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Nostra Signora Dea and Il Femminicidio D
Nostra Signora Dea and Il Femminicidio D
&
Il femminicidio degli Eroi
Jean Santilli
https://independent.academia.edu/JeanSantilli
(Versione italiana, tradotta dall’autore.)
«... a volte abbiamo bisogno di creare mostri irreali e spiriti maligni per
prendere il posto di ciò che ci fa paura nella nostra vita reale: il genitore
che dà un pugno al posto di un bacio .../... il cancro che scopriamo un
giorno e che vive nel nostro proprio corpo. Se degli avvenimenti così
terribili venissero dalle tenebre, sarebbero più facili da affrontare. Ma
invece di essere oscuri hanno un loro proprio terribile bagliore, così mi
sembra, e nessuno brilla tanto come gli atti di crudeltà che commettiamo
nella nostra propria famiglia. Se guardassimo direttamente a quanto
brilla così forte, diventeremmo ciechi, allora creiamo ogni sorta di filtro.»
Stephen King
The Shining
(Introduzione all’edizione 2001 – Hodder / Hachette UK )
«Ho fatto del mio meglio per non deridere, per non deplorare, per non
detestare le azioni degli uomini, ma per comprenderle.»
B. Spinoza
Trattato politico (I, 4)
«Il termine galassia viene dal greco per dire latte, e chiamate la vostra
galassia Via Lattea. Se vi dicessi... Non mi credereste. La Via Lattea
gira su sé stessa attorno alla mia... Un buco nero? Che oscenità! Un
orribile mostro che divora tutto, anche la luce? Che tristezza. È così
affettuosa! Così sola che... Lasciamo perdere.»
Gianni-Nina della Luna
Il sole si ferma sempre due volte
1
Sui Tre fili spinati del Tuo lungo recinto
Ciocche bionde e nere dalla Tua Testa
Fila la Tua lana nel Tuo Filo
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Preambolo
Mentre passeggiava per boschi, l’autore fu oggetto di sguardi insistenti.
Una vertigine, una visione... e fuse in una sola persona i tre soggetti che lo fissavano.
Il primo era una statuetta, una delle tante rappresentazioni di una donna seduta in terra.
Per le forme prosperose, è considerata una Dea Madre, o Dea della Fertilità.
Il secondo era un tempio megalitico. Benché i templi del periodo neolitico di Malta siano
di un interesse estremo e di una importanza evidente, essendo stati costruiti 1.000 anni
prima di Stonehenge, l’autore non ne aveva mai sentito parlare, come molti,
probabilmente, dei suoi simili di cultura media. Bambino, non fu capace di vedere i
vestiti nuovi dell’Imperatrice: era nuda.
Il terzo era un affresco alto un metro. Per la targhetta, rappresentava lo scudo sacro del
guerriero greco: lo “Scudo a forma di 8”. A quel punto, l’autore scoppiò a ridere,
attirando un’attenzione indesiderata nel più importante museo di Atene.
La sequenza di tre foto che segue permetterà al lettore di ridere insieme all’autore, o di
concedersi un sorriso meditabondo. Ad una condizione: come l’autore, dovrà spogliarsi
di un certo atteggiamento vittoriano di fronte alle cose della vita, ed usare una tecnica di
osservazione chiamata rêverie – sogno ad occhi aperti – dal filosofo delle scienze francese
Gaston Bachelard.
Una miglior conoscenza di un passato arcaico non è poi così importante; tuttavia la risata
fu solo la prima reazione. L’autore esaminò più da vicino questi oggetto & altri oggetti &
il loro contesto & le loro relazioni con occhiali metadisciplinari descritti altrove.
Giunse così ad una prima conclusione: tale nuova conoscenza del passato ha una grande
importanza oggi, per il nostro domani. Benché estremamente pigro, decise di fare uno
sforzo per condividere la sua visione e il suo sogno ad occhi aperti.
Sulle singole questioni considerate, infinite pubblicazioni propagano le verità eterne che
il presente testo demolisce con un sorriso. A proposito di machismo e femminicidio, si
può pensare che c’è poco da sorridere. Eppure la maggioranza delle donne finirà col
sorridere, qualcuna scoppierà a ridere; certi uomini invece no. Ma gli uomini e le donne
di buona volontà apprezzeranno le implicazioni per un futuro migliore.
Come in ogni opera letteraria, il contenuto non è scindibile dalla forma. Con la scelta di
un tono discorsivo, a tratti intimistico, spesso dissacrante, l’autore si propone due scopi:
- informare il grande pubblico di avvenimenti arcaici che condizionano tuttora la
nostra società, frenando una sua evoluzione positiva;
- scuotere certi ambienti accademici da un torpore suicida.
“Analisi” musicale. Molte canzoni sono citate in questa sinfonia classica in tre
movimenti. Dopo un andante semplice e un adagio complesso, lo scherzo finale si articola in
due parti: un flashback offrirà la risposta scioccante e definitiva ad un enigma arcaico; un
flashforward aggiungerà una ciliegina su questa torta ermeneutica.
“Sintesi” architettonica. L’impianto del testo è quello del Palazzo di Cnosso,
considerato come il Labirinto costruito a Creta da Dedalo. Certe pagine, certe frasi, certe
parole, sono altrettante porte che si aprono su corridoi bordati di porte. L’autore
propone un filo conduttore. Al termine della passeggiata, un lettore saggio tornerà sui
suoi passi per perdersi in corridoi inesplorati, che stia leggendo per il suo piacere o per
una ricerche in uno dei campi umanistici attraversati nel viaggio.
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Nostra Signora Dea & Lo “Scudo a forma di 8”
Tre oggetti molto diversi - Visione di un solo Soggetto
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Caratteristiche costanti
Persona a forma di 8
Tempio a forma di 8
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Scudo a forma di 8
Tre oggetti molto diversi evidenziano una continuità: la rappresentazione simbolica di un
solo Soggetto per millenni. Percepiamo tale continuità paragonando i primi due oggetti
con il terzo che gli specialisti chiamano Scudo a forma di 8. Esaminiamolo da vicino.
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Versione tridimensionale dello «scudo a forma di 8».
Due “scudi” in versione gioiello e/o bottone e/o
amuleto portafortuna. (Riferimenti, A)
Questa versione tridimensionale ricorda le
rotondità della Donna a forma di 8. Le “uova”
sono raggruppate a tre. La fessura verticale è
chiaramente rappresentata.
In una concezione comune, non sembra corretto
tagliare l’intero corpo per rappresentarne una
piccola parte. Non è realistico? Picasso avrebbe
amato un simile oggetto, di cui adorava il
soggetto. Questo taglio potrebbe avere ispirato i
famosi tagli sulle tele di Lucio Fontana. Dobbiamo anche notare che il taglio attraversa
l’8, come la luce del sole attraversa la seconda “porta” del Tempio, agli equinozi.
- Una rappresentazione così volgare sarebbe un portafortuna?!
Il campione qui rappresentato, preso da un vasto catalogo, dovrebbe
dimostrare che la nostra interpretazione dello “scudo a forma di 8” non
deriva da una inclinazione personale. Quella parte del corpo femminile
era un portafortuna. Prima della Regina Vittoria, lo portavano al collo
un rozzo marinaio come un distinto gentleman o una lady. Una parte
rappresenta il tutto. Quella parte aveva ispirato quel oggetto così
realistico, e un gesto: una mano chiusa col medio che spunta tra indice e
medio. Qualcuno dice che rappresenta l’atto sessuale; mostra solo la
vulva, con accento sul clitoride.
Prodotto dal tempo dei Romani in oro, argento, bronzo, corallo o legno, è il più classico
dei portafortuna mediterranei. Si nomina ovunque con l’italiano volgare fica, o mano-fica,
o figa. Il paragone col frutto del fico risale alla Grecia classica.
Il gesto esprimeva lo scherno ed era usato da uomini e donne. Durante il Rinascimento,
Rabelais chiama Pape-Figues i protestanti perché avrebbero «fatto la figa» al Papa, che
avrebbe risposto con lo stesso gesto.
Gli oggetti rappresentanti l’organo maschile si trovano ovunque; i relativi gesti sono
tutt’ora molto popolari: il dito medio è poca cosa se confrontato con l’esagerato ombrello, il
quale, nel contesto mediterraneo che ci occupa, potrebbe chiamarsi Sparata di Priapo.
- Ma che dire di questi Eroi Greci con uno scudo
a forma di 8
Lo scudo a forma di 8 era usato come
protezione magica: era un grande amuleto.
Su questo vaso come su altri, lo Scudo
Amuleto sembra vincere sullo scudo rotondo.
La Magia funziona, quando è sacra.
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Altri Scudi Magici, o Sacri.
La maggioranza degli scudi greci non avevano la forma
di un 8, né di un triangolo, di un quadrato o di un
rettangolo: erano rotondi (hoplon). A volte avevano la
forma di uno spicchio di luna (pelta). Lo scudo del
soldato romano era un rettangolo, privo di poteri magici
eppure altamente protettivo. Perché un guerriero greco
avrebbe dovuto utilizzare uno Scudo Sole o uno Scudo
Luna? Diciamo, per semplificare, che il guerriero greco
combatteva per l’Onore, il soldato romano per il suo
salario (Cfr. etimologia di soldato e salario).
Certi potrebbero obbiettare che anche il guerriero
persiano era rappresentato con uno Scudo Luna. È vero
ma copriamo questo dettaglio con un velo perché non
siamo del tutto pronti per simili parentele. La nostra
società “occidentale” è nata dalla divisione del
mondo dopo la battaglia delle Termopili: la Conferenza di Yalta del nostro Periodo Classico.
8
L’Ape è un insetto a forma di 8 che costruisce spirali psichedeliche.
Lei – L’Ape & Margherita & Sole & Semi – abita il Tempio. La rivedremo, a proposito di
piccoli errori commessi durante la ricostruzione di Mnajdra. “Malta” viene da melita, ape
in Greco. Vedremo dei muri dell’Ape di Malta a Micene e Delfi.
Testa e antenne su nidi d’api, o
doppia spirale che emerge da un
triangolo?
Cosa rappresentava la doppia spirale
neolitica di Malta?
È sopravvissuta? Si è evoluta?
Una risposta ci arriva in un “flusso di
coscienza”. L’espressione fu coniata
molto prima che Freud e Jung la
usassero. Avrebbero potuto dire che
una risposta risale in un flusso di “sub”- coscienza, ci tende le braccia dalla preistoria della
nostra prima infanzia in un rosario di parole in libertà:
semenza, grembo, doppia spirale, seni, miele, ape, donna...
Gli scudi a forma di 8 appena visti a Micene e Creta erano...
avvolti da una farandola di Spirali emergenti dai Fiori...
Del Male? Baudelaire...
Tutti – poeti, psicanalisti, archeologi, entomologi, ginecologi,
anche le donne, anche La Casalinga (1) – tutte e tutti sono
benvenuti in questa caccia al Tesoro.
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Forma di 8 per una... Venere? Madre? Madonna? Signora? Nostra Signora Dea?
La gigantessa è un poema di Charles Baudelaire
tratta da I fiori del male. Descrive una giovane
donna che somiglia alla prosperosa Donna di
Malta. Proponiamo di chiamarla Madonna, Signora,
o Nostra Signora Dea. Vedremo perché Madre e
Venere sono limitativi.
Il poema di Baudelaire ha ispirato una bellissima
canzone omonima, La géante, scritta da Pierre
Philippe, composta e cantata da Juliette
(Noureddine). Lei sarebbe felice se gli si dicesse
che nel proprio fisico, rappresenta una perfetta
Madonna del neolitico. O invece, sarebbe offesa
se malgrado la sua sensibilità e il suo talento, soffrisse di pregiudizi estetici. Nella
mitologia della canzone, l’amante della Gigante “cade” per averla chiamata Queen Kong.
La bellezza è nell’occhio di chi guarda ma a volte, come scrisse Jean-Paul Sartre: L’inferno, sono
gli altri.
Questi sopranomi, Venere o Madre, sono prodotti dai nostri pregiudizi. Sono un
tradimento della vera personalità della donna rappresentata. Una loro rivisitazione
sarebbe utile in vari ambiti: archeologia, psicologia, attività terapeutiche, ecc.
Associamo Bellezza e Venere, l’Afrodite dei Romani, in conseguenza di un racconto
mitologico greco conosciuto come Il giudizio di Paride o La mela della Discordia. È il mito di
fondazione del Patriarcato, come vedremo.
Nostra Signora Dea di Malta aveva tutti gli attributi di tre Dee greche: Afrodite, Hera,
Atena.
Nostra Signora Dea era Una. Poi fu divisa: Divide et Impera. Chi ha diviso la Dea? Una
risposta può essere trovata in un romanzo di Albert Gianna. Il titolo è una definizione da
cruciverba: Amare. Una lettera... (Rif. B)
Albert Camus consigliava: «Se vuoi essere filosofo, scrivi dei romanzi.» Nel romanzo di Gianna,
una liceale, Beba, fa i compiti a casa con l’aiuto dello zio. Insieme, scrivono Il piccolo lessico
mitologico di Beba. Ne vediamo qui un estratto.
P
Paride
Ricordi la storia della Mela d’Oro che Paride doveva regalare a...? Sì? Brava! Si vede che leggi
libri belli, bellissimi... Ma che vuol dire “bello”, oggi? Prima il Bello era l’Assoluto, che
possiamo solo immaginare sognando a prima, a prima di... a prima di Omero. Non l’ha contata
giusta, il vecchio, dicendo che Paride doveva giudicare chi fosse la più bella delle tre Dee: Hera,
Atena, Afrodite. Sappiamo com’è andata: Paride sceglie Afrodite, scatenando l’invidia
furibonda di Hera e Atena; Afrodite si fa sostituire da Elena, belloccia che Paride rapisce e
porta a Troia: succede un finimondo, iniziano nuovi mondi... Così racconta Omero. Tutte
balle, tipiche del Patriarcato: la solita Storia dell’Uomo raccontata dai maschietti. La Grande
Guerra, la forza dei macho, la debolezza di Paride: tutto per una biondona. Sono vecchio,
Beba, vecchio quanto Ermes, quindi ricordo: il punto era un altro. Non era un “concorso” di
bellezza, non si può, non si poteva, “paragonare” un Assoluto come la Bellezza. La scelta
offerta era una trappola! Paride è l’inconsapevole marionetta di Zeus, fondatore del Patriarcato.
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All’inizio del nostro tempo, alla fine di un altro tempo, Zeus non era abbastanza potente per
dire: comando io e basta! Vigliacchetto, chiama il Suo Messaggero, Ermes, e ordina: è uno sporco
lavoro; che lo faccia quello scemo di Paride.
Sceee-mooo! Ermes sorride mentre consegna a Paride il Pomo della Discordia, con parole ermetiche:
Alla più Bella. Ermes sghignazza perché capisce lo scherzo di Zeus: uno scherzo da prete! Ricordi
Beba? Lo abbiamo già scritto: Ermes ha inventato l’Ermeneutica, quindi sa interpretare le parole di
Zeus. Alla più Bella è un ordine: Indica l’Assoluto Femminile, cioè Dividi la Donna. Era un ordine dia-
bolico, Beba, da dia: divisione. Il Dia-volo di-vide. Grazie agli scemi, il Diavolo divide e domina:
Divide et Impera. Per mano di uno scemo, Domine Zeus divide Dea Donna in tre: Hera è la Donna
Madre; la Donna Sapiente è Atena, che gli scultori vestono da guerriero perché i suoi silenzi sono
temibili, nelle battaglie dialettiche; le armi di Afrodite sono più dolci.
Paride! Sei un cretino! Non bisognava scegliere! Nel gioco della torre, non devi scegliere chi buttare giù: devi
buttare giù la torre, sempre! E se non ce la fai, butta giù chi tenta d’intrappolarti in una scelta senza scampo, così
impara! Guarda cos’hai combinato! Oggi, certe femministe cretine come te fanno una scelta! Per loro la Bellezza
Suprema non è più Afrodite ma Atena in salsa Walt Disney: non coltivano sapienza e saggezza; raccolgono
patacche nel diplomificio e vanno in palestra a fare body building. A quelle Atena, Totò chiederebbe: ma siete
donne o caporali?!
Paride! Pezzo d’ignorante! Dando la Mela ad Afrodite, hai condannato la Donna ad un destino funesto!
L’hai trasformata in oggetto decorativo, in soprammobile del Patriarcato che un qualsiasi macho può palpeggiare
o distruggere per sfogarsi. Non avresti dovuto scegliere, cioè dividere! Avresti dovuto Unire, riconciliare Hera &
Atena & Afrodite perché La Donna è Una & Trina, come Dio, ma non è Dio: è Dea.
Per valutare il potenziale dell’interpretazione del mito secondo Albert Gianna, e di altri
brani del nostro testo, bisogna tenere a mente un noto aforisma:
«Le mitologie raccontano eventi mai successi
ma che succedono ogni giorno, ovunque.»
Dividendo la Donna in tre Dee, Zeus divise anche l’Amore. La distinzione stabilita tra
Eros, Philos e Agape fu adottata dalla tradizione cristiana. Eros è ancora l’amore di
Afrodite. Agape, l’amore universale e fraterno per i greci, l’amore paterno di Dio per i
cristiani, potrebbe essere l’amore materno di Hera. Philos, un amore maturo, illuminato,
proverrebbe da Atena. Quell’Ordine nuovo, un sistema basato su tre amori, è assurdo.
I baci e le carezze di una madre al suo bimbo sarebbero prive di carnalità? L’unione degli
amanti sarebbe una ginnastica priva di tenerezza e spiritualità? Quell’Ordine caotico è
una conseguenza del Big Bang rivelato da Albert Gianna. Fu preceduto dall’Amore con
la A maiuscola, l’Amore indiviso irradiato dalla Donna indivisa: la Dea Una & Trina.
Il comune destino che unisce la Donna & l’Amore sarà esaminato nel nostro viaggio.
Foto di sinistra (museo di Delfi). Quell’Omphalos molto decorato era posto in cima
alla colonna corinzia in secondo piano. Era sorretto da tre figure femminili considerate
danzatrici. Emergono da rigogliose foglie di acanto, unite, come per rappresentare la ri-
Unione della Dea, divisa in Tre da Zeus. Ci ricordano anche quel disegno: la famosa
“mano” di Miriam, Maria, Fatima. Una visione trasforma la mano nella stessa Dea Trina
emergente dalle foglie. Un “occhio” è sempre rappresentato sotto le “tre dita della
mano”, con al centro l’iride: un fiore. Iride è anche la messaggera della Dea Madre, una
Ermes femminile. Quel Occhio non è un occhio. Il lettore potrà condividere nostra
visione più avanti, e al termine del viaggio quando saremo in grado di svelare il significato
della Doppia Spirale. Notiamo per ora che quelle foglie d’acanto sono ricurve in modo
eccessivo per chi conosce la pianta. Qui, abbozzano una spirale dinamica, vitale.
Nella colonna ionica (disegno), la doppia spirale aveva invece un
rigore geometrico; non appariva per niente nella prima colonna
dorica. Molto più tardi, con il barocco, quelle spirali saranno
chiamate volute dagli architetti. Coroneranno facciate e colonne, e
il manico di strumenti musicali il cui corpo è incredibilmente
simile ad uno “scudo a forma di 8”: violino, chitarra, ecc.
Il punto rotondo al centro delle spirali ioniche è chiamato occhio. Due spirali, due occhi
formano di 8, un altro portafortuna arcaico: la civetta.
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Foto di destra (santuario di Delfi). Ecco un Omphalos semplice e chiaro. Sullo sfondo,
uno dei numerosi Muri-Fiore di Delfi. La loro presenza sembra volere sottolineare il
rapporto tra l’Omphalos e una civiltà che visse 2000 anni a. A (ante Apollo).
- Cosa rappresenta l’Omphalos?
Lo si può girare come si vuole, l’Omphalos non somiglia a niente.
- Che interessante... Così poco riprodotto eppure così famoso. La Torre Eiffel somiglia a un
qualcosa! La sua “testa” somiglia all’Omphalos, perché non dirlo? Priapo non è tabù!
Certi dicono che l’Omphalos rappresenti l’ombelico sporgente di una donna incinta.
Sarebbe forse assurdo paragonare il Centro del Mondo di Delfi a L’Origine del Mondo di
Gustave Courbet? In fondo, Omphalos, Ombelico, Centro del Mondo, Origine del
Mondo, sono nozioni convergenti nel santuario della Donna. L’ombelico è una porta
chiusa sul corridoio che non è più. Ritroveremo ombelico e corridoio quando
scopriremo il rapporto tra Nostra Signora Dea e il Labirinto.
La nostra sensazione è confermata dalla scienza: è dal mare che la vita è nata sul nostro
pianeta. Nell’acqua inizia la vita a noi più cara, la nostra, nella pancia di una madre che
per ora rimane una donna malgrado i progressi scientifici. Eppure, Poseidone è
indubbiamente un maschio, anzi, un macho, che brandisce... un pugnale? un giavellotto?
No; tiene il Suo Tridente come uno scettro. Come un arpione? No, un arpione ha una
sola punta. Perché tre punte? Per evitare che il pesce arpionato si liberi? Bastavano due
punte. Ma per i pesci molto grossi, non sarebbe stato meglio avere sei, otto, dieci punte?
Sì, difatti, simili arpioni furono trovati negli scavi archeologici attorno al Fucino,
chiamato anche lago di Celano, ormai prosciugato. Allora, perché Poseidone s’identifica
con un arpione a tre punte, Il Tridente?
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Per capirlo, dobbiamo tornare ad un “Tridente” visto a Delfi: la colonna
sopra la quale Tre fanciulle reggevano l’Omphalos. Perché Tre fragili
femmine, quando sarebbe bastato un solo maschione forzuto come
Poseidone? Quel Trio è una rappresentazione simbolica della Dea, un
travestimento necessario da quando è diventata una
clandestina nel proprio santuario: Delfi.
Da 4.000 anni, un Dio polimorfo, con l’aiuto delle Sue
Compagne, occupa tutte le caselle della Dea, dopo averla
cacciata dall’Universo. Poseidone è rappresentato dal
Tridente, senza il quale nessuno lo riconoscerebbe.
Possiamo forse concludere che “3” è un simbolo femminile?
Lo pensiamo, guardando il Vaso-Donna con tre palline disposte in triangolo: i capezzoli
e l’ombelico di una donna incita, le Tre Punte della Vita.
Un diverso triangolo era scolpito tra due spirali su una pietra del Tempio della Donna a
Malta. Ne riparleremo quando tutti gli elementi del puzzle saranno stati considerati.
Dalla vittoria di Poseidone, mille divinità minori continuano a vivere nelle acque di un
Mare transgender: sono femmine. Tra loro, un unico maschietto spicca e salta allegro
perché tutti lo amano. Parliamo del Delfino, cioè l’utero: un sostantivo maschile in tutte
le lingue latine, logicamente.
Pensiamo forse che oggi o domani, “Dea” potrebbe sostituire “Dio”? Osserviamo il
nostro linguaggio; non è mai innocente e dice sempre più di quanto sembri. “Santa
Trinità” è un sostantivo femminile in tutte le lingue latine; indica l’Unità di Tre sostantivi
maschili in tutte le lingue latine. Ma evitiamo il gergo grammaticale: presi uno ad uno,
Padre, Figlio e Spirito Santo formano un trio di entità maschili; quando vengono “Uniti”
come l’esige il dogma, la loro composizione armoniosa costituisce La Unità Femminile.
Il Mistero della Santa Trinità è così “svelato” dalla linguistica? La scienza del Verbo offre
una promozione alla Dea? Forse, ma non al prezzo di una nuova guerra di religione.
Meglio sarebbe dimenticarsi di tutto, sotterrare i reperti archeologici, e fare un bel falò
con i libri di linguistica e di teologia, attorno al quale ballare una farandola.
I prossimi due reperti archeologici raccontano l’inizio della prima guerra di religione.
Si svolse attorno al Mediterraneo ma fu probabilmente la Prima Guerra Mondiale.
Nostra conclusione su Micene, Delfi, e il resto.
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Il Patriarcato non poteva emergere e svilupparsi tra tanti simboli della Donna & Madre.
Qualcuno fu cancellato. Dai Faraoni che cancellavano a martellate i tratti del predecessore
sconfitto, l’eliminazione dei simboli del passato ha occupato ogni nuovo Potere.
Stiamo per capire meglio il salto stilistico stupefacente osservato alla Porta dei Leoni di
Micene: un ingresso maestoso di enormi pietre quadrate, e, sui lati, delicati muri-fiore.
La stele a sinistra fu trovata a Micene, nel
cosiddetto “circolo di tombe B”. Rappresenta una
scena di caccia o di guerra. Si svolge sotto un Cielo
Superiore di molte spirali. Il prato di piccole spirali
ondeggianti suggerisce che appartengono anche alla
Terra. Una doppia spirale entra nel cielo del quadro,
come un Sole & Luna. La Doppia Spirale può forse
avere una funzione protettiva?
In hoc signo vinces? Sotto questo segno vincerai?
La seconda foto è una daga di bronzo intarsiata
d’oro e d’argento, anch’essa di Micene. I cacciatori
di leone non usano scudi; questi sono guerrieri;
combattono il loro nemico: Il Leone. Non sono
protetti dalla Doppia Spirale ma dallo Scudo a 8.
Abbiamo appena letto due racconti simbolici scritti su oggetti dello stesso periodo;
parlano la stessa lingua perché provengono dalla stessa cultura. Indicano una equivalenza
tra lo Scudo a 8 e la Doppia Spirale. L’equivalenza di Micene ci riporta a Mnajdra. Sulla
daga, solo la metà dello Scudo a 8 è rappresentata; l’altra metà è dietro il guerriero
vincente: lo Scudo lo avvolge come la cupola del Tempio a 8 di Mnajdra.
Su una pietra del tempio, una Doppia Spirale aspetta ancora una interpretazione.
Come la Croce o la Mezzaluna, la Doppia Spirale e lo Scudo a 8 erano i simboli di
un’antica religione. Poi arrivarono nuovi costruttori. A Delfi e a Micene, dei muri di
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pietre quadrate sostituirono i muri di pietre a fiori. Sullo Scudo a 8 dei guerrieri greci,
sparì la “Fessura Verticale”, come sparì la “Porta” originale di Micene.
A questo punto del racconto, possiamo dire che La Signora di Mnajdra regnava a Micene
prima dell’arrivo di Eroi proto-greci. Cancellarono i Suoi simboli di pietra: la Sacra
“Porta”, una volta conquistata, diventò la Porta dei Leoni.
La seconda tecnica per cancellare gli Spiriti è più cruente, eppure è subdola.
Osserveremo la violenza, ma vediamo prima come si nasconde.
Abbiamo scritto della continuità tra oggetti molto diversi: una statuina, un tempio, una
pittura murale. Hanno rappresentato uno stesso Soggetto sacro per millenni. Tale
continuità riunisce preistoria e storia. Due periodi, divisi dalla nostra cultura scolastica, ci
strutturano la mente nostro malgrado. Questa divisione fu inventata due secoli fa.
Quando un’invenzione qualsiasi ha un successo duraturo, ci si può chiedere perché.
Avevamo un passato; perché è stato diviso in preistoria / storia dall’Accademia? Spesso
si confonde la conoscenza con i prodotti dell’analisi, che è la divisione di un tutto in pezzi
facili da manipolare. Dopo, si è raramente capaci di operare la sintesi: la composizione del
tutto che porta alla vera conoscenza. A volte, le parti sono “manipolate” per rendere
impossibile la ricostituzione del tutto. Con la divisione preistoria / storia, come in altri
casi, l’Accademia esprime una volontà ed esercita un dovere: impedire la conoscenza.
Perché?
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Una forte pulsione viene a frustrare il desiderio di nuova conoscenza; è la volontà e il
dovere vitale di mantenere la vecchia conoscenza. Aggiungiamo, a difesa di un’istituzione
peraltro ammirabile, che nel suo sforzo di conservazione, l’Accademia ha molti alleati.
La divisione preistoria/storia indica un tipo di rimozione che interessa la psicologia: è
“rimossa” l’origine di crimini quotidiani e di un disaggio profondo della nostra società.
La divisione preistoria/storia nasconde sottoterra la pietra angolare della nostra
civilizzazione: il processo con il quale siamo diventati esseri “civilizzati”, appartenenti ad
una certa “civiltà”.
Come diceva Macbeth, la nostra civiltà è un’ombra che cammina. È una favola, raccontata da
un’idiota: La Storia. È piena di rumore e di furore, e non significa niente se è separata dalla
preistoria.
Ammettiamo, solo per un attimo, che l’Accademia voglia veramente capire il passato
invece di confezionarlo per il padrone di turno, e chiediamoci: possiamo capire l’albero
se lo dividiamo dalle sue radici? Si può immaginare una scienza dell’albero studiata dalla
scuola primaria all’università, che disdegni la funzione d’ipotetiche radici?
- Sì, l’ho sentito dire; le radici sarebbero la parte sotterranea dell’albero. Che buffa idea!
Innumerevoli società di esperti parlano dei frutti dell’Albero della Storia. Rari lupi solitari
evocano una sostanza benefica forse contenuta nelle Radici dell’Albero.
Benefica?
A cosa può servire, oggi, la riunione preistoria & storia? Si capirà esaminando la seconda
tecnica per cancellare gli Spiriti.
La divinità della “preistoria” fu combattuta ed è combattuta ogni giorno dalla divinità
della “storia” con la più micidiale arma che ci sia: il racconto mitologico di crimini reali.
Il TG non ha inventato niente.
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Il Femminicidio degli Eroi
Gli Uomini, nella loro Saggezza, crearono una fonte d’energia inesauribile.
Infiniti cadaveri marciscono in fondo all’Acqua.
Le Anime risalgono, sfere perfette, ognuna verso la propria Stella.
Straniero, avvicina un fiammifero.
Il Mare prenderà fuoco, illuminando la Notte.
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Alejandra Glez
Serie Mar de Fondo. Presencia. Ausencia. 2018
https://alejandraglez.com
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La seconda Fatica di Ercole
Bassorilievo del teatro (Delfi). Eracle / Ercole
uccide l’Idra di Lerna, compiendo così la sua
seconda Fatica.
L’Idra di Lerna è un mostro orribile, a volte
rappresentato con varie teste su tentacoli che
ricrescono appena tagliati, come l’erba. Qui,
l’Idra (dal greco per acqua) è rappresentata
come un drago dal corpo di serpente. Il pitone
prende nome dalla Pythia di Delfi; è un
serpente non velenoso: uccide la sua vittima
con un abbraccio. L’Omphalos era guardato
da un altro mostro, Pitone, ucciso da Apollo.
L’Ombelico diventò proprietà del nuovo Dio
del Sole. Gaia è triste; è la Madre di Pitone.
L’Idra di Delfi ha una pancia sporgente, a forma di 8, patinata come se infinite mani
l’avessero accarezzata nei secoli. L’Eroe ha subito qualche danno.
La tenerezza e il rancore si espressero discretamente, nel santuario del Patriarcato; fu
quello della Donna. Ma nel focolare, nell’unico Tempio che vi rimane signore mie, rispettate
L’Ordine Nuovo. Se invertite Bene e Male, sarete legate ad un palo su una catasta di fascine.
Era il nostro sogno ad occhi aperti: un modo di raccontare mito & fatti. Vi dice qualcosa?
- Questa interpretazione è alquanto stiracchiata, o peggio!
Siamo d’accordo: è stiracchiata, e peggio. Tant’è che l’esperta del museo, interrogata su
quel drago dalla pancia a forma di 8, rispose che si trattava di una coincidenza. Poi
guardò l’autore di questi appunti – persona anziana ma ancora presentabile – come una
cosa che il gatto ha riportato a casa.
Conviene quindi proseguire le nostre osservazioni.
Sarcofago romano con le Dodici Fatiche di
Ercole/Eracle, realizzato circa due secoli
dopo il bassorilievo di Delfi. (Roma –
Palazzo Altemps). Tra la Prima e la Terza
Fatica, dopo avere soffocato il Leone di
Nemea e prima di catturare la veloce Cerva di
Cerinea, Ercole/Eracle uccide l’Idra di Lerna:
La Donna. Ferma la gamba dell’Eroe col
tentacolo di una piovra. I suoi giovani seni
sono una tentazione...
Ci ricorda un’altra cosa?
In lontananza, una campana suona l’allarme.
- Così presto? La Chiesa è in anticipo!
Siamo solo nel terzo secolo Dopo Cristo.
Abbiamo notato tutti, ovviamente, che il sesso della Donna è nascosto mentre quello di
Ercole non ha paura di stancare, quindi la questione importante è la seguente.
25
Perché la campana della Chiesa dovrebbe perdere tempo a lanciare l’allarme per un
pericolo così vecchio? Più probabilmente, si tratta di un richiamo alle buone maniere:
«Non svelerai.»
Il racconto mitologico è una delle forme più antiche ed autentiche di magia. Un mito
deve dire. Una volta detto, ciò che dev’essere sarà. Magia! Un mito deve dire in modi diversi,
per sembrare vari miti, per confondere le tracce, per essere più efficace: ciò che dev’essere
sarà & rimarrà nel profondo. Ma un mito non deve mai svelarsi, in nessuna delle sue forme. Il
mito può dirsi in favole per bambini & nascondersi in oggetti domestici, per esempio un
vestito: un costume che era costume sociale: ciò che tutti indossano, o devono fare per
seguire l’esempio di Santi & Eroi.
- Dunque, quella donna nuda vittima di Ercole è un errore grossolano?
In un simile capolavoro, non ci sono errori. È piuttosto l’occhiolino dello psicanalista al
cliente in posa sul divano mentre ne scolpisce il ritratto su un sarcofago a uso privato.
Ma per il grande pubblico, l’arte ha una funzione sociale: deve costruire & mantenere una
società. L’arte mitologica deve rappresentare il crimine mitologico affinché sia operante
& nasconderlo per mantenere i suoi effetti. Con il racconto mitologico, Il Crimine
costruisce & Il Velo mantiene una società molto reale. Quel Crimine & Quel Velo è un aspetto
fondamentale della nostra vita personale & sociale & politica & religiosa da 40 secoli.
Napoleone Bonaparte esclamò: - Dall’alto di queste piramidi, 40 secoli ci contemplano!
- E piangono, mormorò una vecchia Donna.
Andromeda, innocente fanciulla, è punita per una colpa della madre. Legata ad una roccia
sul mare, dev’essere divorata dal drago di turno. Perseo uccide il drago e libera
Andromeda. Vedremo fra poco cosa l’Eroe fa alla Madre. La bella è libera? I lacci invisibili
della sua nuova sottomissione sono più potenti di quelli che la univano alla Roccia del
Mare: due simboli della Donna. Ritroviamo lo stesso Eroe in una nuova religione. Il
racconto è più chiaro su ciò che dev’essere & rimanere nel profondo. L’Eroe uccide il Drago,
salvando la Donna dalla propria Natura. Grazie San Giorgio! La Donna non è sempre
rappresentata insieme al Santo Eroe sconfiggendo il Drago, ma il mostro ha caratteristiche
costanti. Del fuoco esce dalla sua bocca, e la sua coda
somiglia ad una frusta. Le parole pronunciate da quel
tipo di mostro sono sferzate cocenti. Ma la Donna,
quando appare sulla foto mitologica, è così debole,
così dolce, così bella, così perfetta: una Vergine.
Un altro Giorgio, De Chirico, lo dice chiaramente.
La sua “pittura metafisica” mette La Donna sul
proscenio mentre l’Eroe opera sullo sfondo. Uccide
un drago che non vive più in una caverna
paleolitica ma in un Abisso di Mare & Cielo. San
Giorgio lavora nel Laboratorio Magico; un Giorgio
qualsiasi, Giorgetto, farà i suoi compiti a casa.
Nella vita vera, La Donna di Mnajdra migliora la situazione con la resistenza pacifica; il
Mahatma Gandhi è stato educato alla Sua scuola. Certe donne reagiscono e combattono,
segnando qualche goal in un derby infinito. Qualche povera donna è una malata mentale
feroce che tenta di distruggere un non-eroe colpendolo con il loro bambino. Le sorelle
gemelle di Medea si comportano come veri mostri, e non potrebbero continuare a farlo
senza l’aiuto di altre donne troppo frustrate per fermarle. (12)
26
Eroi & Donne Guerriere & Mostri Malati & Complici è un aspetto specifico
dell’Universo Patriarcale, dal suo inizio.
Tanta violenza inflitta alla propria specie non ha nulla a che vedere con l’istinto. Non se
ne trova traccia in un periodo precedente che si perde nella notte dei tempi. Vi
entreremo dalla Porta di Mnajdra. Per capire meglio quel Paradiso Perduto,
esamineremo più avanti la Mito-Logica del tempio.
Perseo & Edipo & Ercole & Giorgio – Il complesso dell’Incubo Sempreverde.
Gli Eroi non combattevano in passato; stanno combattendo. Le mitologie vivono fuori
dal Tempo e declinano i verbi solo al presente.
Nei miti che esaminiamo, gli Eroi combattono come un solo uomo.
Malgrado l’apparente diversità, c’è Un mito, Un Eroe, e combatte.
Ogni giorno, Perseo, figlio di Zeus e fondatore di Micene, taglia la gola e stacca la testa
di Medusa, in greco Protettrice, o Madre. Il popolo esulta alla Sua prodezza. Ogni giorno,
l’Eroe lotta per creare & mantenere il Patriarcato sulle ceneri della precedente Civilizzazione
della Donna. In greco, “Perseo” significa Distruttore.
Non siamo più scioccati dal racconto di un uomo giovane che “deve uccidere” il Padre
per diventare uomo. Allo stesso scopo, deve anche “uccidere” Madre & Moglie.
Oppure deve abbandonarla, ma Lei non vuole lasciarlo partire. Cerca di fermarlo, con i
Suoi tentacoli avvelenati & dolci, e più il giovane Eroe li taglia, più crescono. È un
incubo, è L’Incubo di un sempreverde che fruttifica eternamente. Potrebbe essere un
ulivo, il simbolo stesso di Pace & Prosperità.
La psicanalisi, giustamente affascinata da Edipo, potrebbe avere ignorato o sottovalutato un
complesso più... complesso: il Parricidio & Matri-Femminicidio di Perseo & Edipo &
Ercole & Giorgio. Proponiamo di chiamarlo Complesso dell’Incubo Sempreverde.
Ma come Freud ha spiegato, la nostra lingua è indipendente dalla nostra volontà e
pronuncia dei lapsus. La nostra mano può pronunciare un atto mancato, quando regge un
coltello o una pistola. Invece di “uccidere” in sogno, Giorgio uccide davvero, nella vita
reale. Hoops... Mi dispiace! Una coltellata mancata, o una pallottola vagante che torna a casa.
Capita tutti i giorni, e non può sorprendere.
Che dire dell’Altra Metà del Cielo?
Il Parricidio & Matricidio dell’Eroina? Il Doppio Crimine è possibile, desiderabile,
necessario, anche per una giovane Eroina? Una psicanalista e un psicosociologo
potrebbero unire i loro sforzi per rispondere che il Doppio Crimine è commesso
normalmente. Perché è rimasto nascosto sotto un velo? Una risposta aiuterebbe a
trovare soluzioni ai problemi che possono emergere quando non è stato commesso.
Intanto, possiamo sollevare un altro velo e rispondere ad una domanda precedente a
proposito della donna che non può allattare il proprio bambino in pubblico: perché i
genitali maschili erano esibiti ed oggetto del pubblico culto di Priapo, mentre i genitali
femminili erano e rimangono un tabù? A Mnajdra, con la chiarezza di un affresco
medievale, un velo di simboli raccontava la Magia Divina: la capacità di Creare &
Nutrire. Venti secoli più tardi, il velo diventò cintura e corazza di castità. Non avendo
abbastanza cani per sorvegliare i loro greggi, i patriarchi imposero alle loro donne dei
comportamenti contro natura e una forma simbolica di mutilazione genitale: un’auto-
castrazione che chiamiamo pudore femminile.
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“Problema & Soluzione”: un sistema chiuso, recente.
Dopo aver meditato questi appunti, un archeo-psico-sociologo potrebbe suggerire che il
Doppio Crimine è una soluzione recente a un problema recente. Per vari motivi, le cose
forse andavano diversamente attorno al Tempio di Mnajdra e molto prima ancora,
attorno alla grotta sacra del Paleolitico dalle straordinarie pitture rupestri.
Vedremo più avanti che il giovane Eroe cavalca verso il Sole del Tramonto con una
pistola che gli penzola dalla pancia. La giovane Eroina non lo fa. Allora cosa fa, Lei?
Cosa & Come & Perché? Trovate la risposta e scrivete un romanzo. Sarà un successo
per secoli. Oppure è già stato scritto e rifiutato da tutti gli editori perché non entra nella
casella patriarcato. Oppure è scritto su tutti i muri ma nessuno sa leggere. Perché?
Perché siamo troppo diversi per poterlo leggere. O meglio, siamo & conosciamo in modo
troppo diverso. Questo problema, che riguarda il nostro essere & conoscere, è una variante
della classica questione ontologica. Cartesio la risolse con la celebre formula Cogito ergo sum,
penso quindi sono, senza preoccuparsi troppo di chi si potrebbe essere. Nei circoli
accademici, la nostra variante si chiamerebbe questione onto-epistemologica. La esamineremo,
per capire il tempio di Mnajdra e il Cogito ergo sum della Donna Dea.
Nel frattempo, non preoccupiamoci per i Marziani. Sono già tra noi ma non possiamo
vederli: siamo & conosciamo in modo troppo diverso. Loro non possono vederci.
La nostra vanità ci fa pensare che possano interessarsi a noi. In questo momento, stanno
negoziando un trattato di pace con delle formiche. Le Formiche sono potenti, enormi, in
numero infinito: nulla può far loro paura. Potrebbero ignorare l’offerta di pace dei
Visitatori ma «si ha spesso bisogno di qualcuno più piccolo.» Le Formiche accetteranno La Sacra
Alleanza offerta da questi ridicoli piccoli Marziani. L’Unione fa la loro forza.
- Un momento! Perché mai l’Eroe vorrebbe partire e...? Io non voglio!
La risposta è un luogo comune. L’Eroe del Patriarcato deve intraprendere il suo viaggio
iniziatico. A volte deve partire per vendicarsi di qualcuno che ha comodamente ucciso Il
Padre per conto suo. Un viaggio sembra essere il suo unico modo di realizzarsi,
espressione a volte usata con leggerezza. Indica una necessità vitale per ciascuno, e
dev’essere presa nel senso più letterale.
Abbiamo descritto i movimenti dell’anima di un Eroe Patriarcale. Voglia Ermes aiutare il
Lettore a sopportare gli esempi seguenti. Ignoreremo i viaggi di Ulisse, che sono
un’illustrazione troppo evidente; vediamo piuttosto gli alti e bassi: Don Chisciotte e
Lucky Luke; C’era una volta nel West di Sergio Leone e un qualsiasi Western di serie B:
John Wayne cavalca nel deserto con una camicia pulita, appena stirata da Nonna Papera.
Lo aspetta a casa: la crostata di mele sta raffreddando sul davanzale della finestra.
Don Chisciotte è inseguito da Sancio Panza. Nel cognome Panza, l’italiano riconosce la
pancia. La sua dimensione è indicata dal suo nome: in spagnolo, Sancio si scrive Sancho e
suona come ancho, largo. Il Cavaliere Errante cavalca eretto come la sua lancia, inseguito
da un’ombra che mugugna e tenta di frenare i suoi slanci. L’Ombra si chiama Larga
Pancia. Sancio non fa rima con Macho.
L’eco del fallimento finale di Don Chisciotte giunge alla fine di un film di Sam
Peckinpah: un perdente moderno fugge a cavallo da una vita mediocre; la cavalcata nella
Natura Selvaggia finisce in un ingorgo autostradale.
L’anti-eroe non è il contrario di un eroe; è L’Eroe nella vita reale.
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Don Chisciotte con quella sua lancia sempre eretta... Cervantes e Shakespeare sono
morti lo stesso giorno dello stesso anno, esattamente cinque secoli fa. Sarebbe quindi ora
di vedere & dire una semplice verità: l’epoca di Elisabetta era particolarmente lontana
dall’epoca di Vittoria e dal suo blocco mentale. Ai tempi allegri delle Allegre Comari... Ma
chi ha osato tradurre con “comari”?! A Mnajdra, si diceva co-Madri! Chi ha tradito la Dea
svilendo il nome della Sacra Comunità? Chi ha tradito l’Immortale Bardo? Shakespeare
ha scritto Merry Wives, le Mogli, Allegre prima di diventare vedove. Ma è inutile scaldarsi; il
male è fatto. Pensiamo a vedere & dire. Ai tempi allegri delle Allegre Comari, chiunque
avrebbe visto come un ragazzo chiamato ‘Shakes (his) spear’ potrebbe essersi meritano un
simile soprannome: ‘Scuote (la sua) lancia’. Quindi nessuno lo avrebbe detto né avrebbe
sorriso. Qualche straniero forse, Cervantes per esempio, o Ermes.
La nostra interpretazione è dimostrata da un fatto storico. Mentre andava da Liverpool a
Londra per un concerto, Paul McCartney traversava Stratford-upon-Avon, patria di
Shakespeare, quando scoppiò a ridere senza motivo apparente e scrisse una canzone in
qualche minuto: ♫ We can work it out. Try to see it my way... Possiamo sbrogliare
l’imbroglio. Cerca di vedere le cose come le vedo io...
- È fin troppo facile. Senza parlare di Dreyfus: “Tre Piedi” non aveva tre gambe ma un’altra
meraviglia. Senza parlare di Edipo: ‘Piede Gonfio’ era messo bene pure lui! Ed era cieco come
una talpa, o come una psicologa del Tribunale dei Minori. Capito? No? Chiedete a Ermes. La
ricreazione è finita: al lavoro.
Una stessa ed unica storia costituisce La Storia & La Mitologia degli USA. I “Padri”
Fondatori fuggirono dagli abusi di una Matrigna dell’Est & stabilirono la Terra della
Libertà per sé stessi & della Realizzazione del Sé per i figli maschi: Go West, young man!
Nel nostro Nuovo Mondo Globalizzato, gli europei come gli americani vivono dentro la
Mitica Frontiera dove il Sole si corica: siamo la tribù occidentale. Nella sua etimologia,
“occidente” racchiude un doppio significato: cadere & uccidere.
Per la Tribù Occidentale, l’Uomo & Padre Sole cade ogni sera, ucciso dalla Donna & Madre-
Notte ma ogni mattina, Egli compie la Sua vendetta. Eppure, una definizione della nostra
tribù - The Fatherless Society, La Società senza Padre - è stata proposta solo di recente. Gli
esperti hanno appena scoperto che la nostra società è caratterizzata dalla Ricerca del Padre.
Non è mai troppo tardi. Viviamo un tempo di cambiamento & continuità, come 25 o 50
secoli fa. Non c’è niente di nuovo sotto il Sole & Tutto cambia.
Ricorda un aforisma che riassume Lavoisier, fondatore della chimica moderna: «Nulla si
crea, nulla si perde, tutto si trasforma.» Difatti, 22 secoli prima, lo diceva già il filosofo greco
Anassagora. I due riformulavano il pensiero del Paleolitico: «Sul Carosello del Tempo
circolare, balliamo in cerchio girando su noi stessi.» Più tardi lo ridisse, solenne, il tempio di
Mnajdra. Le sue parole di pietra echeggiarono in molte lingue nei templi successivi.
30
Un Viaggio dalla Donna & Madre all’Uomo & Padre.
Tal’è il Destino del giovane Eroe Patriarcale. Risulta espresso chiaramente per esempio
dalla religione cristiana, che è cambiata nei secoli, come l’interpretazione dei segni. Altri
cambiamenti verranno.
Il Filo di Arianna ci ha guidati dalla cultura neolitica di Malta alla Grecia dell’Età del
Bronzo e in Età classica. Certe credenze archeologiche sono state rivisitate, o meglio
“decostruite” dai nostri appunti. I loro sviluppi potrebbero essere utili oggi, per domani.
Speriamo di avere convinto giovanni ricercatori a lasciare il caldo nido accademico per
lanciarsi in nuove avventure. I meno giovanni sanno che non è mai troppo tardi.
Certi potrebbero voler applicare i nostri appunti in Letteratura oppure Sociologia oppure
Psicologia. Ottimo. Aggiungiamo Filosofia oppure Storia dell’Arte oppure... ma di
nuovo, prima di ogni applicazione disciplinare, una visione & azione metadisciplinare è il
passo decisivo. Soprattutto se salta la ridicola di-visione intellettuale oppure manuale!
Questa di-visione impera nel nostro sistema scolastico, nella nostra società, e nell’idea che
ci facciamo degli esseri umani e di noi stessi. (1, 6) Torneremo su questo punto.
Bisogna usare buoni occhiali per osservare «la stoffa con cui sono fatti i sogni» , vale a dire noi
stessi. Dobbiamo evitare l’approccio pseudo razionale, pseudo scientifico: evitarlo come
la peste. Ci sono modi più utili d’avvicinarsi alla materia dei sogni. Eccone un esempio:
un altro estratto del Piccolo Lessico Mitologico di Beba. (B)
G
Giovanni B come Battista.
.../...
La Donna non è un macho declinato al femminile.
Verrà il Giorno. Verrà La Luce.
Verrà La Donna. Tornerà, sempre diversa & sempre Sé stessa. Tornerà la Vasaia.
La Donna era Il Vaso Magico. Per troppe femministe, è solo un vasetto col beccuccio.
I ceramisti conoscono solo il portacenere dove spegnere il loro mozzicone.
Non sanno Dove & Quando si faceva Il Vaso.
Non sospettano che ci sia un Perché.
Non scopriranno mai Come: non conoscono &.
Non possono immaginare com’era Creato, il Vaso che creava & si creava & si rigenerava da
solo.
Non lo crederanno mai: il Vaso tornerà a Creare & Crearsi, rigenerando il Tutto.
Per capire, per sentire cosa fosse un vaso, basta osservare che ancora oggi, nelle
abitazioni delle tribù più evolute, dei fiori sembrano uscire, dei fiori sembrano nascere,
dei fiori sembrano partoriti da un vaso pieno d’acqua.
Questo secondo estratto è utile, ad esempio, per rispondere ad una domanda che non si
pone mai.
I vincitori dei Giochi Olimpici originali non ricevevano una medaglia d’oro, d’argento o
di bronzo. Erano incoronati con un cerchio di foglie d’albero sempreverde, l’ulivo, e
ricevevano un vaso d’olio d’oliva, l’essenza stessa della ricchezza agricola, alimento
31
sublime e divino balsamo. Oggi, il vincitore della più modesta competizione riceve un
oggetto chiamato “coppa” allorché somiglia spesso ad un vaso. La domanda che non si
fa mai è semplice eppure fondamentale in casi simili: perché?
