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Numero 29 anno III


27 luglio 2011 edizione stampabile

L.B.G. PISAPIA E TABACCI. PER UN SORSO DI CAFFE Franci DAlfonso BOTTEGHE MILANESI: LA STORIA ESTIVA Sergio Vicario PER PISAPIA STRETTA LA SOGLIA LARGA LA VIA E. Marini e M. Cavicchini PGT: LEGGI MALFATTE PROBLEMI IN VISTA Alessandra Tami PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE: AFFOSSARE I PARCHI Giovanni Lanzone FABBRICARE, PRFERISCO IL RUMORE DEL MARE Paolo Favole DEBITO PUBBLICO, LEGGE URBANISTICA E FISCO Edoardo Ugolini COMUNE ASSET E RISORSE: PI FANTASIA Isabella Steffan IL SAPERE PER UNA CITT AMICHEVOLE Marco Menghi BOTTEGHE STORICHE. UN REPORTAGE VIDEO STEFANO BOERI: CULTURA E EXPO ALBERTO CONTRI: MILANO UN MAGNIFICO SET LA NOSTRA MUSICA Sacha Distel La belle vie Canta Simone Severini Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org

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PISAPIA E TABACCI. PER UN SORSO DI CAFF Luca Beltrami Gadola


A dire il vero ci voleva poco a immaginare cosa sarebbe successo dopo lannuncio dellintroduzione delladdizionale IRPEF e dellaumento del costo del biglietto dei mezzi pubblici. Abbiamo offerto ai nostri lettori loccasione di sentire e vedere con le loro orecchie e i loro occhi quello che gli assessori Tabacci e Maran hanno detto al riguardo: abbiamo caricato su YouTube lintera conferenza stampa e pensiamo di ripetere la cosa quando gli argomenti in discussione siano di grande interesse. Il numero di visitatori al sito conforta: il pubblico vuol farsi unopinione diretta e non mediata da stampa e televisione. Purtroppo quello che non possiamo fare con i nostri mezzi ripetere la stessa cosa con chi ha espresso le sue opinioni sulla manovra di bilancio e sugli aumenti tariffari. Ci spiace perch avremmo potuto fare una sorta di galleria di ritratti di famiglia di facce di bronzo e di personaggi che ricordano Gabriele Paolini, il famoso disturbatore televisivo: lansia di comparire. In breve riassumiamo i termini del problema. Entro il 31 agosto debbono essere presi i provvedimenti per salvare il bilancio del Comune da rischio o dinsolvenza o di tagliare i servizi e andare alla cosiddetta macelleria sociale. Il buco di bilancio, gi noto e accertato dai revisori prima del cambio di Giunta, di 176 milioni che hanno buona probabilit di diventare 296 per alcune sopravvalutazioni e altre questioni tecniche. Far finta di niente vuol dire non tener fede al cosiddetto Patto di stabilit, quella serie di norme derivanti dal Trattato di Maastricht che impone ai Paesi che partecipano allUnione monetaria di mantenere un rapporto deficit/PIL al di sotto del 3% e che il Governo ha ribaltato sugli enti locali. Non tener fede al Patto di stabilit avrebbe comportato per il Comune minori trasferimenti dallo Stato per 90 milioni e il taglio obbligatorio delle spese correnti (tra cui ovviamente i servizi) per 353 milioni. In questa situazione la Giunta delibera di operare tagli per 50 milioni, di avviare ulteriori operazioni di risparmio e, apriti cielo, di adottare anche per Milano laddizionale IRPEF nella misura dello 0,2%. In concreto come va a finire per i milanesi? Chi ha un reddito inferiore ai 26 mila euro 450.000 contribuenti - non ne soffrir per nulla, esente, chi ha un reddito tra i 26 i 33 mila 121.000 contribuenti pagher mediamente 57 euro lanno e infine i restanti 332.000 contribuenti pagheranno 130 euro. Allora a conti fatti i meno colpiti pagheranno 15 centesimi di euro al giorno un ottavo di un caff mentre i pi penalizzati pagheranno 35 centesimi al giorno, un terzo di un caff. Con tutto il rispetto dei redditi altrui, soprattutto i pi bassi, questi mancati sorsi di caff hanno spinto il nuovo duo De Corato-Masseroli uniti nellesprimersi ringhiando - a dichiarare che Pisapia e Tabacci sono due Gabellieri, sostenuti dal coretto del centro destra e dallineffabile Salvini che si dimentica per loccasione di essere dello stesso partito di Tremonti, il famoso strangolatore degli enti locali, uno dei responsabili di questa situazione e re del meccanismo di far pagare agli altri. Questa manovra porter nelle casse del Comune 41 milioni: tanto per capirci appena quattro volte quello che Letizia Moratti ha speso per la sua campagna elettorale. Qualcuno a sinistra ha detto che sarebbe andato sulle barricate per impedire questo massacro: una iperbole o la sindrome di Paolini? Tra chi ha strillato per dovere di ufficio, pur approvando la manovra, c pure chi ha suggerito di pigiare lacceleratore sul fronte delle dismissioni con i soliti due canali: vendere immobili e dismettere aziende possedute o partecipazioni. Azzerare il patrimonio del Comune? Non so se sia la strada giusta. Privatizzare passando dalla mano pubblica al monopolio naturale o di fatto a favore dei privati? Cosa ci dicono gli esempi cha abbiamo sotto gli occhi in merito alla vantata efficienza dei privati? Gli ultimi episodi di malasanit ci sono sfuggiti? Un solo appunto a chi ha gestito la manovra di bilancio: se tanta, troppa gente, non ha capito molto e rischia di penalizzare la Giunta, forse qualche critica a chi si occupa di comunicazione va fatta.

BOTTEGHE MILANESI: STORIA ESTIVA Franco DAlfonso


Per la prima volta dopo anni le vendite di generi alimentari nella grande distribuzione calano (-6% nellultimo anno) mentre salgono nei negozi di prossimit e nei discount (+ 8 %). A Milano nel mese di agosto previsto un aumento delle aperture dei piccoli negozi mentre le presenze in citt segnalate da Amsa nel mese di luglio sono in aumento (i rifiuti sono calati da giugno solo del 3%, solo lo scorso anno erano calati del 1520% !) e le previsioni sui vacanzieri di agosto parlano di non pi del 35-40% dei cittadini che potranno lasciare la citt e per dieci giorni al massimo. Se aggiungiamo un luglio tutto sommato fresco e una previsione agostana in linea con gli ultimi anni non esattamente da forno climatico, viene da farsi qualche domanda su cosa succeda sotto il cielo di Milano (e non solo). Succede innanzitutto che la crisi c e da tempo e quindi le spedizioni con carico in grandi sacchi di plastica (che fra laltro non ci sono pi, senza grandi rimpianti e disagi) colmi di mercanzia da stipare nei frigoriferi sono state limitate e si preferisce lacquisto ripetuto di piccole quantit, per le quali la prossimit del punto vendita torna a essere un valore. Si sta attenti al prezzo, si va nei discount, ma lattenzione alla qualit e al servizio ormai un fattore stabile nelle abitudini dei cittadini. Si resta in citt perch non ci sono soldi per le vacanze, i milanesi riempiono per pi giorni le seconde case che negli anni erano state un po trascurate per i paradisi del Mar Rosso, le lunghe vacanze scolastiche non determinano pi una altrettanto lunga assenza dalla citt e molti giovani indigeni ambrosiani restano nelle piazze a mescolarsi con i turisti in leggero aumento e con i tradizionali abitatori delle citt dagosto, anziani ed extracomunitari. Infine, il clima estivo milanese sembra definitivamente caratterizzarsi per vampate di calore tra giugno e luglio e un rassicurante agosto senza condizionatori in funzione. Le abitudini di una citt cambiano repentinamente a fronte di crisi di forte impatto ma i cambiamenti stabili sono il frutto della sedimentazione successive. La Milano a preva-

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www.arcipelagomilano.org lenza di servizi (si ricordi per che nel territorio del nostro Comune ci sono tuttora seimila aziende produttive) assume abitudini da citt europea pi che mediterranea, riduce gli esodi contemporanei e di massa, rivede il proprio modello di distribuzione e consumo, oltre a molte altre cose. E curioso, per esempio, il fatto che alla guida della amministrazione comunale ci siano un Sindaco e una Giunta che, da bravi professionisti, ha organizzato il proprio lavoro anche nel mese di agosto (Pisapia nello scorso agosto costru il primo gradino del suo successo !) dopo aver preso il posto di unamministrazione guidata da una signora della Signoria che chiudeva casa in citt per tre settimane e si rivedeva col fresco. In questo quadro di cambiamento per sedimentazione succede che strati profondi e solidi del tessuto della citt ritornino alla luce e tornino ad avere un ruolo che sembrava perduto. E successo da anni con i mercati che parevano destinati alla scomparsa e che invece hanno un ruolo importante soprattutto nelle abitudini quotidiane di gran parte dei cittadini, sta succedendo per le botteghe e per i negozi di vicinato e prossimit. Per anni le botteghe storiche sono state sotto attacco del caro affitti come lo sono adesso ed hanno resistito con la forza della tradizione e di qualche aiutino, la maggior parte dei piccoli dettaglianti chiudeva, con effetti devastanti per la tenuta del tessuto sociale della citt: al Gratosoglio ci sono quasi 5000 locali commerciali, quasi tutti di propriet pubblica, vuoti e spesso occupati abusivamente per attivit di commercio poco commendevole. I numeri, pochi e troppo casuali, che ho dato fanno intravedere una possibile inversione di tendenza, fatta di luci e ombre. Non ci sar certo il ritorno al bel tempo che fu della Milano casa e bottega, gli indubbi vantaggi del consumo di massa che hanno nella grande distribuzione il loro emblema non saranno annullati o dispersi, ma qualcosa sta gi cambiando, in parte con un ritorno apparente allantico. Il ruolo di mercati e negozi, del rapporto commerciale personalizzato, della vita di quartiere come rete di coesione sociale non un modello imposto da un pianificatore, quello che si vede essere di nuovo realt. LAmministrazione, la politica cittadina non pu inventarsi un modello, ma pu cogliere i segnali e incoraggiarne lo sviluppo. Le nuove Municipalit, che sostituiranno i Consigli di Zona, funzioneranno se avranno unanima, una propria storia, se rappresenteranno una comunit e non un insieme di vie. La chiesa (e la moschea), il mercato, il teatro, i negozi di via sono pezzi storici indispensabili del mosaico comunitario, assieme alle nuove reti e alla comunicazione virtuale. La nuova Milano nasce anche cos, riconoscendo la propria storia e le proprie radici.

