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Lavvocato penalista nella societ civile LUnione delle Camere Penali Italiane ha deliberato lastensione dalle udienze e da ogni

altra attivit giudiziaria nel settore penale nei giorni dal 14 al 18 novembre inclusi. A tale astensione ha aderito anche la Camera Penale di Prato. Di tale iniziativa si cercato di dare diffusione a livello nazionale, nellintento che i cittadini, tutti, potessero essere sensibilizzati in ordine ai problemi che da tanto tempo affliggono il settore della giustizia penale e che, da non meno tempo, indeboliscono il ruolo, lutilit, la dignit e, quindi, limmagine degli avvocati penalisti. Premessa questa finalit, ci si , per, interrogati su quale fosse il giusto modo di porre la questione a persone che, del mondo giudiziario, hanno una visione soltanto parziale, da non addetti ai lavori: coloro che si trovano ad avere la necessit di ricorrere ad un difensore perch sottoposti ad un procedimento penale, cos come coloro che ne hanno necessit per dare inizio ad un procedimento penale ritenendosi vittime di un reato, o coloro che si trovano ad essere coinvolti, a vario titolo, nelle vicende penali che riguardano altre persone o che, ancora, di talune vicende conoscono soltanto limmagine deformata che ne viene data, sempre pi spesso, dal circo mediatico dei processi celebrati in televisione. Ebbene, il modo giusto necessariamente quello della chiarezza in ordine ad ogni profilo, anche laddove si tratti di ammettere mancanze attribuibili alla nostra categoria. Va precisato, innanzi tutto, che lastensione non stata proclamata per ragioni politiche, per solidariet o avversione ad una parte politica piuttosto che ad unaltra, per ragioni corporative o, ancor meno, per ragioni di interesse economico: lastensione stata indetta perch da troppo tempo, inutilmente, gli aderenti alle Camere Penali Italiane si battono perch la figura dellavvocato incarni realmente, nella societ civile, il fondamentale e tanto onorevole ruolo che da sempre le spetta allinterno di ogni stato di diritto, ancor prima che nella Costituzione repubblicana. Tempo addietro taluno si premurava e se ne serba gradito ricordo di far riflettere chi si accingeva ad entrare nel mondo della professione forense sullinsegnamento del difensore per antonomasia Carnelutti secondo il quale lavvocato, in quanto ad vocatus, ossia chiamato in aiuto, ha il compito di fornire assistenza, morale oltre che tecnica, a tutti coloro che ne hanno bisogno, siano essi accusati o accusatori. Ma immediatamente evidente che una funzione di tale spessore pareva riferibile agli avvocati di una volta, mentre essa risulta sempre pi difficilmente individuabile nella maggior parte di coloro che attualmente svolgono, o cercano di svolgere, la nostra professione. Si tratta di una debolezza intrinseca che oggi connota, in maniera indubitabile, la figura stessa dellavvocato, dematerializzata dentro ad un corpo di oltre duecentomila iscritti, abnorme rispetto alle reali esigenze del paese, che produce un eccesso di offerta di servizi legali con un conseguente, spesso inaccettabile, abbassamento del livello di professionalit, di deontologia e di indipendenza anche dal proprio assistito non pi solo limitata alle fasce deboli dellavvocatura. Nonostante tutto, dinnanzi a questo spettacolo davvero poco edificante per un paese civile, si verificato che le forze politiche, di qualunque schieramento, non sono ancora riuscite a dotare il paese di una legislazione moderna, adeguata a governare il ceto forense nellattuale contesto socioeconomico, modernizzando la professione ed innalzando a pilastri della riforma il rinnovamento delle strutture degli ordini professionali, laccesso alla professione fondato sul merito, leffettivit del controllo disciplinare e la sempre pi indispensabile specializzazione. Le richieste che precedono che costituiscono il punto nodale delle istanze reiteratamente rivolte dagli aderenti allUnione delle Camere Penali Italiane alle forze politiche che si sono via via succedute nel tempo sono rimaste sempre inascoltate e da ci discende, anche stavolta, la necessit di urlarle attraverso manifestazioni eclatanti e proteste di piazza. Eppure, si tratta di istanze comprensibili per chiunque, giacch si sta chiedendo alla classe politica, ormai da troppo tempo, di legiferare in modo che lavvocato, al quale ognuno di voi cittadini lettori potr aver bisogno di rivolgersi, sia tecnicamente preparato, deontologicamente strutturato, controllato da un ordine di appartenenza anche disciplinarmente forte e specializzato in modo da fornire una prestazione adeguata alle vostre esigenze, piuttosto che un soggetto impreparato ed improvvisato, scorretto ed eventualmente anche disonesto, oltre che millantatore di competenze a lui sconosciute. E dinnanzi a ci, nella totale ed

