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er scuole socratiche minori intendiamo quelle scuole fondate dagli allievi di Socrate, definiti
P
“socraticiminori”inquantorispecchial’assolutasuperioritàaccordataalramoplatonico-aristotelico
nella storiografia tradizionale. Queste svilupparono le lororiflessioniestremizzandoiconcettidella
filosofia socratica, partendo dalla riflessioneeticadelfilosofoatenieseedalsuometododialettico,
giungendo però a esiti differenti.Visonoquattroscuoleprincipali:lascuoladiMegarafondatada
Euclide(diMegara,danonconfondereconilmatematicodiAlessandria),quellacirenaicafondatada
Aristippo,quellacinicafondatadaAntisteneequelladiEretriafondatadaFedone.Lequattroscuole
sono tutte entrate in polemica prima con la scuola di Platone, l’Accademia, poi con la scuola di
Aristotele.CiòèdovutoalfattochementrePlatonesviluppaladialetticasocraticaperelaborareuna
dottrina della verità, le scuole minori concentrano l'attenzione sugli aspetti confutatori e
interpretano il «conosci te stesso» come una pura ricerca interiore, arrivando a rifiutare
l'identificazione di sapere e virtù e le sue implicazioni politiche.
La scuola megarica
F ondatadaEuclidediMegaratrailVeilIVsec.a.C,hacomemaggioriesponentiEuclide,Eubulide,
Diodoro Crono e Stilpone. Euclide: Formatosi inizialmente allo studio dell'eleatismo, Euclide fu
intimoamicodiSocrateeneitempisuccessiviallasuamorteospitònellapropriacasadiMegaragli
altri discepoli del filosofo. Riprendendo il concetto parmenideo di unità dell'essere, sostenne che
questocoincideconilbenesocratico,ilqualeasuavoltaconsisteinun'unicavirtù.Ècontraddittorio
ritenere che il movimentoeildivenireesistano,edèsbagliato(puraopinione)pensarechelecose
come enti separati. Lo stesso linguaggio, che designa cose diverse con nomi diversi, è una mera
convenzione.Questospiegalosviluppologico-dialetticodellascuolamegarica,chesfociònell'eristica
eneisofismichecaratterizzanol'attivitàdeisuoiprincipaliesponenti,comeEubulide,DiodoroCrono,
e Stilpone.
Stilpone: Filosofo greco del secolo IV a. C. Nativo di Megara, fu anche uno dei più notevoli
rappresentantidellacorrentefilosoficache,inauguratadaEuclide,trasseilsuonomedallapatriadi
quest'ultimo. Divenuto, dopo Ittia, capo della scuola megarica, esercitò con grande successo
l'insegnamento:traisuoiscolarifurono,traglialtri,ZenonediCizio,prossimofondatoredellascuola
stoica,TimonediFliunteealtri.SonodaattribuireaStilponeinparticolarelenegazionidell'esistenza
di idee universali, in senso platonico-aristotelico, ossia se è vero che queste designano termini
universalialloravuoldirecheinessenonèrappresentatonessunessereparticolareequindileidee
rappresentano il nulla. Stilpone sostiene l’ impossibilità della validità di ogni giudizio affermativo,
salvo nel caso del giudizio identico (ad esempio: «l'uomo èuomo»),partendo daipredicatichesi
attribuisconoaunsoggetto:nonsipuòdireinfattiche“uncavalloèveloce”,inquantoilcavalloela
sua velocità nel galoppo sono due cose completamente diverse, tra le quali non si puòaffermare
alcuna identità. L'obiettivo di Stilpone era dunque quello di dimostrare che il molteplice non può
sussistere.
Diodoro Crono: Tradizionalmente considerato un esponente della scuola megarica, secondo la
testimonianzadiStraboneDiodorofuallievodiApollonioCrono.Lasuafamaèlegatainparticolare
al suo argomento dominatore, di cui ci è pervenuta testimonianza tramite Epitteto, con cui egli
intendevaprovarechesipuòdireche“èpossibile”soltantodiciòcheè,osarà.Diodorolodimostrò
così:ciòcheèavvenutonelpassatononpotevaesserediversodaciòcheèstato,questosignificache
tuttociòchenonsièrealizzatoinpassato,eraimpossibilechesirealizzasse.Esiccomel’impossibile
nonpuòderivaredalpossibile,ciòchenonèstato(cheorasappiamoessereimpossibile)nonpoteva
e ssere possibile neanche in passato. Questosignificachetuttociòchenonèstato,èsemprestato
impossibile. Dunque possiamo sostenere che tutto ciò che è possibile si realizza, senza che
rimangano possibilità irrealizzate In altri termini, tutto ciò che accade deve necessariamente
accadere, tanto per i fatti passati quanto per i futuri.
