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Anno 1 - N. 7 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art.

1, c1, DCB Milano - Supplemento al Corriere della Sera del 24 dicembre 2011, non può essere distribuito separatamente

IL DIBATTITO DELLE IDEE

per il Corriere della Sera


Mimmo Paladino
NUOVI LINGUAGGI ARTE INCHIESTE RACCONTI

Benvenuto
Sabato
#7
24 Dicembre 2011
2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Sommario
Il dibattito delle idee
RRR corriere.it/lalettura
Domenica 1˚gennaio Avanza la domanda di una televisione
«la Lettura» non sarà in edicola.
Tornerà l’8 gennaio. A tutti più autorevole e svincolata dalla politica:
i lettori, auguri di buone feste.
l’ex monopolista appare privo d’identità
4 L’universo in un capello mentre si affermano nuovi supplenti
di SANDRO MODEO

Disservizio
4 L’incursione
L’«Economist» sbaglia
sul posto delle donne
di ANNA MELDOLESI
5 Vivere in una società

pubblico
evanescente
di MICHELE AINIS

Orizzonti
7 Nuovi linguaggi
L’altra rete senza censura
di FABIO CHIUSI
9 Visual data

10
Vacanze per tutte le tasche
Geopolitica
La storia è ripartita
La Rai ha perso il suo ruolo
nel Mediterraneo
di MICHELE FARINA gli italiani guardano altrove
Caratteri di ALDO GRASSO
13 Un romanzo di cento parole

H i
a ancora senso parlare di Servizio chiesta da parte dello
Senza ricordi pubblico? I grandi cambiamenti che spettatore è quella di un
di ROBERTO FERRUCCI scuotono lo scenario mediatico stan- punto di vista che sia
no scalfendo anche una nozione e esplicito, ma non «parti-
13 Narrativa una funzione che sembrano giunte al- giano», e che funzioni co-
I furbetti della letteratura la fine della loro onorata carriera? Le me guida per orientarsi
di ALESSANDRO BERETTA derive nate dall’information overload nella complessità e so-
(eccesso di informazioni) lasciano ancora spazio agli vrabbondanza dell’offer-
15 Le passioni spente obblighi cui un Servizio pubblico dovrebbe attende- ta di informazione in tv e
di eccellenti zitelle re? Il sistema televisivo italiano, nel suo complesso, sugli altri media.
di FRANCO CORDELLI nelle sue storiche anomalie, soffre di alcuni mali en- Ma, allora, ha ancora
demici che lo costringono sempre più a un ruolo senso che la Rai goda del-
16 Saggistica marginale. La Rai, ormai un carrozzone parastatale, lo statuto di Servizio pub-
I marxisti visti sembra aver perso definitivamente la sua vocazione blico, anche se la sua
originaria. Da tempo immemorabile è solo al servizio missione appare assai
dall’ex Vargas Llosa dei partiti, sinistra e Lega comprese, un bottino di sbiadita? Perché, nel ca-
di GUIDO VITIELLO guerra in dote ai vincitori. Avvilita e svigorita dalla so italiano, il Parlamen-
20 Il personaggio lottizzazione, sembra non avere più futuro. Tant’è ve-
ro che il presidente Mario Monti sta tentando di cam- Il modello
to e i vertici aziendali
non hanno mai fatto una seria riflessione sul ruolo
L’anima di Walcott biare il modello di governo della Rai per sottrarla ai La Bbc, l’azienda televisiva del Servizio pubblico (qualcosa paragonabile, come
di MATTEO CAMPAGNOLI partiti e renderla più efficiente. e radiofonica di Stato nel caso inglese, alla Commissione Pilkington del
22 Le classifiche dei libri Uno dei risultati più significativi di una ricerca con-
dotta dal Certa, il Centro di ricerca sulla televisione e
britannica, è stata fondata
nel 1922; 10 anni dopo
1962 o ai vari Broadcasting Act), preferendo invece
avviare una soluzione burocratica regolata dal con-
La pagella gli audiovisivi dell’Università Cattolica, e coordinata iniziò le trasmissioni tratto di servizio? Secondo Ian Jacob, direttore gene-
di ANTONIO D’ORRICO da Massimo Scaglioni (nell’ambito della ricerca inter- tv sperimentali. Per statuto rale della Bbc negli anni Cinquanta, il concetto di
nazionale Media System, Political Culture and Infor- non raccoglie pubblicità Servizio pubblico si regge su tre capisaldi: un siste-
med Citizenship. A Comparative Study) riguarda ap- per i canali trasmessi nel ma di controllo, uno stato mentale e uno scopo. Ag-
Sguardi punto il grande cambiamento che sta attraversando Regno Unito (lo fa solo per giunge: «Il sistema di controllo è l’indipendenza
25 I neoiconoclasti light il concetto di Servizio pubblico nella percezione de-
gli spettatori televisivi italiani «fedeli» al genere in-
le edizioni internazionali)
ed è libera da influenze
completa o il grado massimo d’indipendenza che il
Parlamento concede. Lo stato mentale è la capacità
di VINCENZO TRIONE formativo. Si tratta di un concetto che, a differenza di politiche e commerciali di attrarre i migliori intelletti. Lo scopo, infine, è di
28 I protagonisti quanto avveniva in passato, non viene più attribuito
automaticamente alla Rai come «istituzione» e «tele-
La lezione
Secondo Ian Jacob (nella
dare il meglio al pubblico». C’è da domandarsi quan-
ti di questi tre punti, nel corso degli anni, siano mai
Gilbert & George: visione di Stato». Quella di Servizio pubblico è diven- foto), stretto collaboratore stati osservati dalla Rai.
l’arte siamo noi tata invece una definizione, un marchio applicabile, di Churchill durante Il concetto di Servizio pubblico vede la luce in
di HANS-ULRICH OBRIST secondo le contingenze, a diversi editori e diverse la Seconda guerra mondiale un’epoca ormai lontana.
fonti informative incaricate via via di un ruolo «di e direttore generale della Sono gli anni Venti del secolo scorso. In Europa
supplenza» nei confronti di una Rai che patisce un Bbc negli anni Cinquanta, nasce la radio, e con essa il monopolio di Stato: lo
Percorsi calo di credibilità soprattutto in alcune sue occorren- il concetto di Servizio Stato si assicura cioè che a controllare il nuovo e po-
ze (fa eccezione, per esempio, l’informazione legata pubblico si regge su tre tente mezzo di comunicazione sia la longa manus
30 Graphic novel al territorio del Tg3 regionale). Tra i principali «sup- capisaldi. Primo: un sistema del governo. In maniera sbrigativa, si può dire che il
Canto di Natale plenti» riconosciuti ci sono, per ragioni diverse, il Tg di controllo che garantisca Servizio pubblico è, prima di tutto, la risposta demo-
La7, rinnovato dopo l’arrivo di Enrico Mentana, e l’all il massimo grado cratica alla centralità del controllo informativo da
sotto il Cremlino news SkyTg24, accompagnato da una percezione di di indipendenza. Secondo: parte dei regimi dittatoriali europei come il fasci-
di Igort imparzialità, innovazione (nella tecnologia e nel to- la capacità di attrarre smo, lo stalinismo, il nazismo. Per questo, fin dalla
32 La data no comunicativo) e completezza dell’informazione.
Proprio questo spostamento nella percezione della
i migliori intelletti.
Terzo: uno scopo preciso,
nascita, il Servizio pubblico si porta dietro le stimma-
te di essere uno strumento di propaganda governati-
Frank Sinatra rappresentazione del «servizio pubblico» — uno slit- offrire al pubblico il miglior va, mitigata in parte dalla volontà di evitare deviazio-
incide «My Way» tamento da sostantivo ad aggettivo — spiega anche il prodotto possibile ni di tipo commerciale, sull’esempio degli Stati Uniti.
di FRANCESCO CEVASCO nuovo significato che viene attribuito al concetto di Con la nascita della televisione, tale sistema viene
33 La biografia «credibilità»: non più legato indissolubilmente al
«contenitore» delle news (per esempio, il telegiorna-
adattato senza troppe modifiche al nuovo medium.
In Europa la comunicazione via etere viene da subito
Charles Ritz, pescatore le «istituzionale» della tv pubblica), o a una presunta intesa come un bene comune di importanza naziona-
di FABIO GENOVESI «neutralità» della fonte, ma sempre più declinato in- le, al pari di gas, ferrovie, energia. Un bene però al-
torno alla scelta di un’opinione, una firma, un brand quanto scarso: scarse le frequenze disponibili, scar-
34 L’officina dello scrittore che si elegge a punto di riferimento. Insomma, la ri- se le possibilità finanziarie per sfruttarle. Solo lo Sta-
Primo: essere spietati to — questa è l’autogiustificazione — poteva assicu-
con se stessi RRR rare un Servizio universale.
L’esperienza europea del public service broadca-
di MARCO MISSIROLI
e NICCOLÒ AMMANITI
Come scrive Bourdon, il servizio pubblico sarebbe sting si differenzia così radicalmente da quella ame-
ricana, caratterizzata dalla libera iniziativa — sul mo-
38 Patrimonio italiano potuto diventare un formidabile collante dello della competizione fra più catene televisive fi-
nanziate dagli investimenti pubblicitari — e cerca la
I nove cieli di Casaranello per l’Europa. Si è indebolito per vari agenti propria legittimazione nella rilevanza strategica del-
di CARLO VULPIO
esterni: l’interferenza politica, le esigenze della la comunicazione di massa, nella necessità di assicu-
rare piena rappresentanza alle differenti istanze poli-
pubblicità, e soprattutto il «deficit culturale» tiche, sociali e culturali che costituiscono le società
democratiche, nella volontà di assicurare un servizio
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 3

zione», la concorrenza delle tv


commerciali, le nuove tecnolo-
gie. Ma la vera debolezza del
Servizio pubblico è il suo défi-
cit culturel. Con la sola eccezio-
ne dell’Inghilterra (dove l’idea è
nata) il Servizio pubblico è sta-
to vittima di una forte idealizza-
zione, ma di una scarsa elabora-
zione teorica e di un’altrettanto
scarsa applicazione. Col tempo
è diventato un affare sempre
più nazionale e poco europeo.
Nei nuovi contesti mediatici, il
Servizio pubblico rischia dun-
que di perdere la sua identità, e
diventare una televisione fra le
tante.
L’accesso al bene pubblico ra-
diotelevisivo è alla portata di
tutti, la pluralità delle cosiddet-
te istanze politiche, sociali e cul-
turali è assicurata dalla varietà
e molteplicità dei canali, dei
media, delle fonti. Ma allora, co-
sa significa oggi Servizio pubbli-
co? Ha ancora senso tenere in
piedi una struttura, per di più
elefantiaca (la Rai oggi possie-
de ben quattro frequenze o mul-
tiplex, più una sperimentale
per il Dvbt2, il digitale terrestre
del futuro; su ogni singola fre-
quenza si possono trasportare
da 5 a 10 canali, a seconda del
tipo di programma e della quali-
tà prefissata dall’emittente: per
ora la Rai ha un’offerta di una
quindicina di canali, pari a cir-
ca il 30 per cento dei network
nazionali), per garantire il godi-
mento di un bene ormai forni-
to anche da altri? È difficile og-
gi immaginare uno scenario fu-
turo della Rai, ma se non diven-
ta un ente indipendente, non
più una diretta emanazione dei
partiti, se non riesce ad affran-
d’informazione, di educazione e d’intrattenimento Caos té. Une histoire culturelle des télevisions européen- carsi da quella grottesca istituzione (al di là dalle per-
(in questo preciso ordine gerarchico) a tutte le fasce nes, 1950-2010 (Ina Editions). La sua tesi è che la no- sone che la compongono) che è la commissione di
della popolazione. Per una ventina di anni, in tutti i I volti dell’informazione zione di Servizio pubblico, che potenzialmente Vigilanza, è ancora più difficile prevederne la ragio-
Paesi europei il Servizio pubblico funziona molto be- televisiva, pubblica e privata, avrebbe potuto rappresentare un formidabile collan- ne di esistere. Non avrebbe più alcun senso, alcuna
ne come un elitario servizio diplomatico interno che su un vecchio monoscopio te anche per l’unificazione europea, si è indebolita giustificazione. Quella che è stata la più grande indu-
presenta ogni singola nazione alla nazione stessa della Rai, in un’illustrazione per vari agenti esterni: l’interferenza politica, le esi- stria culturale italiana è solo una balena spiaggiata
(uno dei temi più stimolanti che hanno accompagna- di Guido Rosa genze della pubblicità, la progressiva «americanizza- alla mercé dei predatori di turno. Qualcuno potrà fi-
to gli studi sulla tv riguarda il coagularsi di tracce gurarsi un Servizio pubblico composto da una sola
d’identità nazionale e di memoria collettiva nelle im- RRR frequenza — una rete generalista, più quattro canali
magini e nei suoni veicolati dal piccolo schermo). educational — pagata con il canone; qualcun altro
A partire dagli anni Settanta, la deregulation del
sistema televisivo causa la fine del monopolio, con
Quella che è stata la più grande industria potrà ipotizzare un nuovo assetto per i restanti cana-
li, pagati dalla pubblicità; qualcun altro ancora saprà
la nascita di televisioni private prima e di corpora- culturale italiana oggi è solo una balena disegnare una sistemazione opportuna, magari in at-
tions internazionali, di media giants, capaci di gesti- tesa di un compratore. Anche se oggi è difficile ve-
re l’intera filiera delle telecomunicazioni attraverso spiaggiata alla mercè dei predatori di turno. derne uno all’orizzonte.
l’applicazione di un’economia di scala.
Jérôme Bourdon, uno dei più importanti studiosi O la tv di Stato si libera dalla morsa dei partiti, Con l’ingenuità di un Forrest Gump, l’unica certez-
za che abbiamo è che Servizio pubblico è chi lo fa,
di media, ha da poco pubblicato un libro fondamen-
tale su questo tema: Du service public à la télé-reali-
oppure è destinata a perdere ogni giustificazione non chi lo è.
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4 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
La Sibilla del Reno

Il dibattito delle idee


Sapere di Dio
di Marco Ventura
{ Benedetto XVI ha deciso: Hildegard von
Bingen sarà la quarta donna dottore
della Chiesa dopo Teresa d’Avila, Caterina
da Siena e Teresa di Lisieux. Mistica del
dodicesimo secolo, ma anche botanica,
musicista e cosmologa, la Sibilla del Reno
sfidò re e vescovi nella Germania del
Barbarossa. Oggi per Joseph Ratzinger
Ildegarda è il sapere di Dio al femminile.
Armonia profetica di musica e parola.

Frontiere Viaggio ai confini della ricerca per non farsi spaventare dal riduzionismo
L’incursione
RRR

di Anna Meldolesi

IL POSTO DELLE DONNE


NON È SOLO AL LAVORO
L’«ECONOMIST» SBAGLIA

«I
l posto delle donne è al lavoro?». La

ILLUSTRAZIONE DI CHIARA DATTOLA


domanda può apparire sciocca o
irritante, scegliete voi. Ma a
renderla interessante sono tre fatti.
Primo: a porla è stato
l’«Economist». Secondo: per difendere le ragioni
del sì e del no sono state arruolate due studiose
di rango: Linda Basch del National Council for
Research on Women e Christina Hoff Sommers
dell’American Enterprise Institute. Terzo: dopo
una settimana di confronto, a vincere è stato il

L’universo in un capello
no. La maggior parte delle persone che ha
risposto online, sul sito di una rivista che è
sempre stata dalla parte della modernità e della
parità, ha detto che il posto della donna non è al
lavoro. Se fosse un segnale, sarebbe
preoccupante. Vorrebbe dire che la rivoluzione di
I neutrini, l’Rna, i nanogusci contro i tumori genere ha fatto il suo tempo. Ma è una risposta
viziata, di quelle che arrivano quando la

di SANDRO MODEO L’infinitamente piccolo che cambia la storia domanda è mal posta. Le donne hanno un posto?
Uno solo? Tutte quante? Certo che no. Tutt’al più
hanno un orizzonte, verso cui tutte hanno il

A
lice Cascherina «cascava sempre e umile trascrittore dell’informazione del Dna, l’R- ne nucleare solare, i neutrini si distinguono per diritto (ma non il dovere) di muoversi.
dappertutto», nel senso che la sua na è infatti implicato in molti passaggi dell’or- la loro ambivalenza: se i fotoni di cui è fatta la In questo senso si può dire che il posto delle
curiosità la catapultava all’interno di chestrazione del vivente: i cosiddetti micro-Rna, luce non sono né materia né antimateria (dove ragazze è sempre più nelle scuole, nelle
oggetti e animali: tra gli ingranaggi in particolare, sovrintendono alla codifica o me- l’antimateria, beninteso, è solo «materia al con- università e nel mondo del lavoro. Il sorpasso
di una sveglia, nelle cavità buie di un no di proteine da parte dello stesso Rna-messag- trario»), i neutrini sembrano essere sia l’una che delle studentesse sui colleghi maschi, ormai, è
rubinetto, persino nella sezione di addome lumi- gero, secondo un’alternanza di attivazione/inibi- l’altra, e in quanto tali sembrano poter contene- una tendenza globale. Lo ha documentato la
nescente di una lucciola. zione che provvede a una vera e propria prote- re informazioni su un Big Bang scaturito pro- Harvard School of Government studiando
Come la sua antenata — l’Alice di Carroll —, zione del genoma. Del resto, una simile rilevan- prio da una rottura di simmetria tra materia e quaranta Paesi, sviluppati e in via di sviluppo. Lo
anche l’Alice di Gianni Rodari attraversa tutti i za è già evidente nel percorso evolutivo, dato antimateria. stesso istituto americano, però, conferma che la
livelli della realtà senza pregiudizi. Ma mentre che l’Rna ha preceduto il Dna nella gestione del- Al confine tra queste due dimensioni — tra il conoscenza non significa automaticamente
l’Alice di Carroll precipita, attraverso la tana del la memoria genetica e dell’attività enzimatica. «mondo di mezzo» e quello subatomico — c’è
Bianconiglio, in quella logica del sogno (o del- poi il «nano-mondo» di tante invenzioni hitech:
l’incubo) spesso usata come analogia narrativa oggetti, cioè, composti da un numero di atomi RRR
del «controsenso» scientifico, quella di Rodari RRR compreso tra qualche centinaio e qualche mi-
sembra solo assecondare l’istinto infantile al- gliaio. Già attivo in tante pratiche quotidiane Equivoco
l’esplorazione a 360 gradi: quello sguardo ostina- Oggetti (nelle marmitte catalitiche o negli strati a mille- I lettori online della rivista
tamente «naturalistico» che induce il bambino La fisica si sta concentrando foglie dei semiconduttori con cui navighiamo in
sembrano mostrare una visione
a spaccare il giocattolo per capirlo, e che si pro- Rete), il nano-tech sta esplorando soluzioni più
lunga in quello dello scienziato davanti ai costi- su realtà così rarefatte difficili come i «nanogusci», molecole capaci di antimoderna del genere femminile
tuenti primari e alle dinamiche profonde della da ridefinire la struttura riconoscere selettivamente le cellule tumorali.
Ma il sondaggio era formulato
materia. Per dirla tutta, l’Alice di Rodari diventa Forse, un aiuto decisivo può arrivare dall’irruzio-
così un aggraziato invito pedagogico a non teme-
(se non la natura) ne del grafene, il «foglio» di grafite isolato da in maniera ambigua
re il «riduzionismo», a non vedere nella scompo- della stessa materia André Geim e Kostantin Novoselov (Nobel
sizione della realtà un impoverimento, ma il ri- 2010). Da un lato, sul piano teorico e concettua- potere. La correlazione tra istruzione e
velarsi di spiegazioni spiazzanti e avvincenti. E se scendiamo ancora più in basso, nel mon- le, un fiocco di grafene è infatti una superficie occupazione femminile è debole ed eterogenea,
È un invito che le scoperte e le invenzioni più do subatomico, vediamo come la fisica stia stu- unica per studiare a basso costo i rapporti tra per usare il linguaggio dei tecnici. Come dire:
recenti rendono ancora più insinuante. Se scen- diando oggetti così «rarefatti» da ridefinire la meccanica quantistica e relatività; dall’altro, sul abbiamo conquistato i libri e scopriamo che
diamo dal nostro livello di organizzazione della struttura (se non la natura) della materia stessa, piano applicativo, le sue formidabili proprietà insieme alle porte della mente non sempre si
materia (case, alberi e montagne) a quello che forse risolutivi in quella dialettica tra macro e ottiche, di conduzione elettrica e di robustezza aprono quelle dell’ascensore sociale. Un vecchio
Mark Haw definisce il «mondo di mezzo» (tutto micro (tra la gravità e i quanti) che caratterizza lo rendono già ora il materiale elettivo per i tou- dogma vorrebbe che più le donne studiano, e più
ciò che sta «tra un decimo e un centesimo dello la porzione di universo in cui viviamo. Tra que- ch-screen o le celle fotovoltaiche. si inseriscono nel mercato del lavoro, meno figli
spessore di un capello»), vediamo per esempio sti oggetti risaltano i neutrini, particelle pervasi- Nell’insieme, seguire l’Alice di Rodari all’inter- fanno. Ma il legame tra istruzione e calo delle
come la biologia e la genetica stiano rivoluzio- ve ed elusive, «fuochi fatui» privi di carica elet- no di ogni oggetto (animato o inanimato) signi- nascite, o tra occupazione femminile e riduzione
nando la nostra visione delle basi molecolari del- trica e dalla massa piccolissima, capaci di attra- fica vedere smentiti certi inganni percettivi, pur della natalità, regge ancora? È innegabile che i
la vita, prospettando una staffetta tra Dna e Rna versare la Terra come un proiettile un banco di necessari per adattarci all’ambiente. Significa progressi economici e sociali del XX secolo siano
nelle gerarchie della ricerca. Molto più che un nebbia. Presenti nella radioattività e nella fusio- cioè verificare, per esempio, come la solidità e stati accompagnati dal declino sostanziale del
la compattezza di superfici e volumi della nostra tasso di fertilità a livello globale. Per le donne più
dimensione sia determinata dal brulichìo denso istruite e impegnate nelle professioni il «costo
e velocissimo di quelle sottostanti, come succe- opportunità» della maternità è superiore a quello
de con le stringhe agitate dei polimeri dei nostri delle casalinghe, con conseguente riduzione dei
I luoghi comuni di Corbellini Pc o con le 100 mila interazioni al secondo di un
enzima. Oppure, quanto tale agitazione interna
nuclei familiari. Sembra logico, no? Eppure, nei
Paesi occidentali questa correlazione è saltata. Le
della materia vanifichi le sue rappresentazioni famiglie in formato large si trovano ad entrambi
Croce non era contro la scienza stilizzate e rassicuranti: l’elegante doppia elica
del Dna — ricorda Haw — è «una bestia moleco-
gli estremi della scala sociale. In mezzo c’è, per
l’appunto, la classe media. E qui a pesare, come
lare che si attorciglia e si contorce». Oppure an- ha spiegato bene Francesco Billari della Bocconi,
cora, come i concetti più astratti e immateriali non sono tanto i libri che una madre lavoratrice
di CORRADO OCONE non siano altro che rappresentazioni ideali: in ha letto, ma soprattutto i servizi che le vengono
fisica il «vuoto» e il «nulla» sono solo, a loro vol- offerti per conciliare figli e lavoro. È così che nei

L a scienza è nata per abbattere i pregiudizi,


ma può trasformarsi in luogo comune se
non applica a sé stessa, oltre che al suo
oggetto, lo spirito critico. In verità, a cadere in
questa trappola sono per lo più gli epistemologi o
«Complessità» dell’Università di Messina: qui
Chargaff definisce Croce un «filosofo rigoroso» e
«una delle più grandi e rare menti che il mondo
abbia mai visto». Non solo: lo paragona a Leibniz
per la capacità di integrare le scoperte
ta, brulichii incessanti di particelle ancora in lar-
ga parte inesplorate, come gli stessi neutrini.
Seguire l’Alice di Rodari significa, in ultimo,
apprendere come tutto dipenda dalle gradazio-
ni della materia, dalle più «pesanti» alle più im-
Paesi a bassissima fecondità in cui asili, part-time
e congedi parentali scarseggiano, Italia in testa,
spesso ci si limita a soddisfare il bisogno
«biologico» di diventare genitori una volta. Più
servizi più figli, è questo il primo articolo della
gli storici della scienza, non gli scienziati veri e scientifiche del suo tempo (nel caso di Croce palpabili. Può sembrare una strada chiusa e ti- nuova legge della demografia suggerita dalle
propri, come dimostra il caso di Gilberto quelle di Ernst Mach) in una visione più generale. rannica; percorrerla, in realtà, è un compito im- donne francesi, svedesi e americane. Il secondo è
Corbellini, che ancora qualche settimana fa, sul D’altronde, se si legge la Logica del 1909, opera prevedibile e inesauribile. che gli uomini devono dedicarsi di più ai lavori
«Sole 24 Ore», attribuiva a Benedetto Croce una centrale nel «sistema» crociano ma non più edita © RIPRODUZIONE RISERVATA di cura, come ha notato anche Elsa Fornero. Se si
mentalità antiscientifica che a suo dire sarebbe da tempo, ci si rende conto che l’autore applicassero entrambi sarebbe chiaro a tutti che
all’origine di tanti nostri ritardi non solo culturali. attribuisce pari dignità al sapere scientifico R I libri: «Le favolette di Alice» di Gianni Rodari le donne non hanno un posto, ma tanti.
Bene, uno studio aderente ai testi dimostra rispetto a quello storico-filosofico e critica con illustrazioni di Valeria Petrone (Einaudi, © RIPRODUZIONE RISERVATA

proprio il contrario, come ha riconosciuto, fra gli duramente non le scienze, ma il positivismo, cioè pp. 64, e 8,50); «Nel mondo di mezzo» di
altri, uno scienziato del calibro di Erwin Chargaff, la pretesa di assolutizzare il metodo naturalistico. Mark Haw (Zanichelli, pp. 272, e 11,50);
uno dei maggiori studiosi del Dna. Ad attestarlo è Il fatto è che a Croce, purtroppo, capita da lungo «Quanto è piccolo il mondo» di Gianfranco ANNA MELDOLESI Giornalista scientifica, ha scritto, tra l’altro, Mai
il genetista Alberto Mei Del Testa, che ha avuto tempo di essere più noto che conosciuto. Pacchioni (Zanichelli, pp. 224, e 9,80); «Neu- nate. Perché il mondo ha perso cento milioni di donne, Mondadori
con lui un carteggio pubblicato dalla rivista trino» del fisico Frank Close (Oxford Universi- Università, 2011.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ty Press, pp. 192, £ 9,99)


SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 5
Il ritorno di Lady Maggie

Il dibattito delle idee


Li(be)rismi
di Danilo Taino
{ A proposito di debito, tassi, tasse e manovre,
un pensiero va a Margaret Thatcher, di nuovo
in scena grazie a David Cameron anti-euro e
al film con Meryl Streep. Questa è «Maggie»
edizione 1983: «Non esiste niente che si
possa chiamare denaro pubblico, esiste solo il
denaro dei contribuenti». Ogni penny è loro.
Quando si tratta di spenderlo, fare il «conto
della serva», professor Monti,
è lungimirante e produce Lady di Ferro.

di MICHELE AINIS

N
ell’iconografia medievale, i

ANDY WARHOL (1928-1987), «200 ONE DOLLAR BILLS» (1962)


quattrini sono lo sterco del
demonio: una borsa appesa
al collo dei ricchi, che li tra-
scina giù all’inferno. Sarà
per questo che la manovra del gabinet-
to Monti contiene un esorcismo, un
Vade retro Satana. Niente contante so-
pra i mille euro: vietato con tutti i cri-
smi della legge. Del resto il divieto (o
l’esorcismo) c’era già nero su bianco
nella legislazione italiana, così come
in quella europea; il nuovo esecutivo
lo ha solo reso più stringente. Una leg-
ge del maggio 2010 aveva fissato la so-

Vivere in una società evanescente


glia massima di 5.000 euro per ogni
operazione; quattro mesi fa un’altra
manovra del governo Berlusconi ha ab-
Bancomat al posto dei contanti, video-arte invece delle tele
bassato il limite a 2.500 euro; ora un
nuovo ribasso, e magari fra altri quat-
tro mesi i mille euro di Monti divente-
Diritto, morte, miseria: è il trionfo della rimozione
ranno 100, oppure zero, perché no? In

i
nome di Sua Maestà Fiscale la cancella- d’una donna giovane, bella, sorridente nio culturale», in nome d’una conce- E il vicino-lontano non ha odore né pe-
zione del denaro sonante è ormai un — una foto scaduta, un falso cronolo- zione antropomorfica che nega l’ogget- so, come la mail che sbuca fuori dal
processo irreversibile, quale che sia il gico. Perché anche il tempo ha perso tività della natura, che pretende d’as- computer, come l’sms che accende il
governo in carica. profondità, in questo nostro tempo im- servirla alla cultura, al primato del sog- cellulare, come la pioggia di comunica-
Questo processo muta in profondi- materiale. La società liquida di cui ci getto. Nelle leggi, non meno che nelle zioni elettroniche che ha rimpiazzato
tà le nostre azioni, il nostro vissuto parla Bauman è immersa in un presen- concezioni dominanti, quest’ultima di- le vecchie lettere di carta, quelle in cui
quotidiano. Se devi pagare in bancono- te piatto, senza spigoli, dove ogni for- Tra i saggi venta perciò un’estensione della vicen- potevi riconoscere il mittente senza
te il tuo cappotto nuovo, gli attribuirai ma è provvisoria, ogni rapporto volati- sulla smaterializzazione da umana, un orpello, un accidente aprirle, annusando la goccia di profu-
un valore; ma ogni valore evapora nel le e precario. E dove vige l’obbligo ne- della società ricordiamo: che puoi modellare a tuo piacere. Di- mo lasciata sulla busta.
codice Pin della carta di credito. Non vrotico di dimenticare, di cancellare «L’opera d’arte nell’epoca menticando la lezione greca della natu- E in ultimo si è smaterializzato il no-
percepisci più la spesa, e in conse- ogni esperienza nel mentre che si va della sua riproducibilità ra come limite al nostro agire sulla ter- stro stesso corpo, è diventato una figu-
guenza non t’accorgi nemmeno di co- compiendo. Da qui la rimozione della tecnica» di Walter Benjamin ra, come il fondo mai completamente rina — sempre più esile e laccata —
sa stai acquistando. Resta l’acquisto in malattia, della miseria — in una paro- (Einaudi, 2000, pagine 184, disponibile della nostra costruzione. negli spot pubblicitari o nelle riviste di
sé, resta una transazione astratta, una la del dolore. Una rimozione verbale, € 16,50); «Vita liquida» di Ma dopotutto è questa l’acqua in cui moda. Ma non soltanto il corpo indivi-
forma senza spessore. Ecco, è un pro- oltre che sostanziale. Del resto le paro- Zygmunt Bauman (Laterza, nuotiamo: siamo spirito senza carne, duale: anche quello sociale. Ne è prova
cesso di smaterializzazione quello di le sono divenute a loro volta inganna- 2006, pagine 188, € 15); tal quale il Cristo nel Vangelo di Giuda. la politica, ne è testimone il diritto. La
cui siamo attori e spettatori a un tem- trici: nel politically correct come nel «Identità e società moderna» Dove una volta c’erano uomini e don- prima ha surrogato i sondaggi alle ele-
po; e faremmo bene a prenderne co- turpiloquio che ad ogni istante ci per- di Anthony Giddens ne assiepati nelle piazze, nelle chiese, zioni, svuotandole di significato. Co-
scienza, prima che il nostro vivere co- fora i timpani, in entrambi i casi il lin- (Ipermedium libri, 2001, nelle sezioni di partito, ora si tengono me ha scritto Hertsgaard, «500 ameri-
mune evapori a sua volta come una guaggio non riflette più la vita, o la ri- pagine 312, € 15,49); riunioni virtuali: su Facebook, su Twit- cani vengono continuamente interro-
bolla d’aria. flette come uno specchio deformante. «Per un’antropologia ter, sugli altri social network. Luoghi gati per dire a noi, cioè agli altri 250
D’altronde succede in ogni campo, o Sicché ha perso materia perfino la della modernità» metafisici in cui non t’arriva l’alito o il milioni di americani, quello che dob-
forse è già successo. Nell’arte, per materia, ossia l’ambiente: il codice Ur- di Marc Augé (Jaca Book, puzzo di sudore del vicino, in cui per- biamo pensare». Il secondo si è sfarina-
esempio, via via trasformata in segno bani del 2004 lo iscrive nel «patrimo- 2010, pagine 96, € 12) ciò il vicino è lontano per definizione. to nella polvere delle leggi microsetto-
grafico, installazione luminosa, imma- riali, dopo la stagione delle grandi co-
dificazioni inaugurata dal Code Na-
poléon del 1804. E così ha perso densi-
RRR tà, anche perché i testi normativi or-
mai non indicano né cose né comandi
Mutamenti — intessono piuttosto una rete di rin-
Ogni valore economico vii, di rimandi a catena, di reciproche
allusioni. Mentre il diritto scritto viene
evapora nel codice Pin della sovrastato dalle fonti non scritte: il pre-
carta di credito. I sondaggi cedente giudiziale, la prassi burocrati-
ca, l’interpretazione dei giureconsulti,
hanno surrogato le elezioni, la lex mercatoria che s’applica ai com-
svuotandole di significato merci internazionali.
È dunque questo, in conclusione, il
gine al computer. Nulla di inedito: la nostro segno. Un segno debole, ma
pittura astratta prende le mosse da senza la leggerezza raffigurata da Calvi-
Kandinskij (1866-1944), l’architettura no nelle Lezioni americane, senza lo
si denuda a partire da esperienze co- sguardo ironico che reca in sé passio-
me quelle di Wright (1869-1959). E già ne e comprensione per il mondo. Noi
nel 1936 Walter Benjamin, in un sag- viceversa il mondo lo stiamo cancel-
gio memorabile (L’opera d’arte nel- lando come un disegno alla lavagna, a
l’epoca della sua riproducibilità tecni- partire dalla carnalità degli altri e di
ca), osservava come la riproduzione se- noi stessi. Perché l’immagine ha infi-
riale tipica della fotografia o del cine- ne preso il sopravvento sulla cosa. Ed
ma avesse cancellato l’«aura» della cre- è un’immagine stranita: questo proces-
azione artistica, la sua unicità, intesa so di smaterializzazione si consuma
innanzitutto come identità fisica. tutto dentro la nostra alienazione.
Da allora in poi abbiamo fatto molti michele.ainis@uniroma3.it
passi verso il vuoto. Anche se il vuoto © RIPRODUZIONE RISERVATA

ci fa orrore, e infatti l’horror vacui pla-


sma il nostro rapporto con la morte.
La parola stessa è diventata ormai un RRR Tiromancino
tabù, quantomeno nelle società del-
l’Occidente; ne oscuriamo la presenza, Doninelli e i suoi fratelli
ne neghiamo l’incombenza, senza ren-
derci conto che perdendo confidenza Luca Doninelli sul «Giornale» sostiene
con la morte stiamo in realtà smarren- che gli scrittori cattolici non parlano di Dio.
do il contatto con la vita. Ci è complice Si nascondono — dice — nelle catacombe.
la tecnologia, da quando essa permet- Per autocertificare la validità della tesi, e
te la sospensione artificiale della mor- fare il profeta nel deserto, evita di citare i
te. Come nel caso di Eluana Englaro, 17 tanti autori cattolici assai attivi con libri,
anni in stato vegetativo permanente, interviste e interventi, anche su Dio. Tamaro,
mentre attorno al suo corpo esanime D’Avenia, Rondoni, Socci... Anche loro nelle
catacombe? O sono di un’altra parrocchia?
divampavano furori religiosi, mentre il Luca Mastrantonio
mondo fissava gli occhi sulla foto
6 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 7

TIC TAG Gli «sgami» della nonna diventano virali


di PIER ANDREA CANEI

«O
h, bro! Provate a far bollire 40 mogra di cicoria in un trapano occorre cautela —, ma lo scarto surreale tra il tema
RRR troli di latte/Si occhei fa un po’ foschi/ma vi fa «consigli della nonna», lo svolgimento hip e il linguaggio livello
ripigliare di braulio» (traduzione: per smaltire gli marciapiede è bastato per fare degli «Sgami» un mini-serial
eccessi alcolici della sera prima, bere cicoria bollita nel latte, fa virale (11 puntate della prima serie, una decina della seconda,
ribrezzo ma funziona). «Avete finito il bagnoschiuma? Piazzate ora perfino l’oroscopo 2012). Contenuti web generati dagli
i rauselli di sapone in un calzino non troppo zivido» (infilare utenti? «Non siate babbi», direbbe nonna Lea: dietro la serie
tutti i pezzettini sparsi di sapone in un pedalino pulito). ci sono il portale «Casa.it Channel» e una casa di produzione
Le perle di saggezza online Perle di saggezza dispensate da un’anziana signora tutta pose
rap e slang neo-milanese protagonista di una miniserie virale
(ComboCut Film, tra i cui soci c'è Alessandro Palminiello,
l'autore con molte «Iene tv» nel cv). E la nonna è un’attrice
della signora tutta pose rap che ha già superato sei milioni di contatti via web: «Gli sgami professionista: Stella Maris. I ragazzini adesso la fermano per
e slang neo-milanese della nonna», dove sgamo sta per consiglio. Non sono strada. Lei dice «yo» ed è sgamata di suo: pare abbia
suggerimenti esattamente all'antica, e non tutti meritano di rinegoziato il cachet per la seconda serie.
hanno sei milioni di contatti essere provati in casa — per pelar patate alla svelta col © RIPRODUZIONE RISERVATA

Orizzonti
Mrs Kutcher? Solo su Twitter

{
Più del matrimonio, a volte, può solo Twitter.
Anche nel mezzo di un divorzio milionario,
il nome scelto per il proprio profilo sul social
Follower network resta indissolubilmente legato
al proprio consorte. Futuro ex consorte.
di Chiara Maffioletti E così, anche se il tradimento del marito
è noto al pianeta, l’attrice Demi Moore, una
Nuovi linguaggi, scienze, religioni, filosofie tra le dive con più follower in assoluto proprio
grazie al giovane ex consorte, non fa gesti
inconsulti e resta per tutti @mrskutcher.