PER PISAPIA STRETTA LA SOGLIA, LARGA LA VIA Sergio Vicario


Alla base della vittoria di Giuliano Pisapia c stata sicuramente la straordinaria mobilitazione di migliaia di persone, a partire dalle primarie, che hanno scoperto o riscoperto il gusto della partecipazione. Il lavoro programmatico dellOfficina ne stato lesempio pi evidente, ma altrettanto importante risultata liniziativa di dibattito e di confronto che si sviluppata nelle zone, soprattutto, da parte dei Comitati per Pisapia Sindaco. Durante la campagna elettorale, a fianco delliniziativa dei partiti della coalizione di centro-sinistra, sono scese in campo nuove e importanti energie, a partire dalla lista Milano Civica per Pisapia Sindaco e il Comitato per il 51 per cento promosso da Piero Bassetti, che hanno contribuito significativamente a determinare la sconfitta di Letizia Moratti e del Centro-destra milanese. Nelle prime settimane di Giuliano Pisapia alla guida del Comune di Milano, di l dai primi distinguo o del chiamarsi fuori da parte di alcuni esponenti della coalizione su questioni non secondarie (Expo, PGT cui prevedibilmente si aggiunger lEcopass), la vera difficolt, con cui si devono gi misurare il Sindaco, la sua squadra di governo e linsieme dei suoi sostenitori, la scarsit dei mezzi a disposizione. Il tesoretto di 48 milioni di euro sbandierato da Letizia Moratti si subito rivelato una bufala, basata su uninconsistente valutazione della partecipazione della quota azionaria nella Milano-Serravalle. A ci si sono aggiunti i tagli dellultima manovra decisa dal Governo che sottrarr, secondo gli esperti, altri 100 milioni di euro allanno a partire dal bilancio 2012. LAssessore al Bilancio, Bruno Tabacci, lha detto pubblicamente e categoricamente: Non ci sono soldi in cassa. Tutto ci mentre in citt fervono gli incontri e il lavoro di gruppi di persone che, a vario titolo, stanno elaborando progetti e iniziative prevalentemente indirizzate allattenzione di un unico destinatario come possibile ufficiale pagatore: il Comune di Milano. Un attivismo, con enormi aspettative di cambiamento, che pu, dunque, determinare anche delusioni. Nellimmediato, per Pisapia e i suoi Assessori, non ci sono molte alternative a impegnarsi in unoperazione verit che, per, non pu essere lasciata solo alla mediazione dei mezzi di comunicazione tradizionali (giornali, radio e tv). Credo occorra anche un grande sforzo, in primis del Sindaco, per tornare a parlare direttamente al "popolo arancione" e per suo tramite alla citt intera, spiegando, in incontri non virtuali, come stanno davvero le cose. Allo stesso tempo, andr sollecitato, con qualche esempio concreto, un grande sforzo creativo affinch le tante idee, i progetti e le proposte in corso di definizione non finiscano nel cestino, ma trovino possibilit di realizzazione senza necessariamente passare dalla cassa del Comune. Milano ha nel suo DNA lassunzione diretta di responsabilit sociali e civiche. E non ci sono solo le decine di migliaia di persone che quotidianamente sono impegnate nel volontariato. Gruppi di genitori, ad esempio, nei mesi scorsi si sono assunti la responsabilit di mettere in ordine le scuole e gli asili frequentati dai figli. Invece di scrivere la solita lettera di protesta, armati di strofinacci, secchi, scope, pennelli e vernice hanno fatto quello che lAmministrazione pubblica, per varie ragioni, non riusciva a fare. A Milano, poi, c una alta concentrazione di beni confiscati alle mafie che il Comune potrebbe chiedere in uso allAgenzia che ne detiene la propriet e assegnarli, a sua volta, per la realizzazione di progetti finalizzati, ad esempio, ad aprire scuole materne di cui c grande carenza, chiamando a sostenerle in rete le piccole e medie imprese di una determinata zona, con il coinvolgimen-

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www.arcipelagomilano.org to delle organizzazioni sindacali. Esempi di fatti concreti e ipotesi di lavoro, che indicano che il cambiamento comunque possibile

PGT: LEGGI MALFATTE PROBLEMI IN VISTA M.Cavicchini, E.Marini


La nuova Amministrazione di Milano ha oramai deciso cosa fare del PGT e ha optato per lipotesi di ripartire dalle osservazioni. Condividiamo questa strada e gi diversi articoli pubblicati su Arcipelagomilano hanno abbondantemente spiegato perch paiono poco convincenti, sia lipotesi di azzerare in toto il PGT, adozione compresa, sia quella di renderlo operativo e di avviare una comunque lunga e complessa revisione critica. Anche lidea di ripartire dalle osservazioni presenta per delle controindicazioni sulle quali vale la pena soffermarsi. Il primo dubbio di tipo normativo-procedurale. Il comma 7 dellart. 13 della legge regionale n. 12/2005 fissa un limite temporale massimo per lapprovazione dei PGT che nel testo normativo sembra avere valore vincolante e perentorio, e non solo ordinatorio, giacch, secondo il dispositivo della legge, il suo superamento produce, letteralmente, la inefficacia degli atti assunti. Facciamo notare che in dottrina i termini perentori si distinguono da quelli ordinatori quando il loro superamento comporta una sanzione che, nel nostro caso, appunto, linefficacia degli atti assunti. Questa rigidit procedurale ha lo scopo di evitare le lungaggini e le estenuanti contrattazioni che con frequenza accompagnavano la gestione delle osservazioni, cio di rendere pi trasparente, efficiente e certa lazione amministrativa. Con una capriola interpretativa degna di nota, il Tar Lombardia Milano, II sezione (sentenza n. 7508 del 2010) ha qualificato come ordinatorio il termine fissato dallart.13 comma 7, quasi si trattasse di un mero sollecito. E lha fatto non ritenendo possibile una lettura letterale della norma, che sarebbe risultata, secondo il Tar, in contrasto con i principi costituzionali che governano lattivit amministrativa (in primis, lart. 97 e il principio di buon andamento) e avrebbe generato effetti contrari a quelli dichiarati dalla stessa legge 12. La sentenza ha inoltre sollevato il dubbio che lobbligo del comune sia quello, sostanziale, di esaminare e controdedurre le osservazioni, e non quello, formale, di farlo entro un certo termine. Le argomentazioni del Tar sono in parte condivisibili perch hanno riguardato un caso, il Comune di Uboldo, in cui il PGT stato approvato due giorni dopo il termine prefissato dalla legge 12. Ma che la stessa motivazione possa essere utilizzata, come probabile avvenga nel caso di Milano, quando il termine spirato da molto tempo, per tutto da vedere. Anche perch se le argomentazioni del Tar dovessero trovare unapplicazione generale verrebbero fatti salvi i principi costituzionali ma si ritornerebbe alla situazione ante legge regionale n. 12/2005, che non assicurava nessuna certezza sullapprovazione dello strumento urbanistico, con una lesione di non poco conto dei diritti dei cittadini, che, in concreto, non sono solo quelli di ottenere una risposta alle osservazioni, ma anche quelli di averla in tempi ragionevoli. Il Tribunale amministrativo non sembra poi aver debitamente considerato che il termine perentorio per lapprovazione definitiva dei piani motivato anche dal fatto che nel PGT le fasi di ascolto e interlocuzione con i cittadini si sono moltiplicate riducendo di molto limportanza delle osservazioni. Il secondo dubbio che la strategia della nuova Amministrazione solleva di sostanza. Listituto delle osservazioni ha sempre avuto una limitazione, come una sorta di tara congenita, che consiste nellimpossibilit di modificare radicalmente limpostazione del piano adottato. Per quali motivi? Perch se a seguito dellaccoglimento di unosservazione varia limpostazione iniziale del progetto si genera una disparit fra il cittadino che ha presentato losservazione e quello che ne subisce gli esiti senza poter a sua volta controbattere. Ci significa che una Amministrazione subentrante non pu apportare modifiche sostanziali al piano, patendo una sorta di sovranit limitata? No, ovviamente. Significa solamente che quando lAmministrazione apporta delle variazioni incisive deve adottare di nuovo il piano e permettere cos a tutti di esercitare il diritto di osservare la nuova disciplina. Che cosa deve essere considerata modifica radicale o sostanziale o incisiva? Il terreno ovviamente scivoloso. Le disposizioni generali, pi facilmente, come ad esempio una modifica degli indici di zona o dei criteri perequativi, ma anche vicende puntuali che ledono i diritti di soggetti terzi. Stiamo parlando di sofismi? Mica tanto, e per ragioni di sostanza. Alcuni comuni fanno un uso smodato delle cosiddette osservazioni di ufficio, cio delle osservazioni presentate da coloro che hanno redatto o contribuito a redigere il PGT. Attraverso il ricorso a osservazioni pilotate queste Amministrazioni consegnano ai cittadini un piano molto diverso da quello oggetto di osservazione e ne svuotano il significato. Il PGT del Comune di Buccinasco stato annullato (Tar Lombardia, Milano, II sez. n. 4671 del 2009) perch in sede di approvazione, e per effetto dellaccoglimento di osservazioni, un meccanismo perequativo obbligatorio era diventato facoltativo. Il Tar ha cos confermato un orientamento della giurisprudenza secondo il quale in sede di approvazione definitiva del PGT non legittima una profonda modificazione dei criteri posti a base del piano. Il problema, dunque, non tanto quello di verificare se, nel caso di Milano, vi sono delle osservazioni che toccano temi cruciali che permettano di modificare il PGT nel senso voluto, come si chiede ad esempio Praderio, quanto piuttosto quello che non possono essere modificati aspetti cruciali del PGT attraverso le controdeduzioni. Insomma, da una parte le incertezze sulle procedure e sulla natura perentoria o ordinatoria dei termini indicati dalla legge regionale n. 12/2005, dallaltra i limiti dellistituto delle osservazioni e limpossibilit di apportare modifiche sostanziali al PGT adottato, fanno pensare che chi prevede una pioggia di ricorsi non abbiano del tutto torto. E poi sarebbe curioso, che dopo avere accusato con ragione lAmministrazione Moratti di aver compresso le quasi 5.000 osservazioni in poche e striminzite votazioni dellaula, si scegliesse una strada che in quanto a correttezza dei rapporti con i cittadini perlomeno scivolosa. Detto in altri termini, il rischio che non si riesca a rispondere alle osservazio-

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ni generali e riguardanti gli aspetti sostanziali del PGT, dovendosi invece accontentare di trattare i casi particolari, certo importanti, ma a

loro volta da modificare nei limiti imposti dal piano Moratti. Sempre che alla fine non si voglia arrivare a una nuova adozione di tutto il PGT, il

che potrebbe anche essere possibile.

PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE: AFFOSSARE I PARCHI Alessandra Tami


Affossare i parchi: leggendo il testo del Progetto di legge n. 76 * della Regione Lombardia mi pare che questo sia il vero scopo della norma, che si propone la trasformazione in enti di diritto pubblico degli attuali consorzi di gestione dei parchi regionali, con lobiettivo della semplificazione delle procedure di pianificazione nellambito delle aree protette e alla valorizzazione dei parchi locali. A parte che anche i consorzi sono enti pubblici, che vedono la partecipazione di tutti i Comuni interessati, e quindi sono una istituzione democratica, mentre un ente pubblico come definito dalla nuova norma rischia di essere un soggetto molto pi facilmente controllabile dalla parte politica che in quel momento amministra la Regione, ci sono due punti molto pericolosi nel progetto di Legge: a) viene modificato il comma 6-ter dellart. 18, prevedendo che non solo la programmazione di infrastrutture nazionali prevalgono sul piano del parco, come ora, ma inserendo che anche la programmazione di infrastrutture regionali prevalgano sulle ipotesi di piano formulate dal Consorzio; b) lart. 22-quinquies prevede che le associazioni ambientaliste, agricole, venatorie, siano sentite solo nelle materie di rispettivo interesse. Ho studiato, per una ricerca sullo sviluppo sostenibile, la storia del Parco del Ticino. Debbo osservare che mentre la generazione degli anni 70 si battuta per conservare quellarea, proteggerla, valorizzarla, i suoi figli la vogliono di fatto distruggere. Nel parco del Ticino si vuole una terza pista per Malpensa (quando purtroppo si deve riconoscere che laereoporto gi ora sottoutilizzato, e ha la concorrenza di altri numerosi scali nella stessa Lombardia), si vogliono costruire ulteriori tangenziali e strade veloci, di fatto si vogliono costruire case e casette, dimenticandosi che le case non generano valori nel tempo, ma solo al momento iniziale. Cosa faranno gli abitanti di quelle case se non c lavoro: i domestici di quelli che abitano nellappartamento a fianco? Invece andrebbe valorizzata, o meglio riscoperta lagricoltura, tenendo conto che il verde genera ricchezza: ossigeno, materie prime, ma anche benessere e clima migliore. Salviamo quel poco verde che resta in Lombardia e non consumiamo altro suolo. I costruttori dovrebbero piuttosto pensare a riqualificare il costruito, con nuovi progetti abitativi: molte case costruite dopo la guerra richiederebbero forti interventi: perch non si pensa a un piano in cui si ristrutturano, anche alzando di qualche piano, alcuni palazzi, poi in essi si trasferiscono gli abitanti degli altri palazzi, e quindi si mettono a norma o si ricostruiscono questi palazzi. Ci sarebbe lavoro per tutti, senza consumare suolo. Basterebbe un po di buona volont. Qualche buon incentivo e soprattutto far capire che tale scelta fa bene a tutti. Non commento il secondo punto, che parla da s: non si vogliono obiezioni, il principe ha sempre ragione. Per concludere ho letto su un giornale che il giornalista Cazzullo si chiedeva come mai le donne a Milano non hanno votato una donna, ovvero la Moratti. Qualcuno di voi andato in zona Garibaldi? Stanno sorgendo grattaceli, ma non c un albero! Come si vivr in estate in quella zona? Da scappare! E l dove cera una zona verde, perch era un vivaio, si costruito il palazzo della Regione, privando quellarea di Milano, molto squallida, della possibilit di avere un po di verde. Che poi non ci siano servizi per i bimbi, che gli asili nido costino come e forse di pi dellUniversit unaltra perla di una amministrazione retta da una donna. Battiamoci per una citt a misura di bambino, che quindi sia vivibile. L dove c verde, c anche un microclima che rende sopportabile il vivere a Milano anche in estate. *Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette e modifiche alle leggi regionali 30 novembre 1983 n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per listituzione e la gestione delle riserve dei parchi e dei monumenti naturali, nonch delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale) e 16 luglio 2007, n. 16 (Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi)