Eubulide: Eubulide fu contemporaneo di Aristotele e si scagliòduramentecontrodilui.Insegnòla
logicaaDemostene;sidicechesiastatoanchel'insegnantediApollonioCrono,ilmaestrodiDiodoro
Crono.ComeEuclide,Eubulidemisedaparteilmetododialetticosocraticofondatosullamaieuticae
lo sostituì con una dialettica di tipo eleatico estremizzata su poli opposti senza possibilità di
gradazionitraunestremoel'altro,tratesieantitesi.SullabasediquestaconcezioneDiogeneLaerzio
riferisce sette paradossi di Eubulide di cui i più noti sono quelli del "mentitore" e del "sorite". Il
paradosso del “mentitore” ad esempio dice: un uomo dice: "Ciò che ora sto dicendo è una
menzogna".Sel'affermazioneèvera,allorastamentendo,anchesel'affermazioneèvera.Seinvece
l'affermazioneèfalsa,alloral'uomononstaeffettivamentementendo,anchesel'affermazioneèuna
menzogna.Inquestomodo,secoluicheparlastamentendo,dicelaveritàeviceversa.Lasoluzione
prospettata da Aristotele è la seguente: le frasi paradossali si fondano sulla confusione tra uso e
menzione. Quando si dice "io sto mentendo", si sta usando la frase, nel senso che si tratta di un
paradossoditipoautoreferenziale,catalogatotragliinsolubilia;chienunciaunafraseinsolubile,non
dice letteralmente nulla e pertanto la proposizione deve essere semplicemente cancellata.
La scuola cinica
L 'iniziatore del cinismo fu Antistene di Atene, prima allievo diGorgiadaLentiniepoidiSocrate.Il
nome Cinici viene indubbiamente dallo stile di vita predicato emessoinpratica:"cani".Manonè
esclusochelaparolaabbiapresoacircolareperchélasededellascuolaeracollocatainunginnasio
chiamato Cinosarge. Secondo alcuni, più che di una vera e propria scuola filosofica si dovrebbe
parlarediunostiledivita;ilcinismo,infatti,noneraanimatodainteressiteoretici,maeravotatoalla
concretezza ed alla praticità. Le caratteristiche principali del pensiero cinico sono:
- critica, rifiuto e disobbedienza nei confronti di ogni forma di società, con le sue regole
superflue e dannose, che allontanano l’essere umano dal suo stato naturale;
- la parresia,ovverolalibertàdidiretuttociòchesiritienesiavero,confranchezzaesenza
filtri;
- laricercadellafelicità(eudaimonia),intesacomebenesupremo,nonchéfinenaturaledella
vita umana che scaturiva dalla virtù, da non confondere con l’edonismo;
- l’ esaltazione dell’autarchia spirituale, da intendersi come autosufficienza e completo
controllo di sé; essa non può essere conseguita senza maturare una certa indifferenza
rispetto alle cose esterne.
Altritrattichepossonoessereritrovatineipensatoricinicisono:l’assolutorigoremorale,inrelazione
aipropriideali;l’esaltazionedellacostanza,dellafaticaedellosforzo,legatiall’acquisizionedellavirtù
mediante l’ascesi;l’adozione,eavoltel’ostentazione,dicostumipoverieanimaleschi;lanegazione
dellareligionetradizionale;ilrifiutodegliistitutisociali,qualilafamigliaelapatria,contendenzaal
cosmopolitismo.
Antistene:traicosiddettisocraticiminori,AntistenediAtene(Atene,444a.C.–Atene,365a.C.)fula
figuradimaggiorrilievo.Nonostantefossediumilioriginiecondusseun’interaesistenzainpovertà,
riuscì lo stesso a fondare una scuola, quella dei cinici, che influenzò sia il cristianesimo che lo
stoicismo. Venuto al mondo dall’unione tra un ateniese e una schiava tracia, dapprima frequentò
Gorgia, uno tra i più illustri sofisti dell’epoca, e poi, in tarda età, venne attratto dall’irrefrenabile
magnetismo di Socrate, divenendo unsuofedelediscepolo.Inunacertamisura,l’insegnamentodi
ntistenerisentìdiquellodeisuoimaestri:daGorgiapreseilrelativismoetico,tipicodeisofisti,che
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avevanoconstatatolagrandevariabilitàdeiprincipimoraliadottatidall’umanitàalvariaredeiluoghi
edelleepoche;daSocrateappreseleattitudinipratico-morali,comelaforzad’animo,l'autodominio,
lacapacitàdisopportarelafaticaedibastareasestessi.Antisteneriponevailbeneesclusivamente
nella virtù e riteneva il piacere un male, così come tutti quelli che gli uomini chiamavano beni.
