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Luglio
2010
In esame al Senato . una legge attesa da tempo . Cagliari e i suoi cimiteri . I cimiteri storici negli Stati Uniti . Le molte facce del ricordo . Il nuovo rito cattolico delle esequie .
Sommario
Per una nuova cultura cimiteriale
Attenzione a garantire rispetto e dignit!
di Fabrizio Gombia
Semestrale realizzato a cura della Fondazione A. Fabretti
Fondatore: Luciano Scagliarini Editore: Fondazione A. Fabretti Via E. De Sonnaz 13, 10121 Torino
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Vicedirettore: Marina Sozzi Caporedattore: Gisella Gramaglia Comitato di redazione: Oddone Camerana, Stefania Chiodino, Giovanni De Luna, Adriano Favole, Fabrizio Gombia, Gisella Gramaglia, Marco Novarino, Luca Prestia, Ezio Quarantelli, Luciano Scagliarini, Vera Schiavazzi, Marina Sozzi Direttore responsabile: Ezio Quarantelli
Temi di discussione
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Segretaria di redazione: Maria Vittoria Foghino Hanno collaborato a questo numero: Maria Vittoria Foghino, Fabio Fuolega, Fabrizio Gombia, Gisella Gramaglia, Marco Novarino, Luca Prestia, Luciano Scagliarini, Vera Schiavazzi, Marina Sozzi
LIBRI
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Impaginazione: Dada Effe - Torino Redazione: Via E. De Sonnaz 13, 10121 Torino, tel. 011/547.005, fax 547.019 Aut. Trib. To n 4541 del 11/12/92 Terza serie, a. XVI, luglio 2010
Segnalazioni
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NOTIZIARI
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Corrispondenza, manoscritti e pubblicazioni devono essere indirizzati alla direzione. Gli articoli rispecchiano soltanto il pensiero dellautore e non impegnano la direzione. vietata la riproduzione anche parziale di articoli e immagini. Gli articoli, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Pubblicazione non in vendita, destinata a Istituzioni, Enti Culturali e di Volontariato e ai loro Associati.
RIFLESSIONI
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on questo numero, Confini ormai giunta al sedicesimo anno di pubblicazione conclude la sua terza serie e si prepara a un futuro completamente diverso. Posso dire con orgoglio che la rivista ha raggiunto gli obiettivi per cui era stata concepita e quelli che in corso dopera le sono stati fissati. Innanzitutto riuscita a proporre un discorso sulla morte a una platea vasta e qualificata, rompendo un tab secolare. Oggi, a risultato acquisito, pu sembrare qualcosa di ovvio e comunque di non particolarmente difficile. In effetti, si trattato di un lavoro pionieristico e molto impegnativo. Contro una aperta e serena riflessione sulla morte e su quanto laccompagna giocavano secoli di interdetti e diffidenze, di pregiudizi, intolleranze, incomprensioni. In pari tempo Confini ha promosso e accompagnato lo sviluppo della pratica cremazionista, che ormai diventata prevalente in alcune regioni italiane. Lo ha fatto mettendo al centro della propria azione il valore imprescindibile della dignit del defunto e quello altrettanto importante del culto della memoria. I cremazionisti sono sensibili anche ai temi della difesa dellambiente, della qualit e della efficienza delle procedure, ma ritengono che in primo piano debba restare lessere umano, quello che ha concluso la propria parabola esistenziale e quello che gli sopravvive, lo piange e lo ricorda. In questottica negli ultimi anni Confini ha proposto con forza temi inerenti al senso comunitario del ricordo e al dolore della perdita nel contesto specifico di una riscoperta della cultura funeraria e cimiteriale. Levoluzione normativa, la crescita delle esigenze degli utenti, la complessit sempre maggiore delle nostre societ (ormai multietniche e multireligiose),
Editoriale
Questo numero di Confini pubblicato esclusivamente in formato elettronico. Sar perci disponibile solo per coloro che ne hanno fatto o ne faranno richiesta sul sito www.rivistaconfini.it. Siamo stati costretti ad abbandonare la forma cartacea a causa dellassurdo aumento, di oltre il 400%, delle tariffe postali, ormai non pi sostenibili dalle associazioni di volontariato e di promozione sociale come la nostra. Di fatto questo aumento un grave danno alla libert di stampa e di informazione.
richiedono agli amministratori e agli operatori una preparazione sempre pi articolata, capace di unire sensibilit, competenze e capacit molto variegate. La posta in gioco alta, la sfida molto impegnativa e riguarda sia il pubblico, sia il privato. Proprio in tale direzione Confini continuer il suo cammino. Dal prossimo gennaio ci proponiamo infatti di rinnovare ed arrichire il nostro sito che sar soprattutto dedicato ai professionisti del settore, ma a cui potr accedere chiunque lo desideri: baster registrare la propria e-mail nel sito www.rivistaconfini.it. Siamo infatti convinti che questo rappresenti il mezzo pi attuale in coerenza alle nuove frontiere della comunicazione. I cremazionisti da sempre vanno incontro al futuro! Non posso per concludere questo editoriale senza ringraziare chi ci ha permesso di fare quanto abbiamo fatto. Tra i tanti che vorrei e dovrei ricordare, richiamo per tutti il nome di Giovanni De Luna, prezioso consulente fin dalla prima ora, quello di Marco Novarino, valente e attento collaboratore da sempre, e quello di Marina Sozzi, Direttore Scientifico della Fondazione Ariodante Fabretti, il contributo dei quali stato per molti versi essenziale. A loro, ma anche a tutti gli altri che per brevit non posso nominare, un grazie sentito. Naturalmente, Confini anche figlia del suo pubblico, che ci ha seguiti, incoraggiati, stimolati. Anche a questo nutrito gruppo di amici va il mio grazie e, naturalmente, un arrivederci a presto. Luciano Scagliarini
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di Fabrizio Gombia
