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ell Comuni N @) epi ly uest'anno in occasione del 4° cente- nario della fondazione del nostro Seminario (18 gennaio 1612), il Vescovo ci ha invitato a riflettere sulla cura che le nostre comunita hanno delle vocazioni presbiterali. Nei Vangeli dell'infanzia che riascolteremo nei giomi di Natale, si sottolinea spesso lo stupore davanti a bambini che si rivelano “pitt grandi” di quanto i loro genitori pensavano. Cosi si dice di Giovanni Battista (Le. 1,66), cosi di Gest (Le.2,18-19,48-50). C’é qui non solo un dato teologico - la divinita di Gest, la voca- zione profetica di Giovanni - ma anche un insegnamento profondamente umano. Nella breve esperienza di scuola-calcio che abbiamo avuto quest'anno nel campetto accan- Ty questo numero Che sara mai questo bambino?, pag, 1 Tiriveleraitra due animali pag. & Nonsivedebenechecolcuore pag. 3 Laici in AC per vocazione pag. 9 Relazioni nuziali spezzate pag. 4 Siamopartiti.. Voicisiete, vero? pag. 10 pag. 5 Tempo libero pag. 11 macon tanta voglia di crescere! pag. 6 Appuntamenti comunitari pag.12 to alla Chiesa, mi ha colpito vedere l'attenzione che il nostro “mister” metteva nel cercare nuovi talenti calcistici; un solo ragazzo che “sfonda” nel calcio, mi diceva, fa la fortuna di tutto il quartiere. Mi ha fatto pensare alla mia (nostra?) poca attenzione ai tanti “talenti”, naturali e soprannaturali, presenti nella nostra comunita, La vocazione, infatti, anche se € un dono di Dio, richiede ordinariamente anche la nostra cura, come scrive bene Teresa di Lisieux: ‘Lo so bene, il Signore non ha bisogno di nessuno per fare lopera sua, ma come permette aun giardiniere abile di coltivare piante rare e delicate, e gli da le cognizioni necessarie per Sar cid, riservando a sé la cura di fecondarle, cosi Gesit vuole essere aiutato nella sua divina coltura delle anime. Che cosa accadrebbe se un giardiniere maldestro non innestasse bene i suoi arbusti? Se non sapesse riconoscere la natura di ciascuno e volesse far sbocciare delle rose su un pesco? Farebbe morire Valbero che tuitavia era buono e atto a portare frutti. Cosi bisogna saper riconoscere fin dallinfanzia cid che il buon Dio chiede alle anime, e assecondare V'azione della sua grazia, senza mai precorrerlané rallentarla”. Non si tratta dunque di proiettare sui ragazzi i nostri progetti, non si pud far sbocciare le rose da un pesco, lo faremmo morire! Ma di rimuo- vere cid che é di disturbo alla crescita di piante cosi rare e delicate. “Il primo fattore di disturbo & un senso pagano della vita. La vita da godere in qualche modo come aventura senza pensarci, quello che si chiama consumismo... Purtroppo non sono poche le famiglie nelle quali predomina un senso pagano della vita, che é appunto il dare valore al godere, alla comodita, al denaro, al sucesso, all’atimo fuggente e basta. chiaro che in un ambiente cosi, uno fa fatica a porsi la domanda: “Ma qual é il senso della 2 vita? Che cosa davvero davanti a Dio voglio faredime?” Un altro fattore di disturbo sono le opposi- zioni pregiudiziali: “No, questo non lo permet- ter6 mai... questa non sar mai la ma strada..., 0, a questo ci penserai pitt tardi” (card. Martini). In positivo si tratta di mettersi in ascolto del mistero che é in ogni ragazzo, di‘saper ricono- scere fin dall'infanzia cid che il buon Dio chiede alle anime e assecondare l'azione della sua grazia”, aiutandoli a familiarizzare con i gusti €le scelte di Gest e a cereare anzitutto la volonta di Dio. Mi piace a questo proposito riferire la testimonianza della signora Marie- Angely Rebillard a proposito della madre di frére Roger Schutz, il fondatore della comunita di Taizé: ‘Ho ricevuto un giorno una signora che non riusciva ad accettare la vocazione religiosa della figlia. Le ho proposto di incontrare la madre di frére Roger, che conoscevo bene. La signora Schutz-Marsauche ha ascoliato questa madre volubile e con molta calma le ha deto “Quando mio figlio Roger & venuto ad annun- ciarmi che avrebbe lasciato Ginevra per segui- re la sua vocazione, temeva che cid mi avrebbe dato un dispiacere. Ho chiuso per un momento gli occhi, poi gli ho detto: “Se Dio ti chiama, parti subito, non farlo aspetiare”. Nei prossimi giorni, quando ci fermeremo davanti al bambino Gesi