Scenari Le tecniche per superare i filtri dei governi. La protesta contro una proposta di legge americana in difesa del copyright

L’altra Rete, senza censura


Un nuovo web
dove si evitano
i controlli
di FABIO CHIUSI

L
a citazione risale al 1993, ma ritorna costantemen-
te di attualità. «La Rete interpreta la censura come
un malfunzionamento, e la aggira», disse a «Ti-
me» l’attivista digitale John Gilmore. Gli utenti, in
altre parole, facciano da sé, perché attendersi che

ILLUSTRAZIONE DI BEPPE GIACOBBE


siano i governi a difenderne la libertà è un errore. E la storia
recente lo dimostra. Si va dal blackout di Internet nell’Egit-
to in rivolta, lo scorso gennaio, alla Siria, in cui il semplice
possesso di uno smartphone è sufficiente per l’arresto. Dal-
la Tunisia di Ben Alì, con il regime in grado non solo di
sorvegliare, ma addirittura di alterare il contenuto delle
email scambiate dai cittadini, alla Russia, dove profili Twit-
ter «infettati» da un virus informatico hanno disturbato le
comunicazioni dei manifestanti.
A rinnovare la battaglia per il libero web è stata tuttavia

i
una proposta di legge negli Stati Uniti, la SOPA (Stop Online trollo centralizzato di Internet. Invece di convincere i gover- ter — solo in Cina lo stanno usando 4 mila persone». Ol-
Piracy Act). Una norma che imporrebbe ai provider, i forni- ni a non pigiare il bottone della censura, insomma, meglio tre alle mille circa che riescono comunque ad accedere
tori dei servizi Internet, di impedire l’accesso a siti che «con- attrezzarsi per rendere ininfluente la sua decisione di farlo direttamente al network «ombra». Poche, pochissime ri-
sentano o facilitino» la diffusione di materiale protetto da o meno. Funzionerà? «È un concetto attraente, ma non è spetto agli oltre 240 milioni di cittadini digitali cinesi.
diritto d’autore, farli sparire dai motori di ricerca e privarli chiaro se possa avere successo», risponde al «Corriere della Una tendenza confermata da un recente studio del Be-
dei servizi di pagamento e pubblicità online. Sera» Vint Cerf, uno dei «padri» dell’attuale infrastruttura rkman Center for Internet and Society di Harvard, che
La reazione in Rete non si è fatta attendere. Oltre all’oppo- di Internet. «Le reti "mesh" hanno molto senso per la comu- identifica in 19-20 milioni l’utenza complessiva degli stru-
sizione dei big di Silicon Valley, alle immancabili petizioni nicazione a livello locale. Ma il sogno di un sistema globale menti di aggiramento della censura. Nella migliore delle
(Avaaz.org ha raccolto oltre un milione di firme) e alla mi- basato su questa idea è probabilmente più vago, irraggiungi- ipotesi, il 3% di quella di Internet; più realisticamente, al
naccia di «auto-oscuramento» di Wikipedia (sulla scia di bile», prosegue, «specialmente se si riconosce il bisogno so- netto degli studenti che se ne servono per accedere a Fa-
quanto avvenuto in Italia a ottobre, quando l’enciclopedia stanziale di capacità e penetrazione del network qualora in- cebook da istituti scolastici in cui è proibito e degli impie-
online ha sospeso l’attività del sito contro la norma «am- tenda competere con la Rete globale esistente, che ha bene- gati che fanno lo stesso dal proprio posto di lavoro, l’1%.
mazzablog» contenuta nel ddl intercettazioni), alcuni uten- ficiato di un enorme investimento in capitali, apparecchia- E le restanti centinaia di milioni di censurati, perché non
ti hanno pensato fosse il caso di mirare più in alto. E rispol- ture, supporto operativo e sviluppo». vi ricorrono? «Perché molti non sono interessati ad acce-
verare l’idea, nata ormai un decennio addietro, di creare Ethan Zuckerman, direttore del Center for Civic Media dere alla Rete non bloccata», spiega Zuckerman, ventilan-
«un’altra Internet», questa volta strutturalmente «libera dal- del Mit di Boston, concorda. E aggiunge che «è sbagliato do l’ipotesi che il problema non sia solamente di natura
la censura e dal controllo di corporation e governi». I volon- Il progetto considerare le reti "mesh" come strumenti di aggiramento tecnica (difficoltà di reperire, pagare e sfruttare le
tari all’opera, nella comunità sorta in pochi giorni sulla piat- Lo «Stop Online Piracy Act» della censura». A tal fine, inoltre, esistono già strumenti potenzialità degli strumenti disponibili) ma di consape-
taforma di social news «Reddit», sono oltre 10 mila. Il no- (Sopa) in discussione ben più potenti e collaudati. Per esempio, un dissidente ci- volezza individuale. La censura è in molti luoghi talmen-
me del progetto è ancora in discussione, ma il concetto di al Congresso Usa impone ai nese che volesse scavalcare il «Great Firewall», il potente te forte da non farsi percepire come tale. E si accompa-
fondo è chiaro: visto che i provider sempre più spesso si provider Internet di impedire filtro imposto dalle autorità, potrebbe utilizzare reti private gna al terrore per i rischi che si corrono offline: subire
piegano ai diktat delle autorità, bisogna creare un’infrastrut- l’accesso a siti che diffondono virtuali come quella fornita dal sito svedese Relakks.com. violenze o finire dietro le sbarre, nelle mani dell’arbitra-
tura di rete distribuita, che li renda superflui e sia intera- materiale protetto da diritto Un servizio che per 45 dollari l’anno, e semplicemente cam- ria giustizia dei regimi. Tempo di correre ai ripari, dato
mente nelle mani degli utenti. Una rete «mesh», in gergo d’autore. La norma proposta biando le impostazioni sul proprio pc, consente di trasfor- che, ammonisce il ricercatore del Centro per l’Innovazio-
tecnico: un reticolato di connessioni che sfruttando disposi- dal repubblicano Lamar mare la propria connessione iper-censurata in una criptata, ne tecnologica del Brookings Institution di Washington
tivi wireless rimbalza da utente a utente senza mai passare Smith (nella foto) prevede dunque protetta e libera, dalla Svezia. D.C., John Villasenor, per la prima volta i regimi dispor-
per i centri di smistamento del traffico controllati dai forni- il blocco dei finanziamenti Resta il problema di pagare quella che in Cina è consi- ranno di software in grado di «registrare quasi ogni cosa
tori di accesso. A questo modo, sostengono i proponenti, ai siti «incriminati». Linkare derata una vera e propria «tassa su Internet». «Non tutti sia detta all’interno dei loro confini».
sugli oltre 562 milioni di cittadini digitali (uno su quattro) un video protetto da possono permettersela», sospira Zuckerman. Per ovviare ilnichilista.wordpress.com
che nel mondo subiscono forme di filtraggio dei contenuti copyright potrebbe costare c’è una soluzione gratuita: usare la rete Tor. Di che si trat- Twitter @fabiochiusi
online non penderebbe più la spada di Damocle di un con- all’utente fino a 5 anni ta? «Tor è due cose», risponde Arturo Filastò, «Hellais» © RIPRODUZIONE RISERVATA

di carcere. A rischio tutte le nella vulgata hacker e sviluppatore del progetto che at-
piattaforme di condivisione, tualmente conta 500 mila utenti al giorno. «La prima è il
RRR da YouTube a Tumblr "Tor client", che permette tramite un sistema di crittogra- RRR
fia a strati di visitare qualsiasi sito Internet indipendente-
Niente tracce mente dalla censura. La seconda sono i "Tor Hidden Ser- Assuefazione
Una soluzione gratuita è Tor, vices", attraverso cui si possono offrire contenuti anoni- Per Ethan Zuckerman,
mamente». Cioè senza rivelare l’indirizzo Ip (la «carta
che permette di produrre contenuti d’identità» della propria macchina) da cui provengono. del Mit di Boston, il problema
anonimamente, cioè senza rivelare Tor non è accessibile da Cina e Iran, ma secondo Filastò non è solo tecnico
fatto il filtro, trovato l’inganno: «dopo il blocco è stato
l’indirizzo Ip, la «carta d’identità» creato un "ponte" per raggiungere ugualmente la rete
ma di consapevolezza
del proprio computer Tor». «Attualmente — dice controllando sul suo compu- individuale del fenomeno
8 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
La staffetta del virus

Orizzonti Scienze
Sopra le righe
di Giuseppe Remuzzi
{ I virus delle maggiori epidemie, Hiv, influenza
— H1N1, H5N1 — e Sars vengono dagli
animali. Dai grandi allevamenti, ma anche
dagli animali selvatici. Poi di uomo in uomo
arrivano nelle città e da lì chi viaggia li porta
dappertutto. Così si ammalano in tanti e si
spendono miliardi di dollari in cure (che non
sempre funzionano). Meglio fermarli subito
quei virus, prima che infettino gli allevatori
dell'Asia e i cacciatori in Africa. Oggi si può.

Ricerca Gli studiosi indagano (con qualche timore) le differenze tra maschi e femmine
Così la paura delle strumentalizzazioni rischia di ostacolare la conoscenza

Nel cervello delle donne


reotipi, ovvero la profezia che si autoav-
vera applicata alle neuroscienze. Se tutti
mi dicono che non me la caverò mai in
matematica perché il mio cervello da
donna non è adatto, allora non me la ca-
verò mai! Non perché non ne abbia la
di CHIARA LALLI possibilità cerebrale, ma perché mi sono
convinta del mio insuccesso e non ci pro-

«I i
cervelli delle donne hanno vo nemmeno.
un ippocampo più grande, Un’altra enorme difficoltà è quella di
che di solito le rende più bra- attribuire un significato alle differenze.
ve a mantenere i ricordi. Abbiamo le tecnologie per rilevarle, e
Quelli degli uomini hanno sappiamo che il testosterone agisce sul
una corteccia parietale più spessa, che è uti- cervello durante lo sviluppo embrionale.
le nel respingere le aggressioni. Le donne Le informazioni sulla tavola Ma cosa significa? Come agiscono sulle
sono predisposte a esprimersi attraverso rotonda «The Promise nostre capacità affettive, di calcolo, di ri-
il linguaggio, gli uomini non così tanto». and Peril of Research on Sex cordare? In che modo un’area cerebrale
Così comincia «What is it about men», Differences» organizzata causa un comportamento o determina
la sesta puntata dell’ottava stagione del dalla Society un talento? Come passiamo da una de-
serial televisivo Grey’s Anatomy. for Neuroscience scrizione statistica a una ipotesi esplicati-

ILLUSTRAZIONE DI LUCIANO LOZANO


Le donne sono diverse dagli uomini? il 13 novembre 2011 sono va? Non dimentichiamo, poi, che è estre-
È una domanda che ci poniamo da seco- disponibili a questo indirizzo: mamente difficile separare l’influenza ge-
li. Oggi si pone in un dominio nuovo, http://www.sfn.org/in- netica da quella culturale e ambientale.
quello delle neuroscienze. In pochi sem- dex.aspx? Le molte concause in azione si intreccia-
brano aver voglia di rispondere, perché pagename=gpa_advocacy_n no e ci rimandano una complessità che è
in agguato ci sono abusi, interpretazioni etwork_newsletter. difficile scomporre.
affrettate, forzature — rischi presenti Tra gli articoli sulle Il cervello delle donne è diverso da
ogni volta che si parla, non solo di scien- differenze cerebrali quello degli uomini? Non esiste una ri-
za. Dovremmo rinunciare alla discussio- di genere ricordiamo sposta esaustiva e definitiva ad oggi.
ne per paura che se ne possa fare un uso «Culture, Gender and Math» Dobbiamo però rispondere a una doman-
moralmente riprovevole? La conoscenza di Luigi Guiso, Ferdinando sempre la domanda se vi sia una diffe- versità non sia attribuita una connotazio- da: è più prudente non provare a rispon-
del nostro cervello ci sta costringendo a Monte, Paola Sapienza renza tra il cervello delle donne e quello ne negativa, cadendo nella tentazione di dere per la paura di possibili strumenta-
rivedere concetti fondamentali: la mora- e Luigi Zingales apparso sul degli uomini. tracciare gerarchie basate sul genere. I ri- lizzazioni? L’immobilità e il silenzio del-
le, la stessa possibilità di pensarci liberi numero 320 di «Science». William Saletan, sul magazine statuni- cercatori sono talmente spaventati dalle la scienza non sembrano offrire una solu-
e responsabili delle nostre decisioni. Quello di William Saletan tense «Slate», ha proposto una guida in possibili accuse di sessismo che spesso zione, anche quando gli argomenti sono
Non farlo per paura dei rischi significhe- comparso su «Slate» 10 punti per orientarsi. Il primo, «ideolo- evitano l’argomento o hanno la tentazio- difficili e tanto carichi di emotività. Anzi,
rebbe mantenere l’ignoranza e i pregiudi- è disponibile gy», è il timore che l’ammissione di diffe- ne di minimizzare o negare le differenze. soprattutto quando sono tanto contro-
zi. Nell’ultimo convegno annuale della su http://www.slate.com renze cerebrali tra donne e uomini pos- La ritrosia rischia però di essere contra- versi. La conoscenza può essere usata
Society for Neuroscience, un panel era sa essere usata per giustificare il sessi- ria alla scienza e alla ricerca, nonché di male, questo è certo. Ma l’ignoranza non
dedicato a «The Promise and Peril of Re- smo. Ogni ipotesi di diversità può essere ostacolare una migliore comprensione può essere davvero considerata una vali-
search on Sex Differences»: promesse e infatti trasformata in un’affermazione di di alcune patologie. da alternativa.
pericoli hanno infatti caratterizzato da inferiorità, ed è difficile far sì che alla di- Un pericolo riguarda l’effetto degli ste- © RIPRODUZIONE RISERVATA
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 9
Dodici mesi in 140 caratteri

Orizzonti Nuovi linguaggi


Hyperlink
di Tommaso Pellizzari
{ Claudia Vago, Luca Alagna, Marina Petrillo,
Maximiliano Bianchi e Mehdi Tekaya (account
Twitter: @tigella, @ezekiel, @alaskaRP,
@strelnik, @mehditek) hanno realizzato «Year
in Hashtag» (yearinhashtag.com): un riassunto
del 2011 sulla base di quanto è stato scritto
e linkato in un tweet. Una delle cose da
ricordare di quest’anno. E da replicare, solo
nel caso in cui nel 2012 Twitter non diventi
troppo di moda.

Visual data Un pacchetto (volo e tre notti in hotel) costa più


a Rotterdam che in Nuova Zelanda. Ecco una mappa
delle destinazioni (in base al prezzo) da scegliere online

Vacanze per tutte le tasche

di DANIELE SPARISCI ata dal cartografo Leonard Guelke per l’aurora boreale. Magari dopo aver scel- da far sembrare Tokyo quasi una gita anche positive: con budget modesti
misurare la distanza di una località di to la destinazione la sera prima. Visto fuoriporta (800 euro). Per non parlare per l’alta stagione (fra i 200 e i 400 eu-

M ai come in questo caso più del-


la meta conta il viaggio. Vacan-
ze last minute: quando a deci-
dere è un algoritmo che macina nume-
ri e combinazioni a tempo di record.
partenza da un punto qualsiasi sulla
Terra. In questo caso, a dettare la lonta-
nanza non sono i chilometri ma il co-
sto della trasferta: volo andata e ritor-
no con 3 notti in hotel. Più ci si allonta-
che a dire l’ultima parola sempre più
spesso sono le tariffe in nome di un tu-
rismo «democratico» dai confini sfu-
mati come i pacchetti promozionali
che lo promuovono. Qualche esem-
di Salisburgo: la «perla» austriaca alla
lotteria del last minute vale come Bo-
ston. Naturalmente le sorprese sono
ro) si festeggia la fine del 2011 a Stoc-
colma, Monaco di Baviera, Barcellona,
Budapest o Atene. Ma anche mete mol-
to meno note per chi è stanco dei soliti
giri, come Katowice o Timisoara. Un
Un mondo a portata di clic è riprodot- na dal primo cerchio e più sale il prez- pio? Per visitare il secondo porto più DensityDesign lab metodo creativo e a basso costo che
to in questa mappa elaborata partendo zo, con scatti di 200 euro a ogni passag- grande del mondo a Rotterdam si fra i suoi seguaci annovera il musicista
La visualizzazione dati è a cura
dai dati sulle offerte per il periodo di gio. Laddove i colori sono più intensi spende la stessa cifra (2.300 euro cir- Bob Geldof: «Quando trovo un volo a
del DensityDesign lab del Politecnico
Capodanno dell’aggregatore di siti di la convenienza aumenta. ca) che per arrivare ad Auckland, in un pugno di sterline per una località
di Milano guidato da Paolo Ciuccarelli.
viaggi last minute Kayak. Con l’Italia al Una bussola per i «tecno-nomadi» Nuova Zelanda raggiungibile solo do- sconosciuta non ci penso due volte: è
La realizzazione di questa settimana
centro, come a raffigurare un «hub» pronti a decollare verso l’estate austra- po più di una giornata di volo. E che il mio "magical mistery tour"». Dedica-
è di Giorgio Uboldi, Federica Bardelli,
dal quale si snodano migliaia di tratte le di Città del Capo o a ripiegare sulle dire di Valladolid, al centro della Spa- to a tutti i viaggiatori 2.0.
Gabriele Colombo e Donato Ricci.
aeree. La rappresentazione è quella ide- glaciali notti islandesi rischiarate dal- gna? Un tale salasso (oltre 2.000 euro) © RIPRODUZIONE RISERVATA
10 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Percorsi Geopolitica

La doppia crisi Le primavere arabe e le difficoltà dell’Unione Europea


hanno riportato l’attenzione sul vecchio mondo.
Mentre l’asse si sposta nel Pacifico. Parlano gli studiosi

La storia riparte nel Mediterraneo


«Ma è un segno del declino»
di MICHELE FARINA

S i
e chiedete a Francis Fuku- gli umori di Wall Street avremmo dovuto ancora che cominciassero i negoziati». G20) c’è la mancanza di superpotenze glo-
yama quali sono i tre avveni- studiare i tassi dei titoli italiani?». Strappo elogiato da Ferguson: «Tra un se- bali (da qui il G Zero) che renderà il mon-
menti più significativi del Europa indebolita, Pechino blindata: colo gli storici guarderanno alla moneta do più instabile.
2011, lui ve ne dirà due («le pri- «Chi scommette sulla rottura del modello unica come all’errore più grave commesso Nel 2006 Bremmer scrisse La curva J.
mavere arabe e la crisi dell’eu- cinese nei prossimi 20 anni resterà delu- dall’Europa comunitaria, perché anziché La bussola per capire la politica interna-
ro») perché «non ce ne sono so» dice Ferguson, anche perché — fa nota- incoraggiare l’integrazione ha promosso il zionale (edito in Italia nel 2008 da Universi-
altri nella stessa classe di im- re Kupchan — «il motore di un eventuale suo contrario». In uno scritto recente Fer- tà Bocconi), salutato dall’«Economist» co-
portanza». Charles Kupchan, 53 anni, pro- cambiamento, la classe media, in Cina è in- guson si è divertito a tratteggiare la Ue tra me libro dell’anno. Il succo era che i regi-
fessore di Relazioni internazionali alla Ge- corporata al sistema e ha interesse nel man- un decennio (senza la Gran Bretagna), sot- mi chiusi (dittature) che cercano di diven-
orgetown University di Washington e con- tenimento dello status quo». E così la sto- to gli effetti del federalismo fiscale deciso tare sistemi aperti (modello democratico)
sigliere per gli affari europei sotto Bill Clin- ria si fa nelle aree instabili, tra Tripoli e nel 2012: gli europei del Sud (tra cui gli ita- seguono un andamento a J: prima di salire
ton, stila la stessa classifica aggiungendo Francoforte. Non è sorpreso Vittorio Ema- liani), con il 20 per cento di disoccupati e scendono, prima di diventare stabili passa-
lo stallo politico a Washington. Il britanni- nuele Parsi, 50 anni, docente di Relazioni il 20 per cento di anziani, «si godranno la no attraverso una fase di maggiore instabi-
co Niall Ferguson, 47 anni, che insegna internazionali alla Cattolica: «Le cose si vita facendo i giardinieri e i camerieri per i lità. Così Bremmer al telefono da New
Storia ad Harvard, ricorda tre fatti precisi: muovono qui perché noi abbiamo avuto il ricchi tedeschi, che avranno tutti la secon- York vede anche l’evoluzione delle prima-
la morte di Bin Laden («fine della guerra 1989, il grande cambiamento degli equili- da casa sotto il sole del Mediterraneo». vere arabe. Quanto agli stabili e aperti Pae-
con Al Qaeda»), l’uccisione di Gheddafi bri che provoca scosse: l’ex Jugoslavia, si europei, sulla curva a J della storia è sem-
(«ha svelato la faccia violenta delle prima- l’Iraq, ora le rivolte arabe. In Estremo Orien- pre possibile scivolare all’indietro, ecce-
vere arabe») e il vertice dell’8-9 dicembre te la guerra fredda non è mai finita». Per zion fatta per un gruppetto di democrazie
a Bruxelles («l’Europa sul bordo del preci- Kupchan rivolte arabe e crisi dell’euro «in Più rosee le previsioni (sul nostro con- consolidate (le prime della lista: Stati Uni-
pizio»). Anche le rivolte in Nord Africa e qualche modo sono connessi». Perché un to) di Fukuyama: la Germania non darà vi- ti, Giappone, Francia, Gran Bretagna, Ger-
Medio Oriente, secondo Ferguson, segna- mondo «sempre più frammentato» si muo- ta a un club ristretto di virtuosi, possibile mania) in cui, secondo Bremmer, non c’è
no un ulteriore passo nel declino dell’Occi- ve e fa attrito come le placche tettoniche l’uscita da Eurolandia di Paesi come la Gre- posto per l’Italia. Con la nostra vasta econo-
dente, «che ha perso il controllo di della crosta terrestre. «Il centro di gravità cia, ma l’Italia ha «gli strumenti per imple- mia informale e un sistema politico trabal-
un’area in cui era di fatto egemone». non si sposta verso Oriente, il fatto è che mentare misure sufficienti a metterla al ri- lante, noi italiani stiamo a metà strada tra
La morte di Osama, gli ultimi marines non esiste più un centro». Dobbiamo abi- paro». Il celeberrimo libro di Fukuyama la Germania e la Grecia. «Non saprei dire
che lasciano l’Iraq, le prove di ritirata dal- tuarci, dice Kupchan, a un «mondo diffuso (che ora insegna a Stanford) sulla «fine se più vicini all’una o all’altra». A suo avvi-
l’Afghanistan: «Abbiamo assistito in que- e decentralizzato» dove le varie aree (plac- della storia» compie 20 anni nel 2012. Su so la risposta dell’Europa alla crisi porterà
sti anni alle ultime guerre americane — di-
ce al "Corriere" Donald Sassoon, 65 anni,
docente di Storia europea comparata al
Queen Mary College di Londra
—. Difficile che gli Usa lanci-
no ancora campagne militari
in luoghi lontani». Per Sasso-
on, «nei prossimi 10-15 anni
l’Occidente dovrà gestire il
proprio declino anche alla lu-
ce della peggiore crisi econo-
mica dal 1929», mentre l’Ame-
rica volge lo sguardo all’Asia
come al nuovo grande teatro
dei giochi mondiali: lo testi-
moniano le parole del presi-
dente Barack Obama al sum-
mit del Pacifico, viaggio straordinario che,
anche attraverso piccoli atti simbolici
(l’apertura di una base di marines nel
Nord dell’Australia), segnala uno sposta-
mento di diplomazia e bandierine Usa al
centro del grande risiko del XXI secolo.

Sembra una notizia già vecchia: il tra- che?) avranno sempre più importanza. quella profezia, spesso ridicolizzata, non a una maggiore integrazione (unione fisca-
monto dell’Occidente e l’ascesa dell’Asia, il «L’area del Mediterraneo rimarrà chiave». ha rimpianti: «Credo che le basi rimanga- le). Quanto agli scogli che ci hanno porta-
baricentro geopolitico che si sposta verso Certo, la doppia instabilità (rivoluzioni no valide» ci dice. A suo avviso il modello to sul punto di affondare, Parsi ne ha avvi-
Est insieme con le opportunità economi- a Sud, crisi dell’euro a Nord) richiede pa- liberal-capitalistico costituisce ancora stato uno grosso proprio in mezzo al Medi-
che. In fondo ce lo diciamo anche al bar Dall’alto: Francis Fukuyama, zienza e decisioni cruciali. Tempi lunghi l’orizzonte unico dell’umanità (lo prova an- terraneo. C’è una rotta che conduce da
che questo sarà l’Asian century: Robert Ka- autore de «La fine della storia per le primavere arabe («ci vorrà almeno che il fatto che la crisi finanziaria «propa- piazza Tahrir all’incubo dello spread. È la
plan lo ha delineato in un libro del 2010, e l’ultimo uomo» (Rizzoli); una generazione per arrivare a sistemi de- gatasi da Wall Street all’Europa» non abbia reazione europea all’emergenza profughi
Monsoon («Monsone», edito da Random Charles Kupchan (foto mocratici stabili, mentre a breve il con- provocato una grande reazione sociale, a di quest’estate: anziché mostrare solidarie-
House), che cominciava con un appello a Dolci/Newpress) autore di «La fronto con l’Islam politico metterà l’Occi- parte il fenomeno degli Indignados che tà, la Francia ha chiuso le frontiere, la Ger-
scordarsi «la mappa dell’Europa che ha de- fine dell’era americana» (Vita dente di fronte a scelte difficili tra valori e Fukuyama ritiene minoritario). Orizzonte mania ha minacciato di sospendere il trat-
finito il Novecento, da Omaha Beach al Mu- e Pensiero); Niall Ferguson interessi economici»). L’Europa uscirà dal- unico all’interno del quale però si muovo- tato di Schengen. «Quelli che fanno finan-
ro di Berlino ai villaggi in fiamme del Koso- (foto McPherson/Corbis): la crisi rafforzata da «una più profonda in- no le placche senza un centro raffigurate za guardano anche ai segnali che non ven-
vo». Certo, a guardare i robusti tassi di cre- in Inghilterra è appena uscito tegrazione»: «Sono ottimista e vedo le ba- da Kupchan. gono dalle Borse e dalle manovre economi-
scita del Pil asiatico e il cardiogramma bal- il suo «Civilization: the West si per una comune politica fiscale che darà È un mondo «G Zero» come lo chiama che. Dopo l’estate avranno pensato: se l’Eu-
lerino delle nostre Borse, non c’è storia. Ep- and the Rest»; Donald stabilità alla moneta unica». Ian Bremmer, 42 anni, presidente di Eura- ropa si è dimostrata incapace di solidarie-
pure abbiamo già superato il primo decen- Sassoon (foto da www.zam.it): I tempi? Per Sassoon non saranno rapi- sia Group (società di consulenza sul ri- tà interna davanti ai barconi dei disperati
nio di questo «secolo asiatico» e «le co- ha scritto, tra l’altro, di: «Il 2012 non porterà all’unione fiscale». schio politico globale) che insegna alla Co- dalla Libia, faranno lo stesso con la crisi
se», gli avvenimenti, continuano ad acca- «La cultura degli europei» Anche per questo il premier David Came- lumbia University. Dietro l’allargamento dei Paesi indebitati…».
dere qui, nel «vecchio mondo». (Rizzoli) ron ha sbagliato a dare lo strappo «prima del club dei grandi della Terra (dal G8 al © RIPRODUZIONE RISERVATA

In questa prospettiva il 2011 ha costitui-


to una congiuntura incredibile e impensa-
ta: le breaking news di geopolitica sono ar- RRR RRR
rivate quasi tutte dalle rive dell’antico Me-
diterraneo. Piazza Tahrir e spread sono tra Scosse telluriche La curva a forma di J
le parole che sigillano questo annus insta- Secondo Charles Kupchan tutti Ian Bremmer interpreta l’evoluzione
bilis. Gli analisti finanziari americani si ri-
corderanno le levatacce alle 2.30 di notte i rivolgimenti sono connessi perché dei regimi autoritari come una parabola
per seguire dalla tv ai piedi del letto l’anda- il mondo è «sempre più frammentato»: che scende e poi risale: prima che la
mento dei nostri Btp, come ha detto al
«New York Times» il trader Michael Mayo:
si muove e fa attrito come le placche democrazia prevalga, si attraversa una
«Chi avrebbe mai pensato che per capire tettoniche della crosta terrestre difficile fase di aumento dell’instabilità
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 11
Guerra e rinascita

Soglie
di Franco Manzoni
{ Filtra una sofferta pietà a tinte forti,
con scene vibranti tratte da un evento bellico
non ben specificato, la compassione verso
madri in lutto per i figli travolti dal destino.
Una tragedia collettiva canta il poemetto
Democrazia di Alberto Toni (pubblicato
da La Vita Felice, pagine 48, e 8).
Con riferimenti a Fenoglio, Ungaretti, Pasolini,
De Amicis, Trakl, scorrono immagini di vite
a brandelli, mentre una nazione rinasce.
12 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 13

L’inedito Senza ricordi


Un romanzo
di cento parole

E
ntra ogni mattina nella mia quelli scritti da lui. E senza mai dire bello
RRR di Roberto Ferrucci libreria, saluta, sorride, poi inizia, eh. Gliel’ho detto io, una mattina. Quello
metodico ma con aria smarrita, a è bellissimo, gli dissi. Sì?, mi chiese. E
guardare i libri. Non li sfoglia. Li ogni mattina, adesso, entra, saluta,
Roberto Ferrucci è nato
a Venezia nel 1960.
guarda come chi sa bene come fare per sorride, guarda i libri, e quando tocca a
I suoi ultimi due romanzi capirlo, un libro. Bello eh, dice ogni tanto, uno dei suoi, si volta, smarrito, e ascolta
sono «Cosa cambia»
(Marsilio, 2007) girandosi verso di me. Strano — ho me, che glieli racconto.
e «Sentimenti sovversivi» pensato — facesse lo stesso anche con © RIPRODUZIONE RISERVATA
(Isbn edizioni, 2011)

Caratteri
Muta sofferenza

{
La Florida acerba e selvaggia si specchia
nelle adolescenze del teppista Toby e della
brava Shelby, colpevoli e innocenti. Dark
Colpo di fulmine Florida, bel romanzo di John Brandon edito
da Giano (pagine 240, e 16,50), è una storia
di Ida Bozzi di formazione che sorprende più che per la
trama noir (il rapimento di una bimba), per
Narrativa, saggistica, poesia, ragazzi, classifiche il tono dolente: «Se non avevi un buon
nascondiglio, tenerti stretto qualcosa era
impossibile». Una sofferenza muta.