Una legge specifica dal titolo Disciplina delle attivit nel settore funerario e norme in materia di dispersione e conservazione delle ceneri, attualmente in fase di esame da parte della XII Commissione del Senato (Igiene e Sanit) presieduta dal sen. Antonio Tomassini. Si tratta infatti di un settore che in Italia da molto tempo carente di una normativa organica soprattutto attuale, di cui sempre pi si avverte necessit. Basti pensare che il settore ancora regolamentato dal Regio Decreto n. 1265 risalente addirittura al lontano 1934. Il pi recente provvedimento adottato in materia il Regolamento di Polizia Mortuaria approvato nel 1990. Del 2001 invece la legge 130 in materia di cremazione e dispersione delle ceneri, che non fu mai resa operante poich prima dellapprovazione del necessario regolamento attuativo entr in vigore il titolo V della Costituzione che, attribuendo alle Regioni il potere di regolamentazione in materia sanitaria, vi comprendeva anche la cremazione e la dispersione delle ceneri. In questi anni le diverse Regioni hanno legiferato in maniera assai diversificata, pertanto rimaneva viva lesigenza di una normativa di riferimento nazionale. Con questo testo si intende colmare tale carenza. Esprimiamo un giudizio positivo sulla necessit di disciplinare un settore in rapida evoluzione. Unevoluzione che investe la sfera degli assetti economici (produttivi e gestionali), ma che segnata anche dai vistosi cambiamenti che hanno interessato il costume e la cultura del nostro Paese, sia sul piano delle scelte individuali che su quello dei comportamenti collettivi. Il provvedimento prevede una serie di misure che opportunamente tendono a garantire rispetto e dignit in un momento molto delicato e intimo della vita di ciascun individuo. Lispirazione complessiva del provvedimento legislativo non si traduce per in una configurazione unitaria, in cui sia facile riconoscere alcuni principi ispiratori che ne sostengono larchitettura concettuale. Confini
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si prima dellemanazione dellottimo D.g.r. 4 maggio 2007 n. 8/4642 della Regione Lombardia), piemontese e veneta dove si assiste a una concentrazione di crematori in alcune aree mentre capoluoghi di provincia di una certa importanza continuano a esserne sprovvisti; in secondo luogo, affinch siano previste delle norme per promuovere linstallazione di crematori anche nelle regioni del Sud Italia. Gli obiettivi dovrebbero essere, da una parte, quello di garantire a ogni cittadino la possibilit di poter scegliere tra le forme di sepoltura o la cremazione senza essere costretto, nel caso della cremazione, a lunghi e onerosi spostamenti; dallaltra, il fatto che la diffusione dei crematori si accompagni a un miglioramento del servizio reso e che si eviti la creazione di una concorrenza selvaggia in un settore cos delicato, con la conseguente ricerca di contenimento dei costi e la riduzione dei servizi resi oltre che della loro qualit, intervenendo in tal modo per evitare la concentrazione di molti crematori in uno stesso bacino di popolazione di riferimento. La regolamentazione regionale dovrebbe prevedere criteri di efficienza a garanzia della bont del servizio indispensabili per poter ottenere lautorizzazione allinstallazione di nuovi impianti, che tengano naturalmente in considerazione gli impianti esistenti, come ad esempio: stabilire un bacino di riferimento minimo di popolazione residente per ciascun polo crematorio, fissare una distanza minima da un crematorio gi esistente prima di procedere a una nuova installazione, utilizzare la miglior tecnologia disponibile, possedere una Carta dei Servizi, certificare la qualit del processo di lavoro, ecc. Per consentire il rispetto del diritto di ciascuno di
commemorare il proprio congiunto deceduto, ogni crematorio dovrebbe avere una sala attigua dove sia possibile effettuare un rito civile o religioso e il personale idoneo per offrire un rito di accoglimento e di dignitoso commiato. Un secondo elemento di riflessione riguarda la trasformazione delle ceneri. In vari Paesi esiste la possibilit di trasformare le ceneri o i capelli del proprio congiunto deceduto in qualcosa daltro, ma quando si parla di trasformazione verrebbe da domandarsi che cosa significa trasformare le ceneri, quali possibili alternative di trasformazione vi sono e soprattutto come esse possono conciliarsi con la normativa italiana. Largomento complesso e non pu essere risolto in poche righe. Non credo sia tanto importante e neanche nostro compito esprimere giudizi su questa pratica, ma sicuramente si pone la necessit di fare una riflessione: possibile coniugare limmaterialit del ricordo con la sua riduzione a un oggetto? conciliabile questa pratica con la tradizione culturale del nostro Paese? Si pone poi un problema legislativo, a mio avviso, in quanto mi pare francamente complesso armonizzare la nostra normativa penale e qualunque tipo di trasformazione delle ceneri: mi sembra infatti evidente che vi sia un contrasto tra la trasformazione delle ceneri e la natura delle stesse, che in Italia soggetta a tutela del Codice Penale, ex art. 411. Sarebbe poi da valutare lopportunit di limitare questa pratica a coloro che in maniera esplicita la scelgono in vita, come avviene per la dispersione delle ceneri. Altro spunto di riflessione su cui necessario soffermarci quello che riguarda la possibilit di tumulare
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cassette di ossa e urne cinerarie in edifici preesistenti o nuovi situati allinterno di centri abitati. Questo permetterebbe di avere cimiteri di quartiere, sicuramente pi comodi da raggiungere per i famigliari, ma con alcune controindicazioni. In primo luogo questi edifici diventerebbero dei cimiteri a tutti gli effetti e come tali sarebbero riconducibili a quanto previsto dallarticolo 824 del Codice Civile che li include nel demanio comunale. In secondo luogo la nascita di cimiteri frammentati e dispersi nella citt, anche solo limitatamente alla conservazione delle urne cinerarie o delle cassette di ossa, comporterebbe una privatizzazione della memoria, sottraendo alla comunit uno dei pochi luoghi rimasti in cui ancora possibile riconoscersi nella propria storia, nelle proprie radici e nella propria identit. Il rischio di una diffusione incontrollata di piccoli cimiteri farebbe venir meno
le ragioni stesse che hanno portato le nostre societ a delimitare il territorio dei luoghi del ricordo e del lutto e questo un aspetto che non pu, a mio avviso, essere trascurato. Altro discorso, invece, quello delle case funerarie. Le case funerarie, molto diffuse in vari paesi europei ma non solo, sono luoghi dove possibile trasferire la salma della persona deceduta dallospedale o dallabitazione, consentire alla famiglia una veglia del defunto, effettuare una cerimonia e in futuro, se attrezzate come previsto dalla normativa vigente, eventualmente anche il periodo di osservazione del cadavere, la tanatoprassi. Si tratta di ambienti sicuramente pi confortevoli rispetto alle camere mortuarie degli ospedali, dove sarebbe possibile effettuare anche cerimonie civili e religiose (molto diffuse, ad esempio, in Spagna). Non sostituiscono le sale del commiato dei crematori, ma le precedono, esattamente come la sosta nei luoghi di culto prima dellarrivo in un crematorio (dotato di sala del commiato). In Italia alcune imprese di onoranze