Nonostante ciò non ammetteva altra realtà oltre che quella corporea, e si opponeva alla dottrina
platonica delle idee dicendo: “Vedo il cavallo, ma non vedo la cavallinità”.
DiogenediSinope: DiogenediSinope,anchenotocomeilCinico,oilSocratepazzo(Sinope,412a.C.
circa–Corinto,10giugno323a.C.),fuunodeimaggioriesponentidellacorrentefilosoficafondatada
Antistene:ilcinismo.Egliincarnòatalpuntoivaloridiquelmovimento,dadiventarneunasortadi
simbolo.Sullasuafigurasiraccontavanoaneddotigiàquandoeglieraancorainvita.Edilpassaredei
secoliloconsacròdefinitivamenteallaleggenda.Ilmododivitacheadottòeravotatoallalibertà,sia
nell’azione chenellaparola,enondiradosfociavanell’irriverenza.Diogenerivendicavalalibertàdi
esprimersi in modo franco, diretto e senza timori, perfino innanzi ai potenti. Per impartire i suoi
insegnamenti, egli non si avvaleva di argomentazioni lunghe o sofisticate, bensì ricorreva ad un
connubio di gesti fisici e massimerapideedincisivedette“apoftegmi”.Usavaqualunqueluogoper
qualsiasiscopo,comemangiare,discutereedormire,enonprovavaalcunavergognanelfarelecose
davanti agli altri. Come il suomaestroAntistene,Diogenecredevachelavirtùnoncoincidessecon
l’osservanzadelleconvenzionisocialie,soprattutto,chequesteultimemistificasseroibisogninaturali
della vita umana. Una vita felice, secondo Diogene, è possibile solo in accordo con lanatura.Ela
natura non prescrive di mangiare o dormire in un certo modo e in un certo luogo.Lanaturanon
prescrive di vivere in una casa, di sposarsi, di possedere dei beni. La vita sociale e le sue regole,
secondo Diogene, non portano alla felicità né garantiscono la libertà. Anzi, creano falsi bisogni e
confondono ciò che è ha valore con ciò che non ne ha.
La scuola cirenaica
ristippodiCirene(Cirene,435a.C.-Lipari,366a.C.)ful’iniziatoredellacorrentedipensieroacui,
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dopo la sua morte, i filosofi Arete di Cirene e Aristippo il Giovane si ispirarono per dar vita alla
cosiddettascuolacirenaica.Lascuolacirenaicasiarticoleràalsuointernoinvariesfumatureetichee
si ritroverà solo successivamente e in parte nell'epicureismo. Aristippo ha caratterizzato
quest'indirizzo filosofico sulle basi di:
- antropocentrismo; (C oncezione secondo cui tuttociòcheènell'universoèstatocreatoperl'uomoeperisuoibisogni,percuil'uomo
si viene a trovare al centro dell'universo e può considerarsi misura di tutte le cose)
- s ensismo assoluto; (dottrina gnoseologica che riconduce ogni contenuto di conoscenza all'esperienza sensibile)
- ricerca del piacere corporeo;
- autosufficienza individualistica.
E gliimpiegòlapropriaintelligenzapersviluppareunafilosofiamoralechepermettessediviverecon
il minor sforzo possibile, traendo il massimo del godimento dall’esistenza, senza subire gli effetti
negativi dovuti agli eccessi, alle dipendenze ed agli attaccamenti. Il motivo dominante della sua
filosofia è dunquel'edonismo.DalcantosuoAristipposostennecheilpiacereèsempreunbene,a
prescindere dalla fonte da cui esso derivi. In questo modo egli ruppe il saggio equilibrio della
posizione socratica rovesciando, in senso positivo, gli eccessi delle tesi ciniche. Il piacere da
perseguire è quello che procura il vero godimento e quello più duraturo, e non causa di
assoggettamento dell'uomo ad esso. E’ per questo che, a differenza dei cinici, che ritenevano
bisognasserinunciareallaricchezzaedaibenimaterialichenonfosserostrettamenteindispensabili,
a suo avvisolaveralibertànonsiottienerifiutandoibeniedevitandole passioni,madisponendo
delle cose e provando sentimenti con il dovuto distacco, senza lasciarsi coinvolgere e trasportare
eccessivamente. Come lui stesso affermò: «possiedo, non sono posseduto».