- Ma perché così stanno le cose, è semplice.
Noi evitiamo le domande che ci riguardano nel profondo. Non ci piace seguire la
massima più famosa di Delfi: Conosci te stesso.
Era considerato utile, per cambiare in meglio, per vivere un po’ più felici.
La magia della massima funziona ancora oggi. Conosci te stesso & la tua vera Storia potrebbe
anche servire a rendere un po’ meno infelice quel prossimo di cui parla il Vangelo, un
personaggio lontano, ipotetico. Grazie ad un’altra traduzione – quella di Re Giacomo e
del Suo Scriba Ermes – gli inglesi sanno, o sapevano, che non bisogna amare il prossimo
bensì il vicino: neighbour.
- Il prossimo? Avanti il prossimo! E non spingete, rispettate la fila, c’ero prima io...
Il vicino inglese, nozione spaziale, è diventato un prossimo temporale che non passa mai,
e che non passerà.
- Ero qui prima di voi allora fatte la coda, alla frontiera.
Le parole hanno un peso. Ma si consumano e perdono peso. Non è colpa di nessuno.
Quando le parole sono vuote, hanno un peso negativo. Trattasi di legge fisica. Trattasi
anche di legge metafisica, e non riguarda soltanto la parola prossimo.
Le parole si consumano; anche i simboli e i riti si consumano, perdono peso, e
mescoliamo tutto, vasi e coppe, consumandoli insieme ai fiori e a tutto il resto, in modo
insensato. Desideriamo quindi concludere il capitolo con una nota ottimista: la risposta
alla domanda precedente, per ridare un po’ di senso al nostro quotidiano.
Si coronava il vincitore dei Giochi Olimpici con un cerchio magico di foglie sempreverdi
affinché diventasse un Eroe Eterno. Per lo stesso motivo tecnico, se amiamo una
persona, le portiamo una corona di fiori per i suoi funerali.
- Da dove arrivano invece i fiori?
Da Mnajdra. Ce lo ha ricordato il vaso nostalgico, antico.
Altre tribù bruciano i loro morti per aiutarli nella loro ascensione verso la Vita Eterna.
Noi li mettiamo in terra, come i semi, affinché continuino a vivere. Tale vecchia
metafora viene usata nel Sermone Accademico per i Morti. Tutti trovano pratico credere
nelle promesse delle religioni, o rigettarle. Molto pochi vogliono capire la logica della
magia religiosa. È semplice, e potrebbe convincerci, quando ascolteremo il Sermone
Silenzioso per i Vivi, recitato da Due Pietre nel Tempio di Mnajdra. Il loro sermone
parla di semi.
C’è chi sorride degli amanti romantici... Amore & Vita è Eterno, il fatto è noto,
dall’Origine del Tempo Circolare. Ritorneremo a quel Tempo felice, e alla Signora che lo
ha creato.
- Lei ha creato anche l’Amore?
Pensiamo che sia una buonissima domanda. Lasceremo il lettore rispondere, alla fine del
capitolo sugli “osservatori solari” di Stonehenge e Mnajdra, quando avremo finito di demolirli.
Ma se la Dama di Mnajdra dovesse rispondere, potrebbe osservare che non è affatto una
buona domanda.
32
- Se ho inventato l’Amore? Deve trattarsi di un gioco di parole moderno. Amare & Vivere è Un
verbo, è Il Verbo. E voi, voi piccoli scienziati moderni, voi lo avete diviso in tre verbi - amare &
vivere, senza nemmeno rendervi conto che il verbo più importante è quello di mezzo: &.
Albert Gianna avrebbe risparmiato molta energia se avesse ascoltato la Dama di
Mnajdra, invece di scrivere un intero romanzo su &. (B)
Demolire gli “osservatori solari” di Stonehenge e Mnajdra ci costerà una certa fatica.
Per demolire un Tempio di oggi, basta uno sguardo chiaro.
33
Spunti & strumenti per approfondire & sviluppare
Nuovi oggetti per l’ermeneutica
Ermes è un ambasciatore, un intermediario che traduce il linguaggio degli Dei per gli
uomini, e viceversa. A volte, deve nascondere una parte della verità, o mentire. Si capisce
dal Suo sorriso. Quando dice tutta la verità, o quasi tutta, lo si capisce perché ride. La
Sua risata è cosmica, e scuote l’Universo.
L’ermeneutica – l’Arte di Ermes – fu a lungo limitata all’interpretazione dei testi sacri.
Poi fu applicata ad un qualsiasi testo; infine ad una qualsiasi altra opera d’arte.
Possiamo applicare l’ermeneutica ad una tecnica? Possiamo sottomettere una sequenza
operativa ad una interpretazione secondo Ermes?
In effetti, una interpretazione è già stata data della tecnica del vasaio, che fu l’Arte della
Vasaia. Ermeneutica di una tecnica (2) è un piccolo saggio che si è dimostrato utile in
numerose applicazione del cosiddetto “far ceramica” nella didattica, nell’educazione, in
contesti terapeutici, ecc.
Tecniche, arti, artigianati ? Sono quasi gli stessi concetti, se si considera l’origine greca
del primo termine. Possono cambiare, per il meglio come per il peggio.
Per evitare la loro sparizione, dobbiamo proteggere le tradizioni, femmine della specie
camaleonte. A tale scopo, arti, artigianati e tecniche devono diventare oggetti di un audit
ermeneutico, da parte di ermeneuti che non siano solo lettori di vecchi trattati e di riviste
tecnologiche. Vediamo esempi tipici.
L’Arte della Vasaia non è sparita del tutto. Sopravvive nel cosiddetto hobby e in attività
didattiche, educative, sociali, terapeutiche, ecc. dove l’attenzione non è rivolta solo
all’oggetto ma ad Oggetto & Soggetto. Il legame è stato mantenuto con l’Antica Dea, quindi
quel modo di “far ceramica” meriterebbe più attenzione e il massimo rispetto. (2, 3, 8)
34
L’artigianato del vasaio sopravvive nella sua funzioni apparentemente unica: produrre
oggetti per venderli. La dimensione simbolica è quasi totalmente sparita dai prodotti; è
rimasta nei processi, come una magia deteriorata. Certi gesti sono ripetuti come lo
fossero da uno zombie. Tanta rigidità è segno ulteriore della funzione ontologica di una
tecnica. Chi produce un oggetto si auto-produce Soggetto. Il Tecnico preferisce morire (di
fame) piuttosto che cambiare il suo Essere & Fare.
Funzione ontologica & Rigidità è un concetto unico che ripone ogni tecnica nella sua categoria
originale: quella delle religioni. Gli Dei erano lavoratori: Vulcano era fabbro, sull’Etna.
La Religione potrebbe fare da perno tra i due paragrafi precedenti (Arte della Vasaia e
Artigianato del Vasaio) e i due prossimi (Tecnico Intellettuale e Ceramista Moderno).
Ogni caso potrebbe essere letto come metafora della religione.
Per un ermeneuta, reinterpretare una religione è come lavorare in casa. Farà un buon
lavoro se si è esercitato fuori casa. L’esercizio all’aria aperta fa bene. Allora l’ermeneuta
potrà reinterpretare ogni aspetto di una data religione. Quando non lo fa lui, lo fanno
certi fedeli. Succede comunemente.
Quanto detto per il Tecnico Vasaio vale per il Tecnico Intellettuale. Di tutti i tecnici,
l’intellettuale è il più refrattario al cambiamento. Con lui, la rigidità si fa paralisi.
Considerando una qualsiasi corporazione d’intellettuali, si rimane meravigliati da un tale
patrimonio di parole fossilizzate, di abitudini mentali esercitate da zombie. (7) Un tale
attaccamento al proprio linguaggio tecnico è segno di un malessere, di una particolare
fragilità dell’Essere, di un’inconsistenza figlia della lontananza dal mondo fisico e di un
vuoto spirituale profondo. In generale, gli intellettuali si vantano di essere incapaci di una
qualsiasi attività “manuale”. Dicono così, poveri...
La paralisi degli intellettuali si riverbera sull’Arte dell’Editoria, che dà segni di
fossilizzazione. Il più evidente è la riduzione dei costi con la limitazione delle foto.
Purtroppo, l’economia di foto rimane la regola nelle pubblicazioni in rete. Ciò dimostra che
gli autori seri, come le brave casalinghe, non sprecano niente. Un altro segno di paralisi
editoriale è meno visibile. Nel presente testo come in altri dallo stesso autore, i tipografi
noteranno che l’inizio di un nuovo paragrafo non è segnalato da una rientranza, o
capoverso. L’autore preferisce aggiungere un’interlinea, o due, a suo piacimento estetico,
perché non deve risparmiare carta: non ha fatto tagliare nessuno albero per le sue
pubblicazioni in rete.
Il Ceramista Moderno ha adattato la sua arte ai tempi moderni, con grande successo,
grazie ad un audit ermeneutico scientifico. La ceramica è ora utilizzata in ogni settore,
dal più basso al più alto: dalle piastrelle alle navicelle spaziali.
Possiamo quindi concludere con una nota d’ottimismo. Un bravo alunno non fa mai
domande: fa quello che gli si dice. E se continua a fare il bravo, da grande, sarà un Tecnico. (1)
Mnajdra e Stonehenge
Sulle questioni serie, è sempre prudente partire dai fondamentali.
Gli strumenti scientifici non esistono. Scientifico è il metodo. Può caratterizzare il lavoro
di una persona mentre utilizza uno strumento qualsiasi. Lo strumento più sofisticato
diventerà un attrezzo stupido, in mano ad un imbecille.
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In altri termini, gli strumenti scientifici non esistono, come non esistono gli attrezzi
stupidi. Non mancano invece gli imbecilli.
Il Termometro è l’Oracolo Imbecille dei Tempi Moderni. Dice quando l’arrosto è
pronto e quando la ceramica è cotta, quando si è malati e quando si è guariti. Il
Termometro è talmente imbecille che indica il Tempo! (B, 1)
E le Scienze Umane? Siamo seri. Non esiste una sola Scienza Umana. Il termine è stato
inventato da un umanista invidioso che voleva acquisire il successo sociale ed economico
di uno scienziato con un procedimento magico: adottare il nome dell’Eroe. Non ha
funzionato? Il governo gli ha tagliato i fondi? Adottare il nome del Vincitore Scienziato
non basta. Bisogna anche vestire il suo Sacro Velo: il Camice Bianco.
Che il Signore di Montaigne illumini chi pensa che umanista sia riduttivo, amen. (6)
Le Scienze e le Umanità sono due forme di conoscenza & atteggiamento di fronte alla conoscenza.
Diverse, sono entrambi profonde. Certe ricerche, e i presenti appunti di viaggio, seguono
un approccio scientifico & umanistico: un unico concetto che indica una terza via.
Si potrebbe obbiettare che è l’equivalente di Scienze Umane. Non è assolutamente così. La
degradazione della parola Umano a mero aggettivo di Scienza è una grossolana inversione
sulla scala dei valori: succede spesso, e porta conseguenze catastrofiche. Oppure la
locuzione Scienze Umane esprime una mancanza di sensibilità lessicale, intollerabile nelle
Scienze come nelle Umanità.
Un gioco di parole? Abbiamo provato a formulare una sfida del 21esimo secolo.
La questione è semplice ormai: è una semplice questione di Vita o di morte.
Ora possiamo riprendere la nostra lettura umanistica & scientifica di Mnajdra e Stonehenge.
Per descrivere il tempio di Mnajdra in modo più veritiero, per conoscere & spiegare ciò
che il tempio è & come funziona, useremo una formula, un solo concetto che unisce due
verbi: Rappresentare & Creare. Questa formula di base della magia è anche uno strumento.
Esercitiamoci ad usarlo sul bastone per essere pronti ad utilizzarlo sul tempio. Chi voglia
apparire come un vero accademico può chiamare il suo bastoncino in greco: gnomone.
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Un bastoncino piantato in terra è una bacchetta magica: rappresenta & crea il Tempo &
la Donna nuova che la guarda & nasce in lei & Si riconosce & Si crea nella propria
relazione con la bacchetta & ombra & sole come in uno Specchio Magico. Ieri come
oggi, la Donna (o qualsiasi altro Essere) è la propria conoscenza, Lei è il proprio
Specchio Magico. Lei rappresenta & crea il proprio essere, il proprio nuovo essere. Poi
Lei Si moltiplica in nuovi oggetti, come per esempio il Suo Tempio. Lei è diversa da noi
perché Lei è & vive il suo Tempo Circolare mentre noi siamo & viviamo & moriamo
lungo il nostro Tempo Lineare. Che mistero! Impossibile da descrivere nel nostro
linguaggio che semplifica, tradisce... ma rimane chiaro che un bastone era & resta
un’arma per scimmie & idioti, un’arma stupida quanto l’idea secondo la quale un tempio
megalitico possa essere un osservatorio solare.
Ci sono miliardi di osservatori solari in questo mondo: si chiamano alberi. Dall’Origine
dei Tempi, appunto, la Donna, tra altre specie, ha utilizzato gli alberi, le pietre, e tutte le
cose, come osservatori & fucina dove descrivere & produrre Sé stessa & esseri in
numero infinito, ignoti a noi oggi perché “siamo” altre conoscenze, sempre più
numerose ed accessibili. Stiamo creando l’Uomo Nuovo. Passiamo ore ogni giorno a
contemplarci nel nuovo Specchio Magico, uno strumento infinitamente più ricco
d’informazioni del bastone piantato in terra: lo smartphone incollato nella nostra mano.
Sherlock Holmes ci guida: ogni Suo passo è una osservazione & creazione seguita da una
deduzione & creazione, poi ritorna sui Suoi passi fino all’Induzione Suprema.
Lei, Sherlock, ci guida verso Uno & Una, un Dio Neutro.
«Dio è Padre ma Dio è anche Madre» precisò un profeta dal sorriso materno, a Roma, di
recente. “Essi” gli hanno fatto fare la fine dei profeti:
- Una tisana Santità? L’aiuterà a dormire...
In climi più miti come quello mediterraneo, ogni società agricola è cosciente di un primo
periodo fertile. Lo dice la parola stessa: Primavera, la prima era, il primo periodo. Per la
fertilità, ovviamente. Certi semi sono seminati in primavera per il raccolto estivo. In un
secondo periodo magico, in autunno, altri semi saranno seppelliti. Il raccolto verrà, dopo
l’Inverno, se la Magia funziona, e vedremo come funziona. I due periodi magici per le
semine corrispondono più o meno agli equinozi di primavera e autunno.
In area mediterranea, il Ciclo della Vita è composto da un lungo Periodo Felice che
scorre tra due Momenti Magici: semina - raccolti estivi - semina.
In Europa del Nord, un solo Instante Allegre, il solstizio d’estate, non ha mai cessato di
scatenare una folle gioia dopo una lunga Notte d’Inverno prima della prossima, e una certa
esuberanza sessuale, se ben ricordiamo, non priva di relazione con semine e raccolti.
Nord e Sud, avevamo tutti un altro momento speciale. Il solstizio d’inverno, la Folle
Speranza nella Nascita del Nuovo Sole, è ormai sommerso da uno tsunami
consumistico: Natale.
Il solstizio d’estate è ancora celebrato da certi cristiani. Accendono allegri falò alla vigilia
del 24 giugno, onomastico di Colui che Porta La Buona Notizia: Giovanni Battista.
Gli antichi festeggiamenti degli equinozi di primavera ed autunno rivivono in due date
fondamentali del calendario agricolo cristiano: La Pasqua, Risurrezione di Uomo &
Natura, e la San Martino. Il Buon Legionario Romano aveva diviso il proprio mantello col
Mendicante. Per la San Martino, in Europa, il Buon Signore Cristiano divideva il proprio
raccolto col suo contadino e gli rinnovava il contratto, se era soddisfatto di lui.
I momenti di Allegria e di Speranza vivevano in uno dei templi di Mnajdra, a quanto
sembra. Non abbiamo verificato questo dato. Lo sviluppo seguente non è quindi basato
su una esperienza personale ma su informazioni da fonte ufficiale. Sembra che nel terzo
tempio di Mnajdra, al solstizio di...
Un attimo! Siamo sicuri di sapere cos’è un solstizio?
Lo capiremo meglio osservando la parola occidente.
38
Occidente, uccidere, cadere: stessa etimologia.
La parole occidente indica l’orizzonte dietro il quale il Sole cade, ucciso. Succede ogni giorno;
tutti lo possono vedere. Però il Sole muore anche ogni anno. Possiamo vederlo? Non è
facile. Bisogna osservare con più attenzione; osservare per esempio la parola solstizio. La
sua etimologia latina indica che il Sole si ferma, come se morisse d’un colpo. Ma dove si
potrebbe mai fermare, il Sole?
Gli specialisti – gli astronomi come gli astrologi – rispondono alla domanda dove come se
fosse equivalente alla domanda quando? Dicono che un certo giorno, il Sole si ferma.
Sì, va bene, abbiamo capito, ma fermarsi non riguarda il Tempo, che non si ferma mai.
Fermarsi riguarda un movimento nello Spazio. Il bus 38 si ferma ad un palo con la scritta
Bus 38. Come si vede il luogo esatto dove si ferma il Sole? Dove dobbiamo guardare? Nel
cielo?
No. Per capire veramente la parola solstizio, e la parola Occidente, e certi aspetti
fondamentali dell’antropologia che racconta la nostra vera Storia, dobbiamo guardare
l’orizzonte dove sorge il Sole.
Oppure ascoltare una favola.
40
penetrava dritto al fondo del Palazzo a forma di 8, in quel giorno così speciale. La donna
lo aveva costruito a forma di 8 perché lei aveva la forma di un 8.
- Che vuole dire, zietto?
- Vuole dire che la donna era bella, morbida, cicciotta, come un orsacchiotto, così chiamato perché
ha la forma di un 8. Se disegni un 8, poi è molto facile trasformarlo in orsacchiotto... o disegnare
la Signora di Malta.
La donna e il suo palazzo solare avevano la forma di un 8. Più tardi, altre donne lo
chiamarono il Palazzo della Fata, perché la Signora di Malta fu la Prima Fata Madre.
- Oooohh...
- Sì ma... ma come l’aveva chiamato, il palo più alto?
- Bravissima!... È una buona domanda. Sei sveglia, malgrado l’ora.... però si è fatto tardi
bambini; vi dico solo che il palo più alto fu chiamato come una ricetta di cucina inventata dalla
Prima Fata. La ricetta è facile. Bisogna mescolare il giorno e la notte in parti “eque”, che
significa in parti uguali, e quindi giuste, come le fette della torta. Dopo avere misurato il tempo
piantando paletti nella sabbia, la Fata misurò la lunghezza del giorno e della notte con della
sabbia: faceva colare la sabbia della spiaggia come fosse acqua, in un orologio trasparente a
forma di 8.
Basta per oggi. Domani, vi dirò il nome del palo più alto; ha un nome bellissimo, misterioso,
latino. Buonanotte bambini; sogni d’oro.
- Sì ma se era la prima madre, com’era nata lei?
- È semplice. Hai notato che i girini si trasformano in rane, vero? Ebbene, Il Grande Serpente
Paffutello si trasformò in Grande Drago Paffutello che si trasformò nella Prima Madre. Tutto
qui.
- E la figlia?
- Questa potevi indovinarla da sola. Il Piccolo Bruco Paffutello si trasformò nella Farfalla
Paffutella a Forma di 8 che si trasformò in Prima Figlia. Adesso...
- Sì ma di che colore era la fata, zietto caaaro?
- Non era turchina.
- Nooo, dico la pelle! Di che colore era?
- Ogni fiaba vera è uno specchio magico; la fata prende il colore di chi l’ascolta. Ma questa fiaba
parla di una vera fata, su una vera isola, Malta, in mezzo al Mediterraneo. Quindi direi che la
Prima Madre era... cioccolato al latte.
- Buoooonooo...
- La Prima Figlia era uguale, con meno latte. Ma lei avrebbe detto con più cioccolato. Adooorava
il cioccolato!
- Come meee...
- Come te, aveva stelline dorate sul naso.
- Bruuutte! Mi prendono tutti in giiiro...
- Sono cosi cariiine le tue stelline. Chi ti stuzzica è innamorato di te ma è troppo timido per
dirtelo.
- Grazie zietto, anche tu sei cariniiissimo.
- Non sono cariiino però non sono neanche brutto. Sono... caffèlatte. Cappuccino. Con panna.
- Vedo la panna ma non sei caffèlatte.
- Il mio caffèlatte è strano perché io cambio colore in ogni paese. Come i camaleonti. In origine sono
verdi.
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- Io ti ho sempre visto così.
- Tu sei molto giovane, cara. Quindi è ora di dormire. Buonanotte.
- Sì ma come si chiamava la figlia, zietto?
- Questo lo ricordo perché si chiamava come te: Chiara Alba. Era brillante e testarda! Quindi a
volte la chiamavano Oli, come la lampada a olio d’oliva. La sua piccola fiamma tremolante
bruciava tutta la notte, combattendo le tenebre.
Tuttavia, a volte, la chiamavano Ali, non so perché. Forse perché aveva le ali. Sarebbe
perfettamente logico che la figlia della Prima Fata avesse avuto delle ali da piccolina.
- Sì ma...
- Buonanotte.
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Il Palazzo della Prima Fata
Modello dei tre templi di Mnajdra. Secondo fonti ufficiali, il piccolo tempio a destra fu
costruito per primo; seguirono il centrale poi quello di sinistra. Basta osservare la
maquette per scoprire tale cronologia, in una evoluzione che conferma la nostra visione
di templi antropomorfi. La facciata del primo tempio fu costruita lungo una linea retta;
la facciata del secondo lungo una linea leggermente curva; la terza facciata segue una
linea nettamente curva.
In un sogno ad occhi aperti, si potrebbe notare che la facciata dell’ultimo tempio rappresenta
due gambe curve che si estendono da ogni lato della... Porta. Vengono descritti come
panchine, come se il sito del tempio fosse un giardino pubblico. Che piacere sedere in
grembo ad una Dea così accogliente!
Un’altra informazione ufficiale sostiene la nostra interpretazione. Agli equinozi di
primavera e autunno, il Sole entra dritto dalla Prima Porta, attraversa la Seconda Porta, fino
al Punto Centrale nel più profondo del Tempio. Massima efficacia... ma a quale scopo?
Vediamo come funziona la Magia della Prima Fata, che inventò l’architettura.
Crediamo di sapere perché il Sole è tiepido in primavera e tiepido in autunno; ascoltiamo
il punto di vista della Comunità locale. Per loro, il Sole deve entrare nel più profondo del
Tempio per scaldarsi a partire dalla primavera, poi per raffreddarsi a partire dell’autunno
perché Lei-Sole & Lei-Tempio ha bisogno di riposo.
All’alba, tutti possono osservare che il Sole esce da Madre Mare, grande quanto un
pallone di pietra di Mnajdra, arancione come il tuorlo di un uovo senza guscio nella
pancia di una gallina. All’inizio di questo viaggio, lo abbiamo chiamato Uovo Magico.
Possiamo dargli un nome più appropriato al nuovo contesto emerso dalle ultime
osservazioni?
- Uovo di Pasqua?
Fuochino...
- Uovo di gallina?
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Ci siamo quasi. Gli inglesi lo chiamano chicken egg benché sappiano quasi tutti che i polli
non fanno le uova. Comunque un uovo di gallina non è sferico ma ovoidale, termine
tecnico per dire che un uovo di gallina ha la forma di un uovo. (7) Ma è giusto qui
parlare di chicken egg, di uovo di pollo se vogliamo indicare ciò che deve uscire dall’uovo: un
pulcino che diventerà pollo arrosto. Una maggioranza di britannici è ottimista e vota
sempre a favore dell’Eggxit. Dunque, se consideriamo quanto deve uscire dall’uovo di
pietra di Mnajdra, l’Uovo Magico si deve chiamare Uovo Sole.
A proposito caro Lettore... Nella nostra passeggiata, siamo appena passati vicino al
vecchio dilemma della causalità lineare: «chi è venuto prima, l’uovo “o” la gallina?»
A Mnajdra si capisce meglio che altrove: è stato “o” a venire prima, e ha creato tutti i
nostri problemi. Grazie Aristotele!
Ci torneremo. Per ora, al fine di capire questi palloni di pietra, diciamo che uovo “e”
gallina non sono due oggetti; è Un sistema indivisibile, come una bicicletta. Se togliete una
ruota alla vostra bicicletta... dovrete proseguire a piedi.
La gallina “e” l’uovo non sono due esseri venuti separatamente; è un sistema vitale che è
nato poi si è sviluppato, Un Sistema di Vita che chiamiamo, in questo caso, Gallina &
Uovo, Donna & Sole, Donna Tempio di Pietra & Uovo Sole di Pietra.
Abbiamo detto che la cupola, o la doppia cupola che ricopriva il tempio era la terza
dimensione della silhouette di donna prosperosa. Ora ci appare come Guscio Protettivo
del Neonato Uovo-Sole.
- I palloni di pietra rappresentano un Uovo Sole ? Perché non un Uovo Luna?
Il numero di Uova Luna sarebbe molto più elevato: 12 volte più elevato. Ecco spiegato
perché le uova si contano per dozzine. Ma l’Unita Divina è l’Annata, il Cerchio
femminile della Vita. Un Uovo Sole era probabilmente offerto come ex-voto dalla
Comunità. Oggi si parlerebbe di una causa magica per un effetto speciale: la Nascita di
un Bambino molto speciale.
- Per esempio?
Per esempio la Nascita del Sole. Quel Bambino deve nascere ogni anno, affinché giri il
Maneggio del Tempo.
- Ex voto e regalo di Natale ?
Esatto, ma a quel tempo, in quel Tempo Circolare, la Culla aspettava ogni anno il ritorno
della Bambina, per i motivi che vedremo.
Non sarà una sorpresa per le numerose bambine che, come Beba, hanno pianto perché ogni
anno nella Culla c’era sempre un Bambino. Non è giusto! Allora mamma Chiara aveva inventato
la Culla per Bambino & Bambina. Una rivoluzione modesta, silenziosa, cosmica. (B)
Grazia a Dio & Dea, mamma Chiara e Beba non sono finite sul rogo.
- Non ancora!
Possono stare relativamente tranquille, essendo personaggi di un romanzo.
- L’autore invece no!
Albert Gianna è al sicuro; lui o lei si nasconde. L’autore dei presenti appunti si sente al
sicuro al 90%.
- E per il restante 10%?
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Molto prima che il gallo canti tre volte, rinnegherà ogni paragrafo, ogni linea scritta qui e
brucerà personalmente il manoscritto, a cuor leggero.
- Ne ha una copia salvaguardata in luogo sicuro?
Ovvio, ma anche perché ha già visto il film. Il Martirio è una gran bella cosa, ed è pure
divertente, ma solo dopo che un’idea abbia vissuto e si sia sviluppata grazie a codardi
come lui.
Grazie all’energia magica accumulata con tutte quelle danze in cerchio, siamo pronti a
studiare la Mito-Logica & Magia-Logica. Oppure, se preferite, la Musica del Ballo in
Cerchio.
- Che dire delle due lastre di pietra colpite dal sole ai solstizi di primavera ed autunno?
Le studieremo per capire meglio il funzionamento della Magia della Vita, nel prossimo
capitolo, a proposito di due piccoli errori fatti nella ricostruzione di quel tempio.
- Ma non potremmo concludere che il terzo tempio di Mnajdra è un osservatorio solare come
Stonehenge?
Assolutamente no, ovviamente. Si tratta di un tempio come gli altri due, ma costruito
con più dettagli nella Rappresentazione & Creazione di Una Cosa che noi Rappresentiamo &
Creiamo divisa perché siamo moderni. (1)
Le due costruzioni megalitiche a destra sulla foto furono edificate per rappresentare
Donna & Tempio. Il terzo monumento è più completo: Donna & Tempio & Sole &
Cicli di Luce & Cicli di Fertilità, & Uovo-Sole...
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I templi di Mnajdra e Stonehenge ci mostrano le diverse tappe evolutive di società
agricole simili, in climi diversi.
Un osservatorio solare? Se le categorie moderne potessero applicarsi ad una realtà del
Neolitico, uno studente di fisica direbbe che Mnajdra è una centrale energetica
autofertilizzante senza rischio per la popolazione. Un biologo potrebbe descrivere la magia
del Neolitico come autogamia simbolica: un termine Scientifico & Umanistico. Ne
preferiamo un altro: Laboratorio d’Arte & Magie della Donna, simile a due tra i più
antichi Laboratori della Donna: quello della Vasaia, e quello della Cuoca. (2, 3)
Segnaliamo che al Neolitico, Umanismo si diceva Femminismo. Non è l’equivalente,
tutt’altro, del termine moderno che sentiamo in TV. Oggi, le donne di Mnajdra sono
numerose ma non sono considerate degne del proscenio.
Possiamo forse dire che in quel Tempo Circolare, il Sole non era il Padre ma il Figlio
della Madre? O che un Sole femmina era la Figlia della Madre? Niente di tutto questo.
Lei era Una : Donna & Madre & Sole & Figlia & Figlio & Tempo & Spazio... Poi iniziò
un lento processo, visibile negli oggetti delle diverse epoche. “Lei” diventò legione. In
Egitto, ogni Dea era Dio e viceversa. Poi ci fu la divisione per genere. E così via. Le
nostre scienze moderne continuano così e si sviluppano, dividendo all’infinito.
Accumulano miliardi d’analisi – o divisioni ed esami delle parti – e un numero insufficiente
di sintesi utili. Ciò rende difficile comprendere come eravamo, ma non è impossibile.
Dopo tante divisioni, il ruolo dell’umanismo - del Femminismo - è di riunire. Ci aiuterebbe
a capire chi siamo ovviamente, e quanto sta succedendo, perché non è cosi diverso di
quanto è successo dal vero principio dei tempi, quando l’umanità era Femminità.
Rappresentare & Creare l’Armonia del Sole & Donna & Madre in un Tempio è una
Magia. Oppure è un’Arte. In effetti, Arte è solo una parola per dire Magia, e viceversa.
Arte, artigianato, magia, mestiere, professione... Tutti si Rappresentano & Creano per mezzo
di un dialetto specifico chiamato linguaggio tecnico. Ogni linguaggio tecnico è più o meno
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segreto; ogni Tecnico si nasconde nel proprio dialetto, per motivi buoni o cattivi. Ci si
chiede a volte quale sia la differenza tra Magia Nera e Dialetto da Tribunale. (6)
Ma ci sono anche numerosi esempi di Magia Bianca. Per esempio, il Vaso è la
Rappresentazione & Creazione di una donna: la Vasaia. Il suo Vaso esprime il suo Verbo;
è la prima Sacra Scrittura.
La fabbricazione del Vaso era un rito mensile. Il suo ciclo è ben descritto dalla frase
Polvere alla polvere che esisteva prima dei tempi biblici, non formulata ma viva nel rito
originario della Vasaia, quando il Vaso non era cotto. Dobbiamo descriverlo al presente
atemporale; è il Tempo della Magia nel ciclo mensile come nel ciclo annuale.
La Vasaia , fatta di Acqua & Polvere, dà la Sua propria forma a Polvere & Acqua. Il Vaso vive la
Sua estate, poi si scioglie alle piogge d’autunno. Lei torna alla polvere dove dorme ma alla Sua
primavera mensile riprende il Suo ciclo.
Polvere alla polvere... Poi una rivoluzione tecnologica fu un cataclisma: il Fuoco.
Cotto, il Vaso diventò più “forte” ma si ruppe in cocci che non potevano rinascere nell’
acqua. Fine del Ciclo? Impossibile!
Una nuova fase & frase fu aggiunta alla formula magica: Ceneri alle ceneri; polvere alla polvere.
Il Vaso rotto fu macinato in una sabbia d’ossa che fu aggiunta alla polvere, affinché il
Ciclo della Vita fosse rispettato, affinché la Vita potesse rinascere dalla vita immobile.
Ceneri alle ceneri, polvere alla polvere. Ma la Morte non esisteva.
Negare & Eliminare, è una Magia comune, allora come adesso. Oppure è un Arte, o un
mestiere: Avvocato, per esempio, o Giudice.
Pochi vasai moderni aggiungono ancora terracotta macinata o altre sabbie alla loro
argilla; gli altri la comprano già mescolata. Non è più un’esigenza vitale della loro arte
sapere Perché & Come & Quando & Chi crea & si crea in quella Magia. Hanno un termine
tecnico per la sabbia di scheletro. Si pronuncia sciamot ma si scrive in francese: chamotte. Il
Verbo Tecnico trasmette l’arte magica & la nasconde agli occhi indiscreti. Ma a forza di
nascondere si dimentica Perché & Chi &... (2, 3)
♫ You may trod me down to the very dirt, still like dust I’ll rise (dal poema I’ll rise
di Maya Angelou, messo in musica e cantato da Ben Harper.)
Potete calpestarmi nel fango, come la polvere risorgerò.
La sabbia di scheletro ha una funzione tecnica & magica durante l’essiccazione e la cottura
del vaso. La chamotte potrebbe raccontare una storia di resilienza: un concetto emerso di
recente da un passato remoto.
Resilienza non significa resistenza. Significa diventare più forti ogni volta che si torna
polvere & si resuscita. Come nel ciclo di Mnajdra. Come nel ciclo della Vasaia.
Fuoco & Resilienza... come in un altro rito. Il ferro diventa più forte se lo si riscalda
finché diventa incandescente come il Sole; allora si batte a più non posso e si raffredda
brutalmente in Acqua o in Olio, poi si ricomincia. Sottomesso ad un tale supplizio, un
vaso di coccio si sbriciola; un’anima di ferro opaco si trasforma in acciaio lucente... per il
Bene, per il Male, o per il peggio.
♫ A lu tiempo d''a disperazione
Masaniello se veste 'a lione. (Roberto De Simone - O cunto 'e Masaniello)
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Serenamente, il Vaso e il Tempio di Mnajdra operano la stessa Magia, lungo due cicli
periodici: il ciclo della Luna per il Vaso che si deve realizzare ogni mese, il ciclo del Sole
per il Tempio che funziona su base annuale.
Il Vaso e il Tempio Rappresentano & Creano la Vita della Donna che crea la Vita in Sé
Stessa e attorno a Sé.
Rappresentare & Creare è La Formula dei lavori Mito-Magici in corso da sempre. La
formula funziona ancora ai giorni nostri, tutti i giorni, ovunque e in nuovi non-luoghi:
sta nuotando nei canali TV e surfando sul Web.
Rappresentare & Creare è il processo magico all’origine della Vita Umana. Trattasi di un
segreto che non andrebbe rivelato. Può essere detto solo in parole ermetiche, ma le
parole degli Dei sono tradotte da ermeneuti sempre più numerosi... quindi l’autore non
sarà l’unico a mettersi nei guai. Prega Dea di avere pietà.
- Eh! È sbagliato. Noi preghiamo Dio, altri pregano la dea, o una dea.
- Certo che è sbagliato, o è un punto di vista. Ma essendo un’opinione diversa dalla sua, l’aiuta a
vedere che la Grammatica è una magia teologica: produce realtà divine o diaboliche con parole.
A Mnajdra, la magia funziona nello stesso modo. La stessa magia compenetra le nostre
vite. Una persona può arrossire, ed essere felice, e fiera, oppure può mettersi a piangere,
svenire, diventare pazza ed uccidere, perché un’altra persona ha mormorato o gridato
una sola parola.
Non dobbiamo andare oltre perché ci stiamo avvicinando ad un promontorio
pericoloso. Altrove lo chiamiamo Il Salto di Icaro.
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L’Arte è Magia
Il sogno ad occhi aperti che segue ci fa capire meglio come “funziona” il tempio.
Suggerirà correzioni (non urgenti) ai due piccoli errori commessi durante la ricostruzione
del terzo tempio di Mnajdra.
«Il Fiore-Sole non ha bisogno del seme di nessuno per riprodurre Sé Stessa.
Per diventare Madre di fiori-Sole, il Fiore-Sole ha bisogno solo
della propria Luce Solare.
Il Fiore-Sole non insegue il Sole, come diranno più tardi i
Patriarchi.
Il Fiore-Sole è il Sole.
Speriamo che qualche botanico non ci fucili col nome latino della margherita, che non è
il girasole importato più tardi dall’America.
Speriamo che il nostro sogno ad occhi aperti sulla magia del Fiore-Sole e le note che
seguono non siano utilizzate a favore o contro le nuove tecniche di riproduzione umana.
Speriamo che non diventino chiacchiericcio pseudo femminista.
Speriamo che nessuna educazione sessuale “poetica” spieghi ai bambini che Il Sole è il
maschio che fornisce il seme... o lo neghi banalmente.
I sogni ad occhi aperti non si spiegano, si sentono, come molte illusioni sparse dalla scuola, la
TV e lo smartphone. Certe spiegazioni razionali sono sensazioni.
In modi diversi a diverse età, le nostre note – forma & contenuto – possono costituire
un primo passo verso una scuola metadisciplinare: Architettura & Filosofia & Cucina &
Etnologia & Matematica & Sociologia & Ceramica & Psicologia & Ballo &... (1)
Infiniti esempi indicherebbero che è l’unico modo serio di organizzare Ricerca &
Sviluppo in un qualsiasi campo e ad ogni livello, o di studiare, per esempio, una società
diversa dalla nostra.
Una civiltà veramente diversa è uno Specchio Magico nel quale scoprire, finalmente, la
nostra.
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Due piccoli errori
Non è corretto dire che la Tavola dei Semi-Sole d’Estate dev’essere messa là dove batte il sole
perché i semi hanno bisogno del calore del sole. La linea sulla quale sono scritte queste parole è
un limite al loro potere magico. Se accettiamo di farci intrappolare in quella linea, non
riusciremo a leggere tutta la storia.
- Ma A causa B, e B è l’effetto di A, e così via su una linea: A,B,C,D... È la realtà!
Non esiste niente che si possa definire ‘la realtà’. Un’altra visione è all’origine della causalità
lineare A,B,C,D Non molto tempo fa, abbiamo acquisito il pensiero lineare da Aristotele, e
siamo diventati Esseri diversi. Il Maestro di Aristotele, Platone, e il Maestro di Platone,
Socrate, e la Maestra di Socrate, Diotima di Mantinea, pensavano diversamente & erano Esseri
diversi. La causalità lineare di Aristotele non si applica a Mnajdra, né in tanti altri luoghi...
per esempio in noi stessi. Numerosi scienziati lo hanno detto prima. Certi sono chiamati
scienziati postmoderni. La loro forma di pensiero esisteva prima dei tempi moderni ed
esiste ancora oggi ma la usiamo solo nella nostra vita privata, senza averne coscienza
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purtroppo. (1) Se la filosofia di Diotima & Socrate fosse studiata a scuola insieme a
Fisica & Matematica, i nostri figli diventerebbero migliori di noi e potrebbero preparare
un mondo migliore. Ovviamente, la filosofia dovrebbe cessare di essere quel vano
esercizio mentale insegnato in vane accademie. Dovrebbe recuperare il suo statuto
originario di scienza bio-logica: una scienza della Vita, che andrebbe insegnata insieme ad
altre, relative alle necessità vitali del quotidiano: la pulizia, una buona alimentazione, le
basi di una relazione tra i generi che non sia limitata all’educazione sessuale, ecc.
- Ma questo è il lavoro di una madre!
Socrate era anche una Madre. Un Papa a detto così di Dio il Padre, poco tempo fa, e gli
hanno fatto fare la fine di Socrate. L’abbiamo già detto? Quando un messaggio è spedito
due volte, ha maggior possibilità d’arrivare a destinazione.
- Ciò è falso! La morte di quel Papa è stata naturale.
- Pensiamo che sia vero.
- Lei crede che sia vero!
- Cosa vuole, bisogna pur credere in qualcosa di cui non si sa niente, se risulta utile per un bene
supremo. Su questo punto almeno dovremmo essere d’accordo, no?
Abbiamo unito Essere & Conoscenza. Ancora una volta, dobbiamo affrontare la questione
ontologica & epistemologica che porta a cambiamenti onto-epistemologici. Sì, suona malissimo,
ma il termine risulta utile in certe occasioni. In una conferenza per esempio, si potrebbe
segnalare che Mnajdra offre la testimonianza fisica di una fondamentale differenza onto-
epistemologica tra... chi? Tra la nostra civiltà e la loro? Sulla Grande Spirale del Gioco
dell’Oca del Tempo, le civilizzazioni non sono racchiuse in caselle. Noi siamo uniti a
Mnajdra, benché Lei non sia unita a noi. Abbiamo mantenuto una parte del suo Essere &
Conoscenza, e l’abbiamo unito ad altri Essere & Conoscenza che si sono sviluppati nel corso
dei secoli. Oggi, siamo Loro & Noi.
Siamo diversi da Mnajdra in un aspetto fondamentale: pensiamo che cause & effetti non
siano Uno bensì separati in cause ed effetti dentro le caselle del gioco dell’oca. Viviamo
lungo la spirale di questo Tempo lineare, saltando di casella in casella. Siamo & Conosciamo
quel non-sistema lineare soltanto. Nel nostro Gioco dell’Oca, la Spirale di Caselle Chiuse
forma un labirinto angoscioso... o almeno lo pensiamo. Quel labirinto esiste perché lo pensiamo
con parole. Quel labirinto è frutto delle parole che pensiamo. Questa è Magia Nera.
Siamo incastrati in quel non-sistema lineare quando perdiamo il contatto con la nostra
interiorità. Una tale divisione avviene nella vita professionale, quando ci occupiamo di
oggetti esterni a noi stessi. Succede meno nella vita privata, a casa dove la Vita è molto
diversa, ancora collegata in qualche modo a Mnajdra. Ritrovare il cammino di Casa è un
altro viaggio tipico, in questa civilizzazione del Patriarca. La Casalinga Eterna, la Signora
della Casa, tornerà un giorno, come Diotima La Maestra. Abbiamo un bisogno urgente
della Sua forma mentis per risolvere problemi complessi. (1)
In certi contesti, come un tempio o un essere umano, non ci sono cause che generino
effetti lungo la linea del tempo. In tali luoghi fuori dal tempo, vige una diversa illusione,
con le sue regole, i suoi vantaggi e i suoi limiti.
Mnajdra rappresenta un fenomeno relativamente semplice, ma è difficile da esprimere
nel nostro linguaggio lineare. In generale, viene raccontato con altri linguaggi.
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L’etimologia di poesia ce lo ricorda: la poesia Racconta & Crea, quando è buona poesia. La
musica è magica, quando è buona. Quando la musica è sincera, la danza non mente.
Ma quando i musicisti si prendono per degli Dei, la musica perde contatto con la Terra e
diventa soltanto Celeste.
Oggi, i musici hanno dimenticato che le Suite di Bach erano danze; un Maestro guidava
Il Ballo: Allemanda! Corrente! Sarabanda!... Nei templi moderni il popolo ascolta seduto, o
in ginocchio. In piedi, se si alza, trattiene uno sbadiglio.
Tentiamo una formulazione più generale. Potrebbe essere utile in casi simili, e in altri
contesti.
A proposito di una funzione razionale supposta, è stato detto che Mnajdra indica il buon
momento per la semina. Quel tempio sarebbe un orologio a cucù maltese?
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Di nuovo, non possiamo accettare una tale formulazione. L’approccio razionale offre
solo una parte della storia, e una parte non ha nulla a che vedere con il Tutto.
A proposito di domande del tipo: cosa “è” Mnajdra?», si potrebbe tentare di raccontare
tutta la storia utilizzando una modalità scientifica & umanistica: un concetto unico, che
riguarda una questione razionale & magica. (6)
La terminologia è problematica, quando si affronta la questione onto-epistemologica.
Ecco quindi una formula chiara: “essere & sapere & fare” è Un Verbo.
Riformuliamo quindi la nostra domanda su Mnajdra: Cosa è & cosa sa & cosa fa
Mnajdra, il Tempio-Donna?
Un essere umano non “conosce” soltanto, lui o lei non è uno o una “intellettuale”
soltanto. Pensare che la conoscenza umana sia solo nell’intelletto non è un’illusione in
più: è il Peccato Mortale generato dal Diavolo Dualistico che ha diviso corpo & intelletto.
La Bestia Immonda è il Signore della Scuola. (1)
Tuttavia, come disse Montaigne, «Vale più una testa ben fatta che una testa ben piena.»
Quindi la forma della testa conta... ♫ but that’s not the shape of my heart. Non è la forma del
mio cuore. Certe parole e certe musiche sono molto significative, ma parole & musica –
qualcuno dice canzone – può significare più di un trattato di filosofia, e portare il conforto
di una religione perduta. La frase musicale citata è tratta da una di queste “canzoni”. Ma
la magia non funziona ogni volta, per ogni persona. Bisogna essere in due per ballare il
tango... Quando funziona, ‘Io’ divento ‘Una’ Canzone & Io. Pura Magia.
Un passero lo cantava a Parigi : ♫ Padam Padam... In argot, passero si dice piaf. Questo
passero si chiamava Edith Piaf. Insegnava Ontologia alla Sorbonne.
Alcuni trascinano il loro Essere lungo una Linea appiccicosa. Altri ballano liberamente su
un Anello. Quelli che svolazzano su una Tela non devono essere chiamati artisti, termine
usato da troppi inverni sarcastici per negare la Primavera. Certi Esseri Misteriosi hanno la
forma di un tessuto leggero, profumato, magico... Vengono spediti, a milioni, in un
luogo pieno di Mostri e Dee. Spariscono, inghiottiti nelle nostre scuole.
Qualcuno risuscita in una primavera tardiva, svegliato da una delle Passanti di Brassens &
Pol, tradotta e cantata da De Andrè. Quando la ricorda la chiama il suo Angelo.
A volte, si rappresenta un sistema con una tela di ragno o una rete di pescatore. Sembra
che i suoi elementi (ma è assurdo parlare degli elementi di un sistema!) interagiscano & si
cambino a vicenda costantemente. Se ci si pensa, viene il mal di testa. Non bisogna
pensarci. Scegliete una forma di arte che vi piaccia – ballo, musica, maglia, poesia, cucina,
pittura, ceramica, matematica... — e lasciatevi trascinare via. Dormite. Quando vi
sveglierete, saprete & sarete un'altra persona. Sarete in ottima forma.
Certe parole, certi pezzi di musica, di filosofia, di religione, furono ritagliati da un Corpo
Vivo per farli inghiottire ai pappagalli, affinché ingrassassero e perdessero la voglia di
volare.
Quando l’Arte è Integra, l’Arte è Vita, l’Arte è Magia.
La comprensione autentica può essere istantanea o può prendere tempo, ma è sempre una
metamorfosi.
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Come ogni metamorfosi, la comprensione autentica porta dolore & beatitudine.
Siamo quello che sappiamo & sentiamo per noi stessi & per gli altri.
Assumiamo la forma della nostra conoscenza & cuore.
Possiamo cambiare, in meglio.
Cambiare in meglio è più facile se non sappiamo. E quando pensiamo di sapere,
dobbiamo fare uno sforzo per dimenticare & pretendere che non sappiamo.
L’ignoranza è una conquista preziosa.
L’ignoranza è il Seme Magico del nuovo Sapere & Essere.
Non sapendo, ci si sveglia ogni mattina con organi nuovi: occhi & mani & pancia &...
Non avere saputo niente su Mnajdra e quasi niente sulla Grecia e su Delfi ha costituito
un aiuto formidabile per l’autore di queste note di viaggio. Tuttavia, aveva un ingiusto
vantaggio sull’Accademia: da anni, si era sbarazzato dalle costrizioni della scolarità &
aveva riscoperto la forma mentis della Donna del Focolare Eterno: La Casalinga. (1)
Considerando che questo testo dovrebbe mettere ogni lettore in condizione di sapere, le
considerazioni precedenti potrebbero sembrare enigmatiche per un lettore in particolare.
Quel lettore è sulla buona strada. Troverà gran conforto leggendo i Saggi di Michel de
Montaigne, il Socrate del Rinascimento. Il suo motto era «Que sais-je ?»: Cosa so?
Montaigne era un guascone; siamo quindi sicuri che Michel pronunciava il suo motto
aggiungendo un punto esclamativo, e una parolaccia.
Comunque sia, gli enigmi fanno bene alla salute. Ci aiutano a capire che non abbiamo la
forma di un interruttore elettrico: acceso/spento, sì/no, buono/cattivo...
Abbiamo molte posizioni tra cui Acceso & Spento, Sì & No, Buono & Cattivo, ecc.
Possiamo cambiare. Cambiamo spesso, a volte non cambiamo, come ogni bambino che
va al Tempio della Scuola, come ogni essere umano nel Grande Tempio, dal Principio di
Tempi & Templi.
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Altri Templi, stesso Tempo Circolare.
Tomba a cerchio A. Tomba a cerchio B. Sepolcro di Clitemnestra. (Micene)
Preferiamo chiamarli monumenti. Nei tre casi abbiamo un corridoio, che giunge ad una porta
dalla quale si accede ad un area circolare, coperta da una cupola. Abbiamo notato le stesse
caratteristiche in templi costruiti 20 secoli prima, o più. A Micene, si chiamano tombe o
sepolcri perché vi sono state trovate delle sepolture. Sembra logico, benché non ci farebbe
piacere se i visitatori chiamassero tombe le nostre cattedrali gotiche perché ci trovano
dozzine di sepolture. Possiamo ipotizzare che dei Visitatori dell’Età del Bronzo
colonizzarono la Grecia e costruirono cattedrali per farne i loro cimiteri? Più
probabilmente, dei visitatori meno civilizzati colonizzarono Micene, non molto tempo
fa. Accecati dai riflessi dell’oro che trovarono in una tomba, non si sono ancora ripresi.
- Ma perché seppellire una persona importante in una cattedrale?
- È scritto nel Tempio di Mnajdra. Se non sa leggere il linguaggio dei Semi, provi l’Epistola ai
Romani, di San Paolo. Ispirò il poema di Dylan Thomas: «And Death shall have no
dominion», «E la Morte non regnerà più», forse perché la lettera evoca una metamorfosi, un
cambiamento nel modo di pensare: ‘metanoia’, nel greco di Paolo.
Cavità e pietra tonda. Per qualcuno, è il sepolcro di Cristo.
Cercavamo una spiegazione all’incredibile svista dell’archeologia
accademica che chiama un tempio “tomba a cerchio”; l’abbiamo
trovata in questo esempio di archeologia religiosa. Qui, una fede
zoppa offre la sua stampella a certi testi religiosi; viceversa, altrove,
certi testi accademici piegano l’evidenza alla loro incrollabile fede.