FABBRICARE, PREFERISCO IL RUMORE DEL MARE Giovanni Lanzone


Vedo una maggioranza frastornata dalle inevitabili scelte e dal crudele primo mese di governo, credo che la strada maestra da perseguire sia quella della campagna elettorale, quella strada del confronto che in campagna elettorale ha permesso a Pisapia e alla sua squadra di conquistare la fiducia dei milanesi. Con un vincolo in pi, nella campagna elettorale il tema del confronto con la citt e della trasparenza amminin.29 III 27 luglio 2011 strativa erano temi vocativi ora si tratta di trasformare quella vocazione di programma in una disposizione fattiva: il confronto e la trasparenza sui fatti, ivi compresi i vincoli e gli obblighi. Sui due temi di cui si sta discutendo non ci sono scelte semplici, ogni scelta presenta dei rischi. La discussione sull'Expo si sta pericolosamente spostando sul dopo, sulle volumetrie edificabili imposte dagli accordi di programma, mentre siamo pericolosamente indietro sul senso della manifestazione, sui suoi contenuti, sulle idee e sulle realizzazioni riconducibili al titolo e che sole saranno capaci di attrarre i visitatori necessari al successo della nostra impresa. Sul PGT la decisione di riaprire la fase di discussione delle osservazioni mi sembra una delle strade possibili: certo imperativo - una volta che questa 5

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discussione venga riaperta - entrare in essa con le idee chiare. Boeri ha proposto ed una idea condivisibile - un documento di indirizzo che indichi chiaramente la volont dell'amministrazione sui diversi temi omogenei che costituiscono il corpus delle osservazioni. Senza questa dichiarazione ferma sulle politiche si rischia di entrare in una selva oscura e di subire un urlante assalto alla diligenza. Su questi due temi la giunta ha il dovere di fare un rapporto alla citt in una conferenza pubblica dove si spieghino ancora una volta vincoli e opzioni di questi due scogli che stanno di fronte alla sua rotta. Dopo il rapporto utile che ci sia "un luogo" (sito web o pagina di facebook) per mezzo del quale i cittadini siano costantemente informati della evoluzione dei temi e aggiornati sui fatti. Per continuare nel campo della metafora classica gi usata da Beltrami, il viaggio di Ulisse attorno alle nostre coste, non vorrei si dimenticasse il canto delle sirene; non vorrei mai che PGT ed EXPO finissero per essere alle nostre orecchie canti ammalianti per dimenticare la realt dei fatti: l'imponente quantit di volumetrie e cantieri che la giunta Moratti lascia in eredit a questa citt. Io penso che la nuova giunta e la citt tutta debbano chiedere conto di questo: dal disastro di Santa Giulia alle dementi previsioni di Masseroli su un aumento stimato della popolazione della citt di 450.000 abitanti per il futuro pros-

simo. Chi ha fatto questa previsione, chi il responsabile di questa assurdit di fronte a una recessione grave ed evidente. Noi siamo in mezzo a un ciclone che non accenna a diminuire di intensit e dentro al quale le uniche due categorie con disponibilit all'acquisto sono i giovani conviventi, sostenuti dal risparmio famigliare e gli immigrati sostenuti dai risparmi del loro duro e sudato lavoro. Pensiamo a loro quando pensiamo alla collocazione di migliaia di nuovi vani? Manfredi Catella ha intenzione di preparare per loro un'offerta di attici a prezzi stracciati nell'alto dei suoi grattacieli? E considerando che ai nuovi costruttori non verr pi consentito da revisori bancari onesti o semplicemente accorti - di usare il "trucco Ligresti", mettere gli immobili vuoti in pancia alla SAI e tenerli parcheggiati rivalutandoli del 2/3 per cento l'anno. Considerando che i "furbetti del quartierone" hanno comprato caro, prevalentemente con i soldi di fondi e banche, progettato caro e costruito caro. Cosa succeder a questa enorme bolla speculativa che la citt ha in pancia? Cosa si immagina che succeda, qual lo scenario a cui gli allegri costruttori stanno pensando? Pensano che venga Abramovich con nani e ballerine a comperare il Milan dal fallimento Berlusconi e a insediarsi con la sua corte di diecimila persone negli attici di Garibaldi / Repubblica? Ops, purtroppo Roman Abramovich ha gi comperato

il Chelsea ed urgente pensare a un piano B per la nostra citt. Dunque c' una terza emergenza in citt ed la gestione delle sue risorse, un tema strettamente legato alla visione del suo futuro, un futuro che di nuovo legato al senso dell'EXPO. Suggerirei di aprire anche questa terza discussione, senza fronzoli e infingimenti, in modo anche un po' rude nei confronti di chi ha usato la mistificazione del futuro come guida per gli investimenti e per l'acquisizione dei soliti diritti volumetrici. Una ricetta, quella dell'accumulazione originaria basata sul mattone, che dimostra la scarsa fantasia della classe imprenditrice di questa citt. Una ricetta trita e ritrita che per questa volta non fa i conti con i cambiamenti di paradigma, con il cambiamento dei modelli di consumo che la crisi impone. Liberare Santa Giulia dai suoi veleni, dimenticati sotto terra da un allegro costruttore, discutere apertamente degli immobili vuoti (vecchi e nuovi) e della loro destinazione d'uso mi sembra la terza emergenza della citt, forse non la pi grave ma certo la pi urgente. Un grande poeta, Dino Campana, scriveva in un meraviglioso distico: fabbricare, fabbricare, fabbricare / preferisco il rumore del mare. Metto queste due righe a conclusione del mio intervento per ricordare che ai modelli di business ogni tanto occorre l'inventiva e la fantasia per immaginare un futuro diverso dal passato.

DEBITO PUBBLICO, LEGGE URBANISTICA E FISCO Paolo Favole


La peggiore anomalia della nostra legislazione urbanistica che il plusvalore che viene attribuito alle aree dai cambi di destinazione duso previsti dai Piani regolatori sia del privato proprietario dellarea. Diritto sancito dalla costituzione: ma forse nel 1946 la tensione espansiva e urbanizzativa era cos irrilevante da non creare problemi. Ma poi malgrado o a causa dei grandi fenomeni urbanizzativi nessuno si preoccupato di porre mano a una modifica, perch su questi cambi di destinazione hanno guadagnato (qui il caso di dire speculato) grandi e piccoli, societ e.mi si permetta il dubbio, partiti. Nessun governo di destra-centro-sinistra ha mai neanche presentato un disegno di legge o una proposta di modifica della costituzione su questo, neanche n.29 III 27 luglio 2011 quando passata la Bassanini. Solo la storica proposta Sullo era in questa direzione, e sappiamo com andata. Questa rendita, questo plusvalore che si definiva di posizione, uno scandalo etico, perch un guadagno senza lavoro, uno scandalo democratico perch riguarda solo i proprietari di aree ed stata (forse ancora) la maggior tentazione di corruzione di amministratori, progettisti e portaborse vari (come si legge quotidianamente). La perequazione introdotta da alcune leggi urbanistiche regionali non affatto un rimedio a questo, perch equipara solo i proprietari di aree edificabili con quelle destinate a sevizi, quindi lascia il plusvalore di cui sopra ai privati solo un po pi ripartito. Il vero obiettivo dovrebbe essere che il plusvalore attribuito dagli strumenti urbanistici e quindi dalla pubblica amministrazione ai suoli, sia della pubblica amministrazione che lo ha dato, sgombrando la pianificazione da qualsiasi ingerenza privata, da tentazioni corruttive e riportando il guadagno dei proprietari di aree alletica del lavoro: tu guadagni, non perch la tua area diventata edificabile (mentre te ne stavi in poltrona...) ma perch sullarea edificabile lavori e fai lavorare progettisti, imprese, operai, fornitori, ecc, cio guadagni per lopera che fai. La vera perequazione erga omnes sarebbe questa, perch le amministrazioni che incasserebbero molto, potrebbero spendere per servizi, manutenzioni, nuove opere a vantaggio di tutti. 6

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Si faccia il conto di che valore avevano i 3 milioni di metri cubi rilasciati a Milano sulle aree dismesse: vogliamo azzardare 1000 milioni (che mi piace di pi contare come 2000 miliardi): cosa ci si poteva finanziare? Ma quei 1000 milioni non si sono volatilizzati e sono entrati nelle casse di qualcuno: privato, privatissimo. A me questo come cittadino, architetto, urbanista, disturba molto. Veniamo ad oggi: nei Piani regolatori degli oltre 8.000 comuni ci sono previsioni per 10 milioni di vani residenziali pi spazi per industrie, commercio, alberghi, ecc, cio oltre 1000 milioni di metri cubi. Diamo un valore medio tra Cortina, Milano,

Roma, Muro Lucano e Avetrana di 100 euro a mc? Il plusvalore soggiacente di 100 miliardi che raddoppia con le altre destinazioni: 200 miliardi non quattro volte limporto della finanziaria di pareggio distribuita in pi anni?? Il resto andrebbe ad alleggerire il debito pubblico, se per legge si desse alle amministrazioni il plusvalore delle aree edificabili. Mi rendo conto che utopia, ma se per una volta ci si occupasse anche del territorio e delle sue leggi e di basilari principi del rapporto tra propriet e suolo? Forse si penalizzerebbe - per modo di dire - circa 1 milione di proprietari di quei vani

edificabili, ma gli altri 59 milioni ne avrebbero un beneficio inestimabile. Non ne vale la pena? davvero cos impopolare? Magnifico illudersi. Post scriptum. Una piccola applicazione si pu fare ai PGT e in particolare a quello di Milano, perch lincremento di valore pu essere mitigato con la legge urbanistica della Lombardia, da un lato con la perequazione dallaltro con lapplicazione di oneri aggiuntivi e la contrattazione comune-propriet per ogni area di trasformazione. Non risaneremo la finanziaria, ma un po almeno le casse del comune.