Dibattiti Murakami e Geda, ma anche Tabucchi e Niffoi. Indolenza e astuzie

I furbetti della narrativa


Escamotage stilistici e temi «di moda»: i trucchi per catturare il lettore
di ALESSANDRO BERETTA

B
eccato con le mani nel sacco, anzi, in pagina. Vie- letteraria attraverso la
ne da pensarlo quando la critica rivolge agli autori riconoscibilità di immagine
l’accusa di furbizia. Non che la cosa riguardi le vet- e di temi, allora, non è una
te della classifica o la letteratura di genere, dove buona strada? «È un’autode-
certi artifici servono a portare a casa l’assassino e capitazione o un peccato
lo stupore, ma tocca sempre più spesso narratori percepiti d’ingenuità, anche perché,

«I BARI» DI CARAVAGGIO (1594) CONSERVATO AL KIMBELL ART MUSEUM DI FORT WORTH


come letterari a pieno titolo che rinunciano a rischiare affi- credo, ostacola la scrittura.
dandosi a troppi escamotage. Fatto sta che negli ultimi tem- Vale la pena puntare ad esse-
pi la furbizia letteraria puntella recensioni positive e negati- re nella letteratura, magari
ve di diversi romanzi diventando un leit-motiv critico. Solo inseguendo una laica im-
sulle pagine de «la Lettura», ad esempio, Franco Cordelli, mortalità, ma se l’obiettivo
alle prese con i calcolati parallelismi tra le storie dei perso- sono il successo e il guada-
naggi del romanzo fiume 1Q84 di Haruki Murakami, defini- gno, consiglio di fare un al-
va l’autore giapponese «uno degli scrittori più furbi dei no- tro lavoro». Mentre, tornan-
stri anni». Restando in Italia, invece, il torinese Fabio Geda, do ai contenuti, i tanti autori
dopo il successo di Nel mare ci sono i coccodrilli, ha incontra- che si affidano all’attualità
to una diversa accoglienza critica con L’estate alla fine del per trovare i temi dei loro li-
secolo: dal giudizio di Daniele Giglioli, sempre su queste pa- bri, come li giudica: furbi o
gine, che l’ha visto come uno «studiatissimo tentativo di bis- civili? «Rispondere alle sire-
sare le centinaia di migliaia di copie vendute dal preceden- ne civili del mutamento è
te», ad Angelo Guglielmi che l’ha definito su «Tuttolibri» una cosa che tanti scrittori,
«un romanzo onesto costruito con qualche furbizia». volenti o nolenti, fanno. Pur-
Il dilemma, forse, è: ma la furbizia dell’autore è una quali- troppo non si tratta di lette-
tà o un intralcio? «Non è per forza un elemento negativo, fa ratura civile o di ricerca del-
parte delle armi del mestiere e serve sia per sedurre il lettore la verità, come per Pasolini
che per aprirsi percorsi altrimenti vietati — risponde Gu- o Sciascia, ma di opportuni-
glielmi che in Il romanzo e la realtà: cronaca degli ultimi smo. L’ho notato con Tabuc-
sessant’anni di narrativa italiana ha tracciato un panorama chi, ottimo come amante di
Pessoa, ma inutile come
chi che si tengono ai margini e hanno qualcosa da dire. Cer- scrittore civile, nel senso che certi temi li ho sentiti cacciati a
RRR to, va detto che insieme a loro rimarranno i furbissimi, quel- forza nei suoi libri. In quei casi la furbizia è carenza d’ambi-
li che da vent’anni non deludono il pubblico perché seguo- zione: lo scrittore surroga l’ispirazione con il tema o con la
I critici no l’epoca invece di criticarla». moda del momento. Peccato che la cosa non funzioni come
Angelo Guglielmi: anche questo Di diverso parere è Giulio Ferroni, storico della letteratura per l’evasore fiscale che fa il furbo e ci guadagna: lo scrittore
che in Scritture a perdere ha indagato gli anni zero della let- che fa il furbo si depaupera e umilia se stesso».
è uno strumento del mestiere. teratura italiana e certi suoi cliché: «È chiaro che conta il © RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Onofri: ormai molti scrittori mercato, ma non incolperei gli autori. Se la furbizia è una
delle chiavi del mercato può valere sia per gli editori che per
interpretano un personaggio, gli autori che giustamente si dicono: "Perché non provarci?".
penso per esempio a Corona Ultimamente mi sembra che spesso l’autore cerchi di aggan-
L’AUTORE DEVOLVERÀ IL RICAVATO DELLA VENDITA AL GRUPPO ABELE DI DON LUIGI CIOTTI

ciare la sua furbizia a quella del mercato: in questo modo


affascinante della nostra produzione —. È un artificio essen- crolla lo spessore letterario e il meccanismo si avvicina a Vasco Rossi
ziale, soprattutto quando aiuta chi legge a entrare nel roman-
zo. Tutti gli scrittori vogliono che il lettore resti in attesa pri-
quello della pubblicità, che è quanto di più alieno dalla lette-
ratura». Può fare dei nomi? «No, non vorrei, ma basta guar-
in libreria
ma di ricevere il colpo: è il classico schema del giallo e Geda dare le classifiche per rendersene conto: da alcuni autori che
lo usa perché ha in serbo una sorpresa. Quindi è una scelta hanno l’allure da intellettuali senza averne il valore, al fatto
furba, ma giustificata, non l’ho trovata né velleitaria né prete- che ormai tutti fanno libri, dagli attori, ai musicisti e ai politi-
stuosa». Già, ma ha incontrato furbizie di questo secondo ci. Se i libri di consumo ci sono sempre stati, quello che man-
genere? «Francamente no, i romanzi di oggi non sono furbi, ca del tutto oggi è una gerarchia: una volta magari si litigava
ma sono, troppo spesso, brutti». Se ci si accorge, insomma, per Bassani e Cassola, ma si discuteva di qualità letteraria.
di certi trucchi e temi ricorrenti (dalla Shoah al precariato, Non sono un nostalgico, ma oggi la natura del mercato
per dirne due) e si ha il sospetto che siano messi lì apposta, editoriale è diversa, con il risultato che spesso gli autori
è inevitabile un’altra domanda: ma la scelta «furba» è del sono attori di se stessi».
mercato o degli autori? «I veri furbi sono gli editori, quindi il Ma in che senso gli autori diventano attori? «Nel modo in
mercato, sono loro a decidere tutto — dice Goffredo Fofi, cui rispondono alle attese del pubblico — spiega Massimo
critico militante che tra cinema e letteratura, dalle pagine de Onofri, critico pungente non solo sui testi, ma anche sul co-
«Lo Straniero», segue la contemporaneità —. Lo fanno attra- stume letterario —, in quei casi, più che di furbizia, si arriva
verso gli editor che non sono mai stati così potenti. Oggi alla mistificazione. Penso a uno come Mauro Corona, dove
quando ricevono un manoscritto possono manipolarlo tran- l’ombra del personaggio si proietta sull’autore, per cui piace
quillamente, tanto sanno che l’autore accetterà, anche per- Dall’alto: Salvatore Niffoi per ciò che scrive, ma anche perché è un po’ boscaiolo, o a
ché ormai si scrive tanto per pubblicare, più che per lasciare (1950), autore di «Il lago un Erri De Luca, operaio e scrittore, autore sapienziale distri-
una traccia. Le ultime generazioni pubblicano per farsi inter- dei sogni» (Adelphi); buito con i fremiti tra le commesse, o un Salvatore Niffoi,
vistare, per finire in televisione e sui giornali: è una situazio- Antonio Tabucchi (1943): sempre vestito con il vellutino che tanto piace alle signore
ne completamente falsata, anche dalla complicità dei me- Feltrinelli ha ripubblicato «Il romane parioline che lo leggono sotto l’ombrellone. Sono
dia. Adesso, con la crisi, si farà un po’ di piazza pulita, gli piccolo Naviglio»; Haruki tutte forme di marketing involontario che gli autori usano
scrittori furbi cadranno nel dimenticatoio, come un mare di Murakami (1949), autore di per entrare nelle storie della letteratura, ma che li faranno
esordi ormai già moda del passato, mentre resisteranno i po- «1Q84» (Einaudi) uscire dalla porta di servizio». Puntare a diventare una star
14 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
Il lato ridicolo del mal d’amore

Caratteri Narrativa italiana


Viva Liala
di Roberta Scorranese
{ Fidanzate così belle da bloccare il traffico;
donne che non trovano il posto adatto per il
primo bacio; addii maldestri. Quando il
quarantenne inglese Dan Rhodes scrisse
Amore, amore (Newton Compton) voleva
soprattutto che una bellissima ragazza
lo leggesse e si innamorasse di lui. Ci è
riuscito. Ma è riuscito anche a far ridere
parlando di pene di cuore. Tanto che vien da
dire: la serietà, vi prego, sull’amore!

Grottesco Con una lingua di impassibile e irresistibile comicità Romanzi teologici


Francesco Permunian racconta molto più di un ospedale psichiatrico Donna d’Oldenico

Soltanto una compagnia di folli L’Anticristo


in scenari
può svelare le debolezze del mondo da Orwell
di DANIELE GIGLIOLI di ERMANNO PACCAGNINI

I D
n principio era il verbo, diceva l’apo- opo l’intermezzo di Giusto
stolo. Sbagliato, era l’azione, ha poi (Marietti 2006) su Maria che
corretto Goethe. Buon ultimo arriva cerca affannosamente Gesù per
Francesco Permunian a sostenere portarlo al capezzale di Giuseppe
con ottimi argomenti che in princi- morente, con Dodici Giovanni Donna
pio è la follia. Comincia infatti da una crisi d’Oldenico riprende certe fila di
di follia La Casa del Sollievo Mentale, gra- Polvere (Effetà 2000), sul tema del
vitante intorno a un ospedale psichiatrico Male e delle trappole tese dal
modello che a poco a poco finisce per in- diabolico Avversario. Passa però dal
ghiottire con le sue stravaganze anche il romanzo storico a una narrazione tra
personale non degente del paese sul Gar- Medioevo e futuro, d’un
da in cui lavora come bibliotecario Ludovi- fantascientifico per vari aspetti
co Toppi, protagonista e narratore. Un bel orwelliano che
giorno sua zia Arpalice sprofonda in una disegna una
demenza per metà religiosa (parla con la Terra divisa tra
Madonna) per metà erotomane (turpilo- una Repubblica

EMILIO TADINI,1927-2002, «FIABA» (PARTICOLARE)


quio, smanie amorose, ninfomania a scop- tecnocratica,
pio ritardato). abile nel celare
Ma la clinica in cui viene rinchiusa è so- dietro la
lo l’altro lato dello specchio. Folli vi sono i sicurezza dei
medici (il dottor Korea, che ha mal ripo- cittadini la loro
ste ambizioni letterarie), i benefattori, le condizione di
dame di carità bigotte ma squassate da ac- schiavi soggetti
cessi di libidine furiosa. Né se la vede di- Giovanni Donna a entità
versamente chi sta fuori, per esempio — e d’Oldenico conosciute solo
per il momento, perché ci finirà anche lui Dodici per Numeri, a
— il miglior amico del protagonista, baro- MARIETTI 1820 loro volta
ne Alfonso Maria Manotazo, fanatico di Pagine 248, e 16 inconsapevoli
Ceronetti e felicemente coniugato con pedine

i
due bambole gonfiabili, alla cui manuten- la tavolozza si scurisce. I maniaci di Per- della propria esistenza. dell’Anticristo; e i Territori, luoghi da
zione provvede Armandino, necrofilo, munian non beneficiano dell’indulgenza Nessuna innocenza profanata (il «Vene- medioevo abitati dai selvaggi
prosseneta, parassita infido e rancoroso. latitudinaria con cui li guarderebbe Dic- to felice», poniamo, di Comisso o Parise, fortemente permeati dalla fede. E
E tanti altri personaggi di contorno, tutti kens, o nel Novecento Palazzeschi, o ai corregionali dell’autore). Nessun rimpian- proprio sulle scelte del Cancelliere
travolti dal vento irresistibile della mania: giorni nostri Gianni Celati o Ermanno Ca- to per qualcosa che non sia stato a sua vol- Dodici, del suo scoprirsi persona e di
una congrega di fissati, una parata di disa- vazzoni, così solidali con i loro lunatici. ta una follia, a ritroso, all’infinito. Nessu- quanto ne viene tra fughe, spionaggi,
dattati che però, a quel che sembra, non Dolore e colpa, desiderio e paura non so- na salvezza nella regressione all’idiozia, tradimenti, agnizioni d’ogni tipo,
se la passano poi troppo male, narratore no condanne da cui la follia li abbia grazia- come in Walser o in Gombrowicz, e nes- amore, esperimenti in impianti
compreso, cui Permunian ha regalato una ti. La loro insania non è liberazione, è pec- sun perdono. La Casa del Sollievo Menta- nucleonici Donna d’Oldenico
lingua di impassibile, irresistibile comici- cato originale. Se fanno ridere, è perché le è un’«opera mondo» in miniatura, per- costruisce una situazione da «ultimi
tà. non meritano si pianga su di loro, e non a fettamente rispondente alla batteria di giorni» del mondo (e «primi» del
Ma non sempre quel che sembra è quel caso, ultimo della schiera, si affaccerà in tratti che qualche anno fa, in un libro for- Dopo). Un «romanzo teologico» in cui
che è. Via via che si procede nella lettura scena nei capitoli conclusivi il dottor Gro- tunato, Franco Moretti aveva ascritto a si contrappongono scienza e fede,
ber, criminale nazista, medico e nume tu- questa forma: aspirazione alla totalità, ap- caso e provvidenza, clonazione e
telare dei metodi applicati nella Casa del punto, e poi ambizione enciclopedica, ten- amore, dannazione e grazia. Con un
RRR Tiromancino Sollievo Mentale, ossessionato dai bambi- denza digressiva, propensione allegorica, ritmo che alterna le convergenti trame
ni che ha torturato e ucciso. finale «debole», che conclude ma non ri- di Repubblica, Territori, Laboratori,
Cattivi maestri Oltreoceano FRANCESCO PERMUNIAN Una folie à deux tra godimento osceno solve, non conduce fuori. Un’opera da cui Abbazie e quant’altro, inframmezzate
La Casa e dolore irredimibile congiunge clinica e non si esce indenni, narrata con un impa- da discussioni e spiegazioni ora
Al Moma PS1, centro newyorkese del Sollievo Mentale campo di concentramento, l’Europa in sto di leggerezza non compiaciuta e di cru- scientifiche ora teologiche, in un
di produzione e di innovazione culturale, NUTRIMENTI fiamme e la satolla provincia del deltà mai corriva di cui è difficile trovare procedere dapprima ingrippato, con
Franco Berardi «Bifo» — leader del ’77 — Pagine 172, e 16 Nord-Est, una zia spudorata e un regime equivalenti nella narrativa recente, italia- salti da profondità a ingenuità, e che
ha tenuto una conferenza sul tema «Art as di terrore. L’eccentricità dei matti di Per- na e non. La si inizia ridendo, la si prose- solo nella seconda parte acquisiscono
occupation». Tra invettive anticapitaliste e munian è il rovescio grottesco della ten- gue con paura, alla fine si ride di paura. scioltezza e nel ritmo e nella lingua.
pillole di nostalgia movimentista, «Bifo» ha sione alla totalità (volere tutto, sapere tut- © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA
ricreato per la sua platea quella atmosfera to, potere tutto) che ha caratterizzato il
italiana anni Settanta che molti americani Novecento: «Tutti dovevano trovare posto
colti hanno sempre amato e mai vissuto.
Dopo Toni Negri, un altro «cattivo
nella mia memoria: solamente qui, den-
Stile Stile
maestro» da esportazione. tro la mia testa, tutti potevano vivere per
sempre felici». Non esiste un fuori, un Storia Storia
Serena Danna
mondo alternativo, un altro uso possibile Copertina Copertina
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 15
Il marketing d’oro di Tiffany

Caratteri Narrativa straniera


Pandemie
di Edoardo Vigna
{ Un diamante da Tiffany (di Karen Swan,
Newton Compton) con 130 mila copie è hit
della narrativa straniera. Un regalo da Tiffany
(di Melissa Hill) ha sbancato l’estate (300
mila copie, tradotto in 19 lingue). A 50 anni
dal film, riapparso restaurato nelle sale, la più
famosa gioielleria di New York trasforma in
oro ciò che nomina. Potenza del marketing?
Non stupiamoci troppo: a creare il mito è
stato un Re Mida di nome Truman Capote.

Inghilterra Un umore derisorio, quasi perfido percorre «Crampton Hodnet» di Barbara Pym:
prevale la consapevolezza che quando urta con la realtà, l’amore romantico perde sempre

Le passioni (spente) di eccellenti zitelle


di FRANCO CORDELLI

C’
è uno spirito dei luoghi, ossia do si è stati sposati con qualcuno per quasi
vi sono luoghi impregnati di vent’anni, si è abituati a vederlo per casa.
una qualità che non avevano Quando se ne va è come restare a guardare il
prima di essere visti da una pe- muro bianco dove prima c’era un mobile, ca-
culiare prospettiva. È la ragione pite cosa intendo, vero?». E dunque: i perso-
per cui andando sul finire dell’estate due vol- naggi di Crampton Hodnet, come negli altri
te a Londra, tutte e due ho portato con me un romanzi, sono innanzi tutto donne, sempre
romanzo di Barbara Pym: una decisione forse eccellenti: che siano vedove, zitelle o destina-
non pertinente con il puro atto della lettura, te a diventarlo, o sposate e ben ferme in que-
o perfino ingenua. Ma tant’è. I romanzi erano sta acquisizione (per quante strane voci vi sia-
i suoi ultimi due: Quartetto d’autunno del no sul comportamento dei mariti con donne
1977 e Qualche foglia verde del 1980, l’anno in giovani); in seconda istanza uomini, quasi tut-

BRUNO FERRARIO, «RAGAZZA CON LIBRO» (1930)


cui Barbara Pym morì, sessantasettenne. ti studenti, o professori, o preti o, alla fine,
In Qualche foglia verde l’atmosfera assor- impiegati, non certo ad alta definizione.
be la storia (tutte le storie della Pym si somi- In quanto alla struttura dei romanzi della
gliano); in Quartetto d’autunno si narra di Pym, essa ruota intorno all’idea quasi platoni-
quattro impiegati prossimi alla pensione. Le ca di Coppia: che ve ne sia una, o ve ne siano
prime a lasciare l’ufficio sono due donne, ma due, o tre (come in Crampton Hodnet, tutte e
una di loro, che aveva subito tempo prima tre destinate a sciogliersi, poiché qui si parla
un’operazione di cancro, poco dopo muore. di persone giovani); o vi sia un triangolo, il
Questa vicenda è più pregnante perché anche risultato è lo stesso: l’ineffettualità. Il mondo
l’autrice morì (non vecchia) di cancro, e pen- chiuso — un’università, un ufficio — in cui si
so nel romanzo vi siano tracce di una premo- sviluppano le vicende è comico nel senso che
nizione, sebbene non di una paura. In tutti i le persone non si comportano come ci si
libri della Pym — ben diverso dal luogo evoca- aspetta che dovrebbero comportarsi: a volte

i
to, sempre palpitante (che è la ragione per ta da Philip Larkin, la Pym si vide rifiutato Se ben altro sentimento che la desolazione: un hanno sentimenti e a volte non ne hanno!
cui si può andare a Londra con lei) — il luogo una dolce colomba e non smise di scrivere — umore derisorio, lievemente perfido. Se si do- Poi c’è la questione del titolo: che cos’è
in cui l’autrice si pone è astratto, o asettico. negli ultimi due, dicevo, si affaccia una nota vesse definire lo stile di Crampton Hodnet Crampton Hodnet? È un luogo che non esiste.
Non per nulla in più d’uno dei suoi tredici ro- malinconica. Le sue Donne eccellenti, titolo con un solo termine, direi: euforico. Barbara Uno dei protagonisti lo inventa perché gli ser-
manzi c’è un personaggio che ha rapporti con del quarto romanzo (è una espressione o un Pym vi scopre quanto già sapeva: che se le pas- ve una bugia, ma la bugia scivolando nel tito-
l’antropologia (con lo sguardo dal di fuori). concetto che già appare nel terzo, in Cramp- sioni si spengono con facilità sorprendente e lo diventa una finzione: una parola cui nulla
La vita della Pym fu però tutt’altro che av- ton Hodnet: «Quella sì che sembrava una don- improvvisa, con estrema rapidità risorgono, corrisponde. Così è il vero tema della Pym:
venturosa. Dopo gli studi a Oxford negli anni na eccellente, piena di buon senso. Sarebbe spostandosi su altri feticci: poiché tali sono, nell’urto tra l’amore romantico e la realtà del-
Trenta, la collaborazione con il Women’s Ro- valsa la pena avere la sua opinione»), diventa- come per i primitivi (e gli antropologi), gli og- l’amore a vincere è sempre la realtà. A quel-
yal Naval Service la portò in Italia (era stata no «eccellenti zitelle»: in ciò trovando tanto getti delle nostre passioni di persone che si l’amore che ha messo in moto la macchina
anche in Polonia), e soprattutto lavorò a lun- desolazione quanto conforto. vogliono evolute. non corrisponde proprio nulla.
go all’International African Institute di Lon- A proposito di Crampton Hodnet, che tor- Cos’è l’amore per un uomo? «L’amore, per © RIPRODUZIONE RISERVATA

dra e fu membro del comitato scientifico del- na a distanza di 25 anni dalla prima traduzio- un uomo, è una cosa a parte dalla vita di un
la rivista «Africa». Ma gli antropologi che ne, va premesso che di desolazione non v’è uomo, specialmente quando quest’uomo ha
compaiono nei romanzi, in primo piano o sul- ombra. In esso compare per due volte il titolo solo vent’anni e aspira a diventare primo mi- Stile
lo sfondo, risultano poi, al pari degli altri per- di Vita Sackville-West, «ogni passione è spen- nistro». Ma cos’è, allora, l’amore per una don-
sonaggi, perfettamente fungibili: non solo o ta», ma la Pym lo scrisse a 26 anni (il roman- na che disgraziatamente sia rimasta vedova? Storia
non tanto perché la Pym non ha l’ambizione BARBARA PYM zo uscì postumo nel 1985). Sottotraccia corre Ce lo dice un personaggio secondario: «Quan- Copertina
di creare un personaggio (non ha la fede per Crampton Hodnet
farlo), ma per la più filosofica ragione che tut- ASTORIA
to così le appariva: piuttosto futile. In Un po’ Traduzione Bruna Mora di Sandro Salerno,
meno che angeli del 1955 l’antropologo che
era stato al centro della contesa tra la donna
Pagine 249, e 16
L’incipit dei lettori 44 anni, medico anestesista,
Roma
giovane e la meno giovane (altri due tipi ricor-
renti) muore in Africa, e a Londra le due don-
ne, in modo così rapido da apparire sublime,
lo sostituiscono con nuovi oggetti di deside-
Storia di un piccione sedentario
rio o di interesse. Non ce ne stupiamo. Voglio
dire che l’angolo prospettico dell’autrice fu
sempre distanziante: persone, luoghi e ogget-
ti le appaiono come ciò che viene descritto in
una relazione di viaggio. Pure, nelle sue sto-
rie non vi è solo una deliberata e poi fatta pro-
M i chiamo Attilio. A volte
Benigno. Non spaccio identità
diverse, no no. È la signora
Adele del quarto piano, che difetta di
costanza di memoria, che mi chiama
preferisco, tra tutti quelli che vivono
qua dentro. La spio di tanto in tanto
mentre accovacciata con un plaid
scozzese trascorre il tempo sempre più
dilatato ed esiguo di fronte ad un
Invia il tuo incipit
su www.corriere.it/LaLettura
Insieme all’incipit — che deve essere ine-
pria oggettività (una seconda natura). Vi è an- con nomi diversi. Io vivo sul palazzo televisore grande quanto un frigorifero. dito — inviate anche un indirizzo email
che disincanto, e con il disincanto oscure e rosso, quello grande con tantissime Lo spegne soltanto mentre mangia, corretto e controllato con regolarità. La re-
inaspettate emotività. Negli ultimi romanzi finestre in fondo alla strada, dirimpetto fettina arrosto a pranzo, minestrina... dazione contatterà in questo modo il vinci-
— tra Per guarire un cuore infranto del 1961 e alla chiesa patronale. È la donna che © RIPRODUZIONE RISERVATA
tore della settimana.
Quartetto d’autunno, prima d’essere riscoper-

A Natale parla al cuore di chi ami: regala un libro!

Con un libro non sbagli mai


16 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
La confessione del carcerato

Caratteri Saggistica
Due parole in croce
di Luigi Accattoli
{ La scorsa domenica 18 dicembre a Rebibbia
un carcerato ha domandato al Papa se
poteva chiedere l’assoluzione al Signore
invece che al prete e Benedetto ha risposto
che poteva, pur consigliandogli di andare
anche dal prete. Ricordo un postino
comunista che in morte si era «confessato
con Gesù» e il prete intransigente con la figlia
di lui: «Si doveva confessare con me».Il Papa
migliore è quello che parla ai carcerati.

Ide0logie Raccolti gli scritti politici, dal 1990 al 1994, del Nobel peruviano: AlefBet
critiche taglienti alla nuova retorica del radicamento e dell’identità

Ieri collettivisti, oggi tribali e settari SEMBRA NATALE


di Daria Gorodisky

I marxisti visti dall’ex Vargas Llosa MA IL SUO NOME


di GUIDO VITIELLO È HANUKKAH

U L
n libro che si apre con un elogio e festività natalizie 2011 sono
di Margaret Thatcher e si chiude proprio al centro degli 8 giorni
con i primi fuochi della guerri- (dal 21 al 28 dicembre) della festa
glia zapatista nel Chiapas potreb- ebraica di Hanukkah. Non succede
be suonare come un requiem sempre — anche se Hanukkah cade

DONNE DEL MOVIMENTO CAMPESINO EMILIANO ZAPATA IN UNA FOTO DI DANILO DE MARCO
per il liberalismo morente: un ciclo squisita- sempre il 25 del mese di kislev e
mente tragico dove alla tracotanza segue la Natale... inutile dirlo — perché il
nemesi, e sulla hybris capitalistica si abbat- calendario ebraico è basato sulle fasi
te la vendetta degli dèi del collettivismo. lunari e ogni anno ci sono degli
E invece è per questi ultimi che suona la slittamenti diversi rispetto a quello più
campana, e le prose di Mario Vargas Llosa stabile gregoriano. Hanukkah è una
raccolte in Sfide alla libertà — apparse ori- delle tante ricorrenze che celebrano la
ginariamente su «El País» tra il 1990 e il lotta per l’indipendenza del popolo
1994 — sono anzitutto meditazioni sui po- ebraico, in questo caso contro Antioco
stumi della ubriacatura comunista. Vargas Epifane nel II secolo a.C. È una festa di
Llosa ne fu a lungo intossicato, come molti identità, con un aspetto miracolistico,
scrittori latinoamericani coevi, salvo rigua- religioso: dopo la profanazione dei
dagnare la sobrietà quando Fidel Castro ap- greci, il tempio di Gerusalemme doveva
plaudì all’entrata dei carri armati sovietici a essere riconsacrato; il candelabro a
Praga. Scrisse allora un articolo, «El sociali- sette braccia fu riacceso con olio
smo y los tanques», che gli alienò le simpa- sufficiente a bruciare un solo giorno,
tie dei vecchi compagni di strada. Non è un ma ne durò otto. Per questo ogni vigilia
caso, quindi, se le pagine più vive del libro degli otto giorni si accende una candela
sono dedicate a Václav Havel, che oltretutto su un candelabro dedicato a questa
era per l’autore quasi un alter ego di lettera- occasione. Al di là del numero 25 e del
to-politico: meno talentuoso come scritto- periodo invernale (il mese di kislev
re, certo, ma immensamente più dotato co- oscilla tra fine novembre e dicembre),
me uomo di Stato, a giudicare dalla falli- altre caratteristiche avvicinano
mentare avventura di Hanukkah e Natale: l’ambito

i
Vargas Llosa da candida- chezzaio della sinistra filocastrista (tradotto religioso, così come può presentarsi nelle prettamente familiare, la gioia, i dolci
to presidenziale in Perù. in Italia da Bietti) che divenne un bestseller vesti più innocue della difesa del color loca- (il primato va a fritti e frittelle), la
La traiettoria fatale, e fu seguito da due bis. Mario Vargas Llosa le, della retorica del radicamento e delle pic- centralità dei bambini e del gioco. «Per
dalla Lady di ferro al sub- firmò la prefazione del libro — scritto da cole patrie, del multiculturalismo più ag- tutto l’anno mio padre, un rabbino di
comandante Marcos, è suo figlio Alvaro, da Plinio Apuleyo Mendo- guerrito, del protezionismo o dell’«eccezio- Varsavia, non permetteva a noi figli di
eloquente anche per za e da Carlos Alberto Montaner — procla- ne culturale» francese. È un terreno su cui giocare... Il babbo diceva: "Perché
un’altra ragione. Era sta- mando il suo liberalismo spregiudicato che destra e sinistra s’intrecciano nei modi più perdere tempo in sciocchezze? Meglio
to Jean-François Revel «in certi campi sfiora l’anarchia». Inutile di- impensati, e il socialismo (o quel che ne ri- recitare i salmi"... Ma a Hanukkah,
in uno dei suoi ultimi li- re che al capitalismo, già allora, erano adde- mane), se vuole continuare a riprodursi in dopo aver acceso le candele, il babbo ci
bri, La grande parade, a rilevare il parados- bitati tutti i disastri del subcontinente. questo nuovo habitat, è costretto a indossa- lasciava giocare a dreidl (una trottola
so per cui, appena caduto il Muro, sul banco Gli articoli di Sfide alla libertà hanno qua- re le vesti di una qualche rivendicazione quadrata di legno o ferro in uso anche
degli imputati venne a trovarsi il capitali- si vent’anni, ed è forte la tentazione di met- identitaria. oggi, due delle quattro facce fanno
smo, chiamato a rispondere di tutte le mise- tere alla prova le doti profetiche del Nobel E qui la scelta di Vargas Llosa di suggella- vincere una posta, ndr) per mezz’ora».
rie del mondo, un po’ come se Churchill e peruviano. A rileggere oggi alcune sue con- re la raccolta con la prima insurrezione del Così rievoca il premio Nobel Isaac
Roosevelt fossero stati processati a Norim- getture non si sa se ridere o piangere, come gennaio 1994 nel Chiapas suona quasi come Bashevis Singer nella raccolta Una notte
berga. Questo scambio dei ruoli tra vincitori quando, dopo il tentato golpe di Hugo una premonizione. Perché lo zapatismo era, di Hanukkah (Emme Edizioni).
e vinti della guerra fredda si avverò anche a Chávez del 1992, si congratulava con il popo- agli albori, l’ultimo fuoco (molto fatuo) di Racconti per grandi e piccoli, quadri di
sud del Rio Grande, dove peraltro il liberali- MARIO VARGAS LLOSA lo venezuelano che non si era fatto irretire una guerriglia vecchio stile di estrazione ur- intimità domestica festiva che
smo non godeva di ottima salute tra gli intel- Sfide alla libertà dallo «sproloquio quadrumane del tenente bana e dottrinaria. Ma di lì a poco, fiutata illustrano il XX secolo in uno scenario
lettuali: il padre dei liberali latinoamericani, LIBRI SCHEIWILLER colonnello». Ma l’intuizione principale, che l’aria, l’astuto subcomandante barattò, co- che spazia dalle scomparse shtetl
il geniale polemista venezuelano Carlos Ran- Traduzione corre come mercurio in tutti gli interventi me si disse, Il Capitale con il «National Geo- polacche alla moderna Brooklyn. Ma
gel, si era tolto la vita un anno prima del di Francesco Ferrucci raccolti nel libro, negli anni a venire non graphic», il marxismo con la retorica indige- questa festa ha ispirato molte altre
crollo del Muro, e i pochi intellettuali che Pagine 383, e 18 avrebbe trovato che conferme: «Dalle rovi- nista, e poté dare battaglia al mondialismo pagine di letteratura, tantissime per
s’ispiravano a quelle idee — spesso apostati ne del collettivismo è già sorto — con forti rapace. l’infanzia, pitture, poesie (in inglese si
del castro-guevarismo — si radunavano in- colpi di coda e irrobustito grazie a nuovi re- © RIPRODUZIONE RISERVATA possono trovare i versi di Emma
torno alla raffinatissima ma elitaria rivista clutamenti — un nuovo garante dello spiri- Lazarus). E Abraham B. Yehoshua ha
«Vuelta» di Octavio Paz (rinata come «Le- to retrogrado e dell’oscurantismo storico, diviso uno dei suoi ultimi libri, Fuoco
tras Libres» dopo la morte dello scrittore che difende il più recalcitrante di tutti gli amico (Einaudi), secondo la sequenza
Stile
messicano). Solo nel 1996 avrebbero trovato atavismi: lo spirito della tribù». Questo spiri- delle candele accese per Hanukkah
un loro manifesto di battaglia, il Manual del to può prendere le forme cruente della puli- Rigore invece che in capitoli.
perfecto idiota latinoamericano, uno scioc- zia etnica e quelle settarie dell’integralismo Copertina © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo libro di

FEDERICO LETTERA APERTA


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Alla mia Sinistra

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SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 17
Il Moebius (minore) di Spagna

Caratteri All’estero
Busca libros
di Andrea Nicastro
{ Plaza Eliptica (Edicions de Ponent) è la sesta
avventura di Capitan Torrezno. Regna
il sogno, la destrutturazione sistematica del
genere e del filo narrativo. Barocco e
zigzagante, satirico e citazionista. Denso
nell’immagine e nel contenuto. Il suo creatore,
Santiago Valezuela, è il Jean Giraud/Moebius
di Spagna. E sì, Capitan Torrezno è
un fumetto. Però se Plaza Eliptica è graphic
novel, I fiori blu sono Anna Karenina.