Göbekli Tepe (Turchia)
Una scoperta recente (1995) ha permesso di fare
questo disegno. (C)
Rappresenta un tempio vecchio di 12.000 anni: due
volte i templi di Malta. Di nuovo, è a grandi linee un
area circolare con una porta. Si accede al tempio
attraverso un corridoio che non possiamo chiamare un
cul de sac, un culo di sacco, come dicono i francesi,
visto che dobbiamo chiamarlo col suo nome: la V...
- Non pronuncerai invano il nome della Vagina del Tempio.
Che orrore! In un contesto sacro, atteniamoci ad un
termine decente: corridoio. Come sempre, l’etimologia ci svela l’oggetto della nostra
ricerca. Corridoio è il terreno di un’azione competitiva: la corsa del corridore o del cursore
meccanico che va avanti-indietro. Più focoso, lo spagnolo prende a correre: correr, ma in
forma riflessiva: correrse significa eiaculare. All’aristocratico corridoio, il borghese francese
preferisce le couloir, strumento usato per colare: un colatore. Purtroppo, questo labirinto
ci riporta sempre al centro: è senza sbocco. La lingua batta dove il dente duole e la
Linguistica non riesce a mantenersi al di sopra delle miserie umane. E come suona tutto
sgradevole alle nostre orecchie moderne! Ma è colpa di una donna moderna: la Regina
Vittoria.
Conclusione. Come molti altri, Göbekli Tepe è un tempio “utero-morfo”, con vagina.
Oppure una Chiesa-Donna, visto che la Chiesa è Madre, per i cristiani.
Domanda sul doppio muro circolare del tempio: Göbekli Tepe è incita?
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Labirinti
Certi specialisti dicono che ci sono due tipi di labirinti. Pensiamo – sentiamo – che
hanno un’origine comune.
Il primo tipo di labirinto è il più conosciuto, il più
frequentato, il più moderno. In certi parchi,
possiamo passeggiare e perderci in un labirinto di
siepi sempreverdi. Un pannello turistico ci ricorda il
labirinto di Cnosso a Creta, costruito da Dedalo
come carcere per il Minotauro.
- A proposito, era un uomo toro o una donna vacca?
Questa è un’ottima domanda, lo vedremo più
avanti. Per ora, l’unica notizia certa è che Arianna
diede a Teseo una matassa di filo affinché potesse
ritrovare l’uscita dopo avere ucciso il Mostro, in uno dei miti fondativi del Patriarcato.
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tempio: una grotta affrescata. Si celebrava un culto anche nel palazzo di Cnosso; il
Palazzo era quindi anche il Tempio. Visto che possiamo parlare del Palazzo-Tempio di
Cnosso, come chiamare la “piantina” disegnata nella grotta? Il Palazzo-Tempio di
Altamira”? Perché non dire Labirinto di Altamira? Qual è il legame tra Palazzo, Tempio, e
Labirinto? Troveremo più avanti la risposta.
Bisonte che carica? Se questa pittura su una
sporgenza bombata della roccia avesse rappresentato
un neonato, avremmo parlato di posizione fetale. È
una Natività paleolitica? I nostri scavi onirici hanno
forse scoperto nuovi misteri utili alle industrie del
turismo e dell’editoria? Niente affatto. Abbiamo
solo dimostrato la nostra ignoranza. Non siamo
ignoranti perché non sappiamo: il non-sapere è
l’humus del sapere. La nostra ignoranza è quella
dei pappagalli che sanno quindi non usano mai
questo simbolo: ? Il punto interrogativo, spirale che si raddrizza e ci guida verso un
singolo punto, è un piccolo labirinto. Ci piace immaginare un monaco amanuense;
inventa quel segno della moderna punteggiatura mentre pensa al labirinto, simbolo per
lui di Mistero e di ricerca spirituale. Oggi si preferisce il punto esclamativo: ! Diritto
come una linea di montaggio, il punto esclamativo non autorizza il pensare. Oggi
sappiamo perché ci hanno detto che. Siamo ignoranti perché non chiediamo più alle
cose di parlarci.
Se chiedessimo ai labirinti chi sono, ci parlerebbero del più grande mistero col quale un
uomo debba confrontarsi nella sua vita: una donna.
Il secondo tipo di labirinto è spesso associato a luoghi di
culto. Lo troviamo per esempio sul pavimento delle
cattedrali. Ogni fedele deve percorrere il labirinto. Non si
perderà: c’è solo una via, e porta in un luogo solo. Qualcuno
chiama Paradiso, o Dio, il Centro dove si giunge, dopo i
meandri imposti dal disegno del labirinto, e dalla vita.
Questo tipo di labirinto è quindi diventato il simbolo di un
percorso mistico, in un contesto cristiano. Ma allora, perché
una tale urgenza di ritrovare la “Porta”? Chi esce dal Labirinto
non è più chi vi è entrato: questa promessa esoterica è facile da
capire, se si riconosce la “Porta”.
Sovrapponiamo due immagini mentali: il labirinto e la caverna.
Ascoltiamo un’emozione doppia e contraddittoria; attrazione &
angoscia. Nasce una nuova visione, e un nuovo sogno ad occhi
aperti. Ha una relazione con la nostra visione iniziale della
“doppia spirale con un piccolo 8 in mezzo”; troveremo il
modo di descriverla in termini chiari, prima della fine di
questo viaggio.
Lo avevamo detto a proposito dei palloni di pietra di Mnajdra:
chi vive tra veri contadini non compra i polli al supermercato.
Nelle viscere di una gallina, si trovano uova in formazione.
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Gialle come il sol nascente, quelle sfere parlano del mistero assoluto: l’origine della Vita.
Ci stupiamo che gli antichi romani cercassero notizie sulla propria vita, sul proprio
destino, nelle viscere di animali. Eppure mandiamo i nostri auguri; speriamo che una
impresa difficile, o una nascita, avvenga sotto buoni auspici: sono i segni che l’Aruspice
leggeva nelle viscere di una gallina. Aru /spice, dal latino spex, che diventa spec, e poi spett
in spettacolo. E Aru? Da haru: che spettacolo le haru!, vale a dire le vene e le budella.
Abbiamo due labirinti nel nostro corpo. Ma uno solo ci affascina da sempre. Al punto che
i popoli che formavano la Civiltà della Donna – questo vede l’autore in un sogno ad occhi
aperti – incidevano ovunque Il Labirinto di Budella; lo tenevano sempre a mente perché...
non compravano mai i loro polli al supermercato.
Poi il significato originale del vero labirinto fu dimenticato. Rimasero i segni, trasformati
dal vento che cambia le società. I morbidi tondi diventarono angoli retti: la mente umana
sempre metaforizza, disse Plotino. Dimenticato il dedalo di budella, il labirinto diventò una
metafora materiale, solida come sabbie mobili. I Saggi scoprirono il suo significato: come
il Bello, è negli occhi di chi guarda. Per l’umanità comune, la geometrica eleganza del
labirinto evocò oscuri indicibili, evitando la fatica di esplicitarli. Solo le emozioni
rimasero immutate: una vaga angoscia, e un’attrazione.
Oggi, rari buongustai sanno che quell’ammasso di viscere animali è una delizia culinaria,
ma prima di mangiare le budella preparate secondo ricette arcaiche, bisogna dipanare la
matassa. I nostri antenati seguivano quel filo di Arianna che va da un punto conosciuto,
la porta, ad un centro ignoto associato al Mistero per eccellenza: la Vita.
La Vita inizia qui, in queste viscere, è ovvio. Si capisce dal giallo delle uova in
formazione; si sa per esperienza quotidiana: la gallina ha fatto un uovo completo; un
bambino è nato.
- C’è un altro rapporto tra un neonato e un labirinto?
- Sì, e dopo averlo scoperto, diventerà ovvio il rapporto tra il Labirinto e Nostra Signora Dea.
1. Labirinto e Neonato
L’archeologia romantica prescientifica ha chiamato bacino lustrale un vaso o una vasca in
un edificio arcaico, legato a riti di purificazione con acqua (da qui il termine lustrale). Si
parlò anche di riti d’iniziazione femminile. Simili riti si sarebbero già svolti nelle caverne
paleolitiche, in una semplice cavità nel suolo roccioso con acqua sorgiva che formava
anche uno specchio. Più recentemente, si è notato che la scala che scende nel bacino
lustrali accenna ad una spirale, o meandro, come se fosse una riproduzione architettonica
della grotta del culto. Nelle chiese cristiane, ci sono fonti battesimali e acquasantiere.
- Ma l’acquasantiera non c’entra con il labirinto!
- Entrambi si trovano nella stessa chiesa; vedremo il loro rapporto fra un attimo. L’importante,
come diceva Teseo, è non perdere il filo.
Un linguista forse sottovalutato, il Prof. Francesco Aspesi, ha scoperto che in diverse
lingue arcaiche del mediterraneo orientale, il cosiddetto bacino lustrale e il labirinto si
confondevano in una sorte di “nome & archetipo” chiamato “archeonimo”. Ci sono altri
esempi in cui un archeonimo indica oggetti per noi senza alcun rapporto. Qual è il
rapporto tra le immagini evocate dalle parole labirinto, bacino lustrale, fonte battesimale?
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Qual è il rapporto tra le immagini evocate da albero e tubo d’alluminio?
In un museo fra 10.000 anni, un grosso tubo d’alluminio e il grafito di un pino silvestre
– pianta estinta per motivi ignoti – saranno descritti dalla stessa targhetta: Albero
(archeonimo). I nostri discendenti capiranno grazie agli esperti di una vecchia scuola di
linguistica: gli aspesiani. Spiegheranno il rapporto tra gli alberi delle foreste (sparite) e
l’albero delle barche a vela (riapparse dopo una breve parentesi).
Secondo Aspesi, l’archeonimo di labirinto e bacino lustrale si ritrova in due gruppi linguistici
molto diversi: le lingue indoeuropee (greco, lineare B, ecc.) e le lingue semitiche (ebraico,
arabo, ecc.). Il fatto che una stessa parola religiosa si trovi in due famiglie di lingue
dimostra la preesistenza di una fonte linguistico-religiosa comune. Sgorga dal Neolitico,
in un’area in cui si mescolarono il mondo ellenico e il mondo semitico: l’Egeo e il paese
di Canaan. Scavando in quel che chiama “sostrato egeo-cananaico”, Aspesi spolvera dei
fossili, degli archeonimi: i poveri resti di una religione neolitica. Fu la fonte di certi
vocaboli e riti delle religioni successive nella stessa area. (Rif. D)
Chi cerca nel passato la giustificazione delle divisioni odierne sarà deluso; pazienza.
A noi interessa solo il labirinto, a proposito del neonato.
- Va bene ma che c’entra il labirinto con l’acqua e il pupo?
- L’acqua serve a lavare il bimbo uscito dal labirinto, e la sua mamma.
Sporco come l’uovo dopo il suo viaggio nel labirinto di budella, il neonato appare,
coperto di sangue e feci materne. La vida empieza en lágrimas y caca; la vita inizia in mezzo a
lacrime e cacca: è il primo verso di un poema scritto dall’immenso Quevedo in quel
Secolo d’Oro che ricopriva di leziosità spiritual-barocche il miserabile corpo umano.
Per Dio sa quale motivo, l’acqua è considerata un elemento femminile. L’acqua era usata
nei riti di purificazione. Un gesto quotidiano assunse un valore assoluto quando fu
associato al tema sacro per eccellenza: la Vita, la Nascita, e quindi la Rinascita, un ciclo
nel quale la morte non trova posto. Più tardi, l’Eternità sarà promessa ai “puri”.
- Ma perché nascondere una realtà così naturale sotto tanti simboli?
- Era arrivata La Nouvelle Vague; sommerse il passato; iniziò la brutta stagione.
Nell’era paleolitica, ogni nascita era una dimostrazione indiscutibile della centralità della
Donna, Fonte di Vita. Le donne non avevano quindi niente da dimostrare; il
femminismo non esisteva; i maschi erano rispettabili membri dell’arnia-tribù. Esistevano
ovviamente forme di antagonismo inter-individuale, ma non si è mai trovato traccia di
conflitto tra gruppi fino alla fine del Neolitico. Tra gli umani come tra gli animali di una
stessa specie, la guerra non esisteva. La Vita era veramente Sacra? Eravamo dei
mammiferi pacifici, pur capaci di cacciare in gruppo e di difenderci da predatori feroci: i
leoni, gli orsi... Quand’è che siamo diventati predatori feroci per la nostra stessa specie?
Quand’è che la nostra propria Vita ha cessato di essere veramente Sacra?
Nel mediterraneo orientale dove la Civiltà della Donna fioriva dall’inizio dei tempi e
aveva appena inventato l’agricoltura, arrivarono nuove tribù. Erano nomadi, allevatori,
buon pastori: sgozzavano le loro pecore con un pugnale di bronzo. Col tempo, il buon
pastore riuscì ad imporre i suoi buoni costumi. Chiuso il tempio della Dea, spinse il
gregge di Sacerdotesse dell’Amore in una casa chiusa: il bordello patriarcale.
Il Vincitore mise fine alla “preistoria”. Con fare solenne, fondò la Storia, diventando
Fonte di Morte & Pappone & Schiavista della propria specie.
Ma non si poteva dire. La polvere magica della Vita fu nascosta sotto un ricco tappeto di
simboli, di metafore, di religioni misteriche. Col tempo, le morbide curve del primo
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labirinto diventarono linee dure, aride: gli angoli retti del secondo tipo di labirinto e dei
nuovi templi.
Non si può dire nemmeno oggi: ogni sera, la TV nasconde la Fonte di Vita sotto
assorbenti sempre più sottili, opachi, invisibili.
- Che ci possiamo fare?
- Niente. Ma dobbiamo essere ottimisti; la buona stagione della Vita tornerà, prima o poi.
Nell’attesa, seguendo l’esempio delle brave casalinghe che non sprecano niente, dobbiamo solo
smaltire le nostre scorte di bombe.
2. Labirinto e Donna
Bacino lustrale e Labirinto si sovrappongono nello stesso archeonimo, però è l’acqua ad essere
lustrale. In un simile contesto, è facile considerare che il Bacino rappresenti la Pancia della
Madre che contiene un labirinto, e acqua chiamata liquido amniotico. Si parla senza pensarci
delle ossa del bacino. I doti dicono pelvi? Sì, e i latini dicevano pelvis, per dire bacino.
L’Acqua ricongiunge ciò che la rivoluzione patriarcale ha separato: Bacino lustrale,
Labirinto e Donna. La nostra visione è confermata da altri dati linguistici.
Dal suo sostrato egeo-cananaico, Aspesi fa emergere altre sovrapposizioni d’immagini
utili alla nostra indagine.
Secondo Aspesi, labirinto e palazzo si confondono nello stesso archeonimo; si è quindi
pensato che il palazzo fosse il Labirinto di Dedalo. Aspesi pensa invece che l’intero
complesso di Cnosso assunse il nome del suo contenuto più importante dal punto di
vista religioso: il bacino lustrale - labirinto. Un fenomeno simile, in cui il nome di una parte
indica il tutto, si trova nella parola Cancelleria: dal latino per cancro e granchio. Una
Cancelleria non è un palazzo cancerogeno pieno di granchi, anche se ci sarebbero motivi
di pensarlo. Era un tribunale romano le cui finestre erano sbarrate con grate a forma di
granchio. Un granchio di ferro battuto diede il suo nome a un tribunale. In modo simile,
l’archeonimo che ricopre bacino lustrale (e labirinto) incluse il palazzo che lo conteneva.
Resta da precisare la realtà originale unica di quanto indichiamo con due termini: labirinto
e bacino lustrale. Lo faremo grazie ad altre sovrapposizioni d’immagini.
Secondo Aspesi, ninfa, divinità femminile, e labirinto, pur non riconducibili allo stesso
archeonimo, hanno una forte relazione in questo contesto.
Labirinto e danza invece si ritrovano nello stesso archeonimo. La cosa non sorprende se
ricordiamo le spirali labirintiche sul «vaso nostalgico, antico»: erano farandole di primavera,
danzate attorno alla Dea a forma di 8.
Sempre secondo Aspesi, quell’archeonimo stabilisce una certa relazione tra labirinto e ape.
A Mnajdra, scopriamo che tale relazione è la nozione di “donna”: i pizzi di pietra del
tempio a forma di 8 somigliano alle alveoli costruite da un insetto a forma di 8, che vive
in una società non patriarcale. (Ma non abbiamo detto “matriarcale”.)
Eccoci infine al cuore dell’argomento, grazie alla scienza linguistica di Aspesi. (D)
Il labirinto, il bacino lustrale e il palazzo-tempio che li conteneva, e la caverna che
conteneva il bacino lustrale primordiale, erano altrettante evocazioni dell’Assoluto.
Possiamo chiamarlo Dea?
L’Assoluto divenne l’Indicibile quando fu sopraffatto dal nuovo Assoluto: Dio.
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I simboli trasparenti di “Dea” diventarono oscure metafore dell’Indicibile, poi declassati
ad oggetti materiali quotidiani: un gioiello a forma di doppia spirale o di labirinto; una
vaschetta di marmo piena d’acqua benedetta, alla porta di una chiesa.
Queste immagini sovrapposte: labirinto / bacino lustrale / fonte battesimale / acquasantiera, ci
sembrano così illuminanti che ci soffermiamo sull’ultimo oggetto, l’acquasantiera, perché
ha spesso la forma di una conchiglia. Un cristiano la riconosce come simbolo del
pellegrinaggio a Compostela. Guardiamo dietro quell’orizzonte.
«Conchiglia con tre divinità femminili»
Questo oggetto gallo-romano riprende un tema
comune ai celti e ad altri popoli.
Tre donne reggono tre cornucopie. La prima a
sinistra punta in alto come una torcia, la seconda
versa il suo contenuto. La terza, rinsecchita,
somiglia a un bastone e potrebbe essere l’origine
del bastone delle carte da gioco, a volte disegnato
come un inesistente ramo d’albero rigonfio. Quel
bastone è una clava? È soprattutto il segno di
un’Autorità che si deve trasmettere, come lo Scettro
in politica e il testimone nella corsa a staffetta.
La Cornucopia non è un corno di ruminante; è
questa conchiglia, chiamata come la divinità
marina: Tritone. Insieme al Tridente, il Tritone-
conchiglia è l’altro simbolo di un Dio transgender,
Poseidone. Come il labirinto dell’orecchio interno,
il budello della conchiglia-Cornucopia si allarga e si
apre in due grandi labbra che versano un flusso di
fiori e frutti.
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un pellegrinaggio della fede cristiana, in teoria relativa al Cristo. Possiamo aggiungere che
in questa espressione di cristianesimo popolare, le Tre Marie formano La Dea?
Fluttuante nella propria Unicità & Trinità, Maria resiste alla misoginia e al femminicidio.
Quando i signori, i padroni, i Romani, sottopongono una schiava ai peggiori supplizi
pubblici, come nel caso di Blandina di Lione, il popolo inizia a venerarla come santa
patrona delle serve. Quando le violenze sono commesse in privato su una signorina,
come nel caso di Agata di Catania, viene venerata – da Venere – dal popolo come patrona
delle donne violentate. Sant’Agata è anche patrona di Malta, dove avrebbe testimoniato
la propria fede in una caverna, come la Dea paleolitica dell’isola.
Modello di resilienza, vulnerabile & invincibile, Maria è protetta dal fervore dei vinti che
riescono in questo ad imporsi ai vincitori.
Venere è stesa sulla conchiglia prediletta, nel
suo tempio a Pompei. Il puto a sinistra cavalca
Il Delfino. A Delfi avevamo ricordato la
comune etimologia di delfino e Delfi: matrice,
utero. La più celebre variazione sul tema è la
Nascita di Venere di Botticelli. Ritroviamo
ovunque questa conchiglia, in particolare nelle
fontane e nell’iconografia cristiana. A volte
S. Giovanni Battista la usa per versare l’acqua del Giordano sulla testa di Gesù. Per l’austero
predicatore del deserto, non basta la propria mano a coppa.
Avvertenza. Contro l’uso d’interpretazioni psicanalitiche infondate, Freud disse che, quasi
sempre, un sigaro è solo un sigaro. Indirettamente, confermava che in certi contesti, e in
questi contesti soltanto, una bocca non è solo una bocca, e una conchiglia non è solo
l’esoscheletro di un mollusco. Stiamo cercando il significato di oggetti arcaici, lontani dalla
pudicizia vittoriana che copriva di brache le gambe dei tavoli, lontani dal nostro
Rinascimento che tornò a celebrare la virilità di Adamo ma non liberò mai Eva dalla sua
foglia di ficco. Dobbiamo quindi segnalare che in spagnolo, conchiglia si dice concha.
Volgarmente, concha indica il sesso femminile, forse pensando alle conchiglie simmetriche
bi-valve che possono evocare la vulva, parola che significa matrice in latino. Inoltre, la forma
triangolare della conchiglia di cappasanta può fare pensare al pube femminile. In spagnolo,
la cappasanta è chiamata vieira, parola gallega derivata da Venere. In Argentina, concha è
un’esclamazione tanto usata da aver perso il suo significato anatomico, come succede per
altre parole simili in tutte le lingue. Pertanto speriamo di non sembrare blasfemi a
proposito del gesto cristiano legato all’acquasantiera. Una goccia d’Acqua Santa è prelevata
da un oggetto che evoca la Sacra Fonte della Vita e la sua lontana origine. A Malta, 6.000
anni prima che la regina Vittoria imponesse la sua legge sull’isola, la Dea a forma di 8 era
rappresentata con la mano destra sul punto in questione.
Quel gesto illumina due immagini sovrapposte dallo stesso archeonimo: il bacino lustrale e
il labirinto. Quel gesto indica la sorgente verso la quale si deve tornare per riprodursi
come fanno i salmoni, anni dopo esserne uscito. L’abbiamo scritto: Chi esce dal labirinto non
è chi vi è entrato: questa promessa esoterica è facile da capire, se si riconosce la Porta.
Ma Ermes, l’ermetico burlone, non ha mai detto che fosse la stessa Porta.
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Labirinto di San Vitale a Ravenna.
San Vitale fu uno dei molti martiri oscuri del
terzo secolo. Per una chiesa così importante,
la scelta del nome fu piuttosto motivata dalla
sua etimologia, legata al concetto di vita. Ma
l’etimologia del suo nome non è l’unico
rapporto di questa chiesa con La Vita.
Questa chiesa non è un rettangolo ma quasi
un cerchio. È ottagonale; i suoi 8 lati
contengono numerose stelle a 8 punte,
spesso associate al culto della Vergine Maria.
Prima di diventare cifra, quel “8” fu una
forma: lo spunto del nostro viaggio.
Considerata paleocristiana, la chiesa di San
Vitale è romana & bizantina, come Cibele
che era Dea a Roma e Grande Madre in
Anatolia. Risale al VI secolo. Il labirinto
sarebbe stato creato nel XV secolo, o solo
ricreato dopo un’alluvione.
Le “frecce” di pietra bianca triangolare lo
indicano chiaramente: questo labirinto non
invita verso il Centro, il Paradiso, o Dio. Il
pellegrino deve raggiungere la Conchiglia,
l’Uscita: La Porta. Se continua dritto, esce dalla
basilica; tutti sanno che la Chiesa è Madre.
Le metafore analogiche della Dea si fossilizzarono in oggetti quotidiani: conchiglia,
fonte, acquasantiera, labirinto, porta, e quindi casa, o castello come vedremo. Il loro
significato fu allora dimenticato, o svalutato come una moneta fuori corso.
Il procedimento è comune; ne troviamo un esempio nel vocabolario sacro del nostro
tempo.
Un piccolo disco d’oro dove si legge Napoléon III e un rettangolo di carta verde con la
scritta One Dollar sono oggetti ovviamente diversi. Ma sono due rappresentazioni
esoteriche di un unico Dio. Fra 10.000 anni, nelle rovine del Tempio della Finanza a
Wall Street, troveranno l’oggetto venerato da un Gran Sacerdote chiamato Paperone: Il
Mio Primo Cent. Ritrovato in tutti i templi, darà luogo a leggende; dei poteri magici
saranno attribuiti alle sue riproduzioni, com’è successo con Il Labirinto.
Non deve sorprendere la sproporzione tra un mezzo di pulizia & purezza, il bacino lustrale
- labirinto, e la potenza raggiunta nel corso dei millenni da un simbolo grafico dal
significato incerto: Il Labirinto. Ritroviamo la stessa sproporzione tra un miserabile
strumento di supplizio e un potente simbolo grafico dal significato incerto: La Croce.
66
L’Acqua: Specchio di ogni cosa & Sorgente di ogni
vita. Narciso avrebbe fatto meglio a cedere alla corte di
Eco, la bella ninfa. Il crimine per il quale morì non è la
vanità ma l’incesto. L’acqua e i sogni... e la potenza della
censura, quand’è vestita da mille poeti, e da Bachelard.
Narciso si specchia nell’acqua e l’accarezza con gli occhi.
Accarezza l’acqua o il proprio riflesso? Secondo
Pausania, l’amata sorella gemella morì ed è lei che
Narciso riconosce nel proprio riflesso. Accarezza la sorella? Fuochino! La variante ci
mette sulla “strada giusta”: quella dell’incesto. Ma nessuno, a quanto pare, associa i
colpevoli occhi di Narciso con quelli di Edipo, che si accecò. Si sentì costretto ad accecarsi,
e a farlo con la fibbia della madre. Perché? La castrazione sarebbe stata più logica, ed era
una pratica più corrente. Come tutte le dame del suo tempo, Giocasta portava una “spilla
a forma di ∞”, come due occhi, e più precisamente a forma di “due spirali con un
piccolo 8 in mezzo”. La curiosità del lettore sarà soddisfatta prima della fine. Intanto,
accettiamolo come un dato di fatto: l’Acqua non è sorella; l’Acqua è Madre. Ed è nelle
profondità dell’Acqua che si nasconde l’origine della circoncisione. La sua superficie
spiega la misoginia e la sessuofobia delle religioni patriarcali, e l’invenzione del sesso
debole: il suo Potere Magico fa paura.
La Dea era viva in realtà per noi diversissime: bacino lustrale, tempio, labirinto, palazzo, la
pozzanghera d’acqua, caverna. Tramandati dalle religioni misteriche, i riti arcaici si ritrovano
nelle religioni successive: le abluzioni rituali ebraiche, gli usi cristiani dell’acqua benedetta, le
abluzioni quotidiane dei musulmani. L’Acqua è indispensabile prima di pregare, prima di
entrare nel tempio e in altre circostanze della Vita, ma anche della Morte perché anche i
morti si lavano. La Sorgente Miracolosa nasce dalla Grotta della Vergine come dalla caverna
paleontologica. Risale a quel tempo oscuro il Mistero della Donna, e la nostra meraviglia di
fronte alla procreazione, e le domande che fanno i bambini intelligenti.
- Ma come si formano, le uova ? E cos’è l’ombelico ?
Ricordiamo l’ombelico sporgente del Vaso-Donna, rappresentato della stessa maniera dei
suoi capezzoli. Cosa dice l’ombelico della madre, a proposito dell’ombelico del neonato?
Cosa evocano ormai le due porte chiuse? Un altro corridoio? Un altro labirinto che non
c’è più? L’Ombelico del Mondo? Oggi l’Omphalos di Delfi si è ridotto a vacuo simbolo
perché non vediamo più il rapporto tra l’ombelico del neonato, il cordone ombelicale,
l’ombelico della madre, e l’Ombelico del Mondo.
Si parla anche dell’Asse del Mondo. Non è una linea retta, un polo o un luogo in
particolare. L’Asse del Mondo è il “Labirinto & Filo” che Unisce “Madre & Neonato”.
Reale e metaforico, il labirinto cordonale ispirò mille usi magici, prima di diventare
rimedio miracoloso grazie alla scoperta delle staminali cordonali.
- E che dire del cuore, o del fegato? Erano importanti?
- Dipendeva dal Sacerdote di turno.
Un sacerdote dei nostri tempi, lo psicanalista, osserva lo
spettacolo delle nostre espressioni primitive – angoscia,
attrazione, violenza... – di fronte al labirinto, alla caverna, alla porta.
La porta ?
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La Porta
A man’s home is his castle. Secondo questo detto inglese, Per un uomo, il suo ‘home’ è il suo
castello. Non ci si può stupire che difenda la sua porta, ma come tradurre home, e il detto?
Noi parliamo di focolare, parola di fuoco che ci porta al cuore della questione.
Un italiano tradurrebbe il detto inglese con queste parole: La casa è sacra.
- Perché ?
Grazie! In questo contesto, la domanda è particolarmente importante. Lasciamola fluttuare
nell’aria... Potrebbe volare al nord di Malta, fino in Sardegna. Vi si trovano numerose strutture
del Neolitico, della stessa epoca di Mnajdra. Venti secoli dopo, la cultura del Bronzo edificò i
nuraghi. Queste strutture “religiose” sono a volte considerate “militari”; s’incalzano lontano
dal mare. La costa era continuamente invasa dai turisti d’allora: gli Eroi dell’Età del Bronzo
partivano per mare e vivevano di rapine terrestre. Seguivano l’antico esempio di Ulisse, che
commise crimini peggiori, come vedremo.
La civiltà nuragica è rimasta viva fino ai giorni nostri. Via dalla pazza folla della Costa
Smeralda e dei suoi nightclub, greggi di donne velate di nero sono guardate da Buoni Pastori: i
loro padri, fratelli, mariti, sono tutti pastori. In quel mestiere, si è pignoli sulle questioni di
riproduzione e ci si ricorda della Legge arcaica: il Codice Barbaricino.
«Ruba chi ruba in casa o vien dal mare.»
In questi due casi soltanto, c’è delitto patrimoniale: una offesa al Padre, e quindi all’Onore
della Famiglia.
Se un ladro viene dal mare e ruba in un posto qualsiasi, lo uccidi, tutto qui.
Se un collega ruba la tua più bella pecora mentre dormi nei campi, vicino al tuo gregge,
sei uno sciocco, tutto qui.
Ma se un collega pastore ruba la tua più bella pecora o un’altra cosa da Casa Tua... In quel
caso soltanto, la vendetta è legale: la Vendetta è sacra; è La Legge.
La Casa era il Tempio della Donna ma ora Lei, la Donna & Tempio, appartiene al Padre,
Lei è il “patrimonio” per eccellenza: La Casa è Sacra.
La Common Law inglese, o gli Usi e Consuetudini, il diritto che muore con la Rivoluzione
Francese e rinasce come Giurisprudenza, risalgono all’età del Bronzo.
Ciò che era giusto è giusto: non è un’affermazione assurda; è il Principio stesso della
Giurisprudenza, noto come regola del precedente, o Stare decisis, in quel latino che gli
uomini parlano ancora nei tribunali. Come sorprendersi che sia così difficile migliorare lo
statuto sociale delle donne, in Sardegna e altrove? Ma gli uomini non sono gli unici
colpevoli.
- Di nuovo la Regina Vittoria?!
- Ebbene diciamo... insieme alle sue numerosissime figlie e nipotine, forse.
La casa, il focolare, sono sacri. La casa arcaica, la capanna, era circolare, come il focolare
attorno al quale ci si ‘ri-univa’. Dei cerchi magici di pietre si trovano ovunque in Europa. Ci
dev’essere un motivo per cui, in campagna come in città, ci si ri-univa per ballare in
doppio cerchio: il cerchio degli uomini & il cerchio delle donne. Con una magia, la
Comunità costruiva il proprio Essere in un Cerchio di Danza. Certe lo fanno ancora. La
musica è moderna - non ha più di mille anni - ma i passi sono molto più vecchi.
Ritorniamo a Göbekli Tepe e al suo corridoio d’ingresso ad una Casa rotonda & sacra.
Nella stessa zona, sono state ritrovate costruzioni rigorosamente rettangolari.
Risalirebbero allo stesso «periodo pre vasellame ceramico» quando i vasi di terracotta «non si
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usavano»: sono citazioni da documenti accademici. Abbiamo tradotto l’inglese pottery con
vasellame, poco elegante in italiano, ma sempre meglio di stoviglie. Ci si dovrebbe
sorprendere di un vocabolario così peggiorativo? O tempora, o mores.
Ormai il vaso è un oggetto della categoria vasellame; viene usato, come si usa il tempio:
oggetto della categoria costruzioni. Con le parole Vaso, Tempio, non si indica una cosa che si è.
Non sarebbe scientifico affermarlo.
«Oggetti inanimati, avete quindi un’anima...?» scrisse Lamartine; probabilmente uno stupido.
Per secoli, i teologi hanno negato l’anima a bambini e donne. Questi teologi non furono
considerati stupidi, al contrario. Questi benefattori dell’umanità evitarono molte spese
legali: senza anima, cade il reato di omicidio. Ma non è il caso di convocare un concilio
per riconoscere che anche Il Vaso ha un’anima, visto che La Donna ne ha una oggi,
secondi alcuni teologi.
Desideriamo cogliere questa opportunità per ricordare alla nostra archeologia
accademica che gran parte dei vasi fatti non furono cotti, quindi sparirono. La scoperta
potrebbe essere fatta da un turista che tornasse a casa con un ricordo di vacanza
africana: un magnifico vaso tribale. Potrebbe riempirlo d’acqua per una composizione
floreale. Poco dopo, ritroverebbe i fiori in una pozzanghera di fango.
La categoria scientifica «periodo pre vasellame ceramico» implica che ad un certo
momento della Storia, una persona – un genio! – decise di fare un vaso e di cuocerlo: è
semplicemente assurdo. Pare ovvio che dei vasi furono fatti durante un vastissimo
periodo, molto prima che un’anima generosa li cuocesse per lasciare tracce utili alla
nostra archeologia accademica.
Il vaso di terra che precede il vaso di terracotta non è in terra cruda, nello stesso modo in cui
i viventi non sono dei non-morti. Il vasellame di terra non è incompleto, né inferiore. Un vaso
di terra potrebbe persino essere considerato superiore da un punto di vista ambientalistico,
pur riempiendo le sue funzioni pratiche: lo fa ancora in molte parti del mondo. Nella
nostra società, fare un oggetto di terra potrebbe coprire una funzione pratica & magica.
Tale presa di coscienza è la premessa d’importanti applicazioni del cosiddetto ‘far
ceramica’ nel nostro tempo liberato, o in contesti socio-educativi e terapeutici. (1, 2, 3, 7, 8)
In simili situazioni, l’operatore non si occupa d’oggetti di ceramica ma di soggetti umani.
Se è capace di osservarli, si accorgerà che davanti alla porta chiusa del forno, provano la
stessa attrazione & angoscia che davanti alla porta del labirinto. Cosa succede,
veramente, nel forno? In una caverna oscura, che diventa pancia infuocata, c’è un essere
in gestazione. Ne uscirà, vivo o morto, dopo un rito di passaggio doloroso chiamato
“cottura della ceramica”. Come spiegarsi tanta gioia, o tanta disperazione, per la riuscita
o il fallimento di una “cottura”?
La risposta è semplice e al tempo stesso spaventosa: quello che succede all’oggetto nel
forno succede al soggetto che l’ha creato. Quando si “fa ceramica” nel nostro tempo
liberato, il Creatore è creatura. Lo diciamo senza alcun riferimenti alla Genesi biblica, per
infinite esperienze personali. Per capire certi riti arcaici, è utile osservare le loro versioni
attuali. Abbiamo già descritto tutte le fasi del fenomeno in Ermeneutica di una tecnica (2).
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La “preistoria” vive ancora in numerose parti del mondo, e nel nostro quartiere, e nel più
profondo del nostro Essere. Realizzare un qualsiasi oggetto era anche un rito di realizzazione
di Sé. Ancora oggi, ci realizziamo con riti magici di cui non siamo consapevoli. Potremmo
parlare di autopoiesi, come fanno altri. Significa solo auto creazione ma trattandosi di
creazione del Sé & del Mondo, un po’ di greco-latino ci sta. Al solito, il greco-latino
permette ai membri della corporazione di capirsi, escludendo tutti gli altri. (7)
Un rito mensile di fertilità femminina che potremmo chiamare “Fare Il Vaso” era
praticato in certe tribù del Brasile. Lo ha descritto in parte Claude Lévi-Strauss, da un
punto di vista diverso dal nostro.
L’architettura è
una magia...
ma non è misteriosa
se la si guarda in un
sogno ad occhi aperti.
Le chiese hanno diverse architetture. Consideriamo una chiesa in cui due torri potenti
inquadrano una facciata più bassa; al suo centro, la porta principale. Si apre solo per i riti
più importanti della Vita: Battesimo, Matrimonio, Funerale. La chiesa è cosi grande che
può contenere l’intera comunità nella sua pancia. Culmina in una cupola sopra tre
camere che somigliano in modo impressionante al primo tempio di Mnajdra, quindi... ma
no, è solo la visione di un viaggiatore. Le tre camere sono disposte a croce per un motivo
evidente: è un tempio cristiano. Certo, ma... se ci lasciassimo portar via da un sogno ad
occhi aperti, potremmo vedere attraverso la nebbia dei millenni.
Una Giovane Donna prosperosa, una Gigante, è sdraiata sulla schiena, nuda. Le Sue
Gambe enormi sono ripiegate; le Ginocchia puntano in Alto. Anche le Braccia sono
ripiegate, Mani sotto la Testa Rotonda. Fermamente radicata in Terra, guarda il Cielo.
Persa nel Suo sogno ad occhi aperti, mangiucchia lo stelo di un fiore... Una margherita?
Ma la sua posizione è anche quella di una donna che partorisce.
Lei è aperta – spalancata – al Sole Levante, agli Equinozi e ai Solstizi del Sole, aperta a Sé
Stessa: Lei è il Sole. Non è disorientata, ma orientata nel vero senso della parola. Certi
dicono che le cattedrali sono orientate, che buffo! La maggioranza gira le spalle al Sole
Nascente e si aprono al Sole Morente. Dicono che le cattedrali girino la testa verso il Sol
Levante? Sono ciechi, in conseguenza della loro sterile manipolazione dei fatti della Vita.
Ecco il risultato di una menzogna ripetuta per 4.000 anni.
Per numerosi cristiani, la Chiesa, in quanto istituzione, è La Madre. Il Padre la sorvola: Il
Pastore protegge & minaccia del Cielo.
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La preghiera è un tentativo di ri-Unione? Pare di sì. Difatti, i fedeli tentano di ri-Unirsi
alla Divinità. Pregano per eliminare la Dia-bolica di-visione. Da quando la Divinità è
stata Dia-bolicamente di-visa, tentano di ri-Unirla: pregano alzando le braccia al Cielo,
con le ginocchia in Terra. Non se ne rendono conto? No, ma lo fanno, da millenni,
come si respira: senza rendersene conto.
Se non fosse così, per riunirsi al solo Dio del Cielo, i monoteisti pregherebbero saltando.
- Ma inginocchiarsi, piegarsi, tendere verso la terra, sono segni di sottomissione!
Sì, è vero, è veramente vero. I Pastori del Patriarcato hanno calcato certi loro gesti
simbolici dal comportamento sociale degli animali. Da allora, sopra è meglio di sotto.
Prima del monoteismo Patriarcale, non c’era un fedele da ri-Unire, tutt’al contrario. Il
tempio fu creato ad immagine e somiglianza della donna perché La Donna era Il
Tempio, il Luogo dove cielo e terra si Uniscono in matrimonio: Cielo & Terra.
Simili fedeli esistono ancora.
Per i Quechua, Pachamama non è la Madre Terra come dicono gli etnologi cristiani.
Pachamama è Terra & Cielo, come la Dea di Mnajdra.
Dopo cinque secoli, il Patriarcato non è ancora riuscito ad imporre la sua Di-Visione, non
ha diviso Cuore & Anima dell’America “Latina”.
La chiesa nella foto è San Isidoro Agricola, vale a dire Contadino in latino. Si trova a Giarre,
in Sicilia, ai piedi di un vulcano vivo, l’Etna, che il popolino chiama Mamma Etna. Porta la
fertilità riversando le Sue ceneri & acque su questa terra dell’Abbondanza. Mamma Etna è
paziente, come ogni Dea Donna & Madre. Speriamo che non perda la pazienza.
- Perché?
La Sicilia era spagnola. Nella Spagna della Contro-Riforma, Demetra ed altre divinità
femminili dell’agricoltura erano ancora troppo presenti per i gusti della Santa
Inquisizione. Fu inventato un nuovo santo, un Eroe del Proletariato: Isidro Labrador,
Isidoro Aratore. Con un colpo di marketing, fu imposto alla Terra Madre la Legge
dell’Aratro. Priapo era più divertente.
Inoltre, Isidoro in greco significa dono di Iside, la Dea della Fertilità e della Magia. Iside ri-
Unisce i pezzi del marito ucciso Osiride. Lei restaura l’Armonia in Lui. Iside ridà la Vita
a Osiride... senza ottenere la Sua eterna riconoscenza, a quanto sembra.
- Tranquilla Mamma Etna, non sono cattivi; capiranno, prima o poi. Lasciagli ancora una
possibilità.
Per amor di giustizia per giungere alla conclusione, dobbiamo completare il discorso con
un’osservazione e una domanda. La facciata di una chiesa non è curva; con rare
eccezioni, è piatta. Invece, il fondo non è piatto; con rare eccezioni, è curvo. Perché?
- La nostra chiesa ha la schiena bella dritta.
- E un bel campanile dritto anche lui, eretto verso il cielo.
- Ma certo.
- Beato lui. Significa che è giovane e in buona salute.
Cerchiamo una risposta partendo da una precedente affermazione: «Dicono che le
cattedrali girino la testa verso il Sol Levante.» In effetti, in quasi tutte le chiese, un
“abside”, una protuberanza “curva”, prolunga la navata e punta verso il Sol Levante. In
quella direzione il prete cattolico guardava e il popolo guarda tuttora, durante la Messa. Il
semicerchio dell’abside era bordato dai seggi riservati a certi “viri,” gli “uomini” in latino.
Questi erano “anziani”, aggettivo che diventa “preti” e dà il nome all’abside: “presbiterio”.
Giravano la schiena a Dio? Sorvegliavano il popolo? Le due ipotesi sono complementari,
se consideriamo che la protuberanza virile della chiesa era la parte più importante del suo
corpo di pietra. Come le signore di Mnajdra, i signori cristiani crearono il Tempio a loro
immagine e somiglianza.
A volte la testa spunta tra due spalle più piccole. In tal caso si chiama abside trilobata: un
lobo principale al centro, due lobi laterali più piccoli. Qui, dovremmo parlare del mazzo
di carte francesi e del seme chiamato Fiore, benché sia un trifoglio. Sarebbe inutile senza
una lunga descrizione del contesto: tutti i semi delle carte, i loro nomi, le loro lontane
72
origini. Spiegano perché il trifoglio è il simbolo dato all’Irlanda dal suo evangelizzatore,
San Patrizio. Patrick pregava in una grotta profonda... ma non ha inventato il trifoglio.
Somiglia alla Croce cristiana? È una somiglianza lontana, veramente molto lontana, nel
tempo. Se tagliate la coda al trifoglio, diventa il Triscele, la tripla spirale attribuita ai celti
ma di molto anteriore alla loro invasione delle isole britanniche.
A quel tempo, la Dea non aveva bisogno di una coda per generare la Vita. La funzione
della coda fu spiegata più tardi dagli scienziati dai lunghi camici bianchi: i Druidi. Tornano
ogni anno al solstizio di giugno per le carnevalate di Stonehenge.
Se la navata è la pancia del tempio, che significa la testa che punta? Se il tempio punta un
trifoglio la cui coda è la navata, rappresenta forse... la Croce cristiana?
Sì & no. Chi vuole capire capirà, se nota che il Tempio della Donna è anche diventato il
Tempio dell’Uomo.
- Una chiesa paragonata al corpo nudo di una donna? E di un uomo il cui…
Che scandalo!
Siamo dispiaciuti, ma questa visione effettivamente scandalosa non è nostra. Durante un
rito cattolico chiamato Confessione, il prete non manca mai di ammonire ragazzi e
ragazze contro le manipolazioni solitarie che fanno diventare ciechi. Consiglia loro di
rispettare il proprio corpo perché è il loro Tempio: un’immagine del Tempio di Dio.
73
Ovviamente, le grotte naturali cessarono di essere luoghi sacri molto tempo fa.
Diventarono ricoveri per le bestie dei pastori – se ne trovano ovunque, anche a
Betlemme – o diventarono tombe, chiuse con un’enorme lastra di pietra, come quelle
delle nostre sepolture moderni. Una grotta-tomba fu trovata aperta una bella mattina di
Pasqua, da tre donne chiamate Maria: lo stesso nome della Donna che appare ogni tanto
in una grotta ad una bambina innocente. E povera, e così affamata da avere
allucinazioni... Ma perché vedere una Signora e non un buon pranzo? Simili apparizioni
sono rarissime, allora chissà perché si rappresenta così spesso quella Signora in una
nicchia che sembra una grotta. Grotta di Lourdes o caverna sacra del Paleolitico? La
memoria è un fiume carsico che emerge in mille sorgenti. Le loro acque fanno miracoli,
ultimamente nelle grotte, molto tempo fa nelle caverne.
Durante antiche eruzioni, numerosi piccoli crateri spuntarono dal corpo di Etna, sul lato
mare che guarda ad Oriente.
Su Mamma Etna – generosa Artemide d’Efeso dalle molte mammelle – la grotta non è
abitata dalla Sibilla ma da un gigante, Polifemo, il figlio del Dio del mare... o la figlia della
Dea-Mare? Comunque sia – Dio con Tridente e conchiglia Tritone o Dea con Tre
protuberanze a volte rappresentate da Tre spirali unite – Ulisse fu l’unico sopravvissuto
di una vendetta divina che durò a lungo: non ammetto che si facciano certe cose a mio figlio!
Era sua figlia? Certo, con un essere gigantesco di sesso femminile, quel racconto Fantasy
diventa un mito simbolico dagli accenti molto realistici.
L’occhio unico è un motivo decorativo e un gioiello che si ritrova ovunque attorno al
mediterraneo; lo abbiamo evocato a Delfi: è sotto le tre dita della mano di Miriam-Maria-
Fatima. Anche Lei era un ciclope? Possiamo forse ipotizzare che l’occhio unico sia, sul
Vaso-Donna visto prima, quel particolare sotto le tre bugne: capezzoli ed ombelico? O al
contrario, quando troveremo il coraggio di spiegare il significato della “doppia spirale
con un piccolo 8 al centro”, ricorderemo forse che Ulisse e compagni erano marinai
greci? La loro inclinazione proverbiale non scandalizza più. Salvo in caso di stupro. Di
gruppo? Si è forse trattato della prima mondiale, dell’archetipo di stupro di gruppo?
Come ogni mito che dice & nasconde qualcosa in un racconto simbolico, quell’episodio
dell’Odissea descrive un’arma inventata dal Patriarcato per colonizzare il Mondo della
Donna: lo stupro di gruppo. Col tronco di un giovane ulivo? Ma certo! Come si sfonda
la Porta del Castello? Col grosso ariete in dotazione a Priapo.
Ulisse è un guerriero; perché mai dovrebbe passare quel “giovane tronco” nel fuoco? Per
indurirne la punta affinché penetri una sostanza gelatinosa come un occhio? O per far
ridere un pubblico adulto? Capiscono subito che si parla dell’ariete di Priapo,
naturalmente caldo e duro. Ma anche i bambini ascoltano; tramanderanno la favola. Non
capiscono le parole, ma interiorizzano la lezione simbolica. Un giorno ripeteranno le
parole per addormentare i propri figli. Quando capiterà l’occasione, i figli applicheranno
la lezione.
Scapparono dalla grotta, i coraggiosi guerrieri, stringendosi alla pancia delle pecore... Il ratto delle
“pecore” diventò un classico. L’amore fu snaturato da una nuova attività mascolina: la
guerra. E la guerra trasformò anche il vino in arma; l’acqua di fuoco indebolì gli indiani
d’America, l’oppio sottomise la Cina.
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Ulisse non va giudicato. Ha ben altre frecce al suo arco; lo confermano i Proci. Un simile
Eroe della tradizione orale andrebbe paragonato ad un attore del cinema hollywoodiano:
rimane una star, una stella del nostro firmamento, qualunque sia il copione. Anche se ha
il grilletto facile, anche se gli scappa un pugno in faccia evitabile, o un bacio focoso ed
imposto, la star rimane un personaggio positivo. Non si può parlare male di un Eroe
mitologico come John Wayne.
Tornato nella sua casetta azzurra, l’autore vagabondo era perplesso. Condivise le sue
divagazioni con un amico. Paolo, da professionista, verificò la notizia – oggi si dice fact
checking. Interrogò l’Oracolo di Google in termini chiari: Ulisse stupratore. La Sibilla WWW
emise il Suo responso menzionando un libro: Demoni, mostri e prodigi, di Giorgio Ieranò,
professore di lingua e letteratura greca. Cita Pausania, il geografo scrittore che, nel terzo
secolo A.D., raccolse testimonianze sulla Grecia antica; diverse furono confermate
dall’archeologia moderna. Riassumiamo quel episodio leggendario, interpretandolo
perché come già ricordato, i miti raccontano fatti mai avvenuti ma che succedono ogni
giorno, ovunque. Quel fatto in sé merita dieci righe in cronaca sotto un titolo: Compagno
di Ulisse stupra giovane donna a Temesa. Era una città di quella Magna Grecia oggi declassata
a meridione d’Italia. Senza processo umiliante per la vittima, il violentatore fu lapidato a
morte, ma con pietre molto più piccole di quelle usate da Polifemo.
Ulisse non celebrò i funerali del compagno d’armi. In un tempo in cui la battaglia s’interrompeva
ogni sera da una cerimonia per convincere i morti a passare nell’Aldilà, quel rito mancato
è un lapsus freudiani: indica che l’Eroe scaltro scappò per salvar la pelle. Lo spirito del
lapidato insepolto vagò per la città, vendicandosi sugli abitanti. Fu considerato la causa di
così tante morti che l’intera popolazione decise di emigrare nel leggendario Nord dove
certe cose non succedono. L’esodo fu fermato in extremis grazie alla Sibilla di Delfi.
Interrogata, la Pizia o chi per Lei dettò la soluzione: per placare l’ira del demone,
bisognava dedicargli un tempio dove fare offerte specifiche. Costruito il Sacro Recinto
ad eterna gloria di uno stupratore da allora noto come Eroe di Temesa, gli abitanti
consegnarono nelle mani del Sacerdote una giovane donna, scelta ogni anno tra le più
belle del paese. La stessa cronaca si trova in Strabone, eminentissimo geografo greco che
scriveva due secoli prima di Pausania.
Apparentemente, l’Accademia non ha colto il tema centrale della favola. Dopo una
lapidazione così spontanea, chiara, senza appello, un tale cambio di comportamento sociale indica un
cambio di era. Lo abbiamo descritto qui come passaggio da un mondo ad un altro: la
Civilizzazione della Donna fu conquistata e soggiogata dal Patriarcato.