COMUNE ASSET E RISORSE: PI FANTASIA Edoardo Ugolini


E gi stato scritto che il Bilancio del Comune di Milano presenta punti critici per la sua sostenibilit. Lorigine di queste incertezze da cercarsi in due principali mutamenti: i piani di austerit nei bilanci statali, (in Italia significa minori trasferimenti dal centro alla periferia) perseguiti dalla pi parte delle amministrazioni e la riduzione del gettito fiscale derivante dallabolizione dellICI. Il bilancio del Comune ha subito questa evoluzione delle entrate: (vd tabella 1) La tabella conferma che le entrate tributarie, le tasse (ICI), per dirla in linguaggio corrente, sono passate da un picco di 1 miliardo di Euro nel 2006 a circa 600 mln negli anni successivi e sono state compensate da maggiori trasferimenti, passati da 128 milioni nel 2006 a quasi 800 milioni a oggi, cio +650 milioni circa. Ma la voce pi interessante, e controversa quella delle entrate extratributarie salite da circa 600 milioni nel 2006 a quasi 1.1 miliardi nel 2011, ossia +500 milioni. Dunque la riduzione delle tasse stata compensata da maggiori trasferimenti, e laumento delle spese correnti stato possibile solo grazie alle entrate extratributarie, o per meglio dire straordinarie e anche aleatorie, come la cessione di partecipate del Comune (Milano Serravalle, o quotazione in Borsa della SEA) di cui si deve trovare ancora il compratore e il cui prezzo stimato ma non certo. (vd tabella 2) Evidentemente lo sbilancio esiste e adesso si deve fare i conti con questa situazione. Il Comune dovrebbe comunicare bene questi dati, con Youtube sul sito e numeri i ben n.29 III 27 luglio 2011 spiegati ... ma questa esigenza di sapere e la connessa saggezza di comunicare non paiono essere fatti propri da chi dovrebbe e potrebbe farlo. Quale la soluzione affinch il Comune possa coprire lo sbilancio e perch la macchina amministrativa possa intervenire per evitare di continuare a vendere largenteria di famiglia per coprire le spese correnti, cio incrementando le entrate correnti e non quelle straordinarie? Non impresa semplice, anche perch il tempo poco, ma la strada da sempre percorsa nei decenni, cio laumento delle imposte e/o la richiesta di maggiori finanziamenti da parte dellamministrazione centrale non la sola percorribile: qualcosa si pu e si deve immaginare. Cominciamo con il dire che la soluzione pi semplice e pi rozza, che lasciamo agli addetti ai lavori del comune, quella di tagliare le spese, ovviamente cercando di mantenere lo stesso livello di servizi per la cittadinanza. Un altro modo, pi lungo e articolato, quello di far uscire la pubblica amministrazione dal torpore della passivit, cercando di creare nuove opportunit di entrate per il Comune, attraverso lottimizzazione delle possibile fonti di entrate, che non siano tasse e imposte. Si obietter che questi interventi non hanno la portata di poter risolvere i problemi dellesercizio sia per tempistica sia per entit, e questo certamente vero, ma leffetto indotto sulla percezione della cittadinanza e anche sui dipendenti comunali di certo travalicherebbe la portata finanziaria dellintervento. Facciamo degli esempi pratici. BikeMI e Barclay City Hire a Londra. BikeMi un servizio di noleggio biciclette del Comune gestito da ATM (perch?). E a pagamento, ma le biciclette sono anonime, mentre si potrebbero sfruttare, come hanno fatto Londra, come mezzo promozionale. Questo il mezzo nostrano, come si vede NON ha nessuno sponsor

Questo il mezzo londinese sponsorizzato dalla banca Barclays, che ha investito 25 milioni di sterline, cio 27.5 milioni di europotremmo immaginare qualcosa del genere con una delle banche Milanesi???

Certo Londra molto pi grande di Milano ma BikeMI ha la sua appetibilit come veicolo di comunicazione conta, infatti, di 1.400 biciclette e le moltissime stazioni di parcheggio ... . Dunque parrebbe opportuno se non indirizzare meglio ATM, che gestisce questo servizio 7

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comunale, almeno imporre unottimizzazione delle risorse vendendo gli spazi pubblicitari. Tassa di soggiorno, che nonostante il nome non graver sui milanesi! Il Decreto Legislativo14/3/2011 ha dato ai comuni la possibilit di introdurre la tassa di soggiorno. I principi guida sono in estrema sintesi: proporzionalit rispetto al prezzo del soggiorno, Massimo di 5 Euro, destinazione del gettito per interventi legati al turismo e ai beni culturali. Questa tassa sar pagata da coloro che vengono a Milano per turismo o lavoro e pernottano in una struttura della citt: non si tratta dunque di unimposta a carico della cittadinanza. Alcuni Comuni lhanno gi adottata e a oggi pare che anche il nostro Comune stia pensando di ricorrervi. La tassa esiste ed applicata in forme diverse in moltissimi paesi, Francia, Stati Uniti (New York), Spagna, Svizzera, Croazia Anche in Italia alcune citt ad alto richiamo turistico come Firenze, Venezia, Roma se ne avvalgono. Questa tassa potrebbe portare mezzi freschi per il Comune tra i 15 e i 20 milioni di Euro annui circa, secondo le diverse modalit di applicazione possibili. Non pare che questa scelta sia necessariamente penalizzante per gli Tabella 1

esercenti se rispetta i criteri di essere proporzionale al prezzo della stanza e al numero delle persone (leggi turismo familiare). Potrebbe inoltre essere necessario considerare la penalizzazione di quelle strutture che si trovano ai margini dei confini comunali, in prossimit di analoghe strutture collocate in aree di pertinenza di comuni che non applicano la tassa. Ad esempio nellarea Rho - Fiera. Sappiamo che il Comune di Milano ha unestensione relativamente piccola, e per questi temi si dovrebbe raggiungere un accordo con i Comuni limitrofi che traggono beneficio proprio dalla vicinanza con Milano. Creazione di una CARD turistica per Milano. Una card che includa una serie di servizi: ATM giornaliero, Malpensa express, Accesso ai Musei, serie di sconti in certi negozi ed esercizi (si pensi alla Rinascente, ma anche a ristoranti o negozi alimentari), accesso privilegiato (fast track, cio senza code) a eventi molto richiesti, mostre, Il cenacolo etc. Questa Card avrebbe un valore e fornirebbe un servizio per lutente e dunque potrebbe essere venduta dal Comune con un mark up. Questa potrebbe generare dai 2 ai 3 milioni di Euro di entrate annue. Marchio Comune di MIlano

Infine il Comune proprietario del marchio comune di milano che potrebbe essere inserito in oggetti di merchandising e valorizzato, meglio dei 52.000 euro che nel bilancio 2011 sono previsti come entrate dallutilizzo del marchio. Per esempio in Eataly, negozio di food di Torino ma con sedi a New York e presto a Milano, si potrebbe pensare una serie di prodotti milanesi (gorgonzola, panettone, la cassoula et alia) con il marchio della citt, sfruttando la creativit che certo non manca nel nostro paese e nella nostra citt. Conclusioni Questi sono solo alcuni esempi che, senza aggravi dimposta sui cittadini, renderebbero il Comune imprenditore e venditore di servizi a valore aggiunto, svincolandosi dalla logica della passivit rispetto alla generazione di entrate correnti. E, se come si dice in questi giorni, il buco nel bilancio di 200 milioni, oltre il 10% potrebbe venir coperto con questi pochi esempi. Da non sottovalutare da ultimo leffetto psicologico che questo tipo di approccio genererebbe sulla macchina comunale, che si vedrebbe valorizzata e motivata guadagnando considerazione da parte della cittadinanza.

Comune di Milano
TOTALE titolo 1 - Entrate Tributarie TOTALE titolo 2 - Entrate trasferimenti dello stato, della regione e di altri enti pubblici TOTALE titolo 3 - Entrate Extratributarie TOTALE ENTRATE CORRENTI

2004 1.065,53 162,60 562,35 1.790,48

2005 1.180,98 158,52 522,79 1.862,29

2006 1.084,00 118,65 548,80 1.751,45

2007 725,26 472,28 572,57 1.770,11

2008 597,22 616,55 617,87 1.831,64

2009 2010 2011 previs. 602,77 631,80 610,9 566,21 728,21 648,37 851,95 1.817,35 2.211,96 775 1091 2478,12

-3,3% 6,4% 28,1% 12,0%

Tabella 2

TOTALE SPESE ORDINARIE Interessi e Oneri passivi/Totale Spese ENTRATE CORRENTI -SPESE ORDINARIE

2004 1.897,32 5,76% -106,84

2005 1.829,98 5,01% 32,31

2006 1.825,89 7,47% -74,44

2007 1.912,88 8,20% -142,77

2008 1.963,92 8,11% -132,28

2009 2010 2011 previs. 1.951,70 2.363,40 2624,6 6,56% 4,59% 4,15% -134,35 -151,44 -146,48

IL SAPERE PER UNA CITTA AMICHEVOLE Isabella Tiziana Steffan


Ho gi avuto modo di scrivere in altri articoli e pubblicazioni sulla vivibilit degli spazi urbani e sulla necessit di porre al centro dellattenzione le esigenze dei pedoni, che in quanto tali, sono considerati utenti deboli della strada. Non necessario andare subito col pensiero alle persone con disabilit motoria o visiva: sufficiente vagliare le possibilit di un ragazzino, di una persona anziana o con ingombranti pacchi di muoversi in autonomia e sicurezza in citt. Spesso tale mobilit compromessa dallattuale organizzazione degli spazi pubblici e dalle caratteristiche dei percorsi pedonali. Il cittadino pedone deve frequentemente lottare con attraversamenti poco agevoli, spesso non realizzati secondo il criterio delle linee di desiderio, cio percorsi brevi per raggiungere il luogo di destinazione, ad esempio la fermata del mezzo pubblico abituale. Spesso chi si sposta a piedi incontra marciapiedi con sconnes-

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www.arcipelagomilano.org sioni e pavimentazioni scabrose, pendenze trasversali eccessive, raccordi strada - passi carrabili con caratteristiche tali da compromettere la percorrenza pedonale in piano. Dettagli forse, ma tali da compromettere un'agevole mobilit a tutti: pensiamo alle persone con passeggini o al trasporto della spesa con carrelli, alle valige che hanno ruote piccole e mal sopportano un percorso con dislivelli o materiali accidentato. Milano non possiede molte aree pedonali, e tra quelle presenti sono emblematici alcuni esempi critici come Corso Como, in cui il pedone deve percorrere una sorta di percorso-vita tra le attrezzature esterne degli esercizi commerciali e le opere provvisionali dell'annoso cantiere per il parcheggio sotterraneo; soprattutto ancora lontana la realizzazione di una rete di percorsi per la mobilit lenta (percorsi sicuri casascuola, greenways, piste ciclabili facilmente fruibili). La nuova via Paolo Sarpi dopo i lavori di pedonalizzazione molto pi vivibile, con percorsi pi agevoli e gradevoli, anche se in alcuni tratti con pendenze trasversali eccessive, ma purtroppo lintervento limitato alla sola via, manca il network che permetterebbe di collegarsi a Corso Garibaldi e proseguire sino a corso Sempione; inoltre le vie laterali presentano caratteristiche tali da rendere difficile la percorrenza a persone con mobilit ridotta: le persone anziane sono costrette a un faticoso esercizio muscolare per mantenere i carrelli di appoggio nella dritta traiettoria! Milano una citt turistica, internazionale, che potrebbe puntare a diventare una citt facilmente fruibile dai pedoni, dai turisti. Non sarebbe necessario fare interventi costosi, quali installare scale mobili e ascensori negli spazi urbani della nostra citt, come si vede di frequente all'estero o fornire mezzi elettrici a prezzi agevolati per gli spostamenti delle aree pedonali, oppure incrementare gli arredi urbani per le sosta, anche breve. Occorre per che lAmministrazione Comunale non agisca con interventi-spot, e che tutti i servizi siano effettivamente fruibili grazie ad una manutenzione attenta e periodica, che non vanifichi gli sforzi progettuali e non sia un ennesimo episodio frustrante nelle quotidiane vicissitudini del pedone. Sarebbe sufficiente che la nuova Amministrazione procedesse con un obiettivo di maggior fruibilit, negli interventi di manutenzione ordinaria, con maggiore attenzione alle esigenze dei pedoni deboli e ai dettagli che migliorerebbero notevolmente la qualit dei percorsi stessi, per tutti. Un suggerimento pratico consisterebbe nell'incentivare, in concomitanza con ristrutturazioni di attivit commerciali, il miglioramento dell'accessibilit dallo spazio pubblico, oltre allattuale attenzione per la presenza all'interno di servizi igienici accessibili e fruibili: come pu una persona con difficolt motorie a fruire di un servizio adeguato, se non riesce in autonomia a varcarne la soglia? Sarebbe inoltre importante pensare a un sistema di comunicazione per i cittadini e per i turisti che sia multimodale, interattivo, "for all", soprattutto rispetto al sistema di servizi offerti nel settore dei trasporti e turistico - ricettivo, anche in vista di Expo 2015, in cui dovremmo affrontare le problematiche connesse a un afflusso di un considerevole numero di persone, soprattutto stranieri.

