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L.B.G.- OSPEDALE SAN RAFFAELE. IL DIAVOLO E LACQUA SANTA Guido Martinotti LETTERA DI GUIDO MARTINOTTI AGLI AMICI ELETTORI Emilio Battisti EXPO DIFFUSA? MA LA MORATTI AVR CAPITO? Marco Frey e Elena Jachia FINISCE IL TERRITORIO. E POI? Giuseppe Ucciero QUANTO VALE LA BELLEZZA DEI NAVIGLI? Andrea Campioli INNOVAZIONE IN EDILIZIA: PUBBLICIT INGANNEVOLE Emanuele Ranci QUALCHE FLASH SU NOI MILANESI Rita Bramante LE FABBRICHE DEI SOGNI Jacopo Gardella PIAZZA FONTANA Carneade SPIGOLATURE ELETTORALI/2 VIDEO MANFREDI PALMERI NE CON LA MORATTI NE CON PISAPIA MUSICA VIVALDI CONCERTO PER MANDOLINI RV558 (ALLEGRO MOLTO) Complesso Europa Galante - Fabio Biondi.
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Guendalina Murroni CINEMA Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
Majorino ha fatto benissimo a contestare subito sul piano giudiziario. Dal punto di vista elettorale per la prima volta in anni la maggioranza berlusconiana non si presenta compatta, sia per il giudizio negativo sulla gestione Moratti (assai diffuso in tutti gli ambienti, basta leggere il giudizio de Il Giornale del 14 Aprile) sia per i riflessi della crisi nazionale del blocco berlusconiano: non porter milioni di voti, ma se Granata dice che voter (far votare ovviamente) Pisapia, qualche smottamento c. E molto improbabile che con le varie liste in campo la signora Moratti riesca al primo turno, anche se ho sentito esprimere unopinione contraria, che mi sembra davvero aberrante, da parte di un autorevole membro del PD. Poi si vedr, i sondaggi per quel che valgono (ma non sono del tutto da buttare) sono incoraggianti e lo conferma anche Piero Bassetti in una bella intervista Qualche speranza c, ma occorre che questa volta ci sia veramente limpegno di tutti ed per questo che vi scrivo. Giusto per caso mentre scrivevo, ho visto che oggi su Libero il giornalista Belpietro (quello famoso per molte cose, ma di recente anche per la sla dellattentato farlocco) ha lanciato dalle pagine del suo giornale Libero, lhallal per la Moratti. La campagna veramente cominciata e Milano stato ufficialmente dichiarata il Ridotto della Valtellina del Berlusconismo. La stragrande maggioranza dei miei amici, e cio voi, riconosce come fatto assai positivo e incoraggiante, che questa volta il popolo del centrosinistra si sia mobilitato nel giusto modo, abbia scelto secondo le regole delle primarie e abbia scelto un gruppo di ottimi candidati che rappresenta le forze progressiste e che si impegnato a lavorare assieme, bench per ragioni di legge elettorale siamo stati obbligati a fare una scelta. Ci siamo rivolti alla parte attiva dellelettorato secondo le regole autonomamente scelte dal maggio-
re partito del centro-sinistra e abbiamo avuto un responso chiaro. E questo deve valere per tutti, sia per chi ha creduto in Pisapia fin dallinizio e ci crede ancora come me, sia per chi ha votato altri. So bene che ci sono state delle delusioni, ma quella su Stefano Boeri, candidato eccellente, il risultato di una scelta sbagliata. Si poteva arrivare allo stesso risultato (o forse anche a uno diverso) con meno ruggine, senza questa scelta voluta da alcuni dirigenti, ma contestata da altri. Nonostante questo, le primarie sono andate bene, direi anche molto bene e oggi dovremmo veramente accantonare ogni riserva mentale e lavorare per vincere. Molti amici e compagni non hanno ancora ben capito che il meccanismo elettorale non permette a ciascuno di esprimere il candidato fatto su misura. Come diceva il grande genio novecentesco Henri Simon, states and organizations are blunt subjects: le entit organizzate non permettono troppi distinguo, a un certo punto cala laccetta. Il principio democratico o maggioritario, forse inventato in Grecia, non sappiamo bene (a Roma come noto si votava per gruppi) ottuso. O si sta di qua o si sta di l. Tertium non datur: chi non vota, vota per laltro. Alla fine, dopo il primo turno, a Milano, chi non vota Pisapia farebbe meglio a dire onestamente di votare per Moratti. Il risultato lo stesso, e anche il significato. So che la maggioranza di voi condivide queste posizioni ma ci sono alcuni atteggiamenti che mi preoccupano. C continua dirsi convinto che nonostante tutto vincer la Moratti, magari ritenendosi cos politologo migliore di tutti noi. Questo mi sembra un atteggiamento davvero triste. Dopo la sconfitta da parte dei conquistadores spagnoli i poveri Maia sgominati si trovavano in catacombe che troviamo ancora oggi costellate dellimpronta di mani rovesciate, segno di disfatta. Ma il popolo della sinistra non come i Ma-
ia, non siamo estinti n in Italia n altrove, e chi ha avuto la ventura di sentire il discorso di Obama sul Bilancio sa che la maggiore potenza mondiale ha un presidente di sinistra che non si vergogna di dirlo. Come molti altri capi di stato progressisti attaccato rudemente da una destra anche peggiore della nostra che arriva fino a contestare la cittadinanza di Obama (come se non ci fossero la Corte Suprema e altre innumerevoli istituzioni che ovviamente hanno fatto tutti i controlli necessari al momento delle candidature) e oggi ci sono un paio di stati che chiederanno i certificati di cittadinanza ai candidati alla Presidenza! Ma la verit che oggi siamo nel mezzo di una grande rivolta contro la destra e contro il dispotismo in tutte le parti del mondo. Le cinque dita della mano devono essere presentate in alto, non in basso. Va anche rifiutato latteggiamento di chi si mette come uno spettatore alla finestra, commentando da esteta della politica la mossa delluno o dellaltro. Rendiamoci conto che sul ring non c solo il nostro candidato ci siamo anche noi. Un colpo preso da lui, che lo vogliamo o no, arriva in faccia anche a ciascuno di noi. C un momento per discutere e scegliere e c un momento per agire. Questanno si pu vincere, ma solo se tutti, e proprio tutti, questa volta, simpegnano di persona, la vittoria non scritta in qualche sofisticato ragionamento a priori, non scritta nei sondaggi di ieri, ma nel voto di domani. Mi scuso per il tono predicatorio, ma mi auguro che ognuno di voi si metta a predicare e in primo luogo mi aiuti a far circolare la mia lettera, o meglio ancora scriva a sua volta agli amici nello stesso senso. Andiamo, che ce la si fa; ognuno di noi si rilegga le parole di Enrico V prima di Azincourt: Forse siamo pochi, ma in futuro saremo orgogliosi di essere stati tra quei pochi
