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Algebra Vettoriale
Per ssare le idee ` utilie distinguere fra vettori liberi e vettori applicati. I primi e sono compiutamente descritti da modulo, direzione e verso, ai secondi va inoltre associato un punto di applicazione. Lo schema in gura 1 rappresenta questa distinzione. z z v v y v w u y v
Figura 1: Rappresentatizione della dierenza fra vettori liberi e vettori applicati. Nei paragra che seguono saranno in sintesi presentate le pi` elementari opeu razioni fra vettori, con particolare attenzione alle singole componenti di ciascun vettore.
1.1
Somma di Vettori
u = u1 e1 + u2 e2 + u3 e3 v = v1 e1 + v2 e2 + v3 e3
Siano i vettori:
Il vettore somma w vale: w = u + v = (u1 + v1 ) e1 + (u2 + v2 ) e2 + (u3 + v3 ) e3 A tal proposito si ricordi la nota regola del parallelogramma.
1.2
1.2.1
1.2.2
Prodotto Scalare
Il prodotto scalare fra due vettori ` uno scalare tale che: e v w = w v = = |v||w| cos , il signicato dei simboli ` chiaro in gura 2. La precedente denizione di e prodotto scalare consente di dimostrare la seguente legge di annullamanto: |v| = 0 vw = 0 |w| = 0 = + k con k N 2
Esplicitando ciascuna componente dei vettori, applicando la propriet` dia stributiva del prodotto e tenendo presente la suddetta legge di annullamento si ha: v w = (v1 e1 + v2 e) (w1 e1 + w2 e) = = v1 e1 w1 e1 + v1 e1 w2 e2 + v2 e2 w1 e1 + v2 e2 w2 e2 = = v1 w1 (e1 e1 ) + v1 w2 (e1 e2 ) + v2 w1 (e2 e1 ) + v2 w2 (e2 e2 ) = = v1 w1 + v2 w2 1.2.3 Prodotto Vettoriale
Se il vettore u ` il risultato del prodotto vettoriale fra v e w, allora questo ` e e denito come: |u| = |v||w| sin direzione al piano individuato da v e w u =vw= verso individuato dalla regola della mano destra Dalla denizione ` immediato dedurre le leggi di annullamento: e |v| = 0 |w| = 0 vw=0 = 0, k con k N 2
y w
v O x
Figura 2: Schema per il prodotto scalare fra due vettori liberi. Di nuovo sono presi in considerazione v e w nella loro singole componenti, viene applicata la propiet` distributiva del prodotto e si tengono presenti le a suddette leggi di annullamento: vw = + + = + + = + = + + v1 e1 w1 e1 + v1 e1 w2 e2 + v1 e1 w3 e3 + v2 e2 w1 e1 + v2 e2 w2 e2 + v2 e2 w3 e3 + v3 e3 w1 e1 + v3 e3 w2 e2 + v3 e3 w3 e3 = v1 w1 e1 e1 + v1 w2 e1 e2 + v1 w3 e1 e3 + v2 w1 e2 e1 + v1 w2 e2 e2 + v2 w3 e2 e3 + v3 w1 e3 e1 + v3 w2 e3 e2 + v3 w3 e3 e3 = v1 w2 e3 v1 w3 e2 v2 w1 e3 + v2 w3 e1 + v3 w1 e2 v3 w2 e1 = (v2 w3 v3 w2 )e1 + (v3 w1 v1 w3 )e2 + (v1 w2 v2 w1 )e3 + z u
mano dx O x v y w
Il vettore v applicato nel punto P ` detto vettore applicato {P, v}. Si dice e Momento del vettore applicato {P, v}, rispetto al polo O, il vettore: MO = (P O) v z MO
mano dx O y v x P
Figura 4: Schema per la denizione di momento applicato. Esercizio 1 Un ciclista in curva piega la biciletta di = 20 = . Il pedale ` e 9 lungo 25 cm, il modulo F della forza F che questi riesce ad imprimere vale: F = 200 N se 0 < < 0 se < < 2