Si potrebbe chiarire la cronaca di Pausania e Strabone d’un proverbio, sarcastico come il
sorriso di certi uomini che commentano una violenza sessuale al bar dello Sport e in
Tribunale. «Una vergine all’anno toglie il medico di torno.»
77
Risposta alla domanda dell’Avvocato del Diavolo
A Malta, avevamo risposto solo in parte ad una domanda imbarazzante.
- Perché una “Venere di Malta” o una “Dea Madre” non ha seni?
La domanda sottotraccia evoca un cataclisma: questa persona prosperosa – groppa
imponente e busto piatto – potrebbe non essere una donna?
E se fosse un uomo ?
A Malta, la domanda è posta dal museo, con una
illustrazione. Avvicina la figura che interroghiamo
ad un lottatore giapponese di Sumo.
Il raffronto ci dà l’occasione di sottolineare un
punto fondamentale in ermeneutica, l’arte
dell’interpretazione.
Che significa una parola senza la sua frase? Che significa quella frase senza il suo testo?
Neanche quel testo significa qualcosa, fuori dal suo contesto, o ambiente.
Non è mai inutile ricordarlo: testo e tessuto hanno la stessa etimologia.
Cos’è un tessuto ? È un sistema di fibre & fili & colori & trama & ordito & sensazioni
tattili & profumo... parole che si moltiplicano & spariscono in un Tutto: quel tessuto,
fuori dal quale queste parole ricoprono realtà completamente diverse.
Cos’è un testo ? È un sistema di segni i quali, tutti insieme, danno a ciascuno il suo
significato. Un testo è una società armoniosa nella quale, quando va tutto bene, c’è solo
qualche errore di ortografia. Ma gli errori di sintassi mettono in pericolo l’armonia di un
ambiente sociale & naturale.
- Senza gli altri, non c’è un Sé, non c’è un Cogito, caro René Descartes. Non c’è Ego, carissimo
Cartesio, senza quei Romani che ti hanno dato un linguaggio che precede il tuo pensiero, ma non
hai mai sentito parlare di Lacan, vero?
Gli altri – les autres – sono anche il Paradiso, meno caro Jean-Paul Sartre.
Si capisce bene, a questo punto, la funzione magica, miracolosa, Divina, di ‘&’, segno
cabalistico che somiglia a... a che cosa? A un 8 o a un lottatore di Sumo?
Ci rituffiamo così alla ricerca di un contesto.
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L’argomento più convincente, ce lo dà l’Eroe. Deve uccider la Donna per esistere in
quanto Eroe del Patriarcato.
Patriarcato & Eroe & Femminicidio esiste in Un Tutto o non esiste.
Lui, l’Eroe Matri-Femminicida, ci dà la prova indiziaria che ciò che precede la
rivoluzione del Patriarcato è proprio l’Era della Donna, la Donna Prosperosa di Mnajdra.
Non ha grossi seni perché non si sente una matrona del “matriarcato”, perché si sente
giovane, perché è così che preferisce vedere sé stessa, come la donna-vaso che attribuiva
la stessa importanza a seni ed ombelico.
A meno che... A Mnajdra, attorno al Tempio della Vita, i crimini più gravi non potessero
essere puniti con una pena priva di senso: la “morte”. Dunque, il peggior criminale
diventava un bandito, un escluso dal Cerchio Magico della Comunità. Forse lo fa ancora il
lottatore di Sumo, per conto della Dea Donna che rappresenta nel proprio corpo. Sono
capaci di mantenere le tradizioni, in Giappone: contrariamente al ring quadrato di
pugilato, il ring di Sumo è rimasto Il Cerchio, con tutto attorno un luogo dove nessun
uomo vuol finire, un no man’s land di esclusione. La terra di nessuno ha la forma di un
quadrato: il “contrario” di un cerchio. Le due superficie sono inconciliabili, malgrado gli
sforzi di strani mistici che tentarono per secoli di realizzare la quadratura del cerchio: i
matematici.
All’aperitivo, i due lottatori di Sumo ricordano altri gemelli che non somigliavano per
niente alla loro Madre: Romolo e Remo.
- ... allattati ai seni multipli della Dea Madre, la Lupa... il vomero dell’aratro piantato in Terra
per tracciare il Cerchio-Frontiera della Nuova Città... la Sua Fondazione è una tragedia biblica
in un atto: L’Omicidio del Fratello.
Ecco il modello che dobbiamo seguire, nell’Eterno Presente di un mito chiamato
Patriarcato. All’aperitivo, si può bere non tanto per dimenticare quanto per ricordare
l’aforisma di Chris Marker: «Lo humour è la cortesia della disperazione.»
Il lettore non dovrà bere così tanto per rendersi conto che molti secoli dopo Mnajdra,
l’obelisco, o il campanile, o il minareto eretto a Guardia della Porta del Tempio o per
dominare la sua Cupola, rappresenta quella parte che è il Tutto dell’Eroe, nel gigantesco
selfie di pietra di una civiltà in continua mutazione.
79
Ipotesi parallela - Un utensile e una tecnica neolitica di taglio della pietra
A Delfi al tramonto, avendo visto abbastanza per una vita
intera, ci sembrò saggio cenare presto.
All’ingresso del ristorante, ci accolse un oggetto
straordinario: centinaia di denti di selce spuntavano da sotto
una slitta di legno. Qualche dente mancante era stato
sostituito da un pezzo di lama di sega. Dopo avere fatto le
foto, il consiglio di proteggerla all’interno fu accolto da un
cameriere fatalista: «hanno già provato a rubarla.»
Spiegò che la slitta poteva avere più di cent’anni ma che
era stata usata fino a tempi recenti. Disse che era una
trebbia per grano. Questa macchina favolosa passava sulle
spighe sparse in terra trascinata da un asino e un uomo.
Sancio Panza ?
Non c’erano solo Eroi in Grecia, grazie a Dea!
L’allegro scampanellio di silice della slitta di Delfi celebra una continuità che va dal
Neolitico ai nostri giorni.
Una visione, poi un sogno ad occhi aperti, si formarono nella
nostra mente: un utensile e una tecnica neolitica per tagliare
blocchi di pietra. Fare una corda, filare fibre e tessere fili
sono tecniche sviluppate molto presto dall’uomo, o meglio
dalla Donna, dalla Guardiana del Fuoco, dalla Donna del
Focolare, dalla Casalinga. Guardatela: la Cordara sta facendo
una corda di tre fili: una treccia, con perle. Ad ogni giro della
treccia, incolla un dente di selce che sporge sui due lati della
corda. Sta facendo una catena di selci, per la sua motosega
neolitica. Il motore è una squadra di due segatori in lungo.
Per tagliare un blocco secondo un profilo preciso (dritto
oppure curvo come per le pietre dei Muri-Fiore) la Cordara
posiziona due guide gemelle di legno da ogni parte del
blocco: guideranno la catena che va e viene. La porzione di corda senza denti che sfrega
sulle guide è ricoperta di cuoio, reso scivoloso con un po’ di grasso. Per uso personale,
intreccia una catena di selci più fine, più corta, e la tende su un arco. La utilizza con una
mano sola, ma ha fatto un modello più grande per tagliare i tronchi con sua figlia: non si è
mai troppo giovane per imparare le Arti Domestiche. Straordinario? È solo una delle magie
della Donna del Focolare, la Casalinga. (1, 10)
Abbiamo così un buon programma per l’estate. Cercheremo delle selci, raccoglieremo la
resina da usare come colla, ecc. Ma tutto l’anno, continueremo a non produrre niente, né
oggetti, né conoscenze. A scuola e all’università si consuma conoscenza scongelata, e le
uniche pietre autorizzate sono la lavagna e il gesso.
Ecco il VERO scandalo! La polvere di gesso e i pixel della Silicon Valley causano la
silicosi, una malattia dei polmoni che impedisce di respirare liberamente.
La silicosi è un cancro; si sviluppa dai polmoni al cuore e risale al cervello.
Gli insegnanti ne soffrono; qualcuno si cura in un Lab-Oratorio Metadisciplinare. (1, 10)
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«La sacra Geometria del caso»
Meditazioni di un pellegrino per Caso & Necessità
Dà le carte come una meditazione
I compagni di gioco non lo sospettano
Non gioca mai per i soldi che vince
Né per il loro rispetto
Distribuisce carte per trovar la risposta
La sacra Geometria del caso
La Legge nascosta d’un esito probabile
I numeri guidano il ballo
Sting & Dominic Miller
(Shape of my heart: La forma del mio cuore)
- ♫ I know that the spades are the swords of a soldier
Sì, questo lo so: Picche sono le armi di un soldato, ma 8, è un numero?
Potresti dirmelo Sting? Se non sai chiedi alla Pythia. Lei ha scritto la tua canzone, vero?
Metodo
I sogni ad occhi aperti hanno un rapporto con un metodo: l’approccio metadisciplinare.
L’approccio metadisciplinare non ha nulla a che vedere con l’approccio interdisciplinare.
Spesso, se non sempre, l’approccio interdisciplinare incolla insieme pezzi di manzo
congelati. Come stupirsi che il collage non diventi mai la Vacca Sacra che ci nutre del
Suo latte ogni mattina.
Questa pessima magia non funziona per un motivo semplice. Contrariamente a quanto
sostiene qualcuno, il Tutto non è più grande della somma delle “sue parti”. Il Tutto non
ha nulla a che vedere con quelle “parti disciplinari”, tanto meno con la loro somma. Chi
ne dubita può chiedere alla Vacca Sacra, e anche al Suo vitello analfabeta.
Arriviamo così a questioni fondamentali relative a Essere & Sapere, chiamate questioni
onto-epistemologiche. Arriviamo anche a un fondamentale cambio di paradigma in
Educazione & Ricerca & Sviluppo. Per esempio, nell’approccio metadisciplinare, il
ricercatore non sa mai cosa cerca. Non sa nemmeno cosa sta facendo & non vuole che
glielo si dica. Ciò dimostra che è un vero ricercatore, non uno dei tecnici con i quali
collabora. Ne rispetta la competenza specifica, quando lavorano come lui in modalità
interrogazione. (1, 6)
Con il presente lavoro, l’autore spera di essere utile a chi scava in verticale, in modo
sequenziale & razionale. Lui si è allargato in orizzontale, in modo emotivo & analogico.
A volte l’orizzontale e la verticale si scontrano; a volte formano uno schermo sul quale
proiettare nuove visioni.
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Per qualcuno, potrebbe essere utile abbandonare la metafora dei pezzi di manzo.
Vediamo un esempio in archeologia dove qualcuno tenta d’incollare dei pezzi di pollo
congelato.
Gli etruschi sono un popolo “misterioso”, il che significa che siamo “ignoranti”: una
vergogna per il bravo alunno; una solida base di decollo per un ricercatore che voglia
volare alto.
Un oggetto tipicamente etrusco è stato chiamato bucchero, poi è stato classificato in una
categoria: ceramica.
Cosciente di sapere molte cose sugli etruschi ma niente sul bucchero, un archeologo
coinvolge altri specialisti in una ricerca interdisciplinare: un geologo, un chimico, e un
ceramista che, prima d’insegnare Arte in un liceo artistico, aveva prodotto maioliche
tutta la sua vita senza mai porsi due domande:
- Perché questa nuova ceramica chiamata maiolica fu sviluppata in un luogo e un tempo in cui
nacque una nuova cultura chiamata Islam?
- Per quale mistero ciò che era giusto in una scuola di formazione per operai dell’industria del
19esimo secolo, non poteva essere giusto un secolo dopo nella scuola professionale dove si è
diplomato, ora diventata il liceo dove insegna Arte da quando la sua bottega di ceramista ha
chiuso per fallimento?
In quella ricerca interdisciplinare, quattro forme di conoscenza parziale, vale a dire quattro
modalità d’ignoranza totale del Tutto, furono incollate insieme. Non portarono a nessuna
visione dell’aspetto & significato originale del bucchero etrusco. Numerose analisi furono
accumulate in un mucchio: un ostacolo evidente alla sintesi. Emergendo dai pezzi di pollo
scongelati e incollati, dei galletti meccanici alzarono la cresta rossa e cantarono: tonnellate
di relazioni accademiche furono pubblicate sul bucchero, con belle immagini e dati
pseudo-scientifici senza alcuna relazione tra loro. Appartengono alla categoria delle
conoscenze pseudo-scientifiche proprio perché non costituiscono un corpus, un Essere. Formano
un catalogo privo di senso: dimensione degli oggetti, temperatura nel forno, composizione
dell’argilla, ecc. Portarono a “sperimentazioni scientifiche” risibili, per esempio tentare di
produrre un bucchero con una miscela di argilla, miele e vino tra altre cose, e un forno
quasi etrusco con un “termometro scientifico” piantato nel culo! (4, 5, 6)
Nel frattempo, una migliore comprensione del bucchero & degli etruschi fu possibile con
un approccio metadisciplinare. Il problema fu risolto collocando il bucchero in una nuova
categoria; ceramica & metallurgia & auto-ritrato. Si svelò così lo specifico di quella “ceramica”
etrusca, unica allora ad avere l’aspetto di un “metallo”. Si rispose così a tre domande in
una: come conservare un bucchero dopo la sua scoperta & come farne uno oggi & perché?
L’approccio metadisciplinare è utile perché non tenta una sintesi attraverso analisi oggettive,
senza relazione con il “Soggetto”: un bucchero in questo esempio. Si parte da una visione, o
sintesi ipotetica, e si continua con analisi rigorosamente collegate alla visione, e così via
lungo un percorso circolare: ogni passo avanti avendo un effetto sul passo precedente &
sulla visione originale, in quel non-luogo fuori dal tempo chiamato normale ricerca. (1, 10)
Un buon strumento metadisciplinare è l’etimologia: permette belle visioni e, al tempo
stesso, svela le idiozie del nazionalismo e della xenofobia.
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Visione
Una visione non è un’allucinazione.
Una visione è un sogno ad occhi aperti istantaneo: un flash. Il contrario di una visione è
una divisione lenta: un’analisi.
Ogni visione è la sintesi più vasta concessa ad una certa persona ad un certo momento.
Poi, la visione & persona si sviluppa come un solo Essere. Di natura metadisciplinare,
ogni visione andrebbe sottoposta a verifiche disciplinari che la possono bocciare,
riducendola ad allucinazione, oppure confermare il suo statuto, fino alla prossima
verifica.
Funziona così, sempre, per tutti, anche per quelli che non sanno di vivere una visione
perché hanno acquisito la visione di altri.
La nostra visione diventa più larga & più profonda allorché demoliamo i muri necessari
costruiti nel nostro Essere dalla nostra famiglia, la nostra scuola, la nostra comunità e
soprattutto dal nostro linguaggio, allorché costruiamo muri migliori per il nostro Essere.
In una pagina precedente, abbiamo rimproverato a Cartesio di non conoscere Lacan;
non abbiamo trascritto la risposta di Cartesio: «Socrate non conosce me!» Nel nostro tempo
lineare, ciò che precede influenza ciò che segue. Jacques Lacan avrebbe detto che «Il
linguaggio precede il pensiero». Concordiamo, ma ciò implica che possiamo pensare solo tra i
muri del nostro linguaggio. Per essere più liberi, dovremmo ascoltare il lessico e la
grammatica di mestieri diversi (filosofo, merlettaia, aratore...) e imparare altri dialetti (le
lingue madri di altre patrie) facendo amicizia con altre lingue (musica, cucina,
matematica, ceramica...) per cogliere un riflesso della relazione che li unisce, una visione di
ciò che nascondono & dicono & producono.
Parlare, scrivere, cucinare, cantare, ballare... per ascoltare finalmente il linguaggio intimo
del corpo interno nostro e altrui: non è silenzioso quando ride. Il corpo esterno porta i
segni visibili delle sue grida di collera, di dolore e disperazione.
Siamo così arrivati al cuore della questione onto-epistemologica, intimamente legata al
segno &. (B, 1)
A parte grossolane motivazioni classiste, miserabili vantaggi economici e vergognosi
privilegi sociali, perché mai un umano dovrebbe accettare di dividere il proprio Essere, e
scegliere di essere un lavoratore solo intellettuale & per niente manuale?
Nel più bel gioiello della sua corona, Apologia di Raimond Sebond (Saggi), Montaigne ci
parla in confidenza: «Nella mia vita ho visto cento artigiani, cento aratori, più saggi e più felici dei
rettori dell’università, e preferirei somigliare a quelli.» Notiamo di sfuggita il crescendo da saggi a
felici, e chiediamo scusa a Michel per avere imitato la sua voce, qui e altrove.
Ogni persona sana è frutto di una moltiplicazione di facoltà che noi dividiamo
stupidamente. Fisica & Mentale & Emozionale & Spirituale & Culturale &... Tale è la
forma, buona o pessima, armoniosa o dolorosa, di ogni Essere umano o animale.
- Si, persino gli animali hanno una cultura; anche Montaigne l’ha detto.
Dovremmo promuovere una Legge Educativa & Sociale & Economica secondo la quale
nessun diploma sarebbe rilasciato senza esperienza lavorativa in un altro campo, e
nessun lavoro autorizzato senza lo studio serio di un’altra materia, dall’età di 12 anni.
Prima di quell’età, l’unica attività autorizzata dovrebbe essere il gioco & studio, o lo
studio & gioco, a libera scelta.
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Beati i poveri, perché avranno la Conoscenza, se non sono troppo stanchi per aprire gli occhi mentre si
ammazzano di lavoro. Questa è la nostra traduzione di Ora & Labora, il latino di San
Benedetto, Patrono dell’Europa e fondatore dei primi monasteri. Diede una Regola
complessa, più tardi riassunta in Prega & Lavora: Tre Verbi che ne formano Uno solo
perché il verbo più importante è al centro: &, Il Moltiplicatore, Colui che Unisce, chiamato
anche Amore, il contrario del Divisore, chiamato anche Odio. Molto tempo fa, due parole
furono seppellite nella filosofia: amore, felicità. Potrebbero risorgere dalla tomba, riunite
in un nuovo pleonasmo come Amore & Felicità, grazie ad incantesimi di parole &
musiche: canzoni. Ce ne sono qui, al servizio di lettrici e lettori acuti & intraprendenti.
Prega & Lavora non ha nulla a che vedere con pregare o con lavorare, Prega e lavora è la
Regola per gli schiavi. Prega e lascia che altri lavorino è la Regola del Divisore: il Dia-volo. (B)
Ora & Labora è una formula magica per ottenere la felicità, in armonia.
Uno psicoterapeuta e un idraulico capirebbero meglio il proprio mestiere se
combinassero le loro conoscenze, in una certa misura, soprattutto se entrambi
suonassero uno strumento musicale, senza mai perdere un’occasione di costruire un
muro di pietre a secco...
- A mano?!
Sì, fatto con le loro mani, come gli intellettuali che parlano con la loro lingua. Sarebbe un
modo di produrre parole nuove, più utili, parole più belle & musiche più belle & muri
più belli, visto che i muri sono una esigenza onto-epistemologica.
Ciò non significa accumulare esperienze superficiali con una overdose di nozioni;
consumiamo già troppe di quelle droghe dalla scuola in poi.
Non ci sono ricette, se non questa: vivere con i propri occhi ben aperti, avendo inserito
il cervello & cuore & pancia & anima & mani & piedi &...
- e spegnete quel maledetto smartphone!
Di teorici e sperimentatori
La visione dell’umanista è simile all’intuizione e alla più austera ipotesi dello scienziato. Sono
le occupazioni dei teorici. In certi campi come la fisica delle particelle, i teorici scientifici
non sono sperimentatori scientifici, i quali sono disprezzati cordialmente da certi teorici per
essere più “materiali”, più vicini alla “realtà” umana, o meno divini.
Al contrario, i teorici umanisti sono disprezzati da pseudo sperimentatori scientifici che si
occupano in realtà di “scienze” “umane”. Cosa fanno gli adepti delle scienze umane per
credersi sperimentatori scientifici? Per esempio, incaricano un laboratorio di stabilire la
composizione chimica di un vaso antico; poi, usano quel genere di “base scientifica” per
un discorso su una civiltà del passato. Ma trattano di sognatore un teorico umanista che
legge lo stesso vaso come un qualsiasi testo scritto in una lingua morta, senza
preoccuparsi della composizione chimica dei vasi né delle pergamene.
I teorici seri, umanisti o scienziati che siano, sottomettono le loro visioni ed ipotesi a
controlli vari. Gli scienziati meno seri, teorici e sperimentatori uniti, disprezzano
cordialmente i colleghi umanisti benché facciano quasi lo stesso loro mestiere, quasi nello
stesso modo. Troppe espressioni di vuota vanità, troppe frustrazioni immotivate,
nascono da due “quasi”.
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Metafora, parabola, mito.
Usiamo una metafora quando diciamo ad un amico che il suo sorriso “illumina” la nostra
giornata; siamo capaci di creare nuove metafore quando le vecchie hanno esaurito il loro
potere magico.
La parabola è un’altra tecnica di comunicazione magica. La usa un tipo di maestro di
scuola chiamato profeta. Il maestro lascia all’alunno il ruolo dell’interprete: così
facendo, lo trasforma da consumatore passivo a produttore di conoscenza. L’alunno
diventa il proprio maestro, in uno spazio strutturato ed illuminato da un Maestro. In
un certo senso, ritroviamo la magia della parabola nella nostra miglior pedagogia
postmoderna: accantona la “didattica”, che gira attorno al didaskalos: il maestro.
Passare alla “matética” che balla attorno al mathetes, l’Alunno, sulla musica di vari
facilitatori: genitori, insegnanti, ecc.
Il mito si potrebbe definire una parabola senza un profeta. Il mito ci dice qualcosa, ci
vuole far capire qualcosa, ma il Maestro rimane nell’ombra, per farci credere che la
storiella educativa non è stata creata da una mente umana, che sono i fatti del passato a
parlare. Una delle forme moderne del mito è la Storia insegnata nelle scuole nazionali.
Come un virus, il mito entra in noi. Come una larva, può trasformarsi in farfalla. Una
tale metamorfosi si compie grazie ad un catalizzatore: Hermes, l’Interprete, ispira il
depositario del mito che ne può valutare la lezione, farla sua oppure rigettarla se
condivide un altro ordine del mondo.
Roland Barthes ci ha insegnato a decriptare le mitologie moderne che costituiscono
l’ordine del nostro quotidiano. Ha così facilitato l’interpretazione delle mitologie antiche,
un processo necessario se vogliamo scoprire una nostra ipotetica “natura”, una nostra
eventuale essenza profonda di umani, per distinguerla dai vestiti che ci sono stati cuciti a
fior di pelle dalle mode passate & presenti. Scavando a sufficienza, si scopre che non c’è
nessuna “natura” umana, che si può scegliere chi essere, o meglio con chi essere, perché
non si può essere al di fuori di una società di persone & parole &...
Per capire che il mito è un manuale scolastico che gli anziani recitano la sera acanto al
fuoco o davanti al piatto di minestra, esaminiamo un mito greco poco conosciuto: il
Letto di Procuste.
Procuste, “lo stiratore” in greco, aveva un albergo con un solo letto, un B & B dei tempi
eroici. Se il letto era più grande dell’utente, Procuste attaccava delle corde a mani e piedi
del viaggiatore per stirarlo fino ad ottenere una perfetta corrispondenza tra il suo corpo e
il materasso. Se invece il cliente era più lungo del letto, gli tagliava le braccia, le gambe e
la testa. Procuste era un brigante e un mostro! Fu ucciso – che coincidenza – da Teseo,
l’Eroe che salvò i bambini portati in sacrificio al Minotauro. Il Letto di Procuste è un
mito poco noto perché denuncia la mostruosa abitudine di stiracchiare e amputare i
bambini a misura del letto unico, all’Albergo della Scuola.
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Per esistere, abbiamo tutti bisogno di limiti temporali & spaziali, abbiamo tutti bisogno
di muri. Ma certi muri, certe frontiere mentali & geografiche, furono inventate dal
Patriottismo Patriarcale, poi dal moderno Nazionalismo: il piatto di carne che ci servono
dalla fine del Feudalesimo, con i suoi due contorni: il Colonialismo, facilitato da qualche
secolo dal Razzismo.
- Una civiltà megalitica è fiorita nel nord, a Stonehenge e in Bretagna. La culla della civiltà
europea è la Grecia. Punto e a capo. Malta? È una pedina utile sullo scacchiere delle guerre
mediterranee. Malta non è mai diventata una vera nazione, vero? Non hanno neanche una
lingua. Il loro dialetto è un minestrone di lingue dalle nazioni che l’hanno conquistata...
Tuttavia una lingua nazionale è solo un dialetto che ha scambiato il suo asino per un
cavallo, e il suo bastone per una spada.
- ♫ But you’re still fucking peasants as far as I can see. (John Lennon)
Ma per quanto possa vedere, siete ancora dei fottuti villici.
Inoltre, la capacità di mantenere vivo il ricordo di passate invasioni & fusioni può essere
preferita alla tendenza di nasconderli sotto una spessa crosta di menzogne storiche &
omissioni.
Dal 19esimo secolo, Divide et impera è stato completato da Disprezza & Colonizza.
I Romani non disprezzavano i popoli vinti; ciò avrebbe diminuito la loro gloria e offeso
la Dea della Vittoria. Dai vinti traevano un bottino di guerra, in oro e schiavi. Al
contrario, per non si sa quale cancro religioso, una cristianità pervertita disprezzò la sua
classe operaia più bassa. La schiacciò con la magia nera di nomi fasulli. Si cominciò con i
Pagani del Pagus, abitanti delle terre conquistate ed amministrate; poi si continuò con i
milioni d’abitanti dell’America, gli indiani, poi con milioni di negros, i neri abitanti
dell’Africa quando gli schiavi indiani non sopravvissero in numero sufficiente per scavare
il nostro oro e tagliare le nostre canne da zucchero... e poi abbiamo continuato su tutto il
resto della superficie del Globo, La Sacra Sfera.
Ma sembra che le cose stiano cambiando, molto, molto lentamente. Trattasi di una Buona
Notizia: un nuovo Vangelo, benché non sia del tutto nuovo. Risale dalla Terra dov’era
stato seppellito, come una vaga Musica su Parole dimenticate.
La Cara Vecchia Canzone Dimenticata è cantata da un Coro su un’isola a
nord di Malta: la Sicilia. La molteplicità di Malta è chiaramente espressa
a Siracusa da un monumento unico, una composizione: Tempio &
Chiesa & Moschea & Chiesa. Ha integrato il Cuore & Anima &
Architettura di un popolo, per 25 secoli. Le sue colonne Doriche
cantano. Camminano in processione, molto, molto lentamente,
mostrando la curva leggera del loro giovane ventre sotto il sottile peplo.
Da 25 secoli, questo monumento è dedicato a Nostra Signora Dea. Al
momento, si chiama Maria: Vergine & Madre & Saggia, come la Donna
Una & Trina nella conchiglia di Lione, come Afrodite & Hera & Atena
prima della Divisione imposta da Zeus con la Mela della Discordia.
Se la Magna Grecia è mai esistita, fu preceduta da una ben più vasta Magna Malta,
tutt’attorno alla nostra Pancia Mediterranea. Esiste ancora, fluisce come un fiume
sotterraneo, mentre l’Eroe greco, il macho, ammorba ancora la faccia della Terra.
- Lisistrata… Prassagora… parlate, per l’Amor di Dea! Dove siete finite?!
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Compito a casa
Compilate una lista delle ideologie all’origine di pensieri, parole, azioni ed omissioni in
Archeologia, Storia, ecc. Descrivete la loro influenza nefasta sui decisori odierni, su quelli
che credono di decidere alcunché, su quelli che li eleggono, e su tutti noi quando
ingoiamo le parole come popcorn. Esempio: la parola “Matriarcato”.
Medea
Medea è la nipotina del Sole. Si dice che ha ucciso i propri figli per vendicarsi di
Giasone, marito fedifrago. Nella realtà del mito, Medea non uccide i propri figli; uccide i
figli del padre biologico per eliminare il seme del Padre archetipale. I guerrieri rabbiosi
spargono sale sulle rovine della città nemica per impedire all’erba di crescere. Per tale
motivo, Medea non andrebbe definita Madre (dei bambini che uccide) ma Figlia (del
Padre, Eterno o quasi). Medea non uccide il Padre come un Edipo qualsiasi; punta a
distruggere il sistema dal suo interno, come certi “rivoluzionari”. Brava! Viva Medea!
Difatti Medea è viva e vegeta. Certe femmine, che si credono femministe, considerano
Medea come una Eroina della Resistenza al Patriarcato. Ogni tanto vediamo Medea
all’opera, in immagini montate con sapienza dalla TV. Un’ombra nera con una maschera
sul viso sfascia le vetrine e brucia le automobili mentre sfila a viso scoperto un corteo di
lavoratori, lavoratrici e pensionati. Inesorabile, la Polizia di Stato manganella sempre e
solo questi, ignorando quella. Protetta dalla sua maschera di Eroina della Resistenza,
Medea riesce sempre a farla franca. Si nasconde nelle fogne del Potere dove convive con
i terroristi e con i topi della Peste di Camus, pronta a scattare in preparazione delle
prossime elezioni. Saranno vinte dal Partito dell’Ordine, votato in massa dai lavoratori,
dalle lavoratrici e dai pensionati che hanno visto le manifestazioni di Medea alla TV.
Non scherziamo con le cose serie: Medea è una Eroina del Patriarcato, non della
Resistenza. Non ci libereremo dagli abusi del Patriarcato con un Eroe, perché è stato lui,
l’Eroe macho, a fondare e mantenere il Patriarcato, aiutato da un modello femmina da
lui inventato: il macho con le tette.
Una vera profetessa del femminismo dal volto umano cantava: ♫ We don’t need another
Hero... Non abbiamo bisogno di un altro Eroe. Le sue parole andrebbero studiate a scuola,
dove nessuno ascolta Tina Turner. (12)
Di palle e uomini
Gli uomini amano giocare con sfere perfette chiamate palle. Non è un istinto naturale.
Dai tempi più remoti e dalla più tenera età, sono educati attraverso giochi molto diversi,
che producono uomini molto diversi.
Per esempio, in un gioco praticato in un tempio, si deve sollevare una grossa boccia
pesante con Tre Dita, poi farla rotolare come un carro armato biblico verso un gruppo
di figure umane che non possono scappare. Com’è divertente!
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Per esempio, un gioco molto più antico si pratica di Domenica mattina sulla piazza del
villaggio, all’ombra di vecchi platani panciuti. Le donne sono a casa o in un altro tempio,
impegnate in sacre faccende. Gli uomini, che volete, sono uomini, quindi sono fuori a giocare.
Formano due squadre; ogni uomo ha due palle, grosse come arance. Erano probabilmente di
pietra in un passato remoto. Ora sono di un metallo lucente che fa pensare all’oro, all’argento
o al bronzo. C’è anche una piccola sfera, più delicata essendo di legno. Leggermente più
grossa di una noce, è come un fico, ma rotonda come la luna piena. Diverse paia di palle,
un’unica piccola luna come obiettivo... si tratta quindi di un gioco competitivo ma è riservato
agli uomini normali; i prepotenti non possono giocare né guardare.
Un cerchio è tracciato in terra e la luna è lanciata a poca distanza. Con i piedi nel cerchio,
ogni giocatore deve sistemare le sue palle il più vicino possibile alla luna. Come già detto,
non è un gioco per prepotenti, ma è permesso allontanare dalla luna le palle
dell’avversario, con le proprie. All’aperitivo, i vincitori hanno il loro pastis pagato. Nel
caffè, su un muro, c’è La Fanny: l’immagine di una giovane donna prosperosa, sorridente:
mostra il suo sedere nudo che i vinti devono baciare... oppure sono autorizzati a
baciarlo? Comunque sia, punizione sopportabile o premio di consolazione, questo è un
gioco per veri uomini. Non abitano lontano da Mnajdra.
91
Tre citazioni
&
Un calligramma della Sibilla di Delfi
- Malta è un’isola?
- Buona domanda, mio caro Watson. La mia risposta è no: Malta è una Donna. Unisce i
pensieri luminosi di John Donne e del Sindaco di Granada:
Nessuna donna è un’isola, un tutto in sé.
Tutte le donne hanno il diritto di scegliere il proprio futuro,
e il proprio passato.
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Siesta su un low cost
In fondo i miti, le leggende... le notizie alla TV... sono sogni che i faraoni... non abbiamo più voglia
d’interpretare... di capire! Ascoltiamo, memorizziamo, poi sappiamo molte... moltissime cazzate!
Sì Delfi: Conosci te stesso, brava... Ma dimmi un po’ Delfi, tu conosci te stessa? Sei stata sepolta sotto
decine di secoli di oblio... e sotto utili menzogne... mummificate da un attacco di paralisi accademica!
La conoscenza... La conoscenza!... è vera se conviene a una delle mafie... ma una ricerca vera può
combatterle tutte, le mafie... con una risata cosmica!
No. Non dovrà somigliare a una tesi accademica... e lo stile vittoriano fa parte del problema.
Scudo a forma di 8! Ma fatemi il favore... Il guardiacaccia aveva ragione... e Lady Chatterley era
d’accordo: rimpiangiamo tutti il tempo in cui un uomo poteva portare pantaloni rossi e parlare chiaro.
Venere di Malta !... era solo una Venere? Allora Maria Callas cantava nel coro dello Zecchino d’Oro.
Prima il bucchero etrusco... ora lo scudo a forma di 8... e Mnajdra, Micene, Delfi... e non ho neanche
studiato greco né latino... né molto altro, se è per questo. Devo essere un maledetto genio! Ma più
probabilmente, c’è del marcio nel Regno di Archeologia. Un problema di forma mentis, ancora.
Pensiero lineare contro pensiero sistemico, ancora. Senza parlare delle censure del subconscio.
Senza parlare dei selfie ! Sorrisi da idioti del villaggio... bottiglia di vino in mano... tutti attorno ad una
tomba appena scavata.
Non rispettano... neanche loro stessi: selfie coi loro nomi, su una rivista di etruscologia!
Avessero letto Albert Gianna, forse... avrebbero saputo che & è lo Scriba Seduto.
T’era piaciuta quella, vero Monsieur Albert? O devo dire Signora Gianna?
& è un Ankh moderno. Mi dispiace Albert, non me l’hai potuto comprare, l’ho scoperto dopo ah ah ah
93
E prima di Malta e Atene non potevo vedere un 8 in &.
Scriba seduto & Dea seduta? Logica quantica... il fotone è qui & la.
Testa & Croce, rispose la Sibilla raccogliendo la monetina.
Per i calligrafi, & è il doppio nodo...
Anche ai marinai piacciono i nodi... il primo che t’insegnano è un nodo a forma di 8.
Bisogna fare un nodo a 8 per riunire una corda rotta...
Il che ci riporta a &.
Uno nodo marinaio a 8, per forza: Mnajdra prende il Sole sulla spiaggia di Madre Mare...
Doveva essere una pescatrice.
Una rete... un amo a capo di un filo... son trappole da donna... da donna-ragno... Arianna...
Un uomo forzuto ha inventato l’arpione.
Testa & Croce inventò arco & freccia.
E il Nodo Gordiano... per unire cosa... il timone al carro...
Gordio doveva essere un contadino bello ricco, per avere un carro con timone!
Un timone si monta su un carro per due cavalli, o su una carretta con un paio di buoi.
Un carro o una carretta?
La mia carretta... la mia due-cavalli... strapiena di amici e amichette... si cantava... e il Timone che tira
la Carretta in una società pre-patriarcale... significato ovvio... come il Giogo.
Capito! Il Nodo Gordiano a forma di 8 manteneva unita un’intera società fino a quando...
Si, Alessandro era un Eroe greco.
Un Eroe greco tipico, col suo gladio che gli penzolava dalla pancia.
Il Nodo Gordiano e il Gladio. Con Charlton Heston. Nel ruolo di Alessandro, ovviamente. E un paio
di tette bibliche... volo diretto dal divano del produttore a quello dell’Eroe.
Alessandro? Da alex andro: difensore dei maschi... contro chi?
Absalom, Absalom ! Cosa c’hai da piangere, Davide? Non farci ‘sta sceneggiata. Lo sappiamo che i
Patriarchi erano solo pecorai arricchiti. Tuo figlio Absalom ha conquistato il tuo gregge di donne e
pecore, ma le hai recuperate, no? Allora lascia perdere, Davide, par favore... hai chiuso!
Faulkner avrà sentito qualcosa del genere nel suo Sud tragico... devo stare alla larga dalla Bible Belt...
la Cintura della Bibbia regge solo un pantalone con pistola... ti sparano per molto meno.
Simbolo dell’infinito ∞ ... eternità a forma di 8... vita eterna...
La Vita Eterna e il Tempio a forma di 8. Questo è per Martin Scorsese.
♫ Gracias a la vida que me ha dado tanto... Duérmete Violeta, y gracias a ti.
Certi Uroboros formano un cerchio, altri un 8... l’Infinito come Eternità spaziale... a meno che ∞ non
sia un vecchio modello di reggiseno ah ah... ma non è poi così stiracchiata.
Un reggiseno... degli occhiali... due occhi... due occhi... ce l’ho sulla punta della lingua...
Un’Eternità sdraiata a forma di ∞ ... l’Eternità dorme? Sarà, ma io non riesco a dormire.
L’Eternità è sdraiata con me... un’Eternità carina... e non riesco a dormire perché mi eccita! ah ah ah
l’Eternità mi eccita! Devo essere un mistico... un mistico del genere maialino ma non lo sono tutti? Le
estasi barocche sono sospette, è noto... se la gente leggesse von Clausewitz... l’orgasmo non è che la
continuazione dell’estasi con altri mezzi... le chiese sarebbero piene ogni Domenica ah ah...
94
Esatto! L’Eternità è Donna perché il Cielo è il Ventre Infinito di Nut.
- ♫ While the memory of it fades. I know that the spades are the swords of the soldiers...
♫ Mentre la sua memoria svanisce. Io so che Picche è l’arma di un soldato...
Rilassante... recuperare la memoria dell’Eternità Infinita di Nut... ma i soldati...
Sì, il cielo blu stellato di Nut è la Donna, Eternità Infinita senza inizio né fine...
Senza alfa né omega?
La lettera alfa... una pancia con le gambe aperte, come il terzo tempio di Mnajdra... come omega... che a
volte è tracciato come un paio di chiappe ah ah ah
L’inizio e la fine... non esistono, nel tempo circolare.
Da quando c’è una prima e un’ultima lettera?
Nel tempo circolare, è circolare anche l’alfabeto?
Poeta o profeta?... Un genio incompreso ha tentato di rendere circolare l’alfabeto lineare dei nonni
aggiungendo & alla fine, affinché non ci sia né fine, né inizio... xyz & abc... omega & alfa... che bel
maneggio... fa girare la testa.
Quante storie dimenticate nelle lettere...
Le lettere sono geroglifici fossilizzati...
Come la lettera greca phi? Mi fa pensare a...
Il taglio verticale nello scudo a forma di 8... e nella lettera greca phi... in fondo, ci vuole la lettera phi per
scrivere filosofia... dove filo è il verbo amare... e la phi è un cerchio con taglio verticale! Ahahah! Questa,
la dovrebbero scolpire su ogni Tempio Scolare: tutti studierebbero filosofia! Ahahah! E phi si pronuncia
fi come fica! Se avessero censurato il greco antico per questo motivo, lo avrei studiato ogni notte!
Wooaaaahahahah!!! Sarebbe stato utile in questa gita... la scuola non sa trovare le giuste motivazioni
per i giovani, che noia... invece creano e sviluppano lo spirito di competizione... massa di criminali!...
make war not love... questa è la loro bella filosofia.
E se il taglio sulla O non fosse un taglio? Allora, O sarebbe... zero... il taglio sarebbe 1... per produrre
tutto, nel nuovo linguaggio... vecchia magia... vecchia magia porno a base di 0 e 1... è talmente ripetitivo
che diventa noioso... gli arabi erano meno osceni... il loro 1 era modesto, senza testa, come una virgola...
e una virgola è una piccola verga... ma il loro zero è solo un punto.
Un punto è un piccolo O? C’è gente che non mette i punti sulle i ma traccia un piccolo cerchio...
Un piccolo cerchio e una piccola verga... il discorso fila. Gli arabi hanno imparato tutta quella roba
dagli indù? Bisogna ammettere che i loro templi sono abbastanza espliciti.
Per gli indù, il 6 era una spirale...
6 era una spirale in India ma qui da noi 666 è il Diavolo...
666 o tre spirali? Ho visto un sacco di triple spirale... unite... a partire di una Y...
La Y rappresentava forse il sesso della donna? Ora stai esagerando... però forse...
Ma quella fibula a doppia spirale?
E tutti questi altri gioielli a doppia spirale... ovunque...
Una grande doppia spirale... e al centro, dove le due spirali si toccano, un piccolo 8...
Una grande ∞ e un piccolo 8...
Una doppia eternità... due templi a forma di 8?
No; un solo tempio a 8, con due porte...
95
Due buchi in mezzo a una grande ∞...
La gigantessa a forma di ∞... con due buchi.
Una donna gigante? Una donna normale! Due buchi in mezzo a due chiappe!
Non ci posso creeeeedere! Devo essere cieco.
E sulla pietra del tempio una doppia spirale... con un triangolino in mezzo... l’oggetto dell’adorazione!
E in molte statuine, allunga la mano tra le gambe proprio lì... non c’è dubbio: età pre-Vittoriana.
Poi le tre spirali sono diventate 666... e la Donna Dea è diventata il Diavolo; è logico.
O una canzone.
Dovrà essere una vera buona canzone.
Pura magia.
Pura Unione di due magie assolute: Parole & Musica.
Ci vorrebbe un vero genio.
Ce ne sono un paio in giro ma non lavorano su ordinazione.
Brassens era un genio... a modo suo ha cantato quel coso che non so come dire:
♫ Je lui ai dit de la Madone tu es le portrait
Io le dissi: della Madonna tu sei il ritratto
Che il Buon Dio mi perdoni, era abbastanza vero
Che mi perdoni o no, cosa me ne frega
La mia anima è già spacciata
Sono un delinquente
Bello... dolce... ma troppo ermetico per lo scopo.
Teniamo la musica di Brassens, e diciamolo chiaramente:
♫ Due Spirali son du’ chiappe
♫ Con due buchi in mezzo
♫ Due Spirali: il ritratto
♫ Dell’Antica Dea
Bleah ma che schifo la tua canzone!
Avete ragione ragazzi ma come posso dirlo?
Penseranno che sono un pazzo... e un vecchio maiale!
Ebbene sì, a volte sono un po’ pazzoide... e non sono un vecchio maiale ma un maiale di mezza età, se
non vi dispiace... ma so che ho ragione... visione e interpretazione... socialmente utili... oggi.
96
Certo, col tempo... la gente dimenticò il significato della Doppia Spirale.
Succede lo stesso oggi. Tutti a portare una croce... collana, orecchino... nessuno più sente i chiodi.
A parte la Croce sopra Nostra Signora Giudice, sul muro del Tribunale per i Minori di... col bimbo
inchiodato... Suo padre inchiodato sull’altra faccia... Croce double-face... Orrore Assoluto.
La Giudice girava le spalle alla Croce... naso nella procedura burocratica... orecchio alle amiche della
mafietta politica che sussurravano... Non poteva vedere il bambino e suo padre, lei.
Loro non sanno quello che fanno. Tutte e tutti, pazzi da legare. Procedura sospesa... per delle colpevoli
fino al midollo.
Non so cosa devo fare... con quella Doppia Spirale...
Perdonarli... certo, per la mia serenità... ma senza dimenticare...
Ma come dire al mondo... ciò che rappresenta la Doppia Spirale...
Dovrò pensarci.
Devo dormirci su. Per pensarci meglio.
Ermes, Pythia, per favore! Lasciatemi dormiiire!!
Perle... avevo già le mie perle; ne ho trovato altre, ecco tutto. Nuove di zecca... o già trovate da altri, come
saperlo... Me ne frego, ciò che più conta è Il Filo.
E il viaggio.
Dalla madre al padre e ritorno... mica dalla vita alla morte; la Vita è un viaggio circolare.
Che dolce... la Vita allontana i suoi maschietti... andate... andate... dovete diventare padri.
Non allontana le sue femminucce... ma nessuno dice che bisogna ubbidire all’Ape Regina... basta che ci
sia sempre miele nel favo... che ogni piccolo buco sia ripieno di miele... come il cuore del fiore-sole... un
cuore grande... quanto una tavola di pietra toccata dal sole.
Anche le api hanno la forma di un 8.
Il tempio a 8 doveva avere due cupole... un trullo a due coni... è un tempio a 8 con le tette ah ah ah
Se non fosse stato per l’acqua che non c’era, ora starei tornando al mio trullo pugliese... o alla mia boria
provenzale, nel Luberon... peccato... la capanna neolitica dello zietto sarebbe piaciuta a Oli e Leo...
speriamo che i regali greci arrivino in tempo per Carnevale.
In cifre greche, 8 è la H... No. Non ci occupiamo di una cifra ma della sua forma.
Eppure, ad un certo punto... le due nozioni si saranno fuse... Tipico della numerologia.
Come si dice, non è vero ma ci credo.
Ecco! Non hanno più visto la Dea e hanno iniziato a credere nel numero 8.
Mi domando cosa 8 possa significare nelle loro trappole a soldi... probabilmente un sacco di cose
positive... Puntate sull’8! Poveri... quando sono poveri. Ubriacati dalla minima vincita... accecati
dall’avidità... ubriacati e accecati, come il Ciclope.
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I boschi... com’erano i boschi, prima?... le Ninfe ballavano nei boschi ma il Lupo... neanche per sogno...
se non era Zeus in persona il Lupo girava alla larga... no grazie... le Ninfe sono belle, allettanti, sexy...
ma sono pur sempre Sirene... difatti Ulisse e compagni... un branco di lupi guidati da una volpe...
prudente... guardare e ascoltare ma non toccare... e se si prendono troppe libertà, si possono sempre
massacrare... ma in quel caso si chiamano Amazzoni.
Un pallone da calcio, bello rotondo, va bene, ma un pallone di rugby è un uovo... che deve entrare dove?
Nel secondo buco in alto, sopra la sbarra orizzontale della H... lettera greca che significa 8... e il
giocatore va avanti passando la palla al prossimo rimasto indietro... questi sono uomini... uomini di
Mnajdra... o quasi... si battono per dimostrare... non c’è niente da dimostrare... è un problema di
matematica... si può dimostrare solo il contrario ♫ But me myself I got nothing to prove... ma io non ho
niente da dimostrare... buona canzone... vecchia storia... troppi maschietti vroom-vroom.
Scudo a forma di 8! Piuttosto a forma di chitarra... Jimi Hendrix la faceva gemere pero Mark Knopfler
ha un tocco più delicato. Andrés Segovia, il Casanova di Spagna... e Brassens ovviamente.
Una chitarra... è anche una spada. Soprattutto una chitarra elettrica... Dio sa se io lo so.
Doppio significato? La chitarra è ermafrodita... il flauto e la lira invece no.
Ma i greeeci! Non sapevano leggere la scritta sul muro?! Il loro sacro scudo era la...
E le donne li lasciarono fare, perché erano state vinte... molto tempo prima.
♫ Dove son finiti i Fiori, del tempo che passa
Delle facce di bronzo avevano sottomesse le pacifiche donne del neolitico.
Che coraggio, che forza... piombati da nulla... e dall’interno della loro società.
Cria cuervos: alleva corvi, e ti strapperanno gli occhi.
Mah... solo un altro inconveniente della rivoluzione agricola... la terra dell’abbondanza.
7 anni di abbondanza... 7 anni di carestia.
Le pacifiche arnie rilasciarono sciami di ragazzi affamati.
Et a peggiorare il tutto, la prima rivoluzione industriale metallurgica.
♫ Dove son finite le Donne, del tempo che fu
No. Per favore, no. Basta vendette. La Donna non deve diventare una misera macho... c’è ne sono già
troppe di queste donnette muscolose... senza parlare di Medea... l’arma più mostruosa del Patriarcato.
Proviamo a cambiare la scala dei valori.
Proviamo a riportare alla luce i semplici fatti della Vita... le priorità della Vita.
Come allungare le gambe per esempio... dovevo prendere un posto sul corridoio... non riesco a dormire...
incaprettato per il sacrificio...
Abramo... Il patriarcato... Abramo c’è nato, poveraccio... ha provato a migliorare le cose come ha
potuto... bella trovata, la Voce che sentono i pastori... ci credo, facevano la siesta... e ci hanno creduto.
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Portò Isacco in cima alla montagna, lasciando indietro i servitori e l’asino... Perché? Erano stanchi.
Nel mezzo di una selva oscura, mentre Abramo stava cercando un cinghiale al quale strappare il cuore
per la brutta matrigna... Splash! Fu sommerso dalla Luce... invaso da una Voce, soave... gli effetti
speciali della pancia per mettere l’anima in pace senza dirlo al cervello...
L’unità dei cristiani... e l’unità degli ebrei... che si disprezzano l’un l’altro e si uniscono solo per
combattere... e l’unità dei musulmani... tutti in guerra permanente tra di loro... I Tre Moschettieri di
Abramo dovrebbero fare come lui: fregarsene, della tradizione! Con un paio di effetti speciali, dovrebbero
adorare Dio-Dea, Madre-Padre di tutti i Profeti... per combattere solo il Diavolo: Richelieu.
Richelieu? Riche-lieu: Ricco-luogo.
La povertà... la semplicità... in pace... con la dolcezza, la fragilità onnipotente della Donna. Ecco cos’era
nuovo, rivoluzionario, nel cristianesimo originale. In fondo, ha preso il posto della Donna sulla Croce...
della Donna di Mnajdra.
Le Sibille... e quante Cibele... ce n’era un mucchio, prima! Hanno perso il lavoro circa 3.000 anni fa...
tempi biblici... ristrutturazione aziendale... OPA.
Un casino di miti sparpagliati... da “decostruire”, come diceva coso, e dopo... cosa?
Una mitologia... della Donna?
La Donna & La Storia! Va bene, ma raccontata al femminile, questa volta, incominciando da
Mnajdra.
E dopo?
Iside? Cibele? Gaia?
Cibele... Cibele aveva un tempio a due passi da casa nostra, a Lione... a Lugdunum... e quasi sopra,
hanno costruito la basilica di Fourvière dedicata alla Vergine Maria... trasformismo conformista...
sembra un aforisma latino.
Fourvière... Forum Vetus, il vecchio Foro romano... ma Cibele viene dalla Turchia...
Cibele dalla Turchia, Maria dalla Palestina... maledetti immigranti ah ah
Ma quale Turchia d’Egitto! Il paese si chiamava... la Lidia.