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ome noto il nostro Paese tradizionalmente caratterizzato da profonde differenze non soltanto culturali che ne connotano le diverse aree geografiche e che affondano le radici in una storia plurisecolare. Se tali differenze (ovviamente determinate anche dai singoli assetti legislativi regionali) costituiscono generalmente un arricchimento, in molti casi (ed quello della vicenda italiana) esse possono tuttavia rappresentare un freno o, quanto meno, un ostacolo sulla strada di uno sviluppo del Paese complessivo e omogeneo sotto innumerevoli punti di vista, e in primo luogo sul piano delle strutture e dei servizi offerti ai cittadini. Un qualunque servizio, che dovrebbe in teoria essere il medesimo in termini di qualit ed efficienza su tutto il territorio nazionale, finisce infatti per mostrare fatalmente sostanziali disomogeneit a seconda della regione in cui esso viene erogato, e ci comporta innumerevoli disagi e ritardi che si ripercuotono in ultima istanza sullutenza che ne fruisce. Una siffatta situazione tende a generare maggiori e pi pro-
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Cagliari (165.000 abitanti al 2001), vero e proprio balcone affacciato sul Mediterraneo e per questa ragione crocevia di culture e popolazioni che nel corso dei millenni ne hanno caratterizzato il tessuto sociale e culturale , offre al visitatore la possibilit di apprezzare un certo numero di monumenti e musei di estremo interesse. Tra questi va senza dubbio segnalato il cimitero monumentale di Bonaria, collocato a pochi passi dal centro cittadino e dal litorale su un luogo in cui gi anticamente si trovavano delle necropoli romane e paleocristiane. Progettato da Luigi Damiano, capitano del Genio, esso costituisce il primo spazio di sepoltura utilizzato nel capoluogo dellisola. Inaugurato nel 1829, nelle sue vicinanze si trovava la chiesa di San Bardilio (del XII secolo), demolita a inizio Novecento e a sua volta originariamente collocata nellarea sulla quale secondo gli studi pi recenti sorgeva la chiesa pi antica della Sardegna, Sancta Maria in portu Grutt. Sottoposto nel 1858 ad alcuni lavori di ampliamento (condotti a pi riprese anche nei decenni successivi) e ospitante unarea appositamente destinata ad accogliere le sepolture dei non cattolici, nel 1968 il cimitero di Bonaria perse la sua funzione in seguito alla costruzione del nuovo camposanto di San Michele. a partire da quella data, dunque, che il monumentale di Cagliari cominci ad assolvere a una funzione di vero e proprio museo a cielo aperto, la cui struttura architettonica grazie alla presenza di numerose tombe in stile neoclassico e liberty testimonia chiaramente la vivacit culturale della citt tra
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pete in via diretta allamministrazione municipale, la quale ha affidato alla propria societ controllata, la Multiservizi Cagliari Spa, il solo servizio di sepoltura e il servizio di pulizia, di giardinaggio e di gestione dei rifiuti. Tutta lattivit amministrativa, la custodia e il controllo operativo sono invece rimaste di competenza dellamministrazione.
D. In termini numerici, che cosa
pu dirci? Per esempio, qual il numero delle tumulazioni annue effettuate? R. In media effettuiamo circa 1400 sepolture in loculo; le traslazioni si attestano invece sulla cifra annua indicativa di 200, mentre le inumazioni sono unottantina circa.
D. Come ben sa, sono numerose le
Ottocento e Novecento 1. Attualmente Cagliari pu tuttavia contare su altri due cimiteri, che il funzionario del Comune ci illustra nellintervista che segue. I cimiteri cittadini sono tre: quello di San Michele (che lunico a oggi pienamente operativo), quello di Bonaria (inserito nel circuito dellASCE) e quello frazionale della municipalit di Pirri, che tuttavia ha da qualche tempo esaurito la propria capienza e in relazione al quale sono attualmente allo studio alcuni
progetti di ampliamento e per la relativa ripresa delle sepolture. Il cimitero di Bonaria invece oggetto di un complesso processo di valorizzazione e di recupero, grazie a un intervento sinergico che vede impegnata lamministrazione comunale, lUniversit degli Studi di Cagliari e la Soprintendenza ai Beni culturali, artistici e architettonici.
D. Pu dirci a chi affidata la gestio-
ne dei cimiteri della vostra citt? R. Lorganizzazione e il funzionamento dei cimiteri cagliaritani com-
amministrazioni in Italia che, allo scopo di migliorare la gestione dei servizi funerari e cimiteriali, hanno tentato a quanto pare con buoni risultati la strada della formazione periodica da offrire ai propri operatori: una formazione che ha ricadute senza dubbio positive sulla percezione della cittadinanza circa il servizio offerto. La vostra amministrazione ha tentato questa strada in passato? R. Per molto tempo lavorare nei cimiteri stato inteso come una sorta di luogo di espiazione della pena per i dipendenti comunali difficili, e a tale servizio sono state destinate unit lavorative la cui gestione risultava particolarmente complessa. Oggi si registra al contrario una maggiore sensibilit e una presa di coscienza circa limportanza che per la cittadinanza assolve la struttura cimiteriale.
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altro aspetto strettamente connesso ai servizi di cui lei responsabile. La citt di Cagliari offre ai suoi abitanti la possibilit di optare per la pratica crematoria: da quanto tempo ci possibile e come si presenta la situazione attualmente? R. Cagliari stata per molti anni lunica citt della Sardegna a disporre di un impianto per la cremazione. Tale impianto, operativo fin dal 1987, attualmente in fase di dismissione poich a breve avranno inizio i lavori per la posa in opera di un nuovo impianto allavanguardia sia sotto il profilo tecnico, sia per quanto riguarda gli standard operativi di rispetto dellambiente.
D. Pu fornirci qualche dato nume-
zione di un Rito del Commiato che, in spazi a esso appositamente dedicati, garantisce lestremo saluto da parte dei dolenti secondo modalit tendenzialmente laiche e diverse da quelle tradizionali. La vostra amministrazione prevede iniziative di questo tipo? R. S, la struttura cimiteriale di San Michele dispone di unapposita Sala del Commiato per cerimonie di tipo laico. La Sala attigua allimpianto di cremazione e pu ospitare oltre cento persone al suo interno. Il suo utilizzo non tuttavia molto frequente, anche se si registrata una crescita costante nel corso degli ultimi anni. I dati forniti dal dottor Montixi relativamente allultimo argomento vanno senza dubbio messi in relazione al tradizionale divario in termini di cremazioni effettuate che caratterizza da sempre le regioni settentrionali della Penisola dove si registrano punte percentuali che possono essere accostate a quelle dei Paesi nordeuropei, dove la cremazione rappresenta la scelta principale rispetto a quelle del centrosud Italia, in cui la stessa opzione continua ancora ad attestarsi su livelli numerici non troppo elevati. La pronta disponibilit del funzionario del Comune ci permette quindi di osservare da vicino la situazione attuale vissuta dalla citt di Cagliari in questo specifico settore.