assoluta incomprensione degli interlocutori politici, si sentono ventilare ipotesi di pi o meno selvagge liberalizzazioni, con connesse abolizioni degli ordini professionali, in forza delle quali chiunque potrebbe accingersi a svolgere liberamente anche la professione dellavvocato e, per di pi, nel delicatissimo settore della difesa penale. Ma questo solo un versante del problema. Vi , infatti, un altro profilo della stessa questione, giacch di questa negativa immagine della figura dellavvocato ci si nutriti a tal punto da non riuscire pi a comprendere che tanti sono ancora gli avvocati che onorano la toga e svolgono, con assoluta dedizione, la funzione a cui hanno scelto di darsi. Ma questo sfugge o sembra sfuggire a tanta parte della magistratura ed ad altrettanta parte della societ civile, sicch la figura dellavvocato ma soprattutto il diritto di difesa che costui incarna ed esercita viene percepita, da molti, come quella di un guastatore, che cerca di ostacolare attraverso cavilli il raggiungimento di una verit assoluta a cui tende esclusivamente il magistrato. E pu ricondursi soltanto a questa visione deformata della figura del difensore la serie di episodi verificatisi in varie parti, anche a noi vicine, del territorio italiano al di l delloasi quasi felice rappresentata dalla nostra citt nei quali appartenenti alle forze di polizia o alla magistratura requirente hanno inteso violare la sacralit del rapporto di riservatezza che da sempre lega lavvocato al suo assistito, cercando di forzare il segreto professionale del primo e di carpire notizie riservate sul secondo, in virt dellinaccettabile retropensiero per cui chi assiste un soggetto ritenuto colpevole ne diviene, in qualche modo, complice. Non cos, ed bene ribadirlo con forza. La verit assoluta non esiste; lunica verit affidabile, umanamente raggiungibile, non pu essere che quella che emerge dinnanzi ad un giudice terzo tra le parti, nel confronto dialettico tra due soggetti processuali posti su un piano di parit: il pubblico ministero, talvolta con lausilio delle parti civili, da un lato, ed il difensore, dallaltro. Si parla di un accertamento dialettico svolto nellambito di un processo di stampo accusatorio (com quello di tutti i paesi civili e com in Italia soltanto dal 1989, dopo circa sessanta anni di vigenza di un sistema processuale di stampo inquisitorio), mediante il contributo di conoscenza che tutte le parti inseriscono nel processo partecipando alla formazione delle prove sulla base delle quali il giudice terzo dovr emettere la sua decisione. Ecco, dunque, che il difensore, quando lotta perch siano osservate le regole processuali, lungi dal voler ostacolare lapprodo ad una irraggiungibile verit assoluta, offre un contributo fondamentale affinch il processo svolga la funzione che gli propria, conducendo allaccertamento della verit processuale. Varr ricordare, a tal punto, che la costituzionalizzazione, allinterno dellart. 111 della Costituzione italiana, del diritto di ogni accusato di partecipare attivamente alla formazione della prova allinterno del suo processo, rappresenta senzaltro un merito dellUnione delle Camere Penali Italiane: se questo risultato non pu essere posto in discussione nel suo alto significato di fondamentale affermazione di un indubitabile principio di civilt, allora lAssociazione alla quale apparteniamo potrebbe ben meritare un conferimento di fiducia da parte dei cittadini anche quando si batte per giungere alla riforma dellordinamento giudiziario mediante la distinzione delle funzioni dei pubblici ministeri e dei giudici, affinch si arrivi a superare il malinteso senso di appartenenza ad un contesto indistinto di soggetti tra loro tanto ben differenti per ruolo ed il senso di estraneit, rispetto a questi operatori del diritto, dellaltro fondamentale interlocutore del processo, rappresentato dallavvocato. Ma se il messaggio dellUnione delle Camere Penali Italiane tante volte ribadito e riproposto non fosse sempre artatamente inquinato da strumentali accuse di solidariet o di avversione per alcune parti politiche piuttosto che per altre, vi sarebbe modo di dubitare dellassoluta positivit di una proposta di riforma della giustizia che separi le carriere dei magistrati, che distingua gli organi di governo autonomo rispettando, in ogni caso, lo statuto di indipendenza del pubblico ministero dallesecutivo, che istituisca un organo disciplinare differenziato per la magistratura giudicante e per quella requirente e che restituisca vigore al principio di obbligatoriet dellazione penale attraverso la previsione e la verifica dei criteri di priorit di trattazione delle notizie di reato che vengono iscritte nelle procure della Repubblica?

Anche per questa richiesta, sempre inascoltata dal mondo politico, perso dietro ai propri personalismi, alle convenienze elettorali e al piccolo cabotaggio nuovamente lUnione delle Camere Penali Italiane ha deliberato la propria odierna astensione. La figura del difensore deve recuperare la propria dignit e ci non pu che passare attraverso un indispensabile innalzamento degli standards tecnici e deontologici richiesti a coloro che vogliono dedicarsi allesercizio di questa professione: si tratta di unoperazione che solo lavvocatura, quella alta, pu svolgere allinterno della propria categoria. Ma perch ci avvenga, necessario anche che la magistratura tutta e la societ civile recuperino la consapevolezza del ruolo fondamentale che lavvocato penalista incarna allinterno del processo, del fatto che lattivit difensiva svolta con indipendenza, con coraggio, con lealt, non costituisce un ostacolo al cammino verso laccertamento dei fatti, ma la manifestazione pi decorosa dellesercizio di un diritto fondamentale di ogni essere umano: quello di difendersi e di essere difeso. Il Presidente della Camera Penale di Prato Avvocato Manuele Ciappi

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