BOTTEGHE STORICHE. UN REPORTAGE Marco Menghi


A dire il vero la sfida sempre la In sordina le botteghe storiche popolano ancora le vie di Milano: sono pi di duecentocinquanta le imprese commerciali e artigiane, riconosciute, operanti in citt che da oltre 50 anni svolgono la stessa attivit. Il Comune di Milano dal 2004 ha istituito un albo per tutelarle e proteggerle quale bene culturale e a rischio di estinzione: radicate nel tessuto urbano, sono depositarie di un patrimonio di tradizione e storia che conservano ancora intatto, il pi delle volte animate da famiglie in cui passione per il lavoro e professionalit si tramandano di generazione in generazione. Il breve reportage fotografico (fotografie di Marco Menghi e Patrick Toomey Neri), con lintento di ravvivare la memoria, ne racconta alcune: diverse fra loro per variet e origine ma accomunate dalla serie degli scatti che per tutte inquadra la vetrina, i proprietari e gli interni. (GMR)

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Scrive Cristina Majno a Luca Beltrami Gadola


Ho decisamente apprezzato i suoi ultimi due articoli su Expo perch, con la lucidit e la chiarezza che la contraddistinguono, centra e da voce al nostro idem sentire e interrogarci sulla questione. Sono una cittadina milanese, libera professionista, che ha seguito con entusiasmo e passione tutta la campagna elettorale di Giuliano Pisapia, dalle primarie alle amministrative, votandolo in tutte e passando tutte tre le votazioni al seggio come rappresentante di lista. Sono stata per lui Rappresentante di lista alle primarie e ho contribuito per quanto ho potuto sia alla campagna della Lista Civica che a quella dei verdi ecologisti, con i quali ho raccolto firme per i Referendum cittadini: intendendo con ci sia esprimere la mia adesione a una politica indipendente, oltre i partiti, in appoggio al sindaco, sia la passione per la questione ambientale che ritengo una vera urgenza ed emergenza nella nostra citt. Intendo con "ambientale" la sintesi di trasporti, inquinamento, citt metropolitana, energia, differenziata rifiuti umidi e miglioramento della raccolta gi in atto, risparmio energetico, controllo di consumi energetici pubblici e privati, modelli di consumo pi sostenibili... Sono, senza se e senza ma, nella schiera dei delusi / dubbiosi / preoccupati assai su quanto va profilandosi per Expo: consapevole senz'altro delle difficolt del sindaco, che si trova a gestire / affrontare decisioni gi prese, un BIE arrogante e sbrigativo (vedi Carlo Petrini su Repubblica), terreni convertiti in edificabili da agricoli, e nutro un IMMENSO RIMPIANTO del progetto Boeri e colleghi, e precisamente del parco agroalimentare. Va detto anche che mi /ci sentiamo privi di una informazione sui contenuti ATTUALI dello stato dell'arte della materia, nonostante anche Lei abbia sollecitato da Arcipelago una trasparente informazione ai cittadini. La mia impressione che l'incalzare del tempo detti decisioni e passaggi rapidi, sapendo che ci che Expo sar, oltre i sei mesi di durata evento, rester a Milano ( e Rho!!!) . Che cosa ci rester? Quanto e quale cemento? Con quale destinazione d'uso dopo? E che rester del Parco agroalimentare??? Che spazio resta a Boeri con le sue deleghe? Per agire su cosa e con quali contenuti? E quali costi per la citt, tenuto conto del buco di 180 milioni di euro e della feroce manovra con relativi tagli agli Enti locali?? E quali i costi sostenuti fin qui nei precedenti tre anni?? Perch nessuno li dichiara? Spero Lei comprenda che, non essendo "addetti ai lavori", noi cittadini poco sappiamo e solo dalla stampa, e siamo MOLTO preoccupati per tutto quello che "a nostra insaputa" ci attende. Sono andata nel Sito di Expo (pi scarno di cos...): nessun aggiornamento, non sappiamo cosa Pisapia abbia firmato, nessun dato su costi, progetti ecc. Quello che sappiamo bene per come noi abbiamo risposto ai referendum cittadini, e che vorremmo essere tranquillizzati dal nostro amato Sindaco sulla sua fedelt all'impegno su un Expo verde e coerente con il Parco agroalimentare gi approvato a novembre 2010, sostenuto da Boeri, coerente con la nostra volont referendaria ... Non crede che l'esito referendario cittadino potesse essere un formidabile scudo/elemento di forza versus Bie e C. nell'incontro di Parigi e poi a Milano con BIE? Lei potrebbe pubblicare su Arcipelago tutti i documenti, iter, costi e lo stato dell'arte su Expo? (Avete fatto un ottimo lavoro, per esempio, nel documentare tutti i passaggi, iniziative, eventi e contatti di Bassetti e 50+1. Potreste fare lo stesso per Expo?) Non capiamo n dove andremo n perch tutto stato cos precipitoso, in quello che parso un gioco "di rimessa" da parte del Sindaco verso gli altri organi in ballo. Mi sento dare da altri della catastrofista, (bench in autorevole compagnia: Petrini, Gardella, Basilio Rizzo...) ma ho la sensazione che ci si trovi tutti in una sorta di "ricatto" politico: o mangiare questa minestra o perdere la scommessa politica di questa festeggiatissima Giunta. Ma chiedo: che ne resterebbe della "nuova politica" che abbiamo fortemente voluto, se la mediazione fosse al massimo ribasso?

Scrive Renata Lovati


di dire al commissario del Bie che siamo nel 2000 e certe manifestazioni sono ormai superate, inutili e non pi compatibili. Quando l'assessore ai trasporti della Provincia dichiara che soldi per riqualificare la strada tra Vigevano e Magenta non ce ne sono e quindi non si pu rinunciare ai soldi promessi in un progetto ANAS di tipo autostradale che lacera due Parchi, le braccia cadono veramente in basso

Bello il titolo dell'editoriale! Perch pochi, forse, all'inizio hanno avuto il coraggio di dire No al carrozzone dell'Expo e Milano non la Val di Susa, per l'opposizione c' ed costruttiva per chi vuole vederla. Forse basterebbe avere il coraggio

Scrive Andrea Rui


L'Expo 2015 sar senz'altro un fallimento come d'altronde lo sono tutte le manifestazioni di questo tipo dopo l'avvento della globalizzazione digitale. Mi chiedo a chi interesser venire a Milano (o meglio a Rho.... ) per vedere unesposizione di prodotti agricoli all'interno di un capann.29 III 27 luglio 2011 none. Per la citt avrebbe avuto un senso solo se questa operazione portava con s un progetto futuristico, un'integrazione citt/campagna accompagnata magari dalla riapertura delle vie d'acqua fino ad arrivare alla Darsena e a un tratto della cerchia interna con i navigli riaperti e pedonalizzati. Capisco che questo significa volare troppo alto... L'Expo ci lascer molti debiti qualche casa popolare, il nuovo ortomercato e forse un parco, capisco che i milanesi non ne siano entusiasti.

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Risponde Jacopo Gardella a Marco Proverbio


Ringrazio per il parere favorevole e mi complimento a mia volta con voi per le foto della mostra sul "Naviglio-Cuore di Milano". Cuore oggi silenzioso ma non spento, se siamo capaci di farlo tornare a battere. Mi fa piacere costatare che voi, a differenza dei disfattisti, i quali vedono nel costo della riapertura l'ostacolo insormontabile, siete invece capaci di valutare il costo per quel che deve essere valutato, senza prenderlo come scusa per non fare niente. Speriamo che l'idea della apertura integrale si faccia strada; e cominci a "navigare".Ci aiuteremo reciprocamente nello sforzo di far rivivere l'acqua a Milano.

Scrive Marinella Mandelli a Valentino Ballabio


Trovo realistica ed attuale la proposta di Valentino Ballabio (arcipelago del 20 luglio) di ridurre le province della Lombardia da 12 a 5 o 6 pi la Citt Metropolitana. Ma con quale criterio procedere a tale drastico sfoltimento? E' sufficiente la soglia numerica degli abitanti? Oppure occorre prendere in considerazione altri parametri di tipo territoriale e logistico? E' in grado l'autore di tale generica proposta formulare un'ipotesi di accorpamento con nomi e cognomi, capace di reggere alla prevedibile difesa egoistica e campanilistica (abolire le province si, ma quelle degli altri!).

Risponde Valentino Ballabio


Posto che i confini sono sempre originati da decisioni politiche (spesso arbitrarie e discutibili, a cominciare dal solco di Romolo contestato dal fratello gemello) spetta appunto alla politica, possibilmente senza la sua prosecuzione con altri mezzi, ovvero la guerra, assumere la responsabilit di deciderli. Come potrebbe la politica ridisegnare la carta geografica della Lombardia nel senso di accorpare e modificare le sue province? Un primo rozzo criterio consiste nel taglio lineare, alla Tremonti: via quelle sotto i 500.000 abitanti. Questa soluzione per non tiene conto di fondamentali fattori territoriali e logistici nonch economici e sociali. Allora bene cominciare dalla definizione dellarea metropolitana, visto che la istituzione della Citt Metropolitana, dopo anni di disprezzo Milano Monza Brianza lecchese e comasca (stima) Bustocco (stima) Citt Metropolitana Como meno brianza Varese meno bustocco Como e Varese Lecco meno brianza Sondrio Lecco e Sondrio Bergamo Brescia Pavia Lodi Pavia e Lodi Cremona Mantova Cremona e Mantova LOMBARDIA ed ironia, comincia ad essere sdoganata nel linguaggio politico ufficiale. Uno sguardo dal satellite mostra subito che mentre a sud la soluzione di continuit facilmente individuabile appunto nel Parco Sud, a nord la citt infinita si estende sin quasi alle falde dei laghi. Posto dunque che larea metropolitana riguarda il territorio urbanizzato entro il quale, secondo i sociologi, avvengono spostamenti di massa quotidiani, il confine nord non pu che ricomprendere tutta la Brianza nonch la densa zona di BustoGallarate (per una puntuale e documentata dimostrazione vedi lo studio LItalia dei sistemi urbani di G. Boatti, Mondatori, 2008). Formulata cos una Citt Metropolitana corrispondente al bacino della metropoli reale, che assorbe quasi met degli abitanti della Regione, 3.156.000 850.000 200.000 200.000 4.406.000 495.000 683.000 1.178.000 240.000 183.000 423.000 1.098.000 1.256.000 548.000 227.000 775.000 363.000 415.000 778.000 9.914.000 diventa relativamente spontaneo pensare unipotesi di accorpamenti, sintetizzabili nella seguente tabella, per arrivare a non pi di 6 province residue di popolazione compresa tra 750.000 / 1.250.000, con una sola eccezione di pi piccole dimensioni. Chiaramente tale estensione deve essere compensata da una radicale redistribuzione delle competenze verso i Comuni, come da articolo citato. Certamente tale soluzione pu apparire forzata e incontrare resistenze e riluttanze, magari nel nome di anacronistiche identit, ma qual lalternativa? Mantenere le attuali 12 in Lombardia e 120 in Italia con leffetto di delegittimarle tutte a furor di popolo, dopo gli incauti ma ripetuti ed autorevoli proclami multipartisan per labolizione tout court?