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occasione di monitorare in modo continuativo lapprezzamento o il non apprezzamento (e quindi il conseguente disagio) manifestato dalla cittadinanza nei confronti del servizio nel suo complesso? Molte amministrazioni si sono dotate soprattutto negli ultimi tempi di una Carta dei Servizi attraverso la quale ogni cittadino pu conoscere gli obiettivi di qualit del servizio fornito e valutare, a posteriori, essi vengono di volta in volta centrati: pu dirci qualcosa su questo aspetto? R. Lamministrazione cagliaritana ha recentemente attivato un percorso di certificazione di qualit che ha previsto anche la predisposizione di apposite Carte dei Servizi volte a formalizzare limpegno delle varie strutture comunali in merito al miglioramento continuo della qualit e alla garanzia del mantenimento di standard elevati nellerogazione del servizio. Insieme a ci, lufficio cimiteri mette in atto continui monitoraggi sul grado di soddisfacimento dellutenza per mezzo di questionari e di rilevazioni a campione, oltre naturalmente ai contatti diretti con gli interessati.
rico sulle cremazioni effettuate su base annua? E, poi, possibile sapere qualche cosa circa le scelte operate (ovviamente da chi opta per la cremazione) sulla destinazione delle ceneri soprattutto alla luce dei recenti mutamenti normativi? R. La cremazione in Sardegna ha registrato un costante trend di crescita, bench i numeri, se rapportati alla popolazione complessiva, siano ancora piuttosto esigui. Negli ultimi anni, in ogni caso, si sono registrate circa 200 operazioni di cremazione allanno su base regionale. Le ceneri vengono per lo pi collocate in cellari, mentre solo una piccola percentuale dei congiunti opta per la custodia delle ceneri del proprio caro in abitazione. Infine, in assenza di una regolamentazione regionale non possibile, al momento, la dispersione delle ceneri in luoghi aperti 2.
D. Come sa, in alcune realt italia-
ne (tra cui in particolare Torino) esiste da tempo la possibilit di assicurare, a chi lo desideri, la celebra-
I dati sono tratti dal sito www.imonumenti.it Secondo i dati forniti dallISTAT, al 31 dicembre 2007 i morti in Sardegna sono stati 14.272; nel corso dello stesso anno, le cremazioni effettuate nellisola sono state 213 (dati estratti dal Libro bianco sul settore funerario italiano - Sefit): stando a queste cifre, dunque, nel corso del 2007 (che rappresenta lultimo anno per il quale possediamo dati definitivi) la percentuale dei cremati in Sardegna sul totale della popolazione l deceduta stata dell1,50 circa%.
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uando ragioniamo sul cimitero, nellEuropa centro-meridionale, pensiamo al modello napoleonico e al suo sviluppo. Tale modello sorto dalla crisi delle sepolture che si manifestata negli ultimi decenni del Settecento, e che si aggravata durante e verso la fine della Rivoluzione francese risale alleditto di Saint Cloud del 1804, che garant la fossa individuale a tutti i defunti e la possibilit di apporre lapidi e epitaffi sulla tomba dei propri congiunti. Come noto, Napoleone aveva in mente lideale di un cimitero giardino, ma laffollamento delle cappelle familiari borghesi e delle tombe ottocentesche ha dato a questi cimiteri, nella maggior parte dei casi, piuttosto laspetto di necropoli che di paesaggi naturali. I nostri cimiteri monumentali, oggi musei a cielo aperto, sono lesito del desiderio di investire nellarte cimiteriale da parte della classe dirigente del XIX secolo e dei primi decenni del XX. La dimensione monumentale prevalse soprattutto nei paesi cattolici, nei quali maggiore stato linteresse per il post mortem, anche per via
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Xavier Mellery, Autunno, 1893, Muses Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles.
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l mio amatissimo padre riposa dal 1983 in una celletta nel Tempio della Cremazione. Sulla lapide c il suo nome, le date e una piccola falce e martello. In ventisette anni, non sono mai andata a trovarlo: preferisco rileggere le sue lettere o guardare delle foto, e tutto mi fa pensare che in quella celletta ci sia solo un pochino di cenere e che se, come spero, posso ancora contare sulla sua protezione, questa arrivi seguendo sentieri inspiegabili quanto immateriali. Ma quando mi capita di andare al Tempio per il funerale di qualcun altro, allora passo a salutarlo, e non manco mai di sorridere vedendo quel simbolo (che non stato deciso da me) che certamente gli corrisponde e gli avrebbe fatto piacere. Entrambe le mie nonne sono state cremate e le loro ceneri disperse nello stesso cimitero. Penso molto spesso a loro, due figure importanti nella mia infanzia e adolescenza, ma mi interesso poco ai loro resti mortali. Il mio , tuttavia, un atteggiamento contradditorio: vado volentieri nella parte ebraica del Cimitero (dov sepolta la mia bis-
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sieme, e andarci da sola la fa sentire coraggiosa. Mia madre, per parte sua, mi ha raccontato di scrivere ogni giorno una lettera al marito scomparso, ma non pare sentire la necessit di visitarne la tomba. Ho raccontato tutto questo per esprimere, attraverso lesperienza personale, la complessit e la contraddittoriet dellatteggiamento che ciascuno di noi coltiva a proposito dei luoghi e dei percorsi della memoria. Paradossalmente, ma non troppo, spesso pi importante per noi visitare le tombe, o quanto meno visualizzarne il luogo, delle persone alle quali eravamo legati da rapporti diversi dalla parentela. Il luogo, in questo caso, diventa la prova di realt, ci che ancora possiamo condividere con gli altri, in pubblico o in privato, cos come la partecipazione a un funerale ha spesso un valore sociale e solidale che va molto al di l della persona scomparsa. Insomma, io non amo i cimiteri, forse perch essi rappresentano a causa della composizione demografica del nostro paese una religione maggioritaria che io non conosco e alla quale non ho mai appartenuto. Non amo neppure partecipare alle esequie cattoliche quanMikolajus Ciurlionis, Sonata alle stelle. Allegro, 1908, Museo Ciurlionis, Kaunas.