nel presepe, un bam- bino che a dispetto dello squallore del luogo della sua nascita, “saré grande e chiamato Figlio dell'Altissimo” (Le.1,32), chiediamogli di imparare a fermarci con stupore anche davanti ad ognuno dei nostri ragazzi, per chie- derei anche noi: “Che sara mai questo bambi- no?”, ¢ a saperli incoraggiare a fare la volonta di Dio anche quando li chiama ad avventurarsi per sentieri ineditie difficili. Buon Natale, vostro donGi NON ST VEDE BENE CHE COL CUORE he cos'é un anno della nostra vita? Cosa sono 365 giomi della nostra esistenza vissuti con la comuni- ti di San Marcello? II nostro servizio civile ¢ volto al termine ¢ unico pensiero comune a noi quattro opera- trici é limpressionante rapidita dello scorrere del tempo. Desiderose di compiere un buon lavoro, siamo entrate in questa comuniti in punta di piedi © con Vimpressione di poter sembrare Vultima ruota del carro abbiamo cercato di renderci utili e disponibili per qualsiasi forma di aiuto e supporto. Secondo i suggerimenti del nostro “Cicerone” Dong abbiamo provato a rendere accoglienza a tutte le persone che si sono affacciate in parrocchia, cercando di farle sentire a Casa proprio come siamo state accolte noi allinizio i_ questo percorso. 1 momenti di difficolti. sono stati allordine det giomo: alcuni sono stati superati con tempestiva volonti ¢ carattere, altri con delicata pazienza © bonti; Ia stanchezza molto spesso ci ha tentate, ‘ma non per questo ci ha fatto dimenti- care il nostro obiettivo: DONARE CON IL CUORE. La buona ¢ cattiva sorte caratterizzante quest esperienza ha forgiato il nostro animo di un‘ineredibile forza ed energia che sara diligentemente investita nel nostro futuro, Epoi E poi i Nostri Ragazzi (scusate se utilizzo Faggettivo possessive. ma fanno parte di noi)! Loro sono entrati prepotentemente nel nostro cuore, con incredibile testardaggine e crisi astinenza d'amore, si sono imposses- sati dit noi operatrici, hanno saputo sfidarci con il loro modo di essere a volte arrogante ¢ beffardo, ed altre hanno imparato lezioni di vita e raggiunto obiettiviinatesi. La complicita instaurata é stata una benedizione, perché ci ha permesso di capire e soprattutto comprendere certe delicate dinamiche del loro modo di essere, ha permesso di renderli ‘davvero autonomi ¢ liberi da condizio~ namenti nel loro esprimersi Eovvio che la realta di questi ragazzi necessita ancora di tanto affetto dedizione, Ia maggior parte dei nodi non sono venuti al pettine, un anno infatti ¢ davvero esiguo per poter stabilire e garantire un minimo di equilibrio nelle loro vite, ma confidia- mo nella “larghezza della nostra semina” © soprattutto nella saggezza deltempo. Uno di loro ha scritto sulla mia bacheca di face book Ia citazione “Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché ¢ accaduta”, mi sapete spiegare che cos'é la Meraviglia senon questa? Epoi E poi le Nostre Mamme, ci hanno adottato € supportato ogni siamo confrontate con loro e mattone su. mattone abbiamo costruito una bellissima relazione che ci permette affermare con assoluta certezza poter contare sulla loro presenza in ‘ogni momento. Personalmente le ringrazio per essermi state vicino con tanta discrezione in un momento difficile, Tunica parola che riesco a concepire é GRAZIE DI CUORE! La strada @ tutta in salita, non ci scoraggiamo ¢ invitiamo la comunita di San Marcello ad essere davvero presente © coinvolgersi nella realta elle case popolari, perché questa chiesa & di “loro proprieti” (come amano definirla) e come tale hanno il diritto di fame parte non soltanto per i servizi offerti ma anche e soprattutto per quel COMUNE SENTIRE LIAMORE che tanto caratterizza questo luogo. Cogliere Voccasione di scambiare ‘qualche parola in pid o aver la forza di non chiudere gli occhi di fronte a determinate situazioni apre le porte verso una realtd semplicemente unica! Per favore non Ignorate ma Agite, Perseverate perché non sara mai inutile fare qualcosa.e soprattutto Serve! La lista dei ringraziamenti & davvero lunga e gli elenchi sono molto noiosi per cui ringraziamo tutta la comunit pper 'anno condiviso e, non per ultimo, il Nostro Dongi per 'incredibile opportunita del Servizio Civile. Barbara, Rossella, Annalaura, Beatrice

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