L’ascia Lidia? L’ascia Lidia... un’ascia a doppio taglio?...
No, non tagliava un bel niente...
E il doppio martello di Thor non è mai servito a piantare chiodi ah ah ah
Né a spaccare teste, banda di macho!
L’ascia lidia era a forma di 8 come lo Dea, come il suo tempio, come lo scudo, come il doppio martello...
Come la chitarra... difatti per i musicisti Heavy Metal, un’ascia è una chitarra... non sanno... forse
sentono...
A Cnosso l’ascia lidia era chiamata labrys... e labrys sarebbe l’etimologia di labirinto...
Labirinto... il palazzo dell’ascia doppia? ...
No, il Palazzo della Dea... poi per farla fuori l’hanno chiamata Minotauro... Come diciamo in
Francia, se vuoi annegare il tuo cane, basta dire che ha la rabbia.
Teseo e il Minotauro... prima corrida della Storia, olé!
♫ olé! olé! olé! Viva el matador!
Senza contare il miglior amico dell’uomo prudente, il bulldog... un mostro... inventato per combattere il
toro nell’arena... un incubo.
E la caccia a cavallo? Una dozzina di Eroi a cavallo rincorrono la povera, povera Dea... Madre
Natura va sacrificata sull’altare della Cultura, con stile.
A Corfù gli uomini sono meno crudeli... il sabato di Pasqua, buttano dalla finestra un vaso di terracotta
pieno d’acqua... le botides... non sanno perché ma si divertono come per la notte di Capodanno...
100
Gli dirò che non basta uccidere la moglie vecchia per trovarne una nuova. Una volta, sì... ma non più.
A me Teseo piace, ha salvato dei bimbi... ma quella storiella del Minotauro che si mangia i figli di
Atene... un toro comunista ah ah
La testa del toro era la Dea... questa l’ho già sentita ... sì, dicono che gli organi genitali interni della
donna somigliano a una testa di toro... ma un triangolo con due corna sembra un pube con due baffi alla
Dalí ah ah ah... ma anche a una testa di toro, o un vaso a due manici... e quelle corna sull’elmo, al
nord... erano le corna del vaso... un portafortuna... come il martello di Thor... come l’ascia lidia... come
lo scudo a 8.
E adesso?
Cibele? Iside? Gaia?
No. Concentrarsi sulla Sibilla di Delfi... Sta nella sua grotta da quanto?... 20... 30.000 anni... Grotte
di Sibilla dappertutto... una Donna Dea di pietra trovata anche nelle grotte di Frasassi... ma il punto è
che quelle grotte sono a fianco dei Monti Sibillini.
Tuttavia... la Sibilla di Delfi... Pythia racconta la storia principale nel suo nome stesso. Il resto si
deduce, mio caro Watson.
Rivisitazione, decostruzione del western, dei miti dell’Est... e deduzioni... utili per oggi e domani.
Go East, young Woman! Vai a Este, giovane Donna... Est Ovest Nord Sud... dipende da dove sei.
Tutte le strade portano a Mnajdra.
Vergine! Ma insomma... Non confondiamo tutto... c’era la vergine vigorosa come una verde verga in
latino... una virago sapeva usarla, la verga, se ci provavi senza il suo consenso... da non confondere con la
dolce pulcella... intatta.
E c’è ancora pulcello in francese... significava giovani, non ancora sposati... quindi patrimonio del
pastore di casa che ci poteva giocare... come giocava con le sue giovani capre e agnelli, il buon pastore...
così fan tutti... coito fan tutti.
La vera virginità, la purezza... è nello sguardo, non tra le cosce! Albert Gianna ha detto une cosa del genere.
Il velo... parlano tutti del velo. D’accordo! Parliamo del velo.
Ma non solo del velo che diventa rosso sangue quando lo apri... rossa tenda del Mistero... teatro del Sacro...
No, bisogna svelare la cospirazione del silenzio e le vecchie menzogne... e una vecchia verità... sotto lo
stesso velo. Silenzio, menzogne e verità vanno svelate.
Un bel Coming Out della Donna, perché no. La Giornata dell’Orgoglio Mestruale! Non una volta
all’anno ma ogni mese... seguiamo la luna.
Come direbbe la Fata Morgana: per il Santo Graal, che bella festa!
Sìììì, per il Sacro Sangue! Affare fatto; per la Luna Piena, ci vediamo alla Festa del Sacro Sangue per
il Ballo in Cerchio Magico. ♫Hey miss Tambourine woman play a song for me... La comunità deve
ricostituirsi: ogni età e sesso ammessi; smartphone vietati. Ingresso libero per giovani, bambini, e per gli
adulti se comprano un amuleto figa: dobbiamo finanziare la nostra campagna contro le mutilazioni
genitali.
Afrodite & Hera & Atena vale a dire Clitoride & Utero & Cervello... vale a dire Un Cuore.
La Santa Trinità è tornata... Lei è tornata... o diciamo che sta tornando... ne ho incontrato poche ma ce
ne saranno altre.
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Il patriarcato precede di molto il monoteismo, cavolo! E quelle scimunite attaccano la religione credendo
di attaccare il patriarcato... sottospecie di macho che si credono femministe... se proprio volete andare in
guerra, studiate una strategia... o almeno una tattica... spiegate alle vostre sorelle beghine che la loro
religione è venuta dopo la loro sottomissione, e può sopravvivere alla loro liberazione... sarà utile, a loro e
alla loro religione... sarebbe ora, siamo entrati nell’era post-patriarcale, cavolo! Sì, cavolo e non cazzo... è
nei cavoli che nascono i bambini, lo sappiamo tutti... e le bambine nelle rose.
Caino? Caino è una donna... povera fessa che coltiva la terra... povera scema! Sorride beata, mentre dice:
Dea è anche Padre...
102
Ma ché ti sorridi? Sfotti? Anche padre, dici? E impedisci alla mie pecore di pascolare nel tuo orto?...
Dio è solo Padre! Dio è Uno a cui piace la carne... sull’altare devi grigliare carne, non comporre fiori in
un vaso, scema! Abele è virtuoso, buono, come le sue offerte... e Caina...
Caina... se vuoi annegare la tua cagna basta dire che ha la rabbia.
Caino e Abele... Che mito! Premio Nobel! Scoperta la funzione sessuale del maschio, il resto si deduce...
la supremazia dell’allevatore sull’agricoltore, del beduino sul fellah, del cowboy sul peone messicano, del
maschio alfa sugli amichetti e sulle femmine tutte... e per far fuori la concorrenza, basta un buon pretesto
per far la guerra!
Semplice deduzioni, mio caro Watson Neolitico... Il Padre Fondatore del monoteismo macho è Sherlock
Holmes... pipa in bocca e mano in tasca: la Dea di Malta non è l’unica che si tocca in pubblico.
Simposio accademico... Origine precristiana dei numeri sacri 1 e 3... sulla locandina il vaso panciuto a
forma di donna... o meglio un dei tanti vasi con 3 sporgenze e 1 bel corridoio che inizia con le labbra...
la locandina basterebbe... ma sentiranno il bisogno di annegare la Dea nel loro gergo accademico... se
m’invitano la salverò... respirazione bocca a bocca ah ah ah...
E per piacere, sorelle mie, giovani e vecchie come me... nel vostro tempo liberato, occupatevi di Medea: è
malata. Uccide suo figlio ogni giorno... divora il cuore di suo figlio ogni giorno raccontando orribili
menzogne sul padre... Eracle è impotente, in tutti i sensi... ogni tanto uccide il corpo di Medea, così
Medea risorge più potente di prima.
Un incubo reale. Medea... la mitologia... ma quella madre, quel bambino, quel padre sono reali.
State attente! Medea sa come manipolarvi... matta ma furba... è un genio, il Genio del Male. Somiglia
alla vicina di casa... normale... certo che ha il suo carattere, a volte è di cattivo umore...
Un psichiatra che ha studiato Medea... l’ha chiamata Malicious Mother... non può fare molto di più che
descrivere... Italiani brava gente ... hanno tradotto Madre Malevole, che dolci... Chi era Il Maligno
nascosto nella parola Malicious?...
Una donna lo sa, lo sente... solo le donne possono occuparsi di Medea ... e della Sindrome della Donna
Maligna... come un tumore? No, diciamo Malevole, dobbiamo essere gentili con Medea, se no si
arrabbia e la fa pagare al figlio.
Solo le donne... Quindi Albert Gianna è sicuramente una donna.
Sai che ti dico, Gaston? La tua rêverie, il tuo sognare ad occhi aperti, o le sedute di brainstorming dei
manager... è un modo di cazzeggiare a ruota libera... nella propria testa o con gli amici. Dovrebbe
diventare una materia obbligatoria al liceo. Insieme a Matematica e Filosofia... e Linguaggi, per capire
& raccontare tutta la storia... scrivere la prossima Storia.
No.
No. Bisogna a-sso-lu-ta-mente vietare il Cazzeggio a Ruota Libera al liceo.
Così i migliori lo praticheranno seriamente.
Cavolo che viaggio! Che trip! Altro che le loro ridicole pilloline.
Devo dirlo ai media...
Comunicato Stampa:
Un’emozione a Malta diventa temporale ad Atene e tempesta a Micene.
Un uragano ripulisce Delfi da rimasugli di Patriarcato.
Una scoperta archeologica ricostituisce Il Grande Puzzle.
Le conseguenze, incalcolabili, emergono col sorriso da un piccolo testo illustrato.
Proprio così... devo fare una cosina sorridente... niente cazzate accademiche... per la gente reale.
L’archeologia scientifica... il carbonio 14!... Le braccia dell’Uomo Volante furono scolpite 3200 anni fa
ma un ingegnere ha dimostrato che sono superstizioni: non si può volare in cielo con le braccia aperte
inchiodate su una croce.
104
E tutto per colpa dei saldi di gennaio di una compagnia low cost.
Dovrei portare un ex voto alla Dea Low Cost
Ha le ali e suona la lira, come Ermes.
Le utili menzogne della Storia... I voli low cost svelano le utili menzogne delle nazioni.
Come quella storia degli anglo-sassoni... sono sasso-normanni!
No, sono un minestrone, come gli italiani... un pot-pourri, come i francesi.
E pot-pourri è solo l’insipida traduzione della olla podrida che cucinano gli spagnoli: l’unico popolo
europeo che non nasconde i suoi ingredienti persiani & arabi & berberi & islamici.
Le utili menzogne...
Al cesso del Tempo, la Storie degli uomini è uno straccio pieno di merda!
Menzogne utili... per chi?
Pax Romana tutto attorno al Mediterraneo, o una piccola Pax Europea?
Perché la Pace dovrebbe rispettare le frontiere? La Guerra non lo fa.
Pax, per l’Amore di Dea, o Guerra, per la porca convenienza di qualcuno. La scelta è vostra, ragazze e
ragazzi.
La vostra Storia sarà fatta di matrimoni & divorzi, o di stupri & assassinii. La scelta è vostra. La
Storia è vostra.
Hai detto Terza Guerra Mondiale, Francesco? Sì, e Terzo Suicidio dell’Europa.
Ci serve un Impero in comproprietà... chiamatelo come vi pare, Unione, Federazione... Europa è La
Donna di Mnajdra... Europa ci abbraccia tutti!
Dobbiamo mettere fine a questo gang-bang sado-masochistico! Abbiamo urgente bisogno di un
Matrimonio Collettivo Europeo.
E dovremo invitare i vicini alla festa... porteranno tanti bei regali di matrimonio.
Viaggiare... svelare recenti menzogne nazionalistiche... fa bene alla salute. Fare lo sforzo di parlare più
di un dialetto europeo è ottimo contro l’Alzheimer politico. Non si può capire il dialetto madre senza
capire i dialetti zia e cugine...
Ma io devo assolutamente imparare almeno una lingua straniera...
Come si dice grazie in cinese?
Vabbe’ ma ora devo calmarmi... dormire...
Devo essere in piena forma per la mia piccola “decostruzione”:
- ♫ Jacques Derrida dirla da da
♫ la la dirla da da.
Ahahahah
Macché cavolo è ‘sto... abbiamo atterrato!
Thank you Captain! In orario perfetto, “come nel 97% dei nostri voli”
Clap clap clap clap clap...
105
Weakly Leaks –Trascrizione da registrazione
Sì, l’ho fatta grossa. Un conto – salato – è riscrivere la storia di una nazione, sorridere
delle furbizie, colmare le omissioni, correggere le piccole bugie... Ma riscrivere la Storia
della nostra civilizzazione? Denunciarla come fondata su un’unica grande menzogna?
Bisognerebbe essere incosciente... o pienamente consapevole di una Storia dell’Umanità,
della nascita di una nuova civilizzazione in corso, della necessità di agevolare il parto
affinché sia meno traumatico.
Ma senza darsi delle arie! A chi volesse seguire il consiglio di Voltaire – coltiviamo il nostro
giardino – diciamo che il presente testo è un mazzetto di bustine di semi vari, legato con
lo spago.
Comunque, si tratta di una specie di dichiarazione preliminare; altri testi seguiranno.
Credo fermamente in una ricaduta positiva per le nostre società, a lunga scadenza.
Diffondete la notizia, se vi sembra buona.
Per molti, non è una buona notizia.
Per qualcuno, è una cattiva notizia.
Tanti auguri a tutti.
Grazie dell’attenzione.
Jean Santilli
P.S. L’autore prega Sir Paul McCartney di accettare le sue scuse, e di avere pietà di un
povero vecchio impegnato in ricerca & comunicazione metadisciplinare: non sa quello che fa.
15 marzo - Idi di Marzo - sopra un vulcano chiamato Mamma Etna.
Prima versione corretta e chiusa il 16 aprile: Pasqua 2017.
109
13 bonus track
1. Feedback (Settembre 2017)
11. Nomadi e contadini - Congetture sulla genesi della coscienza umana (Giugno 2018)
13. Miseria & splendore del cacciatore preistorico (Primo Ottobre 2019)
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Bonus track 1 – Settembre 2017
Feedback
Vibrazioni armoniche & Onde sullo stagno
«Era, a mio avviso, proprio questa sua capacità di agganciare passato e presente in una dimensione
interpretativa dialettica unitaria la sua più affascinante e originale qualità che difficilmente
troviamo in noi archeologi molto spesso condizionati dai limiti del nostro campo di
approfondimento professionale. È pleonastico dire che mancheranno le sue a volte aspre e pungenti
critiche all’establishment accademico nazionale ed internazionale, mirate a creare condizioni di
ricerca più consone alla realtà effettiva di un’archeologia moderna, multidisciplinare e realmente
interpretativa e non descrittiva.»
Alla fine di febbraio 2017, il Prof. Sebastiano Tusa, Sovrintendente al Mare della Sicilia,
rendeva omaggio a Maurizio Tosi: il grande archeologo era appena scomparso, allorché
stava nascendo il presente testo.
In questo mese di settembre, alla fine di un’estate calda in tutti i sensi, l’autore sente una
forte affinità con due archeologi. Dopo le brutte cose che ha scritto sull’operato di altri
archeologi, la cosa lo sorprende e lo rende felice.
Tanto più che può misurare, una volta di più, l’estensione della propria feconda
ignoranza. Nostra Signora Dea viaggia da tre mesi in Europa e negli USA, vestita in
italiano, inglese e francese. L’autore riceve reazioni positive e dubbi travestiti in domande
legittime.
- Le sue interpretazioni dello scudo a forma di 8 e della spilla a doppia spirale con un 8 in mezzo
potrebbero costituire delle scoperte originali, ma ha letto Marija Gimbutas? Anni fa, aveva
riconosciuto la siluetta della Dea nei templi di Malta.
- Conosce la cultura Cucuteni e la “Matroana de la Poduri”? Questa Dea di terracotta è stata
trovata in Romania; i suoi fianchi prosperi si aprono dietro come il coperchio di una scatola: è
piena di palline di argilla – i suoi feti – confermando in qualche modo la sua teoria sulle palle di
pietra di Mnajdra.
- Ecc.
No, l’autore non ha mai letto Marija Gimbutas perché è spesso citata da sedicenti
femministe che la usano come clava. Fanno passare la voglia, in tutti i sensi. In un
rapporto erotico fuori dal tempo, il lettore si unisce con l’autore. È sempre la stessa
storia d’amore e conflitto: dubbio benigno, piacere, felicità, oppure dubbio maligno,
nervosismo, rabbia: fecondazione o rigetto, e vaghe contaminazioni. Ma adesso, l’autore
ha l’intenzione di leggere Gimbutas. Dev’essere stata una gran donna. Cercherà di
entrare in contatto con lei, interpretando i segni che coprono dei prodotti industriali
chiamati libri.
No, l’autore non ha mai sentito parlare della cultura Cucuteni, e quella Matroana sembra
veramente molto interessante. Ma non la considera una conferma di una visione più
complessa: Palla di pietra & Sole & Donna & Tempo &...
Non parliamo dei bravi alunni. Leggono una lunga equazione «.../... X 2 + 2 = 4 Y .../...»
poi commentano, sarcastici: «Lo sanno tutti che 2 + 2 = 4».
111
Comunque sia, l’autore non va in cerca di conferme. Preferisce di gran lunga le
confutazioni: evitano le perdite di tempo. E certamente, non cercherà conferme o
confutazioni in testi accademici che citano lo “Scudo a forma di 8”, la “Tomba a cerchio B”
ed altre invenzioni strampalate che ricoprono una realtà scomoda.
A Malta, altri turisti ignoranti quanto l’autore hanno sicuramente visto la somiglianza che
unisce La Donna e il Suo Tempio. Avrebbero potuto trarre le stesse conclusioni
dell’autore osservando in Grecia lo “Scudo a forma di 8” e la “Tomba a cerchio B”, se
l’Accademia non li avesse abituati a visitare templi e musei come si va al cinema, e a
ingoiare reperti e targhette come popcorn.
È stato dimostrato che il consumo di popcorn trasforma ignoranti lucidi in dotti
accecati.
Siesta su un low cost ed altri capitoli lo dicono chiaramente: le “scoperte” dell’autore non
sono patent pending, in attesa di brevetto. Altri prima di lui potrebbero avere capito questo
o quel particolare. L’autore rivendica solo la parte invisibile del racconto: il Filo che
riunisce perle sparpagliate in una collana per la Dea. Il Filo forma il doppio nodo
magico: &.
Il nostro Preambolo suggeriva dall’inizio quanto potrebbe fare un lettore saggio. Giunto
alla fine del racconto, dovrebbe offrirsi un altro giro di giostra. Entrerebbe così nel
tempo circolare del testo, comprendendo meglio quanto aveva letto all’inizio, alla luce di
quanto ha letto dopo, e così via in una progressione a spirale. Inoltre, abbandonando il
percorso dell’autore, dovrebbe sbirciare a suo gusto da qualsiasi porta o finestra o crepa
nei muri, indagare questo cantiere archeologico planetario. Silenziosamente, ogni nuova
conoscenza cambia vecchi modi di essere. Se il lettore ascolta i rumori del mondo,
scoprirà che ci sono lavori di ristrutturazione in corso, nel Tempio del suo Essere
individuale & comunitario.
Ovviamente, a questo punto, l’autore è solo un lettore in più.
112
Bonus track 2 – Gennaio 2018
113
Bonus track 3 – Marzo 2018
Un altro Dio transgender: Oceano
Abbiamo parlato di Poseidone - Nettuno, Dio transgender del Mare. Che dire di Oceano?
Il Dio dei fiumi era figlio del Cielo e della Terra. Era associato all’oceano che circonda la
terra; chi l’avesse attraversato sarebbe giunto nell’oltretomba. Si spiega così l’antica
prudenza dei capitani mediterranei e la fortuna di un pazzo: Cristoforo Colombo.
Oceano ha l’aria compiaciuta e lievemente
condiscendente di un giovane dandy
uscito di casa col cappello di mamma
in testa. Si gira verso chi lo guarda
stupito e ammette:
– Sì, in effetti, sono notevole.
Si seguiva la moda di Londra nella
Roma del secondo secolo dopo
Cristo? La cornucopia alla moda di
Priapo è troppo comica per
costituire una usurpazione di
potere. Merita una visita alla
Collezione Farnese, al Museo
Archeologico di Napoli. Alessandro
Farnese – un Papa – si sarà lasciato impressionare dalla potenza virile della cornucopia;
chissà se ha notato i due personaggi minori in basso a destra. Lo scultore romano stava
al gioco del suo tempo ma non era uno stupido. Il braccio sinistro di Oceano poggia su un
piccolo mostro per schiacciarlo. Un bambino paffutello – un vero angioletto – consola il
Drago. Certe vignette di satira sono completate da un dettaglio, in basso a destra.
Da Delfi in poi, abbiamo incontrato spesso la povera signora Drago: travestita da Pitone
uccisa da Apollo; da Idra di Lerna uccisa da Ercole; da Mostro X uccisa da Perseo per
“salvare”Andromeda; da Drago di San Giorgio e infine da Moglie di Giorgio.
Giorgio, Gigino, mediocre antieroe, è il femminicida moderno.
Ecco una seconda scultura romana, quasi
contemporanea. Abbiamo già esaminato questo
bassorilievo delle Fatiche di Ercole. Nella
seconda vignetta di una striscia di marmo, il
fumetto dice:
- L’Idra di Lerna è La Donna.
Lo scultore svelava un segreto di pulcinella, poi
seppellito.
Come gli scultori romani, dobbiamo stare al gioco
ma in basso a destra, possiamo denunciare
discretamente la confusione instaurata oggi tra la
signora Drago e Medea. Per vendicarsi del Padre,
Medea massacra ogni giorno i propri figli.
Celebriamo spesso il suo trionfo: certe sentenze dei Tribunali per i Minorenni sono foglie di
fico sulla cattiva coscienza di omini mediocri e sull’aggressività di donnette revansciste. (12)
Conoscere il passato è sempre utile; a volte è una necessità vitale, urgente.
114
Bonus track 4 – Pasqua 2018
L’Ombelico & l’Acanto
Guardiamo meglio le due versioni dell’Omphalos, già commentate a Delfi.
115
tradizione non dice che sentì anche una voce, la voce capricciosa di una fanciulla in fiore:
«sono stata rapita e portata agli Inferi, son cose che capitano nella Vita, ma quel che è mio è mio!»
L’autore non si fa beffa della sensibilità arcaica. Nel nostro mondo razionale, miliardi di
persone regolano la propria vita in base a visioni e voci che escono da uno schermo; non
sembrano più svegli né più felici dei loro antenati.
L’acanto è una metafora perfetta della Continuità della Vita; la pianta si moltiplica sottoterra
dalle radici. Era una pianta medicinale usata per curare mali comuni e conservare gli
alimenti, forse già prima della visione di Callimaco.
Nella visione dell’autore, le collanine della fanciulla ricoprono l’Omphalos “decorato”; la
loro disposizione segue e suggerisce l’intreccio della cesta attraversata dall’acanto. Acantho è
la Madre del Sole, mentre il greco ake indica ciò che ha una punta, che penetra. Si pensa
alla spina, che dà acacia, ma le punte della foglia d’acanto sono troppo modeste. L’autore
pensa che l’etimologia di acanto evochi il suo fiore: in maggio, il bocciolo appuntito diventa
una lancia, prima che il fiore esploda in un fuoco d’artificio.
FIORE PIGNA
Malinteso & Rivoluzione
Il Fiore-Figlia rinasceva dalla Terra-Madre.
Il Pino-Padre rinasce dal Suo seme e punta al Cielo.
Ora sveliamo il trucco di magia che ha fatto sparire le foglie d’acanto di tante “pigne”
come quella del Vaticano dove, normalmente, la “ri-Nascita” è procurata da una diversa
Elevazione, durante la Messa.
Magia creatrice & distruttrice del linguaggio
Nel loro antro pieno di calderoni fumanti, gli alchimisti ed altre streghe inducono
metamorfosi sospette. La loro salsa di pomodoro sarebbe fatta con una mela d’oro... ma
l’autore è troppo razionale per crederlo.
In spagnolo, l’ananas si chiama pigna. L’ananas cresce sui pini? Certo che no, ma per i
conquistadores che vedevano un ananas per la prima volta in America, somigliava ad una
pigna, e il nome è rimasto: piña. La verifica, sempre incerta con i dizionari, si può fare al
bar ordinando una piña colada: non ha un sapore di succo di pigna di pino, a meno che se
ne beva tre o quattro. Altri barbari arrivarono nel Mediterraneo; uno di loro avrà visto
un Omphalos e l’avrà chiamato pigna, termine accettato da chi aveva motivi politico-
religiosi di far sparire il Fiore d’Acanto.
Succede spesso; ci sono molti barbari ovunque.
Prendete un bocciolo, o un bambino, e dategli un sopranome: somiglia a questo, è una
specie di... Sotto quel sortilegio, l’Omphalos diventa una pigna di pino e perde le sue foglie.
E il bambino? Il bambino... Crescerà anche lui, come potrà, modellato dalle parole che
hanno cullato la sua infanzia, nel bene e nel male, a cominciare dal suo nome. Giacomo
diventa James nell’Inghilterra di Shakespeare oppure Iago: un nome pesante da portare, a
meno di essere in Spagna dov’è riverito come Santiago.
Perché tre donne si uniscono nel gambo del bocciolo d’acanto-Omphalos, quando
basterebbe una sola cariatide? Per il piacere di girarci attorno in processione
contemplando sempre un bel viso? Una sola Afrodite Callipigia non sarebbe dispiaciuta.
119
Lo scultore aveva qualcosa da dire, ma era prudente. Ad Atene alla stessa epoca, un altro
sovversivo era morto per essersi assunto le proprie responsabilità.
- Dov’era il pericolo?
Ha già dimenticato? Durante il Simposio, Socrate, a proposito di Amore, ricompone la
Dea divisa in tre da Zeus con la sua maledetta Mela della Discordia. Riunendo Afrodite
& Hera & Atena, Socrate attacca il fondamento del Patriarcato. Ripetiamolo: il
linguaggio non è innocente ma quando è colpevole alle orecchie dei Censori, è prudente
scrivere i Misteri in forma di sculture: i censori sono analfabeti.
Quanti preti ortodossi barbuti si sono accorti che una matrioska rappresenta l’asse Madre-
Figlia? La bambola più grande è babushka, la nonna; la più piccola, che non ha una pancia,
è chiamata seme. La matrioska fa a meno del patriarca. Si può essere più blasfemi?
L’Asse del Mondo è la continuità Madre-Figlia, vale a dire la Vita, che sempre risorge
nella meditazione di Callimaco sulla tomba di una fanciulla. Per il suo scultore, chiunque
sia, l’Omphalos evoca l’ultima Separazione & Unione con la Terra. La Vita ne riemerge
con tutta la potenza della Dea Una & Trina, come la sacra pianta d’Acanto. Il nostro
ombelico è il ricordo fisico, che c’insegue per tutta la vita, della prima Unione &
Separazione. Nella sacra pianta di Acanto – Foglie & Fiore – vediamo di nuovo unite
Madre & Figlia.
- Mitologia fiction! Cose dell’altro mondo!
Sì, grazie: un altro mondo. Ma solo passato o anche futuro? That is the question.
121
diverso da loro, l’autore desidera scrivere ancora un po’: di colonne e donne, di vasi e ceste,
di ombelichi e serpenti...
La parte della colonna formata da Tre Donne è simile alla Colonna dei Tre
Serpenti, sempre a Delfi. Ciascuna colonna elevava un oggetto molto
significativo: un Ombelico-Cesta e una Pancia-Vaso, o bacile votivo.
Possiamo anche stabilire un’equivalenza tra Tre Donne e Tre Serpenti? Sì.
Lontano dal Genesi, l’associazione Donna / Serpente era comune e aveva
una connotazione solo positiva, riflessa nel Serpente di Mose e nel Caduceo
di Ermes. Quel bastone verticale magico significante Conoscenza &
Saggezza & Guarigione & Vita esprimeva le qualità della Dea primordiale,
destituita ma ancora attiva nella clandestinità.
Conclusione sulla gorgone nello stemma della Sicilia. L’artista che ha trasformato
l’orrendo mostro in quel bello visino ha fatto bene: è più giusto così, è più filologico.
Anche la pianta è rappresentata fedelmente. Purtroppo, è tradita dal Verbo della Legge:
spighe. La questione è molto, molto più seria. Vogliamo pensarci un attimo? Ci si
concentra meglio ad occhi chiusi. Vogliamo pensarci ad occhi chiusi fino al prossimo
maggio, ed aprirli sui fiori di ... ?
Nel parco archeologico di Morgantina, il solitario Guardiano del Faro presentò le sue
scuse: non aveva avuto il tempo di tagliare l’erba. Occupato com’era a nutrire cani
randagi, sembrava troppo buono per maneggiare il Falcetto Adamantino.
123
Speriamo che presto la Legge della Sicilia vieterà
di tagliare “l’erba” qui, affinché ogni visitatore
possa farsi un’idea del mondo arcaico in
Primavera. In un palmo di Terra che vibra di
felicità e raramente trema da far paura, troviamo
Il Tesoro della Dea della Vita:
- Un bocciolo d’acanto spunta e sale,
inarrestabile, per niente geloso delle sue foglie
più famose.
- Una spiga di grano selvatico si piega pur di
stare sulla foto.
- I fiori del pisello selvatico. Non bisogna
sottovalutare un fiorellino in un contesto
mitologico: a Delfi, sullo sfondo dell’Omphalos
liscio, il muro-Fiore ha resistito a mille terremoti.
I fiori del pisello sono un balsamo per il cuore,
ma l’autore capisce che si possa preferire il
baccello.
- Le mani del pisello, o spirali prensili.
* * *
(Bonus track 4 - Pasqua 2018) Inserto di marzo 2019
Questo oggetto misura circa dieci centimetri di altezza. Risulta facile da
capire? Sì, per il lettore che ha appena osservato una pianta di pisello. No,
per due grandi archeologi che per primi scoprirono oggetti simili.
È importante? Sì, ma non per l’oggetto in sé.
Dobbiamo esaminare il motivo per cui tuttora, gli esperti ne sanno meno
dei lettori di un racconto di viaggio meno influenzato dalle sedicenti
discipline scientifiche che dall’umanismo.
Schliemann era sicuro di aver scoperto Troia; chi ne può dubitare. Paolo
Orsi, ignorato dall’editoria sensazionalistica, scoprì vere meraviglie: i
portelli di pietra di Castelluccio, vicino a Siracusa.
Due fondatori dell’archeologia “moderna” non potevano riconoscere un
semplice baccello. Fra 5.000 anni, se non cambia, l’archeologia non saprà
spiegare perché, nei disegni del nostro secolo XX, il crociato baciava la
sua spada a forma di croce mentre il cowboy non baciava mai il suo
revolver, eppure entrambi ammazzavano gli indiani per colonizzare il
West e l’Est. Quindi faremmo meglio ad ascoltare un lettore:
- Non sono perle, né una collana; è un baccello, lo spirito del Baccello, il totem-Baccello...
Insomma, son piselli.
Un totem? Lo deve pensare il Conservatore del Museo Paolo Orsi di Siracusa perché lo
espone in verticale. Nella sua vetrinetta, una pietra eretta, un menhir, un obelisco, un
gnomone proietta la sua ombra per dirci che ore sono. Il baccello è in piedi; i piselli ci
guardano dritto negli occhi e ci chiedono:
124
- Chi siete?
Abbiamo capito l’oggetto liberandolo dalla sua gabbia. Da una cornice più ampia è
emersa una nuova visione. In un flash, quel prodotto di un pensiero arcaico ha illuminato
il principale prodotto del pensiero “moderno”: un nuovo essere umano, e il suo disaggio.
Un sogno ad occhi aperti ci racconterà l’origine della cecità di Schliemann, di Orsi e, per
quanto sappiamo, dei loro colleghi fino ai giorni nostri.
Dei baccelli simili sono stati ritrovati a Troia, Lerna, Castelluccio, Tarxien... madri di tanti
cugini che furono divisi da padri-padroni, gli Stati moderni: Turchia, Grecia, Italia, Malta...
5.000 anni fa, la Madre Mediterranea non era ancora stata macellata, quindi non poteva
essere «unita» dal commercio, come dicono certi archeologi. Non si stancano di scoprire le
prove di comunicazione arcaica, forse perché vivono in un condominio dove i vicini non
si parlano. Dovrebbero sapere che se vanno in macchina dall’università al supermercato,
altri poco tempo fa attraversavano normalmente l’Europa a piedi, non solo per i
pellegrinaggi, e non erano neanche diplomati.
Senza volerlo, questi archeologi dimostrano che le credenze attuali sono assurde, ma
dimenticano d’indicarne l’origine: la trascendenza di due idee moderne – Nazione, Progresso –
che generarono il razzismo culturale, che produce scenette tragicomiche: «Guardate! Ho un
Ph.D. eppure fatico a fare del fuoco con due selci, quindi i Trogloditi non erano imbecilli.»
126
Si sente superiore; si crede evoluto. Quel “Doctor” in “Philosophy” confonde un’idea del
primo ‘800 – l’evoluzione – con un’idea diversa maturata cinquant’anni dopo nella mente di
Darwin: la selezione naturale.
Le specie non vivono, non si evolvono; certi individui lo fanno durante la loro vita. Una
specie, un gruppo, cambia e resiste solo per il tramite d’individui che resistono adattandosi
& cambiando, nel bene e nel male, oppure la specie, il gruppo, sparisce con loro. La
evoluzione della specie è un’illusione ottica. La stessa nozione di specie andrebbe rivista. Per
togliergli quel odore vagamente totalitario, specie era stato associato a evoluzione, che ha lo
stesso gusto alla fragola di progresso, lo stesso andamento lineare, moderato. La Vita è
rivoluzionaria, ed anarchica.
- Di nuovo la questione onto-epistemologica?!
- Sì, certo, ma col sorriso.
Se un Ph. D. prende in mano due selci per accendere un fuoco, una scintilla cambierà il suo
modo di pensare oppure si schiaccerà le dita? L’estinzione di quella specie di Ph.D. non sarà
causata da un asteroide venuto dal cielo ma da un blackout che durerà un inverno.
Quel Ph.D. non ha letto o capito il valore universale di un famoso pensiero di Camus sulla
Guerra Civile: «Fu in Spagna che la mia generazione imparò che si può avere ragione ed essere vinti, che
la forza può distruggere l’anima e che, a volte, il coraggio non ottiene una ricompensa.»
Vae Victis, guai ai vinti, a quei vinti. La loro nobile anima non fu vittima di una evoluzione
né di un progresso, ma di una forma di selezione naturale chiamata guerra.
L’archeologia sembra ignorare che la nostra idea di commercio è “moderna” e quindi frutto
della divisione, come la guerra. Ci fu un tempo in cui si capiva perché mercanzia, merce,
commercio, hanno la stessa etimologia di Mercurio, un Dio “moderno”. Il Messaggero aveva
una missione: la ri-Unione di quanti furono separati. Ma è pur vero che poco prima, quando
si chiamava Ermes, aiutò a dividere la Dea in tre – lo abbiamo visto – con la Mela della
Discordia.
D’altronde, anche Marte divide e unisce, a modo suo.
Prima di questi Dei, e da sempre, il Mediterraneo era un grande parco con villette: un
condominio di lusso. Ci s’incontrava per qualche litigio e molte feste dove ciascuno
portava una specialità da assaggiare insieme o da scambiarsi, con la ricetta. Il Mediterraneo
era uno spazio open source.
Secondo tre ricercatori dell’Università di Granada, un’analisi spettrografica indica che
l’unico ornamento trovato in una grotta “sepolcrale” dell’Andalusia è un’ambra giunta
dalla Sicilia nel quarto millennio a.C., vale a dire 2.000 anni prima delle grandi piramidi
d’Egitto. (Rif. J)
128
Tutti i bambini si meravigliano davanti ad un altro fagiolo magico. Dorme su un cuscino
di cottone umido. Un bel giorno si sveglia, la sua pancia gonfia si apre come un libro di
favole dal quale esce un buffo pupazzetto senza testa ma con due grandi orecchie. I suoi
piedini penetrano nel cotone mentre cresce, cresce... come ogni bambino, che poi
dimentica.
Oggi, i fiori si mettono ancora in un vaso pieno d’acqua ma nessuno sa più chi sono i
Fiori, chi è Il Vaso, chi è L’Acqua.
Nessuno? Qualcuno ritrova, in età più o meno avanzata, l’innocenza: non vede i nuovi
abiti dell’Imperatrice quando appare, nuda. Mentre l’autore scriveva quest’aggiunta sul
baccello del pisello, in marzo 2019, un’agenzia di stampa italiana segnalò il ritrovamento
evocato prima: un’ambra che viaggiò dalla Sicilia all’Andalusia 6.000 anni fa. Esaminando
le pubblicazioni dei tre ricercatori, l’autore fece una “scoperta”. Come aveva immaginato
al paragrafo “Le perle, la collana e il Filo” e al capitolo “Siesta su un low cost”, scritti nel 2017,
altri hanno visto la Dea Nuda. Altri prima di lui hanno descritto, invano, certe
costruzioni neolitiche come rappresentazioni della vagina e dell’utero.
Rafael Mª Martínez-Sanchez lo ipotizzava prudentemente in un saggio pubblicato nel
2008, sviluppo di un lavoro studentesco del 2003 (Tiempo circular y ancestralización entre el
IV y III milenio antes de nuestra era. Propuesta de lectura interna de un sepulcro de cámara y corredor
en el mediodía peninsular. - Rif. K)
Nel 1955, allorché la minima pietra eretta veniva descritta come simbolo fallico, allorché
l’espressione Madre Terra era una banalità, un certo Do Paço aveva disegnato una “tomba
ipogea” di Cascais, in Portogallo. È così simile ad una vagina con utero che sembra
impossibile non riconoscerli in un tale contesto. Il disegno di Do Paço, riprodotto nel
saggio, illustra alla perfezione la visione del giovane Rafael. Il più maturo Martínez-
Sanchez minimizza la sua interpretazione come «proposta di lettura». Non esita invece a
chiamare «sepolcro» la realtà magico - ginecologica che descrive: così fan tutte.
129
Ma quale vita? Non la nostra, finita come il nostro tempo. Che vita sarebbe, senza la
morte? Se ci immergiamo in quel tempo che noi chiamiamo circolare, la nostra nozione
di “tempo” sparisce anche lei. In quel tempo la Vita “è”, ma senza essere riconosciuta
come “vita”, dato che nel Tempo Circolare, la “morte” non è. Cosa rimane quindi?
- Dai che ce l’hai sulla punta della lingua... Coraggio, dillo: la Vita... Eterna!
Già; sai che bel regalo! Quando sorse l’insopportabile coscienza di tante meraviglie
primaverili, diventò necessario giustificarle con le divinità. Davano molto, davano tutto,
ma avevano esigenze anche loro.
Una degenerazione di quella visione avrebbe portato a riti strani, mostruosi per qualcuno
di noi: i sacrifici umani. Una condanna a morte va bene, ogni tanto, per mantenere
l’Ordine, Cosmico o tribale, ma se i sacrifici umani diventano troppo numerosi,
indeboliscono la comunità che li pratica. Si spiegherebbe così la predominanza storica di
comunità meno sanguinarie, almeno verso i propri membri. È stato Abramo a dircelo.
Ovunque furono costruiti i Cerchi Magici della Vita, costruzioni megalitiche e umili
capanne. La Vita ne usciva da un corridoio monumentale o da una semplice porta,
“sacra” come il Cerchio stesso, come il Focolare stesso.
Ovunque si rappresentava la Sorgente di Vita: l’abbiamo riconosciuta nello “scudo a
forma di 8“ di Micene e Creta. Ovunque poi, fu nascosta. Nell’Europa del medioevo, una
rappresentazione popolare era rimasta troppo esplicita; per la misoginia e la sessuofobia
pseudo religiose, rappresentava un peccato specifico e il Male in
persona. Si dice ancora oggi di altre pietre che erano state scolpite per
proteggere castelli e cattedrali con una magia popolare arcaica.
Difatti, il popolo continuò ad accogliere quella Sorgente di Vita. Gli
irlandesi la chiamarono Sheela-Na-Gig.
Chi ha letto il nostro capitolo sui labirinti capisce perché quelle pietre
fossero poste vicino ad una “porta” o ad una finestra “a feritoia”. La
visione è confermata dal nome irlandese. La sua traduzione più
probabile è divertente: la Sheila dai seni. Si parla d’altro ma ci si fa capire,
dicendo il Priapo dal naso. Molte foto di Sheela-Na-Gig autentiche si
trovano in rete; le peggior imitazioni sono in vendita nei sex shop.
Ovunque abbiamo visto i “templi” della Dea Nuda, e notato che ovunque sono chiamati
“tombe”. Una simile svista non avrebbe alcuna importanza se riguardasse solo il passato.
Nel Preambolo, abbiamo precisato che se ci siamo decisi a raccontare il nostro percorso,
è per un unico motivo: capire la sua importanza oggi & come siamo diventati ciechi &
dove stiamo andando ad occhi chiusi.
Il bravissimo e sensibilissimo ricercatore spagnolo, forse ancora troppo giovane per
sfidare da solo i fossili dell’Accademia, cercò e trovò molti alleati. La bibliografia che
conclude il suo saggio è notevole ma, come per tutte le bibliografie, dieci saggi non
basterebbero a chiarire il contenuto di ogni opera evocata. Cita Marija Gimbutas; anche
lei avrebbe notato la forma ginecologica di quelle “tombe”, ovvia per chiunque non sia
accecato dalla morale vittoriana e dal conformismo. Tanto ovvia da entrare nel Quiz per
guida turistica che conclude il nostro racconto.
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Non abbiamo alcun dubbio; un giorno Martínez-Sanchez sarà considerato un grande
archeologo spagnolo, però minimizza la sua visione. Usa così nelle accademie; la
modestia è una qualità dei forti, o un trucco per apparire forte. In questo caso, un futuro
grande archeologo esprime vera modestia ma lo fa toccando una delicata questione
epistemologica: osserva che la sua proposta di lettura è «ascientifica».
Dire che 2 + 2 = 4 sarebbe dunque una proposizione a-umanistica?
Vola, caro Rafael, vola sul nido del cuculo! E prova a staccare il pilota automatico.
Per l’Accademia, non basta la foto dell’Imperatrice Nuda per attestare la sua nudità.
Hanno bisogno di un’analisi spettrografica dello spettro dei vestiti.
Noi no. Come molti, pensiamo che se il laboratorio medicale fa l’analisi, ci vuole sempre
un medico per interpretare i dati. Quando lo scienziato dal camice bianco ha descritto un
aspetto dell’oggetto archeologico, la sua totalità può essere interpretata solo da un umanista
che dovrebbe avere il coraggio d’indossare la propria giacca di velluto a coste. Non
dovrebbe usurpare il camice bianco del chimico, come fanno certi medici: il suo biancore
attesta una purezza solo chimica. Purtroppo, a causa di una tara ereditaria – la sua
affettività – l’umanista è “ascientifico”. Questo è un peccato, nella religione Modernista.
Per tale motivo, i Moderni di seconda classe inventarono un cocktail: le “scienze
umane”, locuzione demolita in precedenza perché declassa il Soggetto umano al ruolo di
aggettivo, di suddito della Scienza.
Non vogliamo ripetere il “discorso sul metodo” tenuto in varie tappe del viaggio, ma
solo ricordare l’esigenza di «un’archeologia moderna, multidisciplinare e realmente
interpretativa e non descrittiva» come scriveva in febbraio 2017 un grande archeologo e
grande ri-organizzatore dell’archeologia. Avevamo già citato Sebastiano Tusa nel nostro
Bonus Track 1. Scriveva l’omaggio funebre di un altro grande archeologo, Maurizio Tosi.
Purtroppo, in questo stesso mese di marzo 2019, lo ha raggiunto.
Su un Boeing 737, uno scienziato pazzo aveva sostituito un uomo con un robot.
Dopo questa parentesi sul baccello del pisello e dintorni, ritorniamo nella Sicilia del
2018, a Pasqua.
* * *
Meditiamo un attimo sui tre fiori-figlie
dell’acanto e sulle tre gambe dello
stemma della Sicilia, sulle tre spirali
prensili del pisello unite in un centro
triangolare: la Triscele.
Si trova ovunque inciso sulle rocce, nel
Neolitico. Molto più tardi sarà dipinto
sullo scudo dei guerrieri greci: una
protezione magica simile a quella dello
“scudo a forma di 8” che ha segnato l’inizio di questo viaggio. Anche in guerra, la
Mamma protegge il Suo cucciolo. Se qualcosa va storto, d’un rito lo accoglie di nuovo
nel Suo seno, in cielo e in terra, prima di farlo risorgere come un fiore in Primavera.
Confusamente, ci arriva da lontano una conoscenza. Il nostro vocabolario può solo tradirla
con una parolaccia: la morte non esiste, non è. Tale conoscenza era sottintesa in un pensiero
attribuito a Parmenide, che non diceva mai parolacce: «L’essere è; il non-essere non è.»
131
Lo dice meglio lo stemma della Sicilia. Dietro un viso femminile enigmatico, da un punto
imprecisato ed indicibile tra le Sue Sacre Cosce, cioè dal centro della Triscele, emergono
tre simboli della vita che sempre risorge: Tre Boccioli di Fiore d’Acanto, la pianta simbolo
della Vita. Ma non la vita eterna, statica come la morte.
Se si fissa la Triscele con lo sguardo, una vertigine la trasforma in un drone a tre eliche
che girano in spirali e vanno oltre... senza l’aiuto di alcuna droga.
L’asse MadreFiglia è una Unione dinamica, è l’asse vitale attorno al quale gira il Tempo
Circolare, è l’asse vitale FoglieFiore d’Acanto, è l’asse vitale rappresentato a Delfi dalla
Colonna dell’Omphalos che qualcuno chiama l’Asse del Mondo: Madre & Figlia.
L’Asse del Mondo MadreFiglia fu sostituito da un nuovo asse: Padre Figlio.
L’Unità “Tempo Lineare & Vita & Morte & Eternità” è il nuovo sistema.
Senza vita né morte, il Tempo Circolare non ha alcun bisogno di eternità.
In un periodo di transizione simile al nostro, la Colonna di Delfi sorgeva dalle foglie
d’acanto e s’innalzava: il Faro tentava d’illuminare il mondo classico con la Luce della
Dea Primordiale. Il mondo classico reagì con l’ostracismo del Fiore d’acanto, ma le
Foglie riuscirono a mantenersi ovunque.
L’Asse Vitale del Mondo – Madre Figlia / Foglie Fiore – fu spezzato dal Patriarcato
mentre stava occupando tutte le caselle della Dea a Delfi e altrove, per mettere in scacco
la Regina. Quel combattimento motivò l’omissione dell’Acanto nelle Metamorfosi di
Ovidio. Un duello nelle quinte giustificava il linguaggio criptico dei Misteri: ci racconta la
relazione tra l’Omphalos sulla Colonna e la Cesta sulla testa di Demetra ad Eleusi. Si
capisce allora il gesto del prete cristiano all’Elevazione: ovunque, sempre, la Vita risorge.
La Vita risorge sullo stemma della Sicilia, in tre boccioli di fiore d’acanto.
- Ancora delle fake news!
- Tu vuò fa’ l’amerigano? Tu vuò fa’ ‘o fact checking? Guarda la foto con la spiga di grano e
anche il bocciolo di fiore d’acanto. Quale vedi sullo stemma della Sicilia?
Prima o poi, qualcuno disegnerà tre spighe di grano sullo stemma della Sicilia. L’antica
fonte d’ispirazione va salvata; modifichiamo la Legge: «con il gorgoneion e le spighe»
diventerà «con La Dea e i Suoi Fiori d’Acanto». La riforma non costerà niente, se si evitano
convegni e rinfreschi. Si potrebbe così avviare la Rinascita – se qualcuno ne sentisse il
bisogno – della Sicilia e del Mediterraneo con un programma per il Terzo Millennio. In
tutto il mondo, la Speranza potrebbe risorgere insieme al Fiore d’Acanto.
Invece, di un certo patrimonio patriarcale, si può fare a meno. Forse si deve farne a
meno. Forse è diventato urgente sbarazzarsene.
In mille contesti, mille interpretazioni attribuiscono a mille triscele le caratteristiche della Dea.
Nessuno osa parlare della Fonte di Vita, al centro delle Sacre Cosce della Dea.
Abbiamo osato, qui.
Prima o poi, parleremo della Coscia di Giove, divina “Madre con utero in affitto”. Per
ora due Déi transgender – Poseidone e Oceano – sono sufficienti per la nostra
rivisitazione dell’Olimpo e degli Eroi seminatori di Morte.
Ma grazie a Dio, vale a dire grazie alla Dea della Vita, forse, un domani, può darsi, chissà...
Mah, vedremo... Vedrete; noi dobbiamo lasciare il posto ai bambini dagli occhi puliti.
Poi rinasceremo anche noi. Non è cosi?
132
Bonus track 5 – Aprile 2018
140
Rimane un doppio quesito. Fa ghiacciare il sangue e tremare le ossa ma è inevitabile, se
consideriamo il titolo del nostro racconto di viaggio. Nei paesi cosiddetti celtici, si trova
spesso la Triscele, la tripla spirale simbolo della Donna, incisa sulle rocce. Molto bene,
ma quale Eroe celtico ha piantato la sua Spada nella Pancia di Roccia, e perché? Edipo
era forse celtico?
Prima, nell’Era del Piacere Innocente, quell’atto non era più “sessuale” di una carezza o un
bacio. Costituiva solo una delle espressioni fisiche di un rapporto amoroso tra umani.
L’atto non era limitato agli organi qui rappresentati. Ce lo fa capire un tabù: la sodomia. Fu
un’innovazione socio-religiosa come il patriarcato, come l’altro tabù: l’incesto. Certi umani
avevano capito la conseguenza di una delle modalità di questo piacere, ma volevano
selezionarne i frutti. L’arte misteriosa dell’allevatore si unì alla magia della contadina.
Due tabù fondamentali generarono la condanna dell’omosessualità maschile.
L’omosessualità femminile non disturbava perché nella nuova logica utilitarista, la
tenerezza, il piacere e la gioia non avevano alcun senso. Contava solo la penetrazione, ed
era legittima solo ai fini della procreazione, fisica & metafisica.
Le ragioni del limite sono rimaste misteriose fino ai giorni nostri. Il pensiero moderno
fornisce un buon motivo: l’igiene. Non esisteva nelle forme attuali. L’igiene moderna è
un coltello svizzero; serve a molte cose, e può fare del male. Il pensiero moderno,
sedicente non religioso, spiega che i tabù del passato erano i consigli del medico. Questi
praticoni primitivi erano succubi del Sacerdote, non del Farmacista. Ma come spiegare
l’omofobia, oggi, nell’era dell’igiene moderna? Tutti sanno che unire l’utile al dilettevole è
cosa giusta. L’utile, la procreazione, va bene. Ma non si capisce perché il dilettevole da solo
141
sarebbe sbagliato, pensando alle folle energie spese per un utile da solo che non è igienico
per niente: il lavoro separato dal piacere, quando non si ama il proprio lavoro.
