione sintetica del fenomeno. Leffettiva possibilit di riassumere le misurazioni deriva dal fatto che spesso, pur

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avendo manifestazioni differenti esse possono avere un denominatore comune, ovvero possono in effetti rappresentare in modo diverso fatti che hanno unorigine comune. Lanalisi statistica rende disponibili tecniche specifiche atte allo scopo di comprimere in un numero limitato di fattori un insieme molto pi ampio di misurazioni. LAnalisi in componenti principali (Principal Component Analysis, PCA) e lAnalisi fattoriale condividono tali obiettivi. Entrambi i metodi tentano di ridurre la dimensionalit dellinsieme di variabili osservate ottenendo un insieme pi piccolo di componenti o fattori. La PCA cerca di trovare le componenti che riescono a spiegare in modo pi completo possibile la varianza totale del complesso di osservazioni, mentre lAnalisi fattoriale rileva ed evidenzia le correlazioni tra variabili osservate. Sostanzialmente, entrambe le tecniche tendono alla costruzione di un modello esplicativo di p variabili originarie in funzione di k (k<p) fattori comuni e del seguente fattore specifico: con I fattori comuni hanno media zero, varianza 1 e sono incorrelati e tra di loro e con i fattori specifici.

laddove i fattori comuni hanno varianza = 1 si ha:

Lesigenza quella di determinare, per ogni variabile originaria , il vettore dei pesi relativi ai fattori comuni in modo da massimizzare lespressione della varianza e della covarianza delle variabili originarie. Nel nostro caso stata calcolata la matrice di correlazione dallindicazione del valore (tra 1 e 10) che un campione di

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duecentocinquanta studenti di management11 ha ritenuto di assegnare ad ognuna delle quindici Categorie valoriali riportate in ascissa in Figura 1.12. Sebbene lobiettivo dellanalisi fattoriale sia quello di spiegare la covarianza e la correlazione tra le variabili analizzate, accettabile un risultato che comporti una spiegazione sufficientemente alta da parte dei fattori comuni. I fattori comuni individuati sono sei e, dal momento che raggruppano pi Categorie valoriali generali, possono essere considerati come macrocategorie valoriali. In particolare sono identificate le seguenti macrocategorie valoriali: 1. 2. 3. 4. 5. 6. CONDOTTA DESIDERIO SENSO
ETICA

DI SUCCESSO

DEL DOVERE

FOCALIZZAZIONE RICERCA

SUI RAPPORTI E SULLE RELAZIONI

DI CONSENSO

ORIENTAMENTO

OPPORTUNISTICO

La varianza spiegata dai sei fattori individuati in ordinata in Figura 1.12 spiega circa il 70% della varianza (Figura 1.13). Anche il livello di comunalit, intesa come verifica della adeguata spiegazione di ognuna delle variabili da parte dei fattori comuni, soddisfacente (Figura 1.13). Il colore verde ed il colore rosso di Figura 1.12 sono indicativi dello spostamento del giudizio, nellambito dei fattori comuni, verso uno degli estremi della variabile considerata.
11

Il campione costituito da 250 studenti del corso di Management A.A. 200809 dellUniversit di Roma La sapienza.

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Figura 1.12 Una completa comprensione di quanto desumibile dallanalisi possibile sulla base dellosservazione delle successive Figure 1.14, 1.15, 1.16, 1.17, 1.18 e 1.19, nelle quali si rileva il peso che lestremo considerato per ognuna delle variabili (Categorie valoriali) ha nel comporre il fattore comune.