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RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Musica ed Expo
In ArcipelagoMilano della settimana scorsa Luigi Corbani, direttore generale dellOrchestra Verdi e dellAuditorium di Milano, propone saggiamente di cominciare a pensare a un programma di attivit culturali, anche per quanto riguarda la musica, da offrire ai visitatori che verranno in citt per lEsposizione Universale del 2015. E aggiunge ... limportante che da oggi si lavori a valorizzare il tessuto culturale milanese, facendolo diventare un sistema integrato, nella programmazione e nei tempi. La cosa tuttaltro che peregrina se si pensa che quellanno la citt non potr permettersi il lusso di andare in vacanza per tutto il mese di agosto o meglio a partire dai primi di luglio fino a settembre, com abituata a fare da tempo immemorabile perch lExpo aprir il primo maggio e chiuder il 31 ottobre; dobbiamo dunque credere, e augurarci, che in quei mesi di luglio e agosto Milano sia piena di turisti che non verranno solo per andare a Rho dalla mattina alla sera ma vorranno approfittare del viaggio per conoscere una citt che ha fama di essere interessante e che merita di farvi qualche esperienza. E quale esperienza pu offrire Milano pi significativa e irrepetibile della sua vita culturale e di quella musicale in particolare? (sopratutto quella musicale, ovviamente, per la meravigliosa capacit della musica di comunicare senza bisogno di mediatori linguistici). Milano appartiene a quella dozzina di citt del pianeta che, oltre ad avere architetture e monumenti importanti, accolgono nei propri musei grandi e celebri opere darte ed hanno la fortuna di possedere un teatro dellopera (in questo caso addirittura il pi famoso di tutti) e sale da concerto frequentate dai migliori musicisti del mondo. Possiamo immaginare dunque che gran parte dei visitatori dellExpo desideri vedere ed ascoltare qualche scampolo di queste opere, non sempre e non dovunque a portata di mano. Mancano ormai meno di quattro anni, e mentre altri hanno il loro da fare a preparare strutture e infrastrutture per accogliere quella massa di persone che verr a trovarci, i responsabili a vario titolo della vita culturale milanese dovrebbero cominciare a metter mano a programmi speciali e dedicati, e magari anche a qualche forma di coordinamento dei singoli programmi. Nellestate del 2015 non potremo tenere chiusi - la sera, la domenica pomeriggio, il luned - i musei e le grandi chiese, n sospendere i programmi della Scala, dellAuditorium, del Dal Verme, degli Arcimboldi, del Conservatorio; e dobbiamo anche pensare che tutti hanno diritto a un minimo di vacanza e per molte categorie di lavoratori non sar facile abbandonare il posto di lavoro nellestate del 2015. Sar il caso di cominciare a pensarci. Dice anche Corbani che dovremmo far partire unorganizzazione della citt pi consona non solo allevento dellExpo ma a una nuova dimensione della vita urbana perch, aggiungo, loccasione del 2015 pu essere colta anche per perdere alcune abitudini sonnacchiose e per farci fare quel salto di qualit necessario a vivere una citt pi metropolitana ed europea, dagli orari dei negozi e dei mezzi pubblici alla segnaletica stradale e turistica, dal traffico allinquinamento e tornando al nostro tema dalla disponibilit e dalla prenotabilit telematica dei posti a teatro e ai concerti (con congruo anticipo ma anche last minute) ai programmi di sala redatti in pi lingue. Abbiamo presente lofferta di musica classica in agosto a Berlino o a Londra e com presentata? Si sente la citt che fa sistema e che si organizza per una stagione diversa da quella invernale (tipicamente residenziale), magari pi turistica, ma non per questo di qualit inferiore o meno ricca di opportunit. Non credo che la nuova Giunta del Comune abbia bisogno di consigli; sembra perfettamente attrezzata culturalmente e politicamente per affrontare il tema. Possiamo per dir loro che la citt vuole sentire spirare un vento diverso anche da questo punto di vista. Vorrebbe sentirsi desiderata come una bella donna dagli stranieri che verranno a conoscerla fra non molto, dando il meglio di s senza risparmiarsi. E nel meglio di s c proprio lintensa sua vita musicale, le sue istituzioni, il livello degli artisti e dei programmi cui abituata. In fondo hanno solo bisogno di essere organizzati. Intanto, per non perdere le buone abitudini, buone vacanze a tutti, ne riparliamo a settembre!

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Sere destate al Museo Diocesano
Anche questanno il Museo Diocesano propone una ricca serie di iniziative per le sere destate. Il Museo infatti, smesso il consueto orario diurno, apre le sue porte dalle 19 alle 24, con una serie di attivit interessanti e insolite che si protrarranno fino al 3 settembre. La formula quella gi collaudata nelle scorse estati: aperitivo nei suggestivi chiostri del museo, appartenenti allex convento domenicano di Sant Eustorgio, dove ci si pu rilassare godendo della quiete e del verde del prato, nonostante ci si trovi nel pieno centro della citt. Dopo laperitivo sar possibile visitare le collezioni permanenti del museo, eccezionalmente gratuite, e aperte fino alle ore 24. Meritano sicuramente una visita i fondi oro della Collezione Crespi, 41 tavole, eseguite tra Trecento e Quattrocento, di ambito toscano e umbro; la Col-

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www.arcipelagomilano.org lezione Pozzobonelli con i suoi paesaggi arcadici; la Collezione Monti, che vanta nomi come Tintoretto, Peterzano (maestro di Caravaggio), opere dei fratelli Campi e un Guido Reni; ma notabili sono anche tante opere provenienti dalla Diocesi di Milano, tra cui una Crocifissione di Francesco Hayez e Il furto sacrilego del Magnasco. Dipinti ma non solo. Nellipogeo sar possibile ammirare una vasta gamma di arredi liturgici, reliquiari e messali, cos come nel corridoio dingresso, dedicato a Sant Ambrogio, sar possibile ammirare un nucleo di opere provenienti dal soppresso Museo della Basilica di Sant'Ambrogio. Tra questi, di particolare importanza il Busto di Sant'Ambrogio benedicente, X secolo circa, e la Lettiera di Sant'Ambrogio (IV secolo), dove, secondo la tradizione, sarebbe stato esposto il corpo del santo durante le esequie avvenute nella basilica che prende il suo nome. Ma il Museo non solo arte dei secoli scorsi. Questanno sono cinque le mostre di arte contemporanea, sempre gratuite, che si potranno visitare allinterno del museo stesso, in un connubio di storia e modernit che da sempre caratterizza le scelte espositive del museo. Espone Giovanni Frangi, con La rgle du jeu. Atto secondo. Dieci . giardini, dove protagonista la natura, vista secondo una forte idea di teatralit, con tele di grosse dimensioni che spingono lo spettatore a guardare gli alberi e le loro ombre da un diverso punto di vista, quasi onirico. La seconda mostra quella di Nazzareno Guglielmi, Sei ore per la mia testa, ovvero una riflessione sul rapporto tra le tre dimensioni dello spazio e la quarta dimensione del tempo. Lopera una videoinstallazione costituita da 365 fotografie, incentrate sul tema della croce e della sua visualizzazione attraverso immagini rintracciate dallartista in tutte le esperienze del quotidiano. Inoltre, nel corridoio dingresso del museo presente anche una selezione dei libri dellartista, che costituiscono parte importante della sua produzione. La terza mostra quella di Giorgio Majno, che attraverso fotografie e ritratti studia il tema della bellezza, in relazione alle persone e alla natura: donne e uomini ma anche elementi vegetali che hanno pari dignit allinterno della sua opera. E presente anche Franco Marrocco, con Trittico, prima tappa di un viaggio che porter questa imponente opera in altre citt italiane. Dellartista sono presenti anche altre opere, tra cui Alito o costato, tutte tele caratterizzate da grandi dimensioni e da un uso del colore molto intenso ed evocativo. Lultima artista presente in queste sere destate Paola Marzoli, con il suo Btfage. Opere 2009-2011, pitture che sembrano fotografie, opere che sono pi un diario di viaggio, come indicano i titoli stessi, e che raccontano esperienze spirituali e sensazioni raccolte durante i suoi viaggi in Terra Santa. Ulivi, sole abbagliante, animali e paesaggi sono i segni di una pittura che vuole raccontare il cammino quotidiano compiuto dallartista. Ma il museo non solo arte. Nel chiostro, infatti, tutte le sere sono previste attivit ludico-culturali con proposte sempre diverse: si inizia il marted, con i concerti di musica jazz e di classica a cura del Conservatorio di Musica "G. Verdi" di Milano; il mercoled si terr un ciclo di conferenze su Leonardo da Vinci; il gioved sono previsti spettacoli teatrali a cura dei comici di Zelig; il venerd concerti e intrattenimenti musicali a cura della Scuola Civica di Jazz; infine il sabato dedicato ai bambini e alle famiglie con burattini, fiabe e spettacoli dedicati. Museo Diocesano di Milano, fino al 3 settembre. Da marted a sabato, ore 19-24. Ingresso gratuito per tutte le attivit

Hayez nella Milano di Verdi e Manzoni


Stampa, ma anche quello dellamico Antonio Rosmini e di Massimo dAzeglio (che aveva sposato una figlia del Manzoni). Attraverso i 24 dipinti esposti (insieme e opere di Boldini, Beretta e Bertini), si passa dalla giovanile produzione a soggetto storicoromantico, che richiama direttamente alcune opere del Manzoni, come i dipinti ispirati alla tragedia del Conte di Carmagnola, il Ritratto dell Innominato, 1845, fino ai due dipinti sacri, LArcangelo San Michele e La Vergine Addolorata, opere amate dal Manzoni e che rimandano ai suoi stessi Inni Sacri. Ma laltro importante protagonista anche Giuseppe Verdi, con cui lHayez collabor per la messinscena di alcune opere. Hayez infatti aveva gi trattato in pittura alcuni di questi temi tratti dai melodrammi verdiani, come I Lombardi alla prima Crociata, I Vespri siciliani e I due Foscari, esposti in mostra accanto ai ritratti dei loro antichi proprietari, quale limperatore Ferdinando I dAustria per la prima versione de Lultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia, o il poeta Andrea Maffei e la moglie Clara, animatori di un celebre salotto sociale, proprietari della seconda versione di questo soggetto. Tele di incredibili dimensioni e intensit, che mostrano tutta la forza melodrammatica e i tumulti di un secolo. Accompagnati, per loccasione, da un sottofondo di musiche verdiane. Ed proprio nellultima sezione che compare un altro grande protagonista musicale italiano, Gioacchino Rossini, con il quale Hayez ebbe un rapporto privilegiato, come dimostra anche il Ritratto di Giocchino Rossini, 1870, affiancato a quello di Verdi eseguito da Boldini. Purtroppo Hayez, nonostante la grande amicizia, non riuscir mai a ritrarre lamico compositore. Chiude la rassegna lopera pi famosa di Hayez e della Pinacoteca, Il Bacio. Unopera tuttaltro che innocente, ma che anzi, come spesso accade nella sua pittura, Hayez usa per mascherare, dietro temi apparentemente innocui ed episodi di storia del passato, istanze e aspirazioni risorgimentali, ai tempi impossibili da esprimere liberamente a causa della censura austriaca. Nella