- Ma perché parlare di lavoro a proposito del portello 1?!
Perché quella pietra segna la fine dell’Amore Innocente e l’inizio dei tempi biblici.
La schiavitù – il Lavoro senza Amore – inizia con la Genesi. (Gen. 3, 17-19) Molti secoli
dopo, qualcuno propose una ri-composizione, una formula magica prebiblica, “neolitica”:
Ora & Labora. Prega & Lavora, un nuovo programma senza alcuna relazione con pregare o
lavorare, così come la Superficie è un Essere nuovo senza relazione con la lunghezza o la
larghezza. Quel profeta non fu capito. (Rif. B) Il ri-Compositore non fu bruciato come
una strega qualsiasi, anzi; fu fatto santo. Benedetto fu fortunato: nomen omen.
Non è un caso che la Maledizione dell’Uomo sia stata lanciata solo dopo la Maledizione
della Donna, protagonista per l’ultima volta nella Prima Sentenza del Tribunale Supremo.
Fa giurisprudenza: a partire da Gen. 3, 16, la Donna fu sottoposta all’Uomo.
Gen. 3, 16, segna l’inizio del Secondo Atto di una commedia & tragedia intitolata Storia
dell’Uomo. La “pre”istoria è un’invenzione recente; questi appunti di viaggio riguardano la
Storia della Umanità.
Per chi non è creazionista, il mito biblico implica che prima della Genesi, nel Primo Atto, la
Donna non era sottomessa, che l’Uomo non la dominava, né era sottomesso al lavoro
senza amore.
Lavoro & dolore & travaglio diventò un tutt’uno per la Donna. Gen. 3, 16 instaura il parto
doloroso, una orrenda novità del Secondo Atto, dovuta a Dio sa quali cambiamenti
fisiologici, causati da Dea sa quale novità socio-culturale o ambientale. Possiamo solo
immaginarlo, pensare alle bimbe cinesi alle quali si fasciavano i piedi per atrofizzarli, ai
piedi deformati dalle scarpe a punta, a caviglie e ginocchia torturate dai tacchi alti. Noi
portiamo scarpe tutto l’anno e non solo in inverno come usava in campagna prima del
Progresso Industriale Cittadino. Anche la moda è linguaggio; non è innocente neanche lei.
Il portello 1, nel quale un atto di piacere viene finalizzato alla ri-Nascita, dovrebbe essere
titolato La Perdita dell’Innocenza. Prima c’era l’Età dell’Oro: era l’età della pietra. Lo
dissero i Saggi autori del Libro della Genesi. Il Nuovo Ordine – l’Atto Secondo – inizia
con la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Abbiamo parlato dei danni causati dalla divisione del passato in “età”; abbiamo visto che
sull’essenziale, le “culture” non sono così divise. Chi ha buoni motivi di preferire
l’unione alla divisione è invitato a tuffarsi con noi, al largo, per scoprire il fondo del
mare. Spiega molte piccole cose che galleggiano nelle tempeste. Molte finirono sulle
nostre spiagge. Riunite dal caso, formarono le “culture”.
Tra questi resti di vite passate, possiamo scegliere quelli che servono al nostro progetto,
lasciando che la mareggiata rimuova quanto è inutile o pericoloso. Ma è più difficile di
quanto sembra.
La capacità di scegliere tra le cose è espressa dall’etimologia della parola intelligenza.
Sulla spiaggia, l’intelligenza sceglie & unisce i relitti in base a un progetto.
Senza etica, l’intelligenza serve a dividere: con l’inganno, la sopraffazione, il crimine, ecc.
142
Un qualsiasi progetto etico trova due categorie di antagonisti. Eccole in crescendo:
- poca gente con un vecchio progetto in ogni campo: Divide & Impera;
- tante spugne, che non hanno alcun progetto.
Ecco definiti tre gruppi umani; tutti possono scegliere il gruppo al quale appartenere,
secondo le categorie antiche del Bene o del Male. Tutti meno le spugne che non
scelgono; assorbono.
Le spugne non sono prodotte dal mare ma dall’Accademia. In un mondo vivo di cui
ogni aspetto cambia ad ogni momento, l’Accademia sviluppa la memoria di alunni e
studenti facendogli recitare dei cataloghi prodotti da divisioni assurde: le “età”, le “culture”,
le “date delle battaglie”; le “temperature di cottura” ed altre vacue nozioni. Nutrono
l’organo principale delle spugne: la memoria, già segnalato qui con un aforisma: La memoria
è l’intelligenza degli imbecilli. Aggiungiamo ora che gli imbecilli sono infinitamente più
pericolosi dei malvagi, perché sono infinitamente più numerosi.
143
Bonus track 7 – Maggio 2018
Continuità
Insetti. Dal latino insecta: (animali) divisi.
Giacomo Devoto
Un’imprevista gita di pochi giorni ha prodotto un lungo racconto perché abbiamo visto
la continuità che unisce una statuina, un tempio, e lo “scudo a forma di 8”.
Tale continuità è importante per risolvere problemi odierni.
Nel precedente Bronzo and Sex and Rock ‘n Roll, ci siamo liberati di un catalogo
accademico del ‘700 che avvelena ancora scuole e musei. Così, siamo stati in grado di
vedere l’anima dei portelli 1 e 2 di Castelluccio, esposti a Siracusa al Museo Paolo Orsi,
nome del loro scopritore. Vi si conservano altri due tesori simili. Per semplificare, li
chiameremo portelli 3 e 4, ma come descriverli con parole?
Dopo quanto abbiamo imparato nel precedente bonus track, possiamo dare di ciascuno
una definizione chiara, indiscutibile.
Portello 3
Uomo e Donna
Portello 4
Donna
Riuniti, gli oggetti si spiegano reciprocamente: ogni oggetto diventa il contesto dell’altro.
P.1 Donna e Uomo P.3 Uomo e Donna P.2 Donna su letto a forma di 8 P.4 Donna
I portelli 1 e 2 spiegano i portelli 3 e 4. Non precisiamo che nel portello 3, “la donna è
sotto”, metafora spaziale di una gerarchia. Ignoriamo se a Castelluccio, la donna fosse già
diventata inferiore, se superiore fosse già diventato meglio. Tentiamo di evitare i messaggi
impliciti nel nostro linguaggio; non descrivono l’oggetto; esprimono le valutazioni
dell’osservatore e descrivono solo lui.
144
Il portello 3 non è un’unica pietra come il portello 1. Perché i due soggetti sono stati
divisi? Un unico blocco sarebbe stato troppo pesante? Nella rappresentazione di un uomo
e una donna, la divisione in due pietre indica forse una “libertà nell’unione”? Comunque
sia, il portello 1 è un esempio di scrittura o disegno; il portello 3 è una scultura. Il genere di un
umano non è indicato con significanti incisi ma con dei volumi: due protuberanze per la donna,
una protuberanza per l’uomo. Ignoriamo se quel tipo di scrittura-disegno preceda o segua
quella scultura. Questo simbolismo è comprensibile, oggi? Forse, perché l’anatomia è più
costante dei simboli. Più avanti, dovremo occuparci del segno “1” e del suo significante
“uno”; entrambi hanno molti significati che sono le fondamenta invisibili della nostra civiltà.
La “semplificazione stilistica” dei portelli di Castelluccio non è l’effetto del tempo. Come
lo spazio, il tempo non ha alcun effetto e non causa niente. È l’effetto delle Vita, che
cambia tutto. Il cambiamento del prodotto che leggiamo come semplificazione può essere
causato da minor perizia del lavoratore, maggior fretta, diversa disponibilità economica,
nuova conoscenza, dall’unione di tutte queste cause e dalla capacità di sintesi simbolica che ne
deriva. Notiamo questa capacità nei giovani che inventano nuove scritture per il loro
smartphone. Nello stesso modo, la Donna, rappresentata da quattro spirali e un
triangolino nel portello 2, è tutta intera nella X del portello 4. L’Uomo, rappresentato da
due testicoli con canali confluenti nel fallo sul portello 1, è tutto intero in una
protuberanza sul portello 3. Le rappresentazioni, stilizzate all’estremo in 3 e 4,
potrebbero sembrare più primitive di quelle in 1 e 2; tuttavia, ci sembrano più recenti se
pensiamo alle tendenze della nostra arte moderna. “Quindi” potrebbero anche essere
state prodotte nello stesso periodo, come già detto. Ma di nuovo, la datazione del
significante c’importa meno qui della continuità del significato.
145
Nel portello 3, il genere è indicato da due dimensioni delle protuberanze: numero & forma.
Due & rotonde significa Donna, Una & allungata significa Uomo. Si tratta di un sistema
binario significante & significato fondamentale. Nei millenni successivi, sarà La Regola
Grammaticale & Matematica che distingue, o divide, gli umani nelle relazioni tra di loro.
Da allora, in certi contesti, il numero Due è femmina; Uno è maschio. Il sesso dei numeri è
conosciuto da millenni, mentre le liti sul sesso degli angeli sono durate pochi secoli. Una
favola svelerà la gerarchia sessuale e sociale nascosta nelle lettere del nostro alfabeto.
«C’era una volta una donna analfabeta. Per firmare dal notaio, tracciava umilmente una
“X”. Non era una lettera ma una foto d’identità sessuale e sociale. Il Signor Notaio
firmava d’un colpo secco come un pugno, con il suo grosso “I”: un timbro allungato
dalla testa di bronzo.»
La favola è una caricatura; il lettore l’ha capita grazie alla continuità del nostro sistema
simbolico ma per qualcuno, la Storia dev’essere divisa dalla preistoria all’apparire della
scrittura. Gli umani hanno sempre “scritto” in qualche modo; se non siamo capaci di
leggere la scrittura degli altri, non è il caso di chiamarli analfabeti. Soprattutto quando il
loro sapere può risultare di vitale importanza oggi. Un qualsiasi oggetto, concetto,
sentimento, si può rappresentare in altri oggetti e nelle loro relazioni, poi nei loro disegni
che diventano simboli, poi lettere di un alfabeto. Lo sanno gli studiosi di lingue arcaiche;
lo spiega la maestra gli alunni in visita al museo egizio.
Problema. (Educazione sessuale & storia & lingue. Cfr. Nostra visita al museo
archeologico Paolo Orsi di Siracusa.) Usando due segni soltanto dalla tastiera del vostro
smartphone, traducete in linguaggio attuale il linguaggio antico dei portelli 1 e 3 di
Castelluccio.
Soluzioni. Ecco due buone risposte.
Un’alunna ha scritto “: -”
Un alunno ha scritto “- :”
148
Risalendo il fiume...
L’autore ha forse riscoperto il gioco di un monachello di Montecassino. Basta carta e
penna per tracciare il segno & in un gioco dalle implicazioni sorprendenti in un certo
contesto. D’estate in spiaggia, si può tracciare d’un dito il segno & sulla sabbia. In altri
tempi, un Dito tracciava segni nella polvere, davanti ad una donna; degli uomini santi – o
eroici? – la volevano lapidare.
Dobbiamo dare al gioco un contesto alfabetico.
T è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e di altre lingue semitiche. Nella Bibbia, T era il segno
in fronte che salvava gli eletti dalla punizione divina. Per i romani, T indicava uno
strumento di morte: la croce, senza punta in origine. Era formata da un palo piantato in
terra, verticale come un’antenna di radioamatore, e da una traversa orizzontale
amovibile. Si capisce quindi l’importanza della T nel mondo cristiano. Quale simbolo
preferito di San Francesco, la T è diventata la Croce dei francescani.
& è l’ultima lettera dell’alfabeto dei nostri nonni. & rappresenta due lettere: E, T.
Intrecciate, abbracciate in molti modi, formano ET, la congiunzione latina. Questo termine
grammaticale ha un peso enorme in ogni contesto religioso. In tali contesti soltanto, la
Congiunzione esprime la volontà costante di ristabilire la comunicazione interrotta tra
Terra e Cielo. A tale compito titanico furono destinati degli uomini eccezionali, degli
Dei, e da poco degli extraterrestri. Nel nostro gioco, pensiamo ovviamente a
l’extraterrestre preferito dai bambini: ET.
Problema. Per partecipare al gioco, bisogna rispondere alle quattro domande seguenti,
poste in crescendo d’importanza e difficoltà.
- Perché, nel suo commento alla lettera T, l’autore ha scritto “verticale come
un’antenna di radioamatore” e non più semplicemente “verticale come
un’antenna” o meglio ancora “verticale”?
- Quale verbo si nasconde nella parola composta “radioamatore”?
- Perché quel verbo si nasconde, qui e altrove?
- Quel verbo si può scrivere con una sola lettera?
Chi non ha trovato la risposta alle domande più importanti e difficili non può giocare
con noi; deve giocare, per il suo bene.
Ora possiamo giocare col piccolo monaco di Montecassino.
Sulla carta, allacciamo e, t, per formare &, più volte. Si parte dalla punta in basso a destra
e si risale lungo la diagonale, senza staccare la penna dalla carta prima della fine di ogni &.
Scrivendo sempre più veloce, la diagonale diventa una verticale. A fine corsa, bisogna
segnare bene il trattino orizzontale della T originale; viene omesso in certi font
tipografici. Prima o poi, la velocità ci farà tracciare un trattino orizzontale più lungo.
Prima o poi, la fretta e l’imperizia trasformeranno & in Ankh.
Una coincidenza? Forse, ma il monachello ride, felice di avere capito con un gioco
- i discorsi aridi dei teologi,
- le metafore di misticismi millenari,
149
- la chiave di questioni onto-epistemologiche fondamentali per Educazione &
Ricerca scientifica & Sviluppo tecnologico, dal punto di vista di un nuovo
Umanismo ambientalista.
Certi egittologi notato che la parola ankh significa anche la cinghia dei sandali. Il
calzolaio precisa che l’ankh è la tomaia: la parte superiore di ogni scarpa. Nel sandalo
egizio, s’infila il piede dentro l’ansa; le braccia della croce scendono ai lati per fissarsi alla
suola; la verticale allungata diventa un infradito.
Montecassino
Chi visita il monastero nota che la chiesa contiene un ammasso di simboli egizi. Un
legame invisibile sembra unire Montecassino ai primi monasteri in Oriente e con varie
espressioni religiose, filosofiche, esoteriche, spesso precristiane. Il monastero conservava
manoscritti antichissimi; era considerato la nuova biblioteca di Alessandria. Fu fondata
da Benedetto, Santo Patrone dell’Europa. Il nostro quartiere del mondo ha urgente
bisogno di &.
- E questo ora che c’entra?!
Il nostro monachello è un europeo. Ci ricorda che & rappresenta due lettere: E , T
intrecciate in una Unione indissolubile per formare ET, le prime lettere di Eros contro
Thanatos. È solo una coincidenza? Sì, risponde l’Inquisizione, ma il monachello ha
capito che la Vittoria di Eros su Thanatos è la Vittoria dell’Unione sulla Divisione. Non
conosce i portelli di Castelluccio però, da scriba, usa con riverenza la & al posto delle
lettere e, t, anche quando stanno in mezzo ad una parola. Non lo fa per guadagnare
tempo come dicono i Moderni che proiettano sul medioevo le loro ossessioni da
rivoluzione industriale. Tanto più che il monaco, da amanuense, può passare un giorno
intero a disegnare e colorare la prima lettera della sua pagina.
Con la riverenza dello scriba cristiano tracciando & come fosse la Croce, gli scribi d’altre
religioni tracciavano altri simboli. Forse l’Ankh?
Rispondendo alla chiamata di Ermes l’Ermeneuta, il piccolo scriba risalì il fiume
sotterraneo da Montecassino ad Alessandria. La congiunzione latina & diventò la
congiunzione egizia Ankh. Il piccolo scriba diventò Thoth Lo Scriba, ma senza montarsi
la testa. Difatti, non lo disse a nessuno, o quasi. (Rif. B)
150
Storie da cartomanti o Storia della rivoluzione postindustriale?
Le gente non vede più il rapporto tra Eros e Vita, né tra vita e unione, nel senso più
banale. «Divisione è la Dea dei Tempi Moderni.» (B) Governa la divisione scientifica del
lavoro e soprattutto una divisione chiamata analisi, quella dei problemi, servita ad ogni
pasto in salsa scientifica. La sintesi, che porta alla soluzione, è raramente nel menu; è più
difficile.
Per chi si occupa di educazione formativa & ricerca scientifica & sviluppo tecnologico
quindi si deve occupare di epistemologia, il punto, fondamentale è il seguente: in tutta la
scolarità, non si usa mai il segno &. La Lunghezza e la Larghezza sono due materie
diverse. Si studiano il lunedì nell’ora di Lunghezzalogia, e il venerdì nell’ora di
Larghezzalogia. Per il laureato 110 e lode, risulta difficile gestire una Superficie, scoprire
un Volume, immaginare sistemi appena più complessi che sarebbero delle soluzioni ai
problemi più banali della “realtà”. Il manager dice sì, o no. Basta per esercitare un potere
e far pagare un fallimento a chi non ha nessuna responsabilità. La creatività è lasciata agli
artisti. Nell’ora di educazione artistica, hanno imparato le “tecniche artistiche”: le
soluzioni a problemi che non esistono più da secoli. Questi fossili sono chiamati “la
tradizione”. Tutti lo trovano normale. Si diventa bravi in una materia perché un prof si è
fatto odiare meno degli altri, o si è fatto amare senza fare niente di particolare, in
apparenza. Si può forse rifondare la scuola sull’Unione, sull’Amore, su &? Non facciamo
ridere gli accademici; un grugno triste dimostra serietà professionale.
L’organizzazione scolastico e la catena di montaggio sono come l’uovo e la gallina. Chi è
nato prima? All’inizio del viaggio, abbiamo dovuto mostrare che uovo e gallina sono
“nati” e si sono sviluppati “insieme” come succede in ogni sistema: “uovo & gallina”.
In un sistema chiamato Superficie, lunghezza & larghezza “nascono insieme” e
cambiano, se la Superficie cambia. Un altro sistema importante è un Volume con tre
dimensioni Bio-logiche: Madre & Padre & Figlio. Tutti e tre “nascono insieme” e
cambiano, mentre il Volume cambia insieme all’Ambiente.
Una soluzione ad un dilemma non va ricercata in un contenuto della nostra conoscenza ma
nella sua forma, che spesso è stata deformata. Privati di &, non troveremo mai la
soluzione a nessun dilemma. Con &, non c’è alcun dilemma. Ecco l’oggetto
dell’epistemologia, così come la intendiamo qui.
Come possono gli umani vivere con strumenti mentali così danneggiati dalla scuola? Ce
la fanno grazie alla forma mentis che precede la scienza & tecnologia & rivoluzione
industriale. Gli umani sopravvivono, come l’ambiente.
Il più piccolo artigiano sapeva tutto della sua materia & dei suoi strumenti & dei suoi
prodotti & dei suoi mercati: amava il suo lavoro. Era il suo lavoro. Con il verbo essere, o il
verbo non essere & non amare, facciamo un passo successivo: la onto-epistemologia.
L’operaio della catena di montaggio deve conoscere solo il suo bullone. Charlot deve
stringere il suo bullone, senza amore. Senza una visione del tutto, la sua conoscenza è vuota
come la conoscenza scolastica. I robot hanno sostituito gli operai; la struttura della scuola è
rimasta in armonia con lo sfruttamento industriale del lavoro umano, superato da decenni in
certi ambienti.
Da decenni, certe scuole tentano di seguire la moda; il nuovo maquillage si chiama
approccio interdisciplinare. È spesso un fallimento a causa di una ruggine disciplinare
spiegabile dalla mediocrità, dalla ontologia, e dalla psichiatria.
151
Una riforma radicale, in armonia con la rivoluzione postindustriale, è diventata urgente:
la chiamiamo Progetto di Scuola Metadisciplinare. (Rif. 1)
Risalendo il fiume del Tempo da ieri all’altro ieri, abbiamo notato una continuità di
significato. & potrebbe essere un discendente di Ankh? Pour dimostrare una tale dinastia,
dobbiamo trovare una continuità di segni da Ankh a &, dall’altro ieri a ieri. Potrebbe essere
utile oggi.
Scendendo il fiume...
“A” diventa “a” nella scrittura corsiva di chi scrive di corsa. Come si è trasformato il
simbolo ankh in corsiva? Potrebbe essere utile scoprirlo, in relazione ai concetti di Vita,
Amore, Unione ma solo per raggiungere gli obiettivi chiariti per strada. (Cartomanti astenersi,
grazie).
Quando uno scriba egizio disegnava velocemente l’ankh, non tracciava un &,
ovviamente. Gli esperti distinguono due scritture egiziane corsive, veloci. La prima deriva
dagli geroglifici; si chiama ieratica (dal greco hierós, sacro). La seconda scrittura veloce, più
popolare, più democratica, si chiama demotica. Come si scriveva ankh in ieratica e in
demotica?
Molto prima del viaggio raccontato qui, l’autore cercava un collegamento tra Ankh e &.
Durante uno scambio epistolare in agosto 2014, il Prof. Franco Crevatin, dell’Università
di Trieste, confermava indirettamente una sua ipotesi.
Crevatin rispose «In allegato ankh ieratico (quello demotico è pressoché identico).»
Vediamo qui il segno fornito da uno studioso di chiara fama. La forma è molto
diversa dalla croce ansata; rimane il gambo verticale, l’ansa è atrofizzata, le braccia
sono sparite. Il significante è molto diverso, il significato è rimasto; ha galoppato fino
ai giorni nostri su una giumenta araba: l’algebra. Per l’autore, il collegamento,
l’anello mancante tra due significati – Ankh , & – si trova nel significante ankh scritto
in ieratico. Nel presente contesto, in cui si parla di Unione, risulta ovvia la somiglianza tra
l’ankh ieratico e il significante 1, che significa la cifra Uno.
- Ci sarebbe quindi una relazione tra 1, Uno, Unità, e Unione, Amore, Vita?
In questo preciso contesto, rispondiamo di sì. Converrà quindi indagare ulteriormente
ma sarà facile: nella scuola della nostra infanzia, abbiamo abbattuto le pareti che la
dividevano come una catena di montaggio industriale; abbiamo ristabilito la
comunicazione tra le aule di matematica e di filosofia, e la cappella.
Consideriamo “1, Uno” nei paesi mediterranei dall’antico Egitto in poi. Ritroviamo sempre
lo stesso segno verticale. La cifra “1” più rigida è anche la lettera “I” dei romani. Le varie
scritture arabe, usando un segno indiano, hanno mantenuto la morbidezza dell’ankh ieratico.
Bisogna andare in Estremo Oriente per trovare un diverso “1, Uno”, prima delle
globalizzazione numerica. In Cina come già visto, ma anche in Giappone o in Corea, il
segno 1 non è verticale ma orizzontale. Un effetto dell’oppio? Una pessima battuta
sottolinea una domanda fondamentale che non pone mai nessuno: perché?
Da sempre, si conta sulle dita e toccando altre parti del proprio corpo; una mano aperta
significa un numero: “cinque”. Qualcuno usa una lunga linea orizzontale per significare
“uno”; perché qualcun’altro usa un trattino verticale?
152
Senza esitare, un lettore di Rabelais darebbe un nome al trattino corto verticale; sbaglierebbe.
Ucciderebbe una buona domanda col piombo di una sola piccola risposta, ignorando la
domanda implicita nella lunga linea orizzontale: di chi è questo corpo a riposo?
A chi trova troppo lungo il salto dall’antico Egitto a
Montecassino, proponiamo una tappa intermedia: Pompei.
A sinistra la & di un grafito murale di Pompei: schiena
curva sulla sua tavoletta di cera, uno scriba latino usa due
lettere: E, T per farsi un autoritratto. A destra, ecco un
amanuense medievale, un monaco gaudente degno di Rabelais. I due scribi sembrano
molto coscienti della loro origine egiziana: i due autoritratti sono geroglifici europei.
Costituiscono l’epigrafe di Amare. Una lettera... di Albert Gianna, spesso citato qui. Nel
suo romanzo, Gianna segnala un enorme Ankh di legno: l’unico oggetto in una stanza
vuota all’ingresso di un piccolo monastero cattolico, perso nei boschi dietro l’imponente
Monastero di Montecassino. Abbiamo verificato anche questo dettaglio. Nel titolo del
romanzo, non abbiamo un sostantivo statico, Amore, ma un verbo dinamico come la Vita
stessa: Amare.
Quel verbo si esprime in un simbolo: &, che fu l’ultima lettera dell’alfabeto, come la
Domenica diventò l’ultimo giorno della settimana. (Rif. B)
Due simboli fondamentali: Ankh, &, provenienti da due “culture” diverse, si confondono
non solo nella forma che prendono in grafia rapida – potrebbe essere casuale – ma
soprattutto nel significato.
Risalendo ancora, prima degli egizi, potremmo arrivare ad un substrato linguistico, trovare
un archeonimo per Ankh e &, come quello individuato dal Prof. Aspesi per Labirinto e
Bacino lustrale. (Rif. D)
Come fosse una radice etimologica, un archeonimo ci mostra un significato profondo e la
sua origine.
Certi storici, o meglio certi lettori di libri di storia, hanno inventato la preistoria e l’hanno
definita periodo senza scrittura. La preistoria è il tempo senza “libri”, secondo i topi di
biblioteca. Sarebbe quindi assurdo cercare degli archeonimi all’origine di Ankh e di &.
Eppure ne abbiamo trovato nel museo di Siracusa, espressi in geroglifici siciliani di
pietra. Il loro peso non è solo materiale.
I portelli 1 e 3 sono due calligrafie di un archeonimo fondamentale. Ricopre lo stesso
campo semantico di Ankh e di &, ne combina tutti i significati: Unione, Amore, Vita,
indicando così la terapia per i postumi di un incidente grave o di una crisi d’adolescenza
che chiamiamo vecchiaia.
I portelli 2 e 4 sono due calligrafie di un precedente archeonimo fondamentale, quando
la guarigione era assicurata dall’Amore Vitale di Nostra Signora Dea.
Le quattro pietre di Castelluccio sono substrati del nostro essere; appartengono alla
nostra geologia intima.
All’inizio del viaggio, avevamo letto due pannelli di pietra nel tempio di Mnajdra. Per la
nostra “cultura”, la scrittura è importante; certe scritture sono sacre, e la prima cosa che
deve fare un bambino a scuola è imparare a leggere la carta. Nelle “culture” arcaiche, chi
non sapeva leggere la pietra era un analfabeta. Siamo tutti analfabeti in qualche campo,
ma imparare a leggere nuovi linguaggi può aiutare a vivere più felici. Non c’è fretta.
153
Ecco una visione che completa i portelli 1 e 2. Bisogna osservare la loro forma rettangolare,
sottile, poi chiudere gli occhi e riaprirli al bar, all’aperitivo. Ad un tavolo, quattro pensionati
giocano a carte. Ciascuno regge in mano cinque o sei portelli di Castelluccio. I Giganti...
Che visione! Ma a proposito dell’abside trilobata e del trifoglio di San Patrizio, abbiamo già
detto che i segni “neolitici” sulle carte da gioco meritano uno sviluppo improponibile qui.
Invitiamo le ricercatrici e i ricercatori a scrivere quel libro. Gli Dei sono propizi, e dopo la
chiusura dell’ultima libreria, il loro libro sarà venduto da cartomante e maghi: aprono
botteghe ovunque.
Primo epilogo, triste.
Il monachello rideva, felice di aver scoperto la continuità tra & e Ankh. Rideva per
l’imbarazzo suscitato dalla sua ingenua convinzione che & fosse il nuovo simbolo di
Unione, di Amore, di Vita...
Non sapeva che al mondo non interessa un fico secco dell’Unione, della Con-giunzione;
non sapeva che tutti preferiscono la Di-visione in tutte le sue forme Dia-boliche.
Non ride più il monachello. Giace sotto le macerie del suo monastero, raso al suolo dai
bombardamenti della battaglia di Montecassino del 1944 e ovunque oggi in Medio
Oriente ed altrove.
Secondo epilogo, bio.
In questo mese di maggio, l’autore scopre i portelli di Castelluccio mentre fiori d’acanto
spuntano ovunque nel parco archeologico. Nel teatro greco, delle api col casco in testa
allestiscono l’arnia. In maggio rifioriscono le tragedie classiche, a Siracusa.
Guardando la scena dall’alto dei gradini, ci si sente stretti alle spalle dall’emisfero
rupestre: abbraccia l’emisfero teatrale. Una mezza dozzina di grottini artificiali sono
scavati nella roccia. Incisi sulle pareti, decine di piccole impronte rettangolari prendono il
sole: sono fantasmi di targhe, diventate trofei nelle ville di signori barbari. Al centro
dell’anfiteatro di roccia, dove uscirebbe la fonte di luce di un proiettore se fossimo al
cinema, una fonte d’acqua esce dalla parete di una grotta e riempie una grande vasca di
pietra. Dopo aver visto i portelli di Castelluccio, è impossibile descrivere quanto
vediamo qui come “teatro” in una “necropoli rupestre”.
Qui siamo oltre le povere parole.
Una voce ci giunge da lontano; quella del nostro insegnante del liceo, rotta
dall’emozione: «La tragedia greca non era uno spettacolo; era un rito!»
C’erano voluti anni per capire che ogni spettacolo, ogni festa, ogni pranzo, è un rito.
154
Come sul portello 1 di Castelluccio, ieri e oggi, religione e pornografia si mescolano con
l’eco di riti assetati di sangue. Sacrificati & sacrificanti si Uniscono in un Sacro Simbolo
venduto al bazar. L’antropofago emerge nel morso di un bacio; una coltellata può essere
un lapsus freudiano.
Impossibile qui non pensare ai concerti rock. Un popolo intero canta in coro con l’Idolo
di scena; migliaia di braccia alzate ondeggiano come il grano maturo nel vento:
illuminano la notte con la fiamma di mille accendini e diecimila smartphone.
Impossibile qui non ricordare l’infanzia. Salmodiando parole incomprensibili, un pastore
guidava un gregge di pecore immobili oltre l’Altare del Sacrificio, oltre le quinte, verso
l’Invisibile. Al culmine del rito, girato verso l’Infinito, per risolvere i problemi del
mondo, il Mago tirava fuori dal suo cilindro il Deus ex machina, all’Elevazione.
Sulla strada del ritorno, Mamma Etna era ben visibile all’orizzonte. Rallentata dal traffico,
l’automobile passò vicino ad un cartellone pubblicitario. Due vasetti rappresentavano il
prodotto, ma al posto di una Venere senza cellulite, c’era una bimba più piccola dei vasetti
di... yogurt? Era seduta sotto un albero rigoglioso. Una frase - Nonno, mi racconti una favola? -
accompagnava la marca: Bio qualcosa. L’autore non ha bisogno di yogurt bio per regolare
il proprio intestino ma essendo nonno, pensò al problema del nipotino. La sera, rivivendo
le emozioni della giornata, versò lo yogurt nelle pance di pietra che coronano il teatro
greco di Siracusa, chiuse dai portelli di Castelluccio ed illuminate dalle stelle: centinaia di
siti anonimi – villaggi di gente come noi – su una mappa della Sicilia.
Una nuova marca di yogurt?... A meno che, su un’isola vibrante di Vita da migliaia di anni,
qualcuno abbia capito i tempi arcaici meglio dell’Accademia, e il tempo presente meglio
del Palazzo e del Tempio.
L’Oracolo di Google confermò l’ipotesi: una ditta di onoranze funebre ha trovato una
sintesi perfetta tra esigenze di oggi e di 10.000 anni fa. Propone un’urna biodegradabile
dove depositare le ceneri della cremazione, con l’aggiunta di semi a scelta. Seppellita nel
giardino di casa, l’urna bio è magica come un portello di Castelluccio; la sua magia è
concreta, realistica: cura un’anima triste. Chi ha amato una persona viva nel ricordo è un
po’ meno triste al vederla rivivere come pianta, come nella visione di Callimaco in cui il
fiore d’acanto s’innalza nella Colonna dell’Omphalos di Delfi.
C’è una ciliegina sulla torta, per così dire. La marca ha uno slogan che sembra scritto per
questo Monologo sulla Continuità: «Bio urna – La vita continua».
L’autore fa i complimenti all’ideatore del prodotto, però mantiene il copyright su un vecchio
progetto: instaurare un nuovo rito arcaico. In questo racconto di viaggio, abbiamo parlato
spesso del Vaso. Per il rito della Continuità della Vita che altri chiamano funerale,
proponiamo un vaso di terra non cotta; è più ecologico del vaso cinerario di terracotta del
nonno villanoviano. Filologicamente, il nostro vaso è più corretto del vasetto simil-yogurt: il
cartone bio è meno nobile della terra. Il nostro vaso Terra a Terra® riscopre un’antica
formula magica che non implicava un’accettazione della morte ineluttabile, al contrario. La
formula garantiva la rinascita da una materia molto fertile: “cenere alla cenere, polvere alla polvere”.
La raccolta differenziata segue lo stesso schema in un altro Tempo Circolare: la Vita
Ciclica dei prodotti è richiesta dalla Dea Industria Ecologica e offerta dai seguaci che La
servono liberamente. Non sono schiavi del Dio Consumismo, vero?
155
Si spiega così l’uso antico della cremazione. I pastori bruciano i loro campi per far
rinascere l’erba giovane che dà il latte migliore. La cremazione offre un bonus: allorché la
cenere prepara la rinascita dalla Terra, il fumo della buonanima accarezza parenti ed
amici mentre si alza in Cielo. Tornerà; è già tornata altre volte: lo dicono i visi dei
bambini, così simili a genitori e nonni, senza un’altra spiegazione plausibile.
Si capisce allora l’importanza dei riti del bordo della finestra, dedicati ad una pianta in un
Vaso: la corona di Demetra. Il celebrante, anziano o giovane, è sempre arcaico: parla con
un fiore per incitarlo a vivere. Se la Magia del Verbo fallisce, lo pianta di nuovo. Tale è la
Legge di un Dio crudele: Il Mercante di belle schiave in fiore. Specula sulla paura di un
finale fatale da Lui previsto, programmato e annunciato ermeticamente nel primo atto
del dramma.
Sul proscenio di una finestra, tra i fumi del traffico, si recitano antiche tragedie.
Insecta, éntoma: il latino e il greco segnalano che certi animali sono divisi: gli insetti.
Iside, La Dea, incolla i pezzi del Dio Diviso, Osiride, con l’Ankh.
Non avendo poteri divini, riuniamo quello che possiamo usando &.
Altri piccoli umani lo hanno fatto altrove.
- Chi? Dove? Perché?
Per esempio i greci, in Alessandria d’Egitto. Per unire e governare un popolino diviso
dalle religioni, incollarono pezzi delle loro divinità.
Inventarono il Dio Pizza & Coca-Cola: Serapide,
incaricato del reparto “La Bella Vita Non Finisce Mai”.
Barba di Zeus e Cesta-Vaso di Demetra in testa, il
Serapide del Vaticano è un capolavoro di sincretismo: da
morire dal ridere per rinascere col sorriso sulle labbra,
pronti per un altro giro sulla giostra del Tempo Circolare.
La Dea immobile
Sono stato un vasaio.
Amavo la mia terra, sul tornio.
Adoravo tirare su un vaso di terra e acqua.
La terra girava, primordiale, informe. Aveva bisogno delle mie carezze, che si facevano pressanti;
diventavano indiscrete quando entrava in azione il dito medio della mano sinistra.
Sfiorato, il monte di Venere si apriva da solo, inebriato dal valzer.
Aggiungevo un po’ d’acqua; la bocca beveva, risucchiando il dito.
Allora anche l’indice e l’anulare entravano in ballo.
Tre dita unite, allargando la porta, invadevano la grotta primordiale.
La mano sinistra in pancia seguiva la destra in salita: una carezza nuova spingeva il vaso ad alzarsi.
E il vaso si alzava, lentamente, come una ragazza dal suo letto, mezza addormentata.
Poi prendeva la forma che piaceva a lei perché un bravo vasaio non è un bravo amante.
Anche la mia testa girava, trascinata dalla musica irresistibile della ruota.
Era una ruota pesante. Alla base dell’asse verticale, il fabbro del villaggio aveva saldato dodici raggi in un
cerchio, una ruota di bicicletta spessa quanto la ruota di una carriola. L’avevo riempita di cemento. Avevo
bisogno di una ruota pesante.
Partiva lenta, spinta dal mio piede destro.
Con un primo, un secondo, un terzo calcio, la ruota prendeva velocità e non si fermava più.
Mi dava tempo.
Mi dava tempo per formare il vaso, pressando la terra senza fermare la Danza del Derviscio.
Quando rallentava, un solo colpo di tacco ridava alla ruota la forza di un cavallo.
Dopo ore di lavoro felice, il mio piede fermava la ruota ma per i miei occhi ipnotizzati – ubriachi! – il
vaso continuava a girare.
Dovevo aspettare un attimo.
Quando anche il vaso si era fermato, potevo scendere dal tornio e uscire dal mio laVoratorio – così detto
da Nicolò, etimologista a quattro anni – come un marinaio col mal di terra dopo la traversata.
Una sera inventai un gioco carino per noi due: per la mia terra e io.
Dopo l’ultimo vaso, fermavo la ruota trascinando il piede destro; Nicolò fermava così il suo triciclo.
Un piede diceva che la ruota era immobile; due occhi affermavano che il vaso girava.
Con un colpetto di tacco, all’indietro, il vaso continuava a girare in avanti ma più lentamente.
Al secondo colpetto, il mio piede destro diceva che la ruota girava più velocemente all’indietro.
Bugiardo...
Gli occhi dicono sempre la verità: per loro, il mio vaso – La Dea – era immobile.
160
Bonus track 11 – Giugno 2018
Nomadi e contadini
Congetture sulla genesi della coscienza umana
Nei campi umanistici e scientifici, il ricercatore non è un artigiano che lavora una materia
conosciuta; è un nomade cacciatore-raccoglitore. Insegue vaghe trace; raccoglie frutti e radici a
caso; li assaggia con prudenza. Nutrono una nuova conoscenza delle cose e una nuova
coscienza di sé, semi di un mondo nuovo. Quando è sazio, il ricercatore cessa di esistere e
diventa artigiano; il nomade diventa contadino. La sua ricerca era stata solo una reazione ai
morsi della fame, o a una domanda brutale come la seguente.
Come diavolo sarà iniziata la storia degli Dei?! E prima, la storia della Dea? E prima
ancora la storia e la preistoria della coscienza, di sé e del mondo? Narciso inventò il
selfie, ma fu anche responsabile del Peccato Originale: la presa di coscienza di sé?
Possiamo immaginare che il nomade cacciatore-raccoglitore primordiale non avesse un
punto di vista perché si muoveva. Non poteva avere un punto di vista perché ne aveva
troppi: nuotava in un Tutto fluido, un Tutto suo, un elemento oscuro per noi. Ciò non
impediva un accumulo di competenze e conoscenze che si potrebbero definire “ricordi
atemporali”, associati ad azioni complesse e a una vita sociale, come in altre specie.
Eppure la coscienza degli animali non è simile alla nostra, né a quella dei nostri antenati.
Ciascuno di noi è un certo tipo di coscienza di sé & del proprio mondo.
Ogni coscienza è una superficie. Grazie a La Moltiplicazione, una lunghezza e una larghezza
spariscono in una Superficie: un Essere diverso, nuovo. I matematici mistici del passato
erano probabilmente affascinati da un’operazione algebrica che produce un oggetto
geometrico:
- Moltiplicazione è il nome segreto della Dea...
Forse lo hanno pensato. L’autore li imita e propone un’altra moltiplicazione in cui due
fattori spariscono in un prodotto: un Essere nuovo.
- Un mondo sensibile & Un mondo linguistico = Una Coscienza
Ecco espressa la genesi della Coscienza in una formula che spiega il nostro aforisma
iniziale: ogni coscienza è una superficie. Con la prudenza di Dedalo, evitiamo di notare che il
mondo sensibile, la “realtà”, è il prodotto dei nostri sensi: sono linguaggi anche loro. Uniti
ad altri linguaggi, i sensi producono quello che pretendono descrivere. A meno che
qualcuno creda veramente che il verde appartiene al grano nascente, il bianco alla pelle
dei giusti e il rosso al loro vino, per citare solo i colori della bandiera di umani che
credono veramente di essere italiani, un nome d’origine greca. Il mondo sensibile è
prodotto dai nostri cinque sensi. Altri sensi esisteranno quando gli daremo un nome. I
sensi sono dei linguaggi comuni ma la sensibilità di ogni senso – la sua grammatica, il suo
vocabolario, ecc. – è diversa in ogni umano. Non abbiamo parole per i sensi degli altri
viventi, vegetali inclusi.
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La formula andrebbe quindi riscritta:
- Una Coscienza è il prodotto della moltiplicazione di tutti i propri linguaggi.
Paterno, Dedalo insiste: limitatevi alle due dimensioni della vostra coscienza: il vostro
mondo sensibile e i vostri linguaggi. Contentatevi della vostra Superficie.
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Il mito di Dedalo e Icaro ha una funzione diversa e opposta, ma la sua genesi è
simile. Ogni giorno, il mito di Dedalo e Icaro descrive & produce & mantiene la
filosofia: un pleonasmo che indica l’Amore della Saggezza & la Saggezza dell’Amore.
La vera filosofia nacque nel Mediterraneo nord-orientale dove era esistito il
Labirinto primordiale. Era una caverna, l’immagine speculare della Donna Madre,
con un bacino d’acqua, il primo specchio per le donne che vi si miravano allorché
celebravano i riti della Dea: abluzioni, probabilmente, come oggi.
La vera filosofia ci allontana dal Mostro Oscuro e ci avvicina al Sole. Elevandoci al di
sopra di quel nuovo Labirinto che impedisce ogni visione ed impone i suoi percorsi,
la vera filosofia ci guida verso un Cielo senza confine che ci lascia liberi come l’aria...
ma il filosofo Dedalo consiglia di mantenersi a buona distanza da entrambi.
Una bussola guida Dedalo mentre la Vita scorre come un arcobaleno vorticoso,
lontana dai poli – il Nero, il Bianco – che ipnotizzano così tanta gente. Per
esempio, Sartre ha scritto Il Diavolo e il Buon Dio in cui l’Eroe sceglie di essere
un criminale, poi sceglie di essere un santo. Come molti, Sartre sembra utilizzare la
congiunzione latina Et, che si scrive & senza sottolineatura, come se fosse la
disgiunzione latina Aut che significa “o”: si è un criminale, “o” si è un santo.
Dedalo riscriverebbe il dramma intitolandolo Il Diavolo & Buon Dio, perché &
sottolineato cambia tutto. Ricordiamo che lunghezza & larghezza = Volume, il
Prodotto che non ha nulla a che fare con i suoi fattori. Dedalo coniuga il Verbo
nascosto nell’ultima lettera dell’antico alfabeto: &. (B)
Seguendo l’ago di questa Bussola, Dedalo sa quasi sempre come dovrebbe volare,
e perché, e per chi.
A cosa serve la filosofia? La vera filosofia serve a volare meglio.
Passeggiando sottobraccio con Dedalo – un padre molto materno – riprendiamo
le nostre divagazioni sul Volume senza nome.
Se questo Essere Superiore avesse un nome, sarebbe prodotto dal proprio nome come da
uno specchio, perché i linguaggi non descrivono, non rappresentano. I nostri linguaggi
producono reale & irreale, essere & non essere, contribuendo alla nostra coscienza.
Il Volume non si può nemmeno evocare, come fanno i mistici, con una nota musicale
speciale: silenzio. Un silenzio è solo uno dei prodotti dell’unione di un mondo sensibile & un
mondo linguistico.
«Il silenzio eterno degli spazi infiniti mi spaventa» scrisse Pascal.
Questo silenzio non fa paura all’autore perché, come Pascal, ascolta dunque produce un
silenzio & un tempo eterno & degli spazi infiniti. Ce ne sono altri.
Un orecchio & un silenzio = una coscienza, prodotta da quell’orecchio & da quel
silenzio. Ci sono altre coscienze.
Eccoci dunque tornati alla casella di partenza.
Di striscio, abbiamo quasi risposto alla domanda fondamentale che Roland Barthes non
si pone quando osserva che «gli uomini vogliono incessantemente rappresentare (il reale) mediante
delle parole». Parlava di letteratura. Ecco la nostra domanda:
163
- Perché ogni Essere tenta incessantemente, ostinatamente, di rappresentare il reale, non solo con
parole ma con infiniti linguaggi?
All’inizio del viaggio, abbiamo suggerito di non avvicinarsi troppo al promontorio che
chiamiamo Il Salto di Icaro. Commentando i portelli di Castelluccio, abbiamo formulato
il fondamento di una filosofia dei linguaggi: «I linguaggi non descrivono la realtà: i nostri
linguaggi producono la nostra realtà.» Imprudentemente, ci siamo spinti fino ad evocare la
meccanica quantistica, per la quale l’osservatore modifica la materia “esistente” d’uno
sguardo.
Esistiamo su uno strato del millefoglie chiamato Universo, a metà strada tra le
particelle subatomiche e le galassie. L’Universo esiste: fu prodotto dai nostri
linguaggi passati e presenti. I nostri linguaggi futuri produrranno nuovi universi.
Come escludere che un giorno, un matematico dimostri che le particelle
subatomiche sono galassie, oppure che sono quelle stesse galassie e vice-versa, nel
Tempo-Spazio Circolare? Ogni religione, ogni scienza è un’iconoclasta che
produce immagini. Il più grande mistero, che fa sì che ogni cosa esista, si può
esprimere con un verbo e un sostantivo: Vivere, Vita. Bastano due parole nostre
per produrre la magia del nostro Vivere, la realtà della nostra Vita. Ce ne sono altre.
Tanto può bastare per intraprendere un’esplorazione personale sul bordo dell’Abisso.
L’estrema varietà dei mondi sensibili e dei mondi linguistici spiega l’estrema varietà delle
coscienze: possono essere umane, animali, vegetali, o una qualsiasi combinazione di tali
categorie umane che, in questo contesto, sono abbastanza ridicole.
165
Quando i nomadi si fermarono, o quasi, diventarono contadini, o quasi, e svilupparono
una coscienza nuova, una nuova visione sensibile & linguistica. Per esempio, i cacciatori
nomadi inseguivano ombre che chiamiamo orme di animali. Le orme costituirono «il
primo testo non scritto ma letto» (2). Non più nomadi, i contadini furono capaci di leggere
il primo testo sacro non scritto ma rivelato: inseguirono per un anno intero l’ombra viva,
immensa, della montagna immortale dove avevano fatto il nido...
... e la Donna chiamò Dea quella Montagna, e Annata quell’ombra, e...
Non è opportuno riscrivere la Genesi. A meno che non sia utile a risolvere qualche problemino
attuale. In tal caso, tentare non nuoce (se ci si nasconde per non rischiare la pelle.)
Niente è più relativo del Tempo, che si confonde con la fluttuante coscienza di Sé e del
Mondo. Niente più del Tempo è legato a punti di vista che chiamiamo religiosi o scientifici.
Varie religioni e varie scienze producono varie forme di Tempo, e di coscienza di un sé
& del suo mondo. Producono anche un Essere Supremo – Dio, o la Vérità Scientifica –
o più di un Dio e di una Verità.
Ogni Essere Supremo o Verità Scientifica garantisce l’essere del Mondo e l’essere del Sé,
come ogni Banca Centrale garantisce l’esistenza di ogni valuta e il valore di ogni monetina.
Un giorno, per risolvere i suoi problemi, l’astrofisica teorica potrebbe adottare una
categoria paleolitica & post-kantiana: lo Spazio-Tempo Circolare. Intanto, certe scienze
hanno sostituito la Verità Oggettiva con la Intersoggettività. Si avvicinano così al vecchio
invito mistico a superare il Sé & il Tempo. Ci sembrano un segno di nostalgia per l’Eterno
Infinito, l’espressione di una volontà di tornare a fondersi nel Tutto, dove nuotare e volare
senza saperlo, come fanno pesci ed uccelli, come facevano anche gli umani prima del
Settimo Giorno. Ce ne avviciniamo nel dormiveglia della siesta, senza gli effetti collaterali
di certe pilloline.
Ad un certo punto della vita e della Storia, il Tempo cambia. Cessa di essere l’istante che
si ripete all’infinito in una coscienza primordiale; diventa durata finita che struttura
un’esistenza consapevole. Nella Storia, il cambiamento potrebbe essere avvenuto insieme
a un fenomeno a due dimensioni: la sedentarietà & religiosità.
Il passaggio dalla raccolta del nomade alla coltivazione del contadino potrebbe essere
stato la conseguenza ultima di una sedentarietà “rituale” in un utero simbolico, semplice
riparo roccioso o grotta labirintica. In altre parole, la permanenza in una caverna e le sue
vicinanze è probabilmente stata causata da “esigenze non materiali ma spirituali”, come
dicono i Moderni. Ad un certo punto, il luogo associato al “culto” diventò più
importante delle fonti di sussistenza, illimitate per i primi nomadi “atei”. Sarebbero
diventati sedentari con una nuova presa di coscienza, il primo grande cambio di
paradigma: diventarono “religiosi”.
Citiamo di nuovo Albert Gianna. Dopo aver osservato che il Tempio è la Frontiera,
luogo & simbolo di Divisione & Incontro, Gianna osserva che Tempo e Tempio hanno
la stessa radice etimologica: «“TEM”, la divisione che Mercurio tenta di ricucire, forma la radice di
“Tempio” ma anche di “Tempo” che esiste solo se è diviso in giorni, ore... L’Eternità non si divide.
L’Eternità non ha nulla a che vedere col Tempo. Nello stesso modo, l’Infinito non si divide; non c’entra
166
con lo spazio, neanche siderale. Eternità ed Infinito sono due metafore, una spaziale e l’altra temporale,
della stessa Irrealtà.» (B)
Quella Irrealtà, così oscura per noi, era il mare d’istanti in cui nuotava il nomade cacciatore-
raccoglitore primordiale. Poi, la frequentazione di un luogo “sacro” fu l’occasione di
sviluppare le prime forme di agricoltura. Ci fu una espansione del Tempo Circolare grazie a
nuove divisioni: un anno di stagioni agricole si aggiunse ai mesi lunari e ai giorni solari.
Il nomadismo perpetuo ed infinito fu sostituito da un nomadismo regionale e stagionale,
un’erranza ciclica, resa necessaria da un nuovo fattore: l’impoverimento delle risorse locali.