Figura 1.13 Le macrocategorie individuate, intese come risultato composito delle Categorie valoriali considerate,

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rappresentano specifiche tipizzazioni (idealtipi) atte a qualificare alcune possibili tendenze valoriali riscontrabili nellambito dellapproccio manageriale. possibile, quindi, identificare sei idealtipi manageriali. In quel che segue utilizzando i dati derivanti dalla matrice di correlazione, vengono definite le caratteristiche prevalenti appartenenti ad ognuno dei sei idealtipi individuati. Pur nella consapevolezza del fatto che essi non esauriscono la rappresentazione delle alternative reali, si ritiene che siano sufficienti per sviluppare un modello descrittivo della dinamica decisionale in ambito imprenditoriale, cos come illustrato nei successivi capitoli e paragrafi. In sostanza, sulla base della classificazione proposta, incrociando idealtipi e dotazione di Schemi interpretativi generali del soggetto decisore, possibile leggere le modalit attraverso cui le Categorie valoriali, che caratterizzano i diversi idealtipi, predispongono i soggetti decisori ad indirizzarsi verso determinati Schemi interpretativi di sintesi, desumibili dallo Schema interpretativo generale adottato. Cos, per esempio, un soggetto decisore classificato come appartenente allidealtipo 5 (Ricerca di consenso), disponendo di uno Schema interpretativo generale, tipico delleconomia dimpresa harwardiana, quale quello della one best way, tender a sviluppare uno Schema interpretativo di sintesi che, probabilmente, pu riassumersi nel seguente modo: la possibilit di successo deriva dal saper individuare le fonti migliori per dotarsi dinamicamente di tecniche e strumenti allavanguardia. Allo stesso modo, un soggetto appartenente allidealtipo 4 (Focalizzazione sui rapporti e sulle relazioni), dotato egualmente dello Schema interpretativo generale della one best way, propende per sviluppare uno Schema interpretativo di sintesi riassumibile in quanto segue: la possibilit di individuare le soluzioni migliori deriva dal rispetto delle regole e dalla fiducia verso gli interlocutori rilevanti. Procediamo quindi con il fornire una descrizione dettagliata del significato di ognuno degli idealtipi individuati, ossia delle macrocategorie valoriali attraverso cui si identificano12.
12 La letteratura economico aziendale ricca di studi e riflessioni sulle possibili rappresentazioni quali quantitative delle diverse tipologie

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1. CONDOTTA ETICA Il fattore denominato Condotta etica caratterizzato, come si evince dalla Fig. 1.14, da alcuni elementi fortemente condizionanti. Anzitutto, da sottolineare il valore significativo attribuito al rispetto per gli altri, al sentirsi attori non solo nellambito della propria organizzazione, ma anche di un sistema vitale pi ampio, pi inclusivo, dove sono rappresentati interessi pi generali. Altro aspetto importante dato dallesigenza che i soggetti hanno, nel momento in cui sono impegnati nel contribuire al miglioramento dellordine sociale, di rafforzare attraverso limpeccabilit del proprio comportamento unimmagine che possa essere di riferimento e indirizzo in termini di ordine morale e di attenzione ai doveri. Pur disponendo di notevoli doti creative, i manager di questo gruppo sono attenti a mantenere i percorsi di sviluppo allinterno di Schemi interpretativi generali che siano condivisi e consolidati. Non amano fughe in avanti solitarie, quanto piuttosto essere ispiratori coinvolgenti di prospettive condivise. Tendono ad essere corretti e sinceri e solidali con partner. Aspetti negativi possono essere individuati nel valore relativo alla Categoria valoriale denominata potere. I manager appartenenti a questo idealtipo sono portati a sposare degli ideali, a coinvolgersi totalmente in una missione e a divenire intolleranti e, talvolta, eccessivamente critici verso coloro che non sono allineati con la propria visione13.