Per celebrare i 150 anni dellUnit dItalia, la Pinacoteca di Brera ospita una grande mostra, dedicata a uno dei suoi artisti pi celebri e significativi, il veneziano Francesco Hayez. Ideata da Fernando Mazzocca, uno dei pi importanti studiosi italiani di Hayez, e da Isabella Marelli, conservatrice delle opere dellOttocento della Pinacoteca di Brera, con la collaborazione di Sandrina Bandera, direttrice della Pinacoteca, la mostra divisa in sei sezioni tematiche, che analizzano buona parte della produzione artistica e della vita del grande maestro. Una mostra a tutto tondo che coinvolge anche altri illustri protagonisti dellOttocento nella Milano preunitaria, come Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi, uniti da personale amicizia al pittore del Bacio. Pittore romantico ma di formazione classicista, Hayez ebbe grande successo come ritrattista presso le nobili famiglie milanesi, come dimostrano il ritratto del Manzoni stesso, 1841, di solito schivo e riservato ma che accett di farsi ritrarre in una posa informale dallamico, e quelli della sua seconda moglie Teresa

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www.arcipelagomilano.org prima versione de Il Bacio (1859), esposto a Brera dopo la liberazione della Lombardia dall'Austria, si pu leggere infatti il saluto del patriota alla sua amata, ma anche il sacrificio e l'amore dei giovani per la nuova nazione, loro che saranno poi i progenitori di unItalia nuova, libera e finalmente unita. Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi - Pinacoteca di Brera, fino al 25 settembre Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica Biglietti: Intero euro 11. Ridotto euro 8.50

AllHangar Bicocca si gioca a ping pong


La nuova mostra allHangarBicocca dedicata allartista tailandese Surasi Kusolwong, che realizza una insolita installazione site specific nello shed, la parte iniziale del grande spazio dellHangar. Nelle navate grandi possibile ancora vedere, per le ultime settimane, la mostra del progetto Terre Vulnerabili. Linstallazione prevede cinque tavoli da ping-pong, che i visitatori potranno davvero utilizzare per giocare. Sopra ogni tavolo sono posizionati diversi tipi di oggetti e materiali dedicati a vari aspetti del lavoro di Kusolwong: oggetti di uso quotidiano, semplici, domestici e a volte kitsch come animali in gesso coperti da pezzi di conchiglie, o animali intagliati in legno o ancora oggetti tipici di diverse culture collezionati durante i suoi viaggi o fatti dallartista. Nellinstallazione sono presenti anche materiali e oggetti che rimandano al mondo dellarte povera: specchi e forme ritagliate collegate ai simboli e ai manoscritti di Alighiero Boetti. Lo scopo del gioco semplice: il progetto una sorta di specchio che proietta i visitatori dentro quella complessa e a volte contraddittoria rete di comunicazione che avvolge la societ contemporanea: un dialogo non stop fatto di domande e risposte. Nellinstallazione trovano posto per anche altre forme darte: una scultura a forma di cubo collegata a una macchina del fumo; una sculturavulcano fatta da una montagna di sale con al centro una lampada; un gruppo di sculture-tenda fatte di marmo, ferro, legno e specchio; una scultura fatta di tutte le pagine del libro Living in the End Times di Slavoj Zizek; una scultura morbida fatta di spugne con un cartello dalla scritta Prenditi del tempo per sederti e pensare; e una serie di lampade pendenti realizzate da Kusolwong. Un lavoro giocoso e di grande impatto visivo, ma che riflette, e fa riflettere, sui temi della comunicazione e delle relazioni. Ping-Pong, Panda, Povera, PopPunk, Planet, Politics and P-ArtSurasi Kusolwong HangarBicocca. Fino al 15 settembre Orario: 11.0019.00, giov dalle 14.30 fino alle 22.00, lun chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro

Cattelan tra piccioni imbalsamati e foto surrealiste


Nuovo scandalo (preannunciato) per lenfant prodige dellarte nostrana, Maurizio Cattelan. Alla 54esima Biennale di Venezia, inaugurata il 4 giugno e che andr avanti fino al 27 novembre, lartista padovano, chiamato in extremis a partecipare, ha proposto una particolarissima opera-installazione: The others, 2000 piccioni imbalsamati e collocati sui solai, le travi e gli impianti del Padiglione centrale della Biennale. In realt lidea tanto nuova non visto che riprende uninstallazione del 1997, Tourists, gi esposta nella Biennale di quellanno, curata da Germano Celant, e che consisteva in duecento colombi imbalsamati. Alcuni dei quali, bene dirlo, sono stati poi battuti allasta da Christies per lincredibile somma di 150 mila sterline. Insomma altri piccioni tassidermizzati appollaiati su travi. Questo ha comportato una inevitabile protesta da parte degli animalisti, che hanno manifestato con slogan e cartelli allingresso dei Giardini. Certo Cattelan non nuovo alluso di animali nelle sue opere, come fece nel 1996 per La ballata di Trotskij, in cui appese un cavallo imbalsamato a uno dei soffitti del Castello di Rivoli (stima: due milioni di dollari), oppure un altro cavallo, sempre imbalsamato, trafitto da un cartello con la scritta INRI, esposto nel 2009 alla Tate Modern di Londra; la statua animale dei quattro musicanti di Brema, o ancora lirriverente regalo alla Facolt di Sociologia dell'Universit di Trento in occasione del conferimento della laurea honoris causa: un asino impagliato dal titolo Un asino tra i dottori. Ultimo ma non meno crudele, il topolino incastrato in una bottiglia di vodka Absolut per uno degli eventi legati alla Biennale del 2003 organizzato proprio dal marchio Absolut. Magra consolazione far notare che i piccioni non sono stati imbalsamati appositamente per levento e che, in realt, nel 2007, per la giornata dell'arte contemporanea promossa da Amaci (Associazione dei musei d'arte contemporanea italiani) Cattelan aveva realizzato un canguro nascosto dietro un albero dal quale spuntavano solo le orecchie dell'animale, un lavoro eseguito con il sostegno del Wwf stesso. Quattrocento di questi piccioni andranno poi alla mia retrospettiva al Guggenheim di New York che aprir il 4 novembre. Confermo che quello sar il mio ultimo impegno prima di lasciare il mondo dellarte. Cos si giustifica Cattelan, sostenendo ancora una volta che il suo ritiro dal mondo dellarte davvero imminente. Verit o strategia? Sarebbe in ogni caso un ritiro parziale, perch lobiettivo di Cattelan occuparsi sempre di arte, ma in modo collaterale, attraverso la sua nuova rivista Toilet Paper. Come annunciato mi ritiro a occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne far anche altre. Per lappunto. Questa nuova impresa editoriale, diretta e curata insieme allamico e fotografo Pierpaolo Ferrari, presentato nello spazio milanese Le Dictateur, una rivista fotografica, una sorta di moderno giornale dada-surrealista (abbondano occhi, nasi e dita mozzate), dedicata solo alle immagini, niente spiegazioni, che accosta fotografie diverse e un tantino scioccanti, per permettere allo spettatore pindarici voli interpretativi e suggestivi. Limportante, suggeriscono gli autori, la sequenza con cui le foto sono proposte. Insomma il solito, irriverente e autoreferenziale Cattelan. 54. Esposizione Internazionale darte Biennale di Venezia, Giardini e Arsenale dal 4 giugno al 27 novembre, Orari: 10 18 chiuso il luned. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi

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Doppio Kapoor a Milano


Sono tre gli appuntamenti che lItalia dedica questanno ad Anish Kapoor, artista concettuale anglo-indiano. Due di questi sono a Milano, e si preannunciano gi essere le mostre pi visitate dellestate. Il primo alla Rotonda della Besana, dove sono esposte sette opere a creare una mini antologica; il secondo "Dirty Corner", installazione site-specific creata apposta per la Fabbrica del Vapore di via Procaccini. Entrambe curate da Demetrio Paparoni e Gianni Mercurio, con la collaborazione di MADEINART, gli stessi nomi che hanno curato anche la retrospettiva di Oursler al Pac. Una mostra di grande impatto visivo, quella della Besana, con opere fatte di metallo e cera, realizzate negli ultimi dieci anni e che sono presentate in Italia per la prima volta. Opere di grande impatto s, ma dal significato non subito comprensibile. Kapoor un artista che si muove attraverso lo spazio e la materia, in una continua sperimentazione e compenetrazione tra i due, interagendo con lambiente circostante per cercare di generare sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati, come spiega lartista stesso. Ecco perch non tutto lineare, come si pu capire guardando le sculture in acciaio C-Curve (2007), Non Object (Door) 2008, Non Object (Plane) del 2010, ed altre che provocano nello spettatore una percezione alterata dello spazio. Figure capovolte, deformate, modificate a seconda della prospettiva da cui si guarda, un forte senso di straniamento che porta quasi a perdere l'equilibrio. Queste solo alcune delle sensazioni che lo spettatore, a seconda dellet e della sensibilit, potrebbe provare davanti a questi enormi specchi metallici. Ma non c solo il metallo tra i materiali di Kapoor. Al centro della Rotonda troneggia lenorme My Red Homeland, 2003, monumentale installazione formata da cera rossa (il famoso rosso Kapoor), disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso a un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lentissimo e silenzioso scambio tra creazione e distruzione. Unopera, come spiegano i curatori, che non potrebbe esistere senza la presenza indissolubile della cera e del braccio metallico, in una sorta di positivo e negativo (il braccio che buca la cera), e di cui la mente dello spettatore comunque in grado di ricostruirne la totalit originaria. Il lavoro di Kapoor parte sempre da una spiritualit tutta indiana che si caratterizza per una tensione mistica verso la leggerezza e il vuoto, verso limmaterialit, intesi come luoghi primari della creazione. Ecco perch gli altri due interessanti appuntamenti hanno sempre a che fare con queste tematiche: Dirty Corner, presso la Fabbrica del Vapore, un immenso tunnel in acciaio di 60 metri e alto 8, allinterno dei quali i visitatori potranno entrare, e Ascension, esposta nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, in occasione della 54 Biennale di Venezia. Opera gi proposta in Brasile e a Pechino ma che per loccasione prende nuovo significato. Uninstallazione site-specific che materializza una colonna di fumo da una base circolare posta in corrispondenza dellincrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica e che sale fino alla cupola. Anish Kapoor - Rotonda di via Besana fino al 9 ottobre Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 fino all11 dicembre Orari: lun 14.30 - 19.30. Mar-dom 9.30-19.30. Giov e sab 9.30-22.30. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi.