Fu seguita dall’eterno ritorno alla terra seminata ritualmente per la raccolta rituale, nei pressi
della grotta-tempio: l’Utero.
La prima sedentarietà, solo stagionale e “rituale”, causò la prima carestia, risolta con il
nomadismo stagionale e regionale. Il suo raggio limitato causò la seconda carestia, risolta con
la seconda agricoltura, rituale & alimentare. Come oggi.
Ma la prima agricoltura, nata in un tempo di abbondanza illimitata, fu esclusivamente rituale:
un sistema di riti ontologici, come i riti della Vasaia primordiale che precedono i riti della
Contadina di decine di migliaia di anni. (2, 3)
Due sistemi di riti producevano e riproducevano e mantenevano una nuova coscienza: la
visione di un Sé nel Tempo, mensile per la Vasaia, annuale per la Contadina.
Quale profeta ateo inventò Chronos? Il Dio del Tempo divora i propri figli, i Figli
del Tempo. Che visione! Solo un profeta ateo può aver “visto” il dopo e il prima:
la propria coscienza di Sé nel Tempo e la coscienza di altri umani che vivevano
fuori dal Tempo, che non erano ancora divorati dal Mostro. Lo chiamò Chronos.
Quella visione ne fece sorgere altre due, sulle quali mise due altri nomi, due
sostantivi inafferrabili eppure fondamentali: il Paradiso e l’Eternità, due reami
fuori dal Tempo. Il Paradiso era/è in terra, prima del Tempo. L’Eternità era/è il
non-Tempo del Paradiso.
Quale profeta o profetessa? A Mnajdra, abbiamo sentito che solo una donna – La
Donna – con i suoi ritmi, i suoi cicli, può aver preso coscienza del “tempo”, una
irrealtà che esiste solo se è divisa. Albert Gianna ha letto l’etimologista Giacomo
Devoto, per il quale la radice “tem” indica un taglio, una divisione. (E)
Profetessa o poetessa? La poesia è poiesis, creazione, linguistica ma non solo. In un
campo in cui le scienze postmoderne e la spiritualità s’incontrano, si parla di
autopoiesi. Adottiamo il termine per indicare il fenomeno fisico & spirituale più
antico che ci sia: l’autopoiesi primordiale. Creandosi, La Poetessa, Maestra dei
Neologismi, e mille poetesse con lei, crearono i mondi degli umani. Una di loro
era La Vasaia. (2, 3)
Poetessa & Madre? Aveva osservato che i bambini passano dal Paradiso fuori dal
Tempo ad altri mondi successivi, ad ogni rito di passaggio fino al rito ultimo: la
garanzia che il gioco ricomincerà, grazie al Tempo Circolare che non è un “tempo”
perché non è diviso. Ma in una delle sue visioni – un incubo – la Poetessa & Madre
vide sorgere Il Mostro, Chronos. Divorò i figli del Tempo Lineare.
Molto più tardi, pochi mistici avrebbero riscoperto l’Armonia col Tutto fuori dal Tempo.
Tornarono alla vita di caverna con raccolta di cibi naturali, o di cibi sociali con la
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mendicità rituale. La gente comune invece partiva in pellegrinaggio: una ritualizzazione
del secondo tipo di nomadismo, ciclico e religioso.
- La prima agricoltura era quindi un rito religioso?
Lo può dire il moderno che abita in noi. In un’epoca indeterminata, il nostro Essere fu
diviso in spirituale e materiale, la preghiera fu separata dal lavoro e viceversa. «Quindici secoli
fa, qualcuno si era accorto che il discorso non filava. Aveva suggerito ora et labora, forse
scrisse ora & labora, precisando per gli ottusi: ora & labora, ma niente. Non hanno capito,
l’hanno fatto Santo e buonanotte al secchio.» (B)
L’uomo moderno contrappone altri due termini problematici: gratuito e interessato, usati da
chi cerca lo spirituale in ambiti materiali, come da chi nega ogni dimensione spirituale. Con
la nozione di “prevalenza dello spirituale sul materiale”, i Moderni giustificano l’enorme
energia spesa per costruire le grotte artificiali che chiamiamo templi megalitici e piramidi.
Ce lo dovremmo ricordare in un pellegrinaggio da Malta al Cairo, poi da Gerusalemme a
Roma. Al ritorno, se ci guardiamo allo specchio, scopriremo che nelle società più atee, la
“prevalenza dello spirituale sul materiale” giustifica miliardi di sforzi che si sommano in
dispendi energetici assurdi: rimaniamo vestiti malgrado la dolcezza dell’estate.
A Mnajdra, poi a proposito di labirinti, abbiamo visto che le nozioni di tempo, ciclo, semina,
grotta, pancia... fusionavano in una attenzione, in una riverenza, in un “culto” della fertilità
umana, e quindi della Dea: la Donna che può diventare Madre. L’uomo non aveva ancora
un ruolo ufficiale, cioè un ruolo che fu religioso prima che biologico, nella Magia della Vita.
Quindi il rapporto tra attività sessuale e procreazione non era chiaro neanche per la donna.
Tant’è che nel vaso-Donna visto in precedenza, il Triangolo Sacro della Vita è formato dai
seni – fonte del latte – e dall’ombelico, eterno ricordo di maternità & filiazione. Il suo sesso
è appena rappresentato; era solo una fonte di piacere e non era l’unica come abbiamo
osservato in vari contesti. La “porta di sola uscita” nell’atto della filiazione non meritava più
attenzione. Assunse una maggior importanza più tardi, sullo “scudo a forma di 8”. Nella
nebbia che avvolgeva La Magia Fondamentale, le vecchie abitudini di pensiero si
mescolavano alle nuove scoperte... ma succede lo stesso oggi nelle scienze di punta.
Alle galline piacevano i galli: sono inutili ma così belli ! Ignoravano le conseguenze di
piaceri troppo rapidi, troppo rari. Poi la ricerca scientifica e la coscienza di sé fece
passetti dell’oca da giganti, e un bel giorno maledetto, il Signor Gallo – probabilmente
un transalpino – regnò sulle galline.
Un grande cambiamento avviene con il terzo tipo di nomade. Non è più un cacciatore-
raccoglitore né un contadino della Domenica: è un allevatore di bestiame. La mitologia del Far
West gli ha dato il ruolo del protagonista, come nella Bibbia. Abele, Prediletto di Dio per le
sue offerte di carne, cadde vittima della gelosia del fratello maggiore Caino, i cui sacrifici di
frutta e verdura erano derisi. Quel Dio non era equanime, né vegetariano.
Nella gerarchia del Patriarcato, una simile umiliazione del primogenito maschio è un
controsenso. Quel mito, come sempre, parla & tace; parla & mente. Il mito di Caino e Abele
parla della fine della Civiltà della Donna & mente sull’identità di Caino, perché quella
rivoluzione socio-religiosa fondamentale non poteva essere raccontata in chiaro. Doveva
essere detta & nascosta in un mito, come quello della Mela della Discordia.
Caino non era il fratello ma la sorella maggiore di Abele: Caina, la primogenita di Eva, e di Adamo.
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Ai bordi di un deserto solcato da mandrie affamate, Caina faticava nel suo campo.
L’umile contadina era stufa di quel vagabondo nullafacente, quel cowboy prepotente che
portava brutte bestiacce a pascolare in mezzo al suo orto. Un bel giorno, lo uccise a colpi
di zappa, come avrebbe fatto un peone messicano, prima che Abele potesse estrarre la
sua Colt 45. I racconti del West ravvivano una vecchia guerra, iniziata altrove tra beduini
e fellah. Le due caste sono ancora ben distinte in Medio Oriente, oggi.
Nel Mali, per i soliti motivi, si alimenta ancora un conflitto secolare tra una comunità di
contadini e una comunità di allevatori nomadi: i Dogon e i Peul.
Caina è la prima criminale? Sarebbe più giusto dire che Caina è la figura allegorica
dell’Omicidio, come sua madre Eva è la figura allegorica della Caduta, del Peccato, della
Morte contro la quale non ci sarà rimedio fino a... fino alla fine dei tempi, in Paradiso, o
fino all’arrivo provvidenziale della cavalleria, o del Redentore: un Eroe che non uccide
nessuno per una volta. Tuttavia, risolve anche Lui il problema della Morte con la morte:
la sua. La cosa è perfettamente logica perché tutti sanno, o sapevano, che il veleno del
Serpente è un pharmakon: veleno e rimedio. Inoltre, il pharmakos è il Capro Espiatorio dei
greci. Nelle rare occasioni in cui il capro o la capra è volontario/a, diventa Santo/a.
Merita questo statuto divino, per la coscienza che ha della Vita. Ma la sua Luce brilla ad
anni Luce dal mito di Caina e Abele.
La Genesi è la tragedia primordiale. Il secondo atto riproduce lo schema del primo.
Dopo Adamo ed Eva, Caina e Abele rimettono in scena il colpevole femmina e la
vittima maschile. Come in ogni tragedia, il primo atto contiene l’annuncio in codice del
dramma a venire. L’Albero della Conoscenza produce un frutto avvelenato, una mela
infestata da un baco che la divide per sempre in due parti, una buona e una cattiva: la
coscienza della vita e la coscienza della morte.
La Genesi inventa anche il nostro tempo moderno, lineare, indissolubilmente legato alla
nostra morte e quindi alla nostra vita. Caina e Abele formano il nuovo quadro
esistenziale: si è vivo oppure si è morto; non c’è scampo. In un altro universo, nel
Tempo Circolare, la Mela non era bacata, corrotta, divisa; la Mela è sana, intera, integra.
Nel Tempo Circolare c’è solo Vita grazie alla certezza della Primavera, del prossimo giro
sulla Giostra Astrale, del risveglio dopo una notte di sonno acanto al focolare. Se
potessimo vedere con gli occhi del Tempo Circolare, se avessimo l’autocoscienza del
Tempo Circolare, saremmo immersi nella Vita, un ambiente così totale che non ci
sarebbe bisogno di esprimerlo, non ci sarebbe una parola per dire la Vita e quindi per
crearla. Potremmo essere, senza coscienza dell’Essere né del limite del tempo.
Quell’Innocenza primordiale – un mito persistente – è una realtà che si può cogliere
negli occhi dei cuccioli umani: sono & non sanno di essere.
Con le nuove religioni nasce il nuovo tempo lineare e, viceversa, col tempo lineare
nascono le nuove religioni. Ciascuna pensa di essere diversa perché il credo segreto
stabilisce che per essere, bisogna dividersi. Da chi, Dio solo lo sa. Lo conferma
l’etimologia di “religione”: re-unire per i cristiani, ri-leggere per Cicerone. (Le Robert)
Lo conferma l’etimologia di tempo: da “tem”, che significa diviso. Il tempo e la temperatura
esistono solo perché sono stati divisi per essere misurati, come lo spazio. (B)
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Immersi come siamo nello spazio-tempo lineare, parliamo di uno Spazio-Tempo
Circolare ma non è un “tempo” in senso proprio, etimologico, né uno “spazio”.
Le nuove religioni hanno tutte la stessa fede, la stessa speranza in una seconda vita divisa
per sempre dalla morte alla fine dei tempi. In quelle religioni salvifiche, il tempo morirà un
giorno e quel giorno anche la morte morirà. Che pasticcio! Un francese esclamerebbe che
capharnaüm!, ricordando giustamente Cafarnao, il villaggio della Galilea dove la casa in cui
si trovava Gesù fu assalita da una folla caotica che voleva essere salvata. (Marco, II, 1-4)
Curiosi destini; la Donna-Dea e la Mela sembrano uniti da una malasorte: l’epifania del
maschio umano. Prima, la Donna era solo Vita, la Mela era solo Bene, Bellezza, Bontà,
Salute... La Mela portava ogni ben di Dea. E se un archeologo obbietta che non era una
mela ma un fico, ignora che entrambi i frutti hanno lo stesso sesso perché non ha mai
posseduto un disco con il logo della vera Apple: quella dei Beatles.
Curiosa sincronia: la scoperta del ruolo biologico del maschio è contemporanea di un
Big bang che polverizzò l’universo primordiale della Donna. Il nucleo Donna-Vita
esplose. Lo Spazio & Tempo Circolare fu diviso in due: lo spazio e il tempo, il qui e
l’Aldilà, l’ora e l’Eternità. Quel Big Bang è ben rappresentato da un altro pasticcio tipico
del gergo grammaticale: la «congiunzione disgiuntiva e», che è il contrario di &. (1)
Nel magma di una nuova coscienza, l’inimmaginabile non-Vita diventò l’esplicita morte.
La Vita con la V maiuscola fu sostituita da un’illusione da incubo: la capacità di “dare la
vita”, e quindi di toglierla. Una voragine si aprì nel mezzo del cammin di nostra vita – sono le
prime parole dell’Inferno. I Vigili Urbani segnalarono la voragine con un cartello: Tabù!
Nessuno uccida Caina! Fu cacciata. Dove? Ad Oriente del giardino dell’Eden, per la
seconda volta: tale madre, tale figlia. La Punizione di Caina fu il remake di La Colpa di Eva,
dopo la quale Dio «scacciò Adamo; e pose ad oriente del giardino d’Eden i cherubini,
che vibravano ad ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero
della vita.» (Genesi 3: 24)
Prima Eva, poi Caina, furono mandate dove sorgeva Madre Sole prima che fosse
tramutata dai Patriarchi in Padre Sole.
In fondo, il Padre è una scoperta recente. La Sua giovane età, causa dell’insostenibile
leggerezza del suo Essere, spiega tanta violenza nell’affermarsi. Quel padre è un adolescente
frustrato che avrà non più di 6 o 7.000 anni. Nel frattempo, molti padri sono diventati adulti
in modo quasi clandestino. Un buon esempio potrebbe essere Giuseppe di Nazareth.
Spada Fiammeggiante... Sembra il nome dell’Eroe in un film fantasy, o dell’Eroina,
dipende dal marketing. Ciò che conta in fondo è la Spada.
A che serve? La Spada serve a «custodire la via all’albero della vita.» Più chiaro di così...
e poi ci si chiede dove nascano le psicosi sessuali, con o senza violenze e crimini.
- Ma che c’entra, cos’è quell’albero della vita?
- È una bellissima pianta; le sue radici scendono profonde, nella terra, per nutrire la chioma che
sale alta nel cielo. I suoi fiori sono profumati, i suoi frutti succulenti...
- Io non posso...
- Visto caro che hai capito! Non puoi. E se ci provi, con la sua Spada Fiammeggiante, l’Angelo
te lo taglia.
170
Bonus track 12 – 28 giugno 2018.
Codicillo
Un codicillo? Il racconto ha fischiettato mani in tasca per tutta la traversata, ha riso e si è
ammutinato nelle tempeste, e ora che entra in porto, si dà delle arie? Il Signor Lupo di
Mare si prende per un atto notarile, con un codicillo? Vuole rimanere nella nostra
memoria?
Ah, la memoria... L’autore ha già citato un aforisma:
La memoria è l’intelligenza degli imbecilli.
Tutti sanno che senza memoria storica, non abbiamo futuro. Il nostro futuro è
compromesso dalla mensa accademica: servono la Storia a fette, come il prosciutto.
A scuola dovevamo imparare a memoria le date delle battaglie, e più si ricordavano, più
si diventava imbecilli. Lo facevano apposta. Era vietato capire le ridicole, scandalose
ragioni delle guerre. Capire avrebbe creato tensioni quando, a 18 anni, i ragazzi
sarebbero diventati carne da cannone, le ragazze sollazzo del guerriero.
In Francia sapevamo tutti la risposta ad una domanda: – Marignan? – 1515!
Nessuno in Francia sa dove sia Marignan, eppure fu una “vittoria”. Quindi non chiedete
ad un francese dov’è Trafalgar.
Sulla soglia di un piccolo mare – il Mediterraneo – gli inglesi conquistarono la supremazia
su tutti gli oceani. Britannia rules the wave dice un canto patriottico; Britannia governa le onde,
come Nettuno. Britannico fu il più grande impero della Storia, dopo la “sconfitta” a
Trafalgar di un piccolo imperatore con un sogno europeo in salsa romana. Trafalgar è una
parola araba: Tarf al-gharb, il “capo ovest” dell’Andalusia, al-Andalus, la terra dei Vandali che
avevano vandalizzato i resti di un impero romana risalendo a... ecc., ecc.
Morirono a milioni nella battaglia di Trafalgar in 1805; a decine di milioni al Trattato di
Pace di Versailles in 1919:, che continua a bruciare il Medio Oriente.
L’incendio permanente in Africa è più discreto. Non si sa niente, s’immagina qualcosa
quando dei relitti finiscono sulle spiagge d’Europa, disturbando la balneazione. Allora la
Libera Stampa titola: Invasione! Non parla mai della Santa Alleanza tra Corruttori e
Corrotti. Non è colpa dei giornalisti. Anche loro hanno studiato la Storia a scuola, quindi
non possono sapere che chiunque tenti d’amministrare l’Africa per gli africani viene
eliminato dalla Santa Alleanza perché viola il Trattato di Pace di Versailles del 1919.
Oggi, il vecchio Trattato dimostra ancora un’energia esplosiva.
Oggi, 28 giugno 2018, il Trattato di Pace di Versailles ha 99 anni. Bisogna festeggiare.
- Cameriere! Un panino di Storia affettata sottile, e una bottiglia di Champagne.
Ri-unire la Storia? Nelle scuole di pseudo nazioni composte da cento popoli di cento
“culture” – la Spagna, l’Italia, la Francia, la Germania, il Regno “Unito”! – l’Unione è
solo Sacra & Contro. Contro chi? Ma contro il nemico ovviamente. Il nemico è un
fantasma, un essere senza “cultura” oltre il vizio di mangiare i bambini. O di “sgozzare i
nostri figli e le nostre compagne”, come canta la Signora Marsigliese. È troppo signora per dire
che il nemico è un vigliacco senza Dio e senza documenti che violenta le nostre madri e
171
sorelle. I nostri coraggiosi soldati non lo farebbero mai perché sono fedeli alla fidanzata,
alla Patria, alla religione, e perché hanno dei documenti.
Grattando quel trucco di sporcizia, leggendo le rughe del Tempo come abbiamo fatto
qui, si può scoprire che le “culture” hanno tutte la stessa faccia. Si svela anche una verità
vergognosa: sotto bandiere di tanti bei colori, le patrie nascondono tutte lo stesso culo
sporco.
I popoli hanno gli stessi bisogni; hanno gusti diversi; ne vogliamo fare un dramma? Sì, i
drammi piacciono, da una poltrona. Le patrie sono squadre di calcio. Per limitare i danni
di competizioni insensate, la federazione mondiale fa molto per intralciare le squadre
piccole, e niente contro i club potenti che tirano pallonate col cannone.
All’inizio del Terzo Millennio, le sorti dei popoli sono decise da pulsioni acefali al
disopra degli Stati. Ci è parso utile riscoprire, nell’eterno presente dell’umanità, altre
pulsioni acefali all’origine di molti dei nostri mali: gli Eroi.
Abbiamo trovato trace di una pulsione benevole e di un’entità acefala più soave...
Bisogna togliere allo scemo del villaggio globale la motosega con la quale taglia il ramo
sul quale è seduto.
Bisogna togliere dalle mani della tecnologia lo scettro col quale governa il genere umano.
Bisogna ridare all’umanismo il controllo della scienza. A questo fine, gli umanisti dovranno
liberarsi del loro feticismo bibliofilo e tornare ad osservare il mondo.
172
Bonus Track 13 – Primo ottobre 2019
Cherchez la femme !
L’uomo preistorico si sentiva miserabile. Vediamo, riconosciamo la sua miseria in una
miseria attuale: emerge da due esempi.
Incisione rupestre. Svezia
Questa riproduzione appare sulla copertina
di un libro pubblicato in Italia nel 1995.
In un articolo scritto dallo stesso autore nel
2015, il disegno illustra un’informazione
precisa che traduciamo dall’inglese:
«Nelle immagini rupestre post-paleolitiche di
almeno tre continenti, una linea associata ad
una figura umana indica il genere maschile,
un punto il genere femminile.»
Sì, d’accordo, normalmente... La linea che attraversa il personaggio di sinistra rappresenta
in effetti il sesso maschile, e la coda di un lupo o di un altro animale totemico. Ma il
punto, grosso et rotondo come un “pallone” di pietra di Mnajdra, non indica la donna.
Un segno, un significante, ha un significato solo in relazione col suo contesto. E in questo
contesto, la donna è indicata dal profilo del seno destro, in relazione con la posizione delle
gambe le quali, in relazione col “pallone”, ne indica chiaramente la natura. È quasi un Sole
di pietra di Mnajdra, è quasi la Luna: è soprattutto il neonato appena partorito dalla
donna. La mano centrale comune a l’uomo e alla donna completa un esempio raro, forse
unico, di Sagra Famiglia preistorica. Conclusione del primo esempio di problema attuale:
una “magia” riservata alla donna è stata ignorata da uno specialista di preistoria. Non
citeremo il suo nome: si dice il peccato, non il peccatore.
L’omissione o la negazione della centralità della donna nelle società preistoriche riflette la
centralità dell’uomo nelle società moderne.
Omissione o errore, fu commesso qui da un uomo, ma dobbiamo essere equanimi e
considerare nel secondo esempio ciò di cui è capace una donna di oggi.
Claude Lévi-Strauss ha scritto La potière jalouse: la vasaia gelosa. In inglese, il titolo è stato
tradotto The Jealous Potter: il vasaio geloso. La traslazione, l’elevazione del femminile al
maschile potrebbe essere stata una scelta di marketing dell’editore americano. A meno che
una donna, specialista di traduzioni dal francese all’inglese, ignori il termine Potteress.
Ignoranza, errore, omissione, atto mancato, pudore, pudicizia vittoriana, paternalismo,
misoginia latente, maschilismo sornione... La miseria della donna moderna è l’immagine
speculare della miseria del Cacciatore in quella “preistoria” chiamata Civiltà della Donna
nei capitoli precedenti. Le “femministe” moderne s’inventano nuove funzioni sociali;
vedremo che gli “uoministi” preistorici inventarono la Caccia.
La preistoria che osserveremo precede di molto questa incisione rupestre in cui un uomo
è diventato – finalmente! – padre, di famiglia.
173
Miseria del cacciatore preistorico
In italiano, manca una parola per “l’arte di fare vasi”. Ceramica sarebbe fuorviante qui;
proponiamo “vaseria”, che equivale a poterie e pottery in francese e inglese.
Nella preistoria, esiste una relazione tra un’antichissima magia femminile che chiamiamo
“vaseria” e una nuova magia maschile chiamata “caccia”. Vedremo che la prima “caccia”
fu praticata da vegetariani.
Il vaso preistorico di terra, di cui non parla nessuno perché è sparito, precede
ovviamente il vaso di terracotta. Quest’ultimo monopolizza l’attenzione dell’archeologo
senza svelare il secreto della Vasaia primordiale che produceva il Vaso una sola volta
durante tre giorni, ogni mese. Claude Lévi-Strauss lo ha detto diversamente perché il suo
proposito era diverso dal nostro.
Creando una semplice scodella con terra e acqua, la Vasaia rappresenta sé stessa. Sente
che il ritmo mensile del proprio incantesimo ha un rapporto col ciclo lunare.
Recentemente, sulla sua scala, inizia a cuocere il Vaso. Come abbiamo spiegato in
Ermeneuticca di una tecnica, la cottura del Vaso è un rito di passaggio dall’infanzia all’età
adulta; prolunga il primo rito di passaggio chiamato nascita. La cottura rende il Vaso
“eterno”, come un osso. (2, 3)
D’altronde, seguendo la logica della sua magia, la Vasaia usa un osso come strumento
duro e liscio per sfregare il suo Vaso quasi secco, per renderlo brillante. (4, 5)
Usa anche un ciottolo a tale scopo? Certo, ma la distinzione tra osso e ciottolo non è
così netta per lei : nella sua magia, un ciottolo è un osso. Come l’acqua dove lo prendeva,
il ciottolo appartiene alla montagna, sua Madre, il cui ventre la ospita ancora.
La Vasaia primordiale è la donna preistorica. Se non “caccia”, non è per la debolezza che
qualcuno le attribuisce. Tanto più che la “caccia” è questione di osservazione, di
pazienza, di astuzia, prima della scena finale che monopolizza la nostra attenzione ma
richiede più abilità che forza, grazie alle armi di getto, tra altri trucchi.
La Vasaia non caccia perché non ha bisogno di un tale surrogato. Lei è il modello archetipale
dell’uomo preistorico, povero, che si considera incapace di fare il Vaso rituale ad ogni Luna.
In un nuovo rito tutto mascolino, la Caccia, un uomo vegetariano inizierà la costruzione del
suo amor proprio. Sarà un’opera lunga, mai soddisfacente; porterà alla seconda metà del
nostro titolo: Il femminicidio degli Eroi.
Ma prima, nella “preistoria”, la Caccia fu un dramma religioso articolato in atti rituali,
come la Santa Messa.
L’Uomo Nuovo, il Cacciatore, trasferì la magia fondamentale della Donna nella Caccia
così da poter anche lui generare la Vita facendo nascere & rinascere.
Ecco, tutto è detto.
- Cosa?! La vita? Ma suvvia, i cacciatori danno la morte!
Sì, è quanto ripetiamo senza pensarci, ultimamente, da 3 o 4.000 anni, ed è ciò che fanno
certi pseudo-cacciatori oggi. Però lei ha ragione; non si dovrebbe iniziare il racconto dal
flash finale: la visione. Andiamo quindi a ricostituire la rêverie, il sogno ad occhi aperti, che
ci ha portato ad un paradosso illuminante. Fu nutrito da un testo molto convincente:
Autres regards sur la chasse préhistorique, di Marcel Otte. (L)
Dallo stesso autore allo stesso link, un’altra pietra angolare, Le serpent et la pomme –
Illustration de la préhistoire religieuse, puntella le nostre note di viaggio.
174
L’anello mancante
Il presente 13esimo bonus track a Nostra Signora Dea & Il femminicidio degli Eroi è certamente
stato ispirato da Autres regards sur la chasse préhistorique. Però Marcel Otte, professore di
preistoria della Université de Lièges, poeta della paleoantropologia e filosofo, non
condivide necessariamente la nostra visione. Costituisce l’anello mancante tra la
Civilizzazione della Donna (che abbiamo riscoperto nel nostro percorso qui, demolendo
strada facendo il termine “matriarcato”) e ciò che rifiutiamo di chiamare Civilizzazione
dell’Uomo. Il Patriarcato, superficie tumultuosa di un mare profondo, ha solo 5 o 6.000
anni di vita. La sua giovane età non è una scusa per eccessi che lo hanno invecchiato
prematuramente e preparano la sua fine.
La preda era quindi scelta secondo criteri simbolici. Sarà stato così anche per gli “alimenti”
vegetali? I Moderni dividono la caccia dalla raccolta perché Aristotele ha ufficializzato la
divisione tra uomini, animali e piante. Non era ovvia, allora. Più ispirato da Le Metamorfosi
di Ovidio che da Aristotele, l’autore, come il suo alter ego troglodita, non divide
nettamente l’animale dal vegetale: il serpente e la pianta di pisello strisciano entrambi e si
arrampicano. Si può quindi pensare che gli umani preistorici scegliessero anche gli
“alimenti” vegetali secondo criteri anche simbolici. I criteri medicali sono più evidenti?
Forse lo sono per i Moderni, ma che significa “medicina”, per una coscienza che non ha
ancora diviso l’Essere umano in corpo e anima, né l’umano dall’animale e dalla pianta?
Nella preistoria, le relazioni tra umani, animali, piante e cose erano regolamentate. Delle
leggi non scritte erano codificate da racconti che definiamo leggende o mitologie, e da
riti che definiamo magici o religiosi. Esprimevano questioni ontologiche che portavano
a scelte esistenziali. Erano le Leggi Costituzionali di re-pubbliche nelle quali quasi tutte le
“re” – le “cose” in latino – erano ancora pubbliche, in cui quasi niente era ancora stato
diviso dal Tutto per farlo diventare privato.
Le nostre filosofie giudiziarie, economiche, politiche, e i nostri eserciti, si affrontano su
quella sola parola: quasi. Comprendiamo il pensiero preistorico perché le nostre religioni,
tradizionali o scientifiche, ci dicono ancora oggi cosa mangiare o no, vale a dire chi
essere o non essere.
177
I vegetariani praticanti hanno un nuovo problema: la scoperta scientifica di una coscienza
delle piante. Ecco un altro ponte lanciato tra le società arcaiche e postmoderne. Altrove,
abbiamo descritto una forma di pensiero “pre & postmoderno” utilizzata dall’Indiano,
dalla Casalinga e dal vincitore del Nobel di fisica: tre scienziati & umanisti. (10)
178
un Faro vivente del Metodo: una casalinga. Lei dice che segue la tradizione ma è troppo
intelligente per farlo, a proposito del come e del perché cuocere o non cuocere. (10)
Cuocere o non cuocere una ceramica? Stiamo “facendo ceramica” oppure “facendo fare
ceramica”? Osservando bene ogni variabile, in funzione dei bisogni di una certa persona, in
un certo momento, si arriva a volte alla seguente considerazione.
Prima della cottura – il rito finale – un vaso o un gattino può riposarsi un mese su un
ripiano in cucina. Se il mese successivo si ama ancora, gli si può dare l’eternità nel forno,
oppure si può aspettare ancora un mese se non si è sicuri o se, per un motivo oscuro, si ha
paura di “cuocerlo”.
Se non si ama più “l’oggetto”, lo si posa dentro una ciotola piena d’acqua. Si vede allora
la magia dell’eterno ritorno: gattino o vaso, si torna ad essere lo stesso fango. Basta
asciugarsi un poco per diventare un altro – un vaso più rotondo, un gatto più bello, o un
cane, perché no? – per poter ripartire col piede giusto sul ciclo lunare preistorico, per
regalarsi un altro giro di giostra sul Grande Maneggio del Tempo Circolare.
Quel rinascimento, quel rito di rinascita, di rigenerazione mensile, non è riservato al
genere femminile. Può essere sgradevole all’inizio, come uno sciroppo amaro, ma dopo
qualche mese può diventare profondamente positivo, e liberatorio. Senza contare che si fa
a meno del vasaio moderno e del suo forno: una pancia cubica, che blasfemo! Lo gestisce
in esclusiva, come un prete l’altare, senza capire veramente come funziona. Per seguire
un dogma, basta avere la fede.
- Quando il mio gattino è esploso, ha detto che era colpa della bolla d’aria, e quando la mia
ciotola si è fessurata, ha alzato le spalle dicendo: «Cosa vuole, la ceramica è piena di misteri...»
Che buona scusa per un vasaio; spesso è solo un ceramista. Non può conoscere né
guidare un rito di rigenerazione; si occupa solo di oggetti, crede che sono separati dal
soggetto che gli ha creati per realizzarsi. Certi professionisti pensano sminuire un hobby
definendolo con una locuzione rivelatrice: un’attività ri-creativa. La magia della Vasaia
non è l’unico esempio ma il suo hobby è vecchio di 100.000 anni. Ecco perché bisogna
essere particolarmente prudenti quando si gioca col fuoco, la terra e l’acqua, senza
dimenticare l’aria, invisibile e determinante ad ogni stadio della magia. Bisogna essere
prudenti perché la miglior medicina può diventare un veleno se si sbaglia la dose, il
momento, la persona.
In questo campo, la cottura è sempre preoccupante. Il vasaio e l’allievo aprono la porta
del forno come fosse quella del reparto maternità: il nonno e il padre sperano che tutto
sia andato bene. Senza una preparazione specifica, senza un percorso di maturazione,
osservare un alter ego mentre si dissolve nell’acqua non porta alcuna liberazione, né
rigenerazione. Causa una forte angoscia e può provocare una crisi cardiaca. (2, 8)
Vediamo un’altra magia a base di terra e d’acqua: la lettura, inventata dal cacciatore
“preistorico” millenni prima della scrittura che segna l’inizio della “Storia”, secondo alcuni.
181
La preistoria permanente
Il Cacciatore amava certi animali perché li considerava i suoi simili. Altri erano ignorati. Gli
animali tabù erano odiati? Oggi forse si parlerebbe di specie non commestibili. Eppure, nei
supermercati del nostro mondo globale, troviamo scarafaggi caramellati, carne di cane, e
persino pezzi di maiale che qualcuno mangia crudi, essiccati nel sale.
Riflettiamo all’animale buono: l’alter ego, l’eletto, il Dio del Cacciatore, il cui Essere
garantisce il suo Essere.
In una nebbia, intravediamo il rapporto arcaico tra amare / sacrificare / mangiare il nostro
alter ego, il nostro Totem, il nostro Dio. Lo vediamo più chiaramente nel nostro
linguaggio gestuale. Lo segnalavamo in Funzioni ed usi del linguaggio tecnico. (7)
«Il dialogo, oggi simbolo di pace, è da sempre una trasposizione simbolica del
combattimento corpo a corpo. Un etologo direbbe che anche l’Uomo ha inventato un
modo di scaricare la “conflittualità intraspecifica”: un duello ritualizzato che protegge la
specie dall’autosterminio. .../... L’etimologia, come un filo di Arianna, ci aiuta a collegare
le parole .../... Un etologo segnalerebbe che simpatia-comprensione-comunicazione-
comunione-fagocitazione si esprimono in un linguaggio gestuale: la stretta di mano,
l’abbraccio, il bacio. Gli Dei dell’Amore e della Guerra, e mostri antropofagi, e soavi
spiriti, sono tuttora attivi dalle quinte del nostro teatrino quotidiano.»
Nella pratica rituale chiamata “caccia”, “uccidere” o “sacrificare” non era il contrario di “dare
la vita”, “partorire”. Era un rito equivalente compensativo, specifico di un sottogruppo umano di
sesso maschile: i cacciatori. Quel rito era probabilmente celebrato in momenti precisi, come
oggi ma per ragioni leggermente diverse. Come nelle nostre feste religiose, era probabilmente
l’occasione di festini: una esibizione di “abbondanza”, di “fertilità” senza proporzione con
esigenze alimentari. Una tale gioia & pazzia sembra legata alla soddisfazione momentanea di
un bisogno inappagabile, che bisognerà quindi ripetere ciclicamente.
S’intravede un rapporto con riti orgiastici. In descrizioni tradizionali più o meno
oniriche, si mescolano nozioni come “mangiare”, “amare”, “uccidere”. Questi fantasmi
non sembrano emergere dal mondo femminile arcaico; non sembrano più riservati al
mondo maschile.
Abramo ed altri saggi allevatori furono ascoltati perché, nel frattempo, il cacciatore-
allevatore-sacrificatore era diventato un guerriero che cacciava solo prede gloriose. Il
guerriero diventò un soldato con un salario: un mercenario che uccideva solo per
mangiare. Finalmente un uomo normale, moderno!
Più tardi, altri allevatori profetici firmarono convenzioni a Ginevra: nel 1864, nel 1906,
nel 1929, nel 1949, nel 1977... Mirabile perseveranza nel mettere un po’ d’ordine nei
sacrifici umani bellicosi. Non siamo più selvaggi ma in certi paesi, si celebrano ancora
sacrifici umani per rigenerare la Vita della Comunità. Il rito si chiama Pena di Morte.
Il rapporto tra “amare” e “uccidere” è orribilmente ovvio per chi ha letto Sade, o un
articolo di giornale su un femminicidio. Abbiamo evocato pudicamente un rapporto tra
“amare” e “mangiare” parlando del bacio. Quando va tutto bene, l’Amore presiede
ancora ai nostri riti quotidiani: i pranzi. Ma per capire il loro rapporto con il Cacciatore
preistorico, quindi per capire noi stessi, dobbiamo studiare il menu.
183
Attorno al fuoco, dell’energia è accumulata in strane batterie paleolitiche chiamate pietre.
Vengono messe nell’acqua che prende a bollire con una velocità che non deve
sorprendere: il Fuoco, nascosto nella Pietra, è entrato nella Pancia d’Acqua. Per
mantenere il bollore, basta sostituire le pile. Risultato? Non abbiamo bollito solo la
carne. Un bel giorno, o un triste giorno, si fa una scoperta: sotto le tracce di fuoco
slavate dalla pioggia, la Terra è cotta.
La Terra Cotta è più forte dell’Acqua, più forte del Fuoco.
Un giorno, una Pancia scavata nella Terra conterrà il Vaso di Terra e il Fuoco.
Molto più tardi, la Pancia sorgerà dalla Terra e la sovrasterà come un Tempio. Sarà
chiamato forno. La sua base sarà prima circolare e poi rettangolare.
Ceramica & Cucina & Architettura... Per una coscienza umana primordiale, ogni azione
umana era rituale. Quelle “tecniche” erano sequenze d’azioni simboliche convergenti in
un solo rito ontologico. La sua funzione era l’affermazione dell’Essere.
Il Rito fu diviso più tardi da osservatori non-trogloditi chiamati specialisti. (2)
Le tecniche si evolvono & i riti cambiano & viceversa. Questa considerazione ci
permette di rispondere alla domanda iniziale sulla carne grillata. Mangiarla era un tabù
perché mettere la carne dell’animale sul fuoco non era una cottura finalizzata alla sua
assimilazione, a renderlo simile mangiandolo. Al contrario, era finalizzata al far rinascere
l’animale fuori da sé, quindi senza mangiarlo. Più tardi, il rito significò garanzia di Vita
Superiore. Non era riservato agli animali; oggi quel rito è riservato agli umani.
L’incinerazione è stata commentata qui al capitolo Continuità. Un altro modo di tornare
nella Pancia Celeste era l’esposizione del corpo agli uccelli.
Non stiamo esaminando delle tecniche ritualizzate; stiamo descrivendo un rito che la visione
moderna considera come un insieme di tecniche. La Comunione non è una tecnica ma
un rito. Oggi, uno specialista potrebbe dire che l’Ostia è prodotta ritualizzando la tecnica
del panettiere. Un giorno, scriverà che l’Ostia era una piccola pizza senza pomodoro.
Pubblicherà il suo saggio in una rivista specializzata, nel secolo XXI dopo la nascita di
Nostro Signore Smartphone.
Per capire meglio il rito del Cacciatore, bisogna capire un aspetto del rito della Vasaia.
Potrebbe essere utile, per certi problemi di oggi.
Prima della creazione del Vaso, la Vasaia deve unire Terra & Acqua.
Dopo la creazione del Vaso, la Vasaia deve dividere la Terra dall’Acqua, affinché la Terra
diventi più forte. Il processo è doloroso. La perdita di Acqua si traduce in una perdita di
volume che causa tensioni, deformazioni, persino crepe. Ma è un passaggio indispensabile:
lo sanno tutti che il (vaso) neonato dev’essere diviso dall’acqua in cui è cresciuto.
Un giorno, il Vaso di Terra non fu più considerato perfetto, che significa compiuto. Fu
quindi sottomesso ad un secondo rito di passaggio: la cottura.
Prima di cuocere il Vaso, bisogna essere sicuri che sia perfettamente secco. Nessuno chiede
mai perché. Vediamo la questione da un punto di vista moderno, per quanto possibile.
Tutti dovrebbero sapere che in certi ambienti, l’acqua è un esplosivo. Se il lettore lo scopre
versando un cucchiaio d’acqua in une pentola d’olio di frittura bollente, se lo ricorderà
tutta la vita grazie alle cicatrici di bruciature.
184
Per essiccare il suo Vaso, la Creatrice, la Demiurga, non soffia sulla sua Creatura come nel
Genesi; lei si siede e aspetta. Tramite le sue mani, ha già dato al Vaso il proprio Spirito,
vale a dire il suo soffio, e la propria Anima, vale a dire il suo vento. I latinisti lo
confermano.
In inglese, anima si traduce soul. La nostra Vasaia spiega l’origine di un concetto
inafferrabile. Per certi etimologisti, soul viene dal protogermanico saiwaz, che indica acqua,
poi lago e mare. Finché la terra contiene acqua, rimane fertile e malleabile; quando viene
abbandonata dall’anima-acqua, la terra dell’abbondanza diventa un deserto sterile, mentre
il corpo d’argilla diventa rigido. Riassumendo, la nostra anima è Acqua per i Germani,
Aria per i Latini. Le due visioni sono accettate dalla saggia Vasaia: vuole evitare un’altra
guerra di religione.
Una seconda divisione dell’Acqua dalla Terra avviene all’inizio della cottura-metamorfosi.
Il fenomeno è più misterioso perché (quasi) invisibile. Quel passaggio è un guado da
attraversare lentamente. Se il fuoco non è troppo vivace all’inizio della cottura, si evita
l’esplosione del vaso di terra nel forno.
Per il ceramista, il colpevole è «La bolla d’aria! L’argilla era mal impastata.»
Per il ceramista, la rimozione della bolla d’aria è un rito di purificazione.
Tutti devono impastare il pane d’argilla come fa il ceramista: religiosamente.
Il ceramista sbaglia; il vasaio ha ragione: toglie le grosse bolle d’arie che lo disturbano, ma
solo se usa un tornio.
Per verificarlo, basta intrappolare molte bolle d’aria nell’argilla ancora fresca di dieci
oggetti; se uno solo scoppia durante la cottura, non è per colpa delle bolle d’aria.
Un vaso può esplodere a causa di un resto d’umidità; bisognava essiccarlo meglio.
- Ma il mio vaso era rimasto sul termosifone per un mese!
Dunque era secco. La materia che ha fatto esplodere il vaso nel forno è la sua acqua molecolare.
Può uscire dall’argilla solo all’inizio della cottura, quando un calore più grande spacca le sue
molecole idrate. L’acqua ne esce allo stato di vapore, lo stesso trascina un treno. Deve quindi
uscire lentamente. Più l’oggetto è spesso, più questa fase si deve prolungare. Se la cottura è
troppo rapida, se una fiamma si allunga troppo presto, si sente un’esplosione nel forno: un
tuono sotterraneo, annunciato dal lampo della fiamma.
Come descrivere il risultato? Si potrebbe dire che la terra cruda è diventata cotta. Ciascuna di
queste nozioni è oggettiva & soggettiva. Si descriverebbe meglio questo fenomeno fisico & psicologico
dicendo che il Vaso che ha resistito al Fuoco non sarà più disgregato dall’Acqua, come le ossa.
Si confonde spesso la resistenza con la resilienza, termine che viene dalla metallurgia; si adatta
bene all’arte della Vasaia. Come il ferro battuto, il vaso di terra cotta ha subìto prove
iniziatiche spaventose. Prima della cottura, era abbastanza forte per esistere. Nel forno, ha
sofferto orribilmente ma dopo una tale prova, ha provato la sua resilienza: è diventato più forte di
prima, più forte dell’Acqua, più forte del Fuoco sul quale il vaso potrà tornare per cuocere a
sua volta qualcosa nella propria pancia.
Il rito della Vasaia è circolare. La distinzione tra soggetto ed oggetto è chiara solo per
l’osservatore moderno che ignora che quel rito è un sistema. Vede solo un insieme di persone,
cose, tecniche.
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Le tecniche esistono per l’osservatore moderno perché appartiene al Sistema Moderno.
Le tecniche non esistono per la Vasaia né per il Cacciatore: appartengono al Sistema Preistorico.
Una simile relatività Soggetto-Sistema è mirabilmente illustrata da in libricino divertente e
fondamentale: Flatlandia, di Edwin A. Abbott (1884). Unisce un racconto fantastico sulla
vita in un mondo a due dimensioni & un manuale filosofico-scientifico & una
sottilissima satira della società vittoriana.
La “vaseria” era un rito femminile; è forse diventata un rito anche maschile? I torrenti si
mescolano, le acque del fiume colano in superficie, in profondità e sottoterra, come la
Storia dell’Uomo & la non-Storia della Donna.
Il ceramista non ha saputo spiegare l’esplosione di un vaso perché non ha capito una
lezione di chimica al liceo, distratto da un amico diventato archeologo. Le stesse statuine di
terracotta, scavate dallo stesso sito, sono rosse, rosa o grigi perché furono realizzate con
argille diverse, dice l’archeologo. Ne dedurrà altre stupidaggini. Se ha visto cuocere dei
gamberi, non ha osservato nulla perché disprezza l’antro delle donne: la cucina non è un
laboratorio scientifico. All’università, ha letto dei libri sulla ceramica ma, per un progetto
interdisciplinare, ha invitato l’amico ceramista; non si sa mai... L’articolo pubblicato sul
progetto è risibile perché esprime le nozioni pseudoscientifiche scarabocchiate alla lavagna
dal professore del liceo, incapace di fare vivere le scienze in attività metadisciplinari. Per
esempio la “cottura” degli “alimenti”. (1, 4, 6, 7)
Un pensiero & azione metadisciplinare caratterizza l’umanismo autentico. Lo scienziato deve
specializzarsi, e dunque dividere; l’umanista unisce ciò che è stato diviso e tenta di
esprimersi in quella Unione. Quando lo scienziato tenta un approccio interdisciplinare,
tende verso l’umanismo. Quando l’umanista fa ricorso a conoscenze scientifiche, non
tende verso le discipline scientifiche, e, se non viene inghiottito dal vortice del Tutto,
rimane un umanista. Illustriamo questa digressione sul metodo con un esempio.
Jordán Montés cita altri esperti d’arte rupestre iberica: la ricercatrice C. Olaria e gli
scopritori del disegno: A. Beltrán e J. Royo. Potrebbero accettare la nostra visione della
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“caccia” preistorica come “rito di fertilità maschile” perché interpretano il disegno come
un rito di fertilità. Altri lo chiamerebbero “Caccia al cervo con raccolta di miele
selvaggio”, senza definire questi termini né il contesto. Pensiamo che il disegno meriti un
titolo articolato: “Inno allegorico della fertilità indistinta in una società olistica”.
Il disegno può essere letto come un solo accordo musicale: delle note diverse si uniscono e
s’innalzano in un’armonia solenne e gioiosa. Vediamo, sentiamo, ascoltiamo la composizione di
un grande cervo con un albero, delle api da miele attorno ai loro nidi, varie figure umane
stilizzate e una raffigurazione di «donne incinte» (dice Juan Francisco Jordán) o di «due donne»
mentre stanno «concependo esseri umani» (precisa Carme Rosa Olaria).
Dobbiamo notare una relazione speciale tra due soggetti, benché siano chiaramente
separati nel quadro: le donne incinte sotto il cervo e, in cima all’albero, le api. Svolazzano
attorno a due favi che pendono dai rami (antropomorfi) di un albero, associato alle corna
(antropomorfe) di un grande cervo.
Jordán Montés descrive così i favi: «Due cavità ovali, dipinte in rosso, nelle quali si vedevano fino
a cinque omini minuscoli.»
In un simile contesto, se si supera il pudore vittoriano che
offusca la mente dell’Accademia, si può associare i due favi
oblunghi ai testicoli del Grande Cervo.
Tale visione conferisce a quel miele un carattere preciso, in
tema di fertilità.
La visione si precisa notando che La Higuera si trova nel paese
della corrida. Dopo la Fiesta de los toros, le macellerie espongo in
vetrina i testicoli degli animali sacrificati. Sono destinati ad un
consumo umano propiziatorio così banale che passa inosservato.
L’aumento di virilità immaginato dal Consumatore è l’equivalente
magico della fecondità femminile sognata dal Cacciatore.
Questa permanenza di un rito preistorico è degna di rispetto?
Non sappiamo giudicare, ma notiamo che altri riti simili ci arrivano dallo stesso periodo.
Assicurano una “fertilità non genitale” in quanto producono & mantengono un Essere comunità
& individuo, come fanno tutti i linguaggi. (7)
Due riti nostri fanno girare la Ruota del Tempo Circolare preistorico: la Festa sacra e il
Festival civile che ritornano fedeli, e il Canto corale. Assicurano il Ri-Nascimento perpetuo,
la continuità dell’Essere Comunità. Tempo & Fertilità sono uniti da ogni Festa e da ogni
Canto corale a beneficio della Comunità: un essere collettivo femminile, materno.
Quando diventa asfissiante, si canta a solo, o ci si allontana fischiettando. Gli uomini
fischiettano più spesso delle donne?
- Tempo e fertilità sono uniti anche dalla luna. Ma per gli uomini, funziona il canto corale ?
Funziona per tutti. Molti lavori erano accompagnati da un canto corale perché erano
vissuti come riti comunitari. Non sarebbe sorprendente scoprire che mentre costruivano
le sacre piramidi, i liberi lavoratori Egizi cantavano degli Spiritual, come gli Afroamericani
incatenati in fila per i lavori forzati sulle strade di campagna negli USA. In Italia,
ricordiamo solo il canto delle mondine. In fila, la schiena curva tutto il giorno, il loro
canto pettinava la risaia. Altrove, degli uomini ricurvi sotto il sole risalivano le colline più
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povere: con un coro di speranza, la fila di zappe apriva la terra al seme. L’estate dopo
diventavano falciatori: un coro più fiero di schiene dritte mieteva il grano.
Per il Padrone, il canto sosteneva il ritmo della catena di montaggio. Il Sindacalista
sapeva che un coro è un’assemblea potente. Il Generale si accarezzava i baffi, soddisfatto
della manovra della truppa. Mentre contemplava il suo gregge, gli occhi del Pastore del
villaggio si riempivano di lacrime alla visione mistica di quel Pane ottenuto con un lavoro
troppo sacro per lui. Gli uomini invece faticavano, spesso troppo per poter offrirsi il
lusso di un’opinione su sé stessi. Ma quando lavoravano & cantavano in coro, ciascuno
di loro si sentiva più uomo di tutti i padroni, sindacalisti, generali e curati. Forse perché,
magicamente, l’uomo che lavorava & cantava & guadagnava ogni giorno il pane quotidiano si
sentiva un po’ Dio, o un po’ donna fertile nutrice.
Di questi riti ci restano i fossili; li rispolveriamo ogni tanto. La caccia preistorica era un
rito di gruppo? Era probabilmente preceduta e seguita da canti corali ed altre espressioni
collettive, funzionali alla magia di fertilità nutrice & rinascita, con l’aiuto di sostanze psicotrope.
Oggi, i cacciatori bevono & cantano cori che vogliamo ignorare. A proposito del magico potere
del canto, unito all’assunzione di birra, vino e altre sostanze utili alla magica rinascita del
singolo & del gruppo, potremmo evocare di nuovo i concerti rock in cui i fan cantano
insieme al loro idolo, o le partite di calcio quando i tifosi intonano cori autocelebrativi e
ingiuriosi. Preferiamo le umili filastrocche infantili. Ci sembrano belle e, senza l’aiuto di altre
sostanze, la loro magia è più potente. Sono un incanto.