Pellegrinaggi politici Fino all’epoca delle grandi purghe Stalin incoraggiò le visite di intellettuali occidentali
Tra gli ospiti accompagnati in veri tour anche George Bernard Shaw e Beatrice Webb

Signori, benvenuti in Urss


suo viaggio nell’Urss non aveva risparmiato
critiche, poi accuratamente taciute al rientro.
Non è tanto però la miopia politica degli
intellettuali occidentali a interessare l’auto-
re, quanto quello che l’investimento sovieti-
co nei rapporti con i visitatori stranieri rivela
di TOMMASO PIFFER della storia dell’Urss. In una prima fase i lea-
der comunisti si mostrarono ossessionati

N i
egli anni tra le due guerre mon- dal giudizio dell’Occidente, del quale ritene-
diali oltre 100 mila stranieri visi- vano di essere parte, e in questo erano figli
tarono la Russia sovietica. Una della storia del loro Paese e del difficile in-

UN MANIFESTO DI PROPAGANDA SOVIETICA (THOMAS JOHNSON/SYGMA)


volta attraversato il confine, ve- contro tra la Russia zarista e l’Europa. Il rap-
nivano presi in carico dalla So- porto con gli intellettuali stranieri, ricostrui-
cietà per le relazioni culturali con i Paesi stra- to per la prima volta da David-Fox sulla base
nieri (Voks), creata nel 1924 sotto la guida di dei documenti sovietici, oscillava così conti-
Olga Kameneva, moglie di Kamenev nonché nuamente tra l’ammirazione e il disprezzo
sorella di Trotsky. Nulla era lasciato al caso: i verso gli esponenti del mondo «borghese»,
percorsi venivano attentamente predisposti tra complessi di inferiorità e rivendicato or-
per mostrare ai visitatori l’inesorabile avan- goglio della pretesa superiorità sovietica.
zata del sistema comunista, e un nutrito Fu quest’ultimo a prevalere, man mano
gruppo di guide venne istruito su come ri- che il Paese scivolava verso il terrore stalinia-
spondere alle domande insidiose o tradurre no e una rigida chiusura verso l’esterno. Po-
in modo selettivo i dialoghi con i rappresen- co a poco le prime guide, spesso provenienti
tanti del potere sovietico. dai ceti più colti, furono sostituite da funzio-
Il flusso dei visitatori andò crescendo: la nari di partito. L’avvio delle grandi purghe
grande depressione in Occidente e la stagio- MICHAEL DAVID-FOX rese più difficile e pericoloso l’ingresso nel
ne dei fronti popolari aumentarono espo- Showcasing the Great Paese. Il mito della superiorità del sistema
nenzialmente il prestigio dell’Urss, e quindi Experiment. Cultural sovietico, affermato da Stalin fin dagli inizi
l’arrivo delle schiere di stranieri. All’inizio Diplomacy and Western degli anni trenta, diventò il dogma di riferi-
degli anni Trenta c’erano 300 siti dell’Unio- Visitors to the Soviet mento, «straniero» divenne sinonimo di
ne Sovietica da mostrare agli occidentali e pria operazione di penetrazione culturale A differenza di quanto sostenuto in altri Union, 1921-1941 «spia» o «sabotatore» e gli inviti a visitare
36 itinerari standard. Ognuno era preparato nel «fronte nemico», fu organizzato in mo- lavori, come nel classico studio di Paul Hol- OXFORD UNIVERSITY PRESS l’Urss si diradarono sempre più. Alla fine, fu-
con uno scopo specifico: il tour nella soleg- do scrupoloso, nel tentativo di strappare al lander Pellegrini politici (Il Mulino), in Pagine 416, $ 55 rono gli stessi vertici dalla Voks a finire nel
giata Crimea, ad esempio, era stato ideato campo imperialista degli intellettuali affasci- Showcasing the Great Experiment Michael tritacarne delle repressioni. L’epoca d’oro
per mostrare il successo «della politica sovie- nati dall’esperimento sovietico. David-Fox mostra come spesso i visitatori si dei «pellegrinaggi politici» era tramontata.
tica delle nazionalità». Non tutti i visitatori Se in questo caso i risultati furono mode- rendessero perfettamente conto dei limiti di © RIPRODUZIONE RISERVATA

erano politicamente vicini al comunismo: sti, generalmente i sovietici raggiunsero il lo- ciò che vedevano e delle manipolazioni mes-
nell’estate del 1932 ad esempio la Voks ospi- ro obiettivo e i viaggiatori, tra i quali vi era- se in pratica dai loro ospiti. Era al ritorno in
tò una delegazione dell’Arplan, organizzazio- no personaggi del calibro di George Bernard patria che scattava l’autocensura: «Ho prefe- Stile
ne tedesca di studiosi del sistema sovietico, Shaw e Beatrice Webb, tornarono in patria rito non fare nulla che potesse danneggiare
della quale erano membri anche diversi pronti a magnificare quanto stava accaden- uno sforzo idealistico», spiegò lo scrittore Rigore
esponenti di destra. Il tour, una vera e pro- do nell’Urss. americano Theodore Dreiser, che durante il Copertina

UN REGALO PERFETTO “BEATRICE MASINI CI DONA UN LIBRO


PER LE NONNE, LE MAMME DI RARO EQUILIBRIO E DI NON COMUNE PIACEVOLEZZA
E LE PROPRIE FIGLIE, PER CHI SA APPREZZARE DOVE LA CAPACITÀ NARRATIVA E L’ALTA QUALITÀ
LA MERAVIGLIA DELLE PICCOLE COSE. DELLA SCRITTURA PROCEDONO DI PARI PASSO
ED EMERGONO A TUTTO TONDO.”
WALTER FOCHESATO – ANDERSEN

“UNA VERA
RIVELAZIONE:
COMMOVENTE
E DIVERTENTISSIMO.”
SUNDAY IL REGALO
TELEGRAPH DI NATALE
PER CHI AMA
GLI ANIMALI

TORNA IN LIBRERIA L’AUTRICE RIVELAZIONE


TRE EDIZIONI IN UN MESE. DEL PREMIO STREGA 2010 CON IL LIBRO
OLTRE 40.000 COPIE VENDUTE! BAMBINI NEL BOSCO VINCITORE DEL PREMIO LIBER 2011.

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18 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
Bien vivre con gusto

Caratteri Ragazzi
Cotture brevi
di Marisa Fumagalli
{ Pillole di conoscenza umana e culinaria.
Trentaquattro collaboratori per un’Agenda
2012, dedicata alla famiglia: Adesso, 366
giorni da vivere con gusto, firmata da Paolo
Massobrio. Non solo cucina, ma tutto ciò che
può dare ordine e piacere in casa.
I prodotti, il cibo, i vini, i colori
dell'arredamento, l’orto, le fiabe, i giochi
della memoria. La nostra voce preferita?
Le ricette dei migliori cocktail letterari.

Tendenze Saramago e poi Grossman, Grisham, Scarpa, Capriolo Dai 4 anni


Autori alle prese con testi per bambini. Con qualche sorpresa
Tutti i guai
di Enrico
Anche il Nobel scrive per i piccoli mangialibri
di SEVERINO COLOMBO di VIVIAN LAMARQUE

S i L
i può leggere un Premio Nobel a ot- a casa editrice Zoolibri, di
to anni? E un Premio Strega a quat- Reggio Emilia, è una casa

ILLUSTRAZIONE DI EMILIANO PONZI DA «IL PIÙ GRANDE FIORE DEL MONDO»


tro? Sì, grandi scrittori e piccoli let- editrice particolare, tra le più
tori vanno d’accordo: José Sarama- oneste (aggettivo antico), attenta
go, Tiziano Scarpa e David Gros- ai temi di solidarietà ed equità, e
sman tra le novità d’autore. Lo scrittore isra- sa il cielo quanto bene la
eliano — habituè del genere e inventore del diffusione di questi valori possa
sottogenere «Bagnetto-con-papà» (un suo fare alla formazione dei nostri
leitmotiv) — si moltiplica sugli scaffali tra bambini. Grazie a lei Oliver
riedizioni e nuovi formati: Storie per una Jeffers, nato in Australia nel 1977
buonanotte (Mondadori, dai 6 anni) sono ma cresciuto a Belfast, autore tra i
due racconti per «piccoli viaggiatori», illu- più tradotti nel mondo, è arrivato
strati da Katja Gehrmann e Giulia Orecchia, anche in Italia. La celebre storia
mentre Le avventure di Itamar (Emonsau- del bambino Enrico che i libri non
diolibri, dai 4) hanno la voce di Pierfrance- li leggeva, li mangiava, acquista in
sco Favino: splendida quella del bambino questa nuova edizione pop up
che diventa una lettera da spedire; indimen- David Grossman, «Le (L’incredibile bimbo mangialibri,
ticabile il vocione di Favino-papà leone. avventure di Itamar» letto pagine 40, e 20) un incanto
Il più grande fiore del mondo di José Sara- da Pierfrancesco Favino. nuovo. Le invenzioni cartacee del
mago, uscito nel 2005 per Fanucci, ripropo- Audiolibro Emons. CD Audio pop up non inseguono qui solo
sto ora da Feltrinelli Kids (tradotto da Rita formato MP3, e 12,90 l’intento di stupire, non sono solo
Desti) è, per definizione (dell’autore), una ad effetto, aggiungono poesia a
«storia bellissima». Un’operazione metanar- (e di un sacco di altre cose). Un inno, sussur- Mondadori). Infine, le storie per over teen questa bellissima storia. Enrico
rativa, alla Borges, dove testo e immagini rato, al rispetto delle paure («tratta con deli- di autori italiani non per ragazzi sposano scopre che più libri mangia più
(ottimo il lavoro della matita internazionale catezza/ chi sta nell’insicurezza») e una me- l’attualità: Paola Capriolo in Io come te rac- diventa intelligente, spera di
Emiliano Ponzi) sono complici in un gioco tafora del mestiere di scrivere e del piacere conta di uno studente che si mette nei pan- diventare la persona più
poetico e un po’ surrealista. Il Ceci n’est pas di leggere (preso in modo «affettuoso e affa- ni (fuor di metafora) di un immigrato vendi- intelligente della terra, ma a
une pipe di Magritte, vale il «mi dispiace bile» il babylettore «tornerà a trovarti/ cu- tore di rose. Il libro è uscito per le Edizioni questo punto inizieranno i guai e
tanto di non saper scrivere storie per ragaz- rioso di ascoltarti»). EL, che nella apprezzata collana «Frontie- la svolta. Di Jeffers ricordiamo
zi» di Saramago, che arriva, per fortuna, Debutto illustre, quest’anno, nella narrati- re», oggi sostituita da «Young», annovera anche Chi trova un pinguino:
quando il racconto è già scritto. Nello spiaz- va per ragazzi anche per il big John Lucarelli (con Febbre gialla di prossima ri- «C’era una volta un bambino che
zante Il mio amico spaventoso (Gallucci, dai Grisham, «diventato papà» di Theodore Bo- pubblicazione), Carlotto e Simona Vinci con un giorno trovò un pinguino
4 anni), illustrato da Maria Gianola, Tiziano one, un teenager che si veste da avvocato avventure a misura di lettori young adult. davanti alla porta di casa...».
Scarpa mette un lupo che ha paura del lupo per risolvere misteri (due i titoli usciti per © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 19
Premio Ubu senza coraggio

Caratteri Itinerario d’autore


Mostarda
di Renato Franco
{ Spettacolo dell'anno: ex aequo. Miglior regia:
ex aequo. Miglior attrice: ex aequo.
Che tre dei quattro principali riconoscimenti
del teatro italiano vengano assegnati a due
vincitori suona curioso. Gli Ubu sono i
massimi premi per il palcoscenico: per
storia, qualità, anticonformismo.
Quest’anno non per coraggio. Il coraggio di
scegliere. Le scelte sono come i rigori:
li sbaglia solo chi li tira.

Le 5 pagine RRR
È stato detto che il silenzio è una forza; in un
senso affatto diverso lo è, e terribile, nelle mani
memorabili di coloro che amiamo. Niente ci attira verso
una persona come ciò che ci separa da lei, e
della storia quale barriera è più insormontabile del silenzio?
della letteratura Marcel Proust

I
l silenzio è pace, preghiera, rifugio, so-
spensione, contemplazione, ma può

Silenzio
confinare con il mutismo e trasfor-
marsi nella «più perfetta espressione
del disprezzo», come sostiene G.B.
Show. Per il Dante stilnovista il silenzio
equivale all’ineffabilità di fronte alla donna
amata, «tanto gentile e tanto onesta» da
rendere ogni lingua «tremando muta» al
suo passaggio. Per il poeta, il silenzio è la
superficie bianca in cui si incidono le paro-
le. Carducci lo accosta a un colore diverso:
«Il divino del pian silenzio verde». Per Pe-
trarca è sinonimo di ozio, solitudine opero-
sa. Laura è custode, fonte e ispiratrice di si-
lenzi vari: il tacere è estatico annullamento
delle «parole accorte e sagge» ma anche in-
sostenibile privazione del «suono dei sospi-
ri». Per un altro poeta, Giorgio Caproni, il
silenzio può essere «ossuto», «mortale»,
Preghiera, rifugio,
oppure «inaudito».

Proust, I Guermantes
Niente di più poetico che un silenzio os-
disprezzo:
suto, inaudito. Non c’è niente di peggio,
per l’antistilnovista Marcel Proust, che nei
Guermantes rivela il suo terrore al riguar-
do: «È stato detto che il silenzio è una for-
le parole non servono
za; in un senso affatto diverso lo è, e terribi- le scelte di PAOLO DI STEFANO
le, nelle mani di coloro che amiamo. Il silen-
zio accresce l’ansia di chi aspetta. Niente ci
attira verso una persona come ciò che ci se- no sbucare improvvisamente (e inavvertiti) Una veduta si crogiolano nella pol- scelta di dignità, un’armonia raggiunta:
para da lei, e quale barriera è più insormon- da un sentiero per accoltellare il nemico. del piccolo paese vere. Siamo soli». Il si- «C’è una grandezza in quel silenzio».
tabile del silenzio? È stato detto, anche, che Roth sente una fitta al basso ventre, finché di Cimolais, lenzio è una tomba.
il silenzio è un supplizio, e capace di spinge- immagina le proprie orecchie come amplifi- in provincia Dostoevskij, La mite
re alla follia chi, in una prigione, vi sia sotto- catori giganteschi che percepiscono tutto, di Pordenone Biamonti, Innervato di silenzio, anzi dei diversi si-
messo. Ma che supplizio spaventoso — ben scricchiolii, brusii, stridii, fruscii. Ora la mi- (a ridosso delle Vento largo lenzi del rapporto di coppia, è uno dei rac-
più che il doverlo serbare — è il doverlo su- naccia viene da quei segnali sonori da ricac- Alpi Orientali), C’è del silenzio in Li- conti più emozionanti, intensi, sconvolgen-
bire da parte di chi si ama!». Certo, fa im- ciare nel silenzio: Roth ce la fa pensando al- firmata guria. Anche beckettia- ti della letteratura: La mite di Fedor Dostoe-
pressione immaginare lo stesso Proust, ne- la sua Zelda, si fissa su una fantasia erotica, dal fotografo no. Il poeta Camillo vskij. Un marito ha dinanzi a sé sopra il tavo-
gli ultimi anni di vita, chiuso in una stanza si addormenta. Elio Ciol Sbarbaro inizia due mi- lo la moglie suicida, gettatasi dalla finestra
d’albergo, nel supplizio volontario del silen- rabili componimenti di poche ore prima. Pare che il protagonista si
zio e della solitudine. Beckett, Finale di partita Pianissimo invocando la quiete, in sordina, rivolga a un «ascoltatore invisibile», come
«La vita è un’arena per gladiatori dell’ani- con un’eco quasi leopardiana: «Taci, anima avverte l’autore, ma non può che parlare
Mailer, Il nudo e il morto ma», scrive Mailer. Non è una frase che so- stanca di godere / e di soffrire (all’uno e al- con se stesso, nel ricostruire il percorso de-
Quanto al silenzio mortale, bisogna inve- migli a Samuel Beckett, eppure il silenzio l’altro vai / rassegnata). / Nessuna voce tua gli eventi, e in realtà nella stanza regna il si-
ce rivolgersi a Norman Mailer, che come po- in cui sono immersi Estragone e Vladimiro odo se ascolto: / non di rimpianto per la lenzio. Primo silenzio, quello da veglia fune-
chi altri ne materializza la sostanza oscura può ricordare la giungla oscura in cui si tro- miserabile / giovinezza, non d’ira o di spe- bre, postumo, sacro, che avvolge l’intero rac-
in quel capolavoro di orrore bellico che è Il va il soldato della Seconda guerra mondia- ranza, / e neppure di tedio». Più in là, il po- conto: «Tutto è morto, e ovunque ci sono
nudo e il morto. Siamo sull’isola di Anopo- le. Solo che i personaggi disincarnati di Bec- eta-sonnambulo si incammina, ammutoli- cadaveri. Gli uomini, soli, e attorno a loro il
pei, nel Sud Pacifico, gli americani vi sbar- kett non fanno che coprire con un fitto vani- to, verso quel deserto che è il mondo. Un silenzio: ecco la terra!». Secondo silenzio è
cano per strapparla ai giapponesi. Una not- loquio quel vuoto «ossuto» che è il silenzio mondo di rovine, un mondo senza voce. È quello che l’io narrante impone da subito
te rimangono solo cinque uomini a control- universale. Si potrebbe concludere ogni rac- una poesia del 1913, ma potrebbe essere nel rapporto con la ragazza: una sorta di reti-
lare una vasta zona di giungla; il soldato conto e ogni pièce di Beckett con le ultime scritta oggi: «Perduto ha la voce / la sirena cenza a proposito del proprio passato, su
Roth sta sognando di rincorrere le farfalle parole di Amleto: «Il resto è silenzio». I del mondo». Con lo stesso incipit, nella se- cui viene fondato il dominio maschile. Il ter-
in un bel prato verde quando viene sveglia- suoi personaggi, come larve, chiacchiera- conda parte della raccolta, ci si spinge anco- zo silenzio è più crudele, quello cui alludeva
to dal commilitone Minetta per il turno di no, balbettano, farneticano pur di inganna- ra oltre. Il senso di annientamento è totale: Proust, è «l’acqua fredda» che il marito get-
guardia. Lontano si sentono i colpi dell’arti- re il silenzio assoluto della morte, sono gla- «Taci, anima mia. Son questi i tristi / gior- ta sugli slanci d’amore della mite, ciò che gli
glieria, rombi cupi e fragorosi, la giungla è diatori dell’anima che combattono, con le ni in cui senza volontà si vive, / i giorni del- permette di sceneggiare il proprio (finto?)
nera, nelle tenebre si distingue soltanto un loro parole senza senso, contro il nulla. In l’attesa disperata». Sembra il soliloquio di enigma: «Ai suoi entusiasmi rispondevo col
filo spinato. Roth rimane solo, in preda al Finale di partita, il servo Clov annuncia al un Estragone più patetico di quello becket- silenzio, benevolo, s’intende». Quarto silen-
terrore si infila nella buca fangosa e aspetta suo vecchio padrone Hamm: «Ti lascio». tiano, ma rimasto solo al mondo, orfano di zio, che amplifica i precedenti, è la recipro-
seduto su due cassette di munizioni dietro Hamm lo implora: «Prima di partire, di’ Vladimiro. Se Sbarbaro è uno dei poeti più ca e crescente, plumbea, incomunicabilità:
la mitragliatrice. Ogni brusio, ogni scoppio qualcosa». Clov: «Non c’è niente da dire». silenziosi che si conoscano, Francesco Bia- «Ho sempre taciuto, e soprattutto, soprat-
e fragore sembrano cessare, non c’è più nul- Hamm torna a implorare «qualche paro- monti, anche lui ligure d’occidente, è tra i tutto con lei, ho taciuto proprio fino a ieri».
la a cui afferrarsi, né con la vista né con la… che io possa rievocare… nel mio cuo- narratori più taciturni: i suoi personaggi Uno dei ricordi più terribili della convivenza
l’udito: «C’era silenzio tutt’intorno. La giun- re». Quei due, chiusi in una casetta in riva più che parlare pronunciano frasi sospese, è segnato da un silenzio di paralisi (il quin-
gla appariva assopita, cupa, di un silenzio al mare, non si erano mai parlati, nonostan- non dicono mai tutto, alcuni si chiudono in to). La scena è algida. Lui si trova a letto,
angoscioso che gli mozzava il respiro. Atte- te il loro chiacchierare incessante. un «silenzio marmoreo», altri aspirano a ri- una mattina, apre gli occhi e vede lei avvici-
se, e a un tratto il silenzio assoluto si dissi- In Tutti quelli che cadono, il silenzio è so- conquistare il «silenzio antico» dei luoghi narsi con una rivoltella tra le mani; lui finge
pò; improvvisamente fu conscio di tutti i ru- lo apparentemente benefico: «Se potessi di- ventosi in cui abitano. Non ci sono voci di dormire: «Ella si accostò al letto e si chi-
mori della notte: i grilli, le rane e le lucerto- ventare sordo e muto credo che riuscirei a umane a riempire il silenzio, ma il fruscio nò su di me. Sentivo tutto; sebbene fosse so-
le che frusciavano dai cespugli, lo stormire tirare avanti fino ai cent’anni», dice il car- delle foglie, il soffio flautato del vento, lo pravvenuto un silenzio di morte, sentivo
degli alberi». diopatico e cieco signor Rooney. Ma subito sciabordare delle onde marine. Se in Vento persino quel silenzio». D’ora innanzi, il si-
Roth è in attesa, il silenzio, che in tempo dopo, sua moglie, Mrs Rooney, si guarda in- largo una donna chiede a un uomo: «Sei tri- lenzio tra i due diventa attesa di qualcosa di
di pace è conforto, qui è uno spettro: «Poi i torno terrorizzata: «Tutto tace. Non si vede ste?», questi risponde: «Non so, Virgin: tut- imprecisato: è il sesto e ultimo silenzio, il
suoni parvero svanire, o meglio il suo orec- anima viva. Nessuno a cui chiedere. Il mon- to questo silenzio, questa casa isolata». Chi più angosciante. «Parliamo… dai… dimmi
chio percepiva solo il silenzio; per qualche do mangia. Il vento… muove appena le fo- parla, sussurra, non balbetta ma accenna, qualcosa!», balbetta lui, ma lei si limita a
tempo si alternarono suoni e silenzi, come glie e gli uccelli… sono stanchi di cantare. vuol passare nel mondo senza disturbare: guardarlo con severità e meraviglia. Non
fossero due realtà distinte e tuttavia legate Le mucche… e le pecore… ruminano in si- «Abbassa la voce. Parla a voce bassa, nem- parla più, la mite è diventata muta.
l’una all’altra». Sa che i «musi gialli» posso- lenzio. I cani… sonnecchiano e le galline… meno l’aria ci deve sentire». Tacere è una © RIPRODUZIONE RISERVATA

RRR RRR RRR RRR


Orrore Esistenza Natura Amore
Pochi come Norman Dall’alto: Marcel Proust I personaggi disincarnati Francesco Biamonti è tra Con «La mite», tutto
(1871-1922); Norman
Mailer riescono Mailer (1923-2007); Samuel di Samuel Beckett coprono i narratori più taciturni. costruito sul non detto,
a materializzare la sostanza Beckett (1906-1989); con un fitto vaniloquio I suoi personaggi più che Dostoevskij ci ha lasciato
Francesco Biamonti
oscura di quello che viene (1928-2001); Fedor
quel vuoto «ossuto» parlare pronunciano frasi uno dei racconti più
definito «silenzio mortale» Dostoevskij (1821-1881) (per dirla con Caproni) sospese, non dicono tutto emozionanti della letteratura
20 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Caratteri Il personaggio

Il poeta di St. Lucia illustra il suo libro dei debiti:


esperienze e incontri che lo hanno reso un gigante
Un’antologia del Nobel uscirà con la nuova collana
del «Corriere». Qui anticipiamo alcuni testi

L’anima di
Walcott
L’amicizia, i Caraibi e Dante
«Da lui ho imparato
il significato dei sostantivi»

di MATTEO CAMPAGNOLI

Q
uando ti ho conosciuto, dieci anni fa a Mi- re, guardando il suo lavoro, è in che direzione si sta evolven- Esattamente, e il rischio è quello di non rendersi conto
lano, durante un seminario, l’impatto è do la sua giovane anima, dove sta andando, non puoi impor- di quanto lavoro e quanta disciplina ci vogliono per crea-
stato fortissimo. L’intimità che riuscivi a re tu una direzione. Quello che le persone spesso dimentica- re qualcosa di veramente significativo. Poi, d’altra parte,
creare con le poesie... era come esserci no, soprattutto i critici, è che un giovane artista vuole essere ho anche l’impressione che in molti poeti ci sia spesso
dentro, e mi sentivo a casa. Era difficile ac- guidato; dirgli che deve fare da solo, che deve essere indivi- una posa di falsa modestia, uno stile della rinuncia.
cettare che sarebbe finito tutto in pochi dualista e cinico verso la tradizione è molto, molto pericolo- «Senti, tra poco avrò 82 anni, e a questo punto credo di
giorni, poi invece mi hai invitato a rag- so, perché in realtà quello a cui aspira è imparare a dipinge- aver acquisito il privilegio dell’ingiuria e del rifiuto. Guardo
giungerti a New York, così dopo un paio di mesi ero lì, e re come Tiepolo, a disegnare come Dürer. E non è questio- con attenzione molta arte moderna, soprattutto attraverso le
mi sono fermato due anni, con te che mi chiedevi altre ne di essere tradizionalisti, perché l’artista, dentro di sé, riproduzioni — e questo, lo ammetto, potrebbe avere il suo
poesie e mi incoraggiavi, una generosità davvero toccan- non la vive così, per lui c’è semplicemente la gioia della di- peso, perché si perde parte della tecnica — ma ho l’impres-
te, che già di per sé era un insegnamento, un privilegio. sciplina. È questo che cerco di fare, e forse è quello che hai sione che molta di questa pittura abbozzata cerchi di com-
Anche tu hai avuto i tuoi mentori, all’inizio Harold Sim- sentito tu quando lavoravamo assieme, spero». pensare la propria pochezza con le dimensioni. Abbiamo
mons, e più tardi Robert Lowell. Sì, assolutamente. Sentirsi accolto a quel modo era musei enormi che devono essere riempiti, la Tate Modern è
Derek Walcott nasce «Harold Simmons, un pittore di St. Lucia, è stato molto una sensazione straordinaria. Anche perché in certi casi enorme, sono spazi che devi riempire, l’idea stessa della
a Castries, capitale non serve nemmeno dire tanto, le cose essenziali passa- grandezza della tela, in termini di dimensioni, è molto pre-
importante proprio per i motivi che dici tu parlando di me.
dell’isola di St. Lucia, nel 1930. no anche solo attraverso la presenza, in modo sottile. E sente nella pittura contemporanea, ma quando sfoglio i cata-
Io e il mio amico Dunstan St. Omer, e un altro amico che poi c’era quella sensazione di star condividendo qualco- loghi di certi pittori credo di avere il diritto di chiedermi co-
L’attaccamento alla cultura e alla
lingua della sua isola, il creolo, adesso è morto, all’inizio andavamo semplicemente a tro- sa. me possiamo tollerare che questi siano considerati dei capo-
saranno uno dei temi ricorrenti varlo ogni tanto e lui ci incoraggiava. C’era quest’uomo a St. «Non credo venga data abbastanza importanza all’amici-
del suo lavoro di poeta e Lucia che dedicava tutto sé stesso a dipingere l’isola, faceva zia tra artisti. Si creano sempre delle comunità spontanee di
drammaturgo. Nel 1992 viene ritratti di donne nere del posto, di pescatori, parecchi pae- scrittori che vanno al di là della razza e del sesso di apparte- Costantino Kavafis La città

❜❜
insignito del Premio Nobel per la saggi, e anche solo salire nel suo studio, che era molto mo-
letteratura. Tra le opere: «Isole»
nenza. Anche Lowell, sentivo che era estremamente genero-
desto, essere nell’ambiente di qualcuno che dipingeva seria- so e gentile nei miei confronti, mi incoraggiava. Qualcuno
(Adelphi, pagine 608, € 34);
mente e che poi ne ha fatto una professione, era già una
Hai detto: «Andrò per altra terra
«Omeros» (Adelphi, pagine 584, dovrebbe scrivere un libro sui debiti tra artisti, verso i loro
€ 38); «Mappa del nuovo mondo» fonte di ispirazione, sia per me che per Dunstan. Harold è contemporanei e verso i predecessori. Tantissimi anni fa ho ed altro mare./
(Adelphi, pagine 168, € 10) stato molto generoso con noi. I tubetti di pittura, l’odore letto una frase in un libro d’arte che, guarda, me la ricordo Una città migliore di questa ci sarà./
della pittura, la sensazione che si provava a essere lì era un ancora parola per parola: «L’orecchio dell’angelo inginoc- Tutti gli sforzi sono condanna
privilegio, sentivi il privilegio di essere ammesso alla pre- chiato nel quadro di Leonardo è stato dipinto da Verroc-
senza di qualcosa. E poi lo sai, mia madre era insegnante, e chio»; è straordinario, sapere che Leonardo ha fatto dipin-
scritta. E qua/
penso di aver preso da lei: per me è una gioia vedere un gere l’orecchio dell’angelo a Verrocchio. Ovviamente Verroc- giace sepolto, come un morto,
giovane artista evolversi, senza forzature, perché quando ti chio doveva farlo nello stile di Leonardo, ma non importa, il cuore./
relazioni con un giovane scrittore quello che cerchi di capi- perché l’assistente, l’apprendista, si sente enormemente pri- E fino a quando, in questo desolato
vilegiato a imitare il maestro, l’imitazione è un atto votivo, è
una cosa sacra, perché consacra ciò che riverisci». languore?/
Derek Walcott Uve di mare Dove mi volgo, dove l’occhio giro,/

❜❜
macerie nere della vita miro,/
Quella vela che s’appoggia e responsabilità/ ch’io non seppi, per anni,
Tanto per dare un contributo al libro sui debiti, qual-
alla luce,/ non finirà mai che anno fa ho visto una mostra di disegni di Bronzino al che perdere e schiantare»./
stanca delle isole,/ ed è stata la stessa/ Metropolitan: ce n’erano alcuni giovanili che potevano es- Né terre nuove troverai,
una goletta che percorre per il navigante sere di Pontormo, il suo maestro, e infatti certe attribuzio-
né nuovi mari./
ni sono ancora dubbie, poi più avanti vedevi uno stile che
i Caraibi/ o per chi è a terra/ è tutto suo, ma la cosa strabiliante è che alla fine ce n’era- Ti verrà dietro la città.
verso casa, potrebbe essere e ora calza i sandali no altri, fatti quand’era vecchio, che sembravano di Mi- Per le vie girerai:/
Odisseo,/ per incamminarsi verso casa,/ chelangelo, al punto che anche alcuni di questi sono diffi-
le stesse. E negli stessi quartieri
diretto a casa sull’Egeo;/ da che Troia emise la sua cilmente attribuibili. Quanto alla disciplina, invece, ricor-
do che una volta mi hai detto che la maggior parte delle invecchierai,/
quella brama di marito/ ultima fiamma,/ poesie contemporanee in realtà sono solo appunti per del- ti farai bianco nelle stesse mura./
e padre, sotto acini aspri e il masso del gigante cieco le poesie... Perenne approdo, questa città.
e raggrinziti,/ sollevò la marea/ «Ah, questa non è male...».
No, per niente, e per me è stata una sorta di rivelazio- Per la ventura/
è come l’adultero che sente dalla cui onda lunga i grandi ne, perché, nonostante tutto, a volte non è facile rendersi nave non c’è né via
il nome di Nausicaa/ esametri arrivano/ conto della differenza, per quelli della mia generazione – speranza vana!/
in ogni grido di gabbiano./ alle conclusioni della risacca che sono cresciuti...
«In effetti c’è una teoria molto diffusa in tutto il Novecen- La vita che schiantasti
Questo non porta pace esausta./ to che in sostanza dice che una poesia deve essere fatta di in questa tana/
a nessuno. L’antica guerra/ I classici consolano. Ma non appunti per una poesia; e anche nell’arte, oggi tendiamo ad breve, in tutta la terra l’hai persa,
fra ossessione abbastanza. accettare che il non finito, lo schizzo, quel primo livello di
elaborazione, venga trattato come fosse un lavoro finito». in tutti i mari.
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 21
Favole surreali

Tributi
di Matteo Persivale
{ L’influenza di Edward Gorey (1925-2000),
maestro del gotico americano, attraversa gli
ultimi 50 anni in modo trasversale, da Tim
Burton a Richard Sala. Ai suoi umanissimi
«freaks» rendono omaggio due stilisti con
l’hobby della scrittura: Viktor Horsting e Rolf
Snoeren, olandesi, 42enni, con il libro di
favole Fairy Tales (Hardie Grant) da loro
scritto e illustrato. Dodici surreali favole
piene di principesse e dragoni volanti.

creare diverse sfumature, finché la solidità di un cielo, dicia-


mo, non è raggiunta attraverso un certo numero di pennella-
te successive molto ravvicinate. Ed è esattamente la stessa
cosa che fa Hemingway, grazie all’insegnamento di Gertru-
de Stein».