N mi interessa valutare le conseguenze della mancata partecipazione alla NewCo della Provincia di Milano. Ci che pi meraviglia che per la prima volta in una dichiarazione pubblica si faccia espressamente riferimento a unExpo diffusa, indicandola quale mezzo per coinvolgere quelle componenti sociali che fino ad ora si sono limitate ad assistere con evidente diffidenza e sconforto alle diatribe e conflitti di potere che sono state la causa di ritardi e inefficienze. Come i lettori di Arcipelago sanno, lidea di una Expo Diffusa e Sostenibile stata lanciata pubblicamente da pi di due anni attraverso una petizione indirizzata proprio alle figure istituzionali che hanno il compito di realizzare la manifestazione del 2015 senza che sia mai stata da loro presa in considerazione, per quanto sottoscritta da oltre 1400 intellettuali, professionisti e cittadini di ogni appartenenza politica. Avvalendosi di un contributo della Fondazione Cariplo, tale proposta si poi concretata in uno specifico progetto del Politecnico di Milano che ha avviato una nutrita serie di contatti con vari soggetti interessati alla manifestazione non solo a Milano ma distribuiti in Lombardia e nelle regioni limitrofe. Sarebbe ora che la nostra iniziativa potesse non essere considerata in competizione con la manifestazione ufficiale, ma piuttosto come un indispensabile complemento finalizzato al suo successo. Visto che le risorse per realizzare il sito dellExpo, originariamente previste nel dossier di candidatura nella misura di 3,5 miliardi di euro si sono nel frattempo ridotte a meno della met, non sembra realistico immaginare di attirare gli ipotizzati 20 milioni di visitatori esclusivamente per rinchiuderli allinterno di un grande orto planetario o, come appare pi probabile, di un grande luna park del cibo. C infatti il pericolo che la manifestazione si risolva in una enorme kermesse gastronomica e che la tavolata lunga un chilometro e mezzo che era apparsa tanto suggestiva nel master plan dellExpo elaborato dai cinque architetti coordinati da
Steno Boeri, alla luce dei nuovi orientamenti resi noti recentemente che accantonano gli orti a favore delle tecnologie, se mai verr realizzata, possa tradursi in qualcosa di assurdo e grottesco. Malgrado i buoni propositi del sindaco Moratti, ci che sembrano essere al momento pi in pericolo sono infatti proprio i contenuti e le quattro parole chiave che ricorrono nel titolo della manifestazione nutrizione, pianeta, energia e vita rischiano di dare la stura a ogni tipo di semplificazione e banalizzazione. Noi crediamo invece che il modo pi agevole e sicuro per favorire la messa a fuoco e lofferta di contenuti sia proprio di presentare moduli significativi dellesposizione localizzandoli nei territori e affiancandoli alle eccellenze monumentali, paesaggistiche e culturali di cui la Lombardia e lintero paese sono dotati. LExpo del sito dovrebbe ragionevolmente svolgere soprattutto il ruolo di porta di accesso ai nostri territori, offrire ai visitatori non tanto e non solo una visita allExpo, ma una effettiva esperienza di vita nel segno della sostenibilit, in tutte le sue possibili declinazioni. Come abbiamo gi avuto modo di sostenere in molte occasioni bisogna, rivolgersi soprattutto ai giovani, perch nel 2015 vengano tra noi e con noi per visitare le eccellenze del nostro territorio vivendo per qualche giorno la propria vita quotidiana fatta non solo di alimentazione ma anche di turismo, cultura, divertimento, sport, ospitalit e tutto quanto un giovane pu immaginare di fare durante una vacanza intelligente ma coinvolgente e allo stesso tempo divertente, nel segno della sostenibilit. LExpo cos concepita potr svolgere un importante ruolo formativo nei confronti dei giovani visitatori che saranno gli alfieri della sostenibilit in tutto il pianeta, riportando nei loro paesi dorigine il significato e il valore di quanto sperimentato concretamente e non solo assistendo a sofisticate simulazioni. E, aspetto non secondario, dopo la grande manifestazione non ci saranno padiglioni da demolire e siti da recupe-
rare, ma una eredit positiva di interventi che avranno dato un contributo significativo al miglioramento dellaccessibilit e alla riconoscibilit delle molte risorse culturali, monumentali e ambientali di cui i nostri territori dispongono per quanto non sufficientemente valorizzate. E tutto ci con un significativo e duraturo ritorno anche per il turismo. Salone del Mobile e Fuori Salone ci offrono annualmente lesempio delleffetto sinergico che si pu instaurato tra la manifestazione ufficiale che si svolge in fiera e quella informale che si diffonde nella citt coinvolgendola in modo diffuso e capillare. Del resto Giuseppe Sala stesso, al momento del suo insediamento, aveva rilasciato una intervista nella quale citava espressamente il Fuori Salone come esempio per segnalare lesigenza che lExpo non si limitasse ad allestire esclusivamente il sito in prossimit della Fiera. Ma mentre il Salone dura solo sei giorni e si svolge a Milano lExpo, che dovr durare sei mesi, e investire lintera regione, richieder unorganizzazione di ben altra portata. E per questo motivo che abbiamo progettato e ci siamo dati una piattaforma di partecipazione e collaborazione on line che consente a ciascuno di noi, compreso il sindaco Moratti, di avanzare proposte, segnalare luoghi e opportunit, proporre la costituzione di tavoli di coordinamento delle iniziative, offrire competenze e persino investire su quelle che lasciano presagire significativi ritorni economici ( www. eds.dpa.polimi.it). Per chi non avesse troppa dimestichezza con il web abbiamo anche predisposto una pubblicazione che ciascuno pu scaricare in pdf dal sito del Dipartimento di Progettazione dellArchitettura del Politecnico www.dpa.polimi.it. Ognuna delle proposte che saranno registrate nella piattaforma verr automaticamente georeferenziata e riportata con la sua precisa localizzazione in una mappa, contribuendo cos a formare con il contributo di tutti lo scenario territoriale della futura Expo Diffusa e Sostenibile.