dove ` langolo che il pedale forma con lasse verticale z . Si calcoli il momento e che il il ciclista imprime al variare di secondo le coordinate del sistema di riferimento Oxyz, lassetto del problema ` schematizzato in gura 5. e Soluzione: 0 < < : Per semplicare i calcoli in primo luogo si passa dalla base e1 , e2 , e3 , del sitema di riferimento Oxyz, alla base e1 , e2 , e3 , del sistema Oy z : x e1 e1 e1 e1 e2 e1 e3 e1 e2 = e2 e1 e2 e2 e2 e3 e2 e3 e3 e1 e3 e2 e3 e3 e3 1 0 0 e1 e1 e2 = 0 cos sin e2 e3 0 sin cos e3
Ora ` suciente calcolre le grandezze nel sistema di riferimento ruotato: e F = F e3 , (P O) = p sin e1 + p cos e3 , O = (P O) F = F p sin e2 . M Una volta calcolato MO e la matrice di cambamento di base A ` immediato e calcolare il momento MO MO = A MO MO = A1 MO 1 0 0 0 MO = 0 cos sin F p sin = F p sin cos e2 F p sin sin e3 0 sin cos 0 Concludendo: MO = z 46, 98 sin e2 + 17.11 sin e3 0 Nm Nm se 0 < < se < < 2 z
p F O y x F
y
xx Figura 5: Rappresentazione schematica della corona di un ciclista in curva.
Un sistema S = {(Pi , vi ), i = 1 . . . n} non ` altro che un insieme di vettori e applicati. Si prenda in considerazione il momento ripetto al polo O di tale sistema:
n
MO =
1=1
(Pi O) vi .
Se Pi P i, allora:
n
MO = (P O)
1=1
vi = (P O) R.
v y Pi
O O x
Figura 6: Schema per il cambiamento di polo. Lultima proposizione prende il nome di Teorema di Varignon. Si prenda in considerazione un nuovo S = {(P1 , v1 ), i = 1 . . . n}. La gura 6 mostra il generico vettore componente il sistema. Quanto vale il momento del sistema ripetto al polo O in funzione di MO ? In primo luogo, dalla regola del parallelogramma, si ha: (Pi O ) + (O O) = (Pi O). Il momento MO vale: MO
= i (Pi O ) vi = = i ((Pi O) (O O )) vi = = i (O O) vi = i (Pi O) vi = MO (O O) R.
Con questo semplice esercizio si ` ottenuta la Legge di Variazione del Momento e di un Sistema di Vettoria Aplicati Rispetto al Polo. Utilizzando la legge appena ricavata ` possibile aermare che il momento del generico S = {(Pi , vi ), i = e 1 . . . n} non dipende dal polo se e solo se la risultante di R ` nulla. Fra e tutti i sistemi di vettori applicati con risultante nulla ve ne sono poi alcuni particolarmente fasmosi: le coppie. Questi sitemi sono del tipo: S = {(P1 , v), (P2 , v)} e si deniscono: |v| = intensit` della coppia. a braccio: distanza fra le rette applicazione, non fra i punti di applicazione!!!1 Denizione 1 Sia il sistema di vettori applicati S = {(Pi , vi ), i = 1 . . . n}, r una retta di versore er ed O un punto qualsiasi di r. Si dice Momento Assiale di S Rispetto ad r lo scalare: Mr = MO er . Esercizio 2 Si dimosrti che Mr non dipende dal polo rispetto cui ` calcolato il e momento M.
errore di questo tipo comporta la bocciatura al corso di Meccanca Razionale, ma ben pi` grave comporta la fustigazione al corso di Scienza delle Costruzioni e la derisione eterna u al corso di Tecnica delle Costruzioni.