Teodorol’Ateo:TeodorodiCirene(340a.C.-250a.C.circa)fuunodiquegliesponentidellascuoladi
Cirene che cominciarono a discostarsi dalla corrente di pensiero avviata da Aristippo. Il principale
motivodirotturariguardòl’individuazionedelfinedell’essereumano.Icirenaicisieranoconvintiche
ilfinefosseilpiacere,riferendosiinparticolarmodoalgodimentofisicoedimmediatocircostanziato
nell’istante presente. Teodoro invece riteneva cheilverofinefosselagioia,spostandocosìl’ideale
edonisticodalpiacereistantaneocorporeoadunostatodisoddisfazioneduraturadell’animo.Inoltre
aggiunsechequestosentimentodicostante,pienoevivoappagamentospirituale,nonpotevaessere
raggiunto senza coltivare la sapienza: così come lagioiaèpostanellasaggezza,latristezzaèposta
nell’insensatezza. Il piacere ed il dolore non sono né beni né mali: presi di per sé essi sono
indifferenti.Iveribenisonolasaggezzaelagiustizia,mentreimalisonol’insensatezzael’ingiustizia.
SidicecheTeodorocoltivòlasapienzafinoalpuntod’arrivareademoliretutteleopinioniespresse
dagli antichi greci attorno alle divinità, venne perciò denominato “l’Ateo”.
EgesiadiCirene:Fuunallievodellascuolacirenaicaeneabbracciòlaconcezioneedonistica,maben
presto si discostò dalle tesi di quell’indirizzo filosofico traendo delle conclusioni decisamente
pessimistiche:lafelicitàèun’illusioneedèconcretamenteimpossibiledaconseguire;vivereomorire
è indifferente. Egli ribadì il principio fondamentale dei cirenaici, secondo cui il fine della vitaèda
individuarsi nel piacere, ma pose l’accento sull’analisi della sua effettiva realizzazione. In questo
modosiconvinsecheilpiacerefossesìqualcosadiraggiungibile,masoltantoinmodosporadicoed
aleatorio, mentre il suo contrario, il dolore, riusciva sempre ad avere il sopravvento. Pertanto, il
modocorrettodivivere,secondoEgesia,nonconsistenell’affannarsiavventurandosiinunavanaed
illusoria ricerca della felicità, ma nel tentare, per quanto possibile, di scansare i dolori, restando
indifferentiaipiaceri.Inquestomodoeglioperòperprimounainversionedell'edonismopositivodi
Aristippo, volto alla ricerca attiva dei piaceri, trasformandoloinunedonismonegativo,ilcuiscopo
ultimo consiste nell’allontanare il dolore, attraverso un’etica fondata sulla rinuncia e l'indifferenza.
Anniceride di Cirene: Anniceride di Cirene, da non confondere con il suo omonimonotoperaver
riscattatoPlatonedallaschiavitù,fuunodegliultimifilosofidellascuolacirenaica.VissetrailIVeilIII
secoloa.C.efuilfilosofochepiùdituttitraicirenaicisidiscostòdallaspregiudicatezzadiAristippo,e
ancor più di Teodoro l’Ateo, e dal pessimismo di Egesia. Anniceride si rese conto della grande
importanza che le interazionisocialirivestononellaricercadellafelicità.Perquestobasòlapropria
filosofiamoralesullasimpatiaversoiproprisimilierivalutòqueivalorichefinoadalloraeranostati
screditatidaicirenaici,comeadesempio:l’amicizia,l’altruismo,lariconoscenza,ilsacrificio,ilegami
familiari e addirittura l’amor di patria. Così facendo Anniceride ruppe il celebreindividualismodei
cirenaici,adottandounavisioneedonisticachericercailpiacereassiemeaglialtri.Enondimenosi
discostò dalla tipica visione cosmopolita degli esponenti della scuola di Cirene.
La scuola eliaco-eretriaca
T ra le scuole socratiche minori viene annoverata anche quella fondata dal filosofo Menedemo di
Eretria, citato da Diogene Laerzio come filosofo e celebreautoredidrammisatireschiprimocome
tragediografo. Molto abile nell'eristica, l'arte di contendere a parole, fu anche uomo politico. Si
hannoscarsenotiziedilui:originariodiEretria,vissutotrail339a.C.eil265a.C.,dapprimadiscepolo
della scuola di Fedone di Elide, conservò il suo pensiero fondando una scuola filosofica. La sua
dottrina,vicinaaquelladellascuoladiMegara,probabilmentintellettualizzailsommobenesocratico
identificandolo con l'unico essere eleatico mentre nell'etica riprende parzialmente il pensiero stoico.