suolo risulta ancor oggi un ambito scarsamente indagato. Consapevole della criticit della risorsa suolo e di un suo uso consapevole, la Fondazione Cariplo ha intrapreso un percorso che partendo dalla creazione di una migliore base conoscitiva - consenta alle pubbliche amministrazioni e al terzo settore privato di proporre progetti innovativi sulla tutela del suolo e sulla valorizzazione degli spazi aperti che possano indurre azioni di sistema volte a migliorare la qualit della vita nei nostri territori. La Fondazione ha quindi avviato nel corso del 2008 il progetto Effetti ambientali relativi agli usi e alle coperture del suolo, coordinato dal DiAP (Dipartimento di Architettura e Pianificazione) del Politecnico di Milano, basato su immagini da satellite del territorio della regione Lombardia e delle province di Novara e Verbania e su una campagna fotografica dei Comuni potenzialmente coinvolti da EXPO 2015. I risultati del progetto sono stati mappati in una banca dati dedicata (http://www.fondazionecariplo.it/spa ziaperti). Dal data base, che utilizza un sistema GIS, possibile evincere quali siano le trasformazioni duso subite dal territorio della Lombardia e delle due province di Novara e Verbano Cusio - Ossola, contabilizzando le variazioni da una destinazione duso a un'altra (ad esempio da seminativo a urbanizzato) nel periodo di tempo intercorso tra il 1999 e il 2008 fino a un livello di dettaglio comunale. Solo per citare un primo dato eclatante, in provincia di Milano tra il 1999 e il 2008 le superfici antropizzate sono cresciute di circa 7.000 ettari, delle quali il 93% sottratti alle aree
agricole (seminativi e colture permanenti). Questi dati evidenziano la velocit e spesso la casualit del processo di cementificazione, insieme allassenza di un disegno mirato alla tutela dei pochi spazi aperti ancora presenti nel nostro territorio, in particolare nelle aree urbane e periurbane. Le forti pressioni edificatorie e infrastrutturali spesso non sono adeguatamente contrastate dalle amministrazioni locali, anche a causa della mancanza di una valida progettualit alternativa o della miope prassi di finanziare le spese correnti attraverso gli oneri di urbanizzazione. Da queste considerazioni deriva lulteriore decisione di Fondazione Cariplo di supportare le amministrazioni locali nellaffrontare il tema del consumo di suolo attraverso un bando dedicato alla salvaguardia e alla qualificazione degli spazi aperti in ambito urbano e peri-urbano (proposto per la prima volta nel 2010 e ancora nellanno in corso, con scadenza 24 giugno 2011). Gli spazi aperti sono identificabili con quelle aree non edificate e non urbanizzate poste entro o ai margini dellurbanizzato, indipendentemente dalla loro funzione, destinazione duso o effettivo utilizzo. In particolare, il bando intende promuovere: 1. il censimento degli spazi aperti a rischio di futura edificazione o urbanizzazione o in stato di degrado e opportunamente utilizzabili per processi di qualificazione del territorio; 2. la redazione di Studi di fattibilit, mirati a qualificare e/o consolidare gli spazi aperti, restituendoli alla propria funzionalit ambientale e/o sociale e/o agricola. La banca dati http://www.fondazionecariplo.it/spaz
iaperti funger in questambito anche da elemento di raccolta e valorizzazione degli elaborati progettuali prodotti nellambito dei progetti finanziati, con lo scopo di censire ed evidenziare gli spazi aperti esistenti e valorizzare e diffondere le idee progettuali, a possibile beneficio anche di altri contesti territoriali. Lauspicio che i progetti, basati su processi condivisi e fatti propri dallintera collettivit locale, vengano poi recepiti dagli strumenti di governo del territorio attraverso precisi atti amministrativi, per garantire il mantenimento di questi spazi e delle loro funzioni nel tempo. In conclusione, la Fondazione con la sua attivit intende contribuire a mostrare come decisioni amministrative e strumenti di governo del territorio possano contrastare i massicci fenomeni di cementificazione e di consumo di suolo, qualora amministrazioni locali e cittadini ritrovino nella difesa del territorio un punto di incontro e di interesse strategico. * Consigliere incaricato per le tematiche ambientali FondazioneCariplo ** Direttore Area Ambiente Fondazione Cariplo
quando si ormai fatta strada una visione del mondo e delle cose che include il Bello come fattore produttivo specifico della nostra societ: lEconomia dellImmagine si fonda sulla categoria della Bellezza e del Gusto, ancorch distorti. Venendo a noi, pensiamo ai Navigli, a quel prezioso sistema di valori, cultura, memorie, simboli e pratiche, che si sono via via sedimentati tra la Darsena, le due alzaie, e nei territori circostanti. Pensiamo al motivo per cui proprio in questi luoghi e non in altri, cos come in piazza Vetra o in Brera, si sono localizzati, addensandosi in una concentrazione elevatissima, i servizi per il loisir urbano, per quel bel vivere che attira ogni sera, in un pendolarismo quotidiano volontario, migliaia di persone. Se pensiamo a tutto ci e ci chiediamo cosa chiama a s, da tutta la citt e dalla metropoli milanese, giovani e meno giovani, siamo costretti a riconoscere nella Bellezza dei Luoghi il fattore distintivo, la risorsa valore sociale capace di generare servizio valore economico. Non c dubbio, non si va a sera sui casermoni di Lorenteggio o sui Navigli coperti di via Senato. Si va a prendere il fresco e unocchiata di Bello sui Navigli perch l sono Storia e Natura, in un intreccio unico: il Sociale. Questa specifica dotazione locale di Bellezza la risorsa che alimenta la produzione quotidiana di valore economico. E se cos , non si vede come si possa negare che la sua riproduzione quotidiana costi-