Passando al teatro, invece, una cosa che mi ha sem-


pre colpito ogni volta che ho lavorato con te, è il modo
in cui rimetti in discussione i tuoi versi, trattandoli co-
me se li avesse scritti qualcun altro, senza mai dare per
scontato che sai perché un personaggio dice quella de-
terminata cosa e non un’altra.
«Devo dire che sono molto irriverente rispetto alla so-
lennità del teatro, perché la pomposità che accompagna
la recitazione può facilmente infiltrarsi nella vita. Alle vol-
te ti accorgi che un attore, mentre ti parla, si sta studian-
do il profilo. Quindi, quando lavoro con gli attori, la mia
base è l’irriverenza verso il testo, specialmente se è mio.
Perché in fin dei conti gli attori si stanno sempre chieden-
do: "Ma perché mi fai parlare così?". Il teatro ha bisogno
di questo conflitto tra attore e scrittore, che a sua volta
genera quel conflitto che ritroviamo nei grandi personag-
gi teatrali. Sono sicuro che il primo tizio che ha imperso-
nato Amleto deve aver creato un bel po’ di problemi. E a
volte lo scrittore è abbastanza saggio da incorporare i
commenti, le critiche. In Shakespeare ci sono degli "a par-
te" che sono strazianti, come quando Lear si trova davanti
il cadavere di sua figlia e nel mezzo di quella straordinaria
retorica dice: "Per favore, slacciatemi il bottone", sai, non
riesce ad aprirsi il vestito, e ha bisogno di respirare. Il me-
glio di Shakespeare è arrivato quando ha imparato a incor-
porare versi come questo, "Per favore, slacciatemi il botto-
ne", mentre stava creando una magnifica elegia per una
donna morta. Sono gli stessi dettagli che ritrovi in Ce-
chov. I suoi personaggi, ogni volta che si agitano, chiedo-
no un bicchier d’acqua».
Sì, è devastante, la vita normale che va avanti in mez-
zo alla tragedia.
«Esatto. E penso che gli sia venuto dall’attore, che non
riusciva ad aprire il costume, avrà detto "non riesco ad
aprire questa cazzo di roba!", e qualcuno sarà andato lì ad
aiutarlo a slacciare il bottone, non credo sia un’invenzione
di Shakespeare, deve averlo detto l’attore».
Il teatro ti ha impegnato moltissimo, le prove, le pro-

i
lavori, quando in realtà, in molti casi, si tratta semplicemen- duzioni e tutto il resto; inoltre hai sempre insegnato e
te di puttanate piuttosto agitate e frenetiche. Guardi i lavori, viaggiato parecchio per via delle letture, ma nonostante
pensi alla fama di questi artisti, alcuni di loro sono ricchissi- questo la mole di scrittura che hai prodotto, tra poesia
mi — potrei anche fare i nomi — e ti rendi conto che abbia- e teatro, è stupefacente. Dove trovi il tempo? Mi ricordo
mo perso quella forza che ci permette di dire che l’arte do- che una delle prime cose che mi hai detto è stata: «Sve-
vrebbe essere istruttiva, cioè insegnare qualcosa all’anima; gliati presto e mettiti a scrivere, senza tante storie».
una parola, questa, che ormai non si può più usare, ma ciò Il traduttore «In effetti mi sono sempre svegliato molto presto per
che dentro di noi riceve la poesia è l’anima». Matteo Campagnoli è scrivere o dipingere, ma, come mi hai già sentito dire, cre-
Mi fai pensare a Keats, quando parla del mondo come il principale traduttore do che in realtà lo facessi più che altro per fumarmi una
della «valle del fare anima», e l’arte è uno dei modi princi- italiano di Derek Walcott. sigaretta e bere un caffè. Però quando mi metto a lavorare
pali per «fare anima», sia in chi la riceve sia in chi cerca Nel 2005 ha lavorato alle cinque o alle sei di mattina, la luce nei Tropici, l’alba
di crearla. E credo che qui non sia importante solo la pa- al fianco del Premio Nobel nei Tropici, è un’ispirazione straordinaria, mentre il tra-
rola «anima», ma anche il verbo «fare», quindi la pratica a una messa in scena monto per me è come una frase che si conclude, e mi sem-
e la tecnica. della pièce «Odissea. Una bra che non ci sia più niente da aggiungere. Forse è per
«La verità, se si vuole valutare questo fenomeno, e credo versione teatrale». questo, per questa sensazione fisica, che non lavoro mai di
che molta arte contemporanea nasca proprio da questo, la È vincitore del Premio notte — ok, non sempre, se sto dipingendo magari sì, o se
verità è che non puoi battere Tintoretto, o chi vuoi tu, quindi Mario Luzi 2008 sto lavorando a un pezzo di teatro in modo molto, molto
si può partire da questa realtà e creare del nonsense, o fare per la poesia inedita. diretto. Ma la luce nei Caraibi è una fonte straordinaria di
cose che non c’entrano niente con l’idea di competere con In alto un acquerello energia. Anche adesso, qui, mentre stiamo parlando, su
Tintoretto. Ma io ho sempre e comunque creduto che ci sia di Walcott ispirato questa veranda, da dove vedo Pigeon Island, una specie di
una gerarchia sopra di noi, e che sia una fortuna se come al Tiepolo che raffigura promontorio che di profilo sembra un leone, e i frangenti,
artista senti di volerti unire a questa gerarchia, anche se poi Aiace e Nestore le creste bianche in movimento — tutti i giorni, quando
ti definiscono imitativo o derivativo; credo che un artista ab- Le poesie in questa pagina mi sveglio, sono grato di questa vista, e tutta la mia vita,
bia il diritto di dire "sono un discepolo". So che è molto diffi- Le poesie pubblicate in credo, spero, è stata un’espressione di gratitudine per que-
cile, io sono caraibico e non ho una tradizione opprimente queste pagine sono tratte sta generosità, per questa abbondanza, non solo nel mio
che incombe su di me — beh sì, ce l’ho, per via dell’inglese, dalla collana «Un secolo di lavoro ma anche nella natura che mi circonda».
della lingua inglese — ma un giovane poeta italiano come poesia», in edicola con il Dante è uno dei tuoi poeti, in assoluto, a parte la
te... tu hai il peso enorme di tutti quei capolavori, e può esse- «Corriere della Sera» ogni centralità della luce, la poesia vista come un modo per
re terrorizzante, sai, l’idea di provare a eguagliarli. Ma credo martedì dal 27 dicembre, trovare il senso nelle cose che ci accadono, il modo in
che il concetto di capolavoro, per quanto antiquato possa nei volumi monografici cui usa il vernacolo.
essere, è proprio quello che abbiamo perso, l’idea che ciò rispettivamente dedicati a «Quello che cerchi di imparare da Dante, soprattutto, è
che stai facendo deve essere permanente, persino immorta- Derek Walcott, Premio cosa può fare un sostantivo, la completezza che può esser-
le. Mi rendo conto che per le persone è un’idea ottocentesca, Nobel per la letteratura nel ci nel semplice atto di nominare una cosa: è questo che
e che l’atteggiamento prevalente oggi è che qualsiasi cosa fai 1992, al poeta greco ogni scrittore cerca di imparare da Dante».
va bene». Costantino Kavafis Come riesce a essere diretto, sempre, anche quando
In effetti per me era davvero paralizzante, e credo sia (1863-1933) le sue metafore diventano molto complesse, sai sempre
per questo che ho iniziato a scrivere così tardi; leggevo e alla poetessa polacca esattamente dove ti trovi.
Dante e Montale e pensavo: «Chi sono io anche solo per Wislawa Szymborska, «Mi sa che Hemingway ha avuto una grossa influenza
provare a prendere in mano una penna?». Poi grazie a te, Premio Nobel su Dante».
prima di conoscerti, leggendo «Un’altra vita», e grazie a per la letteratura nel 1996 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Brodskij, alle sue poesie e a quel suo saggio su Auden,


«Per compiacere un’ombra», le cose sono cambiate. Ades-
so quando scrivo qualcosa mi chiedo sempre cosa ne pen- Wislawa Szymborska Allegro ma non troppo

❜❜
serebbe questo o quel poeta, e se mi sembra di vedere
anche solo un mezzo sorriso di approvazione, mi sento di Sei bella — dico alla vita — e cado per lo stupore. e cos’altro — e cosa più —
aver fatto bene il mio lavoro. Non succede spesso, un ver-
so qua e là, magari. Ma in fondo il fallimento, la paura di è impensabile più rigoglio, Quanto è di campo questo grillo, e magia, stregoneria.
fallire, se pensi alla tua vita, al fatto che ne hai una sola, più rane e più usignoli, di bosco questo frutto — Mai vorrei recarti offesa,
diventa niente in confronto a non aver provato a fare quel- più formiche e più germogli. mai l’avrei creduto né adirarti per dileggio.
lo che ti entusiasma.
Comunque sia, tornando alla pittura, volevo chiederti
Cerco di accattivarmela, se non avessi vissuto! Da centomila anni almeno
che tipo di corrispondenze trovi tra certe tecniche pittori- di blandirla, vezzeggiarla. Non trovo nulla — le dico — sorridendo ti corteggio.
che e la scrittura, e se un’arte nel tuo caso ha in qualche La saluto sempre per prima a cui paragonarti. Tiro la vita per una foglia:
modo influenzato l’altra? con umile espressione. Nessuno ha fatto un’altra pigna si è fermata? Se n’è accorta?
«Quando paragono scrittura e pittura uso sempre questo
esempio: gli acquerelli di Cézanne e la prosa del primo He- Le taglio la strada da sinistra, né migliore, né peggiore. Si è scordata dove corre,
mingway, le pennellate delle sillabe in Nel nostro tempo so- le taglio la strada da destra, Lodo la tua larghezza, almeno per una volta?
no identiche a quelle degli acquerelli di Cézanne, dove il co- e mi innalzo nell’incanto, inventiva ed esattezza,
lore non è mai diretto, ma un blu, per esempio, è usato per
22 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

(2) posizione precedente S stabile

Caratteri Classifiche dei libri


Legenda
{ 1 in salita
5 in discesa
R
N
rientro
novità
100 titolo più venduto (gli altri in proporzione)

Cinquina sotto l’albero: Allende, Swan, Parodi, Faletti e Carofiglio


Il thriller di Cooper vince tra i lettori digitali, vola il Guinness 2012

La pagella
di Antonio D’Orrico
Top 10 ebook
di Alessia Rastelli
Narrativa italiana
Fabio Volo voto

1
Le prime luci del mattino
Mondadori 6,5 1 Fabio Volo
(1) S 100
Fabio Volo
2 (2) S 56
Giorgio Faletti
(1) Le prime luci Le prime luci Tre atti
Fabio Volo, il tabù del mattino del mattino
Mondadori, e 19
e due tempi

S 100 Mondadori, e 19 Einaudi, e 12


dei letterati snob
2 L. Littizzetto, F. Valeri Gli ebook Carofiglio sul podio (e in Top Ten) è l’unico sussulto
di una classifica senza particolari sorprese. Il leader 3 (5)146
(2) L’educazione da comprare rimane Fabio Volo inseguito da Faletti. Dietro
qualche piccola scossa di assestamento: salgono i
Gianrico Carofiglio
Il silenzio

M
argaret Mazzantini scrive delle fanciulle
frasi tipo: «La grinta
autistica di chi si batte sola
S 79 Einaudi, e 10 ovunque soliti noti Camilleri, D’Avenia e De Luca. Bene anche
l’antologia noir a tema natalizio di Sellerio con un
dell’onda

ottimo racconto di Francesco Recami. Rizzoli, e 19


con se stessa e non cambia Glenn Cooper, Fabio Volo,
muro». Fabio Volo scrive
frasi tipo: «Ho molti sospetti su di me. Ho
3 Isabel Allende John Grisham e Giorgio
Faletti. Gli stessi bestseller
(4) Il quaderno
paura che la mia vita sia un lungo
malinteso. Forse non sono la donna che di Maya
in edizione cartacea —
più lo Stephen King solo
Narrativa straniera
credo di essere». 1 60 Feltrinelli, e 20 elettronico di Miglio 81 —
guidano la classifica degli

1
Preferirei Fabio Volo.
Gianrico Carofiglio scrive frasi tipo:
«Mentre diceva quella bugia pensò che 4 Walter Isaacson
ebook più venduti su
Libreria Rizzoli.it, il
(1) S 60
Isabel Allende
2 (2) S 53
Karen Swan
non ricordava gran parte dei film che (8) Steve negozio online di Rcs Il quaderno Un diamante
aveva visto nella sua vita. C’era differenza Mediagroup, che dal 2010 da Tiffany
Jobs vende anche libri digitali
di Maya
fra il non aver mai visto un film, o visitato
un luogo, o letto un libro e l’averli visti, o 1 59 Mondadori, e 20 (oltre 17 mila, al Feltrinelli, e 20 Newton Compton, e 9,90
visitati, o letti senza ricordare niente?». momento, i titoli). «In
Fabio Volo scrive frasi tipo: «Mi è venuto
in mente quando da bambina, in cucina 5 Giorgio Faletti
generale, i gusti dei nostri
clienti tradizionali e di chi
Giovani donne in fuga per dimenticare
il passato: è il tema comune ai due romanzi 3 (3) S 51
John Grisham
con la nonna, seduta in ginocchio su una (3) Tre atti compra ebook si stranieri più venduti. Isabel Allende con la storia
sovrappongono — spiega dolorosa di Maya (e del Cile) e Karen Swan con I contendenti
sedia, pulivamo i fagiolini e buttavamo le e due tempi la romanticona Cassie, vittima del classico
codine dentro una Giorgio Riva, direttore
5 56 Einaudi, e 12 generale di Rcs Digital —. tradimento prematrimoniale. Dietro, altre donne
pagina di giornale al in evidenza: Diffenbaugh, Sánchez e Serrano. Mondadori, e 20
centro del tavolo». I lettori elettronici, però,
Preferirei Fabio Volo.
Erri De Luca scrive frasi
6 Benedetta Parodi
più giovani e attivi in Rete,
tendono a leggere e ad
tipo: «Scorro da molto
(9) I menù acquistare su più
tempo sopra scritture di Benedetta dispositivi». «Per questo
— aggiunge — facciamo
Saggistica
sacre, senza spunto di 1 53 Rizzoli, e 15,90
in modo che i nostri
fede. Nella lettura

1
ebook si possano
gusto l’alfabeto antico,
la mia conoscenza 7 Karen Swan comprare sia da pc che da
(1) S 79
L. Littizzetto, F. Valeri
2 (2) S 59
Walter Isaacson
tablet ed ereader. E
Fabio Volo, 39 anni avviene nella bocca. (5) Un diamante Steve Jobs
(foto Ansa) L’ebraico antico gira
creiamo sinergie con altri L’educazione
da Tiffany settori del gruppo, come i delle fanciulle
come un boccone tra
lingua, saliva, denti e sella di palato». 5 53 Newton Compton, e 9,90 quotidiani». È accaduto ad
Einaudi, e 10 Mondadori, e 20
esempio con Steve Jobs.
Fabio Volo scrive frasi tipo: «Federica Stay hungry, stay foolish:
questa mattina è entrata in ufficio
stravolta. Mi ha raccontato di essere 8 John titolo edito dal «Corriere
della Sera», distribuito in
In vetta si confermano le signorine perbene Valeri
e Littizzetto, la «bio» di Steve Jobs e il «Christmas 3 (3) S 36
uscita con un ragazzo… Mi ha detto che (6) Grisham rocker» Vasco. Le novità più interessanti stanno, Vasco Rossi
esclusiva su Libreria
uno con una resistenza simile non l’aveva I contendenti Rizzoli.it, pubblicizzato in
però, all’altro capo: il libro della coraggiosa La versione
mai incontrato. Hanno iniziato a fare 51 Mondadori, e 20 giornalista Lydia Cacho che ha denunciato abusi e di Vasco
l’amore dopo cena e lei verso le due ha
5 ebook soprattutto tra i violenze sui bambini in Messico e le 366 riflessioni
lettori digitali del giornale. mattutine del cardinale Gianfranco Ravasi. Chiarelettere, e 14
chiesto una pausa. "Quando sono andata
in cucina a prendere dell’acqua,
barcollavo come se mi avesse svitato le
9 Gianrico Carofiglio
Da segnalare, infine, nella
classifica settimanale, i
(-) Il silenzio risultati della nuova
anche"».
Preferirei Fabio Volo. dell’onda collana elettronica Zoom
di Feltrinelli che, complice
Varia
Fabio Bonetti, in arte Volo, 39 anni, R 46 Rizzoli, e 19 il prezzo a 99 centesimi,
bergamasco di Calcinate, figlio di un

1
piazza Banana Yoshimoto
panettiere, disc-jockey, attore,
sceneggiatore, doppiatore, cantante, 10 Margaret
(La luce che c’è dentro le
persone) ed Erri De Luca
(1) S 53
Benedetta Parodi
2 (3)127
Antonella Clerici
batterista, ex-Iena, primo nella classifica (7) Mazzantini (Aiuto) al sesto e settimo I menù Le ricette
dei bestseller, non è, come pensano gli Mare al mattino posto. di Casa Clerici 2
di Benedetta
intellettuali, il peggiore scrittore italiano. ehibook.corriere.it
5 42 Einaudi, e 12 Rizzoli, e 15,90 RAI-ERI, e 15,90
© RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

Loris Navoni, 48 anni, gestore infrastrutture


La classifica
La recensione dei lettori informative, di Cernusco sul Naviglio (Milano), ha letto
«Inheritance» di Christopher Paolini
1 100 Glenn Cooper Ragazzi
Il marchio del diavolo
Nord, e 13,99

1
ePub con Adobe DRM
Ma Paolini non ha inventato nulla 2 88 Stephen King
(2)120
Antoine de Saint-Exupéry
2 (1)519
Geronimo Stilton
Miglio 81
Sperling & Kupfer, e 4,99 Il piccolo principe Settimo viaggio

C he Christopher Paolini possa piacere a pochi coraggiosi con l’asso nella manica ePub con Adobe Drm nel regno
chi si accosta al fantasy per la prima dell’eroe ignaro). Meglio ha fatto J. K. della fantasia
volta, si può anche capire. Gli Rowling proponendo un soggetto più 3 65 Fabio Volo Bompiani, e 7,90 Piemme, e 23,50
adolescenti vi troveranno tutti gli elementi disincantato o anche la nostra Silvana De Le prime luci del mattino
Mondadori, e 9,99
appassionanti della narrativa fantastica: elfi Mari, che con L’ultimo elfo e seguenti ePub con Adobe Drm
e draghi, magie e poteri occulti, popoli suggerisce punti di vista meno epici e più
diversi uniti contro il male e rozzi esseri «umani», anche se parla di creature 4 61 John Grisham
I contendenti
servitori dello stesso. Ma basterebbe
leggersi non dico Tolkien, ma uno
fantastiche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondadori, e 9,99
ePub con Adobe Drm
Stati Uniti
qualunque dei romanzi nati dalle sue
costole per accorgersi che Paolini non ha Invia la tua recensione 5 46 Giorgio Faletti
inventato niente di nuovo. Ha riassemblato
gli elementi fantasy per creare una saga che su www.corriere.it
Tre atti e due tempi
Einaudi, e 6,99 1
Jeff Kinney
2
Suzanne Collins
3
Walter Isaacson
ePub con Adobe Drm
non è neanche tanto originale (con il La recensione deve riguardare un libro uscito
Diary of a Wimpy The Hunger Steve Jobs:
tiranno cattivo che ambisce a maggior negli ultimi 12 mesi. Scrivete un indirizzo mail (12-18 dicembre) Kid: Cabin Fever Games a Biography
potere e contro cui oppongono resistenza corretto per contattarvi in caso di selezione
Amulet books, $ 13,95 Scholastic Press, $ 8,99 Simon & Schuster, $ 35
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 23

Giovanni Pacchiano (Milano, 1942) si occupa


di letteratura sulle pagine di «Saturno», inserto 1 2 3
Il podio del critico culturale del «Fatto Quotidiano», e su «Gioia».
È curatore delle Opere di Sergio Solmi. Ha tradotto
Herman Koch
Villetta
Austin Wright
Tony & Susan
Goce Smilevski
La sorella
di Giovanni Pacchiano e curato Gli addii, libro di racconti di Myriam Kissel con piscina Adelphi di Freud
(in uscita nel 2012 per Nino Aragno Editore). Neri Pozza, e 17 e 19,50 Guanda, e 18

45,3
I lettori forti sono un po’ più deboli (ma non a Natale)
Si è per il momento arrestata la tendenza positiva (da 1 libro al mese in su) siano diventati molto e sono diminuiti gli acquisti. In queste settimane
Il numero registrata dalla lettura di libri negli ultimi anni. più deboli: dal 15,1% al 13,8%. Per gli effetti della di Natale, però, le librerie stanno in parte recuperando,
di Giuliano Vigini Il calo è stato sensibile: dal 46,8% del 2010 al congiuntura, ma forse anche di una frastornante perché alla fine i libri sono sempre tra i doni più
45,3% del 2011, come ha segnalato l’Istat in questi ubriacatura di parole, la testa era evidentemente semplici, meno costosi e più graditi, e che nessuno
giorni. Ma soprattutto sorprende che i lettori «forti» da un’altra parte; si sono così ridotti i tempi di lettura penserebbe di riciclare come le scatole di cioccolatini.

(Elaborazione a cura di Nielsen Bookscan. Dati relativi alla settimana dal 12 al 18 dicembre)

4 (3)542
Margaret
6 (6) S 32
Alessandro
8 (9)125
Alessandro
10
AA.VV.
(12)124 12 (11)522
Mauro Corona
14 (14) S 14 16 (19)113
Alessandro D’Avenia Elena
18
Licia
(16)511 20
Folco
(-) R 11
Mazzantini Baricco D’Avenia Un Natale Come sasso Bianca come Ferrante Troisi Terzani
Mare al mattino Mr Gwyn Cose in giallo nella corrente il latte, rossa L’amica geniale Il sogno A piedi nudi
che nessuno sa come il sangue di Talitha sulla terra
Einaudi, e 12 Feltrinelli, e 14 Mondadori, e 19 Sellerio, e 14 Mondadori, e 18,50 Mondadori, e 13 E/O, e 18 Mondadori, e 19 Mondadori, e 18

5 (4)535
Andrea Vitali
7 (8)127
Andrea Camilleri
9 (10)124
Erri De Luca
11 (7)523
Marcello Simoni
13 (15)117
Dacia
15
Fabio
(13)513 17
Donato
(20)112 19 (17)511
Sveva Casati
Zia Antonia La setta I pesci non Il mercante di libri Maraini Volo Carrisi Modignani
sapeva di menta degli angeli chiudono gli occhi maledetti La grande festa Il giorno in più Il tribunale Un amore
delle anime di marito
Garzanti, e 13,90 Sellerio, e 14 Feltrinelli, e 12 Newton Compton, e 9,90 Rizzoli, e 16 Mondadori, e 13 Longanesi, e 18,60 Sperling & Kupfer, e 11,90

4 (5)139
Glenn Cooper
6 (7)129
Vanessa
8 (8) S 25
Stephen King
10 (9)524
Sophie Kinsella
12 (13)115
Clara Sánchez
14 (14) S 13
Michael Connelly
16 (18)111
Jonas Jonasson
18 (19)19
Carlos Ruiz
20 (-) R 9
Luis Sepúlveda
Il marchio Diffenbaugh 22/11/63 Ho il tuo numero Il profumo L’uomo di paglia Il centenario che Zafón Ultime notizie
del diavolo Il linguaggio delle foglie saltò dalla finestra Il principe dal sud
segreto dei fiori di limone e scomparve della nebbia
Nord, e 19,60 Garzanti, e 18,60 Sperling & Kupfer, e 23,90 Mondadori, e 19,50 Garzanti, e 18,60 Piemme, e 19,90 Bompiani, e 17,90 Mondadori, e 19 Guanda, e 16

5 (4)533
Christopher Paolini
7 (10)126
Paulo Coelho
9 (6)525
Haruki Murakami
11 (11) S 16
Melissa Hill
13 (12)515
David Nicholls
15 (16)112
Marcela Serrano
17 (15)511
C. Cussler,
19 (-) R 9
Nicolas Barreau
Inheritance. Aleph 1Q84 Un regalo Un giorno Dieci donne G. Blackwood Gli ingredienti
L’eredità da Tiffany L’oro segreti dell’amore
di Sparta
Rizzoli, e 24 Bompiani, e 18,50 Einaudi, e 20 Newton Compton, e 9,90 Neri Pozza, e 18 Feltrinelli, e 18 Longanesi, e 18,60 Feltrinelli, e 15

4 (5)133
Bruno Vespa
6 (6) S 27
Z. Ibrahimovic,
8 (11)123
M. Simoncelli,
10 (10) S 16
Paolo Brosio
12 (12) S 15
Federico Rampini
14 (14) S 13
Giampaolo Pansa
16 (-) N 11
Maurizio Costanzo
18 (-) N 9
Gianfranco Ravasi
20 (-) N 8
Lydia Cacho
Questo amore D. Lagercrantz P. Beltramo Viaggio Alla mia sinistra Poco o niente. Preferisco i cani Le parole Memorie
Io, Ibra Diobò che bello! a Medjugorje Eravamo poveri. (e un gatto) del mattino di un’infamia
Torneremo poveri
Mondadori, e 19,50 Rizzoli, e 18,50 Mondadori, e 16 Piemme, e 19,50 Mondadori, e 18 Rizzoli, e 20 Mondadori, e 16 Mondadori, e 19 Fandango, e 16,50

5 (4)528 7 (7) S 26 9
Concita De Gregorio Giorgio Napolitano
(9) S 22 11 (8)515
D. Avey, R. Broomby Philippe Daverio
13 (15)114
Vittorio Sgarbi
15 (13)511
Vito Mancuso
17 (18)110
Pino Aprile
19 (-) R 9
Stefano Rodotà
Così è la vita Una e indivisibile Auschwitz. Il museo Piene di grazia Io e Dio. Giù al sud Elogio
Ero il numero immaginato Una guida del moralismo
220543 dei perplessi
Einaudi, e 14,50 Rizzoli, e 15 Newton Compton, e 9,90 Rizzoli, e 35 Bompiani, e 20 Garzanti, e 18,60 Piemme, e 19,50 Laterza, e 9

3 (2)519
Paolo Fox
4 (4) S 17
Alessandra Spisni
5
AA.VV.
(6)113 6
AA.VV.
(10)112 7 (5)512 8 (9)110
C. Warwick, C. Balivo Sonia Peronaci
9 (7)59
Pierre Dukan
10 (8)58
Raffaele Morelli
L’oroscopo 2012 La maestra Dimmi di Sic Guinness World Tutti quanti GialloZafferano La dieta Dukan Dimagrire
di cucina Records 2012 abbiamo senza dieta
un angelo
Cairo, e 10 Dalai, e 14,90 Fivestore, e 12,90 Mondadori, e 28 Rizzoli, e 17 Mondadori, e 16,90 Sperling & Kupfer, e 16 Mondadori, e 17,50

3 (7)111
A. Macchetto
4 (4) S 10
A. Epstein,
5 (3)59
Rick Riordan
6 (5)59
Jeff Kinney
7 (8)19
M. Hack, G. Ranzini
8 (10)18
Antoine de
9 (11)18
Tim Bruno
10 (9)57
Geronimo Stilton
P. D’Altan A. Jacobson La battaglia Diario Tutto comincia Saint-Exupéry La città del cielo. Nel regno
Ti racconto The Familiars del labirinto di una schiappa dalle stelle Il piccolo principe. Ossidea della fantasia
un sorriso Libro pop-up
Mondadori, e 19 Newton Compton, e 9,90 Mondadori, e 17 Il Castoro, e 12 Sperling & Kupfer, e 16 Bompiani, e 30 Salani, e 14,90 Piemme, e 23,50

(Elaborazione a cura del «Corriere della Sera»)

Inghilterra Francia Germania


1
Jamie Oliver
2
Lee Evans
3
Linda Collister
1
Kathryn Stockett
2
Myhrvold,
3
Georges Planelles
1
Christopher
2
Jonas Jonasson
3
Eugen Ruge
Jamie’s Great The Life of Lee Great British La couleur Young, Bilet 1001 expressions Paolini Der In Zeiten des
Britain Bake Off: des sentiments Modernist préférées Eragon 4. Das Hundertjährige... Abnehmenden
How to Bake Éditions cousine - 6 voll. des français Erbe der Macht Lichts
Penguin, £ 30 Penguin, £ 20 BBC Books, £ 20 J. Chambon, e 33,80 Taschen, e 399 L’Opportun Eds De, e 24,90 Bertelsmann, e 49,99 Carl’s books, e 19,99 Rowohlt, e 29,95
24 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 25

IMMAGINI Francesco Carbonieri, l’occhio del buon borghese


di ARTURO CARLO QUINTAVALLE

RRR
F rancesco Carbonieri (1886-1960)
ricco proprietario terriero nelle
campagne fra il Reggiano e il
Modenese è, come fotografo, quasi un
caso esemplare. La foto per lui è loisir
anche l’agiatezza finirà per scomparire. La
mostra di Modena (ex Ospedale di
Sant’Agostino, fino al 29 gennaio 2012,
Catalogo Panini, pp. 112, e 20,
introduzione di Chiara Dall’Olio) dimostra
alcuni degli autochrome, il primo colore
della fotografia, o se vediamo le immagini
della amata moglie Clementina (qui a
fianco), scopriamo una riflessione diversa
con le «pose» da atelier fotografico
ovvero passione: inizia a scattare dal 1908 che Carbonieri non è forse un grande spostate all’aperto e nel dialogo
e già nel 1911 propone venti immagini alla fotografo ma è certo testimone del suo ravvicinato. Carbonieri inventa così tagli
La passione di un fotografo Esposizione fotografica di Roma,
coltivando poi questa passione privata per
tempo: l’auto come status o i viaggi con la
famiglia a Biarritz e a Parigi sono la
nuovi. Dunque da una parte l’iconografia
della tradizione, dall’altra quella degli
che raccontò i sogni privati trent’anni. Nel 1938 viene arrestato dalla riscoperta degli spazi che la tradizione affetti e, lontani, gli eventi della politica,
dell’alta società italiana polizia fascista per aver scritto una lettera borghese europea ha reso canonici e che venti anni di fascismo che Carbonieri
con giudizi negativi sul regime: si farà un Carbonieri evoca ispirandosi alle cartoline mette ai margini. Volontario oblio.
lasciando ai margini il fascismo anno di confino. Dopo, tutto sarà diverso, illustrate. Solo questo? No, se osserviamo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sguardi
Valeri pigliatutto

{
Anno d’oro per Franca Valeri: è uscita la sua
autobiografia Bugiarda no, reticente di assoluta
delizia e intelligenza seguita dalla sua più bella
Titoli di coda commedia, Non tutto è risolto, un successo in
teatro; sempre Einaudi ora pubblica la strenna
di Maurizio Porro scritta con la Littizzetto, L’educazione delle
fanciulle, in cui le due rappresentanti del gentil
Arte, fotografia, architettura, design, mercato sesso forte si dividono la materia facendosi
inchini alla De Musset. E non è finita: la 91enne
geniale signora Franca sta scrivendo ancora…

Tendenze Serrano, Fabre. Kippenberger: meno inquietudine, più sarcasmo

I neoiconoclasti light
Lo sberleffo di Banksy contro la pedofilia nella Chiesa è lontano da Caravaggio
di VINCENZO TRIONE

D
i cosa si tratta? Banksy lo ha spiegato in una
recente intervista alla Bbc. Si tratta di un regalo
di Natale. «Ricorda il vero significato della cri-
stianità: le bugie, la corruzione, l’abuso». Il rife-
rimento è alla sua scultura esposta da qualche
giorno alla Walker Art Gallery di Liverpool. Si intitola Car-
dinal Sin. È un’opera shock che, in maniera permanente, è
stata collocata accanto ai dipinti seicenteschi ospitati nel
museo. Solo uno sberleffo? Piuttosto, siamo dinanzi a un
esercizio di stile dal valore civile e politico. Un busto neo-
classico che ritrae il volto di un prelato, ricoperto da una
maschera pixelata. Un modo per alludere agli episodi sem-
pre più frequenti di abusi dei preti ai danni dei minori.
È, questo, l’approdo di un itinerario poetico controver-
so. Per molti, Banksy è un enigma: misantropo, non si fa
fotografare, non ha mai svelato la propria identità. Con la
«Guerrilla Art», ha dato vita a performance leggendarie
(documentate in un film come Exit through the gift shop).
Black bloc della pittura, ha invaso molti scenari urbani
con le sue narrazioni visionarie, esprimendo istanze pacifi-
ste e anticapitaliste. In lui, è intensa l’insofferenza nei con-
fronti del «potere» incarnato da sovrani, poliziotti, pop-
star e manager. Corteggiato dalle star del cinema, capace
di raggiungere quotazioni
stellari, è diventato celebre «Cardinal Sin» muove Georges Rouault, il quale, legato
per le sue inattese «incur- dell’artista a un esistenzialismo tormentato, sa-
sioni». Sui muri di tante cit- inglese Banksy: piente nel fondere materia e gestualità,
tà del mondo. Ma anche al- l’opera è esposta si consegna a una sorta di viaggio al ter-
trove. da qualche giorno mine della notte. Come emerge in Cri-
Ad esempio, nei musei, alla Walker sto oltraggiato (del 1912): con un segno
sua vera ossessione. Banksy Art Gallery duro, definisce i lineamenti di un Gesù
ne è sedotto. Involontario di Liverpool privo di pupille, con un corpo emacia-
erede del Marinetti che ave- to, che sembra tenere in sé tutto il dolo-
va invitato a raderli al suo- re del mondo. A Rouault si richiamerà Max Ernst per dipin-
lo, egli vuole violarne il pre- gere la Vergine Maria che sculaccia Gesù Bambino.
stigio, la solennità. Fino dal Sulle orme (anche) di queste matrici, accostando slan-
2004, sono diventate un cio mistico e linguaggio pop, Andres Serrano, nel 1989, ha
cult le sue azioni da Arse- eseguito Piss Christ. Una fotografia, che è stata accusata di
nio Lupin dell’arte. Clande- oscenità, di pornografia. Un dozzinale crocefisso di plasti-
stinamente, è penetrato nel- ca immerso in un liquido ambrato: l’urina dell’artista. Uno
le sale del Louvre: travesti- scatto che, ha scritto Robert Hughes, sottolinea «in modo
to da pensionato, con il vi- netto e scioccante lo scadimento nel kitsch delle raffigura-
so nascosto dietro un cappello, è andato ad appendere a dia, che è dominata da immagini. Ci assediano ovunque: zioni religiose di massa». Da qui muoverà Martin Kippen-
una parete un ritratto della Gioconda con la smorfia da in televisione, in rete, nei videogame, sui cellulari, sui vide- berger, il quale, in una mostra al Museion di Bolzano, ha
«smile». Analoghe performance sono state proposte al Bri- owall. Molti artisti — gli epigoni di Warhol — scelgono di sostituito il corpo del Cristo in croce con una mostruosa e
tish Museum di Londra, al Moma, al Brooklyn Museum, al adeguarsi a questa invasione, rappresentandone il lato su- fumettistica rana verde. E, poi, Jan Fabre, autore di un’ine-
Metropolitan di New York. E spesso le telecamere a circui- perficiale. Altri — come Banksy — si comportano invece dita rilettura della Pietà di Michelangelo: il Cristo ha la fac-
to chiuso hanno ripreso gli esilaranti show di Banksy, il da profanatori, impegnati in processi di secolarizzazione. cia dell’artista stesso, mentre la Madonna è trasformata in
quale ha dichiarato: «Solo se fossi morto da almeno due- Mirano a neutralizzare quel che si ritiene intoccabile. Sfi- un teschio.
cento anni, sarei riuscito a essere presente in quei posti». dano la trascendenza. «Una volta profanato, ciò che era Come interpretare questo fenomeno? Solo una tenden-
In effetti, non è stato così. Da qualche tempo, Banksy — indisponibile e separato perde la sua aura e viene restitui- za astuta? No, piuttosto siamo di fronte a un’iconoclastia
cui Sabina De Gregori ha dedicato una puntuale monogra- to all’uso», potremmo dire con Giorgio Agamben. Nel- light, priva di tragicità e di drammaticità. Con impeto ni-
fia (Il terrorista dell’arte, Castelvecchi) — non è più un «in- l’epoca in cui la Chiesa, non senza esitazioni, prova a riapri- chilista, i neoprofanatori — Serrano, Kippenberger, Fabre,
filtrato». Anzi, viene trattato come un maestro. Sue perso- re il dialogo con le avanguardie, gli iconoclasti vogliono Banksy — si fanno testimoni di un bisogno sempre più
nali si sono tenute in luoghi istituzionali, come il Bristol dunque sfigurare le immagini «alte». Per difendere l’arte, esteso di ribellione, di anti-perbenismo. Elaborano opere
Museum (nel 2009). Un’importante consacrazione è costi- la violentano. Immoralisti postmoderni, oscillano tra ap- rivolte ad alimentare accese discussioni. Sembrano avere
tuita proprio dall’invito a entrare a far parte della collezio- Sopra: il «Cristo oltraggiato» propriazione indebita e trasgressione. Come ha ricordato poco di Caravaggio, di Rouault o di Ernst. Invece, hanno
ne della Walker Art Gallery di Liverpool. In questa occasio- (1912) di Georges Rouault. David Freedberg, «colpiscono quanto è in generale rispet- molto di Oliviero Toscani. In loro, non vi è ansia, ma abili-
ne, Banksy ha instaurato un audace dialogo con il patrimo- In alto, da sinistra: particolare tato». In particolare, attaccano i motivi sacri. Sembrano tà mediatica. Non inquietudine, ma sarcasmo. Evitano me-
nio del museo, fondato su dissonanze e su collisioni di della «Morte della Vergine» comportarsi come un personaggio dell’Inferno dantesco, tafore e allegorie. Anti-spiritualisti, si prendono la libertà
senso. Ma ha voluto, soprattutto, misurarsi con un tema di Caravaggio (1605-1606, Capaneo, l’uomo che «fa le fiche a Dio». di sfregiare qualsiasi simbolo. Senza inibizioni, senza scru-
difficile: quello della religione. Cardinal Sin ha subito su- Parigi, Louvre) e «La Pietà» Dietro queste opzioni, si nasconde una lunga storia. In poli. Eppure, anche dietro questa leggerezza, si possono
scitato polemiche. Anticlericalismo? Blasfemia? Trovata di Jan Fabre (Venezia, 2011) principio, c’è Caravaggio. Il quale, nella Morte della Vergi- cogliere quelle che restano le ragioni profonde dell’icono-
pubblicitaria? Tutto questo, certo. Ma, forse, siamo dinan- ne, ritrae uno scenario popolare, evocando la ricerca della clastia, in ogni epoca storica: l’innato bisogno dell’uomo
zi a qualcosa di più complesso. Una violenta provocazione, «salvazione». In primo piano, la Vergine con il ventre gon- di distruggere le immagini che egli stesso ha inventato,
che ci invita a riflettere sull’attualità del gesto iconoclasta. fio. Un dettaglio oltraggioso: si disse che l’artista aveva pre- costruito, modellato.
All’origine, c’è il bisogno di sottrarsi alla civiltà dei me- so a modello una prostituta annegata nel Tevere. Da qui © RIPRODUZIONE RISERVATA
26 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
I politici e la tisi

Sguardi Gli affari


Pensieri obliqui
di Massimo Mucchetti
{ «Nel principio del suo male è facile a curare
e difficile a conoscere, ma, nel progresso
del tempo diventa facile a conoscere e
difficile a curare». È il decorso della tisi,
alla quale 500 anni fa Niccolò Machiavelli
(Il Principe, capitolo terzo) paragonava
la degenerazione dei sistemi politici.
Potremmo fare altrettanto oggi guardando
all’approccio dell’Unione Europea made
in Germany alla crisi greca.