Ritorna Brera mai vista


Dopo tre anni di assenza riprende liniziativa Brera mai vista, unoccasione unica per vedere dal vivo, nelle sale della sempre affascinante Pinacoteca di Brera, dipinti poco noti, generalmente conservati nei depositi della Pinacoteca per problemi di spazio, ma che prendono vita attraverso speciali esposizioni incentrate su di essi. Importante anche la presentazione che di questi dipinti viene fatta: studiosi e storici dellarte si mettono in prima linea per studiarli, analizzarli e presentarli al grande pubblico. Ma questanno c una novit. Lopera in questione non da sempre un bene di Brera, bens un nuovo acquisto. E la piccola ma preziosa tavola della Madonna con il Bambino, datata 1445 circa, attribuita al Maestro di Pratovecchio. Una tavola presumibilmente creata per la devozione privata, visto il piccolo formato, e che mostra una giovane Madonna dallo sguardo rassegnato, intenta a scrutare lavvenire, che sa essere gi carico di dolore. La madre e il n.29 III 27 luglio 2011 Bambino, nellatto di benedire, sono racchiusi in una sorta di nicchia coperta da quello che sembra essere un motivo damascato. La tavola un dipinto poco noto, non solo per il pubblico ma anche per gli esperti, e che fu studiato e fotografato gi da Roberto Longhi, che dedic anche un saggio per ricostruire le vicende del misterioso pittore. Un artista fino a poco tempo fa anonimo, conosciuto appunto come Maestro di Pratovecchio, ma a cui recentemente si potuto dare un nome: Giovanni di Francesco del Cervelliera. Non un illustre sconosciuto per, ma un collaboratore artistico di Filippo Lippi, tra gli anni 1440-1442. E che sia proprio di quegli anni evidente guardando il suo disegno, attento al rigore prospettico tipico fiorentino, ma anche interessato ai colori luminosi e cangianti che compaiono nelle vesti della Madonna. Riprendendo in questo sia il pi noto Filippo Lippi, con i suoi personaggi inquieti, che i colori di Domenico Veneziano. La somiglianza con lo sfondo damascato della sua Madonna Berenson davvero notevole. Gli stessi espedienti e artifici formali che hanno ispirato anche altri artisti, presenti nella raccolta della Pinacoteca: Giovanni Boccati, Giovanni Angelo di Antonio, Fra Carnevale e naturalmente Piero della Francesca, allievo di Domenico Veneziano. Prima di essere esposta la tavola ha subito anche un restauro conservativo, ma che non ha alterato i tratti e la storia del dipinto, fattore importante per ricostruirne le vicende e non cancellare quelli che sono i segni del tempo della storia dellarte. Ecco dunque che la piccola tavola potr essere unutile scusa per rivedere la Pinacoteca, integrando anche questo dipinto nel percorso storico e cronologico che la Pinacoteca propone. Brera mai vista. La Madonna con il Bambino del Maestro di Pratovecchio - Pinacoteca di Brera, sala XXXI, fino all11 settembre - Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica 15

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Al Museo del Novecento larte scende in piazza


Il Museo del Novecento ha da poco inaugurato la sua prima mostra temporanea, intitolata Fuori! Arte e spazio urbano 1968-1976. La mostra, curata da Silvia Bignami e Alessandra Pioselli, allestita al piano terra del museo, uno spazio piccolo e raccolto ma forse, c da dirlo, non troppo funzionale per questa mostra, fatta da video, filmati, pannelli e grandi fotografie. Il tema tra i pi interessanti: far luce su un periodo particolare della vita politica, artistica e sociale italiana, quella manciata danni che va dalle contestazioni giovanili del 68 fino al decennio successivo. Momento sociale importante ma non solo, anche larte e gli artisti giocarono un ruolo cruciale nel risveglio delle coscienze popolari. Sono gli anni in cui larte si allontana da musei, gallerie e luoghi tradizionalmente deputati alla fruizione, per uscire fuori, appunto, in strada, per coinvolgere il pubblico e il mondo reale. Peformance, azioni, installazioni, poco importa il medium, limportante era la riappropriazione del tessuto urbano cittadino e il farlo insieme al pubblico. Per capire la vicenda artistica di quegli anni, la mostra ne ripercorre alcune tappe significate, quali Arte povera + azioni povere (Amalfi, 1968; a cura di Germano Celant); Campo Urbano (Como, 1969; a cura di Luciano Caramel); il Festival del Nouveau Ralisme (Milano, 1970; a cura di Pierre Restany); Volterra 73 (Volterra, 1973; a cura di Enrico Crispolti), ma anche la Biennale di Venezia del 1976. Per spiegare queste azioni e performance cos effimere sono stati usati video, filmati restaurati, registrazioni sonore, fotografie e manifesti, le armi di quella rivoluzione artistica che tanta importanza ebbe nel risvegliare pensieri e passioni. Ecco allora in mostra le fotografie di Ugo Mulas per Campo Urbano; i gonfiabili di Franco Mazzucchelli allestiti fuori dai cancelli dellAlfa Romeo di Milano (1971); i lenzuoli di Giuliano Mauri alla Palazzina Liberty di Milano contro la guerra in Vietnam (1976); le azioni incomprese sul territorio fatte da Ugo La Pietra e le prime ricerche sulla comunicazione, rivolte agli studenti, del Laboratorio di Comunicazione Militante. E ancora le pratiche di progettazione partecipata di Riccardo Dalisi a Napoli, per creare asili nei rioni disagiati; le fotografie della gente qualunque di Franco Vaccari; la passeggiata con la sfera di Michelangelo Pistoletto, riproposta dal film di Ugo Nespolo (1968/69); le interviste di Maurizio Nannucci, fatte di una sola parola ai passanti (Firenze, 1976). Ma anche le indimenticabili e scioccanti performance di Rotella, Restany e Niki de Sainte Phalle, durante il Festival del Nouveau Realisme a Milano, con il banchetto funebre, una sorta di macabra ultima cena per decretare la fine del gruppo, fatta dai membri del gruppo stesso; i monumenti impacchettati di Christo; le espansioni gommose di Cesar in Galleria Vittorio Emanuele e il monumento fallico di Tinguely. Tutto visibile attraverso filmati, documenti preziosi di momenti ormai perduti. Insomma una carrellata di artisti e azioni che hanno profondamente influenzato larte di oggi e che idealmente completano il percorso espositivo del Museo del Novecento, che si conclude allincirca agli anni Sessanta, con lavori pensati per superare il limite tradizionale del quadro o della scultura: dagli ambienti programmati e cinetici allarte povera alla pittura analitica. In contemporanea, il Museo ospita anche altre due esposizioni: una sala dedicata alla famiglia Carpi e ai suoi maggiori esponenti, Aldo e Pinin; allultimo piano invece sar possibile studiare una selezione di disegni e ceramiche di Alessandro Mendini, provenienti dalla collezione di Casa Boschi-Di Stefano. Per concludere, nellultima vetrata dello spazio mostre stato allestito un white cube, dove dal 15 aprile al 30 giugno sar esposta Nice ball, opera di Paola Pivi. Una composizione fatta di sedie di design in miniatura che, illuminate dallinterno, proiettano sulle pareti giochi di ombra. Seguiranno poi a rotazione anche unopera darte, un oggetto di design e una fotografia.

Fuori! Arte e spazio urbano 19681976 - Museo del Novecento - fino al 4 settembre. Lun 14.30-19.30; mar, mer, ven e dom 9.30-19.30; giov e sab 9.30-22.30 Biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org


INQUADRATURE ESTIVE ArcipelagoMilano augura a tutti un agosto da Oscar! Per questo vi salutiamo lasciandovi in compagnia di qualche pillola dei nostri critici, per deliziare le serate estive con un buon film Le pillole di Paolo Schipani: LA FINE IL MIO INIZIO di Jo Baier [Das Ende ist mein Anfang, Germania, Italia, 2011, 98] Un dialogo tra padre e figlio, uno scambio di sguardi e silenzi. Prima di morire Tiziano Terzani lascia la sua pi grande eredit al figlio Folco: la serenit di morire felici. In sala: AriAnteo Porta Venezia 29 luglio IL DISCORSO DEL RE di Tom Hooper [The King's Speech, UK, Australia, USA, 2010, 111]. Lamicizia come passione semplice ma imprescindibile, la storia di un uomo che supera i suoi limiti per diventare Re. In sala: AriAnteo Umanitaria 27 luglio, Porta Venezia 25 agosto GIANNI E LE DONNE di Gianni Di Gregorio [Italia, 2011, 90]

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www.arcipelagomilano.org Il cinema semplice di Gianni Di Gregorio: commedia italiana autoironica di un uomo di mezza et che sorride di se stesso. Noi sorridiamo con lui. In sala: AriAnteo Umanitaria 12 agosto, Conservatorio 25 agosto HEREAFTER di Clint Eastwood [USA, 2010, 129] Eastwood danza sulla sottile linea tra vita e morte, senza mai cadere nel paranormale o nel dogmatico. Non d alcuna risposta definitiva: utilizza i suoi dubbi per raccontarci una storia. In sala: AriAnteo Porta Venezia 27 luglio, Conservatorio 1 settembre 13 ASSASSINI di Takashi Miike [Juusan-Nin No Shikaku, Giappone, Gran Bretagna, 2010, 120'] Nel Giappone medievale di Miike i samurai si massacrano a colpi di katana in uninfinita battaglia tra bene e male. In sala: AriAnteo Porta Venezia 1 agosto INCEPTION di Christopher Nolan [USA, 2010, 148]. Sogni che si fondono e confondono, unorgia di realt e finzione come in un gioco di specchi, con un Leonardo Di Caprio creatore e ladro di mondi. Lultima illusione di Christopher Nolan. In sala: AriAnteo Umanitaria 31 luglio, Porta Venezia 21 agosto MAMMUTH di Gustave de Kervern [Francia, 2010, 92] Benot Delpine, Gerard Depardieu, grosso e stanco, ritorna al passato cavalcando la sua moto: trasportandoci in un road-movie nostalgico e divertente, anche il protagonista si scoprir uomo nuovo. In sala: AriAnteo Umanitaria 31 agosto THE FIGTHER di David O. Russell [USA, 2010, 116]. Due pugili alla ricerca del successo. Due fratelli che lottano - nella vita per non toccare il fondo. Ma il vero combattimento fuori dal ring. In sala: AriAnteo Conservatorio 8 agosto POETRY di Lee Chang-dong [Shi, Corea del Sud, 2010, 135]. Larte sprigionata dalla bellezza delle piccole cose, la nascita dellispirazione poetica scaturita dal dolore. La poesia del cinema, il cinema della poesia. In sala: AriAnteo Umanitaria 9 agosto IN UN MONDO MIGLIORE di Susanne Bier [Hvnen, Danimarca, Svezia, 119] Il seme della vendetta cresce sottopelle nellessere umano e in qualsiasi mondo pu facilmente esplodere in violenza. Come si fa a rivoluzionare un mondo governato dalla vendetta?In sala: AriAnteo Porta Venezia 10 agosto to nella forma. Lisa Chodolenko vuole dimostrarci quanto in verit poco cambi nella sostanza.In sala: AriAnteo Conservatorio 29 agosto SILVIO FOREVER di Roberto Faenza e Filippo Macelloni [Italia 2011, 85'] Il film-documentario che racconta la storia di questo giullare, intrattenitore in perenne prestito alla politica. Il re nudo. In sala: AriAnteo Umanitaria 11 agosto TUTTI PER UNO di Romain Goupil [Francia 2010, 90'] In un mondo che vive ancora di preconcetti legati alla razza, alla religione e al paese di provenienza, Romain Goupil mostra la forza della fratellanza attraverso un gruppo di bambini. In sala: AriAnteo Conservatorio 28 luglio, Umanitaria 27 agosto AMERICAN LIFE di Sam Mendes [USA 2009, 98] Gli occhi puri e ingenui di Ben e Verona servono a Sam Mendes per mostrarci le psicosi di un'America spaesata e impaurita. In sala: AriAnteo Conservatorio 29 luglio, Umanitaria 26 agosto QUALUNQUEMENTE di Giulio Manfredonia [Italia 2011, 96'] La satira caricaturale di Antonio Albanese non impedisce alla politica italiana di correre ai ripari surclassando in volgarit i tentativi di imitazione. In sala: AriAnteo Porta Venezia 18 agosto MACHETE di Roberto Rodriguez ed Ethan Maniquis [USA 2010, 105'] Machete violento, crudo e sanguinario. La vendetta il filo conduttore di una trama gi nota ma che ci attrae grazie alla cura dei dettagli e alla perfezione dello stile di Rodriguez. In sala: AriAnteo Conservatorio 28 luglio, Umanitaria 27 agosto

Le pillole di Marco Santarpia: HABEMUS PAPAM di e con Nanni Moretti [Italia, Francia 2011, 104']. Nanni Moretti ci racconta l'inadeguatezza e la fragilit del caposaldo umano della regione cattolica. Il sottofondo di Todo cambia una profezia della piccola rivoluzione di questa primavera italiana. In sala: AriAnteo Conservatorio 24 agosto, Porta Venezia 3 agosto 127 ORE di Danny Boyle [USA, Gran Bretagna 2010, 90'] La fotografia sublime del Canyon americano fa da sfondo al dilemma vitale di Aron Ralston. Cosa disposto a fare per uscire vivo da un crepaccio largo un metro? In sala: AriAnteo Porta Venezia 6 settembre I RAGAZZI STANNO BENE di Lisa Cholodenko [USA 2010, 104'] Due donne sono i genitori di due adolescenti. Niente di pi inconsue-

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