tuisca la garanzia della riproduzione del valore economico dimpresa. Non pensiamo di aver detto nulla di particolarmente nuovo, e proprio per questo, non si pu non essere stupiti, amareggiati e quasi disarmati, di fronte alla desolazione dei luoghi che abbiamo appena ricordato. Su tutti, lo scempio della Darsena, luogo simbolo della Milano citt dacqua, che potrebbe aggiungere Bellezza a bellezza, respiro dello Sguardo al nostro occhio, attrazione nuova a chi Desidera, e quindi Valore a valore, e invece giace manomesso e deturpato. E cosa pensare poi dello stato delle Alzaie e cosa del susseguirsi senza soluzione di continuit di insediamenti del divertimento (le Quinte della Movida) che, non regolati, consumano la Bellezza e cos facendo distruggono i loro stessi guadagni futuri? Difficilmente possiamo trovare a Milano un luogo in cui si coglie cos stretta la relazione, e non lopposizione, tra il bello e lutile, tra limmateriale e leconomico, tra il Valore Sociale e il Valore dimpresa. E altrettanto difficilmente possiamo trovare a Milano un luogo in cui questa relazione viene negata dalla aggressivit senza prospettive di uno sfruttamento vergognoso e pari, per la sua impudenza e per la sua gravit, al comportamento di una pubblica amministrazione che sarebbe facile chiamare ignava, oltre che complice di piccoli ma sostanziosi interessi privati senza futuro. Ignava perch lascia residenti e imprese a fronteggiarsi in un conten-
zioso ad armi dispari, ma soprattutto perch del tutto indifferente alla comprensione di una politica attiva, allaltezza dei tempi e della domanda di tutti, residenti, imprese e ospiti, in grado di generare quella maggior Qualit Urbana - Bene Comune che pu aggiungere risorse sul tavolo del confronto e della mediazione. Fuor di metafora: una Darsena rimessa a nuovo, una politica degli spazi verdi (micro e macro), unazione di attrazione di flussi turistici che facciano vivere il quartiere nelle ore, i giorni, e le stagioni, non ingolfate dalla Movida, non sono tutti elementi di una dimensione urbana pi vivibile, socievole, fruibile e al tempo stesso economicamente attraente? Non allora vero che la Bellezza al tempo stesso Dono sociale e Motore della creazione del valore dimpresa? Noi lo affermiamo perch pensiamo che la Bellezza sia sinonimo e non contrario di sviluppo, lo crediamo perch siamo convinti che la sinistra debba rivendicare a s il compito di farsi promotrice del Bello e non solo del necessario, perch infine crediamo che siamo nati come donne e uomini non per compiere i gesti automatici e compulsivi, e per questo anonimi, della sopravvivenza biologica, ma quelli ricchi di senso, di gusto e di individualit, che affermano il Bello come piena espressione della nostra autonomia.
ineludibile orizzonte di riferimento nellambito delle tecnologie del costruire richiede una riarticolazione del processo edilizio a partire dalla considerazione dellintero ciclo di vita del manufatto edilizio, dallapprovvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione dei semilavorati e dei componenti, alluso, alla gestione, fino alla dismissione e al riciclo dei materiali. Questa prospettiva impone un cambio di mentalit o, meglio, di cultura. Tutti i soggetti coinvolti nei processi di trasformazione delle citt nelle quali abitiamo, dai singoli cittadini alle imprese di costruzioni, devono identificare nella cooperazione la
anche modalit di confronto pi adeguata per fare innovazione. Per portare a compimento il difficile percorso che consente di trasformare idee realmente innovative in prodotti i e servizi concretamente utili sono necessarie una forza che i singoli soggetti, separatamente, non possono pi avere. Occorre in altre parole una cultura del progettare e del costruire che ha come punto di forza il riferimento a ci che nella ricerca sociologica e antropologica stata recentemente definita come intelligenza collettiva. Unintelligenza distribuita ovunque, continuamente valorizzata, coordi-
nata in tempo reale, che porta a una profonda mobilitazione delle risorse e delle competenze e che consente di affrontare problemi complessi senza procedere a una loro sterile riduzione. Il livello qualitativ della architettura oggi non dipende certo dalloriginalit di nuove visioni estetizzanti, ma dallintensit con cui si riesce a stringere il legame tra esigenze, progetto e ricerca tecnologica. Con i cantieri della grande Milano forse stata persa una grande occasione.
partite IVA, precari, operai, ma talora anche professionisti e dirigenti. In tempo di elezioni viene spontaneo chiudere sollecitando i milanesi ad andare a vedere se queste analisi, e soprattutto la domanda di ca-
se, sostegno, servizi che si evidenzia, trovano considerazione e risposta nei programmi dei candidati. Troveremo chi li ha elaborati in proposte progettuali coinvolgendo cittadini ed esperti, e chi neppure li
considera ritenendo pi profittevole posare in gigantografie con anziani, vigili urbani, o lavoratori, per apparire con loro almeno il tempo di un flash.