1 Un
Soluzione: Sia il momento MO del sistema S e sia il suo momento assiale calcolato ripetto alla retta r. Si prenda in considerazione il momento MO |O r: Mr = MO er , Tenendo presente che [O, O ] r ` prossibile scrivere rispetto ad una generica e origine della retta orientata: (O O) = ( ) er .
Esercizio 3 Determinare le condizioni necessarie e sucienti anch` Mr di e (P, v), con |v| = 0, sia nullo.
O vv vr
er
vp P
Soluizone: Scomponiamo il vettore v nella sue tre componenti vr , vp , vv , rispettivamente parallela, perpendicolare ad er ed ortogonale al piano individuato dalla retta r e dal punto di applicazione P . Si applichi la denizione di momento assiale e si sfrutti larbitrariet` di O imponendo (P 0) = ep : a Mr = = + + ((P O) v) er = (ep vr ) er +
Aev er =0 (ep vp ) er + 0er =0 (ep vv ) er = vv .
Dunque si pu` aermare che condizione necessaria e suciente anch` il moo e mento assiale di un vettore sia nullo ` che, o il punto di applicazione giaccia e sulla retta r = 0, oppure che retta e vettore siano complanari vv = 0 7
Denizione 2 Si denisce Asse Centrale Ac la retta luogo dei poli rispetto i quali il momento MP del dato sistema S ` puramente parallero alla risultante e R: se P Ac MP R = 0 Esercizio 4 Si dimostri che Ac R
Soluzione: Si sfrutti la denizione di asse centrale, dunque se P Ac allora: MP R = 0. Utilizzando poi la legge di cambiamento di polo, si ha: (MO (P O) R) R = 0 MO R ((P O) R) R Ricordando che: (u v) w = (u w)v (v w)u, si ottiene: P O = R MO (P O) R R, + R2 R2
intercetta direzione R
Denizione 3 Si denisce invariante scalare del dato sistema S, la quantit`: a I = MO R. Per mostrare che I ` il medesimo per ogni polo, ` sucente applicare la legge e e di variazione del polo: MO R = (MO (O O) R) R = MO R (O O) R R
KR R=0
Sistemi Equivalenti
R = R , MO = M O O
Due sistemi di vettori applicati, S ed S , sono equivalenti, se e solo se: Questa denizione parrebbe poco utile a causa della scrittura O, con un piccolo sforzo ` possibile dimostrare che, condizione necessaria e suciente, anch due e e sistemi siano equivalenti, ` che esista almeno un O, tale per cui: e R = R , MO = M O
Dimostrazione: Condizione Necessaria, ` ovvio che se i due sistni sono equie valenti, allora esiste almeno un polo rispetto a cui risultante e momento sono uguali. Condizione Suciente, se esiste O tale per cui: R = R , MO = M , O allora si prenda in considerazione un generico O e si scriva: M = M (O O) R = MO (O O) R = MO , O O Dunque se esiste ameno un punto per il quale le risultanti ed i momenti siano equivalenti, allora i momenti sono equivalenti rispetto un qualsiasi altro punto. 8
4.1
Lo scopo di questa sezione `: dato un S = {(Pi , vi ), i = 1 . . . n}, costruire un e sistema S ad esso equivalente in modo che S sia il pi` semplice possibilie. A u questo proposito ci sono due propiet` la cui dimostrazione ` banale: a e Un sistema di vettori applicati ` sempre equivalente ad un sistama formato e dalla sua risultatante R e da una coppia di momento MO , pari al momento del sistema stesso. Un sistema di vettori applicati ` sempre equivalente ad un sistema di due e vettori applicati, di uno dei quali si pu` ssare ad arbitrio il punto di o applicazione. Ma se si prdende in