Fenomeni Le grandi case d’asta «certificano» la scomparsa del vecchio collezionismo borghese
Ma accanto ai record del contemporaneo spunta a sorpresa un maestro come Guardi
Francesco Guardi,
«Venezia, una
veduta del ponte
di Rialto
guardando
a nord dalle
fondamenta del
Carbon», venduta
da Sotheby’s per
oltre 42 milioni
di dollari.
Sotto dall’alto:
Pieter de Hooch,
«Interior with
a child» della
collezione Forte
all’asta a gennaio
e «1949-
A-No.1»
di Clyfford Still
battuto
da Sotheby’s
per 61,7 milioni
di dollari

La classe media non c’è (proprio) più: cennio successivo, Clyfford Still scompare.

crolla il mercato dell’antiquariato Evapora. Anticipando di mezzo secolo il


concetto della «decrescita felice». Nel 1961
si trasferisce in campagna (nel Maryland) e
lì rimane sino alla morte nel 1980. Volonta-
riamente lontano dagli eccessi e dai clamo-
di PAOLO MANAZZA ri del mondo artistico. Dal terzo record del-
l’anno — dopo l’ennesimo pop-capolavoro

A i
ltro che lotta di classe. Qua eva- nel 2010 ha incassato 4,8 miliardi di dollari di Lichtenstein venduto da Christie’s a 43,2
pora tutto. Figuriamoci la neb- (+70%). E quest’anno, comprese le private milioni di dollari — arriva la seconda sor-
bia che circola nel mondo spec- sale (le aggiudicazioni fuori asta) quasi cer- presa. Una veduta veneziana settecentesca
chiato dell’arte. A confronto le tamente supererà i 5 miliardi. L’economia del nostro Francesco Guardi aggiudicata a
Flags americane di Jasper Johns si sgonfia. Il mercato dell’arte ruggisce. 42,8 milioni di bigliettoni verdi. Un Old Ma-
sembrano in alta definizione. Ben inteso, Non bastano le ragioni della corsa all’oro e ster dunque. Ma di qualità straordinaria.
stiamo parlando di tendenze. Se le analisi I gioielli di Liz Taylor ai beni rifugio per comprendere questo fe- Due storie diverse, quelle di Still e Guardi,
mediatiche certificano la scomparsa della In quindici giorni, dal 3 al 17 nomeno. Oltre le cause strutturali ve ne so- con una matrice comune: la rivincita della
Middle Class e il fantasmatico avvento di dicembre, sono andati no di culturali che spiegano una simile ec- grande e silenziosa pittura a tutto campo.
un nuovo ceto (un gruppo sociale sospeso all’asta da Christie’s a New cezione. Come se la spasmodica dittatura Il mercato dell’arte insomma sta cam-
tra il «già» e il «non ancora», un terreno di York i gioielli (bene rifugio della crescita (la visione economicistica del biando pelle. Da una parte i grandi capola-
mezzo, una palude) nell’arte questa fluida oggi assai apprezzato) di Liz mondo) voglia in qualche modo decontami- vori, d’arte antica e moderna, sempre più
sospensione è archiviata da anni. Taylor, la stella del cinema narsi. Per sfiorare dolcemente il mondo del- ambiti. Dall’altra una corsa generalizzata ai
Tutto è cambiato. Tutto sta cambiando. scomparsa a ottobre: quasi le idee, della bellezza, della storia. Di fatto beni rifugio (gioielli e preziosi). Mentre i
Il vecchio mercato decorativo dei dipinti e 157 milioni di dollari spendere soldi per un quadro ha una dupli- pezzi solo decorativi non interessano più.
degli arredi antichi, quelli un tempo acqui- per 1.800 pezzi, nessuno ce funzione. Investire, ma anche godere del Sono un inutile orpello. Anche la Contem-
stati dai benestanti di provincia e i signorot- invenduto. Un vero record: proprio investimento. Una sorta di plus ri- porary Art è cresciuta moltissimo. Ma co-
ti a caccia di brividi aristocratici, è morto. a cominciare da «La spetto agli asettici indici finanziari. mincia a sudare freddo. In fondo ogni epo-
Anzi, sepolto. Se ne sono accorte le case pellegrina», la perla più bella Ecco perché, mentre il segmento decora- ca ha l’arte che si merita. E ovviamente
d’asta e le fiere, che di questo istrionico del mondo, venduta per tivo si è polverizzato insieme alla Middle quella di un capitalismo tossico giunto al
mondo hanno fatto un falò. Come fece il quasi 12 milioni di dollari Class, cresce la febbre dei capolavori inse- capolinea trascina con sé nel declino l’arte
Botticelli folgorato da Savonarola quando, guiti dagli ex fanatici dei futures. I top-pri- che gli compete. Fatta di stracci, provoca-
sul finire del Quattrocento, mise sulla pira ce mondiali del 2011 nascondono metafore zioni, mistificazioni, allitterazioni cacofoni-
le opere più affini all’umanesimo, per torna- stupefacenti sul mondo che cambia. L’ope- che, slogan pubblicitari e quant’altro.
re a «pittare» temi sacri. Più consoni al mi- ra più costosa è stata un dipinto di Clyfford Che arriverà dopo? Chi può dirlo? Una so-
sticismo. Solo che ora, cinquant’anni dopo Still del 1949 (titolo 1949-A-No.1), battuta a la cosa è certa. Come insegna la storia, tut-
i tagli e i graffi di Fontana (che disperavano novembre da Sotheby’s per 61,7 milioni di te le epoche in decadenza hanno in comu-
«La fine di dio»), l’unico restart possibile dollari. Chi era Still? Esponente dell’Espres- ne il ritorno ai classici. Quelli veri. Forse do-
era sul dio denaro. Pur se rivisitato, ingenti- sionismo astratto statunitense, questo vremmo fare altrettanto nei costumi. In
lito, depurato dalla sua immagine sterile. grande pittore — vicino al «color field fondo aveva ragione Oscar Wilde quando,
Così, mentre l’economia e la finanza stra- painting», la pittura a campi cromatici di scherzando, amava ripetere che «la vita
buzzano sul gigantesco luna park dei debiti Mark Rothko e di Barnett Newman — ha imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la
sovrani, il mercato dell’arte continua a cre- una storia singolare. Dopo la sua prima mo- vita».
scere. Dopo un 2009 in affanno, Sotheby’s stra del 1943 e il successo ottenuto, nel de- © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tomas Tranströmer Tomas Tranströmer Costantino Kavafis

POESIA IL GRANDE POESIE


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SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 27
Lupi e agnelli nel Nuovo Mondo

Sguardi Le mostre
Classicamente
di Nuccio Ordine
{ «Tra questi agnelli mansueti delle Indie
entrarono gli Spagnoli come lupi. Altro non
han fatto da quarant’anni che straziarli,
ammazzarli, tribolarli, affliggerli, tormentarli
e distruggerli con crudeltà straordinarie»:
nel 1542 Bartolomé de Las Casas, nella sua
Brevissima relazione della distruzione delle
Indie, denunciava il genocidio delle pacifiche
popolazioni d’America. E oggi c’è ancora chi
considera gli esseri umani bestie da safari.

Mutazioni Così le ragioni dei soldi trasformano il mondo dei capolavori

E la fiera d’arte diventò un suk


un tetto che li ricopre, un insieme che ri-
corda le compartimentazioni dello schele-
tro del granchio sotto il carapace del gu-
scio: ognuna piena di gustosi bocconcini
pronti per la degustazione.
In un mercato rivolto ad acquirenti im-
Dall’idea di uno spazio «puro» dove poter ospitare e contemplare le opere pulsivi di fascia alta, nel quale si possono
esercitare assieme due passioni di solito
ai cubicoli per lo shopping di Miami, un pessimo luogo per scoprire le vere novità distinte, quella per lo shopping e quella
per il gioco d’azzardo, poche gallerie scom-
mettevano tutto su un singolo artista, pre-
di ROBERT STORR ferendo aumentare le probabilità di vendi-
ta col puntare su una serie di artisti che
mostrassero la varietà e la forza del reper-
torio degli espositori. In questo modo si
verificavano spesso delle sovrapposizioni.
Quest’anno comparivano di frequente arti-
sti affermati come Andy Warhol, Louise
Bourgeois e Gerhard Richter, e questo per-
metteva agli acquirenti di fare utili parago-
ni. La minor visibilità di artisti cinesi e
giapponesi, una volta onnipresenti, indica-
va una saturazione del mercato nei loro
confronti. C’è poi sempre il gioco d’azzar-
do, l’amore a prima vista per le stelle emer-
genti sulle quali volano le scommesse.
Le Biennali si svolgono di solito in città
prive di infrastrutture arti-
stiche consolidate (Gwan-
gju, Istanbul, Porto Alegre,
Shanghai) ma le fiere d’ar-
te nascono dove ci sono i
soldi. In questo modo seg-
menti privilegiati di pub-
blico, regolarmente espo-
sti al meglio (e al peggio)
dell’arte contemporanea,
possono essere serviti nel
luogo in cui vivono, lavora-
no o sono in vacanza, men-
tre i semplici curiosi si as-
siepano per assistere allo
spettacolo dell’ascesa e del
crollo delle valutazioni e

N i
el 1976 Brian O’Doherty pubbli- Madrid, all’Armory Show di New York, al- York ha cercato di rubare la scena lancian- del denaro che cambia di mano. Per chi
cò Inside the White Cube: the l’Art Basel di Basilea — la più grande di done uno anch’esso, ispirato al genere dei opera nel mercato dell’arte o lo segue è
Ideology of the Gallery Space tutte —- e al suo clone, l’Art Basel Miami «reality» un po’ sguaiati, nel quale si esibi- utile, se non necessario, partecipare, ma
(«Dentro il cubo bianco: l’ideo- di Miami, una città che, a parte gli aspetti vano alter ego dei divi televisivi. Ha così le fiere sono un pessimo luogo per scoper-
logia dello spazio della galle- commerciali, non potrebbe essere più di- mostrato quanto l’invadente populismo te artistiche che vadano al di là di un ap-
ria»), un importante saggio in cui faceva versa da Basilea. Quest’ultima è infatti an- abbia distrutto l’anima di quell’istituzio- prezzamento orientativo. Non solo per-
risalire le origini nobili dell’archetipo del Modelli tica, compatta, ordinata e, a parte la fiera, ne, un tempo esteticamente disciplinata. ché aprono le porte a troppe distrazioni,
«cubo bianco» all’architettura moderni- Gli artisti Michael Elmgreen culturalmente omogenea. L’altra è recen- Il termine «fiera», nel senso di mercato ma anche perché le opere, a parte quelle
sta priva di ornamenti dell’inizio del Ven- (Copenhagen, 1961) te, tentacolare e arricchita da comunità festivo paesano, in realtà non descrive ap- di maggior impatto grafico, non riescono
tesimo secolo, e le sue radici più popolari e Ingmar Dragset (Trondheim, ebraiche, africane e sudamericane, oltre pieno il labirinto di stand in cui i commer- a lanciare il loro messaggio e a essere go-
agli spogli loft industriali che, negli anni Norvegia, 1969) durante che dalla «dolce vita» meridionale. Una cianti vendono i loro oggetti in queste oc- dute appieno.
del dopoguerra, venivano convertiti in stu- la performance «White Cube» città ibrida, che mescola architettura visto- casioni. Se si vuole trovare un’analogia, bi- In tempi in cui Internet è la fonte prin-
di e luoghi di esposizione da artisti e anti- (Vienna, 1998): sa, belle spiagge e «gente bene» a bunga- sogna piuttosto pensare al suk o bazar me- cipale dell’informazione, le fiere possono
conformisti. L’essenza della scatola para- dodici ore trascorse low tristi, povertà ingestibile e violenza. diorientale. Come si è detto all’inizio, pe- sembrare il minore dei mali, visto che al-
digmatica di O’Doherty era la sua semplici- a dipingere uno spazio Nella prima settimana di dicembre, Art rò, l’eredità dell’austera architettura mo- meno vi si trovano immagini e oggetti rea-
tà formale e la lontananza fisica, psicologi- «ideale» interamente bianco Basel Miami ha festeggiato il suo decimo dernista impone che i singoli stand siano li. Ma quando il critico tedesco Walter
ca e sociale dalla confusione della strada. in cui collocare anniversario con tre giorni frenetici di visi- dei «cubi bianchi» in miniatura. Ne risul- Benjamin scriveva che l’origine dell’aura
Il cubo bianco era un luogo di distacco ide- le proprie creazioni te frettolose, spese furibonde e un proflu- ta un labirinto di ambienti raccolti sotto dell’arte è il contatto di un individuo uni-
ale, dedicato alla pura contemplazione Mutazioni vio di schmoozing, parola yiddish che de- co con un’opera unica, non aveva in men-
estetica. Era, in poche parole, tutto ciò Folla alle Biennali d’arte: nota l’attività volta a stabilire utili contatti. te le folle di acquirenti che sfilano davan-
che la realtà quotidiana non era — e an- a destra, dall’alto, Alla fiera principale presso il Convention RRR ti a stand rigurgitanti di opere, tra gli
cor meno. Oggi l’arte si è dispersa in un la Frieze di Londra Center di Miami hanno partecipato circa squilli dei cellulari e il ronzio dei lettori
nuovo paradigma, un labirinto di cubicoli (in primo piano 260 gallerie, ma molte altre erano presen- Luoghi di carte di credito. In ogni caso, quando il
bianchi. Sono i moduli architettonici stan- la scultura ti nelle fiere satelliti sparse per la città, Istanbul, Porto Alegre, cubo bianco si riduce a un cubicolo bian-
dardizzati del fenomeno commerciale del- «Man with a camera» mentre musei e spazi alternativi hanno al- co, questo è il risultato, ed è un modo di
le fiere d’arte, che stanno diffondendosi di Duane Hanson); lestito mostre non commerciali. C’erano Shanghai: veri e propri esporre e guardare l’arte che musei e pub-
in modo esponenziale. una panoramica poi decine di fastosi party a tema che han- eventi mediatici che non blico avranno difficoltà a contrastare. Ben-
Cubi di questo genere si trovano in dei padiglioni no riempito gli alberghi, i palazzi e le stra- venuti nel suk.
qualsiasi fiera si visiti: alla Frieze Art Fair all’ultima edizione de a tutte le ore del giorno e della notte. Il
nascono dove ci sono (Traduzione di Maria Sepa)
di Londra, alla Fiac di Parigi, all’Arco di di Miami Art Basel venerabile Museum of Modern Art di New musei, ma molto denaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Calendario a cura di STEFANO BUCCI

GENOVA BOLOGNA LECCE PALERMO LONDRA NEW YORK


Race Alexandre Hollan Illuminando Avanguardie russe The House of Annie Lennox The Renaissance Portrait
La conquista del Polo Sud cento Una sessantina di opere Sono otto i giovani artisti (da Marco La mostra presenta 60 dipinti e Realizzata come corredo della La Grande Mela celebra il
anni dopo: la mostra organizzata (acquerelli, acrilici, gouaches, Appicciafuoco a Franco Losvizzero, ricostruzioni di oggetti tipici mostra dedicata al Rinascimento italiano e, in
dall’American Museum of Natural disegni) realizzate tra il 1984 e da Sandro Marasco a Salvatore dell’arte russa degli inizi del XX Postmodernismo (in corso fino particolare, l'arte del ritratto: 160
History di New York si concentra il 2010 descrivono il legame tra Mauro) coinvolti in un progetto secolo (provenienti dalla Galleria al 15 gennaio), l’esposizione opere da Filippo Lippi a Botticelli,
appunto sulla gara tra Roald l’ungherese Hollan (1933), uno (completato dalla mostra «Lumina statale Tretyakov e dai musei mette in scena l’universo da Verrocchio al Ghirlandaio, da
Amundsen e Robert Falcon Scott. dei grandi maestri europei noto Terrae» all’ex conservatorio di regionali russi), che «ripercorrono creativo di Annie Lennox, la più Pisanello a Mantegna, da
Fotografie, modelli a grandezza anche per il lungo sodalizio Sant’Anna) che prevede la similitudini e contrapposizioni», celebre artista della storia Giovanni Bellini a Antonello da
naturale, dipinti, manufatti (abiti e culturale con Yves Bonnefoy, e realizzazione, al posto delle spaziando dagli influssi musicale inglese (già anima Messina. Dipinti, marmi, bronzi,
equipaggiamenti inclusi) e un Giorgio Morandi. A cominciare consuete luminarie natalizie, di di Cézanne e Picasso alle degli Eurythmics): foto d’autore, manoscritti, codici miniati e
diorama per raccontare la dalla comune passione per le opere «site specific» nelle strade e espressioni cubofuturiste fino a costumi di scena, premi e video monete per un viaggio nella
scoperta dell’Antartide. nature morte. nelle piazze di Lecce. suprematismo e costruttivismo. «di un’icona del nostro tempo». grande arte del XV secolo.
Palazzo Ducale Museo Morandi Luoghi vari Reale Albergo dei Poveri Victoria and Albert Museum Metropolitan Museum
Fino al 18 marzo 2012 Fino al 5 febbraio 2012 Fino all’8 gennaio 2012 Fino al 20 marzo 2012 Fino al 26 febbraio 2012 Fino al 18 marzo 2012
Tel 010 55 74 064 Tel 051 64 96 611 Tel 0832 68 21 11 Tel 091 70 71 664 Tel +44 20 79 42 22 11 Tel +1 212 53 57 710
28 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Sguardi I protagonisti

Le «Urethra Pictures» del duo inglese


raccontate ad Hans-Ulrich Obrist
in coincidenza con la mostra di Torino

&
L’arte siamo noi
Gilbert
George
Cartoline, dépliant, poster:
le strategie dei due monelli
che elogiano Assange
di HANS-ULRICH OBRIST

L’intervistatore
V
orrei cominciare dall’inizio, L’idea della busta si ricollega alla vo- gli attrezzi e i pennelli e hanno portato come la trovate.
dato che ci troviamo in coinci- stra prima forma di arte postale. con loro soltanto un po’ di musica, dei GEORGE — Volevamo rispettare la
Hans-Ulrich Obrist (Zurigo, 1968), denza con la mostra di Tori- GEORGE — C’era anche una scultura sorrisi simpatici e le intenzioni più se- cartolina. Era stata comprata da qualcu-
curatore, critico e storico dell’arte, è no «The Urethra Postcard Art postale di Hyde Park che conteneva pez- rie del mondo». È bellissimo. Allora no, inviata da qualcuno, ricevuta da qual-
il direttore dei progetti of Gilbert & George». Mi ave- zetti d’erba raccolta passeggiando sui possiamo dire che quello è stato il pre- cuno. Non volevamo rovinare tutto que-
internazionali della Serpentine vate detto in passato che il vostro mo- prati. Era l’anno dell’atterraggio sulla Lu- ludio che ha portato alla prima vera sto, non abbiamo mai modificato l’imma-
Gallery di Londra. È autore di
«Interview Project»: duemila ore di
mento di svolta era stato nel 1972, na e ci comportavamo da astronauti, scultura postale del ’72, «Underneath gine con cose tipo dipingerci sopra.
interviste registrate con artisti e quando avevate tre mostre in corso, quella è stata la prima volta che facem- the Arches», legata alla natura. Se guardiamo il libro delle cartoline,
personalità culturali di tutto il una delle quali alla Situation Gallery di mo un piccolo pacchetto visivo. GEORGE — Eravamo confusi. Ancora troviamo opere in cui non siete mai ri-
mondo. Ha cominciato a pubblicarle Londra. Mi raccontavate che la vostra Quello è stato dunque l’inizio della non sapevamo che avremmo potuto esse- tratti.
sulla rivista «Artforum» nel 1996. invenzione è partita proprio da lì, ma scultura postale, nel 1969: un messag- re gente di città. Se volevamo esprimer- GILBERT — Non siamo d’accordo.
Successivamente sono state mi piacerebbe molto parlare di quel gio lanciato da voi «scultori», il primo ci, sentivamo di doverlo fare con la natu- Noi pensiamo di esserci, proprio come
raccolte in volumi. «Interviste. che succedeva prima, perché già alla fi- che avete spedito a 300 persone in giro ra. In seguito siamo diventati dei cittadi- tutto il resto.
Volume 1» e «Interviste. Volume ne degli anni Sessanta ci sono molte per il mondo. ni eccentrici, ed è stato più facile. Si potrebbe dire che il vostro è un di-
2» edite in Italia da Charta. Al cose che annunciano le vostre Po- GEORGE — E improvvisamente, da GILBERT — Credo però che quella verso tipo di presenza. Una presenza
Maxxi di Roma è attualmente in
corso la mostra da lui curata (con
stcard Pictures. un giorno all’altro, la gente sapeva chi confusione iniziale ci abbia portati a cre- attraverso un’assenza, un’assenza at-
Julia Peyton-Jones, Gunnar B. GEORGE — Per la Situation Gallery, eravamo. are un nuovo modo di fare arte, ci abbia traverso la presenza.
Kvaran e Giulia Ferracci), sulla che lanciò le Postcard Pictures, bisogna- È interessante: possiamo quindi di- dato l’idea che noi stessi eravamo arte. GEORGE — Non avevamo nessuna
nuova arte indiana (Indian Highway, va trovare una nuova forma d’arte. Stava- re che la vostra traiettoria internazio- Noi pensavamo che l’arte esistesse già: idea di Urethra. L’abbiamo scoperta leg-
fino al 29 gennaio 2012) mo facendo dei carboncini su carta di nale, la vostra carriera ha avuto inizio nei disegni antichi, nei documenti... gendo la biografia di Leadbeater. Firma-
grandi dimensioni in una galleria e i no- con la scultura postale. Non volevamo essere artisti, volevamo va le sue lettere con «uretra e baci». Ma
stri soliti quadri alla Nigel Greenwood e GILBERT — In effetti quella ci ha lan- avere la visione dell’artista, non la mano con le Urethra Pictures è tutto più chiaro
volevamo cambiare. Ci sono sempre pia- ciato. Leggi quello che c’è scritto qui, rac- dell’artista. e scontato, fa più parte del quadro. Poi
ciute le cartoline. Le abbiamo sempre conta cosa facevamo. La maggior parte delle cartoline pro- sono venute le croci. Poi è venuta la fre-
usate, così abbiamo inventato le «opere Allora leggo: «Gli scultori Gilbert & viene dall’Inghilterra edoardiana e vit- nesia degli anni ’80-’81. E c’è stata una
postali», ovvero le postcard sculpture co- George stanno percorrendo una stra- toriana. Potete descrivere come le sce- mostra.
me abbiamo cominciato a chiamarle allo- da nuova, hanno lasciato lo studio con glievate? GILBERT — C’è stata la mostra Crusa-
ra. GEORGE — Tiriamo de che abbiamo fatto con le cartoline, in
GILBERT — Ed era molto interessan- fuori questa cartolina: ti questo modo tutti qui in Inghilterra pote-
te, perché allora eravamo degli artisti un dice qualcosa o no? Signi- vano comprare un’opera d’arte. Allora
po’ sognatori. Sognavamo, passeggiava- fica qualcosa o no? Se sì, erano accessibili e ne abbiamo vendute
mo per i boschi, facevamo quadri come bene, altrimenti non fun- molte.
I protagonisti General Jungle, ci perdevamo nel mondo ziona. I fiori significano Questo è importante per la vostra
Gilbert & George, all’anagrafe Gilbert e nel passato, così abbiamo scoperto una bellezza, la frutta cibo. idea di arte per tutti. E le croci?
Prousch (San Martino in Badia, sorta di passato sognato, in grande stile, Voi avete paragonato GILBERT — Abbiamo sempre fatto
1943, a sinistra nella foto) e George nelle cartoline. questo a una sorta di croci. Croci non evidenti. Era possibile fa-
Passmore (Plymouth, 1942), dopo GEORGE — Era un lavoro veloce, an- scrittura automatica? re una vasta gamma di quadri, è facile fa-
essersi conosciuti alla Saint Martin davamo in un negozio che aveva grandi GEORGE — In Austra- re una composizione se si fa una croce.
School di Londra, iniziano a lavorare scatole di cartoline d’epoca — allora usa- lia abbiamo comprato del- Organizza, divide in campi separati. Poi
insieme nel 1968, proclamandosi vamo solo quelle. Le sceglievamo in base le edizioni del teosofo pro- ci sono le croci di Malta. Rispetto a quei
«sculture viventi» e paladini di al soggetto. Facevamo molto in fretta, gressista Charles Leadbea- tempi la religione è diventata più impor-
un’«arte per tutti». Inizialmente
hanno puntato su performance in
non dovevamo pensare, prendevamo ad ter. In America ha ancora tante. Allora non se ne parlava molto.
bilico tra body art e ricerche esempio tutto quello che riguardava mo- dei seguaci. In Inghilterra Negli anni Ottanta ci sono simboli
concettuali (Singing Sculpture, 1969) narchia, fiori e panorami con figure uma- no, ma a Parigi è ancora ri- britannici. C’è il momento del matri-
per poi proporre le loro immagini ne. Oppure prendevamo tutto quello che cordato. Facevamo una monio, del matrimonio sfarzoso e poi
fotografiche in composizioni aveva a che fare con militari, teatro, cie- composizione in cinque
(photo-pieces) impaginate in griglie
regolari ispirate alle antiche vetrate
lo, nuvole, acqua. Usare le cartoline era il
nostro modo di fare arte, molto più rapi-
Forme secondi. Le mischiavamo e poi le mette-
vamo come venivano. Mettevamo figure RRR
medievali e alle affiches. Con il do che fare schizzi. «Marching» (2009), una al centro. Anelli o barre.
tempo hanno puntato su un mix di
colori violenti, nudo e contenuti
GILBERT — Poi prendevamo quei pic- delle «postcard» di Gilbert & Allora questo è l’inizio del progetto Popolari
scottanti (Tonguing, 1991).
coli adesivi trasparenti per le foto e attac- George: la composizione (un artistico che avete definito «Urethra» e Alle nostre mostre
cavamo le cartoline alle pareti della galle- rettangolo di 13 cartoline che è qui in mostra a Torino. Un pro-
ria, e se qualcuno ne comprava una, rice- con una centrale) riproduce getto che ha molto in comune con il di cartoline d’epoca tutti
veva una busta con la scritta Postcard «in versione squadrata» il Readymade, con la Pop art. Richard potevano permettersi
sculpture A, Postcard sculpture B. Le simbolo del sesso, l’uretra, Hamilton, Warhol, Lichtenstein modi-
mettevamo dentro la busta e le spediva- usato dal teosofo C. W. ficavano l’immagine, o la graffiavano.
un’opera d’arte, avevano
mo. Leadbeater (1854-1934) Voi però non la toccate, la lasciate così costi accessibili
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 29
Santo Stefano con Jane

Risvolti
di Giulia Ziino
{ Duecento anni fa riusciva per la prima volta a
pubblicare un suo romanzo. Era Ragione e
sentimento e lei — Jane Austen — si firmava «a
Lady». Oggi, in vista del bicentenario (2013) del
suo Orgoglio e pregiudizio, la critica discute su
un suo presunto ritratto ritrovato.
Paula Byrne, che l’ha identificato, dice di averla
riconosciuta dal naso «lungo e dritto». La Bbc
le dedica uno speciale (Jane Austen: The Unseen
Portrait?), in onda a Santo Stefano.

i
Gilbert sto che cos’era. Paul, Westminster, il Tower Bridge, i gio-
(più a sinistra) Il simbolo dell’u- ielli della corona, e vede anche gli annunci
e George retra, che è effettiva- nelle cabine telefoniche, tutto questo è
all’inaugurazio- mente un bel logo, Londra. E poi c’è la religione, la politica.
ne della mostra in un certo senso de- C’è un aumento dell’estremismo. Usavamo
alla Pinacoteca finisce un limite en- riferimenti religiosi e la gente nell’ambien-
Agnelli di Torino tro il quale si ha te dell’arte pensava che fosse una cosa stra-
(foto Andrea una libertà totale, La mostra na. Che non andasse più. Anni dopo, la
Guermani). infinite possibilità. La Pinacoteca Agnelli gente capisce che mentre stiamo parlando
Qui sotto, Si potrebbe allora di- di Torino ospita c’è chi viene ucciso per questioni religiose.
da sinistra: re che il limite è li- fino al 4 marzo 2012 Quando abbiamo fatto l’opera con l’imma-
«World» (1983) bertà? «The Urethra Postcard Art gine del Mullah, nel 1980, tutti si sono chie-
e «Cancan» GEORGE — Sì. of Gilbert and George», sti cosa fosse un Mullah, mentre ora tutti
(2008) Tutto è collegato alle una mostra interamente sanno cosa voglia dire.
forze della vita: testa, dedicata alla «Postal Art» Queste pubblicità e annunci di argo-
anima, sesso. di Gilbert & George mento sessuale sono ora scomparsi a
GILBERT — Crediamo sempre di più (www.pinacoteca-agnelli.it). causa di Internet e delle chat, gli incon-
che l’arte sia solo nel cervello. Curata da Mirta D’Argenzio, tri si combinano su Internet. Anche la
Torniamo alla bandiera del Regno Uni- presenta oltre 140 opere fisicità della cabina telefonica è scom-
to, alla straordinaria collezione di quelle realizzate fino al 2009 parsa. Avete catturato qualcosa che sta
bandiere. Come avete cominciato? e alcuni «esemplari» sparendo, materiali fragili, un pezzo di
GILBERT — Abbiamo fatto la prima nel che risalgono invece alla storia...
’74. E siamo stati puniti. Dalla sinistra, non fine degli anni Sessanta GEORGE — Le immagini delle cabine
dal pubblico. Abbiamo fatto un film, The (oltre a cartoline ci sono telefoniche di Londra sono un grande
World of Gilbert & George, e il produttore anche biglietti e pubblicità documento sociale. Nessuna di quelle di
ci ha chiesto: «Allora, cosa mettete nel di vario tipo). L’esposizione cui abbiamo una foto esiste più. È una
film?». Gli abbiamo risposto: tutto. Tutto torinese è accompagnata celebrazione della libertà di Londra. E la
quel che ci poteva venire in mente, tutto da un catalogo in due celebrazione fatta attraverso i dépliant
quel che speravamo, amavamo, temeva- volumi e occupa due piani si ripete anche nel nostro nuovo lavoro,
mo. Non saremmo stati selettivi. E natural- della serie espositiva Giornali. È qualcosa che in molte altre
mente doveva esserci la bandiera. Dei criti- del Lingotto progettata città non esiste. È una caratteristica di
ci hanno contestato la cosa. da Renzo Piano Londra. Poster per pubblicizzare i gior-
GEORGE — Ti accorgi del tuo Paese nali. Ne abbiamo
quando vedi che sputano sulla tua bandie- presi 2.500. Furti
ra. creativi. Quando ve-
GILBERT — O quando riportano indie- di questi manifesti
tro un corpo avvolto nella bandiera. Tragi- devi far presto a
co. prenderli. Cambia-
GEORGE — E ci rendiamo conto che si- no ogni settimana.
gnifica molto per la gente, perciò abbiamo Raccontano un’in-
pensato che era importante e abbiamo de- consueta storia del-
ciso di usarla. la città.
GILBERT — La nostra arte significa Ci si trovano i
sempre sfidare il pericolo. Altrimenti non grandi temi: paura,
la faremmo. speranza, vita. Non
State lavorando a un’altra serie colle- molto piacevole.
gata a queste cartoline? Ora che le Postcard
GILBERT — Abbiamo cominciato a fare Pictures sono con-
delle composizioni differenti. cluse e avete pub-
Oltre alle cartoline, state collezionan- blicato il libro sulla
do da tempo anche dépliant pubblicita- Postal Art, il capito-
ri. Ricordo che li inviavate come cartoli- lo delle cartoline è
ne natalizie. Spesso erano pubblicità di chiuso?
argomento sessuale. GEORGE — Tra
GEORGE — Una delle cose che caratte- vent’anni ne faremo un altro gruppo.
rizzano Londra è che gli elenchi telefonici L’ultima domanda. Ora che avete
non ci sono più, per via dei cellulari, ma concluso questo incredibile anno del-
nel West End le cabine telefoniche sono l’Urethra, qual è il vostro sogno, il vo-
ancora piene di pubblicità di natura ses- stro progetto ancora non realizzato, le
suale. Continua a circolare anche se è vieta- vostre utopie?
ta. GILBERT — Non so, non pensiamo mai
GILBERT — Il governo centrale e quelli in questi termini. Succede per caso. I qua-
locali sono contro di noi, ed è un’altra ra- dri si fanno da soli, o quasi. Ma mi piace
gione per continuare a usarla. Amiamo molto il libricino Side by Side. Abbiamo
usare roba screditata o disprezzata. Ecco cominciato a leggere il testo e abbiamo ca-
una storia carina: a Parigi una signora ha pito che lì dentro c’era tutto. È fare arte in
comprato per la figlia un nostro pezzo — altro modo, per caso. Eravamo nel ’69,
uno di quelli fatti con un dépliant — che quando l’arte tendeva verso il minimali-
si chiamava Portami a casa. Ma non l’ha smo, un sistema molto rigido. Testi straor-
di un altro matrimonio sfarzoso. ripetere. Crediamo che l’arte si debba fa- guardato attentamente, e non conosceva il dinari. Side by Side, uscito nel ’71, è il no-
GILBERT — Non penso che abbiamo re così. Non ci piace fare una mostra con significato di uretra. Quando l’ha scoperto stro primo libro d’arte, il libro più raro che
lasciato fuori nulla. Non allora. solo 20 pezzi. Pensiamo che non valga la ci è rimasta male e ha cambiato idea, an- ci sia. Ottima stampa, copertine marmoriz-
Dopo alcuni anni di intervallo, avete pena. che perché si parlava di Aids. È importan- zate a mano una ad una, come si faceva al-
ripreso a raccogliere cartoline. Quan- Spieghiamo il modello di Urethra — te, l’Aids sta crescendo enormemente, è lora. Ci siamo resi conto che l’arte è come
do è successo? tredici cartoline identiche — una versio- quasi raddoppiato. Vedi dov’è il problema, Julian Assange. Ci sembra una figura sacri-
GILBERT & GEORGE — Volevamo ne angolata del simbolo sessuale secon- la gente non li legge. ficale, un Cristo.
trovare una formula per raggrupparle in do Leadbeater, ovvero l’uretra, che inve- Avete detto che c’è stata un’età del- L’ho intervistato a casa sua e alla fine
modo automatico, senza basarci sul gu- ce è rotondo e con un punto nel mezzo. l’oro, negli anni Novanta, quando girava- gli ho chiesto qual era il suo motto. Mi
sto personale. Compravamo qualsiasi GEORGE — Nel nostro lavoro c’è in ef- no migliaia di questi dépliant. ha risposto: «Pubblicare o perire».
cartolina che contenesse una bandiera fetti anche un elemento educativo. E d’al- GEORGE — Quando abbiamo scoperto GILBERT & GEORGE — Molto bene,
del Regno Unito. Allora il criterio era la tra parte nessuno prima era stato a una mo- l’Urethra, abbiamo capito che dovevamo una frase adatta alla nostra intervista.
bandiera. Ne abbiamo raccolte 554. stra dedicata all’uretra. Una volta un tizio avere tredici pezzi tutti di un tipo per una (Traduzione di Maria Sepa,
Quando si ha più di un’immagine, la co- mi ha fermato per strada e mi ha detto che composizione. Ma è estremamente diffici- registrazione trascritta
sa diventa ipnotica. L’opera si fa da sola. sapeva che cos’era l’uretra, perché aveva un le trovarli. Molti ci dicevano che potevamo da Marilyn Tambling)
Anche le Urethra Pictures sono così. problema con la sua. Un altro mi ha chie- stamparli, ma noi non volevamo farlo. Noi RIPRODUZIONE RISERVATA

Non facciamo una composizione. Sono volevamo dépliant originali.


come la calligrafia decorativa islamica, ti Hanno sempre molto a che fare con
ipnotizzano. RRR Londra e con la vostra idea di tracciare RRR
GILBERT — Siamo quasi architetti, una mappa di Londra. E lo state ancora
perché le cartoline sono dei mattoni. Co- Simbolo facendo con le nuove opere. Questi vo- Modello
me la vita, gli edifici sono fatti di tanti Ci rendevamo conto lantini sono anche una forma di tessuto L’arte è come il fondatore
mattoni, non di uno solo. Un giorno è fat- urbano.
to di 24 ore, un anno di 12 mesi, nella tua che la bandiera significava GILBERT — Molti hanno degli indiriz- di Wikileaks. Ci sembra
vita c’è un certo numero di anni, il nume- molto per la gente, perciò zi. una figura sacrificale,
ro di casa, il numero di telefono: è come GEORGE — È anche una celebrazione
un bambino che deve imparare il Cora-
abbiamo iniziato a usarla. del sesso, non pensi? Quando la gente vie-
un Cristo. Pubblicare
no, glielo martellano in testa e lui deve Ne abbiamo raccolte 554 ne a Londra va a vedere la Cattedrale di St. o perire: ha ragione lui
30 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Percorsi
Igort

(
Igor Tuveri, in arte Igort, 53 anni, da trenta
è autore di fumetti e illustratore. I suoi libri
sono tradotti in 15 Paesi, dagli Stati Uniti
al Giappone. L’ultimo, «Quaderni russi. La
guerra dimenticata del Caucaso» (Mondadori,
Storie, date, reportage, racconti, patrimonio pp. 176, e 18) è da poco in libreria. I suoi
disegni sono diventati anche tessuti, abiti,
tappeti, serigrafie, sculture e giocattoli.
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 31

RRR
Una favola di Natale modellata sul celebre racconto
di Charles Dickens, trasportato nella Russia di oggi.
Un Paese pieno di tensioni, come testimonia il dopo
elezioni politiche del 5 dicembre scorso. Qui, in una stanza
desolata, una figlia ritrova il vecchio padre, solo e disilluso
32 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011
I classici evergreen del pensiero cinese

Percorsi La data
Inchiostro di Cina
di Marco Del Corona
{ «Che cento fiori fioriscano, che cento scuole
dibattano». Hu Jintao è andato sul sicuro,
con l’Associazione degli scrittori. Parole che
non usò solo Mao nel 1957 per smascherare
gli «elementi di destra»: innocuamente se
ne sono serviti anche Deng Xiaoping, Jiang
Zemin e lo stesso Hu. Che però ha ribadito i
«Due servire»: servire il popolo e servire il
socialismo. Pechino non ha perso il gusto
per i vecchi classici.