il necessario procedimento amministrativo? La citt formata da costruzioni private, ma possiede un volto pubblico, un aspetto di interesse collettivo, una immagine appartenente a tutti i cittadini: questa prerogativa urbana esige consapevolezza e rispetto da parte dei privati. Se questi sono in difetto deve essere consentito alla Amministrazione comunale un intervento di natura legale che supplisca alla carenza dei proprietari negligenti. Oggi tale intervento si riduce unicamente allesproprio, ma tutti sanno che la procedura di esproprio talmente difficoltosa da risultare quasi inattuabile. Il nuovo edificio che copre gran parte dellarea un tempo bombardata un felice esempio di costruzione seria in un panorama milanese costellato da banalit, se non da orrori. Ledificio denota la seriet dei suoi progettisti, allievi e continuatori di un noto maestro quale era Aldo Rossi: edificio improntato a principi di buon senso, di ordine, di compostezza. La facciata, scandita dalla maglia strutturale, evita la nuda esposizione degli elementi portanti, ingentilendo i loro spigoli con leggere e nitide modanature che si rincorrono lungo lintera successione delle campate. I pilastri e le travi del piano terreno, occupato da un portico a tutta lunghezza, cos come le lesene e gli architravi dei piani superiori, sono rivestite da lastre di marmo il cui spessore viene lasciato in evidenza e utilizzato come risalto decorativo. Un uso tratto dalla scuola costruttiva milanese; un effetto decorativo otte-
nuto mediante un attento e accurato dosaggio di sottili proiezioni dombra sulla superficie della facciata. Nella nota Ca Bruta dellarchitetto Giovanni Muzio (1893-1982) limpianto architettonico - decorativo della facciata sottolineato dalle leggere sporgenze e dai minimi arretramenti con cui vengono posate le lastre di rivestimento. Volendo risalire ancora pi indietro sufficiente ricordare le facciate dallarchitetto Giuseppe Piermarini (1734-1808): sulle quali lalternarsi discreto e appena accennato di aggetti e di incassi preannuncia lormai prossima compostezza neoclassica. Lomaggio alla tradizione non si nota soltanto nei dettagli costruttivi; si manifesta apertamente anche nellimpianto generale della costruzione, dove la zona di ingresso viene messa in evidenza e sottolineata sia dal cambiamento cromatico del rivestimento, sia dalla collocazione dellinsegna alla sommit delledificio. La scritta a grandi lettere si innalza al di sopra del cornicione, e indica da lontano il punto della facciata in cui posto lingresso principale: non diversamente nei palazzi antichi un timpano classico o una cimasa barocca indicano il punto in cui si trova lentrata ufficiale del palazzo. La piazza, nonostante il recente felice intervento nel suo lato nord, ancora incompleta e male sistemata. Disturbano i due vuoti informi ai lati della Banca dellAgricoltura, dai quali viene distrutta latmosfera di raccoglimento e protezione che sarebbe auspicabile ma che oggi la piazza non in grado di offrire. Non
sufficiente collocare in posizione pi visibile e pi decorosa la bella fontana polilobata; anche necessario creare un perimetro che funga da elemento di delimitazione e di chiusura dello spazio aperto, oggi mal definito e mal configurato. La progettazione di tale perimetro sar oggetto di un concorso; sar loccasione per mettere alla prova la capacit progettuale degli attesi concorrenti. Il perimetro pu variare di disegno e di composizione; pu essere costituito da un muro di cinta o un porticato continuo; pu presentarsi come un percorso fiancheggiato da negozi o come una semplice passeggiata coperta; pu prendere come modello il movimentato portico che circonda la Rotonda della Besana (ex-Foppone), o il sobrio quadriportico, oggi distrutto, del vecchio Lazzaretto. Al di l delle diverse soluzioni importante che il perimetro rispetti due condizioni, apparentemente poco conciliabili: da un lato definire uno spazio chiuso e raccolto; dallaltro non ostacolare la vista del Tribunale e dellArcivescovado. La soluzione sar facilmente trovata lasciando nel perimetro due aperture uguali e contrapposte: una sul maestoso portale di ingresso allArcivescovado, progettato dallarchitetto Pellegrino Tibaldi (1527-1596); laltra verso il meno nobile ma non meno autorevole portone di ingresso al Tribunale. Quante stimolanti occasioni progettuali, se soltanto la Amministrazione Comunale si rendesse conto che Milano pu diventare pi dignitosa e attraente!
sale faticoso. Sono tutti daccordo anche nelle conclusioni. Con Albertini sarebbe stata unaltra cosa. Per i partiti una campagna elettorale da vedovi inconsolabili La famiglia Fatuzzo ci riprova. Oscillanti; nel Partito Cristiano dazione sociale prima, alleato alla Liga Veneta, in lista con AN, con il Polo delle libert, sostenitori di Formigoni e di Sarfatti. Padre e figlia con un gruppo di fedeli hanno tentato tutti i possibili scenari rimediando pi di un ventennio tra parlamenti e consigli regionali. Elettoralmente hanno sempre pesato di pi di molti blasonati partitelli: alle ultime regionali in citt l1,2%, ma nel 2005 il 2,2% e hanno una storia elettorale che risale agli anni 80 (10.000 voti alle comunali del 1985). La loro forza sta nella capacit stra-
ordinaria di essere prima che unorganizzazione politica un patronato di assistenza e nella compattezza delle scelte: sempre e solo o il padre o la figlia. Ah le famiglie duna volta! Per sono tornati a correre da soli. Linizio della fine Torna anche Roberto Bernardelli. un inizio nella Lega per Trieste, prima pensionato poi padano, consigliere comunale nel 1987, mitico assessore comunale, parlamentare, consigliere regionale con lappoggio della Lega sud Ausonia sostiene Pagliarini che fu ministro del Bilancio nel primo governo Berlusconi. Allora sembrava incredibile, oggi visto chi siede nel consiglio dei ministri viene da rimpiangerlo. Pare che Armando Siri esca di scena. Mesi di preparazione, manifesti, video, siti, libri, riviste, aperitivi.
Tutto inutile. Ma quanti soldi ha buttato? Marco Predolin si candidata perch Milano ha bisogno di lui. Faccio la ragionevole previsione che 699.990 elettori diranno che si sbagliato Forse salta anche la lista del centro islamico. Tanto timore per nulla. Non ci sar nemmeno Max Loda che fu candidato anche a Torino, pare, nella lista immigrati basta quella che distribuiva come gadget manganelli di plastica. Mancher quindi anche la lista che, come recita testualmente un comunicato stampa, vede in Piergiorgio Goisis il suo leader maximo. Sono sempre i migliori che se ne vanno.
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Sempre interessanti gli interventi di Mario De Gaspari sulla finanza immobiliare. Mi chiedo per quale sia il suo parere su quanto appare sul tema nei documenti dell' "Officina per la citt" del candidato Sindaco Pisapia, presentati peraltro come "Programma Pisapia" proprio su "Arcipelago". Mi riferisco in partico-
lare al punto 3, "Finanza locale", dove alla pag. 28 si parla appunto di "valorizzare il patrimonio comunale" mediante gli indici del PGT Moratti, "facendo cassa" con il trasferimento dei diritti edificatori, approfittando non per ultimo del doppio ruolo di "regolatore" e di "attore" proprietario che pu essere giocato dal Comu-
ne. Proprio un bell'esempio di quel "battere moneta" con l'emissione di diritti edificatori attraverso la "zecca" del territorio che tanti i Comuni sembrano aver scoperto. Credo che sarebbe una bella cosa se prima delle elezioni si facesse chiarezza su questa ambiguit.