imprenditoriali e manageriali. Liniziale sforzo classificatorio rinvenibile in SMITH N.R., The Entrepreneur and his firm, The Relationship between Type of Man and Type of Company, East Lansing, Michigan State University Press, 1967, viene ad essere meglio formalizzato nei lavori di WOO C., COOPER A.C., DULKELBERG W.C., The development and interpretation of the entrepreneurial typologies, Journal of business venturing, 6(1), 1991; GUSTAFFSON V., Entrepreneurial DecisionMaking: Individuals, Tasks and Cognitions,Edward Elgar, 2006; GIBCUS P., VERMEULEN P.A., DE JONG J.P., Strategic decision making in small firms: a taxonomy of small business owners. International Journal of Entrepreneurship and Small Business, 2008. 13 Una migliore comprensione dellinterazione che lidealtipo 1 pu sviluppare in contesti specifici viene fornita in appendice A, dove lanalisi di situazioni tipo derivate da sequenze estratte da alcuni film e telefilm, consente di meglio rilevare caratteristiche e modalit di approccio ai problemi.

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Fig. 1.14 2. PROPENSIONE AL SUCCESSO I manager del gruppo denominato Propensione al successo hanno la necessit di veder valorizzati i propri sforzi, fino al punto di poter sviluppare unossessione compulsiva tendente a voler fare e a volere che si facciano le cose in modo perfetto. Sono certi di avere delle qualit superiori alla media e ritengono che il contesto debba riconoscer loro il giusto merito. Pur coltivando molteplici interessi, risentono di una eccessiva focalizzazione verso se stessi, verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Nei casi pi esasperati possibile assistere ad un progressivo asservimento di tutte le diverse occasioni di attivit ed incontri sociali al perseguimento della continua affermazione di se stessi. Hanno il pregio di essere ottimi pianificatori, pressoch infaticabili, affidabili e disponibili, laddove gli impegni convergono verso una esaltazione del proprio io. I difetti principali sono lincontenibile tendenza alla critica, lirrinunciabile necessit di verificare il diffuso consenso rispetto alle proprie scelte ed una forte predisposizione a soffrire di ansia da prestazione.

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Fig. 1.15
3. SENSO DEL DOVERE I manager appartenenti al gruppo denominato Senso del dovere sono affidabili e corretti, sono consapevoli del proprio ruolo, pur non legandosi quasi mai allorganizzazione di appartenenza. Difettano di sicurezza in se stessi pur essendo portati, nellambito delle proprie autovalutazioni, ad attribuirsi caratteristiche superiori alla media. Ritenendo di essere costantemente sotto osservazione ribaltano sui propri interlocutori lapproccio, divenendo sospettosi ed indagatori. Sono spesso alla ricerca di elementi che possano dimostrare che qualcuno ha intenzione di manipolarli. La fiducia viene concessa difficilmente e solo a persone, istituzioni o idee che siano capaci di conquistare emotivamente i soggetti appartenenti a questo idealtipo. Il dubbio e la conseguente necessit di ricevere conferme riducono notevolmente i rendimenti degli appartenenti al gruppo, inficiando in modo significativo le possibilit di emancipazione nellambito delle organizzazioni di appartenenza e condannandoli, nella gran parte dei casi, a permanere nella condizione di follower. Tra i pregi, quello di essere, una volta che hanno accettato la partecipazione ad una iniziativa, leali e funzionali allobiettivo. Manifestano praticit e versatilit nella realizzazione di

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compiti anche inusuali ed estemporanei. Tra i difetti, lesigenza di riferire le proprie scelte sempre a modelli consolidati, con la quasi impossibilit, in ragione della propria insicurezza, di essere autori del varo di un nuovo Schema interpretativo. Lindecisione li porta talvolta a procrastinare eccessivamente lazione. La diffidenza, in alcuni casi, pu scadere in atteggiamenti paranoici.