30.12.1968 Ci hanno provato tutti, da Elvis a Bob Dylan a Bruce Springsteen.


Ma è nell’interpretazione di «The Voice» Sinatra che è diventata
La prima incisione un simbolo del ’900 americano (nonostante sia nata in Francia)
di «My Way» E la sua allieva Mina disse: solo nell’Aldilà sanno cantare come Frank

LA MUSICA CHE SUONANO IN PARADISO


di FRANCESCO CEVASCO

Yes, there were times, I'm sure you knew Sì, ci sono state volte,
When I bit off more than I could chew sono sicuro lo hai saputo
But through it all, when there was doubt ho ingoiato più di quello

My Way I ate it up and spit it out


I faced it all and I stood tall
And did it my way

I've loved, I've laughed and cried


A modo mio
E ora la fine è vicina
che potessi masticare
ma attraverso tutto questo,
quando c'era un dubbio
ho mangiato e poi sputato
ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi
And now, the end is near I've had my fill; my share of losing e quindi affronto l'ultimo sipario l'ho fatto a modo mio
And so I face the final curtain And now, as tears subside amico mio, lo dirò chiaramente
My friend, I'll say it clear I find it all so amusing ti dico qual è la mia situazione, Ho amato, ho riso e pianto
I'll state my case, of which I'm certain della quale sono certo ho avuto le mie soddisfazioni,
To think I did all that la mia dose di sconfitte
I've lived a life that's full And may I say, not in a shy way Ho vissuto una vita piena e allora, mentre le lacrime si fermano,
I've traveled each and ev'ry highway «No, oh no not me ho viaggiato su tutte le strade trovo tutto molto divertente
But more, much more than this I did it my way» ma più, molto più di questo
I did it my way l'ho fatto a modo mio A pensare che ho fatto tutto questo;
For what is a man, what has he got? e se posso dirlo – non sotto tono
Regrets, I've had a few If not himself, then he has naught Rimpianti, ne ho avuti qualcuno «No, oh non io
But then again, too few to mention To say the things he truly feels ma ancora, troppo pochi per citarli l'ho fatto alla mia maniera»
I did what I had to do And not the words of one who kneels ho fatto quello che dovevo fare
And saw it through without exemption The record shows I took the blows ho visto tutto senza risparmiarmi nulla Cos'è un uomo, che cos'ha?
And did it my way! se non se stesso, allora non ha niente
I planned each charted course Ho programmato ogni percorso per dire le cose che davvero sente
Each careful step along the byway ogni passo attento lungo la strada e non le parole di uno che si inginocchia
But more, much more than this ma più, molto più di questo la storia mostra che le ho prese
I did it my way l’ho fatto a modo mio e l'ho fatto a modo mio
CORRIERE DELLA SERA

E i
pensare che se fosse stato per lui non cia per molti giorni. Appena può va a Parigi a trattare Stati Uniti il repertorio di Mina, comprese Tintarella
l’avrebbe mai cantata. Se quel 30 dicem- i diritti di Comme d’Habitude. Paul si concentra sul di luna e Le mille bolle blu. Frank aveva voluto anche
bre 1968 Frank Sinatra ha inciso a Los An- testo: lo rivolta completamente e quell’inno alla ma- ascoltare (per telefono alle tre di notte) gli arrangia-
geles My Way dobbiamo ringraziare sua linconia diventa un inno alla vita, anche se è una vita menti che Augusto Martelli stava preparando per i te-
figlia Nancy. «Ma papi, sei scemo? Altro che sta per finire, la vita di un uomo che guarda indie- sti della cantante italiana. Rimase molto soddisfatto.
che triste e disperata e mortifera! È un in- tro prima di «affrontare l’ultimo sipario». E si rende Rimase molto male quando seppe che Mina non se la
no a un grande uomo, a un vero america- conto che ha vissuto come voleva, alla sua maniera, a sentiva di fare quel grande salto. Era turbata, agitata,
no che si è fatto da sé, come te». My Way diventerà modo suo, in quel modo che non ti puoi, non ti devi malata di stress, rifiutava il cibo, l’idea dell’aereo la
una delle canzoni più amate da Frank, tanto che ha pentire di niente perché «hai amato, riso e pianto». E terrorizzava. Frank mandò un suo intermediario a ve-
voluto cantarla, a 79 anni, in Giappone alla fine di allora «le lacrime si fermano e trovi tutto molto diver- rificare che cosa stesse succedendo alla sua cantante
quello che aveva definito «il mio ultimo grande spet- tente». Paul fa anche il titolo My Way che coincide preferita. L’intermediario telefonò a Frank: «Sta dav-
tacolo da un palco». Era il 20 dicembre del 1994. con le parole del crescendo e va da Frank: «Ho una vero male, abbiamo stracciato il contratto». La voce
Frank amava il bluff, ma quella volta le sue lacrime canzone perfetta per te». Frank ascolta, studia, riflet- al telefono era quella di Giuseppe Antonio Doto, me-
erano vere. Dopo quel giorno qualche esibizione la te e si abbandona a un pessimistico: «Ma sei proprio glio conosciuto come Joe Adonis, il boss della mafia
fece ancora, ma mai così impegnativa come il concer- sicuro?». Poi ci penserà Nancy. italoamericana.
to giapponese. E My Way diventerà uno dei più ascoltati tra i Frank la prese male, molto male. Le canzoni di Mi-
Un altro motivo per cui Frank era diffidente nei 2.200 brani incisi e uno dei più famosi tra i 600 milio- na sparirono dalle radio americane. I due non si par-
confronti di My Way sta nella storia (o meglio nelle ni di dischi venduti da Frank in 63 anni di carriera: larono mai più. Ma Mina gli volle rendere un omag-
origini, la storia l’ha fatta la versione di «The Voice») dal 1932 al 1995, anno in cui tenne il suo ultimo con- gio nel 2005 con un disco intitolato L’allieva che con-
della canzone. Perché My Way non era tutta roba sua La versione originale certo dal vivo. teneva 14 canzoni dell’amato maestro. Mina le inter-
e del suo clan, in questo caso il produttore e arrangia- di «My Way» è stata scritta pretò «a modo suo», con molto rispetto e umiltà, co-
tore Don Costa e il cantante paroliere Paul Anka. Tut- in francese da Claude me deve fare un’allieva: registrazione in diretta, po-
to comincia in una zona imprecisata degli anni Ses- François (nella foto) chi musicisti, niente supporto elettronico. E «con
santa quando Jacques Revaux, un ex cantante, com- col titolo «Comme Di My Way esistono altre 132 versioni censite pren- l’emozione — come ricorda Gildo De Stefano nel suo
pone un motivo accompagnato da un testo in france- d’ Habitude» nel 1967, e poi dendo in considerazione soltanto artisti di livello in- libro The Voice, vita e italianità di Frank Sinatra (Co-
se che traduce anche maldestramente in inglese sot- tradotta in inglese da Paul ternazionale. Ma le versioni incise sono quasi duemi- niglio editore) — che solo i ricordi sanno suscitare,
to il titolo For Me. Un insieme inutilmente triste e Anka per Frank Sinatra, che la. Ci hanno provato anche Paul Anka (1969) ed Elvis quasi che Frank, il suo grande maestro, fosse lì a
una melodia che puzza di già sentito: così lo boccia il la incise per la prima volta Presley (1973). E poi Mireille Mathieu, Celine Dion, duettare con lei. Sul disco c’è una dedica, la frase che
produttore cui viene sottoposto. E per di più non pia- a Los Angeles il 30 dicembre Michael Bublé. E poi, e poi, e poi... Persino Joan Baez lei scrisse quando lui si spense: «Se quella grande
ce nemmeno alla persona cui viene dedicata. 1968, trasformandola in uno (A Mi Manera). A proposito: Bob Dylan e Bruce Sprin- porta dorata sopra tutte le nuvole e sopra tutti i no-
dei più grandi successi della gsteen erano presenti alla festa per l’ottantesimo stri pensieri esiste davvero, ad aprirla per lui ci sarà
storia della musica leggera. compleanno di Frank dove s’è intonato anche My proprio Dio in persona. Perché così si canta solo in
Oggi i diritti d’autore Way. Un omaggio rock a «The Voice» arriva pure da Paradiso».
Piace, invece, quando la sente nel 1967, a Claude appartengono a Claude Jon Bon Jovi, che nel 2000 ha inciso It’s My Life in
François, cittadino francese di madre italiana nato in François jr, che ne ricava cui ha inserito il verso: «Like Frankie said I did it My
Egitto, frequentatore abituale della Hit Parade. Gli circa 750 mila euro all’anno Way». Punk rock è la versione di Sid Vicious, che la
piace perché ci si ritrova, in quella malinconia, lui fa molto «a modo suo». Si rivolge a una «cunt» (ver- My Way è anche la canzone più storpiata del mon-
che era stato lasciato dal suo grande amore. Con un sione volgare del sesso femminile) e precisa di non do. Manca un dato preciso, ma gli esperti non hanno
suo amico paroliere la rimpasticcia un po’, ci mette essere «frocio», tra le cose che ricorda di aver fatto dubbi che sia la più sfruttata nel karaoke. C’è cascato
tanto del suo dolore, salva la musica rinforzando le nella sua vita «a modo suo» c’è anche l’assassinio di pure il Valentino della moda. Poche settimane fa lo
ultime parole del ritornello che suonano, in crescen- un gatto. Il tutto condito con molti «fuck». Ne ha gi- hanno beccato a un «evento» organizzato da Barneys
do: «Comme d’habitude» (nella mitica versione di rato anche una versione video che si conclude con New York al The West Way, uno strip club, a «canta-
Frank diventeranno «I did it my way»). La versione lui che spara e ammazza un po’ dei suoi spettatori re», appunto, My Way. Il sito Very Inutil People ha
di Claude va subito in Hit Parade. Il successo gli fa plaudenti vestiti come ricchi borghesi o come aristo- messo in rete il video-audio e ha commentato: se
venire in mente di farne subito una edizione italiana. cratici e reali inglesi o come teenager di buona fami- ascoltate questo brano e non siete fashion-victim sta-
Andrea Lo Vecchio lo aiuta a tradurre i versi. Ma in glia. Non si capisce ancora se sia stato un tentativo di te sicuramente piangendo, se siete fashion-victim sta-
Italia ci credono poco: finisce sul lato B di un 45 giri rendere omaggio «a modo suo» a chi, comunque, ha te sicuramente piangendo lo stesso. E non di commo-
intitolato Se torni tu. Ci crede subito, appena la sente segnato la storia della musica leggera del Novecento zione.
alla radio, Paul Anka, che alla fine del 1967 è in Fran- o una ribellione a chi, comunque, ha condizionato e © RIPRODUZIONE RISERVATA

intrappolato la storia della musica del Novecento. Ir-


riverente anche la citazione di Franco Battiato: «A Be-
RRR ethoven e Sinatra preferisco l’insalata». Ma non è giu- RRR
sto leggere questo verso di Bandiera bianca estrapo-
Gli inizi lato dal contesto; e poi forse la traccia gli serviva per L’evoluzione
L’originale abbozzo di un ex cantante la (quasi) rima. Ne sono state censite 132 versioni
Non mancano i cantanti italiani che si sono esibiti
sconosciuto era stato rielaborato in My Way. Ma la versione più commovente è quella di artisti internazionali, da Celine
dalla star Claude François, ed era di Mina, che Frank considerava la cantante più brava Dion a Michael Bublé. L’ultimo
al mondo e che voleva «trasferire» in America per far-
finito nelle Hit Parade d’Oltralpe. la diventare la sua erede. Frank, per preparare l’even-
a cimentarsi è stato lo stilista
Arrivò pure in Italia, senza clamori to, fece trasmettere dalle più importanti radio degli Valentino, con esiti disastrosi
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 33
L’importanza della calligrafia

Percorsi La biografia
Sushi style
di Annachiara Sacchi
{ La bella scrittura conta più della buona
scrittura? In Giappone non è questione
da poco: la calligrafia, shodo, è un’arte
fatta di grazia sublime e disciplina ferrea.
Per esercitarla, servono anzitutto pennelli
(fude) e una barretta di inchiostro
da sciogliere in acqua (zumi). Chi volesse
approfondire il tema può consultare
il raffinato Ecrire l’éternité di Claude Durix
(pubblicato da Les Belles Lettres).

Ereditiere francese Quando nacque, nel 1891, il suo destino sembrava segnato: primogenito
del «re degli albergatori e albergatore dei re» con una dinastia (e un business)
avventuriero nel mondo da portare avanti. Ma l’amore per la pesca lo richiamò, più forte del sangue.
Fu così che ispirò un capolavoro di Hemingway e le confidenze di Coco Chanel
sponde: «Mah, se proprio ci tiene mi può regalare una
pipa». Intanto il successo delle sue canne è inarrestabile,
e le riserve di tutto il mondo si contendono monsieur Ri-
tz. Pesca i salmoni in Canada e gli squali di Agadir, pas-
sando per le trote giganti della Scandinavia e domando
tutti i grandi fiumi d’Europa. E ogni volta che torna a Pari-
gi, nel suo appartamento all’ultimo piano del Ritz, sente
che questo non è il suo mondo. Nel 1953 ha assunto la
direzione dell’albergo, ma lascia quasi tutto in mano al
consiglio di amministrazione. Dovrebbe passare le gior-
nate in ufficio, ma si intrattiene più volentieri con la sua
vicina di casa, Coco Chanel, che abita davanti a lui da tren-
tacinque anni e ogni volta gli racconta di quel pomerig-
gio che in Norvegia catturò più salmoni del duca di We-
stminster.
Charles dà comunque un contributo importante alla
gestione dell’hotel, si inventa il bar Vendôme e il ristoran-
te L’Espadon, e avrebbe altre idee innovative ma viene
costantemente ostacolato dal consiglio di amministrazio-
ne. Perché qua non è come sul fiume, dove tutto cambia
minuto per minuto e Charles decide da solo seguendo il
suo istinto. Regole fisse, schemi e convinzioni immutabi-
li gli sembrano una follia. «È un iconoclasta, che non esi-
ta a distruggere un idolo pur di avere davanti solo fatti
veri e reali», scrive Hemingway nella prefazione al libro
di Ritz A fly fisher’s life.
Hemingway è un grande amico, e spesso Charles lo por-

Preferì il silenzio dei fiumi al più chic degli hotel ta a pesca sulla Cadillac di sua madre, donna esplosiva
che a novant’anni anima le feste dell’hotel fino alle tre di
notte. Ritz appare nel racconto A Room on the garden si-
de, ambientato nella Parigi appena liberata, ma pochi san-

Charles Ritz, il pescatore


no che un romanzo di Hemingway, Festa mobile, senza
Charles probabilmente non sarebbe mai esistito: un gior-
no del 1956 Hemingway e A. E. Hotchner stanno pranzan-
do al Ritz insieme a lui, parlano di trote e vecchie attrezza-
ture, e Charles interrompe Ernest: «A proposito, ma lo sai
che dal 1930 hai ancora un baule pieno di roba qua negli
di FABIO GENOVESI scantinati?». Hemingway ricorda che negli anni Venti
Louis Vuitton ha realizzato per lui un baule speciale, ma

L
a pesca a mosca è un capolavoro dell’inventi- Ma la svolta arriva nel 1921, quando conosce il capo in-
va umana. L’esca è semplicemente un amo diano Moose Heart e lo convince a fargli da guida per RRR
al quale si avvolgono le piume di vari uccelli, una battuta di pesca ai salmoni. I due partono di notte
da far volteggiare con movimenti simili agli pagaiando a bordo di una canoa sull’acqua scura, e men- Passione
esercizi col nastro nella ginnastica artistica e tre il capo gli racconta che è stato a Parigi con Buffalo Bill La svolta nel 1921: il capo indiano
poi posare sull’acqua come fosse un insetto. («Molto belle donne, molto bere»), Charles si incanta a
In un solo gesto quindi si uniscono tre mon- guardare i cerchi disegnati sulla superficie dai pesci in Moose Heart lo guida in una battuta
di: le piume degli animali dell’aria aiutano noi animali cerca di cibo, e nel buio di quella notte gli diventa chiaro al salmone. Il giovane ammira
della terra a catturare quelli che vivono sott’acqua, in una cosa vuole fare nella vita: «Questo virus mi ha fatto ab-
magia che qualcuno considera un «hobby», ma è molto bandonare la carriera, che si sarebbe dovuta concentrare
i cerchi disegnati sull’acqua dai pesci
più giusto chiamarla «passione». Una passione che ha di- solo sugli hotel, perché dovevo mantenere la libertà ne- e capisce che cosa vuole fare nella vita
segnato la vita favolosa di Charles Ritz. cessaria a un pescatore che si rispetti».
E pensare che già alla nascita, il primo agosto 1891, il non sa dove sia finito. Corrono a cercarlo, e all’interno tro-
suo destino sembrava scritto. Figlio primogenito di César vano vestiti e attrezzature per la caccia, la pesca e lo sci, e
Ritz, «il re degli albergatori e l’albergatore dei re», aveva sotto quella roba un vero tesoro: «I miei taccuini! Ecco
una dinastia da portare avanti e un impero da ammini- Per dieci anni pesca ovunque nel nuovo continente, dov’erano finiti, enfin!». Due file di taccuini neri, fittamen-
strare, ma l’amore per la pesca lo chiamò più forte del frequenta maestri costruttori come Jim Payne e impara te scritti durante gli anni parigini, che Hemingway porte-
sangue. ogni segreto delle canne in bambù. E quando nel 1927 rà con sé a Cuba per trarne quello che chiama My Paris
Da subito cittadino del mondo, allattato da una balia torna a Parigi, richiamato dalla madre vedova, invece di Book, ma uscirà postumo come Festa mobile.
zingara e cresciuto sui wagon-lits, si innamora della pe- prendere la direzione dell’hotel in Place Vendôme decide
RRR sca sull’Andelle in Normandia, e da allora casa sua diven- di aprire un negozio di scarpe, che ovviamente è solo una
tano i sassi scivolosi in mezzo al fiume, con l’acqua che copertura: anche lì Charles dà sfogo alla sua creatività in-
scorre e vortica via senza fermarsi mai. E quando a 27 ventando i dopo-sci, ma quello che gli interessa in realtà Il tempo passa anche per Charles, che però non si fer-
Curiosità anni i genitori lo mandano a New York, per fare la gavet- è il negozio di pesca clandestino che ha allestito sul re- ma mai: fonda la rivista «Plaisirs de la Pêche», un’associa-
A 27 anni va ta al Ritz Charlton Hotel, lui pensa solo a perlustrare quel- tro, dove si ritrova con altri forsennati della lenza. C’è il zione per la salvaguardia dei fiumi e un esclusivo circolo
a New York la terra smisurata e i suoi fiumi portentosi. campione del mondo Pierre Cresevaut e c’è pure il medi- di pesca, il Fario Club, con membri di tutto il mondo che
Al Charlton lavora di notte, e il giorno lo passa ad am- co Tony Burnard, che ha abbandonato la professione per si ritrovano ogni autunno al ristorante del Ritz. «A ot-
per la gavetta: mirare le canne da pesca da Abercrombie & Fitch, che fondare una rivista di pesca. tant’anni ho ancora molto da imparare... E se dopo qual-
di notte lavora, adesso è un marchio di abbigliamento al- Charles viene contattato dai celebri co- che piccolo successo comincio a credermi bravo, bastano
la moda tra gli adolescenti, ma all’epoca Vite intense struttori Pezon et Michel, e per loro realiz- un paio di pesci che mi fregano per richiamarmi all’ordi-
il giorno lo passa vendeva articoli da pesca e fucili. Il suo za le leggendarie canne della serie «para- ne». Arrivato a ottantacinque però, Charles si ritira dalla
ad ammirare modesto stipendio non gli permette di far- Nella foto grande: Charles bolic», che rivoluzionano il mondo della dirigenza del Ritz, e tre mesi dopo lascia questa terra.
le canne da pesca ci spese, e allora Charles bazzica il monte Ritz (1891-1976), ormai pesca a mosca e finiscono in mano ad ap- Ma da vero pescatore il suo ultimo pensiero, così come
dei pegni sulla Fourth Avenue, dove trova anziano, ispeziona passionati esigenti come Hemingway e Ei- la frase che chiude A fly fisher’s life, è già dedicato ai favo-
in un negozio che canne a due dollari e impara a sistemarle le cucine dell’omonimo senhower. Dopo un anno di collaborazio- losi fiumi che lo aspettano nell’Aldilà: «E quando arrivere-
diventerà celebre: da solo. In breve il suo ufficio si trasforma hotel parigino, fondato dal ne gratuita, Pierre Pezon desidera ricom- te in paradiso, come non dubito che accadrà, venitemi a
in un’officina, piena di vernici e pezzi di padre César, tra lo chef pensarlo, ma a parlargli di denaro teme di cercare. In poco tempo saprò dirvi dove stanno le trote
Abercrombie bambù, e il direttore non lo caccia solo Robert Meyer (dietro di lui) offenderlo. Gli chiede allora come può più belle».
& Fitch perché quel matto è il figlio del padrone. e il maître d’hotel Robert sdebitarsi, e Charles alzando le spalle ri- © RIPRODUZIONE RISERVATA

Senechal (in primo piano


a sinistra). Qui in basso,
da sinistra: la facciata del
Ritz, a Place Vendôme;
il giovane Charles Ritz
ritratto mentre si dedica
alla grande passione della
sua vita, la pesca; insieme
a Ernst Hemingway,
di cui fu amico, compagno
di pesca e in qualche modo
ispiratore del romanzo
«Festa mobile»; la
principessa Diana Spencer
e il compagno Dodi
al Fayed in un ascensore
dell’Hotel Ritz, il 30 agosto
1997, poche ore prima della
loro morte (Corbis, Ap)
34 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Percorsi L’officina

MARCO MISSIROLI E NICCOLÒ AMMANITI. ILLUSTRAZIONI DI ANTONELLO SILVERINI


il mestiere di scrivere

Primo: essere spietati con se stessi


Come nasce una storia. Due autori si confrontano sull’ispirazione
Il segreto: buttare via l’idea se non è fondamentale per i lettori

»»»
dialogo di MARCO MISSIROLI con NICCOLÒ AMMANITI
MARCO MISSIROLI — «Lo scrittore aspetto: sentivo una boccata di stupore per prendo e ti porto via. La scrittura della Kri- vedano. Tirar fuori film dai miei libri è diffi-
che racconta i bambini»: per un po’ hanno il mondo e allo stesso tempo un enorme stof mi era sembrata rivoluzionaria e mi cile, nella scrittura uso già una ricchezza di
insistito con questa faccenda che Ammani- magnete che mi riportava in casa. Questo aveva colpito. Averlo inserito in un mio li- immagini che poi è complicato riportare
ti era il narratore dell’infanzia. In effetti se continuo rimettermi in gioco, questa pe- bro è un consiglio di lettura. Sicuramente sullo schermo. Da Ti prendo e ti porto via
ripenso a quando ho finito di leggere Io renne incertezza, rende un personaggio ha avuto qualche influenza su di me, penso non è stato fatto ancora un film per questo.
non ho paura, avevo vent’anni ed ero lonta- adolescente più vivo di qualsiasi altro. E a Io non ho paura o a Io e te, dove c’è un Allora bisogna tagliare e la riduzione scon-
no anni luce da scrivere qualcosa, ricordo poi mi piace pensare che un adolescente di Cani, altoparlanti ritmo più essenziale. Quello che decide tenta sempre qualcuno. Invece libri più es-
una consapevolezza che mi è nata in quel dodici e uno di sedici siano due realtà com- davvero la mia lingua, però, è il punto di senziali come Io non ho paura si prestano
momento: scrivere un libro con protagoni- pletamente differenti. È come mettere in- e librerie piene vista con cui scelgo di scrivere: la prima o molto alla trasposizione, Salvatores poi ha
sti i ragazzini mi sarebbe piaciuto. Il meri- sieme due specie di animali diverse. Che la terza persona. Se uso la terza posso «gio- fatto proprio un bel lavoro. Mi è piaciuto
to era soprattutto di questo personaggio di non si estinguono mai veramente. Non a Marco Missiroli ha care» di più e cercare l’ironia, in questo ca- meno Come dio comanda anche se ha cose
nove anni che avevi creato, Michele Amitra- caso i miei personaggi adulti sono infanti- incontrato Niccolò so la lingua è meno asciutta. L’ho fatto in interessanti, in questo caso c’erano delle
no, ti faceva sentire dentro la storia in mo- li. Ne scriverò ancora, nei miei prossimi Ammaniti nella sua casa Ti prendo e ti porto via e in Come dio co- difficoltà a causa di alcune scelte in sceneg-
do naturale. Ero convinto che i personag- progetti ci saranno ancora i bambini. Pri- romana, ultimo piano di un manda, mentre in Io non ho paura o in Io e giatura che ho fatto io. Anche Io e te è un
gi-ragazzini potessero essere usati come si ma però uscirà una raccolta di racconti, for- condominio ai Parioli. te la prima persona richiedeva di essere film difficilissimo da realizzare, quasi tea-
voleva, poi mi sono reso conto di quanto se prima dell’estate. Dentro ci sarà addirit- Quando la porta si è più affilato ed essenziale. trale, lo sta girando Bertolucci ma non ho
siano rischiosi. Se sfuggono di mano si va tura il primo racconto che ho scritto in as- aperta gli sono venuti MISSIROLI — Il modo di narrare della visto niente, so solo che hanno rinunciato
subito nel patetico o nel petulante. Dopo soluto, quasi una storia vera: una turista incontro i suoi due cani che Kristof rispecchia la tua scrittura: visiva, al 3D. Se devo dire la verità scrivere per il
Io non ho paura, hai pescato nell’adole- americana in India che esplode perché lo hanno accompagnato ma allo stesso tempo nelle azioni dei prota- cinema non mi fa impazzire: trasformare
scenza anche per Come dio comanda e poi mangia cibi orrendi. Nella raccolta ci saran- fino al grande tavolo di gonisti. I tuoi personaggi sono i loro gesti, un libro in film è qualcosa che ti lascia per-
hai lasciato perdere per Che la festa comin- no pezzi usciti sui giornali e in un saggio legno del soggiorno. È qui le loro manie, le loro contraddizioni. Non plesso, senti che c’è dell’incompiuto. Forse
ci. Ci sei rientrato con Io e te. che ho fatto con mio padre. E un racconto che Ammaniti e Missiroli dichiari il sentimento, lo fai tirare fuori. È dovrei cominciare a fare sceneggiature ori-
NICCOLÒ AMMANITI — Ho un legame lungo che mi riguarda personalmente. hanno parlato, intorno a la cosa che più mi ha colpito quando ho let- ginali, sempre lavorando con altri. Mi diver-
profondo con l’adolescenza, è per questo MISSIROLI — C’è un libro che ritorna librerie zeppe di libri e to Io non ho paura: allora non avevo scritto te molto lavorare a delle storie in gruppo.
che mi piace scrivere di ragazzini. È un peri- nella tua narrativa, è un filo rosso che in un soprattutto cd. C’era anche niente e credo che questo modo di raccon- MISSIROLI — A proposito di storie. Me
odo che sogno continuamente. La maggior certo senso lega lingua e contenuti: Trilo- un Mac, due casse tare mi abbia stupito. Era la narrazione di ne gira sempre qualcuna in testa, il proble-
parte del mio spazio onirico è occupato da gia della città di K., di Agota Kristof. Ho let- altoparlanti enormi, e Stephen King, certo, e prima ancora di He- ma è capire quella che andrà a finire in un
persone che frequentavo in quel periodo e to da qualche parte che ti ha dato una gros- ancora libri. mingway, ma nel panorama italiano una romanzo. E credo che sia un problema su
che ora non vedo più, molti di loro non san- sa mano per alcuni tuoi romanzi e non mi La chiacchierata è durata narrativa così non era emersa del tutto. cui ogni scrittore deve passare. Per selezio-
no di essere così presenti nella mia vita. So- sono stupito di trovarlo citato in Io e te, il un’ora e mezza. Penso che la tua lingua visiva nasca da qui, nare l’idea giusta aspetto, il tempo si occu-
no stati momenti sostanziali, per la prima tuo racconto lungo. Il capolavoro della Kri- dal bisogno di far vedere il gesto del perso- pa del compito più ingrato: far morire le
volta mi sono veramente divertito immagi- stof ritorna continuamente anche nel mio naggio. Ed ecco spiegato il tuo legame con idee più noiose, lasciare da parte quelle fin-
nando quello che avrei potuto fare, da una modo di narrare, e forse nella tua stessa di- il cinema. Non so a chi devi di più, se alla te o che non sento abbastanza, mettere alla
parte uscendo con i miei amici, divertendo- rezione: nel tentare di mantenere un lin- letteratura o al grande schermo: forse i prova quelle con cui ho a che fare diretta-
mi, innamorandomi, andando alle feste, guaggio essenziale, ma soprattutto in un tuoi libri stanno nel mezzo. mente. Diciamo che per me l’idea giusta
dall’altra convivendo con il dolore di non modo di condurre i sentimenti senza smac- AMMANITI — Credo di aver preso in non deve avere a che fare con la noia, con i
riuscire a uscire di casa. C’era un doppio carli. prestito io dal cinema e non viceversa, la trucchi narrativi o con miei pezzi di vita
AMMANITI — Trilogia della città di K. è mia scrittura è soprattutto immagine. Pri-
un libro molto forte, scritto con una lingua ma ancora dell’idea di un libro, molto spes-
RRR che non ha aggettivi. È descrittiva verso le so c’è il luogo dove i personaggi si muove- RRR
azioni e quando l’ho letta la prima volta ho ranno: io li devo vedere nel posto dove vivo-
«Trilogia della città pensato che era completamente l’opposto no, come si muovono lì, le strade, i rumori. Il tempo si occupa
di K» della Kristof rispetto a quello a cui ero abituato. Avevo
una certa idea di letteratura in terza perso-
Questo spazio lo accenno solamente per-
ché, come accade anche nei tuoi lavori, poi di un compito ingrato:
è stato un modello na, con un punto di vista ricco, che guarda
dall’alto e si diverte, come nel caso di Ti
saranno i lettori a completare lo scenario
con dettagli personali. L’importante è che
uccidere le idee noiose
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 35
Babbo Natale vive in Nevada