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hann Sebastian Bach, diretti da Ruben Jais (direttore del coro Erina Gambarini) * luned 25, alle ore 16, lorchestra Verdi Barocca, diretta anchessa da Ruben Jais, con il coro istruito sempre da Erina Gambarini, esegue lOratorio di Pasqua e Der Himmel lacht!, Die Erde jubilieret, e Christ lag in Todesbanden di Johann Sebastian Bach
* gioved 28, venerd 29 e domenica 1, sempre allAuditorium lorchestra sinfonica diretta da Tito Ceccherini esegue il Concerto per pianoforte e orchestra di Ravel (pianista Roberto Cominati), Sinfonia e Cielo dal Pater doloroso di Sylvano Bussotti, Iberia di Debussy e, in chiusura, il Bolero di Ravel * marted 26 alla Scala va in scena la prima esecuzione assoluta
dellopera Quartett di Luca Francesconi (direttore del Settore Musica della Biennale di Venezia) commissionatagli dal Teatro; cantata in inglese, sar diretta da Susanna Mlkki e da Iean Michael Lavoie, per la regia di Alex Oll (de la Fura dels Baus) con Serge Lemouton e Sbastien Naves
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Cosmit. Il Salone del Mobile compie 50 anni
Il Salone del Mobile festeggia 50 anni. Cinque decenni di successi, innovazioni, novit e tendenze. Per celebrare il suo primo mezzo secolo di vita, COSMIT, la societ organizzatrice del Salone Internazionale del Mobile, ha organizzato come sempre tante manifestazioni collaterali create ad hoc per quello che il suo (involontario) spin off pi importante, il Fuorisalone, nato nel 1965. Eventi, feste, installazioni ed esposizioni temporanee per tutta la citt, che vanno ad affiancare la Fiera ufficiale. Tra queste spiccano tre appuntamenti importanti, la mostranon mostra Principia e i gi conclusi Cuorebosco e Avverati- A dream come true. Il principale evento, visitabile fino al 27 aprile Principia. Stanze e sostanze delle arti prossime, un grande padiglione molecolare installato in piazza Duomo, ideato e curato da Denis Santachiara, in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti. Sono otto le stanze che il visitatore potr esplorare, ognuna dedicata a un diverso ambito tematico scientifico, utilizzato per la creazione di opere sonore, visive, di design e artistiche. Attenzione per: non una mostra sul rapporto artescienza, ma unesposizione che illustra come i principi della scienza possano dar luogo a inedite opere darte. Scopo del progetto capire il punto di partenza del fare artistico, per poi arrivare a guardare lopera darte con stupore e nuova attenzione. E cos che il visitatore potr riflettere su come i principi matematici e geometrici abbiano influenzato Leonardo e Brunelleschi per la scoperta della prospettiva e del punto di fuga; su come i vedutisti veneziani si siano serviti della camera ottica per le loro straordinarie vedute, oppure su come la fotografia abbia influenzato gli Impressionisti e lanimazione ottica il cinema e le avanguardie. Se questa per era larte del passato, ancora oggi, e soprattutto oggi, gli artisti contemporanei usano e sfruttano nuovi principi(a) per la creazione di opere tecnologiche e innovative. Si inizia dunque con la Nano room, con opere cos piccole da dover essere viste al microscopio, come lincisione sul granello di sale di Mimmo Paladino o il cammello nella cruna dellago di SMART Collective; ma ci sono anche opere che si oppongo alla gravit, come i magneti sospesi di Tom Shannon e Luca Pozzi; larte wireless di Marina Abramovic, Bernardini e Santachiara, giocata tra video e apparizioni fugaci; le opere non coerenti con lo spazio della No norm room, e le opere seriali ma personalizzate di Karin Sander, in cui il visitatore scultura di se stesso, prodotto di una scansione 3D, opera unica e irripetibile. Il percorso si chiude con la riproduzione della natura, fatta di tappeti sintetici e libri da cui germogliano erba e semi e i batteri si coltivano in lastre di plexiglass colorato, di Ackroyd e Harvey; si passa infine per la musica tridimensionale di Ludovico Einaudi e i robot meccanici di Valbuena e ROBOTLAB. Un percorso stimolante e interattivo per avvicinarsi alla tecnologia, vista come motore primo del fare artistico. Il secondo appuntamento stato il suggestivo Cuorebosco. Luci suoni e alberi di nebbia dove nata la citt, conclusosi domenica 17. Uninstallazione sita in piazza san Fedele, davanti alla statua del Manzoni. Ed proprio dal grande scrittore che prende avvio unesperienza sensoriale unica e coinvolgente. Da godersi di sera, il progetto stato ideato da Attilio Stocchi in occasione di Euroluce 2011. Scopo di Cuorebosco era quello di ricreare un antichissimo bosco sacro ai Celti, che sorgeva proprio sul luogo della piazza. Questo stato identificato come il nucleo primo e originario di Milano, a cui si voluto rendere omaggio ricreando colori, suoni e atmosfera di un primitivo bosco, visto come spettacolare theatrum naturae. Una nebbia prima verde, poi rossa, arancio, grigia, blu avvolge gli spettatori, tutto intorno suoni e canti di uccelli tipici della foresta fanno ritornare indietro nei millenni lo spettatore, per rivivere la vita del bosco dallalba al tramonto. Su questo bosco vigila Alessandro Manzoni, che diventa protagonista durante il prologo della performance, narrando la sua personale storia legata alla citt e quella delle origini di Milano. Il terzo appuntamento organizzato da COSMIT era ospitato nella centralissima Montenapoleone, in cui lAssociazione commercianti, insieme a Citroen, si sono legate per la prima volta al Salone del Mobile e hanno ideato una mostra a cielo aperto. Giovani designer hanno esposto le loro creazioni per strada e nelle vetrine dei marchi pi prestigiosi, raccolti in Avverati - A dream come true, curata da Beppe Finessi. Un percorso visivo, omaggio alla creativit e al design nelle vie della moda. Principia. Stanze e sostanze delle arti prossime. Piazza Duomo, fino al 27 aprile. Lun-dom ore 10-20, giov fino alle 23. Ingresso gratuito.
