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I RAGIONEVOLI DUBBI SULL'APPROVVIGIONAMENTO

Nel 2007 la Regione Puglia commissionava all'Universit di Bari uno studio sulla disponibilit di biomasse a fini energetici nella nostra regione. Ci si chiedeva quanto combustibile ci fosse per alimentare centrali a biomassa e, di conseguenza, quanti Megawatt fosse possibile installare oltre gli impianti esistenti. Dall'attenta lettura di questo studio (Studio per la valorizzazione energetica di biomasse agroforestali nella Regione Puglia) si evince che dalle disponibilit di biomasse presenti nella provincia di Bari possibile alimentare un totale di 22 MW (Tab. 1).

Ma il medesimo studio evidenzia come nella stessa provincia sono installati gi 40 MW e sono in via di installazione (fra cui anche Santeramo) altri 265 MW!!! (Tab. 2).

Questa era la situazione nel 2007, oggi sappiamo che le cose si sono evolute, e che la richiesta di nuove installazioni aumentata, basta vedere i dati di TERNA che parlano di richieste per quasi 500 MW in provincia di Bari e di 33 nuovi impianti in Puglia. Alla luce di questi dati oggettivi che evidenziano l'insostenibilit di approvvigionamento da sole biomasse di origine agricola, ci sorge un inquietante dubbio:

cosa brucer questa centrale?

Problematiche ambientali e sanitarie derivanti dalluso di biomasse quali fonti di energia


Dr. Federico Valerio - Chimico Ambientale - Istituto Nazionale Ricerca Cancro, Genova

Nella letteratura scientifica internazionale si osserva un crescente interesse allinquinamento dellaria indotto dalluso energetico di biomasse. Ad esempio, lo studio condotto da P. Molnar ha evidenziato che le famiglie svedesi che utilizzavano legna per il loro riscaldamento domestico avevano una maggiore esposizione personale a zinco, rame, piombo e manganese. Altri studi condotti su popolazioni esposte alle emissioni da combustione di biomasse in paesi avanzati evidenziavano effetti sullasma e sulla funzionalit respiratoria. Un altro studio segnala come l'esposizione a fumi derivanti dalla combustione di biomasse genera una concentrazione corporea di benzene e 1-3 butadiene. Si tratta di due potenti cancerogeni riconosciuti pericolosi per la salute umana. Il benzo(a)pirene e altri idrocarburi policiclici aromatici sono composti cancerogeni che si producono durante le combustioni di biomasse. Uno studio condotto in Canada evidenzia nelle donne esposte ai prodotti di combustione di carbone e legna un significativo aumento di tumore polmonare . Tutti questi studi, effettuati su impianti di riscaldamento a legna ad uso domestico, evidenziano un problema generale delle biomasse: la loro combustione produce, inevitabilmente, numerosi composti tossici e grandi quantit di polveri fini ed ultrafini. A nostro avviso, non bisogna trascurare il fatto che le biomasse che saranno usate come combustibile, anche dopo depurazione dei fumi prodotti, provocheranno limmissione nellambiente di quantit non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili ed ultra sottili, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, diossine..) con effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta. E nel bilancio ambientale, occorre sommare anche le emissioni prodotte dal traffico pesante indotto , ovvero tutti gli automezzi necessari per i conferimenti di biomasse e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri. Delle emissioni di polveri fini ed ultrafini , di ossidi di azoto, di policiclici aromatici di diverse decine di mezzi pesanti al giorno, lungo tutto il percorso che giornalmente dovranno coprire, spesso non si trova traccia nei documenti autorizzativi. Nella progettazione spesso si ignora il fatto che gli inquinanti, immessi direttamente e indirettamente nellambiente dallattivit della centrale (in particolare ossidi di azoto e ozono) possono, in modo rilevante, ridurre la produzione agricola e laccumulo nellecosistema di composti persistenti (metalli, policiclici, diossine), prodotti dalla combustione, potrebbe essere incompatibile con gli obiettivi di una produzione agricola ed alimentare di alta qualit. Altro problema critico il livello di tossicit delle ceneri ed in particolare delle ceneri volanti raccolte dagli impianti di depurazione dei fumi. Ricordiamo che il contenuto di cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio delle ceneri volanti derivanti dalla combustione di legname (quercia, faggio, abete) superiore a quella riscontrabile nelle ceneri prodotte dalla combustione di carbone. A nostro avviso giustificata lopposizione alla realizzazione di questi impianti sia da parte delle comunit interessate, sia, spesso dei loro rappresentanti, in quanto le centrali a biomasse proposte non sono assolutamente una scelta obbligata, n tantomeno una scelta strategica allo sviluppo del Paese. Molti dei problemi ambientali e sanitari indotti dal loro esercizio potrebbero essere evitati o fortemente ridotti, se al posto della combustione delle biomasse venisse realizzato un diverso impianto per la produzione di energia da biomasse (ad esempio trattamento anaerobico delle biomasse con produzione di biogas e compost), con una capacit di trattamento idonea alla produzione locale degli scarti agricoli e di allevamento e degli scarti biodegradabili dei rifiuti urbani, raccolti con una opportuna separazione alla fonte.

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