do, come avviene in molti casi, esse vengono celebrate da un sacerdote che ha conosciuto poco o per nulla il defunto, e che quindi deve limitarsi a pronunciare parole rituali e per chi non crede vuote di significato. E, per contro, rimpiango di non essere cattolica le rare volte che mi capita di partecipare a quella sorta di mantra che il Rosario, del quale percepisco tutta la forza simbolica e consolatoria. Ma non amo nemmeno i tentativi che vengono volonterosamente compiuti in nome di una presunta laicit che vorrebbe trasformare il rito di passaggio che la sepoltura o la cremazione rappresentano in un momento del tutto privato. Provo un disagio irrazionale di fronte a proposte come quella di ricordare i defunti su internet o a iniziative liberali, che in quanto tali condivido e che pure mi appaiono eccentriche come la dispersione delle ceneri da un aereo o sulla vetta di una montagna. Comprendo come un simile rituale possa fornire conforto a una persona sopravvissuta o a unintera famiglia, ma ritengo che la dimensione sociale e soprattutto pubblica di un funerale non debba essere perduta in una societ che si sta trasformando e che tuttora fa fatica a trovare le parole giuste per regolare ci che accade tra i vivi le famiglie di fatto, ladozione, i legami di solidariet nelle coppie etero e omosessuali non sanciti da un matrimonio, il testamento biologico.
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a Chiesa cattolica, nella sua storia millenaria, sempre stata particolarmente efficace nel cogliere i mutamenti sociali e culturali. Anche la liturgia funebre molto cambiata nel corso dei secoli: se in epoca medievale e nella prima et moderna poneva laccento su quella che stata definita la pastorale del terrore, successivamente, con sempre maggior decisione ha virato verso la consolazione dei dolenti. In particolare, questo vero in seguito alle prospettive aperte dal Concilio Vaticano II, che ha optato per una visione della morte incentrata sulla fede nella resurrezione per tutti i credenti, non sul timore del giudizio e sul memento mori. Si prestata maggiore attenzione al sentimento umano, alla consapevolezza della dimensione individuale nella societ contemporanea e allesigenza di coniugare un intenso messaggio di speranza con il dolore della perdita. Recita infatti il Rito delle esequie, pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1974: Ricordino poi tutti, e specialmente i sacerdoti, che quando nella liturgia esequiale raccomandano a Dio i defunti, hanno anche il dovere di animare nei pre-
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Dallaltro lato, i vescovi incentivano la preghiera in quelle fasi descritte dagli psicologi come traumatiche. Si pensi al momento della chiusura della bara, cos ben narrato nel film di Moretti La stanza del figlio; o a quello della tumulazione, che si svolge oggi spesso in un clima di afasia, e senza un autentico contenuto di commiato. Non solo, ma le preghiere sono proposte e differenziate anche in base al tipo di morte, pi o meno inattesa o pi o meno tragica: per un giovane o un vecchio, per un religioso o una religiosa si diranno determinate preghiere, diverse da quelle pronunciate per una persona che ha vissuto una lunga sofferenza con fede, oppure per una persona deceduta improvvisamente o ancora per un defunto morto tragicamente o per incidente, di fronte al quale si prega anche di non perdere la fede: Non permettere che il dolore per la sua morte indebolisca la nostra fede in te e ladesione a quella promessa di vita che tu ci hai fatto, risuscitando da morte il tuo Figlio. Che cosa significa tutto questo? In primo luogo, il principio della personalizzazione del rito, nato in ambito laico e protestante, fa la sua comparsa anche nella liturgia cattolica, a dimostrazione del valore precipuo, ormai ampiamente condiviso, attribuito alla vita terrena e al lascito umano di ciascuno. Inoltre, si pu rilevare che il divieto del pianto caratteristico del Cristianesimo, che interpreta la morte come inizio della vita eterna comincia ad addolcirsi, nel rispetto del dolore di chi resta. Al pianto sommesso di Maria, cos come ne aveva parlato De Martino, consentito farsi maggiormente sentire, nel singhiozzo e nella disperazione. Compito delle Chiesa anche consolare. Interessante, inoltre, che la consapevolezza della crisi delle vocazioni allinterno della Chiesa determini la possibilit per i laici di accompagnare i riti, di guidare la preghiera: tale scelta, da un certo punto di vista, attenua ulteriormente il controllo ecclesiastico sulla morte, che stato storicamente un monopolio fino al XVIII secolo inoltrato (fino alla municipalizzazione dei cimiteri, con la Rivoluzione francese prima, e con leditto napoleonico del 1804 poi). Da un altro punto di vista, si configura come tentativo di connotare in senso cristiano uno spazio quello del Commiato che stato elaborato e proposto in unarea culturale ampiamente secolarizzata. E infine (e si tratta della novit pi rilevante) il nuovo Rito delle esequie, come il Sussidio, articola, come era stato da tempo annunciato, una liturgia della cremazione, accogliendo cos completamente questo rito allinterno della propria cultura, dopo secoli di piena esclusione (IXXX secolo) e quarantasette anni di distaccata tolleranza (1963-2010). Purch la scelta della cremazione non rinneghi la fede nella resurrezione dei corpi, purch non esprima un antagonismo nei confronti della Chiesa, questultima non vi si oppone, anzi la fa sua. E pur preferendo che la liturgia esequiale in chiesa si svolga prima della cremazione (dunque in presenza della salma), non impossibile, in alcune circostanze, celebrare il funerale alla presenza dellurna (non solo nel caso di una morte allestero, ad esempio, ma anche nel caso di esigenze che abbiano a che fare con la programmazione municipale dei flussi crematori: cio, si pu desumere, sempre.) Lurna viene appoggiata su un tavolo coperto da un drappo viola nella zona antistante laltare, e contornata da ceri ed eventualmente dalla croce astile. Non solo, ma il nuovo rito prevede che i parenti siano accompagnati se possibile da un sacerdote, oppure da un laico, a deporre lurna cineraria nei cimiteri, passando eventualmente anche dal crematorio, finora pensato come luogo laico per eccellenza. Le preghiere che fanno troppo diretto riferimento alla sepoltura devono essere sostituite da altre: La fede nella risurrezione d certezza che Dio far sorgere i morti dalla polvere della terra () Noi siamo come polvere () O Dio in te vivono i nostri morti e per te il nostro corpo non distrutto, ma trasformato in una condizione migliore. Viceversa, la Chiesa resta fortemente contraria alla dispersione delle ceneri in natura (interpretata come scelta panteistica) e ad ogni altra forma di conservazione che non sia quella cimiteriale, nellottica della promozione di un culto della memoria dei defunti (anche questo, senzaltro, da reinventare). Nel Sussidio del 2007 sono accolte ancora una volta le pi diffuse perplessit laiche sul tema della dispersione, espresse in ambito storico, antropologico e psicologico, e spesso riprese anche su questo giornale. Il testo recita: Soprattutto nel caso di spargimento delle ceneri o di sepolture anonime si impedisce la possibilit di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende pi difficile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute resta anonima, e si fa strada una crescente assenza di storia. Sar certo interessante verificare se questa liturgia prender piede o rester lettera morta: sar un importante segnale per comprendere in che direzione muove la societ italiana.