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bronzo, lavorati con le dita, scavati nella carne, immagini famigliari che lartista ha modellato in tutta rapidit, rispondendo ad unurgenza interiore. Teste e busti che dagli anni 40 in poi diventano di dimensioni minuscole, piccolissime, sovrastate quasi dal loro piedistallo, cambiamento che si pu legare alla prematura morte della sorella Ottilia, davanti alla quale luomo e larte nulla pu fare, se non rendersi conto della propria piccolezza e fragilit. Presenti anche opere di dimensioni maggiori e ben famose, quali Homme qui marche, Femme debout, corrosa ed evanescente, e Femme de Venise. Sculture sottili ma allo stesso tempo pesanti: per colore, prevalentemente il nero, per materiale, il bronzo, ma soprattutto per i sentimenti che esprimono: malinconia, inquietudine, tristezza. Gli occhi non sono mai
stati cos tanto lo specchio dellanima. Sono energumeni che prendono forma dalla materia grezza, ma che al tempo stesso rischiano di far ritorno a questa materia, sgretolandosi. Figure esili e precarie, appunto, create da Giacometti sulla scia del suo interesse per la filosofia esistenzialista. Non a caso era amico di Sartre. Lo dichiara lui stesso: La fragilit insita negli esseri umani () sempre con la minaccia di crollare. Lo stare in equilibrio, il compiere movimenti per Giacometti una meraviglia e un miracolo continuo. Sculture ma non solo per. Una sezione ampia e importante dedicata ai disegni e ai dipinti che il maestro cre per tutta la vita. Schizzi veloci, approntati su fogli qualunque, giornali, ricevute, libri, ma anche copie di opere classiche, studi preparatori, svaghi creativi. I dipinti infine rimar-
cano di nuovo la dimensione tutta famigliare dellopera di Giacometti, riproponendo gli stessi soggetti, in una pittura che un omaggio a Cezanne, a Boccioni, nei ritratti della madre, a Braque e a Francis Bacon. Alcuni ritratti sembrano fatti dalla sua stessa mano. Unesposizione curata e ambiziosa, che vuol dare una visione globale del lavoro di Giacometti, della sua dimensione lavorativa (lo studio sempre sullo sfondo), e della sua vita privata, cos inscindibilmente legata alla sua arte.
Giacometti. Lanima del Novecento. Fino al 5 giugno, MAGA - Museo Arte Gallarate, Orari: 9.30 19.30 mar-dom. Chiuso lun., Costi: intero 9 , ridotto 6
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Gli impressionisti. I capolavori della Clark Collection. Palazzo Reale 2 marzo 19 giugno 2011 Orari: lun. 14.30 - 19.30. Mar, mer, ven e dom 9.30 -19.30. Giov e sab 9.30 - 22.30 Biglietti: Intero 9,00. Ridotto 7,50
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decidere di assumere il nome darte di Savinio. La mostra vuol essere unantologica a tutto campo sullarte saviniana, la pi grande mai fatta da trentanni a questa parte. Cento e pi opere esposte, dipinti ma non solo, divise in cinque sezioni tematiche: mito, letteratura, architettura, oggetti e scenografie. S, perch Savinio fu un artista a tutto tondo, di quelli eclettici che forse al giorno doggi non esistono pi. Scrittore, pittore, compositore, drammaturgo, scenografo e regista teatrale. Scopo della mostra proprio il ripercorrere tutte le attivit a cui si interess nel corso della vita, analizzando temi e modi del suo linguaggio. La mostra, curata da Vincenzo Trione (lo stesso curatore dellepica mostra di Dal chiusa un mese fa), propone un incipit e una fine di percorso molto particolari. La voce di Toni Servillo, infatti, accoglie il visitatore nella prima e nellultima sala, declamando a gran voce testi e pensieri di Savinio. Perch solo con le parole di Savinio si pu capire larte e il Savinio-pensiero. Non sproloqui di critici, esperti ecc., ma parole vere, autentiche del maestro, che tanto lasci scritto e che tanto si
prodig affinch la sua arte fosse spiegata per ci che era veramente. Difficile inquadrare Savinio a priori, in qualche corrente artistica predefinita. Certo, conobbe i Surrealisti, certo suo fratello fu esponente di spicco della Metafisica. Ma Savinio elabor una poetica tutta sua, non convenzionale neanche per queste correnti di rottura. Apollinaire, amico dei De Chirico ed estimatore dellopera di Savinio, disse di lui che era grande come i geni del Rinascimento toscano. Nato in Grecia, rimase profondamente influenzato dalla cultura classica di quella terra, tanto che dipinse a pi riprese miti classici ed eroi, fino a identificarsi con Hermes, il pi misterioso e ambiguo dio dellOlimpo. Per Savinio la pittura deve essere antinaturalistica, non deve mai assomigliare alla realt, deve essere un mezzo per guardare oltre. E operazione mentale, concettuale, esercizio della mente. Limportante lidea, ed per questo che ogni medium pu essere valido: pittura, disegni, teatro, parole. I riferimenti culturali sono tanti, dalla monumentalit della pittura italiana degli anni 20 e 30, alla rivista Valori Plastici, allarchitettura
razionalista, ma presente anche il mondo dellinfanzia, con le famose Isole dei giocattoli, mausolei riferiti a un tempo e a un periodo scomparsi per sempre; i miti greci, la letteratura, con omaggi allamico Apollinaire; lossessione per le aperture, finestre che mettono in scena, teatralmente, potremmo dire, i soggetti dipinti; e ancora donne e uomini in abiti e interni borghesi, omaggio ai suoi familiari, ma con la faccia di galli, pellicani, struzzi e anatre, creature mutanti di un altro mondo. Concludono questo surreale percorso oggetti, abiti, mosaici e decorazioni create da Savinio nelle sue sperimentazioni, per terminare con la bellissima sezione teatrale in cui sono esposti disegni, bozzetti e maquette dei suoi spettacoli, di cui fu spesso regista e drammaturgo. Io sono un pittore oltre la pittura, disse. Oggi non possiamo che dargli ragione. Alberto Savinio. La commedia dellarte Palazzo Reale. Fino al 12 giugno. Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; giov. e sab. 9.3022.30. Biglietti: intero 9 euro, ridotto 7,5 euro.