Fig. 1.16 4. FOCALIZZAZIONE SUI RAPPORTI E SULLE RELAZIONI La motivazione principale dei manager appartenenti al gruppo Focalizzazione sui rapporti e sulle relazioni consiste nel rilevare e soddisfare le esigenze dei diversi portatori di interesse che interagiscono con le organizzazioni in cui sono impegnati. Lesigenza di approvazione talmente elevata da indurli, anche a rischio di distrazione dai propri obiettivi, a richiedere continue conferme del livello di gradimento di cui godono nei confronti degli interlocutori ritenuti rilevanti. Altres, la necessit di palesare la propria capacit e disponibilit pu condurli ad eccedere in termini di invadenza ed ostentazione di indispensabilit. La versatilit e la notevole capacit di entrare in sintonia con gli interlocutori li qualifica come partner ideali in iniziative innovative e ad alta

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rischiosit imprenditoriale. Occorre osservare che la disponibilit ad interessarsi, facendoli propri, dei problemi degli interlocutori, non deriva da calcolo e da interesse ma da una effettiva disponibilit ed abnegazione. Tra i pregi, si ricorda la flessibilit riscontrabile nellaffrontare situazioni diverse ed articolate. Lentusiasmo con cui si lanciano nella soluzione di problematiche anche complesse e di esito incerto. Il modo in cui sono capaci di far propri i problemi altrui individuando soluzioni nella prospettiva e nellinteresse dellinterlocutore. Tra i difetti, linvolontaria abitudine, tanto nei rapporti definiti quanto nelle relazioni estemporanee, a far leva sui sensi di colpa e sulla gratitudine. Leccessiva tendenza ad essere concilianti e a sottostimare la realt.

Fig. 1.17
5. RICERCA

DEL CONSENSO

I manager appartenenti allidealtipo definito di Ricerca del consenso hanno labitudine di affrontare in modo metodico la soluzione dei problemi. Sono attenti alla propria immagine ed allambiente in cui vivono nella quotidianit. Sono fortemente autoreferenziali e, al fine di non trovarsi impreparati, sono costantemente impegnati nellampliare le proprie conoscenze. Non gradiscono indulgere nellostentazione della propria

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superiorit se non nei casi in cui, coinvolti nella soluzione di un problema difficile, agiscono affinch gli altri possano attribuire loro capacit e competenze esclusive, o quantomeno possano riconoscerli come i soli ad essere allaltezza del compito. Hanno bisogno di essere costantemente impegnati nella realizzazione di iniziative. Anche se laspetto operativo li vede meno efficienti rispetto alle fasi di progettazione e programmazione dellintrapresa. Tra i pregi, sono riscontrabili il costante impegno per dotarsi di conoscenze ampie e aggiornate. La capacit di accettare, condividendole, anche disposizioni che non sono Consonanti con la propria dotazione valoriale. La disponibilit a sacrificare tempo ed energia per perseguire progetti di interesse altrui, con il solo scopo di accrescere la propria credibilit. Tra i difetti, un notevole egocentrismo, la difficolt a rimanere a lungo focalizzati su un unico obiettivo, la sindrome da primo della classe.

Fig. 1.18 6. ORIENTAMENTO

OPPORTUNISTICO

Il gruppo incentrato sullOrientamento opportunistico si compone di individui che tendono ad adattarsi agli altri

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cercando di ridurre i motivi di contrasto. Lesigenza di eliminare condizioni di conflittualit ai diversi livelli dellorganizzazione distrae i manager di questo gruppo dalle attivit istituzionali e dagli impegni tipici del ruolo. La tendenza a sentirsi responsabili rispetto a qualsivoglia conflitto o polemica emergente nellorganizzazione ne riduce notevolmente la capacit di concentrazione e ne accentua lirritabilit. Leccessiva disponibilit ad intervenire tatticamente in ragione delle necessit disincentiva rispetto allattenzione verso le attivit abitudinarie. Progressivamente, i manager di questo idealtipo rischiano di divenire inaffidabili e inconcludenti. Tra i pregi riscontrabili, la singolare disponibilit, la capacit e limpegno per individuare politiche di mediazione e per ricercare punti di convergenza, la spontanea tendenza a familiarizzare, ad entrare in sintonia con gli interlocutori. Tra i difetti la difficolt a reagire ad attacchi diretti in relazione ai comportamenti praticati, labitudine a classificare i problemi in ragione del livello di maggiore o minore consonanza nel contesto, piuttosto che della priorit rispetto agli obiettivi manageriali.