considerazone il caso particolare di un S = {(Pi , vi ), i = 1 . . . n}, caratterizzato da invariante scalare nullo: I = MO R = 0, allora il sistema equivalente, o ridotto, ` costituito dalla sola R applicata in un e generico punto dellasse centrale. Dimostrazione: Si intende provare che, se S = {(Pi , vi ), i = 1 . . . n}, ` e caratterizzato da R e MO , taliche: I = MO R = 0, allora S = S |S = {R, P Ac }. Dire che I = 0 equivale a dire che la componente di MO parallela a R (MO ) ` nulla, per denizione stessa di prodotto e scalare. Se calcolo MK con K Ac , allora dovr` essere: a MK R,
ma ` stato appena dimostrato la componente del momento parallela alla rie sultante ` nulla (I = 0), dunque MK = 0. Ma anche il momento risultante e del sistema S rispetto ad un qualsiasi punto dellasse centrale ` nullo per coe struzione. In conclusione i due sistemi hanno risultanti uguali per denizione, e momenti entrambi nulli in almeno un un punto, dunque i due sistemi sono equivalenti. Esercizio 5 Ridurre il seguente sistema di vettori: v1 = 2e1 e2 v2 = e1 + e2 v3 = 3e2 P1 (0, 0) P2 (2, 0) P3 (1, 1)
R=
i=1 3
= vi = 3e1 + 3e2
MO =
i=1
(Pi O) vi = e3
Ora ci si chiede se ` possibile ridurre il sistema alla sola risultante applicata in e un generico punto appartenente allasse centrale: I = R MO = 0. Dato che I = 0 allora per ridurre il sistema non resta che calcolare lasse centrale. Per farlo si prenda in considerazione il genrico punto: P = xe1 + ye2 + ze3 , e si calcoli il momento rispetto a tale punto: MP = e1 e2 = x y 2 1 e3 e1 z + 2 x 0 1
3 i=1 (Pi
P ) vi = e3 z = 0
e2 y 1
e3 e1 e2 z + 1 x 1 y 0 0 2
= ze1 + 3ze2 + (3y 1 3x)e3 . Ora ` suciente sfruttare la denizione di asse centrale secondo cui MP e dunque imporre che sia nulla la componente di MP secondo e3 : y =x+ 1 3 R,
ed imporre la proporzionalit` fra le componenti secondo e1 e e2 : a 3z z = z = 0 oppurez = 3. 3 3 Entrambe le soluzioni sono valide, per comodit` si scegle: a z=0 1 y = x + 3, dunque il sistema ` equivalente alla sola risltante applicata ad un generico punto e della suddetta retta. Esercizio Proposto 2 Ridurre il seguente sistema di vettori: v1 v2 v3 v4 = e1 = 2e2 = 2e1 + e2 = e1 e2 P1 (0, 0) P2 (2, 0) P3 (0, 2) P4 (6, 2)
Risultati: Rispetto al punto A = (2, 2), MA = 12e3 , la risultante vale: R = 2e1 + 2e2 . Il sistema pu` poi essere ridotto alla sola risultante applicata o ad un punto della retta: y = x 2. Esercizio Proposto 3 Ridurre il seguente sistema di vettori: v1 v2 v3 v4 = 2e1 + e2 = e1 + 2e2 = 2e1 4e2 = 5e1 + e2 10 P1 (1, 2) P2 (1, 2) P3 (2, 0) P4 (0, 1)
Si prenda in cosiderazione un sistema di vettori paralleli, Sp = {(Pi , vi )i = 1 . . . n} caratterizzato da R = 0, di cui la gura 8 pu` rappresentare un esempio. o Dal momento che le singole componenti sono parallele fra loro risuter`: a y ev v3 v2
MO R O
I = MO R = 0,
dunque il sistema pu` essere ridotto alla sola risultante applicata ad un punto o qualsiasi dellasse centrale. Dato il sistema di vettori applicati e paralleli Sp ` e possibile denire un particolare punto detto centro: Denizione 4 Dato un sistema di vettori applicati paralleli Sp = {(Pi , vi )i = 1 . . . n} con R = 0, si denisce centro il punto C tale per cui: C O =
n i=1 vi (Pi
O)
dove
R = |R|.