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doltralpe, ma unulteriore conferma che le Stagioni si situano nella tradizione milanese delle teste iniziata da Leonardo e analizzata nella prima sezione. Oltre alle Teste, si potranno ammirare anche i Quattro Elementi, mezzi busti umani ma costruiti con oggetti e animali relativi ai diversi elementi naturali: pesci e animali marini per lAcqua, armi da fuoco, candele e acciarini per il Fuoco, una incredibile variet di volatili per lAria, elefanti, alci e cinghiali per la Terra. Animali studiati nel dettaglio di cui si possono riconoscere fino a cinquanta specie diverse per opera. Arcimboldo come straordinario pittore naturalista in linea con gli interessi del secolo. Passando attraverso i disegni degli accademici della Val di Blenio, che aprirono la tradizione della poesia dialettale milanese e ripresero le teste di Leonardo in senso fortemente caricaturale, si arriva alla sala delle feste, dove sono stati ricostruiti anche due esempi di apparati effimeri. Laustera Milano di san Carlo Borromeo era per anche la Milano degli sfrenati festeggiamenti del Carnevale, delle mille occasioni per inscenare balli, feste pubbliche, tornei e sfilate in costume. Arcimboldo fu un grande ideatore di eventi e costumi speciali, tanto che si
pensa sia stata la sua abilit in questo campo a farlo conoscere allimperatore; in questa sezione sono presentati alcuni disegni originali (in ogni senso) di vestiti e modelli per apparati trionfali dedicati a Massimilano II. LArcimboldo ebbe un gran successo presso la corte asburgica, tanto che lo volle presso di s anche il successore di Massimiliano, Rodolfo II, che decise di lasciarlo tornare in patria solo a 61 anni, come ci dice in modo camuffato lArcimboldo stesso in un suo bellissimo autoritratto, con la promessa per di continuare a mandargli dipinti e disegni. Eccolo dunque creare le sue opere pi ammirate dai contemporanei, la Flora (ora dispersa), e il Vertunno, straordinario ritratto dellimperatore in veste del dio, creato attraverso frutti composti insieme e osannato dagli umanisti del tempo attraverso rime, madrigali e panegirici. Oltre che alle teste ridicole, il Bibliotecario e il Giurista, mezzi busti creati con gli elementi tipici del proprio mestiere, Arcimboldo dipinse anche due bellissimi esempi di teste reversibili, lOrtolano e la Canestra di frutta. Se guardati a prima vista, le composizioni sembrano rappresentare solo una banale natura morta. Se rovesciati, appunto, questi due dipinti ci mostrano nuo-
vamente due ritratti, due volti, creati con un perfetto assemblaggio di ortaggi e frutta. Un divertissement pregiato e ricercato per lepoca. Si arriva infine allultima opera di Arcimboldo, tra laltro di recente scoperta e attribuzione: la Testa delle quattro stagioni dellanno, un mix di tutti gli elementi naturali gi usati in precedenza, per andare a creare forse la sua opera somma. Chiss che il giovane Caravaggio, che abitava a poca distanza dal grande artista, non abbia visto le sue nature morte assolutamente innovative e moderne, e sia partito proprio da l per ripensare, a suo modo, questo tema. Insomma una mostra ben curata, scientificamente innovativa, che anche grazie allallestimento assolutamente suggestivo, permetter di comprendere appieno e sotto nuova luce unartista per molti secoli ingiustamente dimenticato. Arcimboldo. Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio. Palazzo Reale, 10 febbraio 22 maggio 2011 Orari: tutti i giorni 9.30-19.30, Luned 14.30-19.30, Gioved e Sabato 9.30-22.30. Costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org LA FINE IL MIO INIZIO
di Jo Baier [Germania, Italia, 2010, 98] con: Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvrt
Un cerchio che si chiude. La mano di un vecchio giornalista traccia una pennellata circolare, ma si ferma proprio l: nel momento di chiudere il cerchio. Inizia con questa immagine La fine il mio inizio [Germania, Italia, 2010, 98] di Jo Baier; Tiziano Terzani (Bruno Ganz), ritirato nella sua casa di Orsigna, invita il figlio Folco (Elio Germano) a raggiungerlo per unultima chiacchierata, prima che la morte lo prenda per mano. Terzani desidera un momento di confronto con il figlio, un dialogo necessario a tracciare quella parte mancante di cerchio che, da solo, non riuscirebbe a chiudere. Da questa conversazione nascer il libro La fine il mio inizio [Longanesi, 2006], da cui tratto il film, dove il giornalista racconta al figlio il viaggio di una vita: la guerra in Vietnam, la Cina, la caduta dellimpero sovietico, gli anni da eremita sull Himalaya e specialmente linesorabile prossimit alla morte. Folco cerca di prepararsi allimpatto della perdita, stupito dalla imperturbabilit del padre a un passo dalla fine. La morte lunica cosa nuova che mi pu ancora succedere, dice Tiziano. Una vita intensa, ricca di esperienze, arrivata alla fine in un corpo fragile; Terzani vive la morte come labbandono della materialit, e dimostra di avere la testa pi forte del corpo che invecchia. Padre e figlio sono seduti, fianco a fianco. Parlano. Ridono. Riflettono sulluomo e sul modo di affrontare il mondo, pensano a come ormai non si pi liberi di essere se stessi: luomo succube delleconomia, schiavo di un sistema che impone desideri insignificanti. Lindividualismo fa rincorrere obiettivi, ma lunica rivoluzione che pu servire quella dentro di noi - dice pressappoco Terzani - unica maniera per rincorrere i sogni, invece degli obiettivi. Silenzi e sguardi. Jo Baier muove la macchina da presa lentamente, con delicatezza. Nella conversazione tra Tiziano e Folco, tra miriadi di parole, sono proprio i silenzi e gli sguardi i protagonisti. La sceneggiatura di Ulrich Limmer e di Folco Terzani rimane fedele al libro; il regista concentra il suo lavoro sul non detto, sulla potenza delle immagini, che siano primi piani del volto o panoramiche sulla bellezza della natura.
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Questa la fine, ma anche linizio di una storia, secondo Terzani. Perch, con il sostegno del figlio, riesce a disegnare un cerchio completo, ma pur completandosi il cerchio destinato a ricominciare, proprio come una vita o una storia
in cui alla parola fine segue sempre la parola inizio. Paolo Schipani
In sala: Eliseo Multisala, AnteoSpazioCinema, Skyline Multiplex, Arcadia Bellinzago Lombardo, Multisala Metropol SpazioCinema, San Giovanni Bosco, Marconi, Ariston Multisala, Cinema Teatro Tresartes, Auditorium S.Luigi.
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