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LUISA RAPETTI
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ricerca compendiati nel volume, ma, ancor pi ed merito di non poca importanza , per quanti siano alle prese (come nel caso di chi scrive) con ricerche inerenti la storia e la cultura cimiteriale ebraica della nostra regione. Da esso apprendiamo per esempio che le usanze e i riti, connessi a questo evento [il decesso], fissati nelle linee fondamentali dellepoca talmudica, sono sobri e improntati alla solidariet e al conforto verso i parenti, alla prospettiva storica di speranza per la riparazione di tutti i mali, al rispetto del decoro dei vivi e dei defunti di cui si onora la memoria. Oppure che al defunto viene coperto il volto perch sia ricordato da vivo; rivestito di telo bianco, in segno di rispetto e di uguaglianza di fronte al Signore, deposto in terra; un lume, simbolo della vita, rester acceso per sette giorni. Inoltre, poich la salma percepita come portatrice di impurit i parenti dispongono laccompagnamento dalla casa al cimitero, se possibile, entro le ventiquattro ore ma non di sabato. Concludono il volume due altri piccoli capitoli, rispettivamente dedicati agli stranieri sepolti nel cimitero ebraico di Acqui (34 fosse di individui inumati tra il 1890 e il 1914) e ai perseguitati e deportati (sepolti nel quadrante del cimitero che ospita i defunti del Novecento), pi un terzo, decisamente pi corposo, che raccoglie le biografie di una quindicina di personaggi della comunit le cui vicende danno la possibilit al lettore di apprezzare un efficace affresco della vita familiare di una parte dellebraismo piemontese. Di notevole utilit, infine, il puntuale apparato bibliografico, strumento utile per ogni ulteriore ricerca da parte di futuri studiosi che intenderanno proseguire il lavoro cominciato per Acqui Terme da Luisa Rapetti. Luca Prestia
Gustave Moreau, Lapparizione, part., 1874-1876 c., Muse Gustave Moreau, Parigi.
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LIBRI
RUSSEL SHORTO
Le ossa di Cartesio
traduzione di Irene Abigail Piccinini
Longanesi, Milano 2009, pp. 291, euro 17,60
Durante linverno pi gelido che la Svezia ricordi, quello del 1650, un uomo sta morendo a Stoccolma nel cuore della notte. Ha cinquantaquattro anni. Nei suoi occhi erratici si coglie unostinata volont di vivere e continuare la sua partita a scacchi con la morte. Al capezzale siede lambasciatore di Francia. Da corte arriva il medico personale della regina Cristina. Lora per ormai giunta, e gli occhi di Cartesio si chiudono per sempre. La mente del padre della modernit smette di pensare. Ma per il suo corpo non c pace. Dopo una frettolosa sepoltura in un piccolo cimitero cattolico a nord della citt, i resti saranno riesumati nel 1666 per essere traslati in patria, a Parigi, dove infuria la battaglia culturale tra i custodi della fede e i seguaci della ragione e del dubbio. Qui, nella chiesa di SainteGenevive-du-Mont, le spoglie trovano una seconda tumulazione, tra grandi festeggiamenti. Poi, nel 1819, presenti i luminari dellAccademia delle scienze, avviene una terza cerimonia. Ma allapertura della bara qualcosa non va. Manca un pezzo, precisamente il cranio, separato dal resto delle membra per una beffarda ironia delle vanit mondane, visto che a Cartesio la tradizione ascriver il dualismo mente-corpo. Nasce cos lenigma delle sue ossa, magistralmente ricostruito e svelato da Russel Shorto, che prende spunto da questa vicenda per delineare uno straordinario affresco storico, ricco di colpi di scena, popolato di grandi personaggi e delle loro idee destinate a segnare il nostro presente. Unindagine alla radici stesse del progetto moderno.
ANTONIO CASTRONUOVO
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religioni monoteistiche, la morte e la ritualit funebre. I primi due incontri sono stati dedicati al Buddhismo e allEbraismo: nel corso del primo di essi il Lama Rabsel ha parlato delle pratiche spirituali con cui i buddhisti tibetani si preparano, nel corso della vita, alla morte; mentre nel secondo incontro, in cui intervenuto il rabbino capo della Comunit Ebraica di Torino Alberto Somekh, stato affrontato il tema del rapporto tra Ebraismo e pratiche crematorie in relazione allattuale dibattito in materia di cremazione e di destinazione delle ceneri. Pubblichiamo di seguito il calendario delle prossime conferenze, aperte a tutti e gratuite. 24 maggio, ore 18, Biblioteca Civica Italo Calvino Lungo Dora Agrigento 94, Torino Morte nellIslam: aspetti socio-antropologici e giuridici Interverranno la professoressa Claudia Tresso, docente di Linguistica araba presso lUniversit degli Studi di Torino, e la professoressa Roberta Aluffi, docente di Diritto islamico presso la Facolt di Giurisprudenza dello stesso ateneo. 1 giugno, ore 18, Biblioteca Civica Villa Amoretti Corso Orbassano 200, Parco Rignon, Torino Rimozione della morte ed eclissi della fede Interverranno il professor Marco Marzano, docente di Metodologia della ricerca sociale allUniversit degli Studi di Bergamo e don Roberto Repole, docente della Facolt Teologica di Torino. 13 settembre, ore 18, Biblioteca Civica Villa Amoretti La morte nella concezione protestante: da dove proviene lapertura bioetica dei protestanti sulla fine della vita? Interverr il pastore valdese di Torino Paolo Ribet e il dott. Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica della Tavola valdese Ottobre, ore 18, Biblioteca Civica Villa Amoretti Rimozione della morte ed eclissi della fede cattolica? Interverranno il professor Marco Marzano, docente di Metodologia della ricerca sociale allUniversit degli
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Congresso internazionale
La Fondazione Fabretti, in collaborazione con lUniversit di Alba Iulia e il Centre for Thanatology della Radboud University di Nijmegen, organizza la terza edizione del Congresso Internazionale dedicato allo studio del morire e della morte dal XVIII al XXI secolo che si terr in Romania dal 3 al 5 settembre 2010. Il tema di questanno sar Ripensare i riti funebri in Europa. Durante i tre giorni del convegno storici, antropologi, psicologi, filosofi e bioeticisti di fama internazionale presenteranno i risultati delle loro ricerche sulla storia, le ritualizzazioni e gli spazi della morte, la cultura del lutto, le ultime disposizioni in ambito bioetico per quel che riguarda il fine vita e le cure palliative.