Post it
di Stefano Righi
{ È il primo Natale italiano di Amazon. Libri ed
elettronica sono gli oggetti più acquistati nel
web-negozio di Jeff Bezos. Oltre alla sfida dei
conti, sta vincendo la gara della puntualità nelle
consegne. Anche in Italia, non solamente negli
Stati Uniti, dove a Fernley, nel caldo deserto
del Nevada, gli abitanti di un intero paese si
sono trasformati nei laboriosi elfi di Babbo
Natale. È il reinserimento, nel mondo del lavoro,
di disoccupati e pensionati al minimo.

cio un libro faccio fatica, sostanzialmente ma viene il personaggio, lo stesso avviene


è una questione di voglia. All’inizio di ogni nei tuoi lavori, penso al tuo romanzo Bian-
libro io non ho voglia e mi sembra che tut- co.
to quello che scrivo è brutto e che non so- MISSIROLI — È esattamente così. Nel
no capace a scrivere. Prendo una frase e la caso di Bianco mi interessava l’uomo, il ku
costruisco meccanicamente, faccio cinque klux klan veniva dopo. Ho cercato di far
righe, cambio i tempi, è come quando ti convivere ferocia e compassione. Come se
scaldi i muscoli e non hai mai fatto movi- il romanzo tenesse insieme due matrici di-

i
troppo personali. Tu come scegli le tue sto- mento. Sei pieno di acido lattico e ti fa ma- versissime. Anche in Ti prendo e ti porto assolutamente capito che potevo scrivere
rie? Una volta hai detto, mi pare, che non le dappertutto. E poi il concetto di scrivere via ci sono dentro le tue due anime: quella un romanzo finché non ci sono riuscito.
bisogna mai mettersi a scrivere un libro non è che mi piaccia tanto, anche se a un grottesca/divertente e quella poetica/ma- Poi ci sono state persone che mi hanno aiu-
sperando che sia quello della svolta, ma sol- certo punto, quando la prima stesura è fini- linconica. Se Fango sta in un estremo e Io tato molto a crederci, penso al mio primo
tanto uno dei tanti da scrivere. ta, qualcosa scatta: comincio a correggere non ho paura nell’altro, Ti prendo e ti porto editore Sergio Fanucci e a Luca Briasco
AMMANITI — Nell’arco degli anni ho e quella è la parte che amo di più. Un consi- via secondo me è al centro. Capisco questa (che da Fanucci è passato a Einaudi). So-
scritto molto anche senza pubblicare, mi glio che do a me stesso e che posso dare Niccolò Ammaniti è nato nel divisione perché ogni mio libro finora ha prattutto alla mia editor Chiara Belliti (che
piace immaginare questa specie di casset- anche a chi comincia a scrivere è provare a 1966 a Roma. Ha pubblicato avuto due direzioni: una più dura, è il caso ha lavorato anche a Io non ho paura).
to zeppo di mie storie che stanno lì. Alcune rileggere le proprie cose come se fossero «Branchie» (Ediesse 1994; di Bianco; un’altra più mite (Il buio addos- AMMANITI — Sono tre persone che so-
sono buone, alcune mi sembrano talmente di altri. L’importante è essere spietati, Einaudi Stile libero 1997), so): capisco con quale delle due avrò a che no state importanti anche per me. In più io
buone e complicate che scriverle del tutto quando non funziona bisogna dirselo. E «Fango» (Mondadori 1996), fare solo a romanzo iniziato. Penso che più ho avuto Antonio Franchini che è stato fon-
mi richiederebbe molti anni: è successo non bisogna pensare che la scrittura sia «Ti prendo e ti porto via» si va avanti, più questa duplicità diventa in- damentale, il fatto che leggesse le mie cose
con Come dio comanda, un’idea che avevo uno specchio di noi stessi, se si ricevono (Mondadori 1999), «Io non controllabile. e gli piacessero mi spingeva a scrivere. Lo
da tanto tempo e che tenevo da parte per- critiche non vanno interpretate a livello ho paura» (Einaudi Stile AMMANITI — Io posso scrivere una sto- vedevo come un bambino a cui ogni sera
ché credevo fosse impossibile per le sensa- personale. Mettere in un libro cose che rite- libero 2001; Premio ria in un modo assolutamente minimalista dovevo raccontare una storia perché altri-
zioni psicologiche di paradosso: un padre niamo fondamentali non vuol dire che lo Viareggio e Premio in cui cerco di raccontare il poco indispen- menti lui non andava avanti, mi motivava
e un figlio che odiavano tutti ma che si siano davvero. In scrittura niente è signifi- Campiello Europa); «Come sabile; e qui c’è più rigore. Oppure seguo moltissimo. Tendo sempre ad ascoltare
amavano, uno che tradiva l’altro, era una si- cativo se non è significativo per gli altri. La dio comanda» (Mondadori un’anima da commedia, più divertente, do- molto le persone di cui mi fido, anche per
tuazione difficilissima ed ecco perché ho difficoltà è trasformare qualcosa che vale 2006, Premio Strega), «Che ve mi lascio più andare e dove ho meno li- scegliere cosa scriverò. Per esempio dopo
impiegato così tanto. Poi addirittura avevo per noi in qualcosa che vale per tutti: per la festa cominci» (Einaudi miti. Nel primo caso è come essere sull’au- Fango e Ti prendo e ti porto via, il giusto
pensato di ampliare il libro con una parte riuscirci bisogna tenere presente chi ci leg- Stile libero 2009), «Io e te» tostrada, nel secondo succede un vero e seguito sarebbe stato Come dio comanda. E
in cui il protagonista entrava in contatto gerà. A volte mi è capitato di dimenticar- (Einaudi Stile libero 2010). proprio fuoripista. Se pensiamo alla schizo- infatti l’avevo cominciato a buttare giù, poi
con la famiglia della ragazza scomparsa e mene: è successo con Che la festa cominci, I suoi libri sono tradotti frenia narrativa che c’è tra Che la festa co- mi sono bloccato perché sentivo che non
vedeva il mondo affettivo che non aveva quando a un certo punto mi sono detto in 44 Paesi. Il suo prossimo minci e Io e te, sono convinto che se uno funzionava. Dall’altra parte dovevo pubbli-
mai avuto: era una parte che mi ha blocca- «questa volta voglio divertirmi, vediamo libro sarà una raccolta di non sapesse che l’ha scritto lo stesso auto- care qualcosa, sentivo di dovere andare
to sei mesi, ho rinunciato. Sarebbe venuto se mi seguono». Così ho sperimentato un racconti, che uscirà nel 2012 re, farebbe fatica a crederlo. E su questa li- avanti. Così ho lasciato perdere l’abbozzo
un libro di mille pagine, un groviglio infini- po’ mettendo la fantascienza in una storia per Einaudi Stile libero nea di contrasti, su queste due anime, ven- di Come dio comanda e ho preso in mano
to che non sapevo se teneva. Anche Io e te realistica. Mi sono divertito tantissimo, al- gono le mie storie. E i miei personaggi. Per queste venti pagine che erano il nucleo di
è stato una scommessa: andava contro cuni miei lettori meno. Voglio dire, posso fare un esempio: prendiamo un imprendi- Io non ho paura, dovevano essere un sog-
quello che in generale mi propongo di non creare anche personaggi e storie che pren- tore molto sicuro di sé che ha sempre avu- getto per un film. Le ho tirate fuori in un
fare mai quando scrivo: mettere un perso- dono deviazioni surreali, quello che mi in- to tutto e che per una serie di circostanze si momento di disperazione e dopo aver par-
naggio in un posto senza sapere come teressa è che il lettore si fidi di me, che tro- trova in guai economici. Da una parte c’è la lato con un amico e con Chiara Belliti ho

i
muoverlo. Avevo questa idea iniziale, di un vi qualcosa di vero anche se scelgo situazio- grandezza di quello che era prima e dall’al- deciso di provare a farne un libro. Sapevo
ragazzino che invece di partire per la setti- ni strambe. Non mi interessa stupire di tra il dolore sotterraneo del momento, que- che potevano funzionare, c’era dietro una
mana bianca con i compagni di scuola, si punto in bianco, voglio che durante il libro sto è la base di partenza di una storia possi- di quelle idee particolari, anzi: un’intuizio-
rinchiudeva nella cantina. Ma era soltanto si venga a creare un patto con chi mi sta bile. Una prima scena potrebbe essere che ne. Un ragazzino che in un buco trova l’al-
uno spunto per qualcos’altro, pensavo a leggendo. È questa la vittoria finale dello lui torna a casa dalla moglie, si sente insicu- tro ragazzino rapito, scopre che chi l’ha ra-
una storia fantastica di lui che scavava e si scrittore. ro anche in amore perché non ha più le cer- pito è suo padre. Semplice. Sei un ragazzi-
ritrovava in un altro mondo, una specie di MISSIROLI — Una certa misura di lette- Marco Missiroli è nato tezze ed è consapevole che anche la moglie no che cresce, trovi l’orrore, lo guardi, quel-
deriva fantascientifica. Poi mi sono detto: ratura vorrebbe i romanzi legati alla socie- nel 1981 a Rimini. Ha ha perso fiducia in lui (soprattutto perché lo che ritieni sbagliato viene da una parte
io ce lo mando davvero in cantina. E gli fac- tà contemporanea e alle sue dinamiche, al- esordito con «Senza coda» non ha più soldi). Mentre il nostro impren- di te, sei dentro l’archetipo. Non ho mai
cio pure incontrare qualcuno che lo mette le sue contraddizioni ma soprattutto ai (pubblicato da Fanucci nel ditore torna a casa, non sa che proprio più avuto un’idea con questo «twist», ma
in crisi, l’idea della sorella è venuta così. In suoi luoghi. Per tre romanzi ho scritto sto- 2005), con cui ha vinto il quella sera la sua donna lo lascerà. In que- non è che mi dispiace o che lo cerchi, sem-
questo caso i personaggi comandavano, al rie ambientate in posti non definiti, dando Premio Campiello opera sta situazione come mi muovo? Dove li fac- plicemente Io non ho paura ce l’aveva. È un
contrario degli altri miei libri in cui ero rilievo ai personaggi e alle loro missioni: il prima, a cui sono seguiti: «Il cio incontrare per l’addio? Vediamo: forse po’ la spinta che ha il tuo primo libro: un
sempre io a gestirli. «cosa» era più importante del «dove». A te buio addosso» (Guanda a casa, lui sta rientrando e lei pure, si po- bambino che porta nella cartella il segreto
MISSIROLI — All’inizio ho frequentato è successo con Branchie, con Io non ho pa- 2007), «Bianco» (Guanda trebbero incontrare in salotto... Ma non mi del padre mafioso senza saperlo, finché un
una scuola di scrittura creativa. Ne sono ura, con alcuni racconti di Fango e con Co- 2009; Premio Comisso e piace molto come immagine. Forse lui po- giorno lo scopre.
uscito con le ossa rotte, perché erano tutti me dio comanda. Negli altri il «dove» era Premio Tondelli). Il suo trebbe entrare in casa, non la trova, scende MISSIROLI — Per spiegare come gli sco-
molto più preparati di me e perché ho con- importante, ma non cruciale. nuovo romanzo, e va di sotto e la vede in questa palestra me- pi di uno scrittore possano essere diversi
tinuato a non sapere bene come fare davan- AMMANITI — Ogni storia è guidata dal «Il senso dell’elefante», ravigliosa dove lui non è mai entrato. Guar- rispetto a un altro, Alessandro Baricco de-
ti all’idea di scrivere qualcosa. Come ma- contesto dove è ambientata. Il clima è la uscirà a febbraio 2012 da la moglie fare gli esercizi, vede che è bel- scrisse un’immagine: c’è questo Lettore,
neggiare un’intuizione? Come scegliere la prima distinzione: se il libro è al caldo il sempre per Guanda lissima, ha un corpo magnifico, e proprio viaggia in un treno che parte da una stazio-
storia giusta? Ma soprattutto: da dove co- libro prende una piega, se è al freddo ne mentre lui sente il suo grande amore per ne A e deve arrivare a una stazione B. Ci
minciare? Alla fine mi sono messo al com- prende un’altra. Io scelgo prevalentemente lei e glielo sta per dichiarare è lei a parlare sono scrittori che a tutti i costi vogliono fa-
puter perché avevo questo bambino prota- non-luoghi o luoghi non definiti che ren- per prima: lo molla. Anche in questo caso re arrivare il proprio Lettore a destinazio-
gonista che mi girava in testa, e l’idea di do con i dettagli, ma senza esplicitarli. È ci sono le due anime: l’ambientazione un ne, altri che a trequarti del viaggio gli fan-
una busta chiusa che doveva essere portata quello che fai tu con i tuoi libri. In Come po’ grottesca e il sentimento di dolore. Tut- no vedere dal finestrino qualcosa di tal-
a qualcuno. Quella è stato il nucleo di Sen- dio comanda, per esempio, siamo in una to sta nel trovare il contrasto che porta i mente bello che il lettore decide di scende-
za coda, il mio primo romanzo. Un’intuizio- zona del Nord-Est che diventa non-luogo personaggi ad avere reazioni più forti. re prima, fregandosene della meta finale.
ne e un personaggio abbozzato erano basta- proprio per la perdita progressiva del valo- MISSIROLI — Il tuo percorso da scritto- Forse tu sei uno da destinazione B.
ti. Per fare l’impresa è servito un metodo re della campagna a favore dei centri com- re è stato imprevedibile. Studiavi biologia AMMANITI — No. Per me è importante
ferreo, che ho scoperto di riuscire a gestire merciali e dei capannoni industriali. In un e invece di lavorare alla tesi hai scritto che il lettore scenda, ma non perché ha vi-
solo iniziando a scrivere quel libro. Una pa- certo senso a me interessa questo. Mi inte- Branchie, pubblicato poi da un piccolo edi- sto qualcosa di bello. Perché l’hanno co-
gina al giorno tutti i giorni. Credo che il me- ressa meno l’aspetto sociale, la denuncia, tore: Ediesse. Subito dopo è arrivato Fango stretto a scendere, magari non aveva il bi-
todo sia cruciale per finire un libro. l’attaccamento alla realtà dei nostri tempi, con Mondadori e via via tutto il resto fino glietto. Ora è giù, ed è incazzato e sta pen-
AMMANITI — Non ho tanto metodo, lo faccio solo se è funzionale ai personag- al grande successo con Io non ho paura. sando come risalirci su quel treno. In qual-
un giorno posso scrivere molte pagine e gi. In Come dio comanda ci sono delle spe- Sembra quasi che a un certo punto non sa- che modo lui alla stazione B ci andrà.
per una settimana niente. Quando comin- cie di naziskin che non sanno nemmeno pessi di voler diventare uno che avrebbe © RIPRODUZIONE RISERVATA

cos’è il nazismo, ma hanno comunque un fatto libri. Poi ci ha pensato il talento. Ma il


razzismo che mi interessava per le sue con- mestiere, l’artigiano che sa gestire le sto-
RRR traddizioni. Nel raccontarlo c’è anche rie... Anche quello era in «dotazione» o RRR
un’azione sociale, di denuncia. Ma viene l’hai imparato scrivendo, o magari con l’aiu-
Mettere i bambini in dopo. Non mi interesserebbe usare la crisi to di qualche editor? Io per esempio non Non tutti gli scrittori
un romanzo è difficile: economica di adesso per farci un roman-
zo, diverso invece prendere in considera-
pensavo minimamente di scrivere, non ave-
vo avuto segnali a parte la tentazione di un portano il lettore a una
si rischia il patetico zione un uomo che deve affrontare il suo
fallimento economico in questa crisi. Pri-
diario che tenevo ogni tanto. Un giorno mi
è venuta l’idea del primo libro. Non avevo
destinazione precisa
36 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Percorsi Il reportage per immagini

I sogni dei pagliacci


Il circo di Ouka Leele: l’inconscio messo in scena
fotografie di OUKA LEELE

testo di BARBARA DI GREGORIO

O
uka Leele, pseudonimo dell’artista
madrilena Barbara Allende Gil de Biedma,
è direttamente ripreso dal nome di una
costellazione inesistente che compare in
un celebre quadro del pittore El
Hortelano. Un nome d’arte assolutamente
azzeccato: l’opera di quest’originale
fotografa e grafica, infatti, abdica apparentemente a ogni
pretesa di realismo per muoversi nella dimensione del
subconscio e di conseguenza del sogno.
Non è certo il circo che puzza di stalla, il protagonista di
questa sua galleria di ritratti, non è il circo delle roulotte
scassate né dei clown solitari col trucco impastato di
pianto; si tratta piuttosto di un’idea platonica di circo, in
cui ogni immagine sorprende, e risulta al contempo
familiare, perché affonda le radici in una memoria
collettiva che appartiene in linea di massima all’intero
Occidente. In altre parole perché reinventa uno
stereotipo.
A Ouka Leele non importa niente di raccontare gli
uomini e le donne nascoste sotto i vestiti di scena. Li
rende anzi più finti che mai, costringendoli in pose
variamente artificiose, e soprattutto scatenando i propri
acquerelli sul bianco e nero originale di tutte le
fotografie. È una tecnica simile a quella impiegata per
colorare i primi film muti, suo marchio di fabbrica da
più di trent’anni ma particolarmente suggestiva
combinata al tema del circo: perché nel rosso troppo
acceso che macchia il naso del clown, nel terzo occhio
aperto sulla fronte del prestigiatore, nell’evidente
bidimensionalità del manubrio dell’uomo forzuto, e nel
ridicolo belletto che gli colora di rosa le guance, rivive
tutta la potenza dello spettacolo popolare che il circo è
sempre stato e il cinema era ai suoi esordi.
Punto comune di tutte le foto è il rigoroso fondo nero su
cui si stagliano i personaggi: una scelta stilistica,
all’apparenza persino banale, che si rivela però di
fondamentale importanza per comprendere il senso di
questa galleria di ritratti.
In primo luogo la neutralità dello sfondo sancisce
l’autosufficienza di ogni singola figura: evocazione di
ricordi tanto vividi, nella memoria dei sogni infantili
appartenuti in varia misura a ciascuno, da assumere la
sostanza e la credibilità dell’icona capace di produrre
senso anche slegata da un contesto di riferimento. È così
che, come nelle intenzioni dichiarate dell’autrice, avviene
la trasfigurazione delle immagini in storie.
Tuttavia c’è di più. Basta osservare un po’ meglio il
fondale scuro di ogni fotografia per rendersi conto di
quanto sia diverso da uno schermo nero qualunque: la
tenda di raso nero, stesa sul pavimento e sui muri, si
dispone in ampie pieghe sotto il pallone della ballerina e
i piedi irrequieti del clown giocoliere; e non c’è nessun
tentativo di nascondere, dietro il trapezio dell’acrobata
bionda, come alle spalle del cane vestito da
fatina-confetto, il bastone orizzontale che deve servire
evidentemente a tenere su quella tenda. In un gioco
sottilissimo che arricchisce e riscatta la stereotipia delle
foto, Ouka Leele alla messa in scena del personaggio
associa la messa in scena della sua messa in scena:
svelandone, apertamente, la natura di immagine studiata
e attentamente costruita in studio, espone quello che
non esitiamo a definire come un vero e proprio
manifesto poetico.
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SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 37
Pescare con l’esplosivo

Cambusa
di Nicola Saldutti
{ Il diritto del mare e dei naviganti è una cosa
delicata, di trattati sempre discussi,
di interessi difficili da armonizzare, spesso
di rivendicazioni contrastanti. Allora viene
utile ricordare uno dei racconti di Giuseppe
Marotta nel suo San Gennaro non dice mai no.
Quando i pescatori di Napoli usavano
l’esplosivo per pescare, tutti avevano diritto
di prenderlo. Non chi aveva rotto il patto
con il mare, ma chi si tuffava per primo.

Protagonista della «Movida madrileña»


Nata a Madrid nel 1957, Ouka Leele (nome d’arte di Barbara Allende Gil de Biedma)
da ragazza voleva fare la pittrice, prima di scoprire la fotografia. Dopo la morte
di Franco, negli anni della transizione spagnola, prese parte all’intenso movimento
culturale della «Movida madrileña». Ha sempre considerato la fotografia non come
un semplice strumento per replicare la realtà, ma come una forma di espressione
artistica originale. Nelle foto in queste pagine, l’inconfondibile tratto coloratissimo
della Leele rappresenta l’universo magico di clown e giocolieri. La serie, intitolata
«Il mio circo», è anche un omaggio ad alcuni grandi pittori che hanno affrontato
il medesimo soggetto nel passato, da Picasso a Degas. La scorsa estate è stata
esposta nella galleria Alexandra Irigoyen di Madrid

RRR
L’artista madrilena abdica apparentemente
a ogni pretesa di realismo per muoversi
in un’altra dimensione: il protagonista
di queste immagini non è lo spettacolo
popolare che odora di stalla, ma un’idea
platonica, in cui ogni immagine sorprende
e risulta al contempo familiare
38 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

Percorsi Patrimonio italiano

Un tesoro
sconosciuto

Santa Maria della Croce


custodisce un trionfo
dell’allegoria: numeri,
figure geometriche, frutta
e animali che celebrano
la passione di Cristo

I nove cieli di Casaranello


In un’antica chiesuola del Salento
di CARLO VULPIO
un mosaico «criptato» paleocristiano
«T
ra Adriatico e Ionio, il Salento, fin dai tempi preistorici, è forse il ci, nel 1907, a opera dell’archeologo e storico
a mezza via nella pe- vero fondo dell’Italia». Ciò che ha contribui- dell’arte Arthur Haseloff, Santa Maria della
nisola salentina, in to a tenerlo «sempre fuori dalla grande sto- Croce continua a essere un luogo pratica-
una piccola chiesa ria», insiste Piovene, «sconosciuto agli scrit- mente ignoto. Ma non demorde, anzi pro-
di Casaranello, è il tori classici», così che per saperne di più del prio per questa ragione coglie l’occasione
più prezioso dei suo passato, «che ha il fascino del segreto», della visita del soprintendente delle Belle ar-
mosaici bizantini non bisogna smettere mai di sperare nelle ti di Bari, «che deve disporre alcuni restauri,
pugliesi». Con queste parole Guido Piovene, scoperte archeologiche e nel lavoro degli sto- promossi lodevolmente da cultori dell’arte
nel 1954, condusse i lettori del suo ancora at- rici dell’arte. O anche nell’attenzione e nel- del luogo», per centrare due obiettivi. Rilan-
tuale Viaggio in Italia nella chiesa di Santa l’entusiasmo di quei cronisti di provincia ciare «la splendida policromia e i toni delica-
Maria della Croce di Casaranello, dove si tro- spregiativamente definiti «oscuri», che inve- tissimi dei mosaici del V secolo dopo Cristo
va uno dei più antichi e meravigliosi mosaici ce sanno «vedere» ciò che i loro più blasona- che adornano la volta dell’abside e la cupolet-
paleocristiani d’Europa. ti colleghi non vedrebbero nemmeno con gli ta della chiesa» e celebrare le nuove scoper-
Casaranello è il nucleo originario della occhiali. Come Enrico Valente, corrisponden- te celate dalla «chiesuola» — gli affreschi, fi-
odierna Casarano, da cui col tempo è stato te del Corriere del giorno, che il 9 aprile del nalmente sottratti «agli oltraggi subiti dal
completamente assorbito. Il suo nome è un 1953 pubblicò il suo «articolo della vita» — tempo e dagli uomini» e portati alla luce per
diminutivo poiché deriva da Caesaranum quello che incuriosì Piovene e lo spinse a vi- essere recuperati — come l’irripetibile op-
Parvum, Casarano Piccolo, il borgo che a par- sitare Santa Maria della Croce — proprio su portunità per far conoscere al mondo Casara-
tire dal IX secolo venne progressivamente ab- Casaranello. nello.
bandonato perché i suoi abitanti ritennero Santa Maria della Croce, scrive Valente, «è Per raggiungere lo scopo, Valente non ri-
più sicura l’altura in cui poi si sarebbe svilup- un’antichissima chiesuola, la più antica del nuncia — e fa bene — a giocarsi l’unico «jol-
pata Caesaranum Magnum, Casarano Gran- Salento». E infatti, costruita nel 450, 19 anni ly» che ha, e cioè la carta pontificia. Nel suo
de, che oggi ha 25 mila abitanti ed è uno dei dopo il Concilio di Efeso, che proclamò il articolo, anche se c’entra poco, sottolinea
centri più vivaci del Salento. Il che non è po- dogma della divina maternità di Maria, la che a Casaranello nacque e venne battezzato
ca cosa per la penisola salentina, che è, scri- L'affresco della Madonna con Bambino «chiesuola» è tra le prime testimonianze del niente di meno che Pietro Tomacelli, il futu-
ve ancora Piovene, «penisola senza sbocchi, nella chiesa di Santa Maria della Croce a culto di Maria «Madre di Dio». ro papa Bonifacio IX, il pontefice che tra la
fuori dalle vie di passaggio obbligatorie mol- Casarano, detta anche Chiesa di Casaranello Quando parla di Casaranello, Valente sa fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento
to più della Calabria, che conduce in Sicilia: (servizio fotografico di Tony Vece) bene che nonostante la scoperta dei mosai- dovette affrontare, anche a colpi di scomuni-
SABATO 24 DICEMBRE 2011 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 39
Burocrazia infinita

Progresso
di Sergio Rizzo
{ Denuncia Stefano Papetti, l’ex presidente
del Fai marchigiano, che se Recanati rischia
la cementificazione del Colle dell’Infinito
leopardiano, ad Ascoli Piceno la guerra contro
le gomme da masticare sui selciati ha un
nemico: «Le procedure della Soprintendenza
intralciano l’uso di una macchina speciale
a getto d’acqua». Purtroppo è gratis: l’ha
pagata la Fondazione Cassa di risparmio
e la usano esperti volontari. Marche, Italia.

RRR
Una copertina
agli studi di Wladimir de Gruneisen e André
Jacob, che i bizantini hanno sostituito i loro un artista
affreschi a una parte del mosaico dell’abside
«perché il mosaico, con la sua fastosità natu-
ralistica, era troppo fuorviante per il severo
senso del sacro e del divino che è proprio
della spiritualità greca». E tuttavia, nonostan-
te il lavoro di (parziale) copertura dovuto
La cometa della speranza
agli affreschi bizantini, il mosaico di Casara- Un uomo scruta il cielo:
nello, dice Pisanò, «brilla e occupa il sesto intorno a lui, numeri e
posto assoluto, ma solo in ordine cronologi- lettere si sovrappongono,
co, nella classifica dei mosaici paleocristiani si amalgamano, si
d’Europa». Prima di Casaranello, ci sono so- rovesciano sino a diventare
lo quelli del mausoleo dell’imperatore Co- un universo profetico
stanzo a Tarragona, di Santa Sabina a Roma, denso di aspettative e
di San Giovanni in Fonte a Napoli, del mau- speranze. E il cielo regala il
soleo di Galla Placidia a segno della verità, dell’epifania: una cometa
Ravenna e del Battistero illumina la notte. «Benvenuto» è il titolo
di Albenga in provincia di dell’opera che Mimmo Paladino ha realizzato
Savona. «Ma attenzione per questo numero natalizio della «Lettura»:
— avverte Pisanò — i mo- un messaggio felice e incantato sul senso
saici di Casaranello hanno dell’attesa e dello sguardo poetico sul mondo.
una valenza allegorica uni- Mimmo Paladino (Paduli, 1948) è una delle
ca, non riscontrabile negli voci più alte dell’arte internazionale:
protagonista assoluto della Transavanguardia,
altri cinque. Ce n’è solo
è un artista poliedrico che si muove con
un altro come questo e si raffinata naturalezza in diversi linguaggi, dalla
trova nella coeva basilica pittura al teatro, dalla scultura alle
dedicata alla Vergine a Sa- sperimentazioni cinematografiche. Il suo è un
lonicco, costruita dopo il segno potente, di rara intensità evocativa,
Concilio di Efeso, tra il 431 costruito spesso su figure di archetipi lontani:
e il 450». cavalli, corpi di cavalieri, maschere, segni
A Casaranello, dunque, alchemici e cabalistici. Ma da grande artista
trionfa l’allegoria. Il mosai- visionario e ironico, Paladino costruisce le sue
A sinistra: che incrociate, l’Antipa- co che adorna la volta dell’abside rappresen- singole opere con una continua reinvenzione
il mosaico pa che stava ad Avigno- ta il Paradiso terrestre, mentre quello che de- di colori e di scritture, in un percorso di ricerca
dell’Empireo. ne, Clemente VII. cora la cupola che sovrasta il presbiterio è che non si interrompe mai se non per lasciar
Qui sopra: Al di là della com- l’Empireo, il Paradiso celeste, suddiviso in spazio allo stupore emozionante della
il mosaico del prensibile euforia con nove cieli proprio come nella Commedia rivelazione. (gianluigi colin)
paradiso terrestre. cui vive l’avvenimento, dantesca. Il simbolismo è onnipresente. Non
In alto: l’affresco il cronista Enrico Valen- c’è tessera del mosaico — tutte le tessere so-
di Santa Barbara te dimostra di aver avu- no sovrapposte a coda di pavone, uccello
to intuito. Dagli strati simbolo della regalità divina — che non ri-
di intonaco sovrapposti sui muri della «chie- mandi a un numero, a una forma geometri-
suola» e ricoperti persino dalle energiche ca, e questi, a loro volta, a una dottrina filoso-
pennellate degli imbianchini, spunteranno fica o religiosa. Il numero tre, e il suo multi-
affreschi medioevali dell’XI secolo, opera di plo nove, per esempio, richiamano la divina
frescanti italo bizantini di alto livello — co- Trinità. Il numero cinque, l’uomo, il risultato
me quello di Santa Barbara, una delle prime perfetto della genesi. Le figure ovali sono il
icone della santa, che richiama l’immagine Cielo. Rettangoli e parallelepipedi, la Terra.
che si trova in Santa Maria Antiqua, a Roma; Le composizioni «a treccia» e «a meandri»
o la stupenda Madonna con Bambino, a cui, rappresentano l’eterna ciclicità del mondo
tra le madonne orientali, solo quella del XII naturale. E poi i simboli cristologici più noti,
secolo di Costantinopoli somiglia di più — e l’uva, il melograno, il pesce, il pavone, fino al
poi affreschi gotici del XIII e XIV secolo — tripudio di colori dell’arcobaleno e alla cro-
come quelli della vita e della morte di Santa ce, gialla, che occupa il centro della cupola e
Caterina d’Alessandria e Santa Margherita di che è il «tema» del mosaico: il trionfo della
Negli affreschi Giuda Antiochia, di Cristo Pantocratore — e infine
gli affreschi degli arconi che collegano la na-
croce di Cristo.

e l’Ultima Cena di Gesù vata centrale alle navatelle laterali, databili


tra i secoli XIV e XVI, come il Bacio di Giuda
nel Getsemani e l’Ultima cena. Secondo de Gruneisen, e questo è forse
Ma non eravamo entrati in Santa Maria l’aspetto più importante e meno conosciuto
della Croce per il suo «pezzo forte», i mosai- della «chiesuola», il mosaico di Casaranello
ci? È vero, ma la bellezza distrae. Per questo, è opera delle stesse maestranze efesine che
meglio ammirare i mosaici per ultimi. Per- hanno realizzato i mosaici di Ravenna, con
ché, una volta posato su di essi lo sguardo, la differenza che a Casaranello «il messaggio
non si riesce più a staccarsene. comunicato attraverso il mosaico è criptato,
Anche Vittorio Sgarbi, che li conosce be- perché riservato solo agli iniziati e perciò
ne, ne è entusiasta. «La più importante testi- protetto dall’allegoria». Ma oltre al carattere
monianza dell’arte musiva bizantina, nel suo esoterico e misterico del primo cristianesi-
momento d’oro, sotto Ravenna — dice Sgar- mo, c’era un’altra ragione, molto più concre-
bi —, è a Casaranello, dove sembrano pro- ta, dietro questa scelta. La necessità di pro-
lungarsi, nel piccolo spazio, i riflessi lumino- teggere Casarano, che era periferia e non Supplemento al Corriere della Sera
del 24 dicembre 2011 - Anno 1 - N. 7
si di Galla Placidia, con effetti optical che centro dell’Impero, come Ravenna. Il Salen-
avrebbero stupito il pittore ungherese Victor to era stato occupato dai Goti e poi liberato Direttore responsabile Ferruccio de Bortoli
Vasarely. Ma che hanno la verità, la necessità da Giustiniano, nel 553 dopo Cristo, e anche Condirettore Luciano Fontana
e la poesia di ciò che si apre in una mente se da quel momento orbita nella sfera del- Vicedirettori Antonio Macaluso
Daniele Manca
per la prima volta». l’impero d’Oriente e resta sotto il dominio bi- Giangiacomo Schiavi
Un altro profondo conoscitore di questi zantino fino al 1059, era pur sempre un pon- Barbara Stefanelli
mosaici — che una volta ornavano non sol- te tra Oriente e Occidente e un inevitabile Supplemento a cura
tanto l’arco dell’abside e la cupola del presbi- punto d’incontro, e scontro, tra la cultura la- della Redazione Cultura Antonio Troiano
terio, ma l’intero vano absidale — è Gino tina ancora paganeggiante e quella giudaico Pierenrico Ratto
Altri due affreschi, databili tra i secoli Pisanò, docente di latino e greco al liceo clas- cristiana. Non si potevano correre eccessivi Paolo Beltramin
XIV e XVI, che si trovano nella chiesa di sico di Casarano, anch’egli uno di quei perso- rischi. Stefano Bucci
Santa Maria della Croce di Casaranello. naggi «oscuri» eppure indispensabili in que- Nel mosaico di Casaranello ci si può perde- Antonio Carioti
Serena Danna
Qui sopra: l’Ultima cena di Cristo con gli sto genere di cose, perché non inseguono re. A guardarlo a lungo e con attenzione può Dario Fertilio
apostoli. In alto: Giuda bacia Gesù nel soldi e notorietà, ma si muovono per pura insinuare nella mente non solo le illusioni ot- Cinzia Fiori
bosco del Getsemani passione. tiche di cui parla Sgarbi, ma veri e propri mi- Luca Mastrantonio
Pisanò sostiene, rifacendosi soprattutto raggi. Come quelli che restarono impressi Pierluigi Panza
Cristina Taglietti
negli occhi di Piovene quando si spinse fin
quaggiù e gli fecero dire che è proprio que- Art director Gianluigi Colin
RRR sta terra, il Salento, a essere «una terra di mi-
L’opera fu scoperta nel 1907: a guardarla a lungo e raggi, fantastica, piena di dolcezza». Ma è at-
traverso il mosaico di Casaranello, che è con-
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con attenzione può insinuare nella mente non soltanto servato benissimo e attende solo di essere co-
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nosciuto e visitato dai tanti, troppi, che anco- Via Solferino, 28 - 20121 Milano - Tel. 02-6339
illusioni ottiche, ma veri e propri miraggi. Come ra non lo conoscono, che si potranno capire RCS PUBBLICITA’ S.p.A.
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quelli che restarono impressi per sempre negli occhi fino in fondo le parole di Piovene: «Questo
resta nel mio ricordo più come un viaggio
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di Guido Piovene quando si spinse fin quaggiù immaginario che come un viaggio vero».
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40 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA SABATO 24 DICEMBRE 2011

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