` E immediato dimostrare che il centro ` indipendente dallorigine rispetto cui e ` calcolato. Basta considerare C O = . . .. Pi` interessante ` capire come e u e varia lasse centrale di Sp al variare di ev , versore delle componennti di Sp . Due considerazioni (ovvero un sillogismo): MO R O dal momento che il sistema ` un sistema di vettori fra essi e paralleli. MC R C Ac per denizione di asse centrale.
Dunque, se MC deve essere contemporaneamente parallelo ed ortogonale ad R, esso deve essere nullo, quindi: MC = = = = {
n i=1 (Pi C) vi = n i=1 ((Pi O) + (O C)) vi = n i=1 vi (Pi O) ev + R(O C) n i=1 vi (Pi O) + R(O C)} ev
ev = =0
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O)
che altri non ` che la denizione di centro di Sp . Dunque C Ac ev , dunque e lasse centrale ruota intorno a C. Da questa osservazione dipendono alcune propriet` del centro di un sistema a di vettori paralleli, la cui dimostrazione ` lasciata al lettore (in particolare al e lettore del libro scritto dal Prof. V. Coscia): Il centro C di un sistema Sp con R = 0 non cambia se si pensa Sp scomposto in pi` sistemi Spi ciascuno con Ri = 0, ogniuno dei quali venga poi u sostituito dal suo risultante ed aplicato nel relativo centro. Se i punti di applicazione dei vettori vi di Sp con R = 0 giacciono tutti sulla medesima retta r (o sul piano ), allora anche C r, (rispettivamente C ). Il centro C del sistema di vettori applicati concordi Sp a risultante non nullo ` interno ad una qualsiasi supercie ciusa convessa che racchiuda e lorigine di tutti i vettori di Sp . La prima di queste propriet` ` detta distributiva, le altre sono propriet` di a e a ubicazione. Esercizio Proposto 4 Studiare la posizione del centro C del sistema di vettori paralleli con R = 0 costituito dai soli (P1 , v1 ) e (P2 , v2 ).
Quando ad una regione dello spazio ` possibile associare una grandezza dee scritta da un numero reale positivo m detto massa, allora si ha un sistema materiale. Urge in primo luogo una distinzone: Sistemi materiali discreti quando la massa ` concentrata in una serie e dipunti, deniti punti materiali. Sistemi materiali continui quando la massa ` distribuita su una regione e dello spazio . La denizione di sistemi materiali continui impone una domanda: quanta massa ` associata a ciascun punto dello spazio? Cui ` semplice rispondere denendo la e e funzione densit`, che descrive la quantit` di massa dm nel volume dV per ogni a a punto P : dm (P ) = dV Denizione 5 Si dice baricentro del sistema matriale S il punto: GO =
n i=1
mi (Pi O) m
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nel caso di un sistema materiale continuo.denite in precedenza Confrontando le denizoni di baricentro e di centro di un sistema di vettori applicati, ` pssibile dimostrare come siano di nuovo applicabili le propriet` e a distrubutiva e di ubicazione. Denizione 6 Il piano (o la retta s) si dice piano diametrale coniugato (o retta diametrale conugata) alla direzione r se ad ogni P S corrisponde un P tale che P P sia parallelo ad r e P P sia diviso a meta`` dal piano (retta) ae diametrale. I punti P e P si dicono coniugati. Quando r (s r) si dir` a piano (o retta) di simmetria materiale. Se un sistema materiale ` caratterizzato da un piano diametrale , allora si pu` e o pensare il sistema costituita da pi` sottosistemi ogniuno costituito dalle coppie u di punti materiali, il cui risultante . Per le propriat` di ubicazione, segue, a che il baricentro del siastema materiale . Esercizio Proposto 5 Calcolare il baricentro dei sistemi materiali rappresentati nelle gure che seguono. y
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