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Novit editoriali
Le rive fatali di Keos
Il suicidio nella storia intellettuale europea da Montaigne a Kant stato pubblicato il volume del filosofo Paolo L. Bernardini dal titolo Le rive fatali di Keos. Il suicidio nella storia intellettuale europea da Montaigne a Kant: il testo affronta il tema del suicidio nella filosofia europea. Riportiamo qui di seguito la quarta di copertina. Il tema del suicidio, largomento centrale di tutta la filosofia secondo la celebre formulazione di Albert Camus, attraversa lintera storia intellettuale europea e non solo europea, dalle origini della civilt umana. Nella prima et moderna da Montaigne nella Francia devastata dalle guerre di religione, fino a Kant ai tempi altrettanto tormentati della Rivoluzione Francese, il suicidio diviene oggetto di un incessante, quanto talvolta esoterico e spesso scandaloso, dibattito intellettuale: tra chi ne difende la liceit e chi lo condanna in modo reciso, fra chi lo osserva dal punto di vista storico e chi ne fa oggetto di romanzi di immenso successo, da Goethe a Foscolo, che segnano la nascita del best seller e anche la fine del suicidio come argomento tab, da trattare con infinite cautele. In questo dibattito intervengono cattolici, protestanti, atei e libertini, sovrani e abati, casuisti e cronisti, ne scrivono Casanova e Kant, Hume e Voltaire, con argomenti tratti dal vasto arsenale concettuale medioevale dove il Charles Maurin, Maternit, 1893, Muse Crozatier, Le Puy.
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NOTIZIE
Un fotogramma tratto dal documentario Sia Fatta la mia volont realizzato dal Collettivo teatrale Schegge di Cotone
u questi temi insiste un documentario realizzato dal Collettivo romano Schegge di Cotone. Si tratta di un vero e proprio viaggio in un mondo poco conosciuto e per molti versi occultato: quello dei funerali civili. Le protagoniste cominciano il loro percorso alla ricerca delle modalit per poter realizzare un rito laico sulla spinta della richiesta di una nonna razionale e sensibile. La strada intrapresa le porter ad incontrare persone famose e non, giungendo ben presto a comprendere che quello che
in gioco in realt la libert di scelta. Assistendo alla proiezione si ride di fronte allignoranza di molti, ci si commuove nellascoltare altrettante storie individuali, ci si indigna nelludire il suono filtrato della voce di Paolo Ravasin. Il tocco lieve. Il Collettivo Schegge di Cotone si avvicina a questo universo di esperienze con profondo rispetto delle diverse avventure esistenziali e di chi rimane e racconta. Senza alcuna pretesa di esaustivit. Ci che resta, dopo che la marea emozionale si ritirata, la consapevo-
lezza di una grande verit: un funerale civile o altre decisioni di fine vita non sono generalmente scelte contro il pensiero o il credo di qualcun altro, ma sono il frutto di unintima coerenza tra la propria vita e la sua conclusione. Un ottimo lavoro quindi, pensato e filmato con una prospettiva aperta sui difficili temi affrontati. Il documentario Sia fatta la mia volont nato da unidea di Emanuele di Giacomo e Ottavia Leoni. Le tre principali protagoniste sono Paola Bordi, Elisa Capo e Ottavia Leoni.
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NOTIZIE FIC
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NOTIZIE FIC
Animali e cremazione
Molti degli iscritti alle Societ per la Cremazione possiedono animali. Alcuni tra questi vorrebbero riflettere quellamore incondizionato che questi compagni di vita ci regalano anche nel momento della loro morte, proprio attraverso la cremazione dellanimale e la conservazione delle sue ceneri nella propria abitazione. Altri vorrebbero che le ceneri dellanimale accompagnassero la dispersione delle proprie in unideale ricongiunzione con gli elementi naturali. Ma gli animali (generalmente, cani o gatti) ci aiutano anche in condizioni di sofferenza e di lutto. Spesso il cane si lascia morire dopo la morte della persona con cui ha condiviso larga parte della propria esistenza. Di questi temi si parlato in occasione dellincontro pubblico che ha anticipato lAssemblea della Federazione Italiana per la Cremazione del 17 aprile scorso, dopo la proiezione del documentario Sia fatta la mia volont. La relazione stata pronunciata da Cinzia Barillaro, naturalista-etologa, esperta di didattica ambientale, nonch componente dellAssociazione Artena che ha sede a Dolo (VE). La studiosa ha avuto modo di evidenziare come la zooantropologia non consideri il pet (animale domestico) come uno strumento per il benessere umano, quasi un farmaco vivente. Lanimale che entra nel sistema riabilitativo o educativo un soggetto referente, un interlocutore capace di apportare cambiamenti, in una relazione dove si abbia cura che il beneficio arrivi a tutte le parti coinvolte nel processo. Il processo relazionale con unalterit come un cane, un cavallo, un maiale, un coniglio, un gatto o unoca per noi talmente ricco di fascino e di difficolt da essere in s stimolante e terapeutico. Unampia letteratura supporta lipotesi che linterazione con gli animali possa migliorare la qualit della vita delle persone di qualsiasi et. Tuttavia, particolarmente indicata nel caso di individui soli e anziani. I benefici sono
Alcuni dei cani dellAssociazione Artena di Dolo (VE) per la Pet Therapy
molteplici, si tratta di miglioramenti sul versante sia fisico che psicologico. Lintervento pu essere offerto ad anziani istituzionalizzati e non, anche in presenza di quadri patologici (es. demenza, depressione senile...). Sul fronte delle situazioni di lutto non vi sono ancora molte evidenze scientifiche. Ci nonostante, lesperienza di tutti noi ci dice che si tratta di un terreno da esplorare. I cremazionisti sapranno sicuramente prestarvi attenzione.