In Fra Martino Campanaro, tre voci si uniscono, pur diverse, e girano felici: la musica
sembra non poter fermarsi mai. Sarà per questo che Gustav Mahler l’ha utilizzata per la
sua problematica sinfonia n°1, nel terzo movimento: una marcia funebre. Triste ma
sereno, l’inverno ricorda la propria infanzia. Difatti, il primo movimento s’intitola
«Primavera senza fine». La sinfonia si conclude in un trionfo dagli accenti militari. Si
festeggia la Vittoria, ma si tratta del ritorno della Primavera o dell’arrivo in Paradiso?
Dipende dalla civilizzazione alla quale si appartiene. Mahler scelse la sua: una preistoria
romantica mescolata col mondo germanico al suo apice, alla fine dell’800. In ossequio
alla casta militare onnipresente & per opportunismo religioso e commerciale, intitolò
l’ultimo movimento «Dall’Inferno al Paradiso», con lieve sarcasmo. Infine, come mossa
di marketing, Mahler ribattezzò la sinfonia Il Titano, un nome romantico dall’odore
pangermanista. L’Essere Supremo nasce dall’Unione magica dei linguaggi: parola & musica.
La prima Sin-Fonia di Mahler è un canto corale preistorico & romantico.
Il canto solitario non è il contrario del canto corale. Così come una comunità si crea &
mantiene in un canto corale, il canto solitario crea & mantiene un Essere: l’Io Stesso.
Quell’Io evanescente ha bisogno di essere rassicurato sulla propria esistenza quando si
crede diviso dalla comunità umana e quando ha paura di essere inghiottito dal Tutto: un
mostro sociale & naturale. La magia del canto solitario – Io canto dunque sono – è l’eco
della Grande Magia: noi cantiamo quindi siamo. Così, il canto solitario può essere
considerato un rito preistorico di auto-fertilità. Il più comune s’innalza dalla doccia,
dopo lo sforzo, quando si rinasce sotto le carezze dell’Acqua.
Il Fuoco pure lui arriva dalla preistoria e offre alla comunità un’occasione di ri-unirsi.
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In semicerchio davanti al camino, ascoltiamo una voce che ricorda & unisce la famiglia
d’un racconto: diventa conoscenza comune. Siamo quello che sappiamo di noi stessi.
In cerchio attorno ad un grande fuoco, si ballava tutti insieme – non in coppia, che oscenità!
Allora la gioia esplodeva. Ma ormai, certi canti corali che vorrebbero sembrare gioiosi lo
sono raramente. Spesso suonano falso: nelle chiese, i fedeli non formano un cerchio né
un semicerchio, e il Fuoco, evocato con parole colte e metafore consumate, pare tiepido.
Tornando a La Higuera, l’associazione miele - seme maschile - ape forse trovava una “conferma
scientifica” nell’impollinazione dei fiori da parte delle api. Ricordiamo che la rosa è la più
banale metafora del sesso femminile. Un fiore visitato da un’ape, il cui pungiglione fa
venire un gonfiore, è una delle favole gentili che si raccontano ai nipotini per rispondere
alla loro domanda preferita: «nonna come nascono i bambini?»
- Ma allora a La Higuera, l’ape era mascolina, come nell’antico Egitto! Era associata al Dio Ra: il
Sole, giallo dorato come il miele, che diventa Amon-Ra quand’è nascosto, sotto terra, prima di alzarsi...
Bravo! L’aspettavo da un pezzo ma meglio tardi che mai. Tanto più che gli antichi egizi
praticavano l’apicoltura, una variante dell’allevamento di bestiame. Per le loro api, non
costruivano arnie in forma di chalet svizzeri né di capanne circolari. Scelsero uno stile
relazionato con i due nidi d’api di La Higuera a forma di... palloni di rugby. Con la stessa
terra usata dalla vespa vasaia, gli egizi modellavano un nido come quello della vespa muratore ma
più grosso. (3) Non somigliava a un vaso ma a un sigaro, o meglio a un cartiglio di geroglifici.
Quel cilindro chiuso da un nodo conteneva i semi della semantica: i segni che formano il nome
di una persona, in particolare del Faraone: Re Sole (come Luigi XIV di Francia) & Re Ape
(o Imperatore Ape come Napoleone), ma per divino che fosse, si riproduceva come un
comune mortale. Ciò conferma la doppia essenza del miele, in Egitto e a La Higuera. Senza
contare la Louisiana dove Slim Harpo scrisse e cantò un blues ripreso da B. B. King, The
Rolling Stones, The Doors, ecc. : «I’m a king bee / buzzing around your hive / Yeah, I can make
honey baby / Let me come inside.» Sono un ape re / ronzo attorno alla tua arnia / e sì che
posso fare del miele cara... Il doppio senso finale sarebbe troppo scioccante per il
pubblico vittoriano che ci legge, malgrado tutto.
Grazie, caro amico, di aver evocato il Sole. Ma quando l’Astro del Cielo emerge dalla Terra
o dal Mare, ci ricorda che per gli Egizi, ogni Dio aveva un doppio Dea, e viceversa: Re-Ape
& Regina-Ape. Un’altra coppia divina accorre in nostro aiuto: Seshat & Thoth, La Scriba &
Lo Scriba, equivalente di Ermes. Ci guidano in questo viaggio ermeneutico, fino ad una...
Conclusione?
L’incertezza sul sesso degli angeli e delle api ci fa capire che La Higuera fotografa una
battaglia in corso. Per uno spettatore come Fabrizio del Dongo a Waterloo, la situazione
è confusa e l’esito incerto.
Siamo ad una svolta nella vera Storia.
Prende forma una nuova coscienza della Magia della Vita. Dalla primordiale Unità
emergono due ruoli. Sono legati ad attributi oggi chiamati “sessuali”. La loro relazione
segue forse già una gerarchia simbolica: alto/basso. Le “api” e il “miele” sono in alto,
alla sommità del Grande Cervo-Albero; le donne incinte sono in basso, sotto il Cervo. Si
sta forse delineando una divisione sociale & religiosa Cielo/Terra? L’autore ignora la
192
data di nascita del nostro simbolismo spaziale. La cosa non gli toglie il sonno: sta
sognando al tempo in cui simili divisioni non esistevano & non esisteranno più.
Nella sua battaglia per l’uguaglianza con la donna, l’uomo nuovo preistorico fu sorretto
da diversi ideologi. Benché opposti tra loro, per esempio il Cervo e il Lupo, erano così
autorevoli che li divinizzò. Aiutato da modelli divini, usando l’energia inesauribile del suo
profondo disagio esistenziale, il maschio umano intraprese la sua scalata sociale. Durò a
lungo. Fu iscritta negli annali preistorici come la Lunga Marcia. La guerra civile
rivoluzionaria culminò con la vittoria del Patriarcato sulla Civilizzazione della Donna,
tema centrale del nostro racconto di viaggio.
Qualcuno ha detto che la Storia è finita; chi lo spera dev’essere contento del risultato.
A La Higuera, due ruoli nella fertilità umana delineano due generi distinti. Al contrario, le
specie rimangono ancora indistinte, confuse in una armonia olistica paradisiaca: umani &
animali & piante &... Ma è legittimo vedervi il caos pre-aristotelico. L’autore, un troglodita
postmoderno, assapora quel paesaggio come un cocktail: armonia & caos.
Jordán Montés segnala altre grotte con disegni che associano Cervo & raccolta del
“miele” selvaggio. Quell’unione era quindi un tema canonico. (Altri testi parlano di
“caccia” al miele.) Cita anche la descrizione fatta da Carme Olaria di un disegno rupestre
a La Roca dels Moros, nel quale delle donne circondano una cerva incinta e ballano
attorno ad un “varón itifálico”, una specie di Priapo.
- Tipica rappresentazione dello sciamano attorno al quale le donne si riuniscono.
Lei dice caro amico? Si potrebbe anche pensare alle api che svolazzano attorno al nido di
“miele” a La Higuera. Ma il disegno de La Roca dels Moros rappresenta le fasi di un rito
di fertilità, oppure i giochi preliminari di una fecondazione, o ancora un ordine sociale?
Nasce una nuova vita oppure La Vita? Il neonato è un animale o un umano, un individuo
o una comunità? Quella società si rappresenta come di questo mondo oppure si vuole
divina? Al solito, l’autore sostituisce ogni “oppure” con “&”.
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Lei invece ha proiettato sullo schermo roccioso una diapositiva vecchiotta: un totem-croce
con uno sciamano-prete attorniato da donne-beghine la cui adorazione è ambigua. Il suo
cliché, la sua istantanea di una realtà complessa in movimento come il cristianesimo, non ha
alcuna relazione attendibile col Vangelo di Cristo. Né riguarda la coscienza umana preistorica:
una visione che i Moderni considerano confusione primitiva. La fusione primordiale costituisce
l’obiettivo ideale dei mistici; è combattuta dal dogmatismo religioso, con l’aiuto recente del
nozionismo “scientifico”. La bio-logia non è il logos sulla Vita, ma una serie di belle diapositive
a colore, utili ai moderni sciamani che curano solo il corpo.
Jordán Montés e gli autori che cita sono veri esperti. Pensando agli specialisti che
credono di “descrivere l’arte rupestre” con analisi chimiche, percentuali statistiche ed
altri dati “scientifici”, segnaliamo che il geometra non “descrive” il terreno; lo misura per
conto dell’architetto: uno sognatore con i piedi per terra. Ricordiamo che il sogno ad occhi
aperti è un metodo d’indagine & divulgazione inventato da un filosofo delle scienze,
Bachelard, che lo chiamava rêverie. (Gaston era un nipote francese di zio Carl, Jung).
Per altri esempi dell’unione specifica tra Albero & Cervo & Miele & Uomo, e più in
generale tra umani, animali e piante nelle mitologie arcaiche & religioni recenti,
consigliamo la trascrizione di una conferenza straordinaria del 1915. The Origin of the Cult
of Dionysos, di James Rendel Harris (1852-1941), è disponibile su vari siti online.
Quale ipotesi, possiamo dire che l’animale rappresentato a La Higuera non è un cervo bensì
una cerva con le corna? La sua enorme pancia bianca è vuota; indica forse una potenziale
fertilità femminile? Insomma, vediamo un cervo, una cerva o un animale androgino?
Certe domande valgono più di una qualsiasi risposta. La nostra descrizione &
interpretazione tenta di analizzare senza dare definizioni troppo strette, per tradurre una non-
divisione che caratterizzava la coscienza umana primordiale.
La non-divisione perdura in molte situazioni al giorno d’oggi, ed ogni notte nei nostri sogni.
Per limitare gli effetti negativi di una divisione inesistente nella preistoria, dei riti religiosi e
civili sono ancora celebrati in molti paesi. Lo vedremo esaminando meglio il disegno iniziale.
Come già detto, sembra rappresentare solo tre
persone: un uomo, una donna e un neonato.
La mano sinistra dell’uomo e la mano destra della
donna, confuse, indicano l’unione della coppia,
motivata dalla nascita del bambino.
Il contrasto tra le parti proporzionate del disegno
e l’assoluta sproporzione delle mani esige una
spiegazione.
Decodificando il messaggio, potremo raccontare
un sogno antico.
Iniziamo dal più semplice. Braccia alzate, mani aperte... Un etnologo riconoscerebbe la
postura dell’orante: una persona che prega. Ma in un contesto preistorico, termini come
preghiera, religione, sembrano inappropriati. Mettiamo la nostra osservazione da parte,
per chi volesse indagare le origini più remote dell’orante. Per ora, una osservazione
genera una visione: quelle mani enormi, con dita simili, non sono soltanto mani.
Proviamo a sognare come questi umani, per capire loro e noi stessi.
195
Se la coda indossata dall’uomo è quella di un lupo, lui è Il Lupo, ai propri occhi e agli
occhi della donna. L’ammirazione, l’identificazione dell’uomo con un animale cacciatore è
il corollario di una forma d’amore dell’uomo per la preda dell’animale: il Cervo.
In scena, il dramma è recitato da tre, quattro o cinque personaggi? L’uomo, la donna, il
bambino... e il Lupo? Ma dov’è il Cervo, in questo disegno scandinavo?
La preda è comune, l’amore è condiviso, non siamo più in cinque, è il grande amore...
In Amore, siamo Uno.
Riusciamo a sentire, ora, che le mani enorme sono le corna del Grande Cervo?
- Non siamo a La Higuera!
Ha ragione. Ma si rilassi. Si addormenti, e guardi: ecco un paio di corna diverse.
Sono appiattite come i palmi di due mani aperte, ma
con più dita. Il disegno ci arriva dalla Scandinavia,
dove il Grande Cervo di La Higuera diventa il
Grande Alce. Le tre mani sarebbero quindi le tre
corna di due alci. Affinché due alci abbiano tre
corna, si devono unire come nel disegno.
- Ma la femmina dell’alce non ha le corna!
Se vuole a tutti i costi introdurre la sua logica in un
sogno, in una rêverie, metta in conto che tra questi
animali, è la femmina che sceglie il maschio. E per
chiudere la questione, si ricordi che il sogno è il luogo delle fusioni, che l’alce è spesso
confuso con la renna, la cui femmina porta anch’essa delle corna. Guardi il disegno; sente lo
scampanellio? Il Bambino è nato! Le renne di Mamma & Babbo Natale sono incise su
quella roccia. Tutt’attorno, s’indovinano vaste foreste di alberi di Natale, come in Palestina.
Senza il sogno, la realtà non esiste.
L’Animale trasforma un uomo e una donna in una Coppia umana: Uomo & Donna.
Viceversa, la Coppia conferisce all’animale un genere superiore, divino: Cervo & Cerva.
Lo avevamo sentito a la Higuera dove le corna, un attributo maschile nel caso del cervo,
erano accompagnate da un attributo femminile in quel contesto: un’enorme pancia
vuota, in attesa di un contenuto vitale. Quell’unione totale può essere evocata da una
formula: Uomo & Donna & Cervo & Cerva in attesa del Bambino. Se vediamo solo
elementi separati, è perché rifiutiamo di sognare. Rimaniamo alla frontiera del Paese
dell’Unione. Malgrado la magia di &, vediamo ancora specie divise e due generi sessuati
distinti, incatenati con anelli d’oro nel caso di una coppia di umani, o incollati con dello
scotch burocratico.
Il peggio è che il Bambino è sparito dalle nostre foto di matrimonio. Era il punto focale in
questa foto preistorica. Fu scattata solo per il Bambino, rappresentato logicamente da un
grosso punto rotondo, senza alcun riferimento sessuale: era un Essere superiore. Allora,
un bambino e un cerchio erano ugualmente divini. Oggi, i cerchi con una freccia o una
croce rappresentano umani divisi da un attributo sessuale. Oggi, anche i bambini sono divisi
per sesso, prima di nascere. Ma non hanno neanche un nome quando annegano nel
Mediterraneo e in una melassa narcotica di pseudo informazione & pura propaganda.
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In quel tempo, c’erano solo giochi piacevoli tra adulti, prima di una nascita. Ma quando il
Bambino appariva, si formava il cerchio di famiglia, liberamente, senza l’analisi del DNA
inventata dai pecorai per la difesa della razza. Due persone dicevano: « nostro figlio » e tutto
cambiava, e bisognava rispettare il patto inciso sulla roccia in Svezia, per sua difesa soltanto.
Era così anche in Russia, nel 1944? Nel romanzo Se non ora, quando? di Primo Levi, una
giovane partigiana ebrea, indurita dall’orrore, prese la parola una sola volta nel suo gruppo
di partigiani ebrei. Con tono di rimprovero, rivendicò la propria indipendenza erotico-
sessuale. Da lei, in Russia, l’amore era libero fino al matrimonio, in accordo con la Bibbia.
Secondo lei, ovviamente; Line non era rabbino. Altre donne sono diventate rabbine;
dovrebbero ascoltare Line, e Primo Levi, traduttore ed amico di Claude Lévi-Strauss.
In Scandinava, in una tribù preistorica, le corna dell’Alce vegliavano su una Famiglia,
come se fossero sul camino di casa di un cacciatore “moderno”. Altrove, più tardi, un
neonato sarà vegliato da un bue e un asinello. Ciò illumina ulteriormente la Unione
esaminata qui: Uomo-Lupo “cacciatore” & Cervo “cacciato”.
Le altre grotte segnalate da Jordán Montés sono vicine a La Higuera (Aragona), in un’area
che chiamiamo “ispano-catalana” per far felici tutti (e tutti infelici?) Vi sono rappresentate
altre cerve incinte. La cosa è stupefacente, se si pensa alle evidenti differenze tra Aragón,
Catalunya e Comunitat Valenciana. Tanto più che Altamira si trova su un altro pianeta, in
Euskadi. Al capitolo Labirinti, avevamo parlato della grotta di Altamira e di due famosi
bisonti rossi. Quasi nessuno nota che si tratta di una femmina di bisonte e di un feto di
bisonte dipinto su una roccia panciuta. Ma un bisonte non è un cervo, che non è un alce né
una renna o un caribù. Nessuna relazione può unire animali divisi dalle definizioni della Scienza
Moderna. La nuova Dea li chiama con nomi latini distinti affinché gli specialisti si mettano
d’accordo almeno su un punto. Utilizzare una lingua morta è il modo migliore di mettere
tutti d’accordo. Sarà per questo motivo che parole incomprensibili appaiono sugli stemmi di
stati moderni, per esempio E Pluribus Unum: «Dai molti, Uno». Uno come il Bambino della
Roccia, nato da una donna, un uomo, un lupo, un cervo, una cerva, una roccia, ...
Noi, l’autore, rifiutiamo la visione modernista fondata sulla divisione. Preferiamo osservare
gli umani come fluidi, e descrivere le loro correnti come fece un etnologo marziano
quando osservò che tutto scorre: Panta rei. Per esempio, possiamo confermare la centralità
del genere femminile in epoca preistorica & una progressiva importanza del genere maschile
ufficializzata da un mito esistenziale del secolo XIX: il Progresso. Ah ah ah!
Per capire la “preistoria”, e soprattutto per capire i disagi moderni, dovremmo abbandonare
l’espressione “rito di fertilità”. Ci viene da società ossessionate dagli organi sessuali, così utili
per allevare le pecore e dividere gli umani secondo un ordine gerarchico. Dei comportamenti
spontanei complessi furono ridotti ad espressioni sessuali, pur di reprimere con la Legge
quelli che non sembravano utili a quell’Ordine. Le metafore dei primi profeti furono
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trasformate in dogma dai pecorai del Patriarcato. Questi portatori di un sesso maschile erano
semianalfabeti perché avevano «studiato troppo o troppo poco». (10)
In una edizione futura del Genesi, i pecorai diventeranno macchinisti di locomotive a
vapore. Diranno che Dio creò il mondo durante la rivoluzione industriale e divise
l’umanità in due generi: le viti, e i dadi che li ricevono dolcemente, ma che vanno forzati
quando la loro filettatura è imperfetta.
Nell’edizione successiva, dei nerd californiani diranno che il mondo fu creato dal Verbo
digitale: divise gli umani in 0 e 1.
La Higuera ci dice che il pasto condiviso attorno al fuoco di campo o alla tovaglia del
picnic, alla tavola rotonda o attorno ad un tavolo rettangolare, seduti su una sedia o su un
tappeto – due simboli di regalità – non è un “rito gastronomico” separato da un “rito di
fertilità” e da altri riti. Questo pasto vitale, a volte chiamato Cena, è una delle forme del
Rito propiziatorio unico che crea & mantiene la comunità & l’individuo. Oggi siamo divisi
in mille modi. Per esempio dalla “nazionalità”, che ci ricorda sempre più il
Nazionalsocialismo. Siamo divisi dal “genere”, cugino della genetica che affascinava gli
scienziati pazzi del nazismo. Un detto umanista andrebbe scolpito sul frontone di tutti i
Templi e sulla porta di ogni Casa: «Prima mangiamo; poi parliamo.»
Nella preistoria, un sistema produceva & manteneva l’Essere di comunità così piccole da
essere sempre sul bordo dell’estinzione. Quel pericolo è corso oggi dalla tribù Umanista:
uomini e donne troppo occupati a dividersi su tutto per immaginare un rito utile alla loro
moltiplicazione. Dobbiamo suggerirne uno?
Riassumendo, potremmo dire che a La Higuera, una società in armonia col mondo espresse
una visione di sé stessa. Quel tema artistico fu ripreso da Picasso. Anche lui espresse una
visione della propria società. Il quadro si chiama Guernica, dal nome di una ridente
cittadina a pochi chilometri da Altamira. L’unione di tre opere, Altamira & La Higuera &
Guernica, riassume la nostra rêverie, il nostro sogno ad occhi aperti sulla nostra società la
cui disarmonia, il cui disaccordo col mondo fu codificato se non inventato da Aristotele.
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La miseria della Donna produrrà una nuova Storia o un copia incolla simmetrico? Non lo
sappiamo. Abbiamo solo segnalato l’Invidia di Lucifero per la Fertilità della Donna
“preistorica”. La Donna “moderna” ha voluto liberarsi da quell’intralcio per inseguire la
carriera del Macho Vincitore? Affari suoi. Ma se la Donna “postmoderna” non sorge presto
dalle nebbie profetiche di Virginia Woolf & Johann Wolfgang von Goethe, poveri noi!
- Che c’entrano ora Virginia Woolf e Goethe?!
Un po’ di pazienza.
Il coro cantò le più piccole vittorie per generazioni, costruendo così un passato comune,
una casa comune, una storia leggendaria. Ma la vera Storia rimase ben nascosta nei miti
eroici che abbiamo riletto qui con occhiali nuovi: raccontano la vittoria dell’Uomo sulla
Donna, nella nebbia che copre tutti i crimini di Stato.
Più tardi, nuovi profeti proposero un altro Uomo Nuovo, uno in più. Tentarono di
definirlo con tre parole, unite nelle loro intenzioni. Quel progetto naufragò in un mare di
sangue perché, ignorando la magia di &, un Tutto fu macellato in tre pezzi venduti in
comode vaschette di polistirolo:
«libertà & uguaglianza & fraternità».
Questi progetti d’Uomo Nuovo formano i capitoli di un romanzo storico a puntate.
Continua
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Splendore del cacciatore preistorico
(in Technicolor®)
La Caccia al Tesoro
I tesori sono sempre nascosti sottoterra o in una caverna. Non sappiamo perché, quindi
parleremo solo di animali, dipinti in una tiepida caverna durante l’ultima glaciazione.
Per dipingere un animale in movimento con realismo perfetto, bisogna osservarlo a lungo.
L’animale sarà “cacciato”? Non lo sappiamo, ma possiamo dire che è già stato “mangiato
con gli occhi”. Una visione abita ora l’osservatore, giorno e notte. Il sogno sarà dipinto
sulle pareti della caverna, ma se l’osservatore-sognatore e il pittore devono essere una
stessa persona, non è detto che sia il Cacciatore, che è un uomo. L’Artista dei Sogni
potrebbe essere la Signora della Caverna? Come il Cacciatore, osserva gli animali che
ammira. Senza cacciarli, li imita, diventando la Vasaia, la Filandina, la Tessitrice... Può
anche essere l’Artista?
Oggi, nell’occidente benestante, tutti i bambini sono invitati a scarabocchiare e disegnare
dalla più tenera età. Nella nuova versione di un rito magico arcaico, i nostri bambini
esprimono, affermano il proprio essere, nel proprio mondo di sogni & realtà. Le
femminucce sembrano spesso più precoci dei maschietti. Col tempo – è sempre colpa o
merito del Tempo – le differenze spariscono, o aumentano.
- Per motivi ambientali?
Forse, ma certe persone sembrano avere un talento superiore, in modo tanto indiscutibile
quanto inspiegabile. Prima che la sua scuola e il suo mondo la spengano, una femminuccia
di cinque anni può essere un’artista compiuta, come si vedrà in appendice. Il Ritratto
dell’autore è una rappresentazione simbolica e realistica di cinque personaggi e delle loro
relazioni emotive, su un tema e con una dinamica che fanno pensare a Chagall. Quel disegno
raggiunge il livello delle pitture rupestre di Altamira, Lascaux e Chauvet.
201
La Signora della Caverna non ha alcun bisogno di simili artifici; è perfettamente
soddisfatta dalla propria Magia naturalmente fertile.
Quanto alle sue “arti”, sono “artigianati”. Con una “tecnica & oggetti”, il soggetto-
artigiana non produce soltanto una immagine simbolica di Sé & molte rappresentazioni-
creazioni del proprio Essere. Ella produce anche dei“beni di prima necessità” per una
comunità. Essi diventano “l’anima visibile” della Comunità. (Grazie Lamartine!)
L’Artigiana continua così il ruolo di Creatrice-Nutrice della Signora della Caverna.
Conclusione: l’Artista & Prestigiatore di Chauvet, Lascaux e Altamira è il Cacciatore.
- Lo sapevo; il solito maschilista!
Mi faccia finire, per favore. Ha sentito parlare di Artemide, Dea della Caccia? I Romani
la chiamavano Diana Cacciatrice; sarebbe più giusto chiamarla Dea Cacciatore, ma
procediamo per tappe.
Nelle questioni che riguardano il genere di un umano, la realtà sociale può essere diversa dalla
realtà biologica. Inoltre, le visioni religiosi precedono i progetti socio-politici. Ogni comunità tenta
d’influenzare & incanalare le preferenze erotiche degli individui, brandendo argomenti
discutibili. Le più alte autorità culturali – religiose o civili che siano – contrappongono una
“scelta contronatura” (quindi una scelta culturale) a una “scelta naturale” (contraddizione). Si
può sorridere, se si ama la logica, o piangere se, come Camus, si preferiscono gli umani.
Limitare le preferenze erotiche alla scelta di un genere è una generalizzazione ridicola.
Ma ignorando gli altri criteri – età, aspetto, ecc. – , tra quanti generi potremmo scegliere?
La distinzione maschile oppure femminile suggerisce solo due generi possibili. Ecco un’altra
struttura binaria dalla quale sembra impossibile sfuggire; un altro dia-bolico di-lemma, simile a
cotto oppure crudo dal quale ci ha salvati poc’anzi il profeta Lévi-Strauss.
Intanto, si parla molto di un terzo genere. Appare nella mitologia e nella filosofia greca
come l’Ermafrodite o l’Androgino. È anche una realtà sociale che presenta a volte aspetti
biologici: maschile & femminile. Ogni Dio egizio era anche Dea e viceversa. La nostra
civilizzazione ha fatto di tutto per nasconderlo; la lingua inglese ce lo ricorda ogni giorno
col pronome personale della terza persona “it”. Non indica necessariamente un oggetto;
un inglese lo usa anche per un essere divino: il neonato. “It” non è “neutro”, come ci
hanno insegnato a scuola, bensì androgino, come molti animali e piante. In inglese, il
mare e il vento non sono rispettivamente maschile e femminile: entrambi hanno il
temperamento di Padre & Madre, quindi sono indicati con “it”: il terzo genere. Per un
inglese tuttavia, certi oggetti hanno un genere solo. Per esempio, ogni barca è femmina,
indicata con “she”, ma sarebbe più giusto dire madre. I marinai sanno perché.
Esiste un quarto genere? Lo troviamo nel rifiuto della divisione per genere: «Non penso
al sesso, quindi sono.» Una tale condizione riguarda gli angeli e la prima infanzia. Nell’età
adulta, può trattarsi di una scelta consapevole: la liberazione da un condizionamento
sociale «pieno di rumore e furore, che non significa nulla». Quella scelta può costituire
una breve vacanza. Il quarto genere torna normalmente ad essere una condizione
permanente positiva, in una serena quarta età che ha la saggezza, a volte, di non
atteggiarsi a modello di saggezza.
202
Artemide ieri & oggi
Molte femministe si riconoscono in Artemide; altre in Medea. Quest’ultima è l’Orrore in
persona. Dobbiamo liberarcene subito.
Nei capitoli precedenti, abbiamo visto che Medea, che sembra ribellarsi al sistema, è
invece un pilastro del Patriarcato, una sua infrastruttura: rafforza il sistema dall’interno,
generando anticorpi antifemministi, come se il Patriarcato fosse un corpo sano. Il
femminismo è un cancro? Sono in molti a pensarlo. I maschilisti sono i migliori alleati di
Medea. Manipola i macho e provoca gli uomini, a suo piacere diabolico. Ne ha bisogno
per giustificarsi, per poter usare i propri figli come ostaggi ed estorcere denaro oltre il
legittimo, con l’aiuto dei tribunali: la Giustizia deve compensare le ingiustizie che lascia
commettere ai maschilisti. Ma i soldi non sono la motivazione primaria di Medea.
Avvelenando i figli di baci sonori e menzogne sussurrate, Medea li distrugge
psicologicamente per vendicarsi del padre biologico. Nel suo delirio, si prende per
un’amazzone in guerra contro il Padre archetipale. Come molti uomini e donne,
confonde il padre col Patriarcato. Offre così un contributo al successo di un derby – Uomini
contro Donne – che non si gioca solo la Domenica.
Possiamo descrivere i comportamenti criminali di Medea & le loro conseguenze sulle principali
vittime, i suoi figli, come un sistema di due sistemi, due “sindrome”: MMS & SAP, vale a
dire la Sindrome della Madre Malevola (Malicious Mother Syndrome) & la Sindrome da
Alienazione genitoriale o Parentale (Parental Alienation Syndrome). Medea agisce anche
nelle quinte della Sindrome di Münchhausen per Procura. Abbiamo riunito questi contenuti in
un solo termine: medeismo.
In questo campo, la ricerca “scientifica” sembra ostacolata da forze oscure. Tanto più che in
certi casi, Medea è un uomo, o meglio un macho. Per cui abbiamo scritto altrove che il
cancro della nostra società dovrebbe chiamarsi machismo-medeismo. Si tratta di un sistema chiuso;
si nutre di sé stesso. Per non incoraggiare il derby Uomini contro Donne, il machismo
dovrebbe essere combattuti solo dagli uomini, il medeismo solo dalle donne. (12)
Medea è una maga, una prestidigitatrice. D’un gesto, trasforma il suo bastone nero in un
foulard di seta colorata. L’incantesimo funziona su parenti, amici, vicini, e sulle autorità.
Quando scoprono l’inganno, è troppo tardi. Allora tacciono. I più colpevoli scrivono
rapporti legali o scientifici; parlano del foulard di seta ma non hanno visto nessun bastone.
Nascondono il Silenzio sotto un linguaggio tecnico. (7)
Dal Tribunale per Minorenni, il dibattito si sposta al talk show: il campo di battaglia
preferito degli specialisti. Per la gioia dei tifosi, le aste di bandiere pseudo-femministe
incrociano i manganelli maschilisti. Le loro armi ricadono insieme sui bambini.
Nessun arbitro sembra poter fermare quel gioco al massacro: è il gioco di prestigio della
Maga. Non funziona solo su migliaia di famiglie; ipnotizza l’intera nostra società, che
Medea avvelena coi suoi filtri. (B)
Artemide invece è sincera. Non è una donna lucidamente pazza ma una Dea, una grande
Dea. Qual è il suo ruolo sociale? Nella grande tenuta Patriarcale, Artemide gestisce le
aree boschive. Guardiana e Buttafuori, decide quale donna può entrare nel suo parco
naturale e quale ne deve essere espulsa come una Eva qualsiasi.
203
Artemide è una Dea molto speciale: pur essendo donna, si comporta come un uomo.
Caccia nella mitologia come il Cacciatore nella preistoria, per lo stesso scopo: quella
forma di fertilità le sembra perfettamente conveniente.
La Dea Cacciatore aveva deciso di rimanere vergine? Se ne può dubitare. Forse,
costatando che, come altri umani, non generava alcuna vita nuova, ne adottò l’attività
specifica: la Caccia.
Dopo tutto, la scoperta della fertilità maschile si accompagnò necessariamente con la
scoperta della infertilità di certe donne: un nuovo dramma. Fu affrontato con nuovi
espedienti, tra cui il ricorso alla Dea Madre. Fu il motivo della sua invenzione?
Accettando il proprio stato, Artemide pretendeva l’astinenza dalle sue ancelle, le Ninfe.
Ovidio racconta la sua collera scoprendo che Callisto, la sua ancella più bella, era incita.
Era stata sedotta dal padre di Artemide: Zeus.
- Ancora Zeus?!
Sì. Callisto fu punita. Dovette lasciare le care compagne. Vagò per il mondo, dopo essere
stata trasformata in orsa da Artemide, o da Zeus, o dalla moglie gelosa Hera, nelle varie
versioni. Tutte concordano su un punto: non fu trasformata in una scrofa né in una
cagna, a volte simbolo dispregiativo di fertilità e promiscuità, ma in una orsa.
Quell’animale era caro ad Artemide, quasi quanto il cervo; non vi era dunque alcun
intento dispregiativo in quella scelta, che merita una spiegazione.
204
Per gli orsi bianchi il dubbio rimaneva, “quindi” fu deciso un esperimento scientifico con
quattro orsi bianchi e dei tamponi periodici usati. L’esito positivo fu attenuato da una
considerazione: gli orsi polari erano affamati. A causa dello scioglimento dei ghiacci? Certi
scienziati sono femministi: la Colpa non è più attribuita alla Donna Impura ma al CO2. (11)
Paura telecomandata o sogno segreto? Fake news o mito? La risposta è semplice: &.
207
26-09-2021
In La Pesanteur et la Grâce, Simone Weil scrisse: «Dio non può essere presente nel creato
che sotto forma di assenza.»
L’autore legge oggi quel pensiero di una intellettuale & operaia & militante sindacalista &
partigiana antinazista & filosofa & umanista & mistica cristiana senza Dio né Dea: una Donna,
la seconda che incontra quest’anno dopo la più umana Natalia Ginzburg che scrisse Le
piccole virtù. È una buona annata. Ha persino incontrato un Uomo, seppellito dai librai negli
scaffali Scrittori cristiani o Romanzi di spionaggio: Graham Greene. Altrove, un secondo
Uomo chiamato Primo Levi era inchiodato su una Stella di Davide barrata da una fascetta
nera: “Scrittore della Shoah”, parola ebraica che si traduce Nakba in arabo: catastrofe.
Chiudiamo il cerchio di questa note, forse di questo diario di viaggio, con Simone Weil:
«Uno spirito racchiuso nel linguaggio è in prigione.»
Come la magia della Donna che lo ispira, la magia del Cacciatore è a base di sangue.
Il nuovo rito era celebrato ogni mese? O più raramente, come il parto della Donna?
Nella preistoria, il Cacciatore vegetariano caccia, ha bisogno di cacciare. La Donna è.
Non ha alcun bisogno di prova ontologica. La Vasaia fa il suo Vaso mensile come
aggiunge legna nel camino, affinché il Fuoco del Tempio continui a bruciare.
Cherchez la femme!
Quell’indagine è La Recherche di Virginia Woolf, che ha letto Proust attentamente e non ama
Freud perché le sue interpretazioni semplificano troppo, dice in un saggio. Due anni dopo
aver scritto Mrs Dalloway in uno stile diretto, traccia il ritratto del suo contrario, Mrs Ramsay,
in un romanzo interamente scritto in chiave simbolica.
Il lettore inglese era allenato ai doppi sensi, agli indovinelli, agli enigmi, ma pochi
avevano colto la ricca complessità di una “favola per bambini”: Alice nel Paese delle
Meraviglie di Lewis Carroll. Il tesoro fu scoperto un secolo dopo nelle edizioni curate da
uno scrittore di libri divulgativi scientifici: Martin Gardner.
208
A prima vista, anche Verso il Faro si presenta come un tranquillo racconto: una bella
famiglia della borghesia intellettuale di Londra, in vacanza al mare con amici...
L’indicibile vittoriano appare in filigrana in Alice, ma è taciuto nelle note di Gardner che
non era cieco. Tra le righe, Virginia Woolf sembra alludere a questioni molto personali.
Offre al lettore degli indizi evanescenti e dei simboli più o meno ermetici. Li offre forse
anche a sé stessa, inconsciamente.
La Signora Ramsay è amata e ammirata da una sua giovane protetta che non la considera
tuttavia come un modello esistenziale. Lily Briscoe è un’artista. All’inizio del romanzo,
prova a dipingere la Signora Ramsay, alla finestra col piccolo James che sognava di
andare al Faro.
Dieci anni dopo, alla fine del romanzo, una Lily Briscoe appassita e sola riprende quel
progetto abbandonato ma dipinge solo «un tentativo di qualcosa.»
Lo stesso giorno, il Signor Ramsay organizza finalmente la gita in barca fino al Faro. Porta
James, che non ha più nessuna voglia di andarci, e la sorella Cam. James la crede sua alleata
contro le «ali nere» e il «duro becco» del padre; sogna d’eliminarlo d’una coltellata al cuore
mentre Cam, al contrario, ama e ammira suo padre.
Nel romanzo come nel corso della Storia, la Civilizzazione della Donna e il Patriarcato si
sovrappongono, generando tensioni sociali, contraddizioni personali intime, drammi e
tragedie famigliari.
La sorella di Virginia Woolf è una pittrice, come Lily Briscoe che rimugina spesso un
commento degli uomini: «le donne non sanno dipingere, non sanno scrivere». Eppure Lily Briscoe
non scrive.
209
Alla fine del romanzo, Lily e Virginia hanno almeno tre punti in comune: alla stessa età,
entrambi dubitano del proprio talento e soffrono di un blocco sessuale. Le violenze sessuali
subite dalla piccola Virginia in ambito famigliare sono note.
Nella scena finale, di una densità estrema, Lily Briscoe dipinge nella sua nebbia, in
presenza di un uomo anziano. La casa è vuota. L’Ombra della Luce essendo sparita dalla
scalinata, Lily può ammettere ormai che è gelosa della Signora Ramsay e attratta dal Signor
Ramsay. Ha appena ceduto al proprio desiderio, in pensiero:
«Qualunque cosa avesse voluto dargli, quando la lasciò questa mattina, glielo aveva dato
finalmente. “È sbarcato” disse a voce alta. “È finito.” Allora, ergendosi, sbuffando un poco, il
vecchio Mr Carmichael stette a suo fianco, con l’aria di un vecchio Dio pagano, arruffato,
con alghe nei suoi capelli e il tridente …/… in mano».
Ci sono conclusioni aperte; le ultime parole del romanzo lo chiudono a chiave per sempre.
Dopo il tocco finale, o stoccata che sia nel duello con sé stessa, una Lily esaurita posa il
pennello e dice «I have had my vision»: ho avuto la mia visione.
È un’illusione e una menzogna, il contrario della visione conquistatrice del Cacciatore preistorico:
la sua pittura su roccia non è sfocata e non vuole uccidere nessuno, né tanto meno suicidarsi.
La Storia del Patriarcato precede i tempi biblici. Il Cacciatore preistorico diventerà Eroe e
trionferà della Dea. Nostra Signora Ramsay muore «abbastanza improvvisamente» nel mezzo del
romanzo, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, senza smettere di proiettare la sua luce su
una piccola società d’intellettuali vittoriani, con l’intermittenza di un faro.
210
To the Lighthouse fu scritto subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Lungo le pagine che
scorrono calme, ogni personaggio osserva gli altri e sé stesso con frasi che si allungano in
spirali sinuose: i mulinelli di un fiume tranquillo nascono da ostacoli profondi e possono
inghiottire chi vi si abbandona.
Troppo cosciente della miseria degli uomini, delle donne e del mondo in 1941, Virginia
Woolf decide di mettere fine al proprio dolore. Si riempie le tasche di sassi prima di
entrare in un fiume dalle acque immobili. Fredda determinazione a dissolversi & vago
desiderio di rinascere, altra o altrove... come nel nostro gioco a base di terra & acqua.
L’Acqua era al centro della Civilizzazione della Donna. Abbiamo visto la Sua caverna al
capitolo Labirinti: una pancia di roccia dove una pozzanghera d’acqua era il Suo specchio
magico, al bagliore rosso di una torcia che il Cacciatore Artista utilizzava per... Flash!
Il cacciatore d’immagini
Dopo aver osservato la sua preda, la immobilizza con un’arma magica, silenziosa come
lui. Poi il cacciatore entra nella sua caverna dove, al bagliore rosso di una torcia, la fa
rinascere nell’acqua e la contempla, sulla carta.
FINE
211
Postfazione di
Virginia Woolf & Antonio Machado
Domenica 2-02-2020.
Dedicato ai miei vicini di fronte, dall’altra parte della strada: Lina Ben Mhenni & Mohamed Bouazizi
212
QUIZ a scelta multipla
Verifica delle conoscenze acquisite nel corso Nostra Signora Dea & Il femminicidio degli Eroi
Livello 1
(Guida turistica professionale in Sardegna e nelle altre Repubbliche Mediterranee)
N.B. Le domande portano su monumenti non studiati durante il corso ma di categoria simile.
In caso di bocciatura, non si accetteranno reclami né ci sarà alcun rimborso.
Fortificazione dell’età del bronzo, con pozzo d’acqua per
resistere durante l’assedio, utile anche in tempo di pace.
Tempio, simile a Göbekli Tepe. (Rif. C) OK
Bacino lustrale-labirinto in un tempio-palazzo. (Rif. D) OK
Pozzo sacro, diverso da quelli sardi, bulgari, ecc. (Rif. H) OK
Luogo dei riti femminili relativi al parto. OK
Non lo so. OK
Altro? Non lo so ma ci sto pensando. L’aspetto più
importante è l’assenza di angoli e linee rette, come nel
labirinto primordiale ispirato dall’anatomia femminile.
OK
Sul perimetro esterno invece...
Nella Mancia dove vagava Don Chisciotte, questa è l’isola
governata da “Sancho Panza”: la Grande Pancia.
“Motilla” del Azuer (Castilla-La Mancha) OLÉ!!!
Aiutino! La prima definizione proposta, pur essendo ufficiale, è sempre sbagliata. Perché?
Le definizioni ufficiali non sono redatte da specialisti, archeologi o intellettuali.
Le definizioni ufficiali sono redatte da specialisti, archeologi o intellettuali.
Le definizioni ufficiali sono redatte da ragazzini che leggono troppe storie di castelli, eroi e giganti. OK
Non lo so.
Altro? Come detto nel corso, “comprano i polli al supermercato” quindi non sanno che il
guscio dell’uovo è un tempio di pietra che la madre costruisce attorno ai suoi figli per farli
OK
nascere. Per farli ri-nascere da grandi, il guscio è logicamente più grande.
Verdetto dell’Inquisitore e timbro-firma.
Bravissima! Promossa.
213
La prova
La foto, scattata il 7 gennaio 2017, dimostra la veridicità – la Verità! – della circostanza che
spinse l’autore alla gita in Grecia via Malta, di cui parla al capitolo Siesta su un low cost:
«Prima la neve sulle mie arance! Mai vista tanta così ai piedi di Mamma Etna... niente potatura degli
ulivi... va be’, una vacanza...»
Uno degli aranci è in primo piano a destra; la casetta blu è quella di cui si parla altrove.
Il Mediterraneo si può solo immaginare davanti alla casetta, come Mamma Etna sotto il
tutto.
Ci sono anche due fichi d’India: contro il muro e in primo piano a sinistra. Costituiscono
un’ulteriore prova che non siamo sulle Alpi. Invitiamo San Tommaso a toccarli con
mano; vedrà la Luce!, sentendo le spine.
Allora, un più vasto orizzonte si aprirà ai suoi occhi. Capirà, grazie ad una misteriosa
proprietà transitiva, che tutto quanto scritto qui è rigorosamente esatto, modestamente.
Tuttavia, certi accademici colleghi di San Tommaso rimangono refrattari a questo credo
perché secondo loro, uno stile spensierato non può essere associato alla riscoperta di
conoscenze fondamentali.
Dobbiamo quindi concludere con la saggezza di Salomone. In una società equilibrata, i
due atteggiamenti sono necessari: il sorriso malizioso usato qui per svelare antiche verità,
e la cravatta inamidata esibita da altri per ribadire impunemente vecchie stupidate.
214
Ritratto dell’autore
L’Amore con la A maiuscola
non è corrisposto, eppure è felice.
(Pensiero 333/Z/148)
L’unico ritratto ufficiale dell’autore è un capolavoro di Olivia, 5 anni, Oli per gli amici.
Insieme a papa e mamma nascosti in robusti simboli, rappresentò sé stessa e il fratellino
Leonardo (Leo) mentre gli scappava... insomma, si vede ma c’est pas grave, non fa niente,
disse col suo accento di Provenza.
Quel giorno, la pioggia
aveva interrotto la raccolta
delle olive. Gli storici del
clima possono verificare:
era il lunedì 16 ottobre
2015, un anno e tre mesi
prima del viaggio
raccontato qui.
Desidero ringraziare il Prof. Massimo Cacciari, il Prof. Marcel Otte e il Prof. Sebastiano
Tusa per le citazioni, autorizzate con parole d’incoraggiamento.
Ringrazio Sony-ATV per la cortesia con la quale hanno subito concesso la citazione
tratta da Shape of my heart di Sting & Dominic Miller.
Non ringrazio l’agente letterario di Stephen King. Incapace di darmi il nome dell’editore
titolare dei diritti di The Shining, mi ha ordinato di rimuovere la citazione. L’ho mantenuta
perché ha così confermato quanto Stephen King ha scritto a proposito di agenti letterari.
Ringrazio la Prof.ssa Maria Bonghi Jovino, l’illustre etruscologa, per le gentili valutazioni;
mi spingono a proseguire nella mia opera di stimolo alle istituzioni accademiche.
Ringrazio anche la Dr Marylène Patou-Mathis, del CNRS (Francia), Responsabile
dell’équipe “Comportamenti dei Neandertaliani e degli Uomini anatomicamente moderni
ricollocati nel loro contesto paleoecologico”. Ho appena scoperto l’esistenza di un suo
testo divulgativo: Préhistoire de la violence et de la guerre. Il poco che ne so per ora conferma
una visione fondamentale alla base del mio testo, e il poco che lei sapeva del mio testo ha
motivato un primo commento positivo.
Nello stesso modo, ringrazio Patrick Ferryn, Daniela Orlando, Daniela Rossini, Nicolò
Santilli, Patrizia Schettini-Natrella, Daniela Thomas e Paolo Alberto Valenti per dei
commenti utili.
Gran parte della mia riconoscenza va riservata a Mike Andolfo, Marie Bolliand e Daniella
Conti per le loro correzioni alla prima versione inglese, francese e italiana. Un
ringraziamento speciale a Tucker Zimmerman; avendolo informato che era citato come
poeta & compositore di Oregon, ha spontaneamente revisionato il testo inglese, per spianare
le bugne del cammino – disse – che rallentano il lettore. Da allora, ho aggiunto testo e bugne.
Il Prof. Salvatore Arcidiacono di Catania è stato una fonte d’informazione preziosa per il
Bonus Track 4: L’Ombelico & l’Acanto. In una conferenza per la presentazione del suo
libro Etnobotanica Etnea, ho incontrato per la prima volta il fiore dell’acanto. Fu
fondamentale per spiegare il successo millenario della foglia d’acanto, che mi aveva
sempre lasciato perplesso.
Ringrazio il Prof. Franco Crevatin della Università di Trieste, per una conferma
illuminante per me; è citata e lungamente commentata nel Bonus Track 7: Continuità.
218
Spunti & strumenti per approfondire & sviluppare
Nuovi oggetti per l’ermeneutica
Mnajdra e Stonehenge
Cosa?! Anche Mnajdra è un “osservatorio solare”?! Come Stonehenge?!
Occidente, uccidere, cadere: stessa etimologia.
Intermezzo: La Prima Fata.
Il Palazzo della Prima Fata
Mito-Logica & Magia-Logica
Rallentare: lavori Mito-Magici in corso.
L’Arte è Magia
Due piccoli errori
Altri Templi, stesso Tempo Circolare.
Tomba a cerchio A. Tomba a cerchio B. Sepolcro di Clitemnestra. (Micene)
Göbekli Tepe (Turchia)
Labirinti
La Porta
Una chiesa cattolica? È La Gigante di Baudelaire & Juliette
Uno scandalo ben più grande: Ulisse
Risposta alla domanda dell’Avvocato del Diavolo
Ipotesi parallela - Un utensile e una tecnica neolitica di taglio della pietra
La sacra Geometria del caso»
Meditazioni di un pellegrino per Caso & Necessità
Sogno ad occhi aperti
Metodo
Visione
Di teorici e sperimentatori
Metafora, parabola, mito.
Menzogne storiche & omissioni
Compito a casa
«Matriarcato» ? Una cavolata a-sso-lu-ta!
Medea
Di palle e uomini
La Magia Bianca di Leggenda
Le perle e La Collana
Tre citazioni & Un calligramma della Sibilla di Delfi
Siesta su un low cost
Weakly Leaks – Trascrizione da registrazione
Nota finale dell’autore
13 bonus track
Postfazione di Virginia Woolf & Antonio Machado
Quiz a scelta multipla
La prova
Ritratto dell’autore
Ringraziamenti
Riferimenti
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L’autore
Jean Santilli sa leggere e scrivere. Certi leggono e scrivono libri; lui legge le persone, le
loro abitudini, i loro oggetti, poi ne parla, per iscritto. La sua penna manca
d’immaginazione; non esce dalle caselle predisposte: fiction, non-fiction letteraria, saggi.
Vagabondo in pantofole, usa solo i dialetti di casa sua: l’italiano, il francese e l’inglese. Lo
spagnolo è riservato a parole d’amore somiglianti a poemi. Non scriverà il proprio
epitaffio, avendo adottato quello di La Fontaine: «Jean s’en alla comme il était venu... ecc.»
Dopo essersi laureato in lingua e letteratura inglese e nordamericana all’Università Lyon II
(Francia), insegna per due semestri come lecturer presso il dipartimento d’inglese della
California State University San José. Avendo rapidamente fatto il giro della questione
accademica in due paesi, si trasferisce in Italia. A Urbino, città natale di Raffaello,
intraprende il proprio piccolo “rinascimento” creando un centro di ricerca & formazione
per docenti ed educatori. Il LaV-Oratorio Metadisciplinare si rivolgeva al grande
pubblico col nome di Club Ceramica Selvaggia. La sua azione era ampliata da una casa
editrice interna: Edizioni “Terra & ...” (testi e video in cinque lingue, distribuiti dalla rete
europea del Club).
Il Club Ceramica Selvaggia si è evoluto, diventando una rete conversazionale mondiale
impegnata in attività educative, sociali e culturali di tipo profit & non profit.
Tale esperienza fu riassunta in un saggio particolarmente rilevante qui: The Oregon Vision
– An Educational Approach to the New Frontier. Il manoscritto fu registrato dalla National
Library dello Stato dell’Oregon con i ringraziamenti del Governatore, dopo che fosse
stato spedito alla Casa Bianca (in 2009).
Qualche altra pubblicazione. Vedere la pagina dell’autore su un sito accademico di
San Francisco https://independent.academia.edu/JeanSantilli
Ultima revisione 1.10.2022 dedicata a una Signora che compie 103 anni oggi.