Fig. 1.19 Le considerazioni svolte sono sufficienti a circostanziare i sei idealtipi di manager. Esse consentono, infatti, di utilizzare

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le Categorie valoriali individuate nel modello di approccio alle decisioni complesse nellambito delle organizzazioni imprenditoriali. con tali finalit che stato introdotto lo studio delle Categorie valoriali tipiche delle dinamiche imprenditoriali14. Lapprofondimento di tali tematiche richiede che siano considerati i risultati raggiunti in altri ambiti disciplinari, valutandone con prudenza possibilit e modalit di applicazione al campo delleconomia dimpresa. Un importante parallelo con il concetto di macrocategoria emerge con evidenzia, ad esempio, nella teoria dei valori di Shulom Schwartz15. Detta teoria, che ripercorre, riepiloga ed integra posizioni e studi noti della psicologia e della sociologia, concepisce, appunto, i valori come fattori capaci di influenzare il comportamento degli individui definendo un sistema di priorit16. Essenzialmente, la teoria prevede che i valori possano influire significativamente sulle scelte effettuate dalle persone e che sia possibile definire una classificazione utile per rappresentare linterazione tra ambiti decisionali e sistema valoriale dellindividuo17. La tassonomia proposta prevede le seguenti dieci distinte categorie valoriali (value types), ritenute da Schwartz universali: Realizzazione, Piacere, Motivazione, Auto-direzione, Etica, Magnanimit, Accondiscendenza, Tradizione, Sicurezza, Potere.
14 Per quanti volessero interessarsi di un tale filone di studio si ricorda che, ai fini di una pi completa identificazione degli idealtipi, possibile usufruire di risultati derivanti dagli studi di psicologia. In particolare, risultano coerenti e stimolanti i contributi aventi ad argomento la Programmazione Neuro Linguistica, con particolare riferimento allEnneagramma. Altro filone di studi interessante riconducibile alla teoria dei colori meglio nota come Diagnostica Luscher. 15 SCHWARTZ S.H., A Theory of Cultural Values and Some Implications for Work, in: Applied Psychology: An International Review, 48 (1), 23-47, 1999. 16 SMITH P.B., SCHWARTZ S.H.: Values, in BERRY M.H., AA.VV, Handbook of CrossCultural Psychology, Vol.3, 2nd. Ed., pp. 77-118, Bosten, 1997. 17 SCHWARTZ S., MELECH G., LEHMANN A., BURGESS S., HARRIS M., OWENS V., Extending the cross-cultural validity of the theory of basic human values with a different method of measurement. Journal of Cross-cultural Psychology, 32, 519-542, 2001.

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Le diverse categorie sono riportate su due assi ortogonali: - Dallarrocamento sulle proprie posizioni (conservazione) allapertura al cambiamento; Dalla voglia di migliorarsi (auto-miglioramento) alla necessit di trascendenza (auto-trascendenza). La Figura 1.20 riporta la rappresentazione originale dei valori proposta da Schwartz (Fig. 1.20a) ed una nostra reinterpretazione dei termini originali (Fig. 1.20b), che meglio evidenzia il parallelo con le macrocategorie valoriali proposte in precedenza. -

Fig. 1.20 La teoria di Schwartz, confortata da numerose indagini, afferma che il rapporto identificato tra priorit decisionali e sistema di valori risulta essere valido per popolazioni di individui caratterizzate da usi e costumi differenti. In sostanza, il sistema valoriale, in linea con quanto sostenuto nel presente volume, risulta indifferente alle sovrastrutture culturali dellindividuo. Esso rappresenta un carattere di livello meta, pi profondo, capace di influenzare in modo significativo ogni possibile percorso di apprendimento, e quindi di decisione, dellindividuo e di influenzare la

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derivazione degli Schemi interpretativi di sintesi dagli Schemi interpretativi generali.

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