17 aprile 2010
semblea stata preceduta, il 16 aprile u.s., da un incontro pubblico a Venezia Mestre, nellAuditorium ex Plip, nel corso del quale stato proiettato il documentario Sia fatta la mia volont e sono state presentate le relazioni di Gianfranco Miatto dellAssociazione La Ginestra di Treviso e di Cinzia Barillaro dellAssociazione Artena di Dolo (VE). stata anche proiettata unintervista video a Federico Premi.
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NOTIZIE FIC
Annibale Forcellini, nel lontano 1882 uno dei fondatori dellAssociazione Veneziana per la Cremazione. Un tempo la bara faceva un viaggio silenzioso, fatto con la sola propulsione dei remi, rispettoso del momento luttuoso e della tradizione lagunare veneziana. Lultima barca dei morti stata dismessa nei primi anni 70. Da allora solo sporadicamente i veneziani hanno potuto essere sepolti da veneziani. Negli ultimi mesi, stata avviata una sottoscrizione in citt per la sua ricostruzione.
per la Cremazione - Socrem Trento), Antonino Frattagli (Societ per la Cremazione di Trapani), Emilio Scioldo (Societ per la Cremazione di Torino). Ultimo in ordine di tempo Fabrizio Pitigliani, gi Presidente della Societ per la Cremazione di Prato, deceduto nel primo pomeriggio del 10 marzo 2010, in auto, davanti alla porta di ingresso della sua azienda in viale Marconi, stroncato da un malore improvviso. Un ultimo abbraccio fraterno a chi stato per lunghi anni al nostro fianco.
Limpegno dellUCE
LUnion Crmatiste Europenne (UCE) si fatta promotrice delladozione di una Direttiva Europea finalizzata allarmonizzazione delle norme in materia di decisioni di fine vita e di destinazione delle proprie spoglie mortali. Essa in linea con le risultanze dello studio di Diritto comparato realizzato dallUCE con lUniversit francese di Nancy sulle varie leggi in materia esistenti in Europa. Limpegno del delegato italiano, Luciano Scagliarini, Past President FIC e Vicepresidente UCE, ha consentito la presentazione della proposta di lavoro in materia, in un contesto in cui altri Paesi hanno normative certo pi avanzate delle nostre ed in cui le associazioni cremazioniste hanno ottenuto risultati molto maggiori di quelli finora conseguiti in Italia. Scagliarini ha inoltre proposto ladozione della tessera europea per la cremazione. I componenti dellUnion Crmatiste Europenne (UCE), riunitisi a Torino lo scorso 10 ottobre 2009, hanno preso alcune decisioni importanti. Tra queste vi la realizzazione di un Annuario di tutte le Associazioni cremazioniste, non lucrative, operanti in Belgio, Francia, Italia e Lussemburgo. Lannuario sar propedeutico alla realizzazione di un Passaporto cremazionista, auspicato da tempo anche dalle associazioni affiliate alla Federazione Italiana per la Cremazione. Da segnalare infine la discussione in corso presso il Senato della Repubblica Italiana, sul Testo unificato proposto dal relatore per i disegni di legge n. 56, 511, 95 recante: Disciplina delle attivit nel settore funerario e norme in materia di dispersione e conservazione delle ceneri e lapprovazione della Legge regionale 4 marzo 2010, n. 18 della Regione del Veneto, recante: Norme in materia funeraria.
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RIFLESSIONI
n Italia il settore funerario, e cos quello della cremazione, da molto tempo carente di una normativa organica e soprattutto attuale, della quale sempre pi si avverte la necessit. Al momento in fase di esame da parte della XII Commissione del Senato (Igiene e Sanit), presieduta dal sen. Antonio Tomassini, una legge dal titolo Disciplina delle attivit nel settore funerario e norme in materia di dispersione e conservazione delle ceneri. Il testo di legge include anche i Principi fondamentali in materia di cremazione e di trattamento delle ceneri e allude alla possibilit di operare sulle ceneri non meglio specificati interventi di trasformazione. Non sapendo con precisione che cosa sintenda per trattamento delle ceneri, il pensiero corre fatalmente a certi usi del tutto estranei alla nostra cultura e a forme di manipolazione delle ceneri lesive della dignit umana che appartengono alla sfera puramente commerciale. In altri Paesi gi da molti anni consentito, per esempio, trasformare le ceneri del proprio caro in un diamante. Dopo di che, tale diamante pu essere conservato in una teca oppure montato su oro e portato al collo, al polso o al dito come un qualsiasi altro gioiello. Strano modo di conser-
vare il ricordo per sempre, ma paese che vai usanza che trovi. Senza contare che, volendo, ci si pu fare un diamante non soltanto con le ceneri dellamato defunto ma anche con quelle delladorato gatto passato a miglior vita: non ci sono discriminazioni in termini di affettivit. Ora necessario spiegare sinteticamente questo procedimento di trasformazione non tanto per descriverne la tecnica, perch non questa la sede, ma per fare una doverosa osservazione. Un diamante artificiale si ottiene in laboratorio attraverso lelaborazione di un elemento chimico, il carbonio, e le ceneri derivanti dalla cremazione sono appunto costituite principalmente da carbonio. Se, come pare, per realizzare un diamante bastano appena 500 grammi di ceneri e la quantit di ceneri che deriva dalla cremazione di un corpo umano di circa tre chili,
che ne delle ceneri non utilizzate? Quel che si fa allestero non ci riguarda, in Italia la normativa vigente considera le ceneri a tutti gli effetti salma e pertanto ne decreta lindivisibilit. Le ceneri umane sono infatti equiparate alle salme e come tali investite della medesima devozione e dignit di memoria. Ma, qui da noi, non la sola osservanza delle norme a fissare i limiti della cremazione: per quanto sia effettuata con moderne tecnologie, questa una pratica antica, rispettosa delle spoglie umane e trasformativa gi in s attraverso un processo completo e definitivo. Ulteriori interventi trasformativi sulle ceneri umane, tipo la produzione di monili e di oggettistica varia, che contrastano con il rispetto della sacralit dei resti umani, sarebbero impensabili. E, non bastasse questo, ci salvi